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Trio

Un gioco a tre

By 17 Novembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Dove si trovava?
Il cellulare era sul cuscino accanto alla sua testa, 6:20..per fortuna il suo orologio biologico l’aveva fatta svegliare, o avrebbe rischiato di far tardi a lavoro, ma dove era?
Il letto non era il suo, la casa non era la sua. Il suo cervello confuso stava cercando di farsi strada in una nebbia di ricordi, le pulsava la testa.
Era uscita per l’aperitivo con la sua amica Hachi, dei ragazzi carini gli avevano offerto un paio di negroni sbagliati. Poi erano andate al ristorante giapponese, ricordava di aver bevuto una bottiglia di buon vino e quel gelato alla grappa. Poi erano andate in un locale, un’altra bottiglia di vino e un paio di shottini..e poi? Non ricordava nulla.
Sentiva la presenza di qualcun altro nel letto oltre a lei, aveva paura di girarsi, non sapeva chi poteva trovarci.
Sentiva le lenzuola accarezzare il suo corpo nudo e bollente, si doveva essere divertita.
Un po’ di coraggio e riusci a voltarsi, non poteva credere a ciò che vedevano i suoi occhi..la sua amica era stesa accanto a lei, i lunghi capelli neri arruffati sul cuscino, il suo corpicino nudo solo in parte coperto dal lenzuolo.
Il cuore prese a batterle velocemente, doveva alzarsi e vestirsi, ma cosa più importante, doveva capire dove erano, non era nemmeno la casa della sua amica.
Appese alla spalliera del letto c’erano le sue mutandine, le infila velocemente, per terra il suo vestitino in pizzo..dove fossero finite calze, scarpe e reggiseno rimaneva un mistero.
In punta di piedi esce dalla stanza, era un appartamento che non aveva mai visto, sicuramente l’appartamento di un uomo: quello sottile strato di polvere, la confusione, l’odore di dopobarba..ma nell’aria c’era anche un’altro odore..caffè.
Percorrendo uno stretto corridoio si ritrovo in un’altra stanza, il salotto. C’erano le sue scarpe e le calze sul divano, una bottiglia di vino e 3 bicchieri..
Si ricordava di aver brindato in quel salotto, di aver iniziato a giocare ad obbligo e verità e mano a mano che le verità non potevano essere svelate i vestiti scivolavano lontani. Aveva baciato la sua amica per penitenza, si erano messe a ridere..poi nulla.
“Vi siete svegliate..eravate così carine mentre dormivate tenendovi per mano..” conosceva quella voce, era una voce che sentiva tutti i giorni 8 ore al giorno..era la voce del suo collega.
Doveva essere impallidita perchè le girava la testa..che ci faceva nuda nel letto a casa di Giorgio con la sua amica?
“Buon..buongiorno..cosa ci faccio qui?”
“Non ti ricordi?! Si, effettivamente eravate molto brille…” la voce roca da anni di troppo fumo, gli occhi azzurri penetranti la mettevano sempre in soggezione “ma mi spiace che non ti ricordi la nostra nottata”
Lui inizia ad avvicinarsi, lei non può fare a meno di indietreggiare.
“Tranquilla, volevo solo darti il caffè”
“G-grazie..”
Si siedono sul divano, lui la scruta con un sorrisetto beffardo. Quel vestito in pizzo era perfetto per andare a uomini, corto, trasparente..un paio di tacchi molto alti completavano l’effetto, ma era molto distante dal solito tallieur che indossava in ufficio, e la metteva in imbarazzo esser così nuda davanti a lui.
“Giorgio..come sono arrivata qui? io non so dove abiti”
Sorride, si sta divertendo. “Infatti, tu non lo sai. Ma la tua amica è venuta ad un paio di feste che ho organizzato in questa casa. Ieri sera, anzi, ieri notte quando l’ho vista davanti alla mia porta ho pensato che avesse accettato le mie avance, quando ti ho visto son rimasto sorpreso ma mai quanto te”
Ora che glielo aveva detto si ricordava che Hachi le aveva chiesto di accompagnarla da un tipo affascinante che aveva incontrato ad una festa, non voleva andarci da sola, ma poi lei sarebbe dovuta sparire e lasciarli soli.
“Si..mi sembra di ricordare qualcosa del genere” faceva fatica a deglutire, il nervosismo e il post-sbronza non aiutavano.
“..e che altro ti ricordi?”
“Ricordo che ci siamo baciate mentre giocavamo..poi..ho molta confusione.” Alza lo sguardo, negli occhi di lui si legge una chiara eccitazione “mi puoi dire cosa abbiamo combinato?”
Lui si alza, si va ad accomodare accanto a lei, con un dito le sfiora la coscia. Il disagio di Katia aumenta, ma anche la curiosità.
“beh, è vero..vi siete baciate per gioco. Poi Hachi è andata in bagno, siamo rimasti da soli. Tu mi hai detto che dovevi andare, ma non eri in condizioni buone per guidare. Allora ti ho costretto a rimanere seduta, e ti ho baciato..baci bene lo sai?”
Si sentiva arrossire fino alla punta dei capelli “..grazie..”
Con una mano le sfiora la guancia e attira il mento verso di lui, le loro labbre si incontrano..il ricordo del loro bacio ubriaco della notte appena passata le riaffiora alla mente. La sua lingua è ruvida ma esperta, le sue labbra piccole morbide..
Fa fatica a staccarsi da quel bacio, ma deve sapere che altro è successo.
Si allontana da lui..”Giorgio, cosa è successo dopo?”
“Hachi e tornata in questa stanza e ci ha scoperto. All’inizio era un po’ offesa, poi si è seduta accanto a me e l’ho baciata. Con una mano acarezzavo le tue gambe, con l’altra tenevo la sua testa. Poi lei si è staccata, ti ha fatto alzare e avete iniziato a baciarvi. Tu avevi solo questo magnifico” deglutisce”vestitino addosso e i capelli ancora legati, lei era in reggiseno e minigonna, le calze autoreggenti. Mentre vi baciavate ho iniziato a sfilarle le calze, e con la bocca ho percorso le tue gambe. Tu hai appoggiato un piede sul divano e mi hai lasciato assaggiare il tuo sapore..hai un buon sapore, lo sai?”
Si sentiva eccitata, quella senzazione al basso ventre la stava dominando. Le mani di Giorgio iniziarono a risalirle le gambe, non potè fare a neno che divaricarle leggermente per lasciar spazio a lui, alle sue dita affusolate. Indossava un paio di jeans aperti e una camicia bianca. Era un quarantenne ma il fisico atletico non lo dimostrava.
“Poi tu hai aperto la zip della gonna di Hachi e l’hai fatta scivolare lungo le sue gambe, baciandogliele mentre io la afferravo da dietro. Le ho sganciato il reggiseno e ci siamo baciati. Lei ti ha allontanato, mi ha preso la mano e mi ha messo tra di voi. Tu mi hai slacciato i bottoni della camicia, lentamente, graffiandomi il petto con le tue unghie..mi piace essere graffiato.” la bacia ancora “Lei nel frattempo mi ha slacciato i pantaloni e me li ha sfilati. Poi Hachi ha risalito il mio corpo con le labbra, si è soffermata un po’ più del dovuto sopra i miei boxer, pensavo di impazzire…come ora.” Mentre lui parlava Katia aveva inziato a sfilargli la camicia e allentargli i jeans, quel racconto era così seducente che sentiva i capoezzoli sotto il vestito indurirsi ad ogni parola
“E poi cosa è successo?”
Giorgio si alza, sfila i pantaloni e si risiede accanto a lei, le mordicchia il collo mentre le solleva il vestito fino a sfilarglielo
“Poi io mi sono messo dietro di te, ho abbassato la zip del tuo vestino..Hachi ti ha preso per mano e insieme vi siete dirette in camera mia. Vi ho seguito e ho visto lei sfilarti il vestito, vi siete abbracciate e avete iniziato a baciarvi. Hachi ha slacciato il tuo reggiseno nero e l’ha gettato lontano. Io mi sono avvicinato e ti ho sciolto i capelli mentre voi due vi baciavate. Mi avete preso tra di voi, vi siete strusciate addosso al mio corpo, pensavo di morire..poi siete salite sul letto. Tu hai fatto distendere Hachi e hai iniziato a baciarle il seno..vedevo il tuo culetto fasciato solo dalle mutandine sollevarsi mentre ti muovevi su di lei. Le hai sfilato il perizzoma e hai iniziato a penetrarla con le dita..Io mi sono avvicinato a te e ho iniziato a stuzzicarti da sopra le mutandine..eri bagnata”
“Lo sono anche ora..” Katia si mette a cavalcioni sopra di lui, sente il suo pene duro a contatto con le sue grandi labbra, solo la stoffa dei loro slip a separarli. Giorgio le mordicchia i capezzoli, poi la bacia.
“Si lo sei anche ora..uhmmmm..”
Katia è scesa, gli ha sfilato i boxer e ha preso il suo pene in bocca, con una mano gli sta stimolando i testicoli..Smette un attimo giusto per dire “e poi?”
“Poi..mentre tu leccavi il clitoride di Hachi e la stimolavi con le dita io ti ho sfilato le mutandine..Ho iniziato a leccartela, poi ho infilato il mio cazzo dentro di te..eri così calda…”
“Me lo hai messo tutto dentro? Come ora?”
Katia si alza e velocemente si mette a cavalcioni su di lui accogliendolo dentro di se. Inizia a muoversi delicatamente, ma in profondità..sempre più a fondo..Non è molto dotato in grossezza, ma compensa bene in lunghezza..
“Si, proprio come ora” la bacia “poi Hachi ti ha attirato a se e ti ha fatto distendere dicendo che toccava a lei..Uhm…si è messa a pecorella, io le ho umettato l’ano e poi mi sono infilato in quel suo stretto buchino..il mio cazzo era così bagnato da te che non ho avuto alcuna difficoltà ad entrare, Lei ha gemuto, poi tu l’hai baciata ed hai iniziato a masturbarti davanti a noi. Lei ti ha detto di avvicinarti, tu ti sei messa difronte a lei con le gambe spalancate e lei ha iniziato a stimolarti..prima un dito, poi due..poi tre…”
Il suo racconto le aveva fatto perdere il controllo, si era seduta su di lui dandogli le spalle e aveva accolto quel lungo membro dentro il suo culetto. Aveva ragione, i suoi umori lo avevano reso molto scivoloso..
“Katia, così mi fai impazzire…”
“Dimmi cos’è successo dop0o..”
Le mani si lui le strinsero i seni “Poi Hachi ha iniziato ad urlare, stava venendo, stava venendo con il mio cazzo nel culo. Tu mi hai guardato, Hachi spossata si è tolta e si è stesa accanto a noi. Io sono entrato in te forte, sempre più forte. Ti ho sollevato e ti ho scopato addosso alla parete…hai inziato a gemere, sempre più forte..sentivo la tua fighetta calda sempre più bagnata e non ho più resistito..sono venuto dentro te, con il viso affondato nei tuoi capelli”
Proprio come ora, il suo culetto sempre più largo sta accogliendo il suo pene sempre più a fondo. Lo sente gonfiarsi, non può fare a meno di gemere mentre lo sente venire…
Lo bacia, i loro corpi caldi sono ancora uniti…
“Sei fantastica..”
Sentono la porta aprirsi e compare la faccia di Hachi assonnata “Se volevate divertirvi ancora bastava dirmelo..”
Bacia Katia sulle labbra, poi Giorgio e si siede accanto a loro.
Katia non può fare a meno di sorridere, forse sarebbe bastato chiedere a lei cos’era successo,,

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