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La Storia di Monica – Cap. 1.7 – Daniela e Luigi

By 15 Maggio 2017Aprile 22nd, 2020No Comments

L’immagine che apparve sul mio cellulare era quanto di più esplicito sarebbe potuto esistere : Daniela ed io nude in ufficio in una posizione che non lasciava alcun dubbio su cosa stavamo facendo.
Non feci in tempo a riprendermi che la mia collega apparve alla porta, forse ancora più sconvolta di me.
‘Hai visto ?’ mi chiese quasi balbettando.
Mentre annuivo arrivò un messaggio il cui testo era quasi una provocazione.
‘Volete che la vedano tutti ?’
Risposi ‘NO’ quasi d’istinto, ben sapendo che quello era un ricatto in piena regola, senza però immaginarne lo scopo non avendo nulla con cui pagare.
Dopo qualche minuto mi arrivò un altro SMS, che mi gettò nel panico.
‘Sabato mattina alle 10 tutte e due andrete all’hotel Principe. Miniabito senza reggiseno. Come vi vedrò arrivare saprete in che stanza andare. Se fate le brave finisce li.’
‘Il bastardo ci vuole scopare.’ dissi trattenendo a stento le lacrime.
‘E’ vero, però ha scritto che può essere sola una volta, inoltre non &egrave che abbiamo un’alternativa, se non andarcene da qui e diventare due disoccupate.’ mi rispose lei cercando di vedere il bicchiere mezzo pieno.
Rimasi in silenzio non avendo nulla da dire, sennonché c’era solo da sperare che davvero si trattasse di un rapporto occasionale e nulla più, anche perch&egrave giravano storie di donne ricattate sessualmente e nessuna di queste aveva un lieto fine.
Passai due giorni pieni d’angoscia, piena di domande senza alcuna possibile risposta, e dubbi su ciò che sarebbe potuto accadere in quell’hotel.
Angoscia che mi portai sino a qualche minuto prima delle dieci, davanti all’hotel Principe con Daniela al mio fianco nell’attesa d’istruzioni.
‘E se fosse Luca ? Quello che ci siamo fatte nel bagno ?’ mi chiese cercando forse più di rompere
l’attesa che sperando d’indovinare il nostro ricattatore.
Non feci in tempo a risponderle che mi arrivò un SMS.
‘Stanza 247’
‘Andiamo.’ le dissi con un insolito tono deciso ‘E nell’ascensore togliti il reggiseno perch&egrave non voglio che s’incazzi anche con me.’
Entrammo quindi nell’hall dell’hotel, dove nessuno ci chiese dove stavamo andando, e durante la breve salita in ascensore, Daniela si sfilò il reggiseno che mise poi nella borsetta. Giunte davanti alla porta della stanza 247 non ebbi alcuna esitazione, diedi due colpi con la mano per poi aprire e trovarmi davanti una persona ben nota.
‘Avvocato Saraceni …lei qui…’ dissi senza riuscire a comporre un pensiero con qualche significato.
Luigi Saraceni lavorava nel nostro stesso studio, ed era considerato un grande esperto di diritto commerciale. Era anche famoso per il suo soprannome ‘Una botta e via’, poiché non aveva mai avuto alcuna relazione che fosse durata più di una settimana.
‘Tu sei un porco !’ esclamò Daniela piena di rabbia ‘Dacci quelle foto o…’
‘Oppure cosa mia care troiette.’ rispose lui senza muovere un ciglio, rimanendo seduto al centro di un grosso divano ‘Ora invece di fare le scandalizzate, ubbidirete ad ogni mio ordine e soddisfare ogni mia richiesta. Poi vi darò la scheda dove fate le zoccole e ve ne potrete andare, oppure potete farlo adesso sapendo che non farete in tempo ad uscire da quest’hotel che tutti sapranno come siete fatte nei minimi dettagli.’
‘Cosa vuoi che facciamo.’ dissi prendendo l’iniziativa sapendo che Daniela mi avrebbe seguito, non avendo come me nessuna alternativa.
‘Brave le mie troiette vedo che avete capito. Mettete le borse sul tavolino poi sistematevi davanti a me con le gambe leggermente aperte, quindi tirate su le gonne e giù le mutandine sino alle ginocchia.’
Obbedimmo in silenzio per ritrovarci seminude davanti a lui, che sorseggiava un drink come se fosse la situazione più naturale al mondo. Il suo sguardo era quasi di ghiaccio, e il fissarci senza dire nulla, era peggio di uno schiaffo in pieno volto.
‘Monica mettiti a quattro zampe e vieni a sdraiarti su di me, voglio giocare col tuo bel culo.’ mi disse dopo alcuni minuti in cui provai un imbarazzo senza fine.
Mi misi carponi e camminando come un animale arrivai davanti a lui, che mi sistemò con fin troppa grazia sulle sue gambe.
‘Manlio apprezza tutta questa bellezza ?’ mi chiese accarezzandomi il sedere.
‘Sì ma non abbiamo una relazione.’ risposi cercando di nascondere il vero rapporto che c’era fra me ed il mio mentore.
‘Però Manlio ! Non so perch&egrave ma da lui non me lo sarei aspettato, sarà che lo vedo sempre chiuso in ufficio, eppure trova il tempo per scoparsi una come te.’
Luigi iniziò ad alternare carezze e piccoli scapaccioni sulle chiappe, sfiorandomi a volte la passera e facendo così sì che la mia tensione si trasformasse quasi in eccitazione.
‘Sai che avrò il tuo culo che tu lo voglia o meno.’ mi disse dandomi una sculacciata un po’ più forte delle precedenti.
‘Sì ma anche che la finiremo qui oggi, perch&egrave sei un porco ma anche un uomo di parola.’
Lui mi fece scendere per poi farmi inginocchiare al suo fianco, mentre chiamava Daniela a prendere il mio posto.
‘Tu invece sei una troia punto e basta.’ le disse colpendola con una certa foga fin da subito ‘Non solo stai con quella gran puttana di Nadia, e quindi devi scopare quasi quanto lei, ma sei venuta qua col reggiseno nonostante vi abbia ordinato di non farlo e quindi meriti una punizione.’
Luigi tirò fuori da una tasca un piccolo plug, che Daniela ebbe appena il tempo di leccare, prima che lui glielo infilasse nell’ano.
‘Dimmi un po’ troia che non sei altro, Nadia ti fa partecipare alle sue orge o ti usa solo come cane da leccata, o si diverte a tenerti a fica asciutta mentre lei scopa con qualche ragazzo che potrebbe essere suo figlio.’ le disse mentre la sculacciava con tanta forza da farla quasi piangere ‘O dovrei chiederti quanti cazzi veri o finti hai preso con lei nel culo, perch&egrave lo so che alla tua amica piace prenderlo dietro.’
Non so perch&egrave ma vedere la mia amica sculacciata con tanta violenza mi eccitava a dismisura, tanto che mi ritrovai a baciarla fingendo di darle conforto, ma cercando invece un po’ di piacere per soddisfare le mie voglie.
Forse fu quel gesto di tenerezza che fece smettere Luigi, il quale ci ordinò di metterci in piedi e spogliarci a vicenda.
Noi ubbidimmo ben felici che lui non ci picchiasse più, e quasi per ricambiare ci spogliammo senza mai smettere di baciarci e toccarci a vicenda.
‘Ora in ginocchio a occuparvi del mio cazzo.’ ci disse calandosi i pantaloni e mettendo in mostra un membro di più che discrete dimensioni.
Ci ritrovammo così fra le sue gambe a leccare a turno ora i suoi coglioni, ora il suo cazzo, sfiorandoci con le mani quasi di nascosto, anche per darci forza l’un l’altra.
Quando lui ci fece salire in ginocchio sul divano, pese la testa di Daniela e la spinse quasi con forza contro il suo pene, mentre portò la mia vicino alla sua per baciarmi con ardore.
‘Tu non sei una troia come lei.’ mi disse staccando per un attimo le sue labbra dalle mie ‘Per questo voglio vederti godere.’
‘Allora sdraiati e lascia fare a me.’ gli risposi quasi spingendolo verso il basso dopo avergli tolto quel che ancora aveva indosso.
Mi sistemai sopra di lui mettendogli la fica in faccia, per poi afferrargli palle e cazzo che palpeggiai con dolcezza.
‘Daniela lecca il culo dell’avvocato.’ dissi alla mia amica facendole l’occhiolino ‘Fai come quando sei con Nadia, delle belle passate di lingua intorno al buco, e poco conta che adesso poi non puoi leccare una fica, ma due belle palle.’
Quasi affamata di sesso gli presi il pene con una mano, stringendolo un po’ alla base, per poterlo leccare come più mi piaceva, facendolo anche scorrere velocemente fra le labbra per tenerlo in costante eccitazione. Ben presto però mi ritrovai ad essere io la più vogliosa di sesso, così mi alzai sul divano per poi impalarmi su quel cazzo che mi scivolò dentro senza alcun dolore.
‘Leccami la fica, voglio godere e non solo di questo gran cazzo.’ dissi alla mia amica avvicinandole la testa verso la mia passera.
Lei ubbidì leccando anche le palle di Luigi, che non tardò a mostrare quanto apprezzasse quel trattamento.
‘Siete davvero due belle troiette, ma del resto una &egrave una puttana che sta con una sua simile e l’altra &egrave solo una gran maiala con la faccia d’angelo.’
‘Siccome parli troppo si cambia.’ gli dissi fingendomi offesa.
Feci sdraiare Daniela per poi mettermi sopra di lei nel più classico dei sessantanove, e dopo averle ben aperte le gambe, invitai Luigi a scoparla.
‘Guarda com’&egrave bagnata questa fica. Per me il tuo cazzo dentro ci sta dentro benissimo.’ dissi allargando le sue grandi labbra come ad offrirle al nostro ricattatore.
Lui la penetrò completamente con un solo affondo, facendola genere anche per il dolore, ma io non le diedi modo di lamentarsi spingendole la fica contro la bocca, mentre la mia raggiungeva quella di Luigi.
‘Ti piace mostrare il tuo potere.’ gli dissi mentre lui scopava con forza Daniela ‘Con noi però devi anche stare al nostro gioco, ma del resto a te importa solo godere.’
Lui non rispose ne fece nulla, se non quando poco prima di venire, non prese la mia testa per infilarmi il cazzo fra le labbra.
‘Ti sborro in bocca troia !’ quasi urlò in preda all’orgasmo, schizzandomi il suo piacere direttamente in gola, che inghiottii senza poter fare altrimenti.
‘Brava bevi tutto e dopo fammelo tornare duro perch&egrave voglio i vostri culi.’ mi disse allungandomi una pacca sul sedere.
Sentii la lingua di Daniela bagnarmi il buchetto e fui dispiaciuta dal non poter ricambiare il favore, ma lui mi teneva la testa ben salda contro il suo pube quasi scopandomi in bocca.
‘Bene ora a pecora una vicina all’altra.’ ci disse quando il pene gli tornò in piena erezione. ‘E mi raccomando toccatevi e baciatevi, mi piace quando fate le lesbiche.’
Daniela ed io ci sistemammo carponi come Luigi ci aveva ordinato, iniziando anche a sditalinarci a vicenda non solo per eccitarlo, ma soprattutto per nostro personale piacere.
Luigi mi sodomizzò per prima, facendomi anche un po’ male ma non troppo. Poi fu un vero toro, fottendomi senza alcuna pietà o riguardo, ma pensando solo al proprio piacere. Lo stesso trattamento ebbe poi Daniela, che però dimostrò quasi di gradire il suo modo di fare, forse perch&egrave era più abituata ad avere rapporti anali, ma anche perch&egrave finalmente lui le tolse il plug dall’ano.
Quando si rimise dietro di me compresi che dovevo cambiare atteggiamento, e non essere più solo passiva.
‘Sai che a Manlio non permetto di farmi il culo.’ gli dissi inarcando la schiena ‘Tu invece mi fai godere anche trattandomi come una cagna.’
‘Perch&egrave sei cagna dentro !’ mi rispose affondando il cazzo dentro di me con ancora più vigore ‘Daniela mettile la fica in faccia, voglio vedere godere anche te.’
La mia amica s’andò a sedere sullo schienale del divano per far sì che le potessi leccare la passera, mentre lui continuava a martellarmi senza sosta.
Io presi a masturbarmi all’inizio per alleviare il dolore della sodomizzazione, ma poi solo per darmi ancora più piacere, dato che godevo anche dall’essere inculata in modo così selvaggio.
Luigi si fermò solo poco prima di venire, ma questa volta fu Daniela a bere il suo seme, mentre io crollavo esausta sul divano.
‘Questa &egrave la scheda con voi due.’ ci disse dopo qualche minuto ‘Ora potete andare.’
Daniela prese la scheda, poi ci rivestimmo di tutta fretta per uscire dalla stanza senza dire nulla.
‘Tu vai, io ho lasciato dentro il cellulare.’ dissi alla mia amica che mi diede un bacio sulla guancia prima di sparire dentro un ascensore.

Rientrai senza bussare trovando Luigi che si stava rivestendo.
‘Dimenticato qualcosa ?’ mi chiese un po’ stupito.
‘Sì un orgasmo.’ gli risposi chiudendo la porta per poi sfilarmi gli slip, alzare il vestito e piegarmi contro una scrivania.
Lui abbassò l’abito quel tanto che bastava per scoprire il seno, poi prese a palparmi tette e culo, sussurrandomi oscenità all’orecchio.
‘Sei più troia di quel che pensavo, a te il cazzo non basta mai, sei solo da portare in un club privé e farti scopare da chiunque ne ha voglia.’
‘Sai a volte mi piace sentirmi zozza dentro, e Manlio &egrave sempre così dolce…’ gli risposi mentre lui mi legava blandamente le mani dietro la schiena usando la cintura dei pantaloni.
Luigi iniziò a sculacciarmi come aveva fatto prima, senza mai diventare violento, ma facendomi arrossare un po’ le chiappe, mentre giocava con i miei capezzoli stringendoli dolcemente fra le dita. Scoprii che quel trattamento mi stava eccitando tanto da farmi colare gli umori sulle cosce, e quando lui se ne accorse, m’infilò due dita nella passera.
‘Hai la fica talmente bagnata che potresti prendere due cazzi alla volta senza accorgertene.’ mi disse dandomi due ceffoni sulle chiappe un po’ più forti degli altri.
Quando sentii che si stava allontanando mi girai per inginocchiarmi davanti a lui, e tirar fuori quello che volevo con così tanta desiderio : il suo gran cazzo.
Non persi neanche un attimo e presi subito a spompinarlo con ardore, mentre una mano faceva capolino tra le mie gambe, trovando la passera ormai fradicia, e non ci volle neanche troppo per far sì che il pene gli tornasse duro.
‘Scopami.’ gli dissi piegandomi nuovamente contro la scrivania e tenendo ben aperta la fica ‘Poi fai quello che vuoi, ma adesso scopami.’
Luigi mi prese proprio come volevo, con quel misto di violenza e passione che fa sentire ogni donna completamente posseduta dal suo uomo, tenendomi ben salda per i fianchi e affondando il cazzo dentro di me in modo incostante, ora lento ora veloce, per far sì che perdessi ogni pudore e mi concedessi al piacere con tutta me stessa. Cercai di tenermi alla scrivania con tutte le mie forze per non perdere neanche un affondo del suo bastone, gemendo sempre più forte ogni volta che sentivo le sue palle sbattermi contro il pube.
L’orgasmo, il primo vero della giornata, mi travolse spezzandomi in due, come una diga frantuma l’oda che vuole superarla, proprio mentre lui affondava il pollice nel mio ano, come a farmi capire quale sarebbe stato il prosieguo del rapporto.
Il mio amante mi diede però tutto il tempo di riprendermi, rimanendo fermo dietro di me.
‘Sdraiati qui sopra.’ gli dissi indicando la scrivania, e dimostrando una notevole agilità, Luigi si mise come gli avevo chiesto in un attimo.
Ancora un po’ barcollante per l’orgasmo mi misi in piedi sopra di lui e feci cadere a terra il mio vestito, che ormai era solo d’intralcio. Poi presi il suo pene in mano e lo diressi contro il mio sfintere, per infilarcelo dentro senza emettere alcun gemito.
‘Mi spiace solo che mi stancherei di te come di tutte le altre.’ mi disse afferrandomi le tette ‘Perch&egrave sei una donna unica.’
‘Stai zitto e scopa.’ gli risposi iniziando a cavalcarlo, aumentando via via il ritmo e riprendendo a godere come prima.
Nonostante i miei sforzi, quella era però una posizione che permetteva ben pochi movimenti, così lui mi portò sul divano, e dopo avermi fatta sdraiare, m’inculò donandomi però solo piacere.
‘Toccati, mi piace quando lo fai.’ mi disse dopo avermi baciata.
Allungai una mano sul seno e l’altra sulla fica per sfiorarla, ma ben presto presi a masturbarmi infilandomi due o tre dita dentro, facendo quasi sì che lui fosse un di più.
‘Non smettere mai.’ urlai quasi posseduta da una forza sconosciuta ‘Scopami come vuoi ma fammi godere.’
Lui estrasse il pene dall’ano per infilarlo nella passera, per poi sodomizzarmi nuovamente e quindi cambiare porta del piacere, facendomi letteralmente impazzire, tanto che ebbi ben presto un nuovo orgasmo.
Dopo fu solo un continuo entrare e uscire dalla fica e dal culo, mentre io tenevo due dita dentro la passera, e lui il pollice dentro il buchetto.
Quando fu il suo turno quasi lo buttai sul divano per potergli prendere il bocca il pene, e assaporare nuovamente il suo sperma. Mi bastò far scorrere un paio di volte le labbra sulla sua asta, per ritrovarmi il suo orgasmo in gola, ma non dissi nulla, anzi cercai di tenere in bocca quel liquidi prezioso il più a lungo possibile per assaporarne il gusto fin nelle minime sfumature.
Mi vestì per la seconda volta senza dire una parola, ma del resto ogni discorso sarebbe stato inutile se non dannoso, ma quando mi diressi verso la porta lui s’alzò di scatto e mi spinse contro la scrivania.
‘Ho un regalo per te.’ mi disse alzandomi il vestito.
Luigi tirò fuori dei pantaloni il plug che aveva usato con Daniela, e me l’infilò nell’ano ormai dilatata senza che io provassi alcun dolore.
‘Questo &egrave per farti ricordare della giornata, lo meriti più tu della tua amica.’
‘Grazie anche se &egrave usato.’ gli dissi sorridendo prima di lasciarlo solo nella stanza per tornare nel mio appartamento.
Quello che non gli dissi mai &egrave che facendo il viaggio verso casa con quel plug, mi eccitai a tal punto che, una volta giunta nel mio appartamento, dovetti masturbarmi con un dildo, per dar pace alle mie ormai insaziabili voglie.

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