Skip to main content
Trio

Un occasione unica

By 18 Marzo 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Con Gianna ci conosciamo dai tempi del liceo, Gianna e una ragazza di quelle cosi dette serie, poche uscite, pochi ragazzi, ottimi voti, non che sia una brutta ragazza, non molto alta (circa 1,60) ha un fisico che ispira pensieri peccaminosi senza che lei faccia nulla per provocare, due tette 4 misura su un fisico leggermente rotondetto, non una bellezza da copertina, ma sex appel da vendere, anche se lei sembra non accorgersene, nonostante io ci abbia provato dai tempi del liceo, mi ha sempre respinto con la scusa che non vuole perdere un amico, adesso che frequentiamo entrambi l’università continuiamo a frequentarci, siamo iscritti tutti e due nella stessa Facoltà, facciamo architettura, usciamo spesso assieme, e lei continua a rifiutare le mie avance, anche se qualche avventura l’ha avuta.
Abitiamo entrambi al pensionato, io come compagno di stanza ho uno studente di agraria, Carlo, un entusiasta, il padre ha una grande tenuta e lui ha deciso di seguire le orme di famiglia, un tipo simpatico.
Un giorno di maggio eravamo nella mia stanza con Gianna, dovevamo preparare un progetto per un esame, ma non ci veniva nessuna idea, Carlo era nella stanza con noi che copiava degli appunti e proprio lui ci diede un idea;
-Ragazzi se non sapete che progetto presentare, perché non fate una studio sulle antiche masserie, se volete nelle terre di mio padre c’è una tenuta che risale al 1700, potreste fare il vostro progetto su quella-
Eravamo completamente a corto di idee, e l’idea di Carlo ci parve interessante;
-Dovremmo prima vedere la masseria per vedere il tipo di progetto che si può fare- fù la risposta di Gianna;
-Non c’è problema, sabato non c’è nessuno, io ho le chiavi dei locali perché sto coltivando alcune piante e ci vado spesso, se volete sabato mattina possiamo andarci..-, ci guardammo io e Gianna, l’idea può funzionare, quindi accettiamo, iniziamo a preparare quello che ci serve, in pratica poco, macchina fotografica digitale e registratore per gli appunti.
Il sabato mattina siamo pronti a partire, Gianna si è vestita leggera, gonna di Jeans e maglietta ( a me sembra arrapante), Carlo prende la sua macchina, una vecchia Uaz che sembra uscita dallo sfascia carrozze, ma lui dice che è il massimo per il fuori strada, ci avviamo, la giornata comincia a scaldare, dopo circa un ora arriviamo alla tenuta, effettivamente è un bel soggetto, iniziamo a fotografare e prendere appunti, dopo circa mezzora abbiamo finito il lavoro preliminare;
-Carlo per cosa usate adesso la tenuta?- la mia domanda era mossa più che altro da curiosità
-La tenuta è antica, e per la sua posizione è coltivata a vigneti, anzi, non vi ho ancora fatto vedere le cantine- preso dall’entusiasmo ci trascinò verso l’edificio, aprì un pesante portone di legno e scendemmo alcuni gradini, una piacevole frescura ci accolse, ordinati lungo le pareti stavano decine di botti di legno, all’altra parete erano ordinate diverse bottiglie.
-Che ve ne pare-, l’orgoglio si sentiva dalla sua voce, noi guardando la struttura annuivamo, era un bel posto, mentre osservavamo, Carlo aveva preso una bottiglia dalla parete e aveva iniziato ad aprirla;
-Ragazzi aspettate di assaggiare questo vino, fa parte di un mio progetto, ho miscelato alcune uve, e voglio vedere se viene come penso-, prese alcuni bicchieri di carta da un armadietto e li mise sul tavolo che c’era, riempì i bicchieri di un liquido scuro e denso, quasi nero e ci porse i bicchieri, per educazione li prendemmo, io non sono un grande bevitore sorseggiai piano, il sapore era ottimo, il fresco della cantina lo rendeva piacevole dopo il caldo di fuori, mentre sorseggiavo il mio vidi che Gianna aveva vuotato il suo bicchiere, Carlo preso dall’entusiasmo lo aveva riempito nuovamente, Carlo cominciò a decantare le qualità del vino, vidi che Gianna aveva vuotato anche il secondo bicchiere, credo che nessuno le avesse mai detto che quel tipo di vino non andava bevuto di colpo, in quanto saliva alla testa all’improvviso, poco male mi sono detto avrà mal di testa, Carlo continuava a parlare, Gianna iniziò a ridacchiare, questa volta il bicchiere lo riempi da sola buttandolo giù nuovamente di colpo, vidi che iniziava a barcollare, tentò di versarsi un altro bicchiere ma ne rovesciò la metà svuotando la bottiglia
-Ehi, il vino e finito-, la sua voce era allegra, tipica da sbornia, Carlo preso dal suo discorso non se ne accorse, e aprì un altra bottiglia, e la pose a Gianna, questa volta Gianna la portò direttamente ala bocca bevendone una lunga sorsata, si sedette sul tavolo;
-Che caldo che fa qua-, era completamente partita iniziò a farsi aria con le mani ridendo, stavo per portarla fuori quando lei tirò su la maglietta restando con solo il reggiseno, la cosa mi fermò immediatamente, erano anni che penavo per vederla nuda, e forse adesso lei mi avrebbe accontentato, sempre ridendo si attaccò nuovamente alla bottiglia rovesciandosi addosso un po’ di vino, Carlo aveva smesso di parlare e guardava Gianna anche lui;
-Mi sono bagnata tutto il reggiseno- mentre diceva queste parole slacciò il reggiseno per osservarlo, le sue tette sbucarono fuori in tutta la loro bellezza, noi restammo come due idioti a guardare;
-Perché guardate, ho due brutte tette?-
-No anzi sono bellissime-, ci affrettammo ad assicurare, non ci eravamo accorti di esserci avvicinati a lei;
-Che cè Alex, non vuoi toccare le mie tette? Non ti piaccio più-, la sua voce impastata dal vino mi fece eccitare, mi avvicinai ancora di più a lei e iniziai a toccare quelle tette a lungo sognate, erano piene e sode, calde al tatto, Gianna bevve ancora dalla bottiglia, guardò Carlo che sembrava timoroso di muoversi;
-e tu non vuoi toccare le mie tette?- l’invito era troppo esplicito per non accettare, le mani di Carlo si unirono alle mie, Gianna continuava a ridere, alzò la gonna mostrandoci le sue mutandine bianche,
-Chi si vuole salutare la mia micetta?- fui velocissimo, mi chinai in mezzo alle sue gambe scostando le sue mutandine di lato, le mie mani andarono a toccare la micetta di Gianna, era bagnata, l’alcool aveva sciolto i suoi sensi, infilai un dito dentro spingendolo a fondo, Gianna sospirò forte allargando ancora di più le gambe, mi chinai andando a leccare il suo clitoride mentre facevo scivolare il dito fuori e dentro di lei, il suo nettare mi colava in bocca e io lo assaporavo voracemente.
Gianna aveva iniziato a slacciare i pantaloni di Carlo, l’operazione era resa complicata dal fatto che era completamente ubriaca, Carlo le accorciò il lavoro spogliandosi lui, Gianna lo prese in mano iniziando a carezzarlo, con l’altra mano aveva ripreso la bottiglia bevendo abbondantemente, io avevo tolto il dito tuffando la mia lingua nel solco della sua fica, ormai leccavo come un disperato, Gianna posò la bottiglia ormai vuota e si chinò sul cazzo di Carlo iniziando a succhiarlo, lo spettacolo mi fece arrapare ancora di più, mi staccai per il tempo di spogliarmi, porsi a Gianna il mio cazzo già duro, lei mi guardò con lo sguardo annebbiato lo strinse in mano e lo accolse in bocca, Carlo si portò davanti a lei e le sfilò le mutandine, armeggiò un attimo con la gonna, poi riuscì a toglierla, Gianna era tra noi in tutta la splendida nudità, continuava a succhiare e leccare il mio cazzo, anche se era ubriaca mi stava facendo godere, Carlo allargò le sue gambe iniziando a strofinarsi sulla sua fica, Gianna mugolava con la bocca piena, la penetrazione la fece sobbalzare facendole uscire il cazzo dalla bocca, lo ritrovò subito imboccandolo nuovamente, i colpi che Carlo le dava si trasmettevano al mio cazzo dalla bocca di Gianna, lei si era completamente abbandonata a noi due, stemmo a scoparla in quella posizione per un po’, poi chiesi a Carlo di fare cambio, finalmente potevo scopare la ragazza tanto agognata, penetrai dentro di lei completamente, sentii la sua fica avvolgersi attorno al mio cazzo come un guanto troppo stretto, iniziai a scoparla con grandi colpi, il calore che mi trasmetteva mi faceva impazzire, Gianna iniziò ad agitarsi, i suoi mugolii aumentarono di tono, sentii che il calore della sua fica aumentava così come i suoi umori, credo che ebbe un orgasmo, stavo ormai per venirmene, aumentai il ritmo dei miei colpi, un attimo prima di venirmene uscii fuori di lei, e le scaricai il mio sperma sulla pancia, lei mi guardò con lo sguardo annebbiato, poi portò la sua mano sulla pancia iniziando a giocare con lo sperma, la cosa fece eccitare anche Carlo che se ne venne nella sua bocca, non riuscivamo a credere di essere riusciti a scoparci Gianna, mentre ci ricomponevamo guardammo Gianna, si era addormentata sul tavolo e russava sonoramente.

Aiutatemi a migliorare la qualità dei racconti, inviate un commento a
demos29@libero.it

Leave a Reply