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Trio

Scoperte

By 16 Marzo 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Trentasei anni, un lavoro soddisfacente, sposato da quattro anni, dopo otto di fidanzamento, con Lory, Loretta, di sei anni meno di me, un bel pezzo di fi..gliola, 1 metro e 73, quarta di seno, gambe lunghe affusolate verso i bei fianchi e le morbide e sode natiche. La ditta per cui lavoro mi spedisce a Londra a concludere un affare con un cliente, un imprenditore noto alle cronache mondane per le sue conquiste. Devo stare tre giorni sino al venerdi. Penso di passarvi anche il week end e porto con me Lory. Scendiamo in un hotel 4 star presso Trafalgar square. Il gorno dopo, alle 8,30 in un impeccabile autista mi attende nella hall. Mi conduce all’appuntamento in un altro hotel. Niente a che vedere con il mio. Mi lascia in un salotto privato e dopo poco arriva il mio pollo. Un bell’uomo, qualcosa più di 50 anni, alto, un metro e ottanta, elegante, abbronzato, un fisico appena robusto per la pratica sportiva, i capelli castani con riflessi d’oro, un sorriso aperto e gli occhi celesti. E’ cordiale. Ci mettiamo subito al lavoro sul contratto di cui si occupa direttamente lui. Un whisky, un altro, a mezzogiorno il terzo a stomaco vuoto. Mi sento male. Tolgo la giacca con il suo permesso, allento la cravatta, barcollo. Mi fa stendere sul divano. Stupito mi sento togliere le scarpe e slacciare i pantaloni. Mi massaggia l’addome. Mi chiede se va meglio. Annuisco. Mi sorride, e mi spinge la mano sul cazzo. Non faccio in tempo a trasalire che lo sento ridere di cuore: ‘hai proprio un piccolo cazzo!’, mi fa mentre mi guardo i miei due-tre centimetri di pelle raggrinzita che mi ritrovo tra le gambe . ‘Vuoi vedere il mio?’ E giù pantaloni e mutande. Non posso fare a meno di guardarglielo. Mi sta proprio sul viso. E’ lungo. Moscio è il doppio del mio quando è duro. Sarà oltre 20 centimetri con la cappella incappellata in un molle e lungo prepuzio. E’ anche grosso, gonfio, con le vene in vista. Distolgo lo sguardo e lui si siede di fianco alla mia spalla. Avverto il calore della sua gamba. Mi volto e lo vedo in tiro a pochi centimetri dai miei occhi. Mi solleva la testa con la mano e mi appoggia il cazzo bollente alle labbra. Come lo avessi sempre fatto dischiudo le labbra e lo scappello. Ha un buon profumo misto a un buon odore maschio. Lo tiro fuori dalla bocca e gli lecco le palle. Sono grosse e sode nella pelle tenera. Gli lecco il cazzo in tutta la sua lunghezza. Mi sembra impossibile quanto sta accadendo. Come tutti i mini dotati avevo molta curiosità verso gli uomini nudi che vedevo negli spogliatoi della palestra. Talvolta il cazzo di qualcuno mi aveva pure eccitato. Ma non avrei mai pensato mi piacesse così tanto prenderlo. Ed ora ne ho uno in bocca. E che cazzo che è. Comincio a spompinare. Lentamente. Poi lui mi prende la testa e la indirizza con la mano dettandomi il ritmo sempre più celere. D’un tratto mi blocca premendomi forte. Soffoco, mi dimeno. Mi libera un poco e mi inonda di sborra calda il palato e la lingua. Deglutisco. ‘Bravo. Hai molto mestiere’, mi dice, e quando protesto affermando che è la prima volta, ‘allora sei una femmina sbagliata, tanto più con un cazzo così piccolo’. Ci riassettiamo. ‘Per oggi basta’ mi dice riferendosi al lavoro, ‘ti vengo a prendere alle 20 per la cena’. Gli dico che è impossibile, ‘sono con mia moglie’. Mi guarda incuriosito e ‘ma porta anche lei, no?’. Non ho il coraggio di ribellarmi. Alle 20 siamo tutti e due puntuali. Lory no. L’ho lasciata in camera scocciata di dover venire. Scende dopo un po’. E’ bellissima con un tailleur nero che le fa risaltare la pelle chiara, le labbra rosse ed i capelli dorati. E’ imbronciata ed è quindi più bella. Lui le bacia la mano, le fa dei complimenti, è galante. Mi auguro tutto finisca presto. A cena il nostro commensale è molto brillante. Infiniti aneddoti di gente nota in un buon italiano. Mia moglie si lascia andare. Ride di cuore. E lui, in inglese mi chiede come avrò fatto mai, con un cazzo così piccolo a meritarmi una tale femmina. Lory che sa bene la lingua inglese rimane di sasso. Ma non lo da a vedere. Lui si rende conto e glissa. La serata scorre via e ritorna il sorriso. Giunti in camera, mentre ci spogliamo, mia moglie fa qualche osservazione. ‘Un tipo simpatico, non lo avrei sospettato, che sai di lui.’ Le rispondo che non so niente, tranne di certe foto rubate da un cronista che lo riprendono nudo sulla sua barca e che hanno alimentato il gossip sulle sue dimensioni. ‘Ah ‘ mi chiede Lory ‘ a proposito, che razza di allusione al tuo pescolino’. Le dico che essendo probabilmente molto dotato ritiene di poter fare apprezzamenti sugli altri uomini. La scusa sembra buona, non posso certo confessare quanto accaduto. La mattina dopo me lo ritrovo nella hall. ‘Oggi lavori da solo, ecco le carte, mi fido, io uscirò con tua moglie’. Sono inebetito. ‘Ma Lory, sa ben difendersi’ penso. Quando mia moglie scende è ancora più bella della sera precedente. Il vestitino di cotone colorato ha due sottili spalline che lasciano in vista le belle spalle tonde ed uno spacco posteriore della gonna si insinua tra le gambe. E’ allegra. Escono e mi lasciano da solo. Verso le tredici tornano. Lory sembra tesa. Lui dice che ha bisogno di un bar. ‘Mi ha chiesto di farmi scopare’ mi dice Lory. E poi di seguito ‘pensava fossi una prostituta inviata con te dalla ditta e, quando l’ho convinto che ero veramente tua moglie, ha insistito di più: poco male, ha detto, o scopo o niente affare’ . Mi arrabbio. Non so se per gelosia verso lui o lei. Non capisco anche se Lory è arrabbiata per la proposta o per il fatto che lui si sia fatto avanti solo perché pensava fosse una puttana. Le dico che ce ne andremo, che dirò alla ditta della proposta oscena che ha mandato a monte l’affare. ‘Ma la ditta non ti dirà che non dovevi portarmi con te?’ mi dice mia moglie. Mi sento incastrato. Mentre parliamo giunge lui. ‘Via non drammatizzate, andiamo su nella vostra camera e parliamone con calma’, ci dice con la consueta giovialità. Saliamo in camera. Appena chiusa la porta prende da dietro Lory, la stringe a sé tenendole le braccia intorno e le mani sul seno. Lory si divincola ma neppure tanto. Lui la bacia sul collo più volte. Penso che mia moglie forse avverte tra le natiche la sua bestia calda. La cosa mi eccita. ‘Dai spogliati’, mi apostrafa. Mi tolgo gli abiti e mi giro per posarli su una sedia, quando mi rivolto Lory non ha più l’abitino caduto ai suoi piedi con il reggiseno. Io sono in mutande e lui, ancora vestito, me la butta tra le braccia. Stringo mia moglie, la bacio, ma lei protende il culo in cerca di lui. Ed eccolo, è nudo. Il suo cazzo mi sembra ancora più grande del giorno prima. Lory deve sentirlo tra le natiche perché mugola con gli occhi chiusi e spinge sempre più il culo verso di lui. Deve aver capito che è enorme, perché si ferma per un attimo. E’ piegata, il viso quasi sul mio cazzo tanto protende il didietro. Si volta quindi verso di lui piegandosi ancora e rimanendo con viso davanti al suo cazzo. ‘Ma è enorme’ dice, ‘non mi entrerà mai’, e lo prende in bocca. La cappella le entra a stento tra le labbra. Penso che io devo avere la bocca più grande. Si da molto da fare, e poi gli sussurra ‘proviamo, dai, fammelo provare’lo voglio’. Si toglie le mutandine e si mette a pecora sul letto. Lui la guarda da dietro, le lecca il culo e la fica e poi la impala. Lei mi chiama, strepita quasi, vuole il mio cazzo in bocca. Mentre me lo succhia vorace come non mai la vedo spingere dietro in sincrono con lui. Scopano con veemenza, quasi con violenza. Cazzo, mi morde. Grida quasi di godimento mentre lui freme nella sua fica. Sono venuti, ed io pure, in silenzio, ma ancora arrapato, per lui, il suo grosso cazzo che vorrei io, per lei, per come l’ho scoperta puttana’..(continua) Dopo la serata di bagordi in cui mia moglie Lory scopre il piacere della grande dimensione e che al marito, io, piace il cazzo, andato via il nostro ospite, dormiamo profondamente. Al mattino del venerdi scendo nella hall dell’albergo ad attendere quel sorprendente cliente. Dopo la colazione attendo circa due ore. Ed eccolo giungere. E’ in compagnia di un uomo, di oltre sessant’anni, ben portati, molto signorile. Me lo presenta. E’ un ingegnere dirigente della sua ditta. Senza alcun ritegno per la presenza dell’altro chiede di mia moglie. Gli dico che forse dorme ancora. E invece eccola tra noi, in un completo bianco con orecchini celesti che le sottolineano gli occhi e il bell’ovale. ‘Bene ‘ dice ‘ noi vi lasciamo’ indicando Lory. Ed a me assicura che l’ingegnere già sa cosa fare e che non ci sarà tanto da lavorare. Mia moglie, sebbene le si legga in volto che le fa piacere essere scorazzata da lui, chiede spiegazioni sul programma della giornata, e lui: ‘lasciamoli lavorare, faremo loro avere nostre notizie’. L’ingegnere mi spiega che non c’è da contrattare alcunché. Che le clausole indicatemi dalla mia ditta sono state accolte e che lui si è limitato a chiarire in alcuni articoli impegni e tempi di ciascun contraente. Mi dice di leggere con calma mentre lui è disponibile per ogni spiegazione. Leggo in silenzio, ma la mente è con Lory. L’ingegnere sembra accorgersene e con un leggero sospiro ‘non se la prenda’ci sono passato anche io’ mi dice. Non sono sorpreso. Del resto cosa pensare di un marito asciato solo dalla moglie che se ne va in giro con un altro. Faccio lo gnorri e gli chiedo il senso delle sue parole. Mi risponde che quando William, questo il nome del mio cliente, era più giovane e lui già ingegnere della Compagnia, aveva approfittato della sua posizione di ‘padrone’ per scoparsi sua moglie. Poi mi racconta che, malgrado ciò, sono molto amici e che hanno condiviso diverse avventure, commerciali e galanti. ‘Io però non sono gay’ mi confessa, e non ho mai ceduto alle sue avances. Mi chiedo se sa di me. E credo che sappia, perché aggiunge ammiccando, ‘certo è difficile resistergli’. Continuo la lettura. Lui mi spiega alcuni passaggi. A mezzodì mi chiede di interrompere per andare a pranzo. Gli dico di andare pure, io sono stanco, mangerò qualcosa per poi riposare un po’. L’ingegnere va via dandomi appuntamento alle 15. Io prendo due panini con pollo ed insalata, da bere, e salgo in camera. Il tempo di mangiare e gli occhi mi si chiudono. Mi spoglio e mi corico. Non dormo mai di pomeriggio e quindi, mi dico, mi sveglierò presto. Mi sveglio sentendo bussare alla porta. Assonnato vado ad aprire. E’ l’ingegnere. ‘Sono le quattro ‘ spiega ‘ e non vedendola venire sono salito, mi scusi’. Io mi scuso a mia volta per l’abbigliamento costituito dallo slip nero che solitamente porto e gli dico di accomodarsi che mi vesto subito. Mi volto quindi verso il bagno e sento la sua mano su una natica. ‘Perché tanta fretta?’ chiede sorridendo. Vorrei ribellarmi. Ma la mano calda si è insinuata nello slip e un dito mi titilla l’ano. Chiudo gli occhi e mi abbandono pur rimanendo in piedi. Lui mi sfila gli slip e mi dice che ho un bel corpo femminile, bello magro, con poca peluria ed un bel culo sodo e in carne. Mi dice anche che conoscendo le mie prestazioni ha desiderato scoparmi appena mi ha visto. Sono incredulo nel sapere di suscitare tale concupiscenza. Mi chiede di aprire l’acqua calda e di attenderlo nella vasca. Eseguo, e dopo un po’ entra in bagno anche lui nudo. Sebbene magro ha un po di pancetta, i muscoli rilassati, la pelle appena cadente. I peli grigi e neri si stendono sul petto e scendono sull’addome sino al pube. Ha un cazzo poderoso. Non grosso e lungo come quello di William ma più dotato di un uomo normale, con la cappella grossa e roosa in vista e due palle molto pendenti e molto pesanti. Si infila anche lui nell’acqua. Poi si solleva e mi chiede di insaponarlo. Lo faccio, soffermandomi tra le sue gambe, sul cazzo, producendo molta schiuma. Lui mi ringrazia e si sciaqua con la doccia. Poi mi volta e mi insapona la schiena, scende lentamente, sino alla natiche che accarezza con la spugna per poi continuare nel solco. Siamo entrambi eccitati, ma senza erezione, come in una attesa. Esce dalla vasca e si asciuga. Poi mi copre con un grande asciugamano e mi massaggia con vigore e delicatezza. Mi prende l’uccello con le palle, tutto in una mano. ‘Non credevo fosse veramente tanto piccolo, ma ti si addice’. Mi conduce in camera e mi fa stendere sul letto coperto dall’asciugamani. Prende quindi un rasoio, di quelli antichi, con la lama, uscito da chissà dove, e comincia a radere i miei pochi peli chiari. Quando sono completamente depilato con le forbici da bagno mi taglia i peli del pube e, passata una crema, rade anche quelli. ‘Domani sarò tutto un prurito’, obietto. ‘Non temere, ho fatto tutto con cura, questa pomata non ti farà avere alcuno sfogo’. Mi stende la pomata sul petto, le gambe, il pube, le palle, gioca con me, mi fa voltare e me la stende lungo le gambe, i fianchi, il culo. ‘hai delle belle e morbide natiche’ dice. Mi palpeggia e mi massaggia, poi torna con la crema fresca nel solco delle natiche e mi massaggia l’ano. Infila un dito, senza difficoltà, sebbene sento sia grosso. Mi piace. Comincio a muovere i fianchi al ritmo del suo massaggio anale. Quando mi infila due dita mi distendo dal piacere. Mi volto verso di lui che è seduto sul bordo del letto. Ha il cazzo dritto, appena curvo, gli arriva quasi all’ombelico. Lo prendo in mano. Poi mi piego e lo lecco, lo bacio, E’ molto chiaro. Le vene rosa e blu. Una vena più grande sembra una cordicella tesa. Lo prendo in bocca ed accenno un pompino. Lui pure si protende con il braccio dietro di me per mantenere almeno un dito nell’ano. Per non perdere il piacere di sentirmi allargare dietro lascio il suo cazzo e mi dimeno un po a pancia sotto. Lui infila l’intero dito ed io avverto una sensazione piacevolissima. Sento il mio ano aprirsi, volersi allargare, la pelle intenerirsi. ‘Ora sei pronta’ mi dice come fossi femmina ‘fai la brava alza il sedere e mettiti sulla sponda del letto’. Obbedisco e mi sento veramente femmina, docile nelle sue mani. Lui mi appoggia il cazzo tra le natiche e comincia a strofinarlo. ‘Ti piace?’ mi chiede. ‘oh si, molto’ rispondo. Alza una gamba sul letto mentre sta in piedi dietro di me. Avverto la sua cappella cocente al centro dell’ano dischiuso dal dito. Con le mani mi tiene le natiche aperte e spinge il cazzo verso di me. Sento miracolosamente la cappella farsi largo nella mia carne cedevole. Poi si ferma. Malgrado la crema abbia unto la carne, il suo cazzo non riesce ad andare oltre. Mi chiede le mani, me le porta sulle natiche e mi dice di allargarmele. Io tiro a me con le dita, mi apro il più possibile, avverto il cerchio dell’ano sottrarsi alla spinta ed aprirsi ancora un po’. Il suo cazzo entra un altro tratto. Sento un dolore forte, vorrei sottrarmi e invece spingo. Mi allargo ancora ed ecco che ora il cazzo mi scivola tutto dentro. Non avverto più il dolore. Anzi, è tutto un piacere. Mi sento mancare dal piacere. Lui me lo ha messo tutto dentro ed io lo sento grosso e duro, caldo. Mi scopa, prima lentamente, poi con più foga. ‘Dimmi che sei troia, che ti piace il mio cazzo’ mi ordina aspro. ‘Sono una femmina, sono una puttana, la tua puttana e mi piace il tuo cazzo tutti i cazzi del mondo’, quasi grido. Lui è sempre più eccitato e respira pesante mi fa balzare sul suo cazzo con un ritmo forsennato sino al rantolo finale quando una botta più violenta mi dice che comincia a venire. Sento il suo cazzo fremere dentro di me. Io pure vengo, ma con sorpresa il mio cazzetto è moscio anche se guizza appeso e molle ad ogni ondata di sperma. Finiamo. Me lo toglie e mi sembra enorme, un pò sporco , appeso fino a metà gamba. ‘Come è possibile che mi è entrato tutto’ osservo. ‘E’ magnifico scopare una come te ‘ dice senza rispondermi ‘ godere delle contrazioni della tua venuta: Nessuna femmina vera offre un tale piacere’. Siamo spossati. Sono ormai le 19. Ci laviamo di nuovo. Ci vestiamo. Un’ultima occhiata alle carte e stiamo per uscire.’ E mia moglie?’ Non faccio a tempo a pensarlo ed il telefono squilla. E’ lei. Mi chiede cme sto, cosa faccio e senza darmi il tempo di rispondere mi annuncia che passerà la notte fuori. ‘Non preoccuparti’sto bene, sono ospite da amici di William, ci vediamo domani, passa una buona serata’ ciao, a domani’ (continua)

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