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Racconti EroticiTrioVoyeur

Cristina & Mauro – Schegge di vita 5

By 20 Maggio 2023No Comments

Salve a tutti.
Prima di cominciare a narrarvi le nostre ultime avventure assieme, Cristina ed io abbiamo pensato di raccontare alcuni episodi, vissuti singolarmente, precedenti alla nostra conoscenza e successiva convivenza, per farvi meglio comprendere le nostre personalità e caratteri.
Proseguiremo, poi, raccontandovi le nostre storie recenti.
Inizia Cristina raccontandovi come e quando ha conosciuto l’amore saffico.
Buona lettura.

Mauro

Era un periodo in cui mi ritrovavo ad essere single.
La mia compagna di allora aveva deciso, viste le nostre continue discussioni, per non dire litigate, che era meglio prenderci una pausa di riflessione e se n’era tornata in Francia.
Mi sentivo solo e, per riempire il tempo, facevo delle lunghe passeggiate.
Era una sera di fine giugno e faceva già molto caldo, si erano fatte le undici e ancora non avevo sonno; decisi così di uscire per prendere un po’ d’aria fresca sul mare.

Ho parcheggiato in una piazzola lungo la costa, piuttosto isolata e poco illuminata.
Me ne sto seduto su una panchina godendomi la leggera brezza marina, perso nei miei pensieri, quando arriva un’auto e parcheggia poco lontano da me.
Spegne i fari ma non scende nessuno; penso che sia una coppietta in cerca d’intimità.
Dopo qualche minuto i fari lampeggiano tre volte; qualche secondo ed ancora tre lampeggi.
Non capisco se ce l’hanno con me oppure stanno giocando con le luci.
Ancora tre lampeggi.
Sono incuriosito, mi alzo e mi avvicino con circospezione; al limite posso sempre dire che pensavo avessero bisogno di qualcosa.
Mi avvicino al finestrino del passeggero e guardo dentro: una donna dai capelli biondi con lunghe treccine, forse una parrucca, a fianco un uomo, che non distinguo bene vista l’oscurità.
Lei è china sul grembo di lui e sta sbottonandogli i pantaloni, si baciano, sembrano ignorarmi.
Estrae il cazzo che è ancora barzotto, lo tocca, schiacciandogli la cappella con pelle del prepuzio, poi lo scopre completamente, inizia a leccarlo, se lo fa scivolare in bocca, poi lo estrae sempre più grosso, dritto, eccitato.
Rimango interdetto, ma non riesco a staccare lo sguardo da quella scena erotica, mentre sento il mio cazzo indurirsi negli shorts.
Lui mi guarda, poi dice qualcosa alla donna, lei interrompe il pompino, si rialza un attimo, si gira a guardarmi e segando il suo uomo con la sinistra mi rivolge uno sguardo torbido e divertito allo stesso tempo.
Mi dice qualcosa, ma con il finestrino chiuso non capisco e scuoto la testa.
Abbassa un poco il vetro e dice:
-“Segati”.
Ho sempre apprezzato anche solo guardare, per quanto non sia un vero voyer, mi piace ogni tanto trasgredire.
Estraggo, allora, il cazzo dagli shorts; non è ancora completamente duro.
Lei lo guarda e si lecca, lentissima, le labbra mentre continua a masturbare il suo uomo.
Al suo sguardo lascivo, il mio uccello reagisce improvvisamente e prende la completa erezione, lo faccio scivolare nella mano, lentamente, con la cappella turgida in evidenza.
Il suo sguardo è fisso sulla mia mano in movimento; faccio colare della saliva sulla cappella per lubrificarla e farla scorrere meglio
La vista del cazzo bagnato, duro e gonfio le deve far effetto, perché ad un certo punto lei smette di masturbarlo, si china al suo orecchio, e vedo il finestrino abbassarsi.
L’emozione quasi mi fa sborrare, tanto che devo fermarmi.
-“Sei pronto a godere?” – mi dice lei con aria di sfida.
Ma non aspetta una risposta, si sdraia con la schiena sulle gambe del suo uomo e porge i piedi fuori dal finestrino.

Cerca il mio cazzo, glielo faccio trovare e comincia ad accarezzare la cappella con le dita.
È molto brava, bravissima!!
-“Aaahhh” – un gemito soddisfatto le esce dalle labbra mentre fa scomparire il cazzo del suo uomo nella bocca, girando semplicemente la testa.
La luce dell’abitacolo si accende e posso vedere meglio.
Lei ha una piccola gonna, sollevata ai fianchi, è senza mutandine, il suo pube è ornato da un cespuglietto biondo (quindi non è una parrucca) e posso scorgere l’inizio delle labbra della figa.
Ed è proprio lì che fa scivolare un dito e lo infila dentro ed inizia a masturbarsi, mentre mi afferra il cazzo con le piante, e inizia a segarlo.
Ha dei piedi, morbidi, curati, con la pelle liscia, le unghie laccate rosso fuoco e li sa usare molto bene; mi sta facendo una sega con i fiocchi!!

Le fermo i piedi e tolgo il cazzo, altrimenti godo subito.
Li sollevo, li porto alla bocca e inizio a baciarli e a leccarli; sanno di pulito e profumano.
Faccio scivolare la lingua sulla pianta del piede, la lecco bagnandola e poi inizio a succhiare, lentamente, le dita una ad una, scivolando con la lingua tra la pelle che li divide e li unisce.
Lei geme succhiando il cazzo, poi lo prende in mano e dice rivolta al compagno:
-“E’ bravo questo guardone. Ci sa proprio fare”.
La guardo, le prendo i piedi, metto il cazzo in mezzo ed inizio a masturbarmi guidando i suoi movimenti.
-“Non sono solo un guardone, ci so fare anche col cazzo”.
Lei ritrae i piedi, si gira sul sedile e si mette letteralmente col culo sulla portiera, facendolo sporgere verso di me.
E’ bello, sodo, caldo.

Lo accarezzo, e le tiro una sculacciata.
“E uno” – mi sfida ridendo.
Gliene do una sull’altra chiappa.
“Due”.
Si gira, mi guarda, come a dire:”Solo questo sai fare?”.
Bamm.
Le mollo una sberla che la fa sobbalzare.
-“Tre, ahiii, finalmente. Ora toccami”.
Le infilo le dita nella figa fradicia, inarcandole, cercando il suo punto”G”.
-“Sì, bravo; mi piace farmi guardare e masturbare da un porco”.
Il suo uomo. Intanto, si sta masturbando da solo guardando la scena; l’attenzione di lei, ora, è tutta per me.
Si muove sfilandosi dalle mie dita, si gira e apre lo sportello.
Scende dall’auto, mi afferra il cazzo e mi tira.
-“Vieni” – e mi fa accomodare sul sedile posteriore.
-“Amore, questo ce lo portiamo a casa” – dice al suo uomo e mi inghiotte completamente, fino in gola.
-“Mi spiace,” – replico io – “ma io non vengo da nessuna parte”.
Si rialza, sorride raggiante, la bocca cosparsa di bava, viene a baciarmi, appassionata; sa di cazzo.
Poi si appoggia alla spalliera, apre le gambe, ne mette una nuda sopra di me.

-“Leccami il piede, prima mi hai fatto bagnare”.
Eseguo, il piede è bollente.

Lo lecco tutto, succhio le dita una ad una, mi eccito così tanto che non so come faccio a resistere.
Lei, intanto, si è denudata il seno pieno, coi capezzoli ritti, mi ha preso l’uccello e mentre mi masturba, piano, si tocca la figa.
Mi sta facendo impazzire e il marito ci guarda dal sedile davanti.
-“Hai visto il guardone, amore? Che bel cazzo che ha, siamo stati fortunati. A proposito, io mi chiamo Veronica e lui è Paolo”.
-Piacere, io sono Mauro” – rispondo. continuando a lavorarle il piede.
-“Lo sapete? Sono proprio fradicia. Vieni, tocca” – continua lei invitandomi.
Non me lo faccio ripetere
Metto la mano sulla figa; scotta!!
Apro lentamente e dolcemente le labbra con le dita, lei scivola con la gambe dietro alla mia schiena e me la sbatte davanti.
La immobilizzo sul sedile e mentre la guardo, inizio a masturbarla leggero, ma veloce sulla clitoride.
-“Conta” – le dico.
-“Come?” – geme.
-“Conta i secondi”.
-“Uno… Due…” – non capisce, ma obbedisce ed inizia a contare; ad ogni numero è più bagnata, più eccitata, si sente più esibita per il marito che da davanti ci guarda e si sta masturbando.
Al venti sta impazzendo, mi fermo, immobile, con la mano sulla figa che arde letteralmente.
-“Come va l’esibizionista?” – la schernisco.
-“Stronzo” – ansima.
In tutta risposta le infilo di colpo due dita dentro davanti ed uno dietro nel culo.
“Aaahhh… Sììì fottimi con le dita… Riempimi anche il culooo…” – esclama.
Ma io niente, mi fermo, con i polpastrelli stringo la sottile parete che divide l’utero dall’ano; uno spruzzo, non so se di umore o di pipì, mi cola sull’avambraccio e la sua mano mi sta stritolando il cazzo.
-“Ahi.” – mi lamento – “Mi stai massacrando.”
Mi prende la mano, la sfila dalla figa e inizia a leccarmi le dita, con l’altra mi carezza, sfiorando appena con il palmo il glande sensibilissimo.
-“Povero cucciolo.” – dice facendo le moine – “Ci penso io al tuo uccellino” – e dopo avermi lasciato la mano fradicia si china e lo avvolge con le labbra calde.
Inizia a succhiare, lo lecca, congiungendo le mani alla base, avvolgendo i coglioni, facendolo sentire come l’unica cosa che conta.
Quando si accorge che sono sull’orlo di straripare si ferma, m’infila velocemente un preservativo, che Paolo gli ha passato e si mette a pecorina sul sedile,davanti a me.
Con una mano si allarga il culo, con l’altra si sostiene.
-“Vieni amore, voglio succhiarti” – dice al marito – “e tu datti da fare, guardone”.
Lui scende, apre l’altro sportello e mette davanti al suo viso il cazzo dritto.
Lei lo prende in bocca, mentre io inizio a sculacciarla.
Quando vedo le chiappe belle rosse, le apro e lascio colare della saliva tra di esse, poi con due dita la spalmo e comincio accarezzare circolarmente il buchetto palpitante.
Quando lo sento bello morbido, lo forzo ed entro con le dita fino in fondo.
-“Ahiii” – grida e alza di scatto il volto, tenendo il cazzo del marito in mano.
Lui, intanto, non ne può più.
-“Ti amo troia” – urla e inizia a schizzare.
Mi viene da ridere, perché lei è presa di sorpresa dalla sborrata, che le finisce in parte sul viso, allora, la cerca, la insegue, la lecca; è arrapatissima, distratta.
Non resisto, tolgo le dita, punto la cappella sulla rosetta e con una spinta la inculo, così, di colpo.
Non incontro nessuna resistenza, tanto è dilatata, e sprofondo per tutta la lunghezza nel suo intestino.
-“Stronzooo.” – urla, poi però – “Fottimi, dai inculami” – iniziato come un insulto, il suo urlo, si trasforma in un incitamento.
Non glielo faccio ripetere, comincio a fotterla, estraendo il cazzo fino alla cappella e riaffondandolo fino a sbattere contro le sue chiappe arrossate.
Il culo è caldo, morbido, accogliente, perfetto e lei lo stringe, per godersi bene ogni penetrazione!!

La inculo, spingo a fondo e la sento tremare sotto le mie mani; la prendo per i seni, la faccio sollevare e la strappo dal cazzo del marito, che aveva ripreso a succhiare come un’ossessa.
Ora non ne posso più nemmeno io, mi si offusca la vista, sto per venire.
-“Allora, ti piace il cazzo del guardone?” – le sussurro all’orecchio.
-“Sììì… Ora mettimelo in figa… Scopamiii…” – risponde.
-“Meno male” – penso.
Lo estraggo dal culo, che emette un rumore di risucchio, mi prendo qualche momento di pausa, e glielo pianto nella figa.
Non faccio in tempo a dare tre colpi che mi schizza addosso, gridando con le gambe che le cedono.
-“Siii… Bravo cosììì…”
Le passo il braccio sotto la pancia per sostenerla, continuando a fotterle la figa che cola e lei si lascia andare ad un magnifico orgasmo gridando, mentre gli occhi del marito brillano di eccitazione e lussuria.
-“Vengooo… Aarrgghh…” – il suo grido finisce in un rantolo strozzato.
Mi fermo, a fondo nella figa e aspetto che si riprenda.
-“Ora basta. Godi anche tu” – e si sfila dal cazzo.
Si gira, mi toglie il condom e inizia a leccare frenetica la base e poi tutta la cappella.
Insiste, mi guarda, mi parla:
-“Godi guardone. Pensa che potevo lasciarti a guardare dal finestrino, invece… guarda” – e me lo prende tutto in bocca.
-“Puoi sborrarmi…” – e lecca il frenulo furiosa – “nella mia…” – e lo ingoia ancora – “boccuccia calda” – e se lo riaffonda in gola.
Esplodo, le inondo la gola di sborra, le va quasi di traverso, ma ne ingoia la gran parte, un piccolo colpo di tosse e la sua lingua è già all’opera a pulirmi la cappella da ogni goccia di caldo sperma.
La goduta è completa, anche Paolo, che se lo stava menando guardando la moglie all’opera, viene, ancora, sul fondoschiena scoperto della moglie.
Mi accascio sul sedile; mi sento svuotato, sia nel corpo che nella mente.
-“Ora ricomponiti e torna alla tua auto”- è, quasi, un ordine che mi da, mentre si ripulisce la schiena dello sperma del marito.
-“Però mi è piaciuto, anzi, ci è piaciuto.” – continua,poi, con voce gentile – Sei in gamba, sai scopare. Non immagini che incapaci incontriamo, a volte nel carsex”.
-“Perché lo fate?” – chiedo, mentre rimetto il cazzo negli shorts e mi accingo a scendere.
-“Vedi noi ci amiamo,” – risponde Paolo – “ma amiamo anche le sensazioni forti, il sesso improvvisato, gl’incontri casuali e ne traiamo piacere entrambi”.
-“Ok, buonanotte” – e scendo dall’auto.
-“Hei.” – mi richiama Veronica, sporgendosi fuori – “Visto che è piaciuto a tutti, se vuoi rincontrarci, sai dove trovarci”.
La guardo, ha le treccine bionde scompigliate, ma sorride e il viso è disteso e rilassato dopo il piacere.
-“Chissà, vedremo. Buonanotte” – e mi allontano verso la mia auto.

Fateci sapere le vostre impressioni ed i vostri commenti a miziomoro@gmail.com

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