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Trio

Sauna Finlandese

By 4 Dicembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Sauna Finlandese

Ciao Ragazze, mi chiamo Maria e volevo condividere suprattutto con voi una vera e propria avventura che mi e’ capitata 10 giorni orsono. Ho bisogno di confrontarmi con qualcuno del mio stesso sesso e vorrei sapere che ne pensate. Premetto che non ho raccontato questa cosa a nessuna delle mie amiche, l’unico ad essere al corrente dei fatti e’ il mio fidanzato Mattia, che tra parentesi sposero’ a giugno. Non sono bravissima con le parole, e mi scuso se il linguaggio spesso non e’ forte e diretto come molti di voi si auspicherebbero. Ho cercato di riportare fedelmente i fatti.

Io ho 33 anni, non saro’ una modella perche’ arrivo si e no a 1 metro e sessanta, pero’ credo di essere carina, agli uomini piaccio e dunque credo di non essere niente male. Come dicevo non sono alta, ma le proporzioni ci sono tutte, ho un bel seno sodo, un culotto tondo con un piccolissimo accenno di cellulite (ma piccolissimo eh!), i capelli sono castani, d’estate prendono dei riflessi piu’ chiari, cosi’ come i miei occhi marroni che d’estate virano verso il nocciola. Insomma, non sono una velina ma se c’e’ da mettersi in costume non ho niente da temere.

Provengo da un paese della provincia di Verona, dopo le scuole mi sono trasferita a Pisa per gli studi, e una volta laureata in fisica sono cominciate le peripezie. Ho girato mezza Europa tra enti e universita’, ma si trattava sempre di borse di studio e quindi ogni poco dovevo fare i bagagli e trasferirmi altrove. La mia preparazione e il mio curriculum ne hanno giovato, ma la mia vita sociale e di coppia molto meno.

Sto con Mattia dai tempi dell’universita’, circa dieci anni di amore assoluto e inattaccabile che resiste tutt’oggi alla distanza. Ci piacciamo come il primo giorno, e siamo decisamente intenzionati a metter su famiglia.

Oggi finalmente ho un lavoro fisso, un contratto ottimo e un incarico soddisfacente. Il problema e’ che questo lavoro e’ a Helsinki, in Finlandia. Sono 2 mesi ormai che vivo quassu’. Mattia viene per 15 giorni ogni 2 mesi, io torno in Italia per qualche weekend, a costo di sacrifici ma facciamo di tutto per vederci il piu’ possibile. Pero’ spesso mi manca. I primi giorni e’ stato orribile, poi piano piano ho conosciuto persone, soprattutto colleghi, e sono riuscita a distrarmi ogni tanto.
Molto probabilmente sono riuscita a trovare un buon lavoro anche per Mattia, se va tutto bene cominciera’ in maggio, e incrociando le dita fra 4 mesi ci ricongiungeremo definitivamente e vivremo insieme in questo appartamento.

Questo, care amiche, per darvi un quadro della situazione. Ma siamo in un sito che parla di sessualita’, dunque ora passiamo al sodo.

Il sesso con Mattia e’ stupendo. E’ fantasioso, aperto, comprensivo, dolce, rude, tutto. Veramente, mi soddisfa. Io mi ritengo calda e passionale, ma e’ solo da quando sto con lui che riesco a lasciarmi andare e seguire quello che mi dice il mio corpo, assecondando la mente anche nei pensieri piu’ inconfessabili. Siamo due persone che amano il sesso a prescindere, e ne siamo coscienti. La distanza ci ha messo a dura prova, e ogni tanto abbiamo ceduto entrambi. Storielle occasionali per calmarci un po’, ma ce le siamo sempre confessate apertamente, senza farne mai un dramma.

Da quando sono qui in Finlandia pero’ ho sempre fatto la brava. Sempre. Fino a 10 giorni fa.

In questi mesi ho stretto amicizia con una collega molto gentile, di nome Jara. E’ del posto, quindi conosce bene la citta’ e mi e’ stata utilissima nell’inserimento. Cenando da lei ho potuto conoscere anche suo marito ed altri loro amici, ampliando cosi’ la cerchia delle conoscenze. Jara come molti finlandesi ha la sauna in casa, e prima di cena ci e’ capitato di farci qualche mezz’oretta di sudata. A volte erano presenti anche dei colleghi, o altri loro amici. Ma tutti sono rimasti sempre con l’asciugamano in vita. Lo facevano, mi ha detto dopo Jara, per rispetto verso di me, viste alcune esperienze sgradevoli che avevano avuto con persone del sud europa, italiane e italiani in primis. Gente che si era offesa, scandalizzata, spaventata o cose del genere.

Questo era il mio rapporto con la sauna. Delle persone che parlottano sudate fradicie con un aciugamano addosso. Punto.

Poi arriva venerdi scorso. Jara a pranzo mi parla di un bel centro benessere, con saune, piscine termali, idromassaggi, massaggi e quant’altro. Fuori fa un freddo cane, e non ho un tubo da fare, dunque quando mi propone di andarci con lei accetto con entusiasmo. Telefono subito a Mattia per raccontarglielo, per fortuna non da cenni di gelosie o perplessita’ varie. Al contrario e’ entusiasta all’idea e non vede l’ora che ci porti anche lui.

Torno a casa, il venerdi finiamo di lavorare alle 14.30.
Richiamo Jara, le chiedo cosa devo portarmi e mi risponde che bastano le ciabattine e qualche monetina per il phon, senza spiccioli si rischia di uscire con i capelli bagnati e addio. L’asciugamano me lo daranno la’.
Ci diamo appuntamento all’interno alle 17, con 10 gradi sotto zero non e’ il caso di aspettare sul marciapiede.

Arrivo puntualissima con il tram, ed entro. Pago l’ingresso, circa 25 euro per la giornata, accesso libero agli impianti e un massaggio di prova incluso nel prezzo. Mi danno un braccialetto, la chiave di un armadietto e entro. L’asciugamano e’ nell’armadietto. Passo davanti ad una piscinetta dove giocano dei bambini e mi avvio verso lo spogliotaio. Cerco quello femminile. Non c’e’. Lo spogliatoio e’ unico. Entro, il cuore mi inizia a battere. Un uomo completamente nudo si sta asciugando i capelli, altri 3 si stanno facendo la doccia. Scorgo anche una donna che sta finendo di vestirsi, la vista mi tranquillizza un po’. Non sono l’unica donna qui dentro. Ma quando arriva Jara??

Trovo il mio armadietto, lo apro. Un sapone monouso, una cuffietta e….un asciugamano striminzito. veramente micro.

Sono smarrita. Non ho altro per coprirmi? Sono ancora imbambolata seduta sulla panca davanti all’armadietto, quando un signore con i capelli bianchi apre l’armadietto accanto al mio e posa degli oggetti, il suo pene e’ a pochi centimetri dal mio viso ma lui sembra non farci neanche caso. Poi ne passano altri, e anche questi mi sballonzolano davanti camminando. Devo ancora abituarmi, il cuore mi batte forte.

Arriva dall’entrata una coppia di ragazzi giovani, prendo coraggio e decido di imitare quello che fara’ lei in tutto e per tutto. Non posso rimanermene qui vestita ad oltranza.

La ragazza si spoglia tranquillamente, completamente nuda cosi’ come il suo compagno, finisce di sistemare le sue cose, sempre nuda, poi prende l’asciugamani e tenendolo in mano imbocca la porta delle saune.

Mi spoglio anch’io. Pantaloni, giacca, maglia, camicia, canotta, slip. Nuda. Sono nuda.

Sul cellulare arriva un sms, e’ Jara che dice che tardera’, non sa di quanto. Problemi alla macchina o qualcosa del genere.

Mi risiedo un momento sulla panca, per risponderle. Si apre la porta e entrano 4,5,6,8 ragazzi. Hanno tutti la stessa tuta nera e gialla, le stesse borse. Devono essere una squadra di qualcosa, forse basket, o pallavolo, sono decisamente alti. avranno al massimo 30anni, con loro c’e’ anche un uomo piu’ adulto, forse l’allenatore. Si, da come fa il capetto sembra il loro coach, avra’ una cinquantina d’anni.
Si siedono dove c’e’ posto, 2 finiscono davanti a me. Uno e’ di colore, l’unico che non sembra proprio finlandese. Accanto a me si siede l’allenatore, sento un leggero odore di vodka. Tutti gli altri non riesco a vederli, coperti alla mia vista da armadietti e attaccapanni.

Ora devo alzarmi, ora devo alzarmi, ora devo alzarmi.

Ho preso l’asciugamani e mi sono alzata.

Ero gia’ sulla porta degli impianti quando ho realizzato che avevo in mano ancora il telefonino! Torno indietro di qualche passo e apro l’armadietto. I ragazzi e l’allenatore stanno ancora togliendosi le scarpe, adesso e’ il mio sedere ad essere all’altezza dei loro occhi. La chiave e’ anche difettosa, quindi devo armeggiare per qualche secondo. Loro hanno smesso di spogliarsi, percepisco i loro sguardi sul mio culo, sono sicura che me lo stanno fissando. Mi sento arrossire, sono imbarazzata ma un certo prurito inizia a fare capolino nel mio basso ventre, mi sto eccitando?

Poso il telefonino, complice l’eccitazione sento che devo fare la pipi’, meglio farla subito. Ripasso davnti ai ragazzi e al signore, cerco i bagni, sono dall’altra parte dello spogliatoio vicino alle docce. Li raggiungo a piccoli passi, le mie ciabatte rompono il silenzio. Quando arrivo noto che ovviamente sono in comune, alcuni non hanno neppure la porta, gli altri hanno la porta ma non la chiave. Pero’ sono pulitissimi e profumati.
Quelli con la porta sono occupati, mi siedo in uno di quelli senza. Davanti a me la gente passa, uscendo ed entrando dai bagni. Uomini, donne, anziani.
No, cosi’ non riusciro’ mai a farla. Riesco e mi metto in fila davanti ad un bagno con la porta.

Prima di me c’e’ una signora con il beauty, avra’ le sue cose penso tra me. Aspetto dietro di lei. Ma arrivano tre dei ragazzi della squadra, stavolta sono nudi, devono anche loro fare pipi’. Uno entra in un bagno senza porta. Gli altri due si mettono in fila.
Dietro di me.
Uno dei due e’ il ragazzo di colore.

La porta si apre, esce un signore ed entra la signora che mi precede. La prossima sono io. Un altro signore si aggiunge alle fila, lo spazio e’ poco, dunque faccio un passo avanti, e cosi’ fanno gli altri.
Dietro di me ho un ragazzo di colore nudo, non riesco a non pensarci.

Un rumore, la porta si apre. Ma si apre verso l’esterno e io sono troppo a ridosso. Istintivamente indietreggio.

E lo sento.

Finisco per urtare il ragazzo e il suo pene finisce proprio tra le mie natiche. Sara’ durato un secondo o due, ma vi assicuro che ho percepito il calore e la consistenza inconfondibile del suo pene per tutta la lunghezza del solco tra le mie natiche.

Mi giro fugacemente per scusarmi dell’urto e scappo nel bagno chiudendomi la porta alle spalle. Sto quasi ansimando. Mi siedo e faccio la pipi’ tenendo la porta con una mano, sento la mia vagina gonfia, il clitoride mi fa quasi male. Mentre mi pulisco mi rendo conto a pieno della realta’: sono bagnata fradicia. La mia vagina e’ un lago. Ho le tette gonfie, i capezzoli non accennano a rilassarsi. L’istinto sarebbe quello di masturbarmi furiosamente per calmarmi ma senza serratura non mi arrischio. Il secondo istinto e’ stato pensare a Mattia. Devo mandargli un sms.

Esco dal WC evitando di incrociare gli occhi di chicchessia. Lo sguardo e’ basso, evito gli occhi ma cosi’ incrocio i loro peni mio malgrado. Un brivido mi corre lungo la schiena quando vedo quello che mi ha sfiorato poco fa. E’ enorme, arriva fino alla coscia. Passare in mezzo a quella fila e’ stato quasi come passarli in rassegna, piccoli, grandi, medi, un paio enormi. Si, quello di colore e quello dell’allenatore sembravano decisamente fuori misura.

Raggiungo l’armadietto nuovamente, anche semplicemente camminare faceva aumentare la mia eccitazione, le gambe strusciandosi tra loro sarebbero state sufficenti a farmi venire.
Ho preso il cellulare e scritto a Mattia

“amore sono in sauna! una sauna pubblica! E sono tutti senza costume!”

volevo condividere il momento per quanto possibile, e volevo farlo il prima possibile. Ho aspettato la risposta in piedi, arriva dopo 2 minuti:

“tutti nudi??? voglio venire anch’io!!! chissa’ che spettacolo per i tuoi occhi!! allora divertiti!! :) Ti amo, stasera ti chiamo e mi racconti!”

Mi sono sentita leggermente piu’ calma. Ero in quel posto da quasi mezz’ora e ancora non ero uscita dagli spogliatoi. Era il momento di avventurarsi in sauna.

Ho varcato la porta, l’ambiente ricordava quello delle piscine, attraverso varie porte si accedeva alle varie saune, c’era vapore ovunque. Piu’ in fondo c’era una grossa piscina sulfurea e una dozzina di vasche idromassaggio. Ho chiesto in inglese a una ragazza dello staff cosa mi conveniva fare e lei mi ha indirizzato verso la sauna meno bollente, per evitare svenimenti, per poi proseguire verso l’idromassaggio ed eventualmente passare a temperature piu’ elevate.

Ho aperto la prima porticina in legno, un signore stava spennellando una panca con del lucidante, o qualcosa del genere. Quella cabina era fuori servizio, era indicato sulla porta ma di suomi non capisco un acca e cosi’ non ci ho fatto caso. L’operaio gentilmente mi spiega a gesti l’errore e io proseguo oltre. Entro nella porta giusta, il calore mi invade, dopo un secondo stavo gia’ sudando, nuvole di vapore annebbiavano gli occhi.

La sauna era striminzita, la piu’ piccina di tutte. I finlandesi amano temperature piu’ elevate, quindi e’ usata poco, perlopiu’ da stranieri, turisti o persone con qualche problemino di salute. Evidentemente quel giorno c’era un afflusso particolare.
Poco piu’ grande di uno scompartimento del treno, consisteva in due grossi gradoni di legno speculari. Due da una parte e due dall’altra. In fondo ardeva il bracere.

Rapida occhiata, sembra quasi tutto pieno. Ah no, li’ c’e’ un po’ di posto. Sul gradone piu’ alto, quasi al centro. Chiedo permesso e mi arrampico li’ su, poggio il mio asciugamano e mi siedo.

Cerco di mettere a fuoco la situazione. Come avevo intuito la sauna e’ quasi piena, a occhio e croce puo’ contenere una decina di persone ma eravamo quasi il doppio. Le mia ginocchia toccavano la signora alla mia sinistra e il signore alla mia destra, e con gli stinchi ogni tanto sbattevo contro la schiena della signora del gradone di sotto. Eravamo decisamente strettini.
Le due signore dopo poco escono, e cosi’ fecero altri tre signori. Ci si poteva sgranchire le gambe, mi sono distesa un attimo sul fondo della cabina, ma e’ durato poco. Quando la porta si riapre entrano tutti i ragazzi della squadra, allenatore incluso. Adesso eravamo al massimo della capienza, li’ dentro non poteva entrarci neanche uno spillo. Iniziano a farsi largo per prendere posto, io sono finita in fondo, schiacciata contro il muro. tre di loro sono dovuti rimanere in piedi.

Mi guardo intorno, saremo stati in 20, tutti pigiati in quella scatoletta bollente. Guardo meglio, ad eccezione di una signora sulla 60ina io ero l’unica femminuccia rimasta.
Un po’ imbarazzata, un po’ impaurita, molto eccitata. Ecco come mi sentivo.
Ho pensato ad uscire, ma la porta era dalla parte opposta, e adesso c’era anche gente in piedi nel corridoietto centrale, sarebbe stato ancora piu’ imbarazzante.
Sono rimasta, gli occhi si erano abituati perfettamente alla semioscurita’, distinguevo meglio i particolari. Cercavo sempre di non incontrare lo sguardo di nessuno, ma cosi’ facendo mi sono trovata nuovamente a guardare i loro peni. Erano tutti piuttosto beati e rilassati, tutti tranne uno. Era proprio quello seduto di fronte a me, al gradino di sotto; era chiaro che aveva un’erezione e cercava di nasconderla con il braccio. Forse anche quello accanto a lui dava cenni di risveglio. Oddio, a ben vedere anche il tipo seduto di sopra, anche lui mi sembra che abbia un erezione. E uno dei ragazzi in piedi, si e’ girato verso il muro perche’ gli sta diventando duro. Ma che succede, si stanno arrapando tutti?

Ero immersa in quei pensieri quando e’ entrata un’inserviente per cambiare l’aria e pulire le panche. Quasi urlando ci ha invitato a proseguire verso l’idromassaggio, se volevamo saremmo potuti ritonare dopo 10 minuti. Adesso tutti via, scio’.

Tutti si sono diretti verso la porta, io mi tiro su e scendo il gradino, 5 o 6 uomini rimangono seduti, sono quelli con l’erezione piu’ evidente, non vogliono fare figuracce e cercano di temporeggiare, tra loro c’e’ anche l’allenatore di prima, sudatissimo. Insieme a 2 dei ragazzi (ma non quello nero), un signore un po’ corpulento e peloso come un orso, un altro tizio rasato pieno di tatuaggi, e infine un signore distinto con i capelli bianchi che sembrava il piu’ in difficolta’.

Uscita dalla sauna mi e’ sembrato di tornare a respirare dopo un’infinita’, ho bevuto un sorso d’acqua e mi sono avviata verso le vasche. Erano quasi tutte occupate dalle persone uscite dalla sauna. In una c’era solo la signora anziana, cosi’ mi sono unita a lei. Il tempo di immergermi che la signora mi saluta ed esce.
Chiudo gli occhi godendomi la pace della vasca solitaria, ma dopo poco mi viene un colpo.

Coprendosi con i micro asciugamani arrivarono i sei uomini che erano rimasti per ultimi, evidentemente non erano riusciti a calmarsi e ora cercavano di coprirsi mentre raggiungevano le vasche.

Uno dopo l’altro lasciano l’asciugamano sul bordo, scendono la scaletta e si immergono nella mia vasca. Io sono di fronte alla scaletta, e non posso evitare di vedere molto chiaramente il loro piselli eretti.

Da vuota che era la vasca era ormai semi piena, era impossibile non venire in contatto con gli altri, fianchi e gambe soprattutto urtavano continuamente contro i vicini e i dirimpettai.

Ma il problema vero era che con l’acqua cosi’ trasparente potevo chiaramente vedere le loro erezioni, ovunque girassi lo sguardo vedevo un pene duro, erano a pochi centimetri da me e la mia pelle sfiorava quella dei loro proprietari. Aaagh!

Forse voi mi capirete, ma quello che mi ha fatto perdere la testa e’ stato il pensare, li’, in quel momento, che quei peni erano duri per causa mia. Quelle 6 persone si erano eccitate per la mia presenza, guardando me senza togliermi un secondo gli occhi di dosso.

E’ da quel momento che ho cominciato a pensarli non come peni eretti ma proprio come cazzi duri. Cazzi duri. Mi rimbombavano queste parole, mi guardavo intorno e li vedevo li’. Duri per causa mia.

Sentivo chiari messaggi provenire dal basso ventre, ho cercato di moderare il respiro, ho chiuso gli occhi e allargato le braccia sullo schienale della vasca. Cercavo di respirare lentamente. Quando li ho riaperti ho colto quei porci a fissarmi il seno. L’uomo di fronte a me adesso si copriva con entrambe le mani, mentre l’allenatore ha aperto ulteriormente le gambe, come a mostrarmelo meglio. Accanto a me avevo il peloso e uno dei ragazzi. E’ stato il peloso a fare la prima mossa. Me ne sono accorta appena, ma col dorso della mano sinistra ha iniziato a sfiorarmi il fianco destro, delle carezze leggerissime che solo raramente hanno sfiorato i glutei. Mi sfiorava il fianco e l’esterno della coscia, poi si ritirava e poi ricominciava. Il mio respiro ha accelerato e credo che il mio petto abbia reso questa cosa evidente.

Il ragazzo al mio fianco sinistro si alza e esce, rimangono in 5.

Qualcuno ne approfitta per mettersi piu’ largo, non il tizio peloso che mi rimane incollato. Alla mia sinistra l’allenatore scala di un posto e prende il posto del ragazzo, sempre seguito dal leggero odore di vodka. Si aggiustano anche quelli davanti, adesso in fronte a me c’e’ quello tatuato tutto rasato. E’ muscolosissimo, ma non sembra palestrato. Per sgranchirsi allunga un piede, finisce sotto la mia chiappa destra, non molto distante da dove mi sta sfiorando l’orso peloso.
Il piu’ audace e’ l’allenatore, che fa scivolare una mano sotto la mia natica sinistra col palmo rivolto verso l’alto, rimanendo immobile.
Con la mia chiappa in mano.

Mi stanno toccando in tre, ma nessuno di loro sa quello che stanno facendo gli altri, ognuno dei tre cerca di nascondersi. Non sanno di essere in buona compagnia. Anche il ragazzetto rimasto e il signore distinto non si accorgono di nulla. Ma i loro piselli continuano ad ergersi sott’acqua.

Io sento di essere al limite, e’ soprattutto la mano sotto la chiappa a sconvelgere i miei sensi, so’ che dovrei uscire da quella vasca, ma rimango li’, ferma, con gli occhi socchiusi. A far finta di nulla.

Sento dei passi, arriva altra gente, usciti da una qualche sauna vogliono riprendersi con un bagno. Sono molti, si sparpagliano tra le vasche occupando i posti liberi qua e la’. In quattro finiscono nella mia vasca, chiacchierano tra loro, non hanno idea di quello che sta succedendo sotto il pelo dell’acqua.

Nonostante l’eccitazione vedo i nuovi arrivati come un’ancora di salvezza per mettere un freno a questa situazione perversa.
Vedendo arrivare il gruppetto, i 5 uomini in mia compagnia tentano di coprire le loro erezioni, chi con la mano, chi con le gambe, cercano alla bell’e meglio di nascondere i genitali. Ma la mia situazione invece di migliorare peggiora.

Una volta entrati i nuovi, restiamo quasi ammassati l’uno sull’altro. Adesso l’allenatore e l’uomo peloso mi stanno quasi addosso. Per fare spazio ho alzato il bacino per spostarmi e quando l’ho ripoggiato sulla vasca mi sono praticamente seduta sulla mano sinistra del peloso e sulla mano destra dell’allenatore. Erano li, sembravano poggiate per caso, ma appena venute in contatto col mio culo si stringono, quasi con forza, palpandomi. Sento che tirano leggermente, ognuno dalla propria parte, allargandomi. Gli altri sembrano non accorgersene, sono impegnati in una qualche discussione. Il signore distinto e il ragazzetto sono troppo indaffarati a nascondersi.
Il fusto tatuato invece continua a fissarmi. Con molta lentezza sposta il piede che teneva sotto il mio gluteo, e lo sposta verso il centro. Adesso ha l’alluce proprio sotto la mia vagina, lo muove impercettibilmente, sento che sfiora la leggera peluria, mi sfiora le piccole labbra e si ferma all’altezza del clitoride.

Ho un sussulto, ma rimango immobile.I due al mio fianco avvertono qualcosa, credono di essere i responsabili del mio tremolare e rafforzano la presa sulle mie natiche, allargandole ulteriormente. Anche il fusto tatuato sembra incoraggiato dal mio abbandono, e allunga il piede di qualche centimetro.
Adesso e’ completamente a contatto con la mia vagina, fa dei lievissimi su e giu’, sono completamente aperta perche’ i due al mio fianco continuano a divaricarmi, cosi’ il suo alluce finisce per penetrarmi un pochino. Appena appena. Ma complice il rimestare degli altri due, ritmicamente le grandi labbra lambiscono sfiorandolo il ditone di quell’uomo.

Non ne posso piu’, la voglia e’ talmente forte che provo quasi un dolore fisico. Sento i capezzoli come dei chiodi e il clitoride gonfio e pulsante. So che in un posto del genere la gente non puo’ mettersi a scopare, il mio primo impulso e’ quello di scappare a casa e masturbarmi immediatamente, altrimenti rischierei di impazzire. Ma gli avvenimenti mi riportano subito a vivere la realta’.

Con un movimento che voleva sembrare casuale il tatuato rasato allunga ancor piu’ la gamba, e da impercettibile che era, adesso mi affonda del tutto il dito del piede. Me lo spinge dentro. E inizia a farlo scorrere, su e giu’, dentro e fuori, ritmicamente. E intanto mi guarda, con un’ espressione calma, ma sempre piuttosta dura.
Ad un affondo particolarmente profondo reagisco mio malgrado con un piccolo saltino, l’allenatore ne approfitta per cambiare presa, la sua mano e’ ruotata di qualche grado, mi tiena ben stretta la natica sinistra, ma adesso il suo dito indice e’ all’altezza del mio ano.
Lo sento. Lo esplora, lo accarezza con movimenti concentrici, sempre piu’ veloci. Sente che e’ morbido, leggermente dilatato, anche perche’ il peloso continua a tirarmi la natica destra verso di se.
Cambia ancora presa, adesso mi sta toccando col dito medio, sembra ancora piu’ audace, mi da dei piccoli colpetti col polpastrello proprio al centro del buchino.

Poi entra.

Lentamente, ma senza fermarsi, mi infila il suo dito nel culo. E inizia a muoverlo, sempre piu’ in profondita’.

Ora le gambe mi tremano leggermente, rischio un orgasmo da un secondo all’altro, devo fare qualcosa. Continuo a ripetermi questo, ma e’ come un pensiero lontano che non riesco a mettere a fuoco. Mi sento morire, il mio corpo si sta sciogliendo. Resto un paio di minuti con gli occhi chiusi, rapita dalle sensazioni.

Mi ridesto quando sento la mano del peloso che gradualmente molla la presa, fino a lasciarla. Fa di tutto per coprirsi ma la macchiolina densa che galleggia vicino al suo polso parla chiaro. Ha avuto un’eiaculazione. E’ imbarazzatissimo, ma gli altri sembrano non essersi accorti di nulla. Ancora un minuto e il peloso si alza, ci saluta tutti e se ne va, il suo pene e’ finalmente in posizione di riposo. Nella mia vagina e nel mio ano intanto gli altri due continuano a muoversi.

Si alzano anche gli ultimi arrivati, seguiti dall’uomo distinto. La vasca si svuota, eccetto noi tre. I due rimasti tolgono la “protezione” rivelando di nuovo la loro erezione, le cappelle quasi fuoriescono dal pelo dell’acqua. L’uomo rasato nota che gli sto guardando il pene e mi guarda fisso.
L’allenatore ormai mi sta inculando col dito, i suoi colpi ora sono decisi, e il mio corpo sobbalza ritmicamente, di rimando. Anche le mie tette sobbalzano, fuori il pelo dell’acqua.
Al rasato non possono sfuggire questi movimenti, anche perche’ si ripercuotono anche sul suo piede. Adesso si e’ accorto che l’altro mi sta toccando l’ano, e mi guarda con un sorriso appena accennato.

Toglie il suo piede dalla mia apertura e fa per mettersi al mio fianco. Esce leggermente fuori dall’acqua quando si alza, ha un grosso tatuaggio anche sul petto, che scende fino agli addominali ben evidenti. E sotto c’e’ il suo fallo eretto, grosso, durissimo, senza neanche un pelo. Non ho mai avuto predilezione per i tatuaggi, ne’ tantomeno per la depilazione maschile. Ma in questo caso sono quasi affascinata, lo seguo con lo sguardo finche’ non si immerge di nuovo, al mio fianco. Si mette di tre quarti, su un fianco, rivolto verso di me, il suo pene a pochi centimetri dalla mia mano, che adesso e’ distesa lungo la coscia destra.
Altro movimento e mi tocca. Il suo pene entra in contatto con la mia mano, sento il calore diffondersi sulle dita, ha una consistenza setosa, magnifica. Vorrei stringerlo forte, invece lentamente mi ritraggo dal contatto. Un po’ troppo lentamente per la verita’. Sfiorandolo per tutta la lunghezza, sembrava non finisse mai.

La situazione stava uscendo dal mio controllo. In un lampo di lucidita’ decido di uscire, o rischiavo di non rispondere piu’ delle mie azioni. Il rasato ha appena riiniziato a toccarmi quando prendo e mi alzo. Lo faccio lentamente, dando modo al dito che mi penetra nel dietro di uscire senza traumi. Il senso di vuoto mi coglie come una frustata, ma mi arrampico sulla scaletta ed esco. I loro sguordi fissi sul mio sedere, immagino con il buchino visibilmente allentato.

Basta, non avrei aspettato Jara, avrei fatto una doccia e sarei fuggita via. Dicevo alla mia micetta di aspettare ancora un po’, sentivo che pulsava, che colava, volevo masturbarmi, se solo i bagni avessero le porte con la serratura! Ma niente, dovevo attendere di arrivare a casa.

Lascio perdere anche il bonus per il massaggio e mi reco verso lo spogliatoio. Trovo un sms di Jara: “scusa, macchina KO, ci vediamo domani al lavoro”.

Prendo sapone e microasciugamano e mi avvio alle docce, ad ogni passo la mia vagina mi ricordava il suo stato di eccitazione, era gonfia da morire, sentivo le grandi labbra a contatto con le cosce, nel camminare sfregavano tra loro. Ho temuto di non riuscire a rimanare in piedi.

Con fatica ho raggiunto le docce, mi sono lavata cercando di essere disinvolta. Le persone che avevano l’armadietto di fronte alla doccia non mi degnarono di uno sguardo continuando a cambiarsi.

Sono tornata verso la mia panca, un’altra tortura, la mia passerina non si era calmata affatto.

Vado ad asciugarmi i capelli, ci volevano delle monete e io ne avevo. Una ragazza biondissima e altissima si stava asciugando completamente nuda, lo stesso la signora al suo fianco e l’uomo anziano che era con lei. In effetti vicino ai phon era ancora piu’ caldo. Come al solito ho copiato il comportamento dei locali e prese le monetine mi sono asciugata i capelli, anch’io completamente nuda. Mentre mi asciugavo hanno fatto capolino l’allenatore e il fusto rasato, erano insieme e parlottavano. Quando mi hanno visto si sono silenziati, e dopo un attimo se ne sono riandati. Che strano, ho pensato.
Pero’ ho fatto in tempo a notare che le loro erezioni erano finalmente scemate. Che diamine, ho pensato, l’unica che non riesce a tranquillizarsi qui dentro sono io. :)

Con i capelli appena umidi sono tornata all’armadietto e ho tirato fuori i miei vestiti.
Seduta sulla panca mi infilo la canotta, poi e’ il turno del perizomino bianco pulito che avevo portato come ricambio. L’ho appena indossato quando rientrano quei due e si dirigono verso di me. Mi parlano contemporaneamente ma non capisco un accidente, gesticolano e parlano. Indicano me, verso il basso, ma non li capisco. Cosa? Le mie gambe? La mia pancia? cosa indicano?
Poi il ragazzo rasato si china e mi prende in mano un piede. Ho un nuovo brivido ma non so cosa voglia da me. Poi indica il malleolo. Il malleolo?

Santo cielo! La cavigliera! Ho perso la cavigliera d’argento che mi ha regalato Mattia!!!!

Finalmente ci siamo capiti, mi fanno cenno di seguirli e rientriamo insieme dentro. Ho addosso la bianchieria ma nessuno mi fa storie, cosi’ li seguo (loro ovviamente ancora nudi) . Sono alle loro spalle, e nonostante il pensiero della cavigliera non posso fare a meno di apprezzare il fondoschiena di marmo del tipo rasato. Almeno le chiappe sono state risparmiate dal tatuatore, penso tra me.

Mi indicano una signora del personale, evidentemente la cavigliera e’ stata trovata e portata a lei. Sempre onesti questi finlandesi.
Cosi’ e’, ritono in possesso del mio prezioso gioiello e dopo aver ringraziato di cuore mi riavvio verso l’uscita.

I due mi seguono senza perdere tempo, stavolta sono io che li precedo, e probabilmente le chiappe osservate stavolta sono le mie.

Sono quasi alla porta quando mi sento toccare una spalla, mi stanno chiamando e mi giro. Mi parlano di nuovo, ma lo volete capire che non vi capisco?! L’allenatore allora fa tutto da se, prende la cavigliera dalle mie mani e si inginocchia. Mi invita ad alzare un piede e poggiarlo sulla sua coscia, in modo che possa rimetterla al suo posto. Lo assecondo, e faccio come dice. Indugia piu’ del dovuto, forse non ci riesce, cosi’ si china anche l’altro, entrambi indugiano con lo sguardo verso l’alto, verso il perizoma e il solco tra le chiappe. Alla fine la cavigliera torna al suo posto e i due si rialzano. Continuando a parlarmi in quella lingua incomprensibile.
Provano a spiegarsi per due minuti buoni, mentre io non posso far altro che alzare le spalle. Ma per qualche motivo i loro peni si stanno risvegliando, non sono eretti ma vedo che sono piu’ voluminosi di due minuti fa.
Forse ho indugiato troppo a guardare in quella direzione, avro’ fissato quei piselli 4 o 5 secondi di troppo. Fatto sta che mi sento afferrare alle spalle, e vengo spinta di peso dentro la sauna fuori servizio dov’ero capitata all’inizio.
E’ stato un attimo e mi sono ritrovata li’ dentro con la porta chiusa a chiave. L’uomo rasato mi sfila bruscamente la canotta, l’atro mi abbassa gli slip con tale irruenza che finiscono per strapparsi.

Il rasato mi stringeva da dietro, con una mano mi teneva chiusa la bocca e con l’altra mi abbracciava in vita, cingendomi strettissima. Il suo cazzo ormai duro mi premeva sull’osso sacro e piu’ giu’ tra le chiappe.

Sulla destra c’erano ancora i pennelli con i secchi, probabilmente vernice fresca. Cosi’ fui spinta verso la panca a sinistra. Era abbastanza buio, ma delle luci al sale di tonalita’ arancione rendevano ben percepibile l’ambiente.

Ho cercato di oppormi, di divincolarmi, ma l’uomo alle mie spalle mi stringeva e non riuscivo a muovermi. Dalla mia bocca coperta da quella mano uscivano solo sbuffi impercettibili. Poi ha tolto la mano dalle mie labbra e le ha strette con forza sul seno sinistro, lo ha carezzato, lo ha palpato, e poi ha catturato il mio capezzolo, quasi a farmi male.
La mia bocca e’ stata subito ricoperta dalla sua. Ha tentato di baciarmi, ma le mie labbra erano serrate. Sentivo la sua lingua mentre mi divincolavo, mi leccava la faccia, l’orecchio, il collo e poi tornava alle labbra.

L’altro uomo nel mentre ci guardava, o meglio, mi guardava. Anche il suo membro era tornato vigoroso, e se lo accarezzava dolcemente. Ricordo benissimo come mi sono sentita una porca a pensare li’ sul posto, in quella situazione incredibile, al fatto che con l’esclusione del negretto quei due erano gli unici piselli di tutta la sauna che potevo considerare ben piu’ grandi di quello di Mattia, che pure e’ molto ben dotato. In verita’ erano considerazioni che mi ero fatta all’inizio, durante la sauna, ma adesso mi tornavano prepotentemente in mente.

E’ accaduto in un secondo, il fusto rasato ha fatto scivolare entrambe le braccia sotto le mie cosce e divaricandole mi ha tirato su, a mezzo metro d’altezza, con le cosce spalancate e la mia schiena che premeva contro il suo petto.
Sentivo in modo piu’ che nitido il suo cazzo duro che mi premeva sul culo. L’altro ha avvicinato una mano alla mia fica, in vasca aveva abusato del mio ano, adesso finalmente poteva toccarmi davanti. E non si e’ fatto pregare. Prima un dito, poi due, poi tre dita si sono infilate dentro di me. Ero calda, gonfia, umida. Non poteva non accorgersene. Mi ha penetrato a fondo. Con irruenza.
La mia bocca era sempre chiusa, incollata a quella del rasato. L’allenatore ha cominciato a masturbarmi veramente, con ritmo, I miei sbuffi sono diventati gemiti, sempre soffocati dalla bocca dell’uomo tatuato.

Poi l’allenatore si e’ chinato, con le mani ha allargato le mie grandi labbra, gia’ tenute in tensione dalla morsa che mi teneva sospesa, e avvicinandosi con lentezza ha iniziato a leccarmi. Prima all’esterno, dei baci appena accennati, poi sempre piu’ al centro, slinguazzoandomi il clitoride con movimenti ora lenti ora rapidi. Quando l’allenatore aggiunse un paio di dita alla lingua raggiunsi il punto di non ritorno.

Istintivamente ho schiuso la bocca, il tatuato mi ha infilato dentro la lingua e io….beh si, io ho risposto al bacio.

Adesso sto pomiciando con un gigante di muscoli che mi tiene sospesa a mezz’aria, mentre un altro porco mi sta leccando la fica spalancata.
E’ vero, mi sento troia. Inizio ad assecondarmi, ad assecondarli.

Le mani del rasato si congiungono sotto le mie natiche, poi tornano a soppesarle e di nuovo a divaricarle, stavolta maggiormente. Le grandi labbra sono tese, la mia fica dev’essere oscenamente spalancata. Offerta. Io non posso vederla. ma l’allenatore si. Ed io la vedo tramite i suoi occhi sempre piu’ allupati.
Un altro colpo di lingua e si alza tenendoselo in mano. Il rasato adesso mi bacia sul collo, mi morde le orecchie, ha capito che non serve piu’ tenermi la bocca chiusa, infatti mi mordo il labbro inferiore ma non urlo, non chiedo aiuto, niente.

L’allenatore avvicina il cazzo alla mia fica, lo inumidisce strusciandocelo sopra, penetrandola di qualche centimetro per poi riuscirne. Mi ritrovo a gemere, ad ansimare, addirittura a protendere il bacino per essere penetrata piu’ a fondo. L’allenatore si avvicina maggiormente, sento la vodka, prende il posto lasciato libero nella mia bocca e inizia a baciarmi, con passione, stringendomi il seno con le mani. Anche stavolta rispondo al bacio, non devo neanche girare il collo, la mia bocca si apre, la lingua si congiunge alla sua. Il suo cazzo mi penetra piu’ a fondo. Poi mi pentra del tutto. E’ tutto dentro di me. Inizia a muoversi, dentro e fuori, dentro e fuori, i miei capezzoli strizzati, le mie natiche allargate. Dentro e fuori.

Sto colando, lo sento, sono di burro, non ho consistenza, mi sento aprire, sto godendo. Gli umori scendono densi sulle mie cosce, fino all’ano. Sento il solletico piacevole. Il rasato ha avvicinato le dita al mio buchino, lo sento, le muove. Poi mi infila un dito dentro. Adesso ne infila un altro, sento un bruciorino, ma passa subito. Anche le sue dita si muovono, a ritmo con quello che mi sta violando davanti. Mi sta preparando per incularmi, e’ questo che penso in quel momento. Mi sta allargando il culo perche’ vuole incularmi. Ho paura. Ce l’ha veramente grosso, e’ da un po’ che lo sento sulla schiena e sulle natiche. Indubbiamente e’ enorme.

Voglio, non voglio, voglio, non voglio. Sono confusa. Ma quando sento la cappella premere sul buchino perdo ogni pudore. Chiudo gli occhi e cerco di assecondarlo. Lo sento, il cazzo del rasato mi sta aprendo il culo, lentamente ma entra, tutto. Il piacere che sto provando rischia di farmi impazzire, aumento il movimento della mia lingua nella bocca alcolica dell’allenatore, anche i miei gemiti aumentano di intensita’. Sento la mia bocca sbavare, mi arreggo all’allenatore, lo abbraccio per le spalle, lo tiro a me, pianto le unghie nel suo petto per non strillare.
Ho scopato centinaia di volte, lo prendo di dietro da quando avevo 16 anni. Ma mai mai mai avevo provato due uomini contemporaneamente dentro di me. E mai mai mai avevo fatto l’amore con uomini cosi’….si…cosi’ superdotati. E adesso succedeva tutto insieme.

L’allenatore aumenta i suoi colpi, ad ogni affondo mi ballano le tette, lui me le guarda ipnotizzato. Ne prende in mano una, sempre continuando a sbattermi, la soppesa, la sballottola, la schiaffeggia, la stringe e la schiaffeggia di nuovo, piu’ forte. Gemo, a bocca aperta, quello schiaffo mi elettrizza, anche a lui sembra piacere. Lo rifa’, altri schiaffi sul seno, si sta arrossando. Ancora schiaffi, mi piace, ogni schiaffo e’ un mugolio di piacere. Adesso ansima anche lui con voce roca, mi dice qualcosa sottovoce che ovviamente non capisco. Poi esce all’improvviso. Ancora quel senso di vuoto opprimente, nonostante il palo enorme del tatuato che mi infila da dietro.

Il tatuato senza uscire da me mi fa piegare in avanti e mi adagia in ginocchio su una panca. Ma quanto tempo e’ che mi teneva per aria? Chi e’, Superman?

L’allenatore mi si piazza davanti e me lo mette sotto gli occhi. Lo struscia sulle mie labbra ancora serrate. Duro, grosso, largo. Da cosi’ vicina e’ quasi commovente. E’ lustro dei miei umori, la cappella lucidissima. Mi prende per la nuca e mi avvicina, mi stringe la mascella, mi fa aprire la bocca. Poi me lo mette in gola. Sento le labbra tirarsi per lo sforzo di farlo entrare, e lui che spinge ancora, mi soffoca, sento la cappella sul palato, fino alla gola. E lui che mi tiene salda per la nuca.
Inizialmente resto passiva, cercando di accoglierlo, poi muovo la lingua, da sotto, per quanto possibile, sulla base di quell’asta che ho conficcata nella gola.
Sento le sue contrazioni, si irrigidisce. Un getto caldo mi inonda la bocca. continuo a muovere la lingua e a succhiare. Lo ingoio per quanto riesco, ma questa e’ una cosa che faccio sempre, adoro lo sperma.
Mio malgrado qualche goccia mi cola sul mento.

Finalmente il rasato torna a toccarmi la fica, mentre mi incula da dietro mi masturba con una mano. Ma inizia a pomparmi con forza, ora che sono a pecorina sembra gli si sia ulteriormente indurito. Non si muove piu’ con movimeti lenti, ma con dei colpi duri e profondi. Sto per godere lo sento, inizio a dimenarmi, sento le contrazioni vaginali pulsare senza tregua. Graffio l’allenatore su una coscia, che rimane davanti a me, mi fa allungare le braccia, me le tiene ferme davanti, improgionate.
Il rasato mi alza ulteriormente il bacino. So di essere oscena, con il culo cosi’ in alto, mentre uno me lo sfonda e l’altro mi blocca con la testa a terra. Inizio a mugolare, sto per venire, cerco con il bacino di assecondare i movimenti del suo cazzo e quelli della sua mano sul clitoride. Trovo il ritmo giusto, oddio, e’ il paradiso…

Anche lui e’ vicino all’orgasmo, inizia a colpirmi sulle natiche, sonori ceffoni che rimbombano in quella stanzetta. Sempre piu’ violenti, ogni affondo di cazzo ricevo una sberla sul culo, puntuale. Anche lui mi dice qualche parola incomprensibile, poi mi solleva di nuovo, strappandomi letteralmente dalle braccia dell’altro uomo che mi teneva ferma. Si mette seduto sulla panca, io sono ancora impalata su di lui, di schiena. Mi palpa il seno. Poi lentamente inizia a farmi ruotare, sempre impalata su quel ben di dio. Ragazze credevo veramente di impazzire. E’ stato lentissimo, alla fine mi sono ritrovata faccia a faccia con lui. Si e’ avventanto sul mio seno mordendolo, leccandolo.
Aiutandosi con una mano ha tolto il cazzo da dietro e me l’ha infilato di botto nella fica pulsante. Cominciando subito a muoversi come un forsennato. Ero senza fiato. Fuori di me. Da qui i ricordi sono piu’ confusi. Credo che l’altro mi abbia infilato un dito nell’ano ormai libero, ma l’ho percepito appena, tanto doveva essere slabbrato. Quello che invece percepivo alla grande era il cazzo che mi impalava la fica. Stando sopra imprimevo il mio ritmo, prendendolo tutto, avvolgendolo, sentendomelo grande dentro la pancia. Lui mi teneva per le chiappe, tirandomi a se.
Sono stata io stavolta ad aumentare l’intensita’, mi sono ritrovata a baciarlo, con tanta passione, lo baciavo e lo ribaciavo, mentre stringevo e accarezzavo quella testa rasata, la tiravo a me, sul mio petto, la leccavo e poi la baciavo di nuovo.

Sono venuta cosi’, carezzandolo dietro un orecchio, la testa infilata tra collo e spalla, il mento poggiato sull’inquietante tatuaggio di un ragno.
Un orgasmo lungo, potente, liberatorio, animale.

Lui non aveva ancora raggiunto l’orgasmo, ma ne aveva tutte le intenzioni. Mi sono inginocchiata davanti a lui e stavolta ho fatto tutto da sola. L’ho accarezzato scendendo dalle spalle, leccato sul petto, sugli addominali, l’ho preso a morsi. E alla fine l’ho ingoiato.

Con mia soprpresa il pompino e’ durato pochissimo, e’ venuto tenendosi la base del membro, i primi schizzi in bocca e sulle labbra, il resto sul seno.

Sono rimasta immobile qualche minuto, una mano appoggiata su quel pene, vicino alla mia bocca. L’ho visto rimpicciolirsi, fino a tornare moscio.

Le loro carezze erano diventate lievi, leggere, soavi. Non c’era piu’ traccia della morbosita’ di poco fa.
Mi sarebbe piaciuto addormentarmi cosi’, nella pace dei sensi.

Ma non era il posto giusto, e poi dovevo assolutamente parlare con Mattia, subito. Un’avventura del genere andava condivisa col mio amore, assolutamente! La mia coscienza non poteva convivere con nessun tipo di segreto.

L’allenatore fu il primo ad uscire. Sono rimasta accoccolata altri due minuti. Poi sono uscita anche io. Il rasato ha tentato di fermarmi, tenendomi la mano, ha farfugliato qualcosa, credo un invito a cena. Ho declinato, scosso la testa e sono filata via, lasciando li’ canottiera e slip ormai inutilizzabili. Non ho fatto neanche una seconda doccia, l’avrei fatta a casa. Mi sono rivestita e via.

Cosi’ come ho lasciato perdere il tram e ho preso un taxi per accorciare i tempi. Dal taxi scrivo a Mattia: “tra 10 minuti su skype!!”

Accendo il computer e lui e’ gia’ li’: “allora amore, tutto bene alle saune? Ma veramente eravate tutti nudi?”

“…eh si, altroche’. Mettiti seduto, va, che ci vorra’ un pochino….allora, avevo appuntamento con Jara oggi pomeriggio….”.

Ho comiciato cosi’ e gli ho raccontato per filo e per segno quello che ho raccontato a voi, rispondendo ad ogni sua domanda senza imbarazzo. Anche stavolta mi sono fidata di lui e della sua intelligenza. E anche questa volta non mi sono pentita di aver detto la verita’.
Non solo non si e’ arrabbiato, ma mi ha chiesto di raccontargli tutto da capo :),
Addirittura verra’ su 5 giorni prima del previsto, gli ho promesso di portarlo alle saune subitissimo! Inizialmente l’idea di incontrare quei tipi in sua presenza mi metteva un po’ di disagio, ma poi a pensarci bene, sotto sotto ci spero quasi :).

Ad ogni modo se ci saranno sviluppi vi mettero’ al corrente, se non mi sentite vuol dire che non e’ successo nient’altro.
Comunque continuo a leggervi ogni settimana, evviva le donne porcelline!!

Maria

ps come anticipato non ho il coraggio di confrontarmi con le mie amiche su un argomento del genere, ma sento un pochino il peso di questa cosa. I fatti della mia vita sono sempre passati attraverso dei discorsi “tra donne”, per cui, per quanto “anonime”, vi pregherei di dire la vostra.

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