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Trio

te la farò pagare

By 1 Febbraio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

TE LA FARO’ PAGARE
Racconta Carla

Gli avevo detto ‘te la farò pagare’ e mi era piaciuto cogliere lo sguardo prima perplesso, poi incuriosito, poi anche preoccupato con il quale Roberto aveva colto il mio sibilo.
Non avevo bisogno di spiegargli che non mi piaceva essere costretta a fare o subire qualcosa, e, soprattutto, non mi era piaciuto come mi aveva fatto inculare da Aldo mantenendomi ferma.
Non che mi desse fastidio prenderlo dietro, ma lui sapeva che dovevo essere i a decidere quando e da chi, non certo lui.
Me la aveva fatta, e penso proprio che era stato lui a spingere Aldo a farmi il culetto, e di certo il porcone del nostro amico non si era tirato indietro ‘., ma per ora toccava a Roberto ‘. pagare.
Nei nostri patti di coppia vi erano due ferree condizioni, una quella che non doveva costringermi mai, la seconda che lui pretendeva di essere sempre presente.
Ebbene se lui era venuto meno ad un patto, io ben potevo venire meno all’altro.
Dopo l’ennesima doccia della serata indossai un casto pigiama di seta, pantalone e giacca monopetto ad un bottone, nero rigato argento e le mie pantofoline da casa (tacco 8 cm, Roberto dice che sono da casa ‘. chiusa) e mi intrattenni in salotto con i due maschietti, stando ben attenta, nel porgere dei cioccolatini o nel versare un hardbag, di mostrare quello che l’ampio scollo della giacca permetteva di vedere.
Dopo che li vidi rilassati (e un po’ alticci) dissi loro che era ora di andare a nanna e, guardando Roberto fisso negli occhi, aggiunsi che Aldo avrebbe dormito con me nella camera matrimoniale Roberto sarebbe andato a nanna nella cameretta dei bambini.
Roberto subito accetto di buon grado e per dovere di ospitalità, pregustando un ulteriore seguito alla serata hard, ma quello che non intuì &egrave che, appena entrata in camera con Aldo, chiusi la porta a chiave, dicendo allo stupito Roberto che per lui la serata era finita e che poteva andare a dormire ‘. solo solo.
Aldo rimase un po’ imbarazzato, ma subito gli fui addosso, abbracciandolo e baciandolo in bocca, per poi, abbassate le luci, invitarlo a spogliarsi per me.
Seduta in poltrona, mi gustai lo spogliarello di Aldo (davvero imbranato ‘.) e poi, sempre io vestita, lo feci sdraiare sul letto ed iniziai a leccarlo su tutto il corpo.
Immaginavo Roberto con le orecchie spalancate dietro la porta e magari con l’occhio al buco della serratura, perciò feci di tutto per strappare ad Aldo gemiti, mentre mi tolsi il pantalone perché Roberto potesse spiare il mio culo, mentre inginocchiata consumavo la lingua sul corpo del mio amante.
Feci girare Aldo più volte leccandogli le orecchie o le palle, il glande o i capezzoli, ficcandogli le unghie nella schiena, ed infilandogli al lingua nell’ano.
Quest’ultimo bacio fece scatenare Aldo, che inizio a dirmi di tutto, a chiamarmi porca, troia, vacca, bocchinara, ed io lo incitai a continuare per il piacere mio ‘.ad immaginare la reazione di Roberto, che, ad un certo punto, inizio a bussare violentemente alla porta implorandomi di aprirla.
Dopo averlo fatto sbraitare, mi affacciai sulla porta dicendogli che se la punizione se l’era meritata e che se mi avesse impedito di passare la notte sola con Aldo, non avrei mai più accettato altri incontri. MAI PIU’.
‘Tu fatti le seghe se proprio non resisti’
Roberto capì la mia determinazione, e, sottomesso, mi baciò sulla bocca chiedendomi perdono, per poi lasciarmi chiudere ancora la porta a chiave.
Ero felice di averla avuta vinta , e, per escluderlo ancora di più, appoggiai la giacca del mio pigiama alla chiave, impedendogli, qualora avesse provato, di spiarci ancora.
Aldo era eccitato come mai ed iniziò a baciarmi ì, a palparmi, a mordermi, come invasato, ma il gioco lo conducevo io, per cui lo feci sdraiare e mi misi su di lui per un 69.
Fu splendido sentire la sua lingua scoparmi, mentre il cazzo mi riempiva la bocca, come fu divertente incularlo con la lingua, mentre lui inculava me con la sua lingua.
Ben presto venni senza controllo e senza freni in una serie di orgasmi, tutti nella sua bocca, mentre la lingua ed il naso mi distruggevano la figa ed il clitoride.
Sfinita gli chiesi di fermarsi, ma lui non aveva goduto e mi impose di continuare a ciucciarlo.
Era il momento di fargliela pagare anche a lui ed iniziai a passare la lingua dalla sua cappella, alle sue palle, all’ano, inzuppandolo e sconvolgendogli il cervello in una voglia che vedevo nel gonfiore paonazzo del suo cazzo, così gonfio che non riuscivo a tenere in bocca.
Sempre lappandolo iniziai ad infilargli un dito, poi due, nell’ano, che lui stringeva, nell’eccitazione, come se volesse risucchiarmi dentro le dita.
Sempre leccandolo, allungai una mano e presi nel mio comodino il vibratore, compagno di tanti pomeriggi solitari e notti sfrenate con Roberto, e piano piano, ma inesorabilmente, inizia ad infilarlo nel culetto di Aldo.
Lui, non appena se ne accorse, fece per fermarmi, ma io gli imposi di stare fermo e di lasciarsi scopare.
‘Ti farò impazzire vedrai’ gli dissi, riprendendo subito a passargli la lingua sulla cappella paonazza e a spingere il vibratore nel suo culo, che volevo sfondare, come luio aveva sfondato il mio.
Dopo un paio di minuti (o di secondi chissà ‘) sentii lo sperma salire nel cazzo di Aldo e con una mano gli strinsi l’enorme capocchia in mano, indirizzandola verso la mia lingua, mentre con l’altra mano impugnai con decisione il vibratore, ormai entrato per pochi centimetri nell’ano.
Immediatamente Aldo iniziò a sborrare indirizzandomi sulla lingua, la bocca, gli occhi, il viso un torrente di seme, caldo e vischioso, ed io in quell’attimo gli ficcai il vibratore ben dentro il culo, finalmente inculandolo come lui aveva inculato me.
Aldo urlò ma io gli presi il cazzo in bocca, succhiandolo selvaggiamente e mentre gli ultimi schizzi di sborra finivano nella mia gola, il vibratore prendeva possesso definitivo del culo non più vergine, ma morbidamente aperto, di Aldo.
Rimanemmo sfiniti e silenziosi, mentre sentivo i passi felpati di Roberto, che sicuramente era stato tutto il tempo ad ascoltare ‘..
Dopo pochi minuti mi sollevai per andare ad abbracciare Aldo, intimandogli di ripulirmi con lingua tutto il seme che mi si si era appiccicato sul volto, cosa che lu, dopo un attimo di esitazione, fece con gusto, mentre io raccolsi con le dita lo sperma che gli era colato sull’asta ormai moscia e delicatamente glielo infilai nel culetto, a lenirne il bruciore’..
Mentre mi addormentavo il mio pensiero fu per Roberto; forse avevo esagerato ma lui se l’era meritata e poi ‘. visto che insisteva perché fossi ‘ porca ‘ lo avevo accontentato ‘..

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