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Io ed Andrea decidemmo di sfruttare il diciottesimo compleanno delle mie sorelle per testare il siero creato.
Chiesi alle mie sorelle se potevo invitare un’amica, al che loro lanciarono frecciatine asserendo non si trattasse solo di un’amica.
“Certo, come no! Un’amica “speciale”, vero? E il nostro fratellino si è fidanzato, nanananana!” cominciarono a canzonarmi facendomi la linguaccia.
In effetti, Andrea era “speciale”; e se ne sarebbero accorte molto presto, eheheh!
Arrivò il giorno del compleanno, in pieno ferragosto.
Tra gli invitati, oltre ad Andrea, che pur di farla essere presente come parte della famiglia, alla fine dovetti spacciarla per fidanzata, anche vari amici di famiglia, della parrocchia (parroco compreso), compagni di scuola delle mie sorelle e parenti da parte di mia madre e di mio padre.
Io ed Andrea decidemmo, comunque, di testare il nuovo siero nell’intimità della famiglia, per evitare complicazioni visto l’alto numero di invitati alla festa (circa 100).
Così, prima dell’arrivo degli invitati, ci rilassammo a bordo piscina.
Io, a vedere i corpi femminili della famiglia in costume, ero in costante erezione; per questo decisi di rimanere vestito assieme ad Andrea (entrambi per il medesimo motivo).
Sfruttai l’occasione della casa vuota (in quanto tutti fuori in piscina) per preparare una limonata “speciale”, mischiata col siero afrodisiaco.
Purtroppo, non potendola iniettare direttamente in vena, avrebbe fatto effetto più tardi del previsto, probabilmente dopo circa un paio di ore.
“Chi vuole una limonata bella fresca?” gridai per farmi sentire da tutti.
Ci fu un susseguirsi di “Io, io”, così uscii per raggiungere il resto della famiglia a bordo piscina e versai la limonata nei vari bicchieri sul tavolino adiacente.
Mi accertai che bevessero tutti; il caldo di agosto mi fu d’aiuto, dato che bevvero più di un bicchiere a testa, tanto erano assetati.
Molto bene! Avevano abboccato all’amo!
Tale limonata, da qui a breve, mi avrebbe permesso tante limonate con la mia famiglia! (Scusate il malizioso gioco di parole, ma non ho resistito! Eheheh!)
Passata un’ora, ancora niente!
Idem dopo altri 30 minuti.
Alla fine, stufi di aspettare, allo scoccare delle 2 ore dall’ingestione del siero, io ed Andrea decidemmo di spogliarci per rimanere in costume come tutti gli altri.
Io ero molto titubante, ma mi convinse Andrea garantendomi che da lì a non più di altri 30 minuti, sarebbero cominciati gli effetti tanto attesi.
Io avevo un boxer attillato, mentre Andrea, a differenza delle donne di casa con pezzo intero e casto, uno striminzito bikini che ben evidenziava il pacco finora celato.
Così, una volta raggiunti a bordo piscina, attirammo l’attenzione di tutti con un colpo di tosse.
A tutti caddero le mascelle e distolsero subito lo sguardo dai nostri pacchi, fortemente a disagio; indice che ancora non erano sotto gli effetti afrodisiaci e stimolanti del siero. Uffa! Adesso anch’io ero in imbarazzo!
Ma presi comunque la parola: “Noto il vostro stupore nei confronti di Andrea! Vi avevo detto che era un’amica speciale! E ancora non sapete tutto…”; lasciai cadere la frase in sospeso per creare suspance.
Come immaginavo, le più curiose furono le mie sorelle, che mi incalzarono chiedendo prima Anna e poi Sara: “cosa altro dovremmo sapere? Immagino sia una trans, no?”
“Oddio, ma non avrai cambiato sponda? Gianni, sei gay? Puoi dircelo, non ti preoccupare!”
“No, nulla di tutto ciò! Ma è una cosa che dovrebbe mostrarvi…bè, anch’io, in realtà, dovrei mostrarvi qualcosa…” risposi enigmatico.
“Amore di mamma, ci fai stare sulle spine! Cosa devi dirci, o meglio…mostrarci? Non ti vergognare! Anche tu, Andrea: siamo in famiglia, non sentirti a disagio!” intervenne mia madre.
Notai che i loro sguardi cominciarono ad indugiare sempre più sui nostri pacchi, ad eccezione di mio padre, che si soffermava sui sinuosi corpi delle figlie e sulle tette di Andrea.
Fu proprio lei, con un cenno, a farmi capire che erano pronti per la rivelazione.
Così, in sincrono perfetto, abbassammo entrambi il costume (Andrea entrambi i pezzi).
“Ta-Daaa!” esclamai mostrando tutti i miei 27 cm di cazzo e, sollevando il batacchio di Andrea, feci notare la sua vagina.
“Ma cosa diavolo…ma sei ermafrodita?! Wow! Questa sì che è una Grossa sorpresa!” esclamò mio padre sorpreso ed enfatizzando la parola “Grossa”.
“Cacchio, fratellino! Hai davvero una bestia fra le gambe!”
“È vero, è enorme! Non dovremmo più chiamarti “fratellino”, ma “fratellone”! si aggiunse Anna seguita a ruota dalla gemella Sara.
“Ti abbiamo fatto proprio bene, tesoro! Hai preso da tuo padre, anche se il tuo…il tuo coso, considerando l’età…si è sviluppato molto di più! E guardate Andrea! Che creatura meravigliosa!” disse mia madre chiudendo il cerchio.
E a proposito di cerchio, io ed Andrea eravamo in piedi chiusi a ferro di cavallo dai lettini da piscina su cui erano sdraiati i miei.
Adesso erano seduti sporgendosi sempre di più per osservare meglio i nostri corpi.
Mia madre prese ad accarezzarmi lascivamente le gambe: “Sei proprio un Bronzo di Riace! Senti qui che muscoli!”
Al che presi la palla al balzo per invitarla ad osare di più: “Devi sentire questo muscolo quanto è teso e duro!” e presi a scrollare il mio cazzo davanti al suo viso estasiato.
“Lo vedo tesoro! Anzi…lo sento…” rispose cominciando a carezzare e tastare anche il mio cazzo.
“Povero cocco di mamma! Ti fa male? Hai bisogno di una mano per alleviare il dolore?” mi chiese.
“Sì, ho proprio bisogno della tua mano, mamma! E dopo anche della tua bocca, della tua figa e, perché no, del tuo culo!” osai proporre davanti a tutti.
“Certo, cucciolo! Adesso la mamma ti fa vedere quanto è porca!” e detto questo, si tuffò a bocca spalancata sul mio cazzone, alternando alla sega una pompa degna di un’idrovora! Dopotutto, mi aveva già dato dimostrazione di quanto porca potesse essere, solo che non lo ricordava.
Piuttosto, ero curioso del resto della famiglia!
Le mie sorelle si erano posizionate (sempre sedute) di fianco a mia madre, sullo stesso lettino, incuriosite ed eccitate dallo spettacolo; mentre mio padre in piedi dietro alle femmine di casa.
Adesso Anna e Sara avevano cominciato ad accarezzarsi reciprocamente la patata al di sotto del costume, ormai chiazzato dei loro umori, ipnotizzate dal su e giù della mano e della testa di mia madre.
Mio padre aveva ormai una tenda al di sotto del box costume e lo sguardo rivolto ai culi delle figlie ben esposti, anche se coperti dal casto costume, in quanto chinate in avanti ad osservare lo spettacolo.
Ad un certo punto, data ormai la calda situazione ed arrivati al punto di non ritorno, prese la parola Andrea, messosi in piedi al mio fianco e davanti alle mie sorelle: “Vi piace lo spettacolo? Vi eccita vedere il cazzone di vostro fratello e la porcona di vostra madre che lo mena e succhia da brava romagnola bocchinara quale è?”
“Sì, siamo tutte bagnate…guarda!” rispose Sara infilando due dita sotto al costume della sorella e porgendole ad Andrea.
“Mmm, come sei bagnata e…slurp…buona, porcellina!” rispose Andrea ciucciando le dita pregne.
“Sono tanto eccitata! Ho voglia di fare le porcate che fa la mamma! Uffi!” si lagnò Anna imbronciata.
“Penso che quella troia di vostra madre sarebbe contenta di vedervi all’opera e fiera di sapere che anche voi siete delle porcelline!” disse Andrea guardando di sottecchi mia madre.
Mia madre si staccò un attimo dal mio cazzo sbavando lunghi filamenti di bava mista a sborra che le si depositarono sul décolleté del costume: ebbene sì, ero appena venuto nel seguire la scena, ma non una, bensì 3 volte! Vi avevo detto che potrei perdere il conto dei miei multiorgasmi!
E mia madre, senza fare una piega, ingoiava e pompava, ingoiava e sbavava.
“Sì, dai! Fateci vedere quanto siete porcelle! Fate impazzire quel porco di vostro padre che non ha mai staccato lo sguardo dai vostri bei culoni!” disse mamma chioccia cogliendo di sorpresa il marito.
Le sorelline non aspettavano altro e non se lo fecero ripetere.
Si avventarono sul cazzone inalberato di Andrea strusciandoselo sui loro delicati visi.
“Brave, così dai! Sara, prova ad infilartelo tutto in bocca! E tu, Anna, succhia i miei succhi che colano dalla figa!” disse Andrea eccitata.
Sara fece vari tentativi prima di riuscire nell’impresa di infilare il largo cazzo di Andrea, ma ce la fece! Così, euforica, iniziò un avanti e indietro gorgogliante.
Sua sorella Anna, invece, succhiava con ingordigia gli umori vaginali di Andrea a cui si sommò la bava di Sara che le colava direttamente in faccia.
Cominciarono a ridere come delle ochette una volta accortesi del viso tutto impiastricciato e, strofinandosi fra figa, palle e cazzo di Andrea, presero anche a leccarsi fra di loro, ripulendosi provvisoriamente i visi.
Intanto mia madre si era calata la parte superiore del costume e, una volta sputato nel solco fra le 2 bocce, iniziò una sapiente spagnola carezzando la cappella con la lingua ogni qual volta sbucava dal solco.
“Oh, sì…stringimi il cazzo con le tue tettone, puttanona! E voi 2, fate vedere anche le vostre tette! Vediamo se avete preso da mamma!” dissi, rivolgendomi poi a Sara ed Anna.
Entrambe ubbidirono prontamente, rimanendo come la madre col costume calato ad altezza ombelico e con 2 paia di tettone quasi identiche alla madre, ma più sode.
Mio padre non ce la fece più e, preso da un raptus di follia sessuale, si calò il costume, tirò per i capelli le 2 figlie strappandole egoisticamente da Andrea, e ne appiccicò una davanti e una dietro, premendo con forza le loro teste contro il suo pube e contro il suo ano.
“Basta, non resisto più! Venite qui, puttanelle viziose! Tu sucami la minchia! E tu, leccami il buco del culo!” si rivolse alle figliole senza più freni.
“Oh, sì! Ahhh…sì, papino! Fammi leccare il tuo culo peloso e sudato! Ummm, gnammi!” disse Sara fra una lappata e l’altra soffermandosi a tratti con la lingua all’interno del buco del culo paterno.
La sorella, invece, ormai paonazza per il cazzone piantato fino alle palle in fondo alla gola, si ritirò per prendere fiato.
“Ahhh, uhhh….quanto mi piace il tuo cazzone in gola, papi! Fammi ciucciare anche le tue belle palle pelose, mentre Sara ti incula con lingua!” disse ansimando e ridendo Anna; così, senza attendere il consenso paterno, imboccò prima una e poi l’altra palla, per poi mettersele entrambe mentre con le manine seguitava a segare il padre.
“Uffa, mami! Anch’io lo voglio in bocca!” si lamentò Sara staccandosi dal culo del padre.
“Tua sorella adesso lo condividerà con te! Su, Anna, non essere egoista! Danne un po’ anche a tua sorella!” rispose la mamma.
“Ha ragione vostra madre, ce n’è per tutte e due! Vediamo chi resiste di più col cazzo in gola!” e così dicendo, afferrò Sara e le scopò con foga la bocca, mentre Anna prese a sputare sul cazzo e in faccia alla sorella.
Poi si abbassò per vellicare ed imboccare nuovamente le palle.
Tutto ad un tratto si sentirono forti conati e dei rutti che portarono Sara a vomitare l’abbondante pranzo del compleanno addosso alla sorella sottostante.
Lei, invece di spostarsi schifata, spalancò la bocca ed estrasse la lingua, ricevendo parte della brodaglia indigesta dritta nel foro spalancato ed inghiottendolo.
Poi si misero a ridere come delle sceme:
“Ahhhh..ihihihi! Era buono il salmone di pranzo, specie se parzialmente digerito! Eheheh!” disse Anna strappando una risata anche a tutti noi altri.
“Voglio provarlo anche io!” disse Sara prendendo per i capelli sua sorella e guidandola in un soffocante pompino al cazzo paterno. “Dai, papino, scopami la bocca come hai fatto con Sara! Così le faccio assaggiare il pollo, eheheh!” aggiunse Anna prima di prendere il ritmo.
“Gagaga, slurp…” furono i rumori provenienti dalla gola e bocca di mia sorella Anna.
Ad un tratto anche lei vomitò in faccia a Sara e nella sua bocca spalancata! Poi si spalmarono vicendevolmente con le mani i restanti rimasugli su viso, capelli e seno, alternando qualche sberla e leccandosi, poi, la faccia vicendevolmente, nonché ciucciandosi il naso come fosse un cazzo.
“Dai, soffiati il naso in bocca mia! Fai finta che sia un cazzo che sborra! Oh, sì…così! Slurp, Gnammi!.” erano ormai partite per la tangente eccitate anche dal fatto che la famiglia si stesse masturbando godendosi il perverso spettacolo!
“Siete proprio delle sporche puttanelle! Ma non sarete mai troie quanto me! Vi farò vedere nei prossimi giorni cosa significa essere una zozza, una cagna in calore, una vacca da monta, una schifosa baldracca! Puh! Ingoiate anche la mia saliva, troiette di mamma!” disse mia madre sfidando le proprie figlie alle più turpi porcate e perversioni e sputandole in faccia e, una volta spalancate a forza le loro bocche con le mani, aiutata dal marito, dritto in gola.
“Grrrrrr…gaaaa!” cominciarono a rumoreggiare le figlie.
“Brave, così…fate gargarismi con la mia saliva! Anzi, su! Avanti! Sputiamo tutti addosso a queste maledette cagne!” ci invitò la mamma.
E così le inondammo di sputi e catarro.
Le due sorelline si denudarono completamente, così come la madre, e presero a ciucciarsela in un furioso 69.
“Guardatele! Sono proprio assatanate le mie bambine!” prese a schernirle la madre.
Poi si mise sopra alle bimbe, flettendo le gambe come su una turca, e cominciò a pisciare sui loro corpi accaldati.
“Dato che siete 2 troiette in calore, vediamo se vi rinfresco un po’…ahahah!” rise mentre le irrorava di liquido dorato.
Le 2 di sotto non fecero una piega, e proseguirono imperterrite infilando ognuna una mano fino al polso nel culo dell’altra, aiutate dai vari liquidi che lubrificavano i loro ani ormai adattati.
Anche loro, poi, cominciarono a pisciarsi addosso e questo richiamò il resto della famiglia ed Andrea a fare altrettanto.
Ci mettemmo in cerchio in piedi sopra alle 2 indemoniate ed aprimmo i rubinetti.
Questa volta, accortesi della porcata che stavamo commettendo, si inginocchiarono assieme alla madre, sditalinandosi a vicenda, e cacciarono fuori le lingue cercando di intercettare quanto più piscio possibile.
Io ed Andrea, ad un certo punto, ci accorgemmo che il nostro liquido non era più dorato, ma biancastro e denso!
Incredibile! Stavamo sborrando con la stessa intensità e quantità di una abbondante pisciata! Era la prima volta che capitava! Durammo circa un minuto.
Anche mio padre venne, anche se non quanto me ed Andrea, sulle tette delle figlie.
Ora, il caldo faceva esalare, amplificandoli, tutti gli odori: di acido e bile, misto a bava, piscio e sperma.
Le femmine si strusciavano per terra per raccogliere ogni liquido ed umore, intervallando lunghe leccate per tutto il corpo.
Noi, esausti, ne prendemmo una a testa (io mia madre, mio padre Sara e Andrea Anna) trascinandole per i capelli verso il bordo piscina e con un calcio le buttammo in acqua: “così vi calmate un po’ e vi date una ripulita, troie che non siete altro!” le apostrofò mio padre.
Anche noi ci buttammo in piscina per rinfrescarci un po’.
Una volta volta emersi, ci guardammo l’un l’altro e scoppiammo in una liberatoria risata che ci spinse ad un forte ed amorevole abbraccio di gruppo!

“Cavolo! Fra un po’ arrivano gli ospiti!” esclamai.
Così ci sciogliemmo dal lungo abbraccio e ci preparammo per accogliere gli ospiti.
“Io sono ancora eccitata!” mi confessò ad un tratto Andrea.
“A chi lo dici! E non oso immaginare i miei genitori e le mie sorelle per via del siero!” corrisposi ad Andrea.
“E se…” non finì la frase e mi guardò con fare malizioso.
“No! Sarebbe troppo…rischioso!” esclamai cogliendo al volo le sue intenzioni.
“Ma no! Ma cosa vuoi che succeda? Una mega orgia incestuosa ed interrazziale fra 100 persone? Ben venga!” cercò di convincermi Andrea.
“Non lo so…e se andasse fuori controllo?” replicai titubante.
“Andrà tutto bene! Non ti preoccupare! L’amore e il sesso sono binomio di felicità e positività! Fidati! Non te ne pentirai!” mi tranquillizzò Andrea.
“Ok! Facciamolo, cazzo! Fanculo a tutto e tutti! Stasera si scopa!” finalmente mi convinsi.
“Hai detto bene! Fanculo a tutti…nel senso che ci inculeremo tutti e 100 gli ospiti!” aggiunse Andrea, strappandomi una risata!
Al prossimo racconto saprete com’è andata la mega orgia: vi anticipo solo che effettivamente la situazione è andata fuori controllo!

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