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XXXtina 5 – Una mattina, di fronte al mare…

By 16 Settembre 2023No Comments

“Sapevo che andare in spiaggia poteva essere un rischio, ma pensavo che andando alle 6 del mattino sarebbe stata deserta… invece qualcuno c’era e sapere che tutti quegli uomini stavano osservandomi, mi dava una particolare euforia.

Mi sono sdraiata sull’asciugamano, vicino alla pineta, a una trentina di metri dal bagnasciuga.
Un posto ideale per essere ammirata, ma senza dare nell’occhio, da chi faceva finta di passare di lì per caso.
Mi sembrava di essere al centro del palcoscenico, potevo percepire l’odore del desiderio di tutti gli uomini che mi stavano spiando.

Col cuore in gola mi sono levata il reggiseno.

Avevo gli occhi chiusi e la figa bagnata, tanto da lasciare un segno sulle mutandine.
Mi ero imposta di non prendere altre iniziative e vedere cosa sarebbe successo.

Era uno dei miei passatempi erotici preferiti, lanciare il sasso e poi, invece di nascondere la mano, accettarne le conseguenze e di conseguenze ce n’erano sempre.
Mi dava contemporaneamente la sensazione di poter fare accadere cose a mio piacimento e di perdere totalmente il controllo della situazione.

Iniziai a strusciarmi con le dita sulle mutandine, sempre con gli occhi chiusi, poi un dito… Inavvertitamente… Scivolò sotto il tessuto, a godersi il laghetto.

Altro che spiaggia deserta, timidamente qualcuno si avvicinava per godersi meglio lo spettacolo, sentivo il rumore delle infradito sempre più vicine, fino a quando percepii che qualcuno o qualcosa mi stava facendo ombra.

Aprii gli occhi.
Un cinquantenne in canottiera e costume, stava accarezzandosi il pacco a meno di un metro da me, ma accanto a lui ce n’erano altri 3 o 4 a godersi lo spettacolo delle dita che entravano e uscivano dallo slippino.

Nella mia condizione, una persona normale sarebbe stata terrorizzata, ma, nonostante le mie provocazioni, nessuno dei presenti aveva il coraggio di prendere l’iniziativa.
Volendo avrei potuto alzarmi, rivestirmi e andare via: era mattina, c’erano numerosi bar aperti a poche decine di metri e in caso di aggressione sarebbe bastato un grido per attirare l’attenzione.

Però io non sono una persona normale, quindi, mentre con la mano destra mi toccavo sempre più forte, con la sinistra scioglievo i lacci del costume per permettere una vista migliore della mia fighetta a quel selezionato pubblico.

Giustamente qualcuno prese la cosa come un invito e si avvicinò abbastanza da sfiorarmi.
Prima timidamente, una spalla, un ginocchio, poi incoraggiati dall’assenza di reazione, iniziai a sentire le loro dita toccarmi i seni, le coscie, fino a sfiorare la mano con cui mi toccavo.

Il primo orgasmo fu fantastico e galvanizzò questi improvvisati ammiratori.

Approfittando dell’intimità creata da quel capannello, qualcuno tirò fuori il cazzo provando ad avvicinarmelo alla bocca, ma con un chiaro segno della testa feci capire che non volevo e aggiunsi “Voglio solo che mi sborriate addosso”.

Immediatamente 3-4 persone si abbassarono il costume e iniziarono a segarsi velocemente, come in una gara per chi avrebbe schizzato prima e se qualcuno provava a “barare”; magari prendendo la mia mano e guidandola sul suo uccello, erano gli altri che lo riportavano all’ordine.

Ero contemporaneamente una regina rispettata e una troia da annaffiare di sborra.

Ogni mio orgasmo, rinnovava la forza con cui quegli uomini si masturbavano, mentre le loro mani si facevano sempre più sfacciate e ruvide, stringendo le tette e i capezzoli fino a farmi male… a turno qualcuno appoggiava la sua mano libera sulla mia mano destra, come a guidare il mio ditalino… per poi toccarmi la figa e, i più intrsprendenti, scendevano ancora per arrivare a mettermi un dito nel culo.
Io lasciavo fare perché era questo il mio gioco: vedere quanto ero in grado di farli impazzire…

I primi schizzi mi raggiunsero sulla pancia e furono come le prime gocce di un temporale: un altro paio di persone o forse più, mi colpirono con fiotti caldissimi e ripetuti… Il bersaglio preferito erano, ovviamente, il mio viso e le tettone.
Molto eccitante, non avrei potuto desiderare di meglio nemmeno nelle mie fantasie e venni di nuovo, ma fu a quel punto che apparvero due poliziotti, sicuramente chiamati da qualcuno che aveva notato quello strano capannello, magari pensando a uno stupro (e non gliene farei una colpa) oppure per puro perbenismo (e invece questo mi farebbe incazzare un po’)…

Inutile dire che i maschietti si volatilizzarono in un attimo, qualcuno con il cazzo ancora duro nascosto nel costume, mentre io, un po’ perché dalla mia posizione non potevo vederli arrivare, un po’ perché in altre faccende affaccendata, mi accorsi degli agenti solo quando mi erano di fronte.

Immagina la scena, io nuda con il risultato di 4-5 sborrate addosso e due sbirri di fronte a me, accompagnati da curiosi e benpensanti che, non a torto, mi chiamavano puttana. A essere sincera, proprio la presenza della polizia mi evitò conseguenze più sgradevoli, visto che parecchie delle signore presenti erano le donne, ovviamente incazzate, di alcuni degli spettatori più attivi del mio spettacolino.
Oltre agli insulti, sentii colpirmi diversi sputi.

Fui accompagnata in commissariato, identificata e denunciata per atti osceni in luogo pubblico.
In realtà l’avvocata fu bravissima a dimostrare che non erano presenti minori e che, di mio, avevo fatto pochissimo.
Un paio di video amatoriali ripresi durante la performance, confermavano che, a parte levarmi il bikini ed essermi ambiguamente accarezzata, erano stati i maschietti, dominati da un modo di fare selvaggio e patriarcale a fare tutto il resto.

Nella liberale Capalbio, erano decine le persone che, magari in zone un po’ più isolate, prendevano il sole nude, e questo certamente non autorizzava gli altri a masturbarsi o eiaculare loro addosso.

Chiaramente questa ricostruzione mi faceva sorridere, ma davanti al giudice non fu difficile interpretare la parte della ragazza un po’ hippie e ingenua che aveva rischiato lo stupro per un comportamento incosciente.

Me la cavai con un non luogo a procedere.
Io ero la vittima, secondo la legge.

Ma non secondo il questore che, invece, anche in base alle dichiarazioni dei poliziotti intervenuti, emise immediatamente un foglio di via della durata di 3 anni.
I questori sono, evidentemente, più patriarcali dei magistrati.
Avrei potuto fare ricorso, certo, ma sapevo che era meglio non provocare ulteriori ricerche o approfondimenti.

Il video della mia performance finì, ovviamente pixellato e senza il mio nome, sulla versione online de la Nazione e la notizia dell’orgietta mattutina (così la chiamava l’articolo) a Capalbio, venne pure riportata su Dagospia, con sarcastici commenti sul fatto che, di fronte alla fregna, pure i radical chic perdono il controllo.

Molto gratificante, ma anche terrorizzante: sapevo che a perdere il controllo ero stata io e che tutto quello che era accaduto lo avevo voluto fare accadere.

E’ per questo che non frequento più le spiagge d’estate.
Quella volta mi è andata bene, ma il rischio è troppo grande.

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