I successivi giorni andarono avanti pressoché nello stesso modo: andavo a pranzo da lui, dopo aver mangiato andavo in camera a scegliere qualcosa da mettere e tornavo da lui tutto in tiro per ripetere i nostri giochi. Inventavo anche delle scuse con i miei amici per non uscire con loro se sapevo che in quel momento dovevo andare a casa di zio Domenico, lo facevo per lui.
Giorno dopo giorno Zio diventava sempre più audace, metteva quasi sempre un dito in più nel mio culetto e mi faceva godere senza farmi mai arrivare all’orgasmo troppo presto. Era capace di guidarmi e farmi trattenere se necessario. Prestava sempre un po’ di attenzione ai miei piedini, mi disse chiaramente che era un feticista perso ma la zia non ne voleva sapere di accontentarlo in quel modo. A me piaceva tanto invece e lo lasciavo fare senza dire nulla. Una sera mentre stavo per mettermi a letto (quel giorno zio aveva giocato parecchio con il mio culo, aveva infilato tre dita e avevo sentito chiaramente il mio ano allargarsi) provai a mettermi di schiena allo specchio per controllare lo stato del mio amato buchetto e notai che si era notevolmente allargato. Mi era già capitato di vederlo quando mi depilavoo e avevo presente la sua forma stretta e chiusa, ma quella sera era molto più rilassato e aperto, quasi “allungato”. Mi piaceva la nuova forma del mio ano e volevo che zio continuasse a giocarci, anche quando zia sarebbe tornata, volevo chiedergli di continuare anche dopo le vacanze, in un modo o nell’altro volevo andare avanti con lui.
Arrivammo, purtroppo, alla fine della settimana. Zio mi disse che aveva ricevuto una chiamata zia Maddalena per dirgli che aveva avuto un problema alla macchina, non sarebbe più tornata a casa domenica, ma direttamente il lunedì in giornata. La notizia mi fece felice in un certo senso, zio ed io avevamo più tempo per noi.
“Visto che c’è stato questo piccolo imprevisto, domani vuoi venire a cena da me? Ti prometto una bella serata, solo tu ed io.” mi disse il sabato nel tardo pomeriggio quando stavo uscendo da casa sua dopo aver passato diverse ore sul divano con lui, sdraiato tra le sue cosce a succhiargli il cazzo, indossando solo un paio di sandali con il tacco mentre lui mi accarezzava la testa e spingeva nella mia bocca il suo bel pezzo di carne bollente e pulsante di amore per me.
“Si zio, domani sera verrò da te. Non vedo l’ora…” gli risposi. Dopo il solito bacio con la lingua andai via.
Eravamo praticamente da soli nel palazzo, era quasi la metà di agosto e la città deserta potremmo dire. Tutto questo contribuiva a creare una specie di bolla in cui stavo vivendo un piccolo sogno ad occhi aperti insieme a zio Domenico. Fu difficile dover fare i conti con il pensiero che dalla prossima settimana in un certo senso, tutto sarebbe “tornato alla normalità” con il ritorno di zia Maddalena.
Arrivai a casa e andai subito a cambiarmi, mi spogliai dei vestiti da maschio e misi subito gli slip di zia, la vestaglia e le zeppe di mamma. Andai a sedermi sul divano, notai che lo smalto ai piedi aveva iniziato a rovinarsi un po’. Presi subito l’acetone e la boccetta di smalto, pulì le mie unghie e ricominciai da capo. Dopo pochi minuti avevo delle unghie rosse e perfette, già riuscivo ad immaginare come avrebbe reagito zio il sera seguente. Cenai con un’insalata e mi misi subito a letto, avevo ricevuto una chiamata dai miei amici ma dissi che non stavo bene, usai la scusa di un disturbo intestinale dovuto al caldo e rimasi a casa. Mi sdraiai sul lettone dei miei e accesi la televisione che contribuì a farmi addormentare in meno di mezz’ora. La mattina seguente, mi svegliai con un messaggio sul cellulare da parte di zio Domenico:
“Buongiorno mia bella nipotina. Oggi ho dei giri da fare e sarò fuori fino al tardo pomeriggio. Se oggi non hai da fare e vuoi passare a casa per aspettarmi lì fai pure, sentiti libera di fare quello che vuoi. Preparati che stasera sarà una gran bella serata, te lo prometto! Un bacio tesoro.”
Dopo il messaggio c’era una sua foto, era sdraiato sul letto a petto nudo solo con il pantaloncini del pigiama, era visibile un discreto accenno di erezione proprio in quel punto che la mia bocca oramai conosceva a memoria. Il viso era fuori campo. Non potevo chiedere un buongiorno migliore.
Mi alzai per fare colazione, misi su il caffè con ancora il telefono in mano, rileggevo continuamente quel messaggio e guardavo senza sosta quella foto. Il caffè venne su e spensi il fornello, prima di versarlo nella tazzina, sfilai al volo la vestaglia, mi misi in posa e scattai una bella foto al mio culo cercando di prenderlo dalla migliore angolazione possibile mentre con la mano libera stringevo appena una chiappa, sperando così di accentuare la sua forma e morbidezza. La mandai a zio per rispondere al suo buongiorno.
“Buongiorno tesoro mio. Non vedo l’ora che arrivi stasera. Spero che questa ti faccia compagnia oggi…”
Mi venne naturale chiamarlo in quel modo. Sorseggiai il caffè e mangiai qualche biscotto. Non riuscivo a pensare ad altro, anche il mio cazzo lì sotto aveva lo stesso problema, in pochi secondi già usciva dalle mutandine, schiacciato dall’elastico contro il mio ombelico tutto dritto e duro. Finita la colazione tornai in camera e mi buttai sul letto, cercavo di ignorare la mia erezione anche se le mutandine stringevano parecchio il mio cazzo e iniziavano a darmi fastidio. Le tolsi per lasciarlo libero, avevo capito che sarebbe stata una battaglia persa altrimenti. Passai la mattinata a rotolarmi nel letto, alternando la tv a qualche video porno sul cellulare. Guardai solo video di trans e travestiti, non riuscivo più a guardare una semplice donna fare sesso con uno o più uomini. Continuavo ad immedesimarmi e vedere che in mezzo alle gambe della bella puttana di turno ci fosse un bel cazzo al posto di una figa mi faceva sentire più simile a loro, anche se in un certo senso invidiavo le donne biologiche che avevano realmente una figa in mezzo alle loro gambe, non come me che ne avevo una dietro che mi faceva colare sperma senza toccarmi come fanno tutti gli uomini. Sempre con il pensiero della serata che mi attendeva, iniziai a cercare su internet più materiale possibile riguardo alle trans e ai travestiti, avevo paura di non riuscire a trovare qualcosa da mettere, credevo di non avere ispirazione. In fin dei conti era l’ultima sera con zio Domenico e non volevo mettere solo del semplice intimo o delle scarpe, volevo essere perfetto il più, forse anche più della prima volta quando mi feci vedere da lui travestito. Iniziai anche a pensare a me stesso al femminile, visto che lui si riferiva a me sempre in quel modo. Cercando trovai una pagina di un forum inglese, il topic del forum si chiamava “A Guide To Anal Sex For Beginners Sissies”. L’autore descriveva in modo dettagliato come preparasi ad un primo rapporto anale, suggerendo come preparare il proprio buchetto con l’uso di plugs e dildi prima di farlo sfondare da un vero cazzo. C’era un passaggio all’inizio che ripeteva quanto fosse fondamentale la pulizia del retto durante il sesso anale, per evitare spiacevoli imprevisti dovuti a eventuali “residui” al suo interno. Caddi dalle nuvole… Mio dio come avevo fatto a non pensarci? Era così ovvio! Per tutta la settimana zio Domenico avevo leccato e sditalinato il mio culo senza mai nessun tipo problema, ma se fosse successo qualcosa invece…? Dio mio che imbarazzo sarebbe stato, non riuscivo pensarci. Menomale che la fortuna era stata dalla nostra parte e non era successo niente. Il topic del forum suggeriva di fare sempre due o tre clisteri prima del rapporto per ripulire l’intestino. Iniziò a battermi forte il cuore e andai in iperventilazione. E se zio dicendo che sarebbe stata una bella serata si riferiva al fare sesso? Se avesse voluto far altro oltre ai soliti giochi con la bocca e le dita? Dovevo prepararmi, non potevo rischiare. Non avrei più avuto il coraggio di guardarlo in faccia se mi avesse trovato “sporco”. Andai subito in bagno, iniziai a frugare nei cassetti e nel’armadietto delle medicine. Trovai una scatola con un piccola peretta, non sapevo nemmeno che l’avessimo in casa. Mi sedetti sul water, aprì l’acqua per riempire il bidet accanto e iniziai a caricare la peretta. La inserì dentro al culetto facendo attenzione e la spremetti. Il freddo dell’acqua dentro di me mi fece venire un brivido. Una volta svuotata la tolsi e spingendo iniziai a far uscire l’acqua. Che sensazione strana che era, sentivo che usciva anche qualcos’altro e guardando dentro il water capì che il forum diceva la verità. Continuai a ripetere la cosa finchè non uscì acqua pulita, sentivo l’ano tutto bagnato, quasi come quando me lo leccava zio. Ripensai ad alcune scene porno che avevo visto in cui le ragazze si fanno i clisteri con il latte e poi lo schizzano fuori, pensai alle “torte alla crema” che fanno di solito quando vengono nelle fighe o nei bei culi appena scopati, come per lasciare impresso un bel ricordo. “Certo che non sarebbe male…” pensai tra me e me, se mi fossi trovato in una situazione come quella, chissà se anche zio ci aveva pensato…?
Avendo il culetto pulito, non riuscì a non resistere dal stuzzicarlo un po’. Andai a prendere un paio di decolletè nere di mamma, con la punta aperta ed un semplice cinturino sopra il tallone, il tacco dodici nero e semplice. Solo con quelle scarpe addosso mi misi a quattro zampe sul lettone dei miei, con il culo all’aria di fronte allo specchio, riuscivo a vedermi perfettamente se giravo la testa. Iniziai ad aprire le chiappe, mostrando allo specchio il mio buchetto lavato e voglioso. Iniziai a spingere e a comprimere, il buco di muoveva e usciva ancora un po’ d’acqua pulita che finiva per colare sul perineo passando per le palle fino alla punta del mio cazzo. Iniziavo ad eccitarmi nel vedermi in quel modo. Infilai un dito in bocca alla ricerca di un po’ di saliva e poi iniziai a stuzzicare il buchetto, lentamente riuscì ad entrare e in pochi secondi il dito faceva su e giù nel mio culo. Un altro entrò poco dopo, cercavo di tenere il cazzo in mezzo alle gambe per nasconderlo, la forma che faceva il mio scroto tirato verso l’interno sembrava quasi quella di una figa. Per un attimo pensai di essere una donna e continuai ad infilare le dita più in profondità. Mentre le muovevo avvertì qualcosa, avevo toccato il Punto G per un secondo. Lo cercai di nuovo ma in quella posizione non riuscivo ad arrivarci come faceva di solito zio Domenico. Aprì leggermente le gambe e cercando di sputarmi su una mano, arrivai ad afferrare il mio cazzo anche se non proprio in maniera comoda. Sicuramente se fossi stato più magro mi sarebbe riuscita meglio quella posizione. Cercai di non rompere il ritmo e continuai a stimolare contemporaneamente la prostata e il cazzo, sentivo che ero in una posizione scomoda ma con tutta l’adrenalina ci misi poco ad esplodere una bel getto denso e caldo sulle lenzuola dove ero inginocchiato. Mi girai subito per sdraiarmi e mettermi comodo mente il cazzo ancora colava e io lo tenevo in mano. Ripresi fiato un attimo, con il dito raccolsi le gocce che avevo sulla pancia e una volta leccato il tutto, mi rimisi a quattro zampe per leccare tutta ciò che era appena colato sulle lenzuola. Rimase solo una chiazza umida. Mi leccai completamente e labbra per finire di assaporare il tutto e poi mi rimisi sdraiato. La giornata passò stranamente in fretta, zio aveva detto che sarebbe tornato nel tardo pomeriggio, quindi non troppo tardi. Impiegai il tempo che mi separava da lui facendo una doccia, radendomi e depilandomi ulteriormente per eliminare i segni della ricrescita. Quando finì di depilare le gambe, mi venne in mente che non sarebbe stata una cattiva idea se avessi provato a mettere lo smalto rosso anche sulle mani, per fortuna non mi mangiavo le unghie quindi erano in un buono stato, ne troppo corte e nemmeno lunghe. Provai subito a mettere lo smalto, ebbi qualche difficoltà ad usare la mano sinistra ma nel complesso feci un buon lavoro. Ora avevo mani e piedi coordinati, già immaginavo la faccia di zio quando mi avrebbe visto le mani… Presi dal cassetto di mamma un completo reggiseno e mutandina nero, molto semplice in pizzo con un fiocco rosso nel mezzo del reggiseno e un cuore rosso sul pube delle mutandine, indossai il tutto sotto ad un semplice pantaloncino sportivo ed una t-shirt, misi le classiche sneakers e aspettai seduto sul divano. Appena mezz’ora dopo, arrivò il messaggio di zio che mi avvisava di essere tornato a casa, volevo subito correre da lui, ma cercai di controllarmi. Andai in bagno a fare un altro clistere (oramai avevo paura e volevo essere sicuro che non ci fossero sorprese sgradite dopo la cena con zio) che mi tenne impegnato per una decina di minuti e dopo essermi asciugato e pulito con cura, uscì di casa.
Per strada, anche se non c’era nessuno, camminavo con le mani nelle tasche, quasi avessi paura che qualcuno potesse vedere lo smalto sulle unghie. Arrivai al portone e suonai velocemente tenendo il pugno chiuso. Il portone si aprì ed entrai. Salì le scale ed ecco che mi trovai davanti zio Domenico che mi aspettava sulla soglia della porta. Aveva indossato dei pantaloni di cotone chiari ed una camicia di lino bianca, si era fatto bello per me. Quasi mi sentivo a disagio vestito com’ero. Ci salutammo normalmente ma appena varcai la soglia, mentre con una mano chiudeva la porta, l’altra mano era già stretta sul mio culo. La porta si chiuse e appena entrambi ci girammo, già avevo le sue braccia attorno al collo e la sua bocca sulla mia. Ci baciammo con passione e trasporto, istintivamente, toccai i suoi pantaloni per sentire se era già duro e ebbi una conferma parziale.
“Accomodati tesoro, la cena è pronta.” disse facendomi strada nella sala da pranzo. Aveva apparecchiato tutto per bene e preparato una bella cena a base di pesce. Mi prese due calici di vino bianco e me ne passò uno. “Facciamo un bel brindisi, ti va?” presi il calice.
“Certo zio, a che cosa?” chiesi.
“Voglio brindare alla prima cena ufficiale con la mia nipote preferita, il mio tesoro” e fece toccare il suo calice al mio. Bevemmo entrambi un sorso.
“Cavolo zio, tu sei stupendo… mi sento quasi fuori luogo vestito così…” dissi timidamente guardandolo.
“Oh non preoccuparti tesoro, vai benissimo così, ti cambierai dopo con calma. Abbiamo tutta la serata ancora.” mi disse sorridendo e sorseggiando altro vino “Ora accomodati dai.” mi spostò la sedia e mi misi a sedere.
Iniziammo la cena, io non smettevo di staccargli gli occhi di dosso. Gli dissi che quella settimana era stata fantastica, non mi ero mai divertito così tanto, ero felicissimo. Lui mi rispose con un sorriso e disse che anche per lui era stata una settimana meravigliosa.
“Che belle mani che hai…” mi disse. Sapevo che le avrebbe notate.
“Grazie zio, le ho fatte oggi pomeriggio, pensavo ti avrebbe fatto piacere…” lui annuì subito. “Zio io… volevo chiederti, ecco…. Io volevo dirti che siccome sono stato benissimo con te… Io voglio continuare questa cosa…” dissi quasi balbettando, vidi una specie di luce accendersi nei suoi occhi.
“Bhè, se è così allora… Terremo il segreto e non diremo niente a nessuno tesoro mio!” mi fece un occhiolino. Io sorrisi e continuai a mangiare.
Già immaginavo i nostri futuri incontri, approfittando dei momenti di libertà per qualche scappatella, il desiderio che sale giorno dopo giorno, già mi vedevo in auto mentre succhiavo oppure toccavo il suo cazzo di nascosto approfittando di un momento libero… Chissà se saremmo andati in albergo, la prossima estate avrei voluto fermarmi a casa sua più a lungo per stare tutto il tempo con lui… stavo sognando ad occhi aperti come un innamorato. Un brivido mi corse lungo la schiena mentre continuavo a cenare cercando di contenere tutte le emozioni che in quel momento mi stavano travolgendo. Finimmo di cenare e zio riempì i bicchieri un’ultima volta, lasciando vuota la bottiglia. Facemmo un ultimo brindisi, zio si alzò e iniziò a sparecchiare.
“Perché non vai di là a farti bella tesoro? Qui ci penso io, vai a torna come solo tu sai fare.” mi disse dandomi un bacio e una carezza tra le gambe. Non me lo feci ripetere due volte e corsi subito in camera da letto, aprì l’armadio e mi buttai a capofitto nella ricerca dei vestiti. Aprendo un cassetto, in fondo, trovai un sacchetto di carta che fino ad allora mi era sfuggito. Conteneva una sottoveste nera di pizzo, con dei lacchi sulla schiena e una serie di fiocchetti rossi attorno alla scollatura e sulla vita, era molto trasparente. La guardai e me la provai al volo davanti allo specchio posandola sopra di me, sembrava mi stesse bene considerato che zia era più alta di me ma per fortuna la sottoveste sembrava arrivare appena alla metà delle mie cosce. Nel sacchetto c’era anche un perizoma nero trasparente abbinato. Guardai il tutto per pochi secondi e mi convinsi che quella sarebbe stata la scelta giusta. Aprì un altro armadio alla ricerca delle scarpe, le prime che trovai erano delle semplici decolletè nere, molto simili a quelle che avevo indossato la mattina mentre stavo a quattro zampe sul letto e con il culo all’aria davanti lo specchio. Mi convinsero subito anche quelle. Presi il tutto e sempre silenziosamente andai a chiudermi in bagno. Mi spogliai e misi la sottoveste e notai che era perfetta, provai il perizoma ma era troppo piccolo, a stento riusciva a trattenere dentro il mio cazzo, a malincuore decisi di rimetterlo nella busta. Pettinai i capelli facendo la riga nel mezzo, li lisciai con la spazzola e fermai le due ciocche frontali ai lati della testa con delle mollettine che zia aveva lasciato sul mobiletto del bagno accanto a me. Passai di nuovo fondo tinta, feci un leggero contorno con il rimmel, misi il mascara e per ultimo il rossetto rosso. Mi guardai allo specchio tutto contento. Ora ero pronto. Misi le scarpe e le provai facendo due passi. Le sentivo comode, andai subito alla porta.
“Zio dove sei? Sto arrivando…” dissi.
“Vieni tesoro mio, ti aspetto sempre in salone.” rispose. Iniziai a camminare, si sentiva solo il rumore dei tacchi, quasi esitai questa volta ad entrare nella stanza per l’emozione ma non mi fermai. La reazione di zio fu simile a quella della prima volta che mi aveva visto con i vestiti di zia addosso.
“Mio Dio tesoro….” si alzò e venne verso di me. “Comprai a tua zia questa sottoveste anni fa me lei non l’ha mai voluta indossare…” mi toccò i fianchi.
“Bhè allora lo farò io per te zio, voglio solo che tu sia felice.” risposi.
“Oh piccola mia tu mi rendi felicissimo!” accarezzò i fiocchi rossi sul mio seno e appoggiò le mani per toccarmi.
“Sei meglio di una nipote, se non ci fosse tua zia ti avrei già preso e fatta mia, saresti al posto suo…” le sue mani correvano lungo tutto il mio corpo, già lo sentivo dietro. “Questa sottoveste è fantastica, ti sta benissimo. Girati un attimo.” mi fece girare e guardò la mia schiena, toccò i miei fianchi morbidi stringendo un po’ le maniglie dell’amore “E poi c’è questa bella pancina che mi piace tanto, hai proprio la ciccia giusta amore mio, sei morbida al punto giusto! E guarda questo bel culetto qui sotto…” alzò la sottoveste, si abbassò e iniziò a baciare il mio culo, ogni tanto sentivo qualche piccolo morso ma dopo poco si rialzò in piedi.
“Ora tesoro fatti ammirare meglio, appoggiati a quel tavolo e fammi gustare lo spettacolo!” andò a sedersi sul divano e io andai ad appoggiarmi al tavolo del salone. Zio mi guardava voglioso, gli occhi pieni di lussuria, mentre io me ne stavo lì immobile. Iniziai a muovermi lentamente, toccandomi i fianci per poi salire su verso i seni. Scesi di nuovo in basso e mi accarezzai il cazzo che sembrò reagire appena alla carezza. Mi voltai, poggiai le mani sul tavolo e lentamente mi chinai andandomi quasi a sdraiare sul tavolo. Sentivo il rumore dei pantaloni di zio, li stava sbottonando. Mossi leggermente i fianchi, mi toccai il culo alzando appena la sottoveste per far intravedere le chiappe che aveva appena baciato. Lo sentivo fare apprezzamenti e quando girai la testa per vederlo seduto mentre si godeva la scena, vidi che già aveva la mano dentro i pantaloni. Sorrisi e gli mandai un bacio. Mi rimisi in posizione eretta e sentì che zio mi stava chiamando, voleva che lo raggiungessi. Passo dopo passo arrivai da lui, si stava sfilando i pantaloni e aveva già iniziato ad aprire qualche bottone della camicia rivelando il petto villoso. Mi inginocchiai davanti a lui e arrivai in mezzo alle gambe. Poggiai il viso sulle sue mutande gonfie e sentì il bozzo caldo della sua erezione. Le sue mani mi accarezzavano la testa. Senza che disse una parola, iniziai a baciare il grosso pacco che avevo davanti, aprendo ogni tanto la bocca pe cercare di accogliere dentro quella grossa forma. Anche se aveva ancora le mutande sentivo il calore e l’odore di maschio. Diedi qualche colpo di lingua, il giusto per inumidire il cotone delle mutande e poi lentamente con le tirai giù. Il suo grosso cazzo peloso saltò fuori e andò a mettersi per traverso, con alcuni colpi zio lo fece saltellare e muovere davanti al mio viso, seguivo i movimenti con gli occhi. Lo presi con una mano e misi il viso alla base, avevo le palle sotto il naso e il loro profumo mi riempì tutto. Tirai fuori la lingua ed iniziai a leccare, arrivai alla cappella e la feci entrare nella bocca. I miei occhi erano fissi sul viso di zio Domenico mentre iniziavo a fare su e giù, cercando di far entrare tutto il suo cazzo nella bocca. Il mio naso arrivò a toccare i peli e mi fermai per qualche secondo, sentì zio godere della cosa. Tornai su e ripresi fiato un secondo, poi ricominciai da capo, la mia testa iniziò a muoversi quasi in maniera meccanica mentre la saliva iniziava a bagnare il tutto.
“Si amore mio così…. Hai capito come si fa brava!” disse zio nel pieno godimento.
Muovevo la lingua e succhiavo, cercando di dargli più piacere possibile, la mia bocca iniziò a produrre il classico rumore del pompino goloso fatto dalle troie nei film porno. Zio sembrò apprezzare la cosa, mi prese la testa e accompagnò il mio succhiare con dei movimenti del ventre.
“Così amore brava. Sei meglio della zia sai? Lei non fa queste cose bene come te…. Tu sei perfetta invece, sei la pompinara dello zio, continuerai a succhiare ancora il mio cazzo te lo prometto!” disse mentre teneva ferma la mia testa e faceva entrare e uscire il cazzo sempre più velocemente. Io iniziavo a sentire la mancanza d’aria, iniziavo a strizzare gli occhi. Zio capì subito e staccò la mia testa dal cazzo. Presi una bella boccata d’ossigeno, la bava colava dalla mia bocca. Con una mano zio prese il suo cazzo di marmo e lo passò delicatamente sul mio viso, sulla bocca.
“Dimmi che lo vuoi amore….” sussurrò.
“Si lo voglio zio….!” risposi con il fiato che avevo appena recuperato.
Senza dire nulla zio spinse la mia testa sul cazzo, io aprì subito la bocca e lui entrò velocemente. Continuò a guidarmi alternando il ritmo, accelerando e rallentando, poi ricominciando ancora, fermandosi per farmi riprendere fiato e poi di nuovo tutto da capo. Le mie mani erano sulle sue cosce, avrei voluto toccarmi, sentivo il cazzo che iniziava a pulsare e a muoversi voglioso. Il mio buchetto dietro faceva quasi la stessa cosa. Sempre tenendomi la testa, zio si alzò lentamente in piedi, il suo cazzo restava piantato nella mia bocca quasi fino alla gola, facendomi sbavare. La sottoveste aveva iniziato a bagnarsi con la mia saliva, con alcune dita zio la recuperò e me la sparse sulle guance guardandomi soddisfatto.
“Adesso fai tu amore mio, muovi la testa su…” mi disse.
Io mi staccai appena per riprendere fiato e poi iniziai a fare su e giù, muovevo la testa piano e a ritmo costante, cercando di mettere la lingua per leccargli la parte inferiore del cazzo. Oramai era un ammasso di saliva, bagnato e grondante. Zio più vedeva quanto sbavavo e più si eccitava. Iniziai ad aumentare il ritmo cercando sempre di mantenere il contatto visivo con lui per vederlo come godeva della mia bocca.
“Toccati piccola mia, lo so che vuoi farlo. Fai vedere a zio quel bel pisellino forza!” mi incitò mentre ansimava.
Mi alzai appena la sottoveste, quel tanto che bastava per potermelo prendere in mano ed iniziai a masturbarmi. Alcune gocce di saliva mi bagnavano la cappella e io non mi fermavo un attimo… In pochi secondi il mio cazzo divenne di marmo, quasi come quello di zio, che solo a guardarlo si eccitò ancora di più. Dopo avermi fatto dare una seconda passata alle palle, questa volta le succhiai con cura, una per una e cercai anche di succhiarle insieme. Zio staccò il suo cazzo da me e mi tirò su, una volta in piedi afferrò il mio cazzo (feci lo stesso con il suo) e finimmo per masturbarci insieme mente la sua lingua era tornata nella mia bocca.
“Vai ad appoggiarti sul tavolo amore, sbrigati….” mi disse, appena arrivai al tavolo non mi diede nemmeno il tempo di girarmi che già mi aveva preso i fianchi. Lo sentì dire qualcosa riguardo alla sottoveste mentre con le mani sembrava stesse impastando le mie chiappe, poi la sottoveste si alzò e iniziai a sentire la sua lingua calda che spingeva nel mezzo cercando il buchetto. Istintivamente mi piegai sul tavolo, sentivo le sue mani che aprivano il culo per farsi più strada e subito dopo eccolo lì che stuzzicava il mio ano con la lingua. Oramai avevo capito come funzionava il gioco, iniziai a spingere verso l’esterno e il buchetto si aprì, appena rilassai i muscoli sentì la sua lingua dentro di me e le sue mani che stringevano il mio culo sempre più forte. La lingua sembrava impazzita…. Ansimai dal piacere e subito sentì zio che scendeva giù per leccare le palle e il cazzo. Un brivido di solletico mi fece sorridere, mi girai e vidi zio che cercava di mettere la sua testa proprio sotto il mio cazzo per prenderlo in bocca ma arrivò a succhiare solo a cappella. Già quello bastava per farmi quasi arrivare all’orgasmo, la sua lingua era così forte che sentivo già le contrazioni sul pube e credetti quasi di venire. Con una mossa rapida zio Domenico mi sollevò e mi mise a sedere sul tavolo, mi alzò le gambe facendomi spalancare completamente le cosce, in automatico piegai le ginocchia e i miei piedini finirono vicino alla sua testa. Si dedicò ai piedi, prima uno e poi l’altro, togliendo la scarpa, dando una leccata alla pianta e succhiando qualche dito. Quanto mi eccitava quando faceva il feticista…. mi rimise le scarpe dicendomi che quella sera era importante che le tenessi su, perché mi rendevano più sensuale. Iniziò il suo classico gioco con le dita, arrivò a infilarne quasi tre, mentre le prime gocce di pre sperma uscivano timidamente dalla mia cappella. Glielo feci notare, allora lui si fermo, mi sollevò di nuovo e mi mise in piedi. Prendendomi per i fianchi mi fece girare e mi spinse sul tavolo, sdraiato come prima. Riprese a stuzzicarmi il culo.
“Ora tesoro mio devi rilassarti. Non avere paura andrà tutto bene, fai come ti dico amore mio…” disse mentre iniziavo a sentire il suo cazzo contro il mio culo, capì cosa voleva fare. “Rilassa i muscoli e vedrai che sentirai solo un po’ di dolore all’inizio ma poi ti piacerà te lo prometto!” si preparò e iniziai a sentire il cazzo che puntava verso di me.
La cappella iniziò a muoversi lentamente, cercando di prendere la saliva che aveva lasciato e parte del mio succo anale che le sue dita avevano fatto uscire, si sputò sulla mano e la usò per bagnare meglio l’asta, poi iniziò a spingere. La cappella premeva delicatamente contro di me, zio mi ripeteva di rilassarmi e di non spingere verso l’esterno. All’improvviso entrò, sentì la pelle tirare, un dolore terribile. Le sue mani arrivano sulle mie guance, quasi prendendomi per la gola mentre mi ripeteva di stare tranquillo, poi iniziò a muoversi, entrando e uscendo delicatamente, andando poi ad aumentare gradualmente il ritmo.
“Ah! Zio… Ah! Oddio zio….” ansimai dal dolore mentre lui mi ripeteva che era tutto a posto. Iniziai a sentire il buco sempre più umido e il suo cazzo scorreva in maniera molto più fluida dentro di me. Fu allora che mentre spingeva iniziai a sentirlo. La stessa sensazione di quando giocava con le sue dita. Le prime contrazioni mi fecero irrigidire.
“Oh…. Zio si…. Mio dio…Ahhh!” sussurrai. Lui preso dalla foga non smetteva un attimo di martellare.
“Lo vedi amore, che ti dicevo?” mi disse.
Il suo cazzo oramai scivolava dentro e fuori senza problemi, mi sentì afferrare le braccia e tenermele ferme dietro la schiena mentre una sua mano mi teneva ferma la testa sul tavolo. Le contrazione ed il piacere aumentarono finchè non iniziai a sentire lo sperma che iniziava a premere lentamente nell’uretra.
“Oh cazzo zio…. Si ancora! Cazz… Si!” lo supplicavo di non fermarsi e lui non lo fece. Continuò a martellare e poi iniziò a prendere velocità, sentivo le sue palle sbattere contro le mie con forza, mi sentivo pieno. Era la prima volta che avevo un cazzo dentro di me, forse iniziavo a capire le donne. Ora capivo perché godevano così tanto mentre venivano scopate. Supplicavo ancora e ancora, non volevo che si fermasse mentre mi teneva schiacciato contro il tavolo. La mia erezione iniziava a sparire ma il piacere non diminuiva. La mano che mi teneva la testa si alzò di colpo e subito la sentì tra le mie gambe alla ricerca del mio cazzo. Appena lo trovò, mi scappellò subito.
“Senti come stai colando amore mio….” disse zio mentre con la mano mi strofinava la cappella, aumentando la mia percezione del piacere “Senti amore senti…” la sua mano mi arrivò alla bocca, era umida e bagnata, subito me la mise in bocca e sentì il sapore delle sperma che avevo appena prodotto. Leccai le dita una ad una, zio me le infilò in bocca più volte per assicurarsi che avessi fatto un buon lavoro di pulizia e alla fine si complimentò con me. Iniziavo a sentirmi sempre più dilatato, il culo oramai si era abituato e prorio in quel momento, il suo cazzo uscì fuori. Sentì chiaramente il vuoto dovuto all’apertura e l’aria a contatto con il mio ano aperto e bagnato mi fece freddo.
“Ah….. Oddio….” sospirai.
“ Vai sul divano forza, sdraiati e apri le gambe!” mi ordinò autoritario. Ubbidì subito. Andai a sdraiarmi sul divano, alzai le gambe all’aria e le tenni aperte con le mani. Zio si inginocchiò davanti a me e dopo avermi dato qualche morso sui polpacci, puntò nuovamente il suo cazzo contro il mio culo. Entrò subito stavolta, senza problemi. Riprese il ritmo, non veloce come prima ma più incisivo e lento. Sentivo chiaramente la cappella puntare verso il mio intestino e toccare il Punto G. Prese il mio cazzo in mano, era ancora moscio. Così piccolo da riuscire a farlo sparire nel palmo della sua grande mano. Mentre muoveva le dita, quasi per massaggiarlo, iniziò ad ingrossarsi lentamente. Non perdeva però il ritmo della scopata. Mentre le guardavo pensai che nonostante i peli ed i capelli grigi, zio Domenico era ancora un bel toro, chissà da giovane cosa combinava…. Pensai a zia Maddalena, lei se lo era sicuramente goduto nel fiore degli anni, chissà quante cavalcate le avrà fatto fare…. Mi consolai ripensando a quello che mi aveva detto prima mentre gli succhiavo il cazzo:
Sei meglio della zia sai? Lei non fa queste cose bene come te….
Lo presi come molto più di un complimento, quasi una dichiarazione d’amore, sorrisi al pensiero.
Intanto la mano di zio mi aveva fatto tornare di marmo e già si stava lavorando il mio cazzo in tiro. Mi masturbava quasi a ritmo con i suoi colpi di ventre, eravamo quasi sincronizzati, mi sarebbe piaciuto restare così fino alla fine, sperando che mi venisse dentro ma solo il pensiero servì a darmi il colpo di grazia. Sussultai un secondo, poi uno schizzo rapido, quasi trasparente partì dalla cappella, sentì la mano di zio stringere la presa e continuare a muoversi, piegai la testa per vedere meglio il mio orgasmo.
“Si zio ti prego, non ti fermare! Aaaaaah!” esplosi in preda all’eccitazione.
“Si amore mio vieni, vieni non ti trattenere!” disse.
In pochi secondi una serie di schizzi fortissimi partirono dal mio cazzo e mi arrivarono quasi in pieno viso. Continuavo a tenere la testa piegata, quasi volessi avvicinarmi per vedere meglio il mio primo vero orgasmo anale. Due, tre, quattro, cinque…. Uno schizzo dopo l’altro imbrattarono parte del mio viso e la sottoveste di zia (era stata proprio una bella inaugurazione per quella sottoveste) ma nonostante questo la mano di zio non si fermò finchè non rischiavi di piegarmi in due per via delle contrazione che mi causava la sua mano strusciante sulla mia cappella ormai rosso fuoco.
Appena si accertò che le mie palle oramai erano vuote e non sarebbe potuto uscire più nulla, zio poggiò le sue mani sui miei fianchi, stringendomi e sentendo le maniglie dell’amore in tutta la loro sostanza. Iniziò a spingere sempre più forte, stringendomi e tenendomi per i fianchi, si piegò e mi mise la lingua in bocca ancora un’altra volta, baciandomi con violenza, finchè non esplose. Lo vidi alzasi e sussultare, come se perdesse il fiato e andasse in apnea. Sentì una serie di getti bollenti dentro di me, aumentarono la mia sensazione di riempimento, tutto dentro il mio culo esplodeva. Lentamente zio si fermò. Potevo percepire che il suo cazzo era oramai sfinito, anche se non aveva ancora perso completamente la sua fora dentro di me. Sentivo che aveva smesso di pulsare. Lo presi con le braccia per tirarlo a me e ci abbracciamo.
Restammo così a lungo forse qualche minuto. Io gli baciai il collo e gli succhiai un orecchio, poi presi a baciarlo su tutto il viso.
“Grazie zio…” dissi timidamente. Lui non rispose.
Lo sentì sfilare il suo cazzo ancora mezzo eretto da dentro il mio culo e con un movimento rapido della mano, iniziò a raccogliere il primo sperma che colava dal mio buchetto oramai esausto e non più innocente. Strofinava l’indice e il medio come per cercare di spremere quanto più seme possibile, poi mise il suo cazzo come un tappo per fermare la fuoriuscita di sperma e le sue dita piene di succo mi arrivarono davanti.
“Per te.” mi disse.
Presi la sua mano con la mia come per accompagnarla il più vicino possibile a me ed iniziai a leccare tutto. Zio ripetè l’operazione diverse volte finchè non rimase più niente, poi scese verso il mio buco, diede un bacio con una leccata abbondante e tornò su per baciarmi con la lingua. Sentì tutti i nostri sapori, erano i più bei sapori del mondo in quel momento.
Zio mi tirò su e sostenendomi e tenendomi per mano mi portò in camera da letto. Ci sdraiammo io misi la mia testa sul suo petto, ascoltando il suo battito forte e regolare. Feci scendere la mia mano sul suo cazzo oramai moscio e sfinito. Lo presi in mano, come se volessi proteggerlo e tenerlo al sicuro. Sentì il suo respiro sempre più pesante e capì che si era addormentato. Mi lasciai andare e tenendo il suo cazzo in mano, mi addormentai con la testa sul suo petto.
La mattina dopo aprì gli occhi abbastanza presto, non erano nemmeno le otto del mattino. La mia mano era ancora in basso, accanto al suo cazzo riposato e addormentato. Socchiusi gli occhi un secondo, mi resi conto di cosa era successo. Zio mi aveva sverginato, mi aveva usato per il suo piacere sessuale, come un oggetto. In una settimana ero stato sedotto, prima con i soldi e poi piano piano avevo ceduto sempre più alla sua lussuria e alla mia perversione. Forse qualcun altro si sarebbe vergognato o pentito di tutto ciò, ma io non lo feci. Ero felice in quel momento, da solo , con ancora addosso la sottoveste ed i tacchi di zia, probabilmente con ancora il trucco sbavato in viso, lo smalto rosso su mani e piedi e tutto quel misto di odori e umori che avvertivo attorno e su di me. Mi inumidì le labbra e quasi riuscì a sentire ancora il sapore di zio, del cazzo, del mio e del suo sperma. Ero felice.
Dopo circa mezz’ora zio Domenico aprì gli occhi, gli diedi il buongiorno con un bacio sulle labbra, lui ricambiò senza esitare (avevo quasi paura che si rendesse conto di ciò che aveva appena fatto come era successo a me con il risveglio e si pentisse amaramente, ma non fu così) e mi chiese come mi sentissi dopo quella notte. Risposi che stavo da Dio.
Ci alzammo, lui preparò la colazione, io andai in bagno, mi spogliai e mi infilai sotto la doccia. Una decina di minuti dopo uscì completamente lavato, come nuovo. Controllai allo specchio se avessi ancora qualche segno del trucco in faccia ma sembrava non ci fosse più nulla. Misi un paio di infradito con un leggero tacco a zeppa che zia aveva lasciato al bagno, mi avvolsi i capelli nell’asciugamano e poi misi l’accappatoio rosa di zia. Camminai verso la cucina, dove sentivo zio che stava preparando la colazione. Mentre camminavo sentì l’ano farmi un po’ male e quando arrivai in cucina e mi sedetti sulla sedia dopo aver dato un bacio a zio, sentì effettivamente un dolore tangibile che mi fece cambiare più volte posizione sulla sedia.
“Ti passerà vedrai. E poi, se dobbiamo continuare, ti ci abituerai…” mi disse zio Domenico facendomi l’occhiolino e sorridendo mentre sorseggiava il suo caffè.
“Lo spero zio.” risposi. Presi la mia tazza di latte e inzuppai un biscotto guardando zio Domenico e sorridendo.
(Racconto tratto da una storia vera. I nomi dei personaggi e alcune vicende sono stati modificati per proteggere la privacy dei diretti interessati. Per qualsiasi informazione, suggerimento o domanda potete scrivere a: forbidden.fantasy@outlook.com )
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…