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Trio

SOLO PER AMICIZIA capitolo 5 Due amiche straordinarie

By 7 Agosto 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Tom passò a prendere le ragazze alle due come avevano chiesto, dopo la consueta discussione sul film da vedere avviò la macchina; una volta arrivati ebbe fortuna perché trovò subito un parcheggio, entrarono nel cinema che non vi era quasi nessuno.
– Perché hai preso la macchina? Chiese Franca.
– Per accompagnarvi prima a casa.
Le ragazze sorrisero compiaciute, si, era meglio cosi, avrebbero voluto non uscire affatto, ne avevano parlato fra di loro ma poi avevano deciso di non interrompere una consuetudine che li faceva sentire amici. Tom si sedette in mezzo a loro passando il braccio sulle loro spalle, rimasero cosi per tutto il film scambiandosi battute scherzose come facevano sempre. Quando uscirono fu Milly a chiedere:
– Tommy, perché non ci offri la pizza? Così non dovremo cucinare e avremo più tempo per stare insieme, o hai un altro impegno?
Era arrossita nel fare quella proposta che era carica di sott’intesi, la risata dei due la gettò nella più grande confusione, Tom le prese affettuosamente per la vita e a piedi percorsero la strada fino alla pizzeria che già conoscevano. Appena seduti al tavolo rispose:
– Mi sono liberato da tutti i miei impegni per dedicarmi a voi, ho fatto male?
– Cosa dirà Mirella, é con lei che passi le serate vero?
– Mirella? Ho detto che ero fra amici. . .
– Solo amici? Questa volta era stata Franca ad arrossire.
– Amici per la pelle e. . . qualcos’altro, non é così?
Tutti e tre risero per il malizioso doppio senso, Mangiarono con appetito, poi Tom volle anche offrire il dessert.
– Per rendere la vostra bocca più dolce! Spiegò facendole ancora ridere.
Durante il tragitto verso casa le ragazze rimasero mute. Tom guidò lentamente gettando alle compagne occhiate cariche di aspettative, dicendo delle battute idiote circa quello che avrebbe voluto far loro, sorridendo nel vederle arrossire.
– Mio Dio com’é fatuo! Si disse Milly, Franca sembrava non fare caso allo spirito da quattro soldi che esibiva il loro amico; non fosse per il desiderio che provava e che la rendeva impaziente avrebbe risposto per le rime. Gli chiesero di parcheggiare dietro l’isolato spiegando:
– Così nessuno la noterà se rimarrai fino a tardi.
La casa era piacevolmente riscaldata, si sbarazzarono dei soprabiti.
– Perché non ci togliamo tutto subito? Propose il ragazzo.
– Buona idea, la casa la conosci, aspettaci in camera, d’accordo? propose Milly.
Franca guardò l’amica, non si aspettava tanta audacia da una che solo il giorno prima poteva dirsi praticamente vergine. Andarono nel bagno e lì si spogliarono completamente e mentre Milly si faceva la doccia Franca si lavò a fondo poi lavò il sondino e quando la compagna uscì le porse l’asciugamano e l’aggeggio con un sorriso eloquente.
– Credi che sarà necessario? Chiese la ragazza.
– Certo, a lui piace e anche a te, ora lo so! Milly arrossì.
– Ma. . . staremo tutti e tre insieme quando. . .
– Perché no? Rise davanti al pudore dell’amica poi scomparve nella doccia.
Milly benché riluttante compì le pulizie necessarie ancora bagnata, poi si asciugò con cura, aspettò che Franca si asciugasse e quando questa le chiese:
– Sei pronta? Fece si col capo evitando di guardarla.
Trovarono il ragazzo in mezzo al letto nudo, aveva preso un altro cuscino e seduto con le spalle contro uno di essi stava fumando. Al loro ingresso fu molto galante nel complimentarsi per la loro avvenenza poi fece loro segno di accomodarsi ai suoi lati, appena si furono sistemate le abbracciò alle spalle porgendo loro la sigaretta. Franca tirò una boccata poi la offrì a Milly.
La ragazza che non aveva mai fumato tossì provocando la risata dei due. Le faceva un effetto strano trovarsi lì in attesa di fare all’amore, Franca invece sembrava a suo agio, tirò un’altra boccata con il capo poggiato sulla spalla dell’amico.
La nudità donava a Franca pensò Milly, invidiò la sua carnagione bruna, i seni bellissimi, non grossi ma sodi, il corpo mollemente adagiato pronto all’amore faceva dimenticare la poca avvenenza del suo viso, rifiutò di fumare ancora, si aspettava che Tom fosse impaziente, invece continuava a fumare.
Il pene che vedeva molle la deluse, guardò la gobba bruna che pendeva oltre la macchia dei peli chiedendosi come avrebbe fatto ad ergersi. Non dovette aspettare a lungo. Franca si voltò per posare il mozzicone nel portacenere sul tavolino poi passando la mano sul ventre del ragazzo prese in mano il peduncolo inerte e lo mosse con aria ironica:
– Non sembra che tu abbia molta voglia. . .
– Dipende solo da voi! Dicendo questo volse il capo.
Milly vide i due baciarsi languidamente, poggiò anch’essa il capo sulla spalla dell’amico e quando questo voltò il viso, anche lei gli offrì la bocca socchiudendola appena sentì la lingua farsi strada fra i suoi denti. Quel bacio le fece dimenticare la sua iniziale ritrosia, lo ricambiò lasciandosi esplorare la bocca tutta, poi respinse la lingua con la sua che sentì catturare e suggere.
Sentì contro la guancia un solletichio, erano i capelli di Franca china sui loro visi a guardare come si baciavano. Milly ad occhi chiusi, si faceva lambire la bocca aperta dal ragazzo e quando sorpresa volse il viso, ebbe appena il tempo di rendersi conto che era dell’amica la bocca che si apriva, era sua la lingua che le lambiva le labbra, i denti, il palato, con un gemito serrò le labbra succhiandola avidamente.
– Mhhh. . . Era insano ma così bello gustare quella bocca che mai come ora la riempiva di sensazioni e quando anche il ragazzo volle prendere parte al gioco si staccarono ma solo per fare a gara nell’assaporare la lingua che lui protendeva mentre le sue mani vagavano sui loro ventri, fra le gambe che le ragazze avevano aperto per sentire sui loro sessi le sue dita indiscrete.
Franca fu la prima a staccarsi, poi Milly. . . Rimase a guardare come l’amica percorreva di baci rapidi il petto del ragazzo girando il viso quando la bocca raggiunse sul ventre il cespuglio nero frugando con la lingua i peli finché la rosea appendice incontrò la base della verga. Rimase sorpresa della consistenza che questa aveva raggiunto, rabbrividì nel vederla sollevarsi lentamente come un serpente al suono del flauto finché fu su un cazzo duro che la lingua risalì.
Si sentì fremere avrebbe voluto essere lei a percorrere quel membro e quando l’amica ebbe raggiunto il glande, lo lambì tutto facendone il giro, poi sorrise ad entrambi spalancando la bocca e gli occhi fissi sui loro visi, la calò lentamente. Milly premette la mano del ragazzo fra le sue cosce e la mantenne finché sentì muovere il dito nell’apertura della sua vagina allora cercando la sua bocca aprì la sua come un’affamata succhiando la lingua che il ragazzo spinse in profondità, gemendo per le dita che esploravano la sua fichina.
– Mhhh. . . Ora entrambi guardavano la testa bruna che si sollevava e si abbassava sul ventre del ragazzo, Tom scostò i capelli per vedere il membro scomparire nelle labbra strette che risalendo mostravano la verga bagnata di saliva mentre le guance incavate la succhiavano.
– Franca. . . Franca. . . oh fai piano. . . Sospirò mentre con la mano accompagnava il movimento del capo bruno, le dita serrate nei capelli lo calavano, tirandoli per sollevarlo, fermandola quando il piacere diventava troppo forte. Ma Franca continuava a succhiarlo, allora lui la costrinse a staccarsi ma non poté impedirle di inseguire il suo pene, di leccarlo facendolo oscillare.
Milly non avrebbe saputo dire quanto durò quello straordinario bocchino, con occhi sbarrati seguiva i movimenti dell’amica, le mani che tendevano la pelle, palpavano i testicoli spingendo il membro nelle fauci spalancate.
Infine il ragazzo scostò quasi bruscamente il suo capo sottraendosi alla bocca ingorda e sollevandosi si spostò ginocchioni. Milly si aspettava che volesse ricompensare l’amica che l’aveva così soavemente sollazzato invece fu davanti a lei che si mise e chino sul suo ventre le aprì le gambe.
– Tommy cosa vuoi fare? Esclamò spaventata.
Si sentì avvampare, mai si era vergognata tanto, la sua intimità esposta al ragazzo allupato, vide come guardava la fichina che le sue dita avevano stimolato, le sentì ancora mentre accarezzavano il monte di Venere nudo poi la voce alterata che diceva:
– Milly. . . hai una fica bellissima lo sai?
Era sincero, era la prima volta che guardava veramente la vulva della ragazza, fu meravigliato dalla delicatezza di quel sesso quasi infantile, l’ingresso della vagina socchiusa, dalle labbra appena pronunciate che si innalzavano subito dopo lo stretto orifizio in lobi sottili, pallidi, quasi diafani come lo sono nella maggioranza delle bionde.
La carne era di un rosa acceso e contrastava con il pallore delle piccole labbra, il suo sguardo ne seguì il disegno fin dove queste declinando bruscamente si congiungevano all’inizio del clitoride, adorabile crestolina che vedeva tesa per l’eccitazione che la fanciulla sicuramente provava. Si, era veramente una bella fichetta!
Il profumo che emanava gli fece desiderare di aprirla, di immergervi il pene che sentiva duro e pulsante scaricando in essa il desiderio che la bocca di Franca aveva reso quasi irresistibile. Si trattenne ma alimentò la sua bramosia sollevando le belle gambe seguendo con lo sguardo la curva deliziosa delle chiappette aperte sull’ano rosa contornato di pieghine che l’assenza di peluria rendevano ancora più conturbanti.
Trattenne a forza le gambe che la ragazza cercava di chiudere, spingendole ai lati del suo busto, la udì sospirare quando Franca in ginocchio prese le sue braccia costringendola ad agganciarle sotto la piega delle ginocchia.
– No Tommy. . . no! Sospirò ancora.
Sentì il suo alito nelle sue carni, il calore della bocca che sposava il suo sesso poi la lingua calda. . .
– Ohhh. . . Le piacque subito come la leccava, quello che la turbava era essere guardata dall’amica. Sorrideva Franca mentre spiava le sue reazioni, Milly chiuse gli occhi estraniandosi con la fica in fiamme. Si abbandonò alle sensazioni della lingua che percorreva le sue carni, le pareva di vederla separare le sue labbra, sentiva quando le catturava, le suggeva con delicatezza per poi riprendere a lambirla di sotto in su.
– Mhhh. . . Il lamento le sfuggì suo malgrado, ora la sentiva quella lingua alla congiunzione delle piccole labbra, all’inizio del clitoride sensibilissimo, poi la crestolina fu nella sua bocca, gridò finchè lui non la lasciò, ma fu per percorrere nuovamente la fichina tutta fino all’apertura della vagina poi sentì la calda appendice tuffarsi in essa, ritirarsi, tuffarsi ancora e. . . ancora, ancora.
– Oh no. . . no. . . Sospirò ma portando le mani sotto le natiche le sollevò per offrirsi alla bocca che non si saziava di baciarla. Non si vergognò quando sentì colare il suo desiderio, il rumore bagnato della lingua del maschio giungeva alle sue orecchie: ‘schlac, schlac, schlac’, era osceno ma così bello che ondulò languidamente.
Mai Tom aveva provato tanta libidine nel leccare una ragazza, il sapore che aveva pervaso la sua bocca gli fece capire che continuando avrebbe scatenato il suo piacere, non voleva, non ancora. . . Sollevò il viso per guardare il sesso luccicante della sua saliva, nudo nel gonfiore del pube.
Mai fica gli era sembrata così bella, ma ‘fica’ non era il nome adatto per quella cosina deliziosa, le labbra spesse facevano pensare a un frutto che la maturazione aveva spaccato e il cui picciuolo era il clitoride che vedeva pulsare di desiderio come pulsavano le labbra sottili e sporgenti, socchiuse come le labbra di una bocca pronta a baciare.
Le mani della ragazza continuavano a mantenere sollevato il piccolo culo, Tom fu attirato dal bottoncino rosa, non resistette e chinando il viso nelle chiappette aperte saggiò con la lingua la consistenza della deliziosa rosellina.
– No. . . non così. . . oh perché lo fai?
Ma non si sottrasse limitandosi a lamentarsi debolmente quando capì che immergeva il viso nelle sue natiche, lasciando che ne esplorasse il solco, lambisse il pertugio delicato e duro finché con uno sforzo allontanò il suo capo.
– Milly, lo sai che mi piace il tuo culetto. . . che lo voglio! Esclamò lui sollevandosi.
Franca gli gettò un’occhiataccia, le sue mani accarezzavano il viso dell’amica che con i capelli sparsi sul cuscino respirava affannosamente.
– Basta così Tommy, falla godere, non vedi la voglia che ha?
Era vero, il viso accaldato la faceva sembrare quasi sofferente, lo guardò mentre si avvicinava. Tom aprì le ginocchia per far posto al piccolo culo fra le sue cosce, la vide fremere quando poggiò la verga sopra la sua fichina.
– Oh si. . . si. . . Disse lei in un soffio.
Milly lasciò le gambe che descrissero un arco prima che Tom le afferrasse alle caviglie mantenendole sollevate e aperte, Oh era bella Milly nel suo desiderio, come lo sono tutte le donne quando vogliono il maschio; era per lui un momento magico quello che precede la penetrazione quando mettendo da parte il loro naturale pudore si offrono incondizionatamente mettendo in mostra le loro grazie, era allora che le sentiva veramente sue!
Era stato così per le numerose partners che aveva avuto, anche Mirella, Franca e adesso Milly che aveva saputo conquistare vincendo le sue paure. Mosse adagio le reni sfregando la verga sulla ferita del piccolo sesso, la ragazza aprì la bocca e portando le mani fra le cosce la premette chiudendo gli occhi nel sentirla scorrere sopra il taglio bagnato e aperto poi afferrò l’asta con entrambe le mani costringendo Tom ad arretrare le reni per sfregare il glande nelle sue carni matide.
Lo fece più volte poi riaprendo gli occhi li piantò in quelli del ragazzo quasi sfidandolo e con gesto repentino spinse sulle mani facendo superare al glande il tratto breve del pelvo. . . Questo Tom non se lo aspettava! Sentì la carezza delle natiche che il membro separava, poi il calore bruciante dell’ano sul quale le mani lo premevano, l’attiravano e la sua voce:
– Amore, dammelo. . . dammelo! Aveva detto che gli piaceva il suo culo, glielo stava offrendo incurante di cosa potesse pensare l’amica.
Tom si lasciò cullare dalle sensazioni che gli dava la rosellina bagnata sulla quale la fanciulla sfregava il suo glande. Si rese conto che non poteva metterglielo nel sedere, non dopo il trattamento che il pene aveva subito dalla bocca di Franca, sarebbe venuto subito e questo non voleva farlo, voleva soddisfare la ragazza che lo guardava fiduciosa.
Lei lasciò la verga puntata nelle sue chiappette e portò le mani sul cuscino mimando inconsapevolmente la sua resa, lui mosse il membro nel culetto aperto fissando il viso accaldato che le mani dell’altra accarezzavano dolcemente poi imprecando dentro di se spostò il glande sulla morbida fichina e con un lento movimento lo affondò.
– Ohhh. . . Le labbra si aprirono sui denti candidi, Milly chiuse gli occhi.
Tom assaporò la carezza del grembo caldo lungo tutta la verga, vide la smorfia che la ragazza fece quando il glande urtò l’inizio del suo utero poi il bel viso che si rilassava mentre lui si ritirava. Cielo com’era calda Milly e come scivolava il pene in quella vagina stretta e bagnata!
Ebbe una contrazione, la ragazza la percepì e gli sorrise poi il capo di Franca sottrasse il viso dalla sua vista, la bruna china in ginocchio la baciava languidamente, Franca il sedere sollevato non curandosi di mostrare le sue grazie, le natiche aperte, la vulva socchiusa, umida di eccitazione, Tom vide i piccoli seni nelle mani dell’amica, le dita che si muovevano stringendo i capezzolini rosa, udì i lamenti fievoli soffocati dalla bocca che la baciava golosamente.
Gli occhi calamitati dalle rotondità che Franca teneva sollevate, Tom muoveva le reni in affondi lenti, si sentiva follemente eccitato dai globi rotondi e pieni che l’amica non si curava di esibire alla sua libidine. Un piacere sottile si irradiava dal pene e si diffondeva in tutto il suo corpo. Non seppe resistere a passare la mano fra le natiche esposte, le dita nel solco profondo che le separava, gli sembrò che Franca sculettasse accettando la carezza fin sulla fica che trovò bagnata.
Piegandosi sul fianco raggiunse con la bocca il taglio odoroso, sentì che apriva le ginocchia ma quando fece andare la lingua nelle carni matide, la ragazza sembrò accorgersi dell’inconsueto omaggio e sottraendosi volse il capo rimproverandolo con lo sguardo. Tom si raddrizzò, la ragazza che aveva lasciato di baciare l’amica si portò accanto a lui cingendo con le braccia il suo collo, fremette nel sentirsi leccare l’orecchio, mordicchiare, poi gli alitò contro:
– Lo sai che sei un gran porcello?
Non era arrabbiata Franca ma fortemente eccitata questo sì, Tom lo capiva da come sfregava i capezzoli contro la sua spalla poi non ancora contenta si mise in piedi dietro di lui e china sulla sua testa gli fece sentire il calore delle sue mammelle contro il suo collo, le sue orecchie. Sentì le sue mani sul petto, le dita che cercavano i suoi capezzoli, li pizzicavano. . .
Oh come le piaceva tutto questo! Ora anche lei guardava la verga scomparire nel gonfiore liscio presto celato dai peli neri, arruffati del ragazzo, come riappariva trascinando le labbra sottili che l’avvolgevano. Esclamò:
– Oh Milly. . . vedo come ti scopa! La vedo la tua fichina sai. . . vedo il suo cazzo che entra e esce! Ti piace? Oh dimmi, ti piace?
La ragazza sembrò uscire dal sogno nel quale era immersa, si le piaceva la presenza che l’allargava salendo nel suo ventre, scendeva, risaliva instancabile. Sorrise come in trance ai visi che guardavano il suo ventre, l’amica chiese ancora:
– Godi cara. . . dimmi, godi?
– Si. . . si tanto. . .
Non poteva dire altro, come poteva descrivere il piacere che le dava la presenza dura che scorreva in lei, la carezza soave, il godimento che l’estasiava e che aumentava ad ogni battere dei testicoli nelle sue chiappette, provava il rammarico di non poter vedere la sua fica mentre riceveva quel cazzo poderoso, ma lo sentiva, oh come lo sentiva!
Una libidine mai provata prima le fece portare le mani a toccare il membro, il ragazzo si fermò per permetterle di palparlo, lo sentì scivoloso, fremette: com’é grosso! Pensò stringendolo prima di spingerlo nuovamente fra le sue cosce.
Una sorta di fierezza si impossessò di lei, con le dita si allargò la vulva per mostrarsi con la fica aperta mentre lo riceveva.
– E’ bella sai? E’ come una bocca che lo succhia! Disse ancora Franca.
Con occhi sbarrati guardava la fica dell’amica ingoiare il cazzo. Cielo com’é lungo! Come fa a prenderlo tutto? Si chiese meravigliandosi nel vedere come la verga scompariva, riappariva, scompariva nuovamente. I capezzoli del ragazzo fra le sue dita si erano allungati come quelli di una fanciulla, li tirò, li pizzicò finché udì il lamento, passò le palme sui bottoncini che sentì duri, dolenti per l’amico.
Quasi si era pentita. Lo aveva voluto lei quella scopata a tre, non vedeva l’ora che finisse per godere anch’essa del ragazzo, fu con gioia che udì l’ansimare di Milly; anche lui guardava il suo pene scivolare fra le belle coscette, la vulva che la ragazza manteneva aperta mostrava l’adorabile crestolina rosa ancora luccicante della sua saliva.
– Oh Milly. . . sapessi com’è bella la tua fica! Esclamò ancora una volta.
– E’ tua. . . Oh dammelo il tuo cazzo. . . dammelo ancora. . . tutto!
E’ singolare come le parole che si dicono nel piacere non siano mai all’altezza di quello che gli amanti provano; era la prima volta che Milly diceva liberamente il suo godimento, lo aveva espresso frammisto ai lamenti che si levavano dalla sua gola e che continuavano ritmando gli affondi del ragazzo. Anche lui godeva, ansimava, sospirava per i capezzoli che Franca aveva ripreso a torturare e che gli procuravano dolore ma anche un piacere perverso che si sommava a quello che provava nel pene.
Milly mosse languidamente il bacino, allora lui afferrandola alle anche l’attirò infilandola sul membro, vide le tettine tremolare, arretrò le reni e lo cacciò fino in fondo, le tettine tremolarono ancora, ritirò la verga e attirò ancora la ragazza.
– Oh si. . . così. . . così. . . La udì sospirare.
Cielo come gli piacevano i senini che i suoi colpi facevano muovere, continuò in quel modo finché i lamenti si tramutarono in piccole grida, Milly portò le mani alle mammelline per accarezzarle quasi brutalmente le dita strette ai capezzoli, pizzicando i cari bottoncini, tirandoli. Aveva chiuso gli occhi, le labbra socchiuse, le guance colorite sembrava il viso di un angelo coi capelli dorati sparsi sul cuscino.
– Ah Tommy. . . mhhh. . . mi fai godere! Oh si. . . siii. . . ti prego!
Tom era felice, già percepiva le fitte della vagina stringere il suo membro, mosse le reni in sintonia con le mani che attiravano la ragazza finché sentì il piacere raggiungere il culmine allora rallentò immergendosi lentamente per tutta la lunghezza respingendo l’utero col glande senza più farle male. Milly muovendo di qua e di la il capo esprimeva il suo godimento con gridolini che non riusciva a trattenere, sempre più rapidi finché si immobilizzò con gli occhi sbarrati.
Franca lesse l’orgasmo sul viso dell’amica, il ragazzo lo sentì nel pene che la vagina stringeva, rilassandosi, stringendolo ancora e ancora finché lei gridò:
– Ahhh. . . adesso amore. . . adesso. . . ah ahh. . . ah ahh. . . ahh! ! !
Tom sentì un fiotto caldo bagnargli il membro, mosse rapidamente le reni finché il piacere si fece per lui irresistibile, allora si immerse un’ultima volta in fondo al ventre della ragazza in orgasmo, il glande contro il suo utero e si immobilizzò con un grido rauco.
Milly gridò sorpresa sentendosi irrorare poi si abbandonò assaporando per la prima volta il piacere che da il ricevere l’eiaculazione di un uomo, dimenticò le sue paure percependo gli schizzi che si susseguivano copiosi e rapidi.
– Oh amore. . . amore. . . é bello. . . bello. . . ohhh. . . ohhh. . .
Vide il viso del ragazzo rilassarsi poi sorridergli, anche lei gli sorrise, non si era mai sentita così felice. Franca si scostò quando lui lasciate le sue gambe si distese sopra l’amica baciandola teneramente. Milly lo strinse contro di se, era contenta che fosse rimasto nel suo ventre, lo sentì afflosciarsi, ritirarsi lentamente mentre le ultime sue contrazioni serravano ancora il pene che ora sentiva piccolo, molle. . .
Tom si sciolse dolcemente dall’abbraccio e si alzò. Il pene scivolò fuori trascinando un liquido che Milly sentì colare fra le chiappette, portò le mani fra le gambe e si alzò anch’essa, correndo in bagno seguita dall’amico.
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