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L’ammiratore segreto

By 7 Gennaio 2015Febbraio 9th, 2020No Comments

1a settimana.
Martedì.

Come ogni pomeriggio decido di prendermi un paio d’ore di sole.
Mi distendo sul prato della mia villetta al riparo da sguardi indiscreti, o almeno così penso.
Dopo mezz’ora che mi sto rilassando sotto il sole squilla il mio cellulare.
Numero sconosciuto. Rispondo comunque.
‘Ciao, ma lo sai che sei proprio stupenda il quel costumino viola?’
‘Chi sei?’
‘Un tuo vicino che si sta gustando il tuo splendido corpo.’
‘Impossibile, nessuno mi può vedere in quest’angolo del mio giardino.’
‘Ti sbagli, da dove sono io ti vedo benissimo.’
‘Sul serio?’
‘Si. Hai proprio un corpo da favola.’
‘Beh, grazie.’ rispondo tra l’imbarazzata e l’impaurita. Un guardone mi sta osservando da chissà quale finestra e di chissà quale casa.
‘Sono alcuni giorni che ti osservo e faccio mille fantasie su di te.’
‘Come hai fatto ad avere il mio numero?’ chiedo.
‘Non &egrave stato facile. Ma alla fine sono riuscito ad averlo.’
‘Come?’
‘Un amico di un amico di un amico… Tuo marito dov’&egrave?’
‘Rientra tra un po” cerco di mentire per scoraggiare il malintenzionato.
‘Non dire bugie, lo so che resta fuori per lavoro tutta la settimana.’
Ha ragione, parte lunedì mattina e rientra venerdì, al massimo giovedì se riesce a finire prima. Da quando ho perso il lavoro ha deciso di accettare una promozione con relativo aumento, anche se questo nuovo incarico lo tiene fuori di casa per quattro notti a settimana.
‘E i tuoi figli?’
Questo tipo sa troppe cose, meglio stare al suo gioco.
‘Sono entrambi in un altra città per studio. Ma questo già lo saprai?’
‘Si hai ragione, lo sapevo già. Era solo per vedere se questa volta eri sincera con me.’
“Quanti anni hai? 38, 39?”
“Sai tante cose ma non sai quanti anni ho?”
“Non so tante cose, ne so alcune.”
“Ne ho 42.”
“Wow, te ne davo al massimo 40 perch&egrave so che tua figlia più grande ne ha circa 20. Altrimenti, con quel corpo da sballo, te ne avrei dati al massimo 35.”
“Grazie.” Rispondo lusingata dal complimento e orgogliosa per avere ancora un fisico che attira le attenzioni di qualcuno.
“E’ la pura verità. Sei bellissima. Adesso ti lascio prendere il sole in santa pace. Magari ci sentiamo domani. Ciao.”
“Ciao.” Rispondo automaticamente e riaggancio.
Che strana telefonata.
C’&egrave un maniaco che mi osserva da chissà dove. Un maniaco? Come sono prevenuta, diciamo che ho un ammiratore segreto. Alla mia età, con un marito che ultimamente mi trascura un po’, &egrave bello avere qualcuno che ti faccia sentire ancora attraente.

Mercoledì.
Mi distendo sull’asciugamano. Ogni tanto do un’occhiata al telefono, chissà se chiamerà anche oggi.
Dopo un po’ il telefono squilla.
‘Ciao, mi stavi aspettando?’
‘A dire il vero si.’
‘Come mai?’
‘E’ bello essere apprezzata. Una donna ha sempre bisogno di sentirsi desiderata.’
‘Tu non hai idea di quanto ti desideri. Sono giorni che ti osservo e penso a quale sia il tuo potenziale.’
‘Potenziale? Cosa intendi?’
‘Una donna come te, con un fisico come il tuo, non ha niente da invidiare alle ventenni che vedi in giro oggi. Peccato che il tuo costume sia un po’ troppo castigato.’
‘Troppo castigato? A me sembra vada bene così com’&egrave.’
‘Dici? Secondo me puoi osare di più. Vai alla porta d’ingresso, c’&egrave un pacchetto per te. Fai in fretta ti aspetto.’
Recupero il pacchetto e lo apro. All’interno trovo un costume, se così si può definire, composto da due triangolini poco più grandi della aureole dei miei capezzoli e un triangolino un po’ più grande che copre a malapena il mio sesso, ovviamente dietro c’&egrave solo un filo.
Riprendo il telefono.
‘Tu sei pazzo se pensi che indossi questo coso!’
‘Invece secondo me lo indosserai. In fondo in fondo ti piace essere osservata. Non lo devi indossare subito. Ma se vuoi farmi contento, domani esci a prendere il sole con il mio regalo. Ciao.’
E riaggancia.
In fondo non ha tutti i torti. Questo gioco inizia a piacermi. Magari domani cambio idea e indosso il suo costume.
Mi ridistendo sull’asciugamano e inizio a immaginarmi come mi dovrebbe stare il costumino. Inizio a eccitarmi, sento un calore divampare dal mio sesso, infilo una mano nelle mutande ma un attimo dopo ricordo di essere osservata e la ritraggo di scatto. Cerco di rilassarmi e di non pensare a quello che mi &egrave appena successo.

Giovedì
Sono ancora titubante sul da farsi. Mi faccio coraggio &egrave indosso il bikini striminzito che il mio ammiratore mi ha regalato. E’ veramente minuscolo. La mia terza abbondante traborda da tutte le parti lasciando poco all’immaginazione. Invece il perizoma risalta il mio culo quasi perfetto e il triangolo anteriore mi copre abbastanza, non devo neanche radermi in quanto tengo la mia passerina sempre completamente depilata.
Esco sul prato e prendo posizione.
Dopo una decina di minuti arriva l’attesa chiamata: ‘Spostati 2 metri più a destra’.
‘Se mi sposto qualcun altro mi potrà vedere.’ Rispondo.
‘Vorrà dire che sarà la sua giornata fortunata. E saprà che bel pezzo di vicina ha.’
Eseguo l’ordine e mi sposto. In questa nuova posizione anche qualche altro vicino può vedermi. Per fortuna che a quest’ora del pomeriggio sono tutti al lavoro… o almeno spero.
‘Brava! Così ti vedo ancora meglio.’
‘Come mi sta il costume?’ Gli chiedo.
‘Sei una meraviglia! Mi stai facendo eccitare in una maniera incredibile.’
‘Non &egrave troppo volgare?’
‘Per niente, anzi valorizza ancora di più il tuo splendido corpo.’
‘Però mi fa sembrare una…’
‘Vuoi dire troia?’
‘Si.’
‘E non ti piace? Non ti piace saperti vestita così e scrutata da occhi indiscreti?’
‘Si.’ Rispondo nuovamente.
‘Ti stai eccitando?’
‘Si.’ Confesso.
‘Bene. Ci sentiamo domani. Ciao.’
‘Ciao.’

Venerdì
Mi infilo nuovamente il mio microbikini e mi metto in posizione. Mi metto direttamente, come il giorno prima, più spostata ma anche più in vista.
Adesso il pomeriggio non vedo l’ora arrivi la sua telefonata.
Dopo una decina di minuti il telefono finalmente squilla.
‘Ciao.’
‘Ciao. Vedo che hai rimesso il mio regalino.’
‘Non dovevo?’
‘Speravo osassi di più.’
‘Meno vestita di così &egrave impossibile.’ Replico.
‘Ti sbagli, mi piacerebbe vederti in topless.’
‘In topless? Qui?’
‘Si, in topless!’ Ribatte lui.
Lascio trascorrere qualche secondo, il tempo per far finta di soppesare la sua richiesta che avevo già deciso di esaudire appena me l’avevo chiesto.
Guardandomi attoro, con finta circospezione, mi sfilo il mini reggiseno che a malapena copriva il mio seno. Mi ritrovo nel giardino di casa mia con le tette al vento.
Riprendo in mano il telefono.
‘Come ti senti?’ Mi chiede.
‘Bene. Pensavo di sentirmi più in imbarazzo ed invece mi sento stranamente a mio agio.’
‘Non ti sembra di essere sempre più…’
‘Troia?’ Questa volta finisco io la frase.
‘Si. Ti senti sempre più troia?’
‘Si.’
‘Si cosa?’ Mi istiga lui.
‘Mi sento proprio una troia.’ Dico senza esitare. E dirlo mi fa eccitare.
‘Bene, volevo proprio sentirtelo dire. Avrei un’altra richiesta?’
‘Cosa?’ Chiedo incuriosita.
‘Vorrei vedere anche la tua figa. Scosta un po’ il costume.’
Non faccio obiezioni, porta una mano sull’orlo delle mutandine e le tiro da una parte. Lascio il mio sesso alla sua vista per non più di cinque secondi.
‘Wow. Stupenda. Ma non mi basta. Toglile!’
‘Ma sei impazzito? Così resterò completamente nuda.’ Rispondo cercando di opporre una finta resistenza che non ho.
‘Non ti eccita l’idea?’
Appoggio il telefono e con entrambe le mani mi sfilo le mutandine.
Riprendo in mano il telefono.
‘Contento?’ Chiedo.
‘Meravigliosa! Allargo solo un po’ le gambe.’
Eseguo l’ordine esponendo la parte più intima del mio sesso.
Lascio passare qualche minuto.
‘Adesso però mi rivesto.’
‘No, non rivestirti. Mettiti a pancia in giù, così ammiro anche il tuo splendido culo. E poi resta così finch&egrave non decidi di rientrare. Passa un buon fine settimana con tuo marito e i tuoi figli. A lunedì. Ciao.’
Mi giro sottosopra e resto li a farmi ammirare per un altro quarto d’ora, poi decido di rientrare. Tra un paio d’ore rientra mio marito e voglio farmi trovare in ordine.

2a settimana.
Lunedì.

Oggi sono nuovamente a casa da sola.
Ho passato un tranquillo week-end con mio marito e mio figlio. Mia figlia invece ha preferito trattenersi nel suo appartamento di studio per prepararsi ad un imminente esame.
Oggi non posso uscire a prendere il sole perch&egrave piove.
Decido quindi di rilassarmi con un buon libro.
Oramai puntuale il telefono suona anche oggi.
‘Ciao non ti aspettavo oggi.’
‘Purtroppo il tempo oggi non mi permette di ammirarti.’
‘Già, mi dispiace.’
‘A tutto c’&egrave rimedio. Vai alla porta, c’&egrave un piccolo regalo per te.’
Vado alla porta, per terra c’&egrave una piccola scatola, la prendo, la porta dentro e la apro. All’interno c’&egrave una webcam.
‘Cosa vuoi che faccia?’
‘So già che hai un account Skype. Collega la webcam alla presa usb del tuo pc, apri Skype e accetta la richiesta di amicizia.’
Faccio come mi dice, posiziono la webcam perch&egrave inquadri bene il divano, una volta avviato Skype una notifica mi avvisa di un nuovo contatto in attesa di essere accettato. Do il mio consenso.
‘Fatto.’
‘Ok, adesso ti posso vedere. Ma non sono abituato a vederti così vestita. Metti della musica e fammi uno spogliarello.’
Divertita dall’insolita richiesta, appoggio il telefono in vivavoce sul mobile, sposto leggermente la webcam perch&egrave mi inquadri da capo a piedi, accendo la radio ed inizio uno spogliarello, un po’ goffo all’inizio ma una volta superato l’imbarazzo iniziale non mi pare niente male.
Ho un attimo di esitazione quanto resto in mutande e reggiseno.
‘Non vorrai fermarti adesso?’ Mi incita lui.
Finisco lo spettacolo togliendo anche quelli e restando completamente nuda davanti alla webcam. Sono leggermente eccitata.
Sento un applauso provenire dal telefono.
‘Brava! Fantastica!’
‘Grazie.’
‘Siediti pure sul divano dov’eri prima.’
Riposiziono la webcam e mi accomodo sul divano.
‘Toccati le tette.’
Metto le mani sul mio seno e inizio a massaggiarmelo sensualmente. L’eccitazione continua a crescere.
‘Apri le gambe.’
Le spalanco.
‘Toccati la figa.’
Porto una mano sul clitoride ed inizio a masturbarmi, l’eccitazione raggiunge le stelle e in un attimo ho un orgasmo. Lentamente mi fermo.
‘Wow che spettacolo! Ho un ultima richiesta per oggi.’
‘Se posso…’ Rispondo oramai succube della situazione.
‘Girati. Divaricati le natiche e fammi vedere il tuo buchino.’
‘Così?’ Dico una volta girata e mostrando la mia passera e il mio culo alla webcam.
‘Perfetta! Sei proprio una gran figa.’
‘Grazie.’ Rispondo imbarazzata dal complimento un po’ volgare.
‘E’ la pura verità!’
Dopo qualche secondo di silenzio mi giro, non &egrave più collegato alla webcam ed il telefono &egrave riagganciato.
Sembra gli piaccia lasciarmi sulle spine quando sono all’apice della mia eccitazione.

Martedì.
Purtroppo &egrave brutto tempo anche oggi quindi niente tintarella.
Aspetto ansiosa anche oggi la sua chiamata, oramai questo gioco che ravviva le mie noiose giornate mi sta prendendo sempre più la mano. Finch&egrave il gioco non si spinge troppo oltre lo trovo anche divertente.
Alla consueta ora arriva un messagio su Skype. Un indirizzo internet.
Ci clicco su e il browser apre una pagina internet con diverse foto di me nuda sul prato, con il video del mio spogliarello e di quanto successo dopo.
Afferro il telefono e questa volta sono io a chiamare lui.
Mi risponde subito.
‘Ma sei impazzito? Hai pubblicato le mie foto su internet?’ Lo aggredisco.
‘No, quella pagina che hai visto la conosciamo solo io e te, nessun altro ci può arrivare.’
‘Meno male,’ tiro un sospiro di sollievo ‘pensavo fossi uscito di testa. Sai che cosa succederebbe se mio marito, i miei figli o le persone che conosco vedessero quelle foto? Sarei rovinata.’
‘Non lo farei mai. Questo sito &egrave solo per te, voglio che tu ti renda conto di quanto bella ed eccitante puoi essere. Sai, vedere ogni giorno il tuo corpo perfetto disteso sotto il sole ha scatenato le mie più sfrenate fantasie. E voglio che tu realizzi queste mie fantasie.’
‘Vuoi scoparmi?’ chiedo schiettamente.
‘Quello sarà solo una delle mie richieste.’
‘Non capisco. Allora cosa vuoi?’
‘Te l’ho detto, voglio che tu realizzi ogni mia fantasia. Non &egrave un ricatto, &egrave un gioco, puoi tirarti dietro quando vuoi. Basta che tu lo dica e scomparirò dalla tua vita.’
‘Cosa dovrei fare esattamente?’
‘Ti proporrò di volta in volta delle nuove esperienze e sono sicuro che dopo un po’ sarai tu a chiedermi di provare sempre qualcosa di nuovo.’
‘E se mi rifiutassi?’
‘Nessun problema. Come ti ho già promesso ti lascerò alla tua noiosa vita e non mi sentirai più.’
In effetti la mia vita ultimamente &egrave diventata mooooolto noiosa, la sua proposta sembra interessante e se in ogni caso non me la sentissi potrei sempre tirarmi indietro.
‘Ok, ci sto!’ rispondo anche incuriosita dalla sua proposta.
‘Bene! Allora il nostro gioco inizia ora, d’accordo?’
‘Ora? Cosa hai in mente?’
‘Spogliati completamente. Tra poco arriverà un corriere con un pacco, &egrave una ragazza. Ritira il pacco nuda, sicuramente non ti sentiari in imbarazzo davanti ad un’altra donna, vero? Prima di firmare per la consegna dille che vuoi controllare che il contenuto sia integro. Una volta aperto chiedi alla ragazza se ti da una mano a verificare che tutto sia funzionante, detto questo vedrai che tutto il resto ti verrà naturale. Lascia accesa la webcam così mi potro godere l’intero spettacolo.’
Detto questo chiude la conversazione.

Resto qualche minuto a pensare a quello che mi ha appena detto, finch&egrave non suona il campanello.
Mi ridesto all’improvviso, faccio per andare ad aprire la porta ma sono ancora vestita.
‘Arrivo.’ grido verso la porta e in dieci secondi mi spoglio completamente, per fortuna avevo poche cose addosso.
Apro la porta e mi ritrovo davanti ad una ragazza sui 25 anni, cappelli corti, berretto in testa e uniforme della sua azienda, un viso carino, se non avessi saputo prima che era una femmina, vestita così l’avrei scambiata sicuramente per un maschio.
Fa una faccia sbalordita quando mi vede aprire la porta nuda ma poi mi squadra da capo a piedi.
Cerco di inventarmi una scusa: ‘Scusa se mi presento così ma stavo per… andare a farmi una doccia e pensavo fosse mio marito alla porta. Ma sicuramente ne avrai viste di tutti i colori con il lavoro che fai… poi tra donne…’ cercando di cambiare discorso.
‘Se devo essere sincera, un bel corpo come il suo non capita molto spesso.’
‘Grazie.’ rispondo cortesemente.
‘Comunque signora, ho qui un pacco da consegnare a questo indirizzo. Se mi mette una firma me ne vado.’
‘Scusa ma prima vorrei controllare che il contenuto sia a posto. Entri pure’
‘Faccia pure, non ho fretta, questa &egrave la mia ultima consegna.’
Appoggio il pacco sul tavolino del salotto e inizio ad aprirlo. Mi ritrovo tra le mani tre lucenti vibratori di diverse dimensioni.
Guardo gli oggetti che ho in mano, mi volto verso la ragazza e le chiedo: ‘Mi puoi aiutare per vedere se funziona tutto correttamente?’
La ragazza si toglie il berretto, mi si avvicina, mi mette una mano su una tetta e mi da un leggero baccio sulla bocca.
‘Adesso capisco tutto.’ Mi dice.
‘Capisci cosa?’
‘Come mai il mio capo mi ha chiesto di fare questa consegna urgente e di prendermi il resto della giornata libera. Perch&egrave ti sei fatta trovare nuda e perch&egrave adesso hai tre vibratori in mano. Sapevi che ero lesbica e hai chiesto al mio capo di mandarmi qua.’
‘No, io non lo sapevo, neanche so chi sei. Ma probabilmente chi so io conosce il tuo capo e gli ha chiesto di mandarti qua.’
‘Beh, un’occasione così non me la faccio scappare di certo.’
La sua bocca si posa nuovamente sulla mia, questa volta con maggiore decisione, la sua mano stringe con maggior vigore il mio seno mentre indice e pollice mi pizzicano il capezzolo. L’altra mano mi afferra la nucca per non lasciarmi sottrarre al suo bacio. La sua lingua si fa strada tra le mie labbra che automaticamente si dischiudono e lasciano che le nostre due lingue si incontrino e si intreccino.
La mano che era sul mio seno si sposta sul mio clitoride ed inizia ad accarezzarlo, il suo dito medio scivola più volte dentro la mia vagina che aveva già iniziato a bagnarsi. Si guarda il dito e poi se lo ficca in bocca, gustando soddisfatta il sapore del mio sesso.
‘Siediti sul divano.’ Mi ordina.
Si toglie la polo e i pantaloni della divisa che indossava e rimane solo in slip e reggiseno, ha qualche chilo di troppo ma il suo fisico ben arrotondato &egrave armonioso.
Si inginocchia davanti a me, mi allarga e solleva le gambe e sprofonda la sua testa tra le mie cosce. Inizia a leccarmi con grande abilità, delle ampie leccate sulle grandi labbra e delle leccate più mirate ma più vigorose sul clitoride.
Mio marito non ha mai riservato tutte questa attenzioni alla mia passerina, in pochi minuti mi lascio andare ad un travolgente orgasmo, con le mani tengo premuta la sua testa contro il mio pube finch&egrave non sento scemare il piacere.
‘Vedo che &egrave un po’ che qualcuno non ti dedica le giuste attenzioni, il maritino non fa il suo dovere?’ Mi chiede.
‘Negli ultimi anni diciamo che &egrave un po’ assente…’
‘Bene adesso che ti sei scaldata passiamo alle cose serie.’
Detto questo si toglie anche slip e reggiseno, mi fa sdraiare sul divano, afferra il più piccolo dei tre vibratori e si posiziona sopra di me nel classico sessantanove.
Accende il vibratore ed inizia a titillarmi il clitoride, il piacere che si era appena sopito in un attimo torna alle stelle, la ragazza abbassa il suo pube verso il mio viso, inebriata dal piacere che mi sta procurando e dall’odore del suo sesso non posso fare a meno di ricambiare il favore ed inizio a leccarle la figa, &egrave la prima volta che faccio questo ad un’altra donna ma la ragazza sembra apprezzare ugualmente, in fondo basta fare a lei quello che vorrei facesse a me.
Intanto lei continua a stuzzicarmi il clitoride con il vibratore e ogni tanto lo lascia scivolare dentro di me, lo lascia dentro e nel contempo mi mordicchia il clitoride. Dopo qualche minuto tutte e due raggiungiamo l’orgasmo.
Restiamo entrambe immobili per qualche minuto per goderci quanto appena realizzato.
Dopo un po’ lei si rialza e mi dice: ‘Prima di continuare mi offri un bicchiere d’acqua?’
Mentre penso ‘Continuare???’ mi rialzo anch’io e le propongo: ‘Vuoi solo dell’acqua o va bene dell’ottimo prosecco che ho in frigo per le occasioni speciali?’
‘Il prosecco va ancora meglio, non volevo essere maleducata nel chiederti qualcosa di più di un bicchiere d’acqua.’
‘Non preoccuparti, sono sempre a casa da sola e bevo volentieri anch’io un bicchiere in compagnia.’
Apro il frigo, stappo la bottiglia e riempio due calici, ci accomodiamo sul divano e facciamo due chiacchiere.
‘Non ci siamo ancora presentate,’ mi dice lei, ‘mi chiamo Laura.’
‘Io sono Barbara’
‘Raccontami come mai mi ritrovo a passare questo splendido pomeriggio con te.’
Non le sto a spiegare che sono diventata una marionetta nelle mani di un maniaco, le dico soltanto che un amico ha voluto farmi una sorpresa e che non avevo idea di cosa avesse in mente.
‘Quindi questa per te &egrave la prima volta con una donna. E come ti sembra?’
‘Niente male…’
‘Devo per forza conoscere questo tuo amico, sono in debito con lui. Era un po’ di tempo che non mi divertivo così tanto.’

Dopo il secondo bicchiere la ragazza mi guarda e mi dice: ‘Pronta a ricominciare?’
Un po’ brilla a causa del vino me ne esco con un ‘Ma certo!’
Mi passa il vibratore più grande, si sdraia sul divano e mi dice di mettermi sopra di lei, stavolta il sessantanove viene invertito.
Mentre mi diverto a stuzzicare il suo sesso con il vibratore, sia fuori che dentro, la vedo allungarsi e recuperare gli altri due vibratori e ricambia gli stessi favori usando quello medio che ogni tanto sento si infila nella mia vagina.
Ogni tanto toglie il vibratore e mi da delle poderose leccate che vanno dalla vagina all’ano, stuzzicando la zona sensibilissima del perineo, quasi per non perdersi niente dei succhi che escono dal mio sesso. Ogni tanto insiste sul mio ano quasi a volerci infilare la lingua. Poi prende il vibratore più piccolo e lo sento appoggiarsi sul mio buchino, non dico niente, ho avuto altre volte rapporti anali, anche se &egrave passato un po’ di tempo, oramai qualche anno.
Molto delicatamente me lo spinge dentro e io rilassandomi al massimo lo lascio entrare. Una volta che &egrave ben dentro, Laura prende il secondo vibratore e lo infila nella mia fica. Sento i due vibratori accesi che si toccano dentro di me, separati solo dalla leggera membrana che separa il mio retto dalla mia vagina, si sfiorano, si muovono, vibrano dentro di me. Io per ricambiare non posso far altro che cercare di darle altrettanto piacere penetrandola sempre con più vigore con l’altro vibratore. Finch&egrave entrambe non esplodiamo di nuovo in un fantastico orgasmo.

Siamo andate avanti a darci piacere a vicenda per quasi un’ora e mezza, cambiando più volte posizione, alla fine ci fermiamo esauste ma soddisfatte.

Facciamo un altro brindisi al nostro incontro.

Ormai &egrave quasi ora di cena e invito Laura a fermarsi a mangiare, almeno stasera avrò un po’ di compagnia.
Le chiedo se vuole farsi una doccia che accetta molto volentieri, mentre &egrave sotto
l’acqua, ne approfitto per spegnere la webcam, che &egrave rimasta accesa tutto il tempo, e lascio un messaggio su Skype al mio amico: ‘Spero ti sia piaciuto lo spettacolo… Comunque… Grazie!’ e chiudo il pc.
Laura torna dal bagno con addosso solo un asciugamano, decido di prestarle della mia biancheria pulita, purtroppo il mio reggiseno per lei &egrave troppo grande, preferisci indossare solo gli slip puliti e rimanere senza reggiseno. Le presto anche una canottierina e dei pantaloncini corti così non deve rimettersi la sua uniforme sporca.
Preparo un’insalatona per tutte e due che mangiamo accompagnata dal poco prosecco rimasto nella bottiglia.
Dopo cena ci accomodiamo sul divano e le offro una coppa di gelato. Per tutta la serata parliamo del più e del meno e ci raccontiamo un po’ delle nostre vite.
E’ giunta ormai l’ora per Laura di andare, mi lascia il suo numero di cellulare dicendo di chiamarla se mi andava di fare il bis, non vuole il mio in quanto mi dice che devo essere io a chiamarla, non mi vuole forzare, ed inoltre sa già dove abito.
Mi saluta con un bacio e mi augura buona notte. Mercoledì
Oggi mi sveglio di buon umore, il pomeriggio di ieri mi ha lasciato un bel ricordo.
A metà mattina mi arriva un sms: ‘Ieri sei stata grande. Oggi ti lascio riposare, ma domani tieniti pronta. Se vuoi rivederti conosci già il link. Ciao e buona giornata.’.
Sono tentata di dare un’occhiata a quel link ma preferisco rivivere quelle scene nella mia memoria.

Giovedì
Passo tutto il giorno in attesa della sua telefonata, non ho la minima idea di cosa abbia in mente di farmi fare oggi.
A metà pomeriggio mi chiama.
‘Ciao. Come va?’ Mi chiede.
‘Bene.’ Rispondo semplicemente.
‘Vado diretto al punto. Nella tua cassetta della posta c’&egrave un pacchetto. All’interno trovi un biglietto per la proiezione delle 22.30 di questa sera alla multisala The Space, sala 7 posto H12. Per andare al cinema indossa SOLO quello che trovi nel pacchetto, quando dico SOLO intendo che non devi indossare niente altro, neanche l’intimo, niente slip e niente reggiseno. Tutto chiaro?’
‘Si’
‘Ottimo! Qualsiasi cosa succeda tu stai al gioco. Ci sarò anch’io, anche se probabilmente non mi vedrai. Buona serata.’

Esco, recupero il pacchettino dalla cassetta della posta, rientro in casa e lo apro. All’interno oltre al biglietto c’&egrave un vestitino bianco, la misura sembra giusta. Decido di provarlo subito, mi tolgo la magliettina e la gonna e me lo infilo. Si, la misura &egrave giusta, mi stringe un po’ al seno, ma ho ancora il reggiseno. Una fila di bottoni partono dall’orlo inferiore e salgono fino alla scollatura, sbottono i primi due per lasciare respirare un po’ il mio seno, se poi lo dovrò indossare senza reggiseno li posso richiudere. Mi guardo allo specchio.
Il vestito non mi sta male, arriva poco sopra il ginocchio, &egrave molto leggero ma &egrave adatto alla stagione, non si vedrà che sono senza intimo.
Passo il resto del pomeriggio a sbrigare qualche faccenda cercando di non pensare a cosa può succedere stasera. Ceno, guardo qualcosa in tv, mi faccio la doccia e finalmente mi preparo.
Come richiesto indosso il vestito senza niente sotto, lascio sbottonato l’ultimo bottone, mi piace si veda un po’ di scollatura, il vestito &egrave stretto al seno e lo mette in risalto, anche senza reggiseno fa la sua bella figura. Mi trucco solo un po’. Salgo in auto e in poco più di mezz’ora raggiungo il cinema.
Entro ma sono leggermente in anticipo, la sala non &egrave ancora aperta. Attendo nell’atrio d’entrata, il mio vestito bianco attira qualche sguardo indiscreto, soprattutto perch&egrave c’&egrave poca gente ed &egrave tardi.
Finalmente aprono la sala. Mi accomodo al mio posto. Penultima fila posto centrale, un ottimo posto per vedere un film. La sala &egrave praticamente vuota, ci saranno in tutto una decina di persone, questo film &egrave fuori nelle sale da più di un mese e anche l’orario di proiezione non attira molti appassionati, soprattutto di giovedì.
Stranamente i due posti a sinistra e a destra del mio restano vuoti, vengono occupati solo una volta spente le luci.

Dopo venti minuti di film sento le mani dei miei due vicini appoggiarsi alle mie cosce, infilarsi sotto il vestito e arrivare al mio sesso, mentre quello di destra si concentra sul mio clitoride, quello di sinistra mi passa le dita sulle grandi labbra.
Mentre resto immobile, terrorizzata da quel che sta succedendo, due mani da dietro mi scendono da sopra le spalle, slacciano alcuni bottoni del mio vestino e iniziano a palparmi il seno. Tre uomini sconosciuti mi stanno mettendo le mani dove non avrei mai pensato. Gli altri due sbottonano i bottoni rimanenti e mi ritrovo così praticamente nuda in mezzo a degli sconosciuti. Anche se sconvolta da quello che sta succedendo, trovo piacevole le vigorose carezze dei tre uomini. Dopo qualche minuto mi ritrovo a provare uno strano orgasmo che devo soffocare per non farmi sentire dal resto del pubblico.
Appena mi riprendo, entrambi mi afferrano le mani e me le mettono sui loro cazzi, mi ritrovo a stringere due cazzi, uno nella mano destra e uno nella sinistra, mentre le loro mani continuano ad accarezzare il mio corpo. L’uomo a destra prende la mia testa e la spinge verso il suo pube con la naturale conseguenza che la mia bocca arriva a pochi centimetri dal suo pene, quasi come un automatismo si spalanca e lascia che quel membro entri in lei, inizio a succhiarlo, all’inizio accompagnata dalla mano dell’uomo sulla mia nucca ma dopo un po’ faccio tutto da sola. Sento la mano di quello di sinistra afferrarmi i capelli e tirarmi verso di lui, lascio quindi il cazzo del primo per dedicarmi al secondo, continuo cosi’ per diversi minuti, continuando a passare da un membro all’altro finche’ sento quello di destra venirmi in bocca, vorrei sputare il suo sperma ma quello di sinistra mi strattona verso di lui, mi infila nuovamente il cazzo in bocca e viene a sua volta. Ora ho lo sperma di due uomini mescolato nella mia bocca, sto per sputarlo ma l’uomo che mi ha appena eiaculato in bocca me la tappa e mi dice in un orecchio “Manda giu’ tutto, non vorrai mica sporcare il pavimento.” Impossibilitata a fare altrimenti deglutisco.
Rialzo la testa e mi trovo davanti un ragazzo che mi ficca in bocca il suo cazzo, il trambusto di poco fa ha attirato l’attenzione degli spettatori più vicini. Di li a poco si forma una fila di uomini che aspettano che io li soddisfi, sei o sette cazzi rilasciano la loro dose di sperma nella mia gola.
Qualche rivolo di sperma mi cola fuori dalla bocca, lungo il mento, mi cade tra le tette e corre giù fino all’ombelico. Vorrei prendere un fazzolettino dalla mia borsa per ripulirmi ma non ne ho il tempo, appena ho soddisfatto tutta la fila di uomini, i miei due vicini vogliono il bis, i loro cazzi sono di nuovo duri e io li faccio venire di nuovo. Concedo il bis anche a quelli che erano in fila, non soddisfatti di essere venuti una sola volta diligentemente si rimettono in coda per assaporare di nuovo la mia bocca. La seconda volta ci mettono qualche minuto di più a venire, qualcuno non soddisfatto della mia abilità decide di fare da solo afferrandomi la testa e spingendo più a fondo possibile il suo membro provocandomi anche qualche conato di vomito, per fortuna riesco a trattenermi e dopo un po’ riesco a ricevere le spinte in fondo alla mia gola senza sforzo.
Dopo poco più di un’ora e una ventina di eiaculazioni nella mia bocca, il film &egrave giunto al termine, film di cui non ricordo nemmeno il titolo.
Vorrei ripulirmi ma non ne ho il tempo, si accendono improvvisamente le luci, richiudo velocemente il vestito che si appiccica al mio corpo sporco di sperma e saliva.
Cerco di capire chi sono i vicini che hanno dato il via a questa irreale orgia orale, ma a luci accese si sono già dileguati. Anche quelli del pubblico che hanno approfittato della situazione non si fanno riconoscere.
Esco dalla sala, l’inserviente all’uscita mi squadra da capo a piedi e nota il vestito appicicato al mio corpo e mi fa un sorriso malizioso, forse ha partecipato anche lui o forse ha capito cosa &egrave successo durante la proiezione.
A testa bassa vado velocemente alla mia auto, metto in moto e mi dirigo verso casa, guido quasi in stato di trance, quasi non credo a quello che ho appena fatto. Non vedo l’ora di essere a casa, farmi una doccia rinfrescante e mettermi a letto.

Venerdì
A metà mattinata mi arriva un sms: ‘Dai un’occhiata al ‘tuo’ sito web’.
Accendo il pc e recupero l’indirizzo che mi aveva dato qualche giorno fa.
Il sito web &egrave stato aggiornato rispetto all’ultima volta che l’avevo visitato.
Oltre a foto e filmati del pomeriggio con Laura, ci sono anche alcuni filmati della sera scorsa al cinema. Sono stati ripresi con una telecamera per visione notturna, ma anche con quella luce verdognola, si vede benissimo che sono io.
Non mi sembra vero di aver fatto quel che ho fatto, alla fine della visione dei vari filmati mi sento eccitata. Non riesco a resistere, recupero uno dei vibratori usati con Laura e mi faccio venire.

Per il resto della giornata non ho più avuto contatti con lo sconosciuto, probabilmente si farà vivo lunedì. 3a settimana
Lunedì

Il week-end &egrave trascorso tranquillo con mio marito e i miei due figli, entrambi rientrati dall’università per rilassarsi un po’ a casa.
Il mio ‘amico’ almeno rispetta il tempo che passo con la mia famiglia.

Nella tarda mattinata suona il telefono.
‘Ciao, passato un buon fine settimana?’
‘Si, grazie. E tu?’ chiedo per cortesia.
‘Bene, ma mi sei mancata. Piaciuti i filmati trovati nel tuo sito web?’
‘Diciamo di si. Quindi c’eri anche tu giovedì sera?’
‘Forse si, forse no, forse sono uno di quelli a cui hai fatto un pompino coi fiocchi, chi lo sa…’
‘Ti conoscerò mai di persona?’
‘Un giorno… sicuramente. Comunque torniamo a noi. Oggi pomeriggio arriverà un’altra consegna dalla tua nuova amica Laura. Hai il suo numero?’
‘Si me l’ha dato.’
‘Bene. Chiamala e dille di portare anche un’amica, fai aprire a loro il pacco, il resto come al solito ti verrà naturale. Ricordati di accendere la webcam. Ciao.’

Chissà cosa mi avrà preparato per oggi. Cerco il numero di Laura in rubrica e la chiamo.
‘Ciao Laura, sono Barbara.’
‘Ciao Bellissima, desideravo una tua chiamata.’
‘Ne sono felice. Il mio amico misterioso ha organizzato un altro incontro per oggi pomeriggio.’
‘Fantastico.’
‘Mi chiedevo se puoi portare anche una tua amica?’
‘Un’amica? Vuoi fare una cosa a tre? Non c’&egrave problema, ho la persona giusta. Tra me e lei non c’&egrave niente ma se le dico che veniamo a divertirci con un gran bel pezzo di gnocca, non si tira di certo indietro. La mia amica però oggi pomeriggio &egrave al lavoro, che ne dici se ci vediamo direttamente dopo cena?’
‘Ma certo, Vi aspetto… diciamo per le nove?’
‘Va benissimo. A dopo, ciao.’
‘Ciao.’

Dopo cena arriva Laura con in mano il pacco che doveva recapitarmi oggi pomeriggio e accompagnata da un’amica.
‘Ciao, lei &egrave Giovanna.’
‘Piacere Barbara.’
‘Il piacere &egrave tutto mio.’

Giovanna sarà una decina di centimetri più alta di Laura e decisamente più magra, mentre Laura sembra più un maschiaccio, Giovanna &egrave molto femminile ma meno carina della sua amica, se Laura valorizzasse di più il suo lato femminile sarebbe veramente una bella ragazza, ha dei lineamenti talmente delicati.

‘Prendiamo un caff&egrave?’ Chiedo alle mie ospiti.
‘Si, grazie.’ Risponde Laura.
Ci accomodiamo sul divano e preparo il caff&egrave, facciamo due chiacchiere, poi mentre porto via le tazzine invito Laura e Giovanna ad aprire il pacco. Con mia sorpresa estraggono dalla scatola due falli indossabili, di dimensioni ragguardevoli, abituata al membro di mio marito quei due così saranno stati una volta e mezza più lunghi e il doppio di circonferenza. Il tutto accompagnato da un biglietto: ‘Un regalo per le mie due nuove amiche, non vedo l’ora di sentirli dentro di me. Barbara.’
‘Wow, le prossime ore si fanno interessanti.’ Esclama Giovanna.
‘Laura mi ha detto che hai un corpo fantastico, posso vederlo?’
Alla sua richiesta mi spoglio e mi lascio ammirare.
‘Vieni qui.’
Mi avvicino e mi mette le mani sul seno, me lo massaggia un po’, poi sposta le mani sulle natiche, mi tira verso di lei e mi da un bacio sul pube.
Si spoglia anche lei, il suo seno &egrave piccolo ma ben proporzionato al suo fisico, si sdraia sul divano e allarga le gambe, ho capito cosa vuole, mi inginocchio, infilo la testa tra le sue cosce ed inizio a leccarla. E’ la seconda volta che assaporo il sesso di un’altra donna.
Intanto anche Laura si &egrave spogliata ed ha indossato uno dei due dildo.
‘Succhia un po’ questo.’ Mi ordina.
Mi tolgo dal sesso di Giovanna ed inizio a leccare e a succhiare il fallo di gomma indossato da Laura. Quando &egrave ben ricoperto della mia saliva Laura si alza e si porta dietro di me.
‘Ora puoi continuare a leccare la figa di Giovanna.’
Mi rituffo sul sesso dell’altra mentre sento Laura che da dietro infila il suo cazzo finto nella mia figa. Lubrificato dalla mia saliva e aiutato dagli umori che già permeavano la mia vagina, entra con estema facilità, &egrave decisamente più grosso di quello a cui sono abituata ma l’estrema lubrificazione lo fa scivolare agevolmente. Quando Laura vede che non ho difficoltà ad accoglierlo dentro di me inizia a spingere con sempre più vigore, facendomi sentire la punta sul fondo della mia vagina.
Non avendo i limiti di un uomo che dopo pochi minuti con questa intensità sarebbe già venuto, Laura va avanti per quasi venti minuti finch&egrave non riesce a farmi venire, io nel frattempo sono riuscita a procurare un paio di orgasmi a Giovanna continuando a solletticarla con la mia lingua.
Dopo il trattamento di Laura ho la figa completamente arrossata, mi fanno stendere e Giovanna cerca di lenire l’infiammazione con delle poderose e piacevoli leccate sulle mie grandi labbra. Trattamento che mi porta a raggiungere un altro orgasmo.
Ora che la mia vagina &egrave di nuovo ben lubrificata, &egrave il turno di Giovanna. Mi prende alla ‘missionaria’, mentre Laura mi infila il fallo di plastica in bocca, io lo succhio come fosse uno vero e lei me lo spinge sempre più a fondo nella mia gola.
Dopo qualche minuto Giovanna mi fa sollevare, si mette sotto di me e io sopra di lei, Laura con il suo cazzo finto completamente ricoperto della mia saliva si porta dietro e me lo mette nel culo, scivoloso com’&egrave il fallo entra facilmente, non provo nessun dolore, solo piacere. Due donne mi stanno scopando con due membri artificiali e sto godendo da impazzire. Tutte e tre ci muoviamo in sincrono, loro che continuano a pompare quei cazzi dentro di me ed io che accentuo ancora di più i movimenti per sentirli sempre più in profondità.
Dopo una ventina di minuti e dopo il mio quarto, quinto o sesto orgasmo le due amiche decidono di uscire da dentro di me. Di solito con mio marito non arrivo a cinque, dieci minuti al massimo, mentre loro mi hano scopata per quasi un’ora.
Tolgo loro i falli che hanno indossato e le premio con un altro bel lavoro di lingua sulle loro fighe, finch&egrave entrambe non sono venute di nuovo.
Sono esausta. E lo sono anche loro. Tutte abbiamo avuto più di un orgasmo, la mia lingua ha soddisfatto le passerine di entrambe, i loro cazzi finti hanno soddisfatto la mia.

Mi alzo per offrirgli qualcosa da bere e senza farmi notare disconetto la webcam, dopo esserci dissetate le invito a farsi una doccia visto quanto abbiamo sudato.
Accettano ma mi chiedono di farla tutte e tre assieme, la mia doccia non &egrave tanto grande e in tre ci stiamo appena, ma ci stiamo.
Ci insaponiamo a vicenda e sentire le loro mani che scivolano sul mio corpo, le loro bocche che cercano la mia, riaccende in me il desiderio.
Vengo di nuovo stretta tra i loro corpi, vengono anche loro stimolate dalle mie mani sui loro sessi. Per fortuna il vetro della doccia &egrave robusto, altrimenti non avrebbe resistito alle nostre acrobazie.

Dopo la doccia ci accomodiamo sul divano, facciamo due chiacchiere come delle vecchie amiche, bevendo un po’ di vino e sgranocchiando qualcosa.
Più tardo decidono che &egrave l’ora di andare anche perch&egrave dicono di aver abusato anche troppo della mia ospitalità. Rispondo che potranno abusare della mia ospitalità (e anche di me) finch&egrave vorranno.
Ringraziano e rispondono che non mancherà occasione.

Un bacio di commiato, sulla bocca ovviamente, e se ne vanno. Giovedì
Nei due giorni scorsi non c’&egrave stato nessun contatto con il mio misterioso amico.
Sono ansiosa di sapere quale nuova fantasia mi proporrà.
Finalmente il telefono squilla.
‘Ciao’ rispondo forse con un po’ troppa enfasi.
‘Ciao, ti sono mancato?’
‘Diciamo di si’ rispondo attenuando un po’ il tono.
‘Come va? Pronta alla mia nuova proposta?’
‘Va bene. Sono curiosa di sapere cos’hai in mente oggi?’
‘Oggi ti ho organizzato un servizio fotografico. Parteciperai a un model sharing.’
‘Model che?’
‘Model sharing. Si tratta di una sessione fotografica dove ci sono diversi fotografi professionisti che condividono la stessa modella, in questo caso sarai tu.’
‘fotografi professionisti?’
‘Si, più o meno. Alle 15.00 vai a questo indirizzo, si tratta di un vecchio complesso industriale abbandonato, una location perfetta per delle foto d’autore.’
‘Devo vestirmi in qualche maniera particolare?’
‘Puoi andare come vuoi. Poi ti daranno loro la mise adatta per le varie foto.’
‘Devo preoccuparmi?’
‘E’ tutta gente fidata. Sono professionisti. Tu devi solo farti guidare da loro, sarai una modella stupenda. Ciao.’
‘Ciao.’

Alle 15.00 in punto sono all’indirizzo indicato. E’ una grande vecchia fabbrica che quasi cade a pezzi. C’&egrave una persona che mi sta aspettando.
‘Lei &egrave la signora Barbara?’ mi chiede.
‘Si sono io.’
‘Venga, l’accompagno dai mie colleghi.’
‘Quindi lei &egrave un fotografo?’ chiedo seguendolo.
‘Si, ho uno studio qui in provincia. Forse lo conosce.’
‘In quanti siete qui?’
‘Siamo in quattro.’
‘Fate spesso questi servizi?’
‘Ogni tanto. Una volta ogni due mesi. D’estate anche più spesso, &egrave più caldo e c’&egrave una luce migliore. Siamo arrivati.’
Siamo in un ambiente con un vecchio macchinario in disuso da diversi anni, sul pavimento diversi calcinacci, un lucernario sul tetto illumina benissimo quello che sarà il set del servizio fotografico.
‘Colleghi, questa &egrave Barbara’ dice introducendomi agli altri tre fotografi.
‘Però, non l’avrei mai detto.’ Esclama uno di loro.
‘Qualcosa non va?’ Gli chiedo.
‘No, anzi. A dire il vero ero un po’ titubante ad accettare una modella… della sua età. Sa, di solito le nostre modelle sono appena maggiorenni, al giorno d’oggi a quell’età, sono in molte che non hanno problemi a spogliarsi per guadagnare qualche euro facile o solo per mettersi in mostra e sperare che qualche talent scout le noti. Ma su di lei devo ricredermi, ha un viso molto giovanile e da quello che riesco ad intuire, sotto a quello che indossa c’&egrave un fisico che molto ragazzine le invidierebbero.’
‘Grazie’ rispondo lusingata dal complimento ‘ma datemi pure del tu.’
‘Bene Barbara, direi che possiamo anche inziare, dietro quel muro trovi alcuni vestiti che vorremmo indossassi oggi, ne abbiamo portati alcuni, decidi tu quali indossare e torna di qua quando ti senti pronta.’ Dice indicandomi un muro che divide questo ambiente da un’altra stanza.
Vado di la e sopra ad un tavolino trovo diversi capi succinti, neri, bianchi, rossi. Il mio sguardo cade su un corsetto di pelle nero con degli inserti viola, un indumento che non avevo mai visto dal vivo, solo in qualche film avevo visto qualcosa del genere. Lo giro e lo rigiro, la taglia &egrave giusta. Mi spoglio e lo indosso, mi sta alla perfezione, le coppe sono appena accennate, sostengono il mio seno ma non lo coprono. Completo la mia vestizione con un perizoma nero con un paio di fiocchetti viola, l’abbinamento &egrave perfetto. Aggiungo un paio di calze autoreggenti e dei sandali con tacchi a spillo. Non c’&egrave uno specchio dove possa ammirarmi ma sono sicura che così sono perfetta.
Torno dai fotografi che appena mi vedono restano a bocca aperta.
‘Bellissima!’ esclama uno di loro ‘Ne verrà un servizio fantastico.’
‘Questa starà alla perfezione con il vestito che hai scelto,’ mi dice un altro porgendomi una maschera nera con un motivo floreale ricamato in viola. ‘Il tuo amico ci ha detto che tieni alla tua riservatezza.’
Ringrazio indossandola.
‘Allora possiamo iniziare. Direi per prima cosa di fare alcune foto da questa parte, la luce che entra da questa vetrata da dei riflessi molto particolari.’ Dice un altro indicandomi una zona di quell’ambiente vicino alle finestre.
‘Come mi devo mettere? Sono totalmente inesperta di queste cose.’
‘Basta che tu ti rilassi più che puoi e segua le nostre indicazioni, una volta capito cosa vogliamo ti verrà tutto naturale.’
Dopo i primi minuti di goffaggine ho iniziato a sciogliermi, più i minuti passavano più le loro istruzioni diminuivano e più mi veniva naturale mettermi in posa per loro. Dopo circa mezz’ora di scatti e diverse location, vicino alla vetrata, appoggiata ad un muro che si reggeva ancora in piedi per miracolo, vicino a quel vecchio macchinario che avevo visto appena entrata, decidiamo di fare una pausa.
Mi copro momentaneamente con una vestaglia che mi porgono.
‘Bene, bene,’ mi dice il fotografo che mi aveva accolta al mio arrivo ‘Ti stai divertendo?’
‘Molto, non pensavo di riuscire a mettermi in posa per voi.’
‘Beh, ti viene molto bene invece. Come ti avevamo detto, una volta superato l’imbarazzo iniziale, dopo viene tutto naturale.’
‘Avevate ragione!’ Confermo.

‘Finalmente &egrave arrivato John.’ Dice uno dei fotografi accompagnando l’entrata nella stanza di un bel ragazzo di colore.
‘Ciao John, come mai in ritardo?’ gli chiede quello che stava parlando con me.
‘Lasciamo perdere. E’ una lunga storia.’ Risponde John con un leggero accento inglese. ‘E’ lei la mia partner?’ Chiede avvicinandosi a me.
‘Si, John ti presento Barbara, Barbara questo &egrave John. Farà qualche scatto assieme a te. Tanto per dare un po’ di ‘colore’ ai nostri servizi.’ Dice marcando scherzosamente la parola ‘colore’.
‘E’ un piacere John.’
‘Il piacere &egrave tutto mio, Barbara.’
‘Bene allora possiamo continuare. John quando sei pronto puoi entrare in scena.’ Dice uno dei fotografi.
Mi tolgo la vestaglia e riprendo posizione vicino a quel grande macchinario.
Faccio qualche posa e poi mi si avvicina John con adosso solo un paio di boxer neri. Veramente un bell’uomo, alto, fisico scolpito, pelle lucida, non ho mai avuto interesse particolare per gli uomini di colore ma se un uomo &egrave bello non importa certo di che colore &egrave la sua pelle.
‘John abbracciala, metti le mani intorno al suo corpo.’
Seguiamo le loro indicazioni e ricomincio a mettermi in posa vicino a John, prima lui mi abbraccia, poi io mi aggrappo a lui, poi lui mi solleva. Insomma, ci stiamo proprio divertendo.
Ad un certo punto mi ritrovo avvinghiata ad una sua gamba. Il suo pene, ancora all’interno dei boxer, &egrave a pochi centimetri dal mio viso. Vedo che &egrave bello grosso, tutto questo strofinarci uno con l’altro non ha lasciato John indifferente. Non riesco a resistere e attraverso i boxer bacio il suo pene, una volta, due volte, tre volte, afferro l’elastico dei boxer e lo faccio uscire.
Mi ritrovo davanti un pene di dimensioni considerevoli, 20 centimetri, forse di più. Mio marito e altri fidanzati che ho avuto prima di lui non erano così ben dotati. Lo bacio ancora, due tre volte, la quarta volta la mia bocca si spalanca e accoglie quel splendido cazzo dentro di se. Dopo un momento di pausa, forse sorpresi da questa inaspettata svolta del programma, sento gli scatti susseguirsi freneticamente.
Inizio a succhiare avidamente quel bastone nero, la mia lingua lo percorre in tutta la sua lunghezza, le mie due mani lo afferrano contemporaneamente ma altrettanto ne resta fuori. Porto una delle mani in mezzo alle mie gambe per dare sfogo all’eccitazione che mi sta montando sempre di più e trovo il mio sesso completamente bagnato.
Guardo John negli occhi e gli dico ‘scopami!’
Mi tolgo il perizoma, mi giro e mi metto a novanta gradi appoggiata al macchinario. John non se lo fa ripetere due volte e sento il suo cazzo infilarsi tra le mie gambe, appoggiarsi alle mie grandi labbra e finalmente entrare in me. Mi prende così per dieci, forse quindici minuti, finch&egrave mi procura uno stupendo orgasmo. Poi esce, si sdraia a terra e mi invita a sedermi sopra di lui, mi accomodo e indirizzo il suo pene verso la mia figa, John mi sorride e mi dice ‘Sei sicura di volerlo ancora li?’
Ricambio il sorriso e lo sposto indietro di qualche centimetro e lo lascio scivolare dentro al mio buchino posteriore, &egrave stretto per il suo arnese ma le ‘sedute’ con Laura lo hanno un po’ allargato, dopo un po’ scivola dentro di me senza nessun problema. Monto così lo stallone nero per altri 10 minuti finch&egrave lo sento svuotarsi copiosamente dentro di me.
‘Sei già venuto?’ gli dico dispiaciuta.
‘Con una che si muove come te, sono stato bravo a resistere fino ad ora.’
Mi sfilo e do un bacio ed una carezza a quel splendido attrezzo che mi ha dato tanto piacere.
‘Se mi dai dieci minuti possiamo fare il bis.’ Dice John.
‘Molto volentieri.’

Mi alzo, prendo un asciugamano e mi do una ripulita dal seme di John che mi cola da dietro.
‘Spero di non aver rovinato i vostri servizi.’ Dico rivolta ai fotografi notando i loro pacchi belli gonfi.
‘No, anzi. Finalmente qualcosa di diverso dal solito. Solitamente le nostre modelle sono più professionali, asettiche, non si lasciano trasportare dalla situazione. Tu invece hai mostrato passionalità e ti sei lasciata andare completamente.’
‘Grazie.’ rispondo bevendo una bicchiere d’acqua.
‘Io sarei pronto.’ Dice John alle mie spalle.
‘Ma non sono passati dieci minuti!’ Esclamo girandomi verso di lui.
‘Il mio amico non vede l’ora di continuare.’ Dice indicando il suo cazzo di nuovo duro. ‘Vieni qui, mettiti a quattro zampe.’
Torno da lui e mi metto a quattro zampe, sento il suo pene entrare facilmente nel mio culo, ancora dilatato dalla scopata di qualche minuto prima. Stavolta &egrave John che dirige il gioco e lo sento affondare sempre di più nel mio ano, finch&egrave il suo pube si poggia sulle mie natiche, esce completamente e poi entra di nuovo fino in fondo, più e più volte, mi sta facendo impazzire di piacere.
Ripenso ai pacchi gonfi dei fotografi.
Sembra che mi leggano nel pensiero, perch&egrave quello più vicino a me appoggia la sua reflex e si avvicina, si abbassa la zip dei pantaloni e mi offre il suo cazzo, poche leccate ed &egrave già venuto. Lo spettacolo offerto da John e me li ha eccitati a dovere. Anche gli altri tre approfittano della mia vogliosa bocca, a nessuno sembra importare se qualche scatto viene perso.
Finalmente anche John sta per venire ma questa volta vuole la mia bocca, si toglie appena in tempo per portarsi davanti a me e scaricare il suo seme nella mia bocca spalancata, deglutisco anche questo come ho fatto prima con gli altri quattro.
Mi rialzo, prendo l’asciugamano e mi ripulisco da qualche goccia di sperma che mi &egrave uscita dalla bocca.

‘Il servizio &egrave concluso?’ Chiedo ai fotografi.
‘Si, abbiamo finito. Alla grande aggiungerei.’ Dice uno di loro.
‘Servizio stupendo, meraviglioso!’ Aggiunge un altro.
‘Bene, allora riprendo i miei abiti e me ne torno a casa.’
‘Signora Barbara &egrave stato un vero piacere lavorare con lei.’
‘Il piacere &egrave stato tutto mio.’ Ricambio.
‘Se vuole fare qualche altro servizio con noi, ecco i nostri biglietti da visita,’ mi dice un altro porgendomi quattro talloncini. ‘Ci sono anche gli indirizzi dei nostri siti internet, da domani potrà vedere i nostri servizi pubblicati, la password per il suo servizio sarà ladybarbara’.
‘Non vedo l’ora di vederli, grazie a tutti voi.’ Dico indicando anche John.
‘Grazie a te.’

Mi rivesto, saluto di nuovo e torno a casa.
Il giorno successivo come promesso, trovo le foto del giorno prima pubblicate sui loro siti. Ne resto meravigliata, hanno davvero quel tocco professionale che non le rende mai volgari, anche mentre scopo con John.
Sono veramente soddisfatta di me stessa e non vedo l’ora che il mio amico mi chiami per sentire la sua nuova proposta, ma &egrave già venerdì, probabilmente si farà sentire la prossima settimana. 4a settimana
Lunedì

Finalmente a casa da sola.
Mio marito &egrave andato al lavoro e i miei figli sono tornati nella loro residenza universitaria.
Non vedo l’ora che il mio amico mi chiami, nel week-end mi sono dovuta masturbare un paio di volte di nascosto in bagno, tanta era l’eccitazione di quanto fatto giovedì.
A metà mattina il telefono squilla, rispondo in un lampo.
‘Pronto?’
‘Ciao, mi stavi aspettando?’
‘Si!’
‘Ti sei divertita giovedì? A vedere dalle foto mi sembra proprio di si.’
‘Si. E’ stato proprio un bel pomeriggio!’
‘Bene, ne sono contento. Pronta per un’altra mia proposta?’
‘Sentiamo.’
‘Oggi pomeriggio vai in via Mazzini al numero 13, stanno costruendo una serie di nuovi condomini. C’&egrave una squadra di cinque muratori che ci sta lavorando, entra nel cantiere e chiedi di Andrea, &egrave il caposquadra. Gli ho detto che sei una mia amica e che vorresti realizzare una tua fantasia sessuale. Il resto come al solito ti verrà più che naturale. Ci stai?’
‘Sesso con cinque uomini sconosciuti?’
‘Si, ti spaventa?’
Qualche secondo di riflessione…
‘Un po’.’
‘Andrea &egrave un amico fidato, se non te la senti, in ogni momento, puoi dirgli che non vuoi più continuare ed ho la sua parola che ti lascerà andare via subito, senza nessun problema.’
‘Bene, questo &egrave rassicurante.’
‘Allora?’
‘Si, si può fare.’
‘Ottimo. Avviso Andrea che oggi pomeriggio vai da lui. Ciao.’
‘Ciao.’

Verso le tre di pomeriggio mi preparo, per l’occasione indosso solo un semplice e corto vestitino, tanto non lo indosserò a lungo, sotto niente intimo, anche quello non servirà e un paio di semplici infradito. Prendo l’auto e vado all’indirizzo indicatomi, mi bastano cinque minuti per arrivare.
Parcheggio lungo la strada ed entro nel cantiere, non vedo nessuno.
Entro quindi nell’edificio in costruzione finch&egrave non trovo uno degli operai, un ragazzo sui vent’anni.
‘Buongiorno signora, mi scusi ma lei non può stare qui.’
‘Sto cercando Andrea, il capo cantiere.’
‘Andrea? Glielo vado a chiamare, ma lei non si muova da qui, potrebbe essere pericoloso girare senza protezioni per il cantiere.’
‘Ok, non mi muovo da qui.’

Dopo qualche minuto il ragazzo torna accompagnato da un uomo sui trent’anni e da un altro ragazzo sui venti.
‘Piacere sono Andrea.’ Si presenta il più vecchio.
‘Piacere io sono Barbara.’
‘Si lo so, Luca mi ha avvisato che veniva qua.’
Luca? Finalmente so come si chiama il mio misterioso amico.
‘Marco, Diego, andate a chiamare gli altri, Barbara ci vuole conoscere tutti. Vi aspetto al primo piano, dove ci sono i sacchi di cemento.’
In un battibaleno i due spariscono.
‘Saliamo di qua.’ Mi dice Andrea indicandomi una rampa di scale.
Lo precedo su per i gradini.
‘Vedo che non vuole perdere tempo.’ Mi dice mentre con la coda dell’occhio lo vede sbirciare sotto il mio vestito.
‘Certo che no, ma dammi pure del tu.’
‘Va bene, intanto sistemo questa.’ Mi dice una volta al piano superiore e mettendosi ad armeggiare con una piccola videocamera posizionata su un treppiedi in un angolo della stanza. ‘Me l’ha portata oggi Luca, vuole un ricordo di questo pomeriggio.’
Mi guardo attorno, la stanza &egrave praticamente vuota, al centro un bancale con una pila di sacchi di cemento tutti impolverati, il pavimento non c’&egrave ancora, c’&egrave solo il massetto di cemento grezzo. Sento dei rumori provenire dalle scale ed ecco ricomparire Marco e Diego seguiti da altri tre uomini, due sui cinquant’anni e l’ultimo sui quaranta.
‘Ma Luca mi aveva detto che eravate in cinque.’ Notando che invece erano sei.
‘Si, nella mia squadra siamo in cinque, Stefano,’ indicando uno dei due cinquantenni, ‘fa l’elettricista, da qualche giorno sta lavorando anche lui in alcuni appartamenti di questo condominio, mi pareva scortese non chiamarlo. Ti crea qualche problema?’
‘No, nessun problema, era solo un’osservazione.’
‘Bene allora, possiamo iniziare, signori questa &egrave Barbara e ha espresso il desiderio di passare un pomeriggio con noi. Vero Barbara?’
‘Si,’ rispondo un po’ intimorita, poi facendomi coraggio, afferro il bordo del mio vestitino, lo tiro verso l’alto e lo sfilo da sopra la testa, rimanendo completamente nuda, mi libero anche delle infradito che getto in un angolo della stanza rimanendo scalza, ‘un pomeriggio molto particolare…’ aggiungo per terminare la frase lasciata in sospeso.
Sfilo nuda davanti a loro con passo più sexy possibile sfiorando col la mano destra i loro pacchi già belli gonfi.
‘Fatemi vedere cosa propone il cantiere.’ Li incito.
Tutti e sei si tolgono i pantaloni, i due più giovani e Andrea anche la maglietta, mostrando dei fisici perfetti e muscolosi, scolpiti dal duro lavoro del muratore. I loro peni sono di dimensioni nella norma, tranne quello di Stefano, l’elettricista, non &egrave molto più lungo degli altri ma sarà quasi il doppio di circonferenza, non ne avevo mai visto uno così grosso.
Mi inginocchio e li invito ad avvicinarsi.
‘Fatemi sentire che sapore hanno.’
Ed inizio a prenderli in bocca uno alla volta, il loro gusto &egrave acre, sanno un po’ di urina e un po’ di sudore, tipico degli uomini che fanno un lavoro fisico, forse per questo li trovo ancora più buoni, li assaporo uno ad uno, quello di Stefano mi riempie completamente la bocca, quando sento indolenzirsi la mandibola mi alzo, mi sdraio di schiena sui sacchi di cemento, allargo le gambe e dico: ‘Chi vuole essere il primo a scoparmi?’
‘Sono il capo, &egrave spetta a me se non sbaglio?’ dice Andrea avvicinandosi.
Si china su di me e sento il suo cazzo penetrare nella mia figa bagnata senza difficoltà, i due giovani si mettono ai lati e offrono nuovamente i loro membri alla mia bocca. Andrea mi scopa per un paio di minuti poi lascia lo spazio agli altri. Anche gli altri non restano dentro di me più di due o tre minuti, non vogliono venire subito, poco prima di arrivare all’apice si tolgono e lasciano il posto ad un altro, così intanto sbolliscono un po’.
Dopo che ognuno di loro ha goduto due volte della mia figa, Andrea mi chiede: ‘Ti va di farci assaggiare anche l’altro buchino?’
Senza dire niente, mi giro, mi metto a novanta gradi con la pancia e il seno appoggiati sui sacchi di cemento e con le mani mi allargo le chiappe.
‘E’ tutto vostro!’ gli dico.
Andrea appoggia la sua cappella sul mio ano e dolcemente ci scivola dentro. Inizia lentamente, ma appena sente che il suo membro scorre sempre più facilmente, comincia a scoparmi con maggiore foga, anche adesso come prima, prima di venire si toglie e lascia il mio culo a disposizione dei suoi colleghi.
Loro mi prendono subito violentemente, trovando il mio buchino già dilatato dal primo assalto di Andrea.
Stefano mi prende per ultimo, sapendo che gli altri hanno aperto ben bene la strada al suo enorme cazzo.
Una volta che &egrave ben posizionato nel mio culo, mi prende di peso, mi solleva, si gira di 180 gradi e si appoggia con la schiena ai sacchi di cemento, offrendo la mia figa ai compagni, che accettando l’invito si fanno avanti e mi scopano davanti a turno mentre dietro ho sempre infilato il suo cazzo. E’ la prima volta in vita mia che provo una doppia penetrazione, a parte quella provata con Laura e la sua amica qualche giorno fa ma erano dei cazzi finti, farlo con dei cazzi veri &egrave tutta un’altra cosa.
Mentre due cazzi mi riempiono, gli altri si fanno spompinare e segare, sono praticamente in estasi, non pensavo che farsi scopare da diversi uomini contemporaneamente potesse essere così bello, sono praticamente in loro balia e mi sta piacendo da morire.

Dopo quasi un’ora di sesso decidono finalmente che &egrave ora di venire, mi distendono sopra i sacchi di cemento e mi vengono sul corpo, chi sulle tette, chi sulla pancia e chi sulle cosce. Il loro sperma si mescola alla polvere di cemento che avevo sulla pelle, impiastricciandomi tutto il corpo, se lo lascio seccare poi sarà un problema tirarlo via.

‘Ragazzi, non me ne posso andare via così.’ Dico indicando la poltiglia che si sta rapprendendo sul mio corpo.
‘Ti va una doccia?’ Mi chiede Andrea.
‘Se non chiedo troppo.’
Andrea fa un gesto a Marco che mi si avvicina, mi afferra e mi carica in spalla come fossi uno di quei loro sacchi di cemento.
Segue Andrea al piano terra e gli altri seguono noi, l’ultimo afferra la telecamera e se la porta dietro.
Ci fermiamo in una stanza, Marco mi appoggia delicatamente al centro della stanza.
Vedo Andrea afferrare un tubo dell’acqua appoggiato alla finestra.
‘Cosa vuoi fare?’ Gli chiedo, già sapendo le sue intenzioni.
‘Ecco la tua doccia. Diego vai ad aprire l’acqua.’
Diego esce all’aperto e lo vedo trafficare con un rubinetto. Un attimo dopo un getto d’acqua esce dal tubo e Andrea lo dirige verso di me cogliendomi quasi di sospresa. L’acqua fredda mi lascia quasi senza fiato, per fortuna &egrave una giornata calda e dopo il trauma iniziale il refrigerio che mi procura &egrave piacevole.
Comincio a strofinarmi il corpo per togliere lo sporco prima che inizi a formarsi la crosticina. Lo spettacolo piace ai mie spettatori, quindi cerco di lavarmi nella maniera più sensuale che riesco.
‘Ci vorrebbe del bagnoschiuma.’
‘Ti accontenti di un po’ di sapone?’ Mi dice Marco, recuperando dall’esterno un flacone di sapone liquido e chiudendo l’acqua.
‘Mi accontento.’
Verso il sapone su un palmo ed inizio a insaponarmi tutto il corpo, passo ripetutamente la mano in mezzo alle gambe e mi strizzo i seni con fare languido, faccio scorrere le mie mani sulle cosce e sulle natiche.
Lo spettacolo non li lascia nell’indifferenza, piano piano vedo i loro cazzi, nessuno di loro si &egrave rimesso i pantaloni, riprendere vigore. Ho ancora voglia di loro.
Mi avvicino a Marco e ancora bagnata e insaponata gli metto le braccia attorno al collo e mi isso su di lui con le gambe attorno alla sua vita, mi lascio cadere leggermente, lui capisce le mie intenzioni e indirizza il suo pene verso la mia figa, mi afferra le cosce e mi accompagna su &egrave giù lungo la sua asta. Per un lavoratore come lui io sono un peso piuma e sembra non fare fatica nel sollevarmi continuamente.
Mi giro verso Diego, ‘Vieni qui, mettilo dietro.’
In un attimo &egrave dentro di me, sono stretta tra due uomini muscolosi e sento i loro cazzi riempirmi.
Stavolta decidono di andare fino in fondo, dopo qualche minuto sento Marco che mi viene dentro, si toglie e lascia il posto a Stefano, lo stesso fa poco dopo Diego, lasciando il mio culo ad un altro. Mi scopano tutti e sei così, tutti venendomi dentro, tre nel culo e tre nella figa.

Soddisfatta chiedo a Marco di riaprire l’acqua in modo da potermi risciacquare dal sapone che ho ancora adosso e ripulirmi dal loro sperma che dai miei buchi mi sta colando lungo le gambe.
Mi passano un asciugamano e finalmente mi infilo il mio vestitino.

‘Ragazzi, &egrave stata un’esperienza fantastica!’
‘Se ti va di riperterla, passa quando vuoi, noi siamo qua.’
‘Vedremo…’ concludo con un sorrisino che lascia sottindere che l’idea non mi dispiace affatto.

Li saluto uno ad uno con una bacio sulla guancia e me ne ritorno contenta, ed anche esausta, a casa mia.
Mercoledì
‘Ciao, scusa ma non ti ho potuto chiamare ieri, ho avuto un po’ da fare e poi sono riuscito a vedere solo ieri sera il filmino ripreso al cantiere di Andrea l’altro ieri.’
‘Ti &egrave piaciuto?’
‘Molto, sei stata fantastica.’
‘La tua scena preferita?’
‘Sicuramente la doccia finale, eri molto più naturale e rilassata. Nella prima parte, quella al piano di sopra, non mi parevi completamente a tuo agio.’
‘Hai ragione, mi sentivo un po’ impacciata ma poi di sotto, quello che ho fatto, mi &egrave venuto spontaneo.’
‘Bene, spero che le prossime volte tu sia a tuo agio dall’inizio alla fine.’
‘Cos’hai in mente per la prossima volta?’
‘Vuoi proprio saperlo?’
‘Certo.’ Oramai sa che sono completamente sottomessa al suo gioco e quindi non mi tirerò indietro.
‘Non vuoi tirarti indietro?’
Domanda inutile.
‘Casomai dopo che ho sentito la tua proposta…’ se &egrave completamente fuori da ogni cosa ragionevole.
‘Allora, stasera, diciamo verso le 22.00, così siamo sicuri che &egrave già buio, vai al Palazzetto dello Sport di Xyyyyyyy. Sai dov’&egrave?’
‘Si, ci andava a pallacanestro mio figlio prima di iscriversi all’università.’
‘Bene allora, quindi sai dov’&egrave l’entrata di servizio degli spogliatoi?’
‘Se non ricordo male sul lato destro dell’edificio.’
‘Giusto, allora entra, ti lascio la porta aperta, e raggiungi lo spogliatoio maschile della squadra di casa.’
‘Ma se qualcuno mi vede? Anche se sono un paio d’anni che mio figlio non la frequenta più, qualcuno mi conosce ancora.’
‘Non ti preoccupare, in questo periodo la palestra &egrave chiusa, ti assicuro che non ti vedrà nessuno entrare.’
‘Va bene, e poi?’
‘Al centro dello spogliatoio troverai uno di quei materassi di gommapiuma che si usano per gli allenamenti. Spogliati completamente, indossa il berettino di lana che trovi sopra il materasso, calatelo fino a sopra il naso e poi mettiti a quattro zampe sul materasso.’
‘Ma con gli occhi coperti non vedrò niente?’
‘Almeno così siamo sicuri che nessuno ti potrà riconoscere e poi sarà ancora più eccitante, non trovi?’
‘Penso di si, e poi?’
‘E poi aspetta.’
‘Aspetta?’
‘Si, riceverai diverse visite durante la notte.’
‘Durante la notte?’
‘Ah, giusto, dimenticavo, non avere fretta di tornare a casa, penso che sarai impegnata fino all’alba.’
‘Ah…’ riesco solo a dire ammutolita.
‘Allora, ci stai?’
‘E per la mia sicurezza?’
‘Giusto, un mio amico sarà sempre fuori dallo spogliatoio, appena dirai che vuoi andare via, che sei stanca o che chiunque sia ti sta facendo qualcosa che non ti piace, lui entra ed interrompe la serata. Allora?’
‘Alla completa merc&egrave di uomini sconosciuti per tutta una notte? Sembra interessante, ok ci sto!’
‘Bene. Ci sentiamo domani per sapere come &egrave andata. Ciao.’
‘Ciao, a domani.’

Alle 22.00 in punto ho la mano sulla maniglia della palestra, mi decido ad abbassarla, entro nel buio più completo, in fondo al corridoio un’unica stanza illuminata, seguo la luce.
Mi ritrovo in uno spogliatoio, al centro un materasso di gommapiuma con sopra un berettino di lana. Seguo le istruzioni, mi spoglio, appendo il mio vestito ad un attaccapanni sul muro, mi infilo il berettino in testa, non sono completamente cieca, riesco comunque a distinguere le ombre intorno a me.
Mi metto a quattro zampe sul materasso ed aspetto.

Non passano neanche dieci minuti che sento del movimento nel corridoio e poco dopo sento entrare una persona nello spogliatoio.
‘Bene, bene, vedo che come promesso la nostra troia &egrave già bella pronta.’
Sento una sua mano posarsi sulla mia natica e scivolare tra le mie gambe.
‘Sento anche che &egrave già bagnata.’
Ha ragione, al solo pensiero dell’insolita serata che stavo per passare ero già completamente bagnata.
‘Scommetto che non vedi l’ora di essere scopata, vero?’
‘Si, voglio essere scopata.’ Rispondo.
‘Bene, ti accontento subito.’
Lo sento slacciarsi e calarsi i pantaloni, si mette dietro di me ed inizia a scoparmi nella figa, doveva essere eccitato più lui che io perch&egrave sarà venuto in meno di tre minuti. Lo sento ricomporsi ed andarsene.
Lo sento salutare una persona uscendo, sarà l’amico di Luca che &egrave li per la mia sicurezza.

Dopo un paio di minuti entra un altra persona, non dice niente, si cala i pantaloni, mi scopa, viene e se ne va.
E’ questo che mi aspetta per il resto della notte, una serie di scopate lampo?

Il terzo uomo parla anche troppo e si prodiga in epiteti volgari.
‘Che porca abbiamo qui stasera? Pronta a farsi sbattere da chissà quanto cazzi come la più troia delle puttane. Dimmi troia, ti piace il cazzo?’
Non rispondo, non mi piace il tono con cui mi parla.
‘Rispondimi puttana!’ Dandomi uno schiaffo sul culo.
‘Si mi piace il cazzo.’ Lo schiaffo mi ha colta impreparata ma allo stesso tempo mi ha dato una scarica di adrenalina.
‘E dove lo vuoi il mio cazzo?’
‘Dove vuoi tu.’
‘Lo vuoi nella tua figa da puttana?’
‘Si mettimo nella mia figa da puttana.’
Lo sento portarsi dietro di me.
‘Invece io voglio scoparmi il tuo culo da troia!’ E senza finire la frase sento il suo cazzo infilarsi nel mio culo tutto in un colpo.
Mi irrigidisco per l’inaspettato affondo.
‘Rilassati troia, lo so che lo preferisci nel culo. Dimmelo!’
Mi rilasso e lascio che il tipo mi scopi il culo.
‘Dimmelo!’
‘Si, mi piace essere scopata nel culo!’
‘Cosa sei tu?’
‘Sono una troia!’
‘Che troia sei?’
‘Una troia a cui piace prendere il cazzo nel culo!’
Mi sta coinvolgendo nel suo gioco…
Di colpo si ferma.
‘Cosa fai?’ gli chiedo.
‘Vuoi che continui?’
‘Si.’
‘Allora chiedimilo come si deve.’
Subito non capisco poi gli dico ‘Scopami il culo!’
‘Non si chiede ‘per piacere’ dalle tue parti?’
‘Scopami il culo, per piacere.’ dico quasi implorando.
‘Brava, vedo che hai capito. Va bene così?’ Iniziando a scoparmi lentamente infilando solo pochi centimetri del suo cazzo.
‘No, lo voglio sentire tutto nel mio culo il tuo cazzo!’
Lo infila fino in fondo ma continua a scoparmi lentamente.
‘Adesso va bene?’
‘Si, ma più veloce.’
‘Era quello che volevo sentirti dire.’
Inizia a scoparmi più velocemente infilando tutto il suo cazzo nel mio culo, sento il suo pube appoggiarsi alle mie natiche ad ogni affondo. Ogni tanto lo sfila completamente e dopo una frazione di secondo lo rinfila fino in fondo, ogni volta un brivido mi percorre tutto il corpo.
Dopo una decina di minuti finalmente viene, ovviamente nel culo.
‘E’ stato un vero piacere scopare il tuo culo, troia. Spero di averne ancora l’occasione. E tu cosa mi dici?’
Gli rispondo a tono: ‘E’ stato bello farmi scopare il culo dal tuo cazzo.’
‘Se ci sarà una prossima volta ci divertiremo ancora di più.’ Mi saluta dandomi uno schiaffo nel culo e mi infila nel risvolto del berettino qualcosa.
Appena sento che se ne &egrave andato, mi alzo per sgranchirmi un po’ le gambe e guardo cosa mi ha lasciato. 100 ‘ più un biglietto da visita: Avv. Umberto Milani. Se avessi dei problemi economici saprei come guadagnarmi il pane…

Sento un vociare in fondo al corridoio, mi rimetto in posizione e riabasso il berettino sugli occhi.

La notte &egrave ancora lunga…

Eccoli che entrano nella stanza, questa volta sono in due.

‘Buonasera.’
‘Buonasera.’ Rispondo.
‘E’ veramente una di loro?’ chiede uno.
‘Così mi hanno detto.’ risponde l’altro.
‘Una di loro chi?’ chiedo io.
‘Ci hanno detto che sei una delle mamme che portano qui ad allenare i loro figli.’
Mi sta venendo un colpo, sanno chi sono?
‘Peccato che non possiamo toglierti quel berettino per vedere chi sei.’
‘Sei veramente una di loro?’ Mi chiede l’altro.
‘Potrebbe essere.’ Rispondo tranquillizzata sapendo che non sanno chi sia in realtà.
‘Sai, noi siamo due dirigenti di questo posto, chissà magari quante volte ti abbiamo vista sugli spalti ad assistere agli allenamenti o alle partite di tuo figlio, o aspettare annoiata al bar che finisse presto, senza sapere che sotto quella mamma per bene c’era una grandissima troia.’
‘Adesso potete realizzare la vostra fantasia di scopare una di quelle mamme, fate finta che io sia quella che più vi piace.’
‘Più che quella più figa, vorrei che tu fossi un paio che so io, con la puzza sotto il naso e che se la tirano sempre. Quelle li hanno solo bisogno di cazzo.’
‘Allora fai finta che sia una di quelle.’
‘Bene, allora assaggia il mio cazzo.’
E così dicendo sento il suo cazzo sulle mie labbra, apro la bocca e inizio a succhiarlo.
L’altro dietro di me infila la mano tra le mie cosce, ‘Questa qui qualche cazzo l’ha già preso, ha la figa piena di sborra, &egrave un pantano. Ha anche il culo già bello aperto.’ Dice infilandomi un dito dentro.
‘Vuoi dire che non te la fai?’
‘Col cazzo, me la faccio prima in figa e poi nel culo!’
‘Lasciamene un po’ anche a me.’
‘Non ti preoccupare, questa troia ne ha per tutti e due e anche per quelli che devono ancora arrivare.’ Dice ridendo e infilando il suo cazzo nella mia figa.
Dopo un paio di minuti dice al suo amico: ‘Facciamo cambio. Ho tutto il cazzo sporco di sperma di qualcun altro, &egrave meglio se questa troia me lo ripulisce.’
I due si invertono di posizione e mi ritrovo in bocca un cazzo ricoperto dallo sperma dei primi due che mi hanno scopata.
‘Bene, ora sono pronto per mettertelo nel culo.’ Dice quando pensa che l’abbia ripulito come si deve.
Penso che il suo amico ritorni nella mia bocca, invece lo sento uscire, si sdraia sul materasso accanto a me, mi fa salire a cavalcioni su di lui e rinfila il suo cazzo dentro di me, il suo amico si porta dietro e me lo mette ne culo ed iniziano a scoparmi assieme.
‘Adesso voglio sentire anch’io com’&egrave il suo culo.’ Dice dopo qualche minuto quello che &egrave sotto di me.
Quello che &egrave sopra mi fa alzare e mi fa sedere sopra il suo amico che senza difficoltà infila il suo cazzo nel mio culo, poi riprende posizione sopra di me, infilandomelo nella figa. Vanno avanti così ancora qualche minuto.
‘Le veniamo dentro?’
‘Io preferirei farle sentire il gusto del nostro sperma.’
‘Giusto.’
Quello sopra mi mette il cazzo in bocca e mi viene dentro. Mando giù.
‘Ora tocca al mio amico.’
Mi fa girare finch&egrave non sento le mie labbra a contatto con il pene dell’altro, apro la bocca, inizio a spompinarlo e dopo un po’, fiotti di sperma caldo mi riempiono nuovamente la bocca, ingoio tutto anche questa volta.
‘E’ stato un piacere conoscerti, se per caso vuoi divertirti ancora sai dove trovarci…’
‘E come faccio a riconoscervi?’ Essendo bendata non ho idea di che faccia abbiano.
‘Chiedi di Giuseppe e Roberto. Se non ci siamo, lasciaci un messaggio al bar, poi ti troviamo noi.’
E anche loro se ne vanno. Mi rialzo e ne approfitto per darmi una rinfrescatina sotto una doccia dello spogliatoio, oltre che sporca di sperma sono anche leggermente sudata, ho fatto bene a portare con me un asciugamano.

Non &egrave ancora mezzanotte e mi hanno già scopata 5 uomini, prima che venga mattina chissà quanti altri ne verranno (e verranno dentro di me…) comunque al momento non sono ancora sazia, sento un rumore nel corridoio e riprendo la mia posizione a quattro zampe sul materasso.
Questa volta &egrave un uomo solo, entra, parla poco, prima me lo mette in bocca, poi nel culo, mi viene sulla schiena e se ne va.
Non faccio a tempo a rialzarmi che ne entra un altro, anche questo &egrave da solo, prima mi prende nella figa, poi nel culo e decide di venirmi in bocca.
In neanche un quarto d’ora se ne vanno tutti e due soddisfatti.
Visto che non sento arrivare nessuno, mi alzo e mi ripulisco dallo sperma che ho sulla schiena.
Mi rimetto in posizione e aspetto la prossima visita.

Sento parlottare, questa volta sono in tre, forse quattro, vedo tre ombre davanti a me e sento un altro che parla dietro di me, no, c’&egrave anche un altro, quindi sono cinque in tutto.
‘Chissà di chi &egrave la mamma questa zoccola.’ Dice uno di loro.
‘Siete sicuri che non sia una delle nostre?’
‘La mia no sicuramente, non ha questo fisico. Potrebbe essere la tua.’
‘La mia &egrave a casa, quando sono uscito stava guardando la tv con mio papà.’
‘Sai che storia se stessimo per scoparci una delle nostre mamme.’
‘Non dire cazzate, non ci voglio neanche pensare. Potrebbe essere la mamma di Luca o di Davide.’
Davide??? Questi ragazzi conoscono mio figlio? Mi sto facendo scopare da dei ragazzini appena maggiorenni che l’anno scorso giocavano a pallacanestro con mio figlio?
‘Già, potrebbe essere una delle due, peccato che Davide non venga più a giocare, sua mamma &egrave proprio una gran gnocca.’
‘Anche quella di Luca non &egrave male.’
‘Sono tutte e due delle grandi gnocche.’
Se sapessero che sono proprio la mamma di Davide…
‘Ragazzi,’ intervengo io per interrompere i loro discorsi, ‘potrei essere la mamma di Davide, di Luca, di Giacomo, di Andrea, di Riccardo,’ nominando alcuni amici di Davide di cui ricordavo il nome, ‘ma non pensate che sia il caso che vi diate da fare invece di star li a parlare?’
‘Ai suoi ordini signora’ mi risponde uno di loro.
Li sento spogliarsi e avvicinarsi a me.
Mi sento sollevare leggermente in modo da farmi mettere in ginocchio. Li sento tutti e cinque intorno a me con i loro cazzi all’altezza della mia faccia, inizio a spompinarli, prima uno, poi l’altro, poi un altro ancora, poi ritorno dal primo, li voglio eccitare il più possibile.
Quando oramai voglio di più, quasi leggendomi nel pensiero, uno di loro mi abassa la schiena e inizia a scoparmi da dietro, gli altri invece continuano a offrire i loro cazzi alla mia bocca. Come in una catena di montaggio, appena uno esce dalla mia figa, un altro prende subito il suo posto. E si rimette in fila aspettando che la mia bocca accolga nuovamente il suo cazzo e lo stesso succede con la mia figa.
Al giro seguente iniziano a scoparmi anche il culo, qualcuno addirittura mi scopa tutti e due i buchi, me lo infila prima nella figa, una volta sola, poi me lo mette nel culo, una volta sola e continua così per un bel po’ accompagnato dai miei gemiti, questo trattamento mi sta facendo impazzire.
‘Non pensavo di poterlo mai fare,’ aggiunge il ragazzo, ‘questa cosa l’ho vista fare nei film porno.’
‘Lascia provare anche a me,’ dice un altro.
‘Le piace signora?’ mi chiede un altro.
‘Si, mi piace, continuate così.’ Incitandoli ancora di più.
Questi ragazzi sono giovani e allenati, non danno segno di stanchezza e sembrano non venire mai.
Dopo un po’ decidono di prendermi due alla volta e subisco l’ennesima doppia penetrazione da tutti, mentre i cazzi che aspettano ricevono il giusto trattamento dalla mia bocca.
Dopo non so quanto tempo e un paio di miei orgasmi finalmente decidono di venire, mi dicono di tenere la bocca aperta per accogliere il loro sperma e mi ordinano di ingoiare tutto solo quando l’ultimo &egrave venuto. Obbedisco e mi riempiono quasi completamente la bocca con il loro sperma.
‘Adesso puoi mandare giù.’ Mi dice uno di loro.
Deglutisco senza sprecare nessuna goccia.
‘Che ore sono.’ Chiedo una volta che mi sono ricomposta.
‘Quasi le due.’
Vuol dire che questi ragazzi mi hanno scopata per più di un’ora e mezza…

Una volta usciti i ragazzi mi concedo un’altra doccia, questa volta bella lunga.
Mentre sono sotto la doccia entra un ragazzo sconosciuto, avrà sui 25 anni.
‘Ciao Barbara.’
Riconosco la voce: ‘Luca?’
‘Si, sono Luca.’
‘Finalmente do un volto alla tua voce.’
‘E come sono?’
‘Non sei male.’
‘Grazie. Contenta della serata?’
‘Molto, non avrei mai pensato che farsi scopare da degli sconosciuti potesse essere così eccitante.’
‘Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto. Adesso &egrave il mio turno, sempre se ti va?’
‘E’ il minimo che possa fare per te dopo tutto quello che ti sei impegnato per me.’
‘Bene, ma stavolta deve essere tu a scoparmi.’
Si togli i vestiti e si sdraia sul materasso, salgo sopra di lui e mi infilo il suo cazzo nella figa e inizio a cavalcarlo. Dopo qualche minuto mi chiede di fargli assaggiare anche il mio culo, lo accontento spostando il suo membro nel mio buchino (buchino si fa per dire, ormai &egrave allargato per bene).
‘Sto per venire,’ mi dice, ‘prendilo in bocca.’
Mi sfilo e gli prendo in bocca il cazzo e lo lascio venire dentro di essa, soddisfatta mando giù il suo sperma.
‘Sei stata fantastica!’
‘E’ anche merito tuo, hai tirato fuori la ninfomane che &egrave in me…’
‘Non pensavo avresti accettato tutte le cose che ti ho proposto…’
‘Avevo bisogno di movimentare la mia vita.’
‘L’ho movimentata abbastanza?’
‘Abbastanza…’
‘Quindi c’&egrave ancora posto per qualcos’altro?’
‘C’&egrave ancora posto.’ rispondo maliziosa.
‘Intanto finiamo come si deve la serata. Amir vieni dentro.’
Entra nella stanza un uomo di colore alto circa due metri.
‘Amir &egrave stato tutta la sera fuori in corridoio a vigilare per la tua sicurezza, anche se mi pare non ce ne sia stato bisogno.’
‘In effetti non ce ne stato bisogno, &egrave filato tutto liscio.’
‘Bene. Lo devi comunque ringraziare per il suo disturbo.’
Mentre di mice questo, Amir si cala i pantaloni e tira fuori un pene mastodontico, ad occhio e croce saranno stati oltre 25 cm di lunghezza ma era la grossezza a farlo sembrare irreale, lo afferro ma con la mano riesco a coprire solo poco più di metà della sua circonferenza.
‘E’ troppo grande per me.’
‘Per questo l’ho lasciato per ultimo,’ mi dice Luca, ‘ho lasciato che gli altri gli aprissero la strada.’
‘Carino da parte tua…’
‘Ti conviene lubrificarlo per bene…’
Me lo porto alla bocca, me la riempe completamente, sento la mandibola spalancata oltre le sue normali possibilità. Riesco comunque a spompinarlo per un po’ finch&egrave vedo che &egrave tutto ricoperto dalla mia saliva.
‘Alzati e girati,’ mi ordina Amir.
Mi alzo e mi metto a 90 gradi.
Amir mi sputa sull’ano.
‘Ehi, li non ci passa il tuo bestion…’
Non faccio a tempo a finire la frase che la cappella di Amir &egrave già dentro il mio culo lasciandomi momentaneamente senza fiato.
Dopo un attimo tutto il suo cazzo si fa strada nel mio intestino, lo sento fermarsi in fondo, mi sento quasi spaccare in due, il suo cazzo mi sta letteralmente riempiendo tutta. Inizia a scoparmi come un indiavolato, una volta che il mio culo si &egrave adattato alle dimensioni di quel mostro inizio a trovare piacevole sentirlo dentro di me e comincio a gemere di piacere ad ogni affondo che Amir mi da.
All’improvviso mi tira su per le cosce, tenendomi a mezz’aria.
‘Amico, viene qui, scopala davanti.’ Dice rivolto a Luca.
Luca non si fa pregare, si avvicina e me lo mette nella figa.
Amir mi lascia andare e sento i loro due cazzi scivolare dentro di me, il mio corpo si ferma solamente quando i due mebri sono completamente dentro di me. Metto le braccia intorno al collo di Luca e Amir continua a sollevarmi per le cosce e mi lascia cadere ripetutamente, ogni volta che cado i loro cazzi guadagnano qualche millimetro dentro i mie buchi, dopo un po’ sento i loro pubi aderire senza problema alle mie natiche e alle mi cosce. Andiamo avanti così per un bel po’, nella braccia di Amir io sono un fuscello e quindi non si stanca tanto facilmente. Verso la fine Amir accelera il ritmo e li sento venire entrambi dentro di me.

‘Bene, per stanotte abbiamo finito, sarai stanca, sono le tre passate da un po’.’
‘Diciamo che &egrave stata una serata impegnativa, sono esausta ma non ho sonno, almeno per il momento, mi sa che appena appoggio la testa sul cuscino mi addormento di colpo.’
‘Allora ci sentiamo nei prossimi giorni…’ Mi dice Luca.
‘Certo. Amir &egrave stato un vero piacere conoscerti.’
Ne approfitto per farmi un’ultima doccia sotto gli occhi compiaciuti di Amir e Luca, mi rivesto, saluto i ‘miei ragazzi’ e torno a casa.
Come previsto, strada facendo l’adrenalina della serata lascia il posto alla stanchezza e un attimo dopo essermi distesa sul letto sono già nel mondo dei sogni.

Week-end
Per fortuna da mercoledì Luca mi ha lasciato un po’ di tregua, dopo la settimana appena trascorsa, dove in tre giorni ho scopato con venti uomini, il mio fisico e i miei buchini avevano bisogno di un lungo riposo.
Mio marito e i miei figli non sospettano nulla, ho addirittura fatto sesso con mio marito, non si &egrave accorto che la mia passerina non &egrave mai stata così dilatata, mi ha solo detto che mentre lo facevamo sembravo più vogliosa del solito, gli ho detto che era perch&egrave era da un po’ di tempo che non lo facevamo, non potevo certo dirgli che nelle ultime settimane ho iniziato ad apprezzare molto di più il sesso in ogni suo variante. 5a settimana
Martedì ore 15.00

Suona il campanello. E’ Luca.
Gli apro e lo faccio entrare.
‘Che sorpresa,’ gli dico sinceramente sorpresa della sua visita, ‘aspettavo una tua telefonata.’
‘Beh, visto che ci siamo conosciuti di persona e visto che ero da queste parti, ho pensato di passare per farmi offire un caff&egrave.’
‘Ma certo, accomodati pure che metto su la moka.’
‘Allora,’ mi chiede, ‘ti &egrave piaciuta l’esperienza di mercoledì notte?’
‘Molto!’
‘La rifaresti?’
‘Si, ma non subito. E poi preferirei qualcosa di nuovo, mi hai sempre proposto cose diverse. Hai qualcosa in mente?’
‘Sto pensando ad una cosa ma non sarà pronta prima di due tre giorni, sempre che riesca ad organizzarla…’
‘Aspetterò.’
Vado a prendere il caff&egrave che intanto si &egrave fatto.
‘Chi erano le persone dell’altra notte?’ Gli chiedo sorseggiando il caff&egrave.
‘Qualche amico, qualcuno a cui dovevo un favore, alcuni erano amici di altri amici a cui dovevo dei favori. Amir &egrave un amico che si &egrave sempre vantato che loro, i neri, ce l’hanno più grosso di noi bianchi, un giorno, visto che io e altri non gli credevamo, l’ha tirato fuori e siamo rimasti tutti senza parole…’
‘Con quel bestione che si trova in mezzo alle gambe…’
‘Già. Nessuno gli ha più detto niente riguardo alla superiorità della sua razza. Almeno per quanto riguarda gli attributi sessuali. Ma quando stavo organizzando quella serata mi &egrave tornato in mente. Gli ho chiesto se era interessato a far vedere la sua superiorità ad una donna bianca e mi ha detto subito di si.’
‘Sono stata all’altezza?’ O dovrei dire larghezza e profondità?
‘Mi pare proprio di si. Andando via mi ha detto che sei stata grande, molte donne si spaventano di fronte la sua attrezzo, invece tu non hai fatto una piega.’
‘Oddio, quando l’ho visto, mi &egrave venuto un po’ di panico, ma poi la curiosità e la voglia di sentirlo dentro ha prevalso.’
‘Bene, ti ringrazio del caff&egrave, &egrave stato un piacere fare due chiacchiere a tu per tu.’
‘Il piacere &egrave stato mio.’
‘Ti lascio ancora qualche giorno di libertà. Magari hai qualcosa da fare per conto tuo.’
‘In effetti vorrei fare una visitina ad un certo avvocato…’
‘Problemi?’
‘Era uno dei tuoi amici dell’altra sera, mi ha lasciato 100 euro… Mi ha pagato come fossi una prostituta…’
‘Ti sei sentita offesa?’
‘Diciamo di si. Domani vado nel suo studio e gli riporto i soldi.’
‘Ma ti vedrà in faccia?’
‘Non importa, &egrave un avvocato, non &egrave una testa matta, anche se mi riconosce penso che non ci sia niente di male.’
‘Ok, fai come vuoi.’
Nel frattempo abbiamo finito il nostro caff&egrave e Luca se ne va.
Non potevo dirgli che l’avvocato con il suo modo di trattarmi mi ha eccitato da morire, la scusa dei 100 euro &egrave solo un pretesto per rivederlo. In fondo mi ha promesso maggiore divertimento se ci fossimo rivisti…

Mercoledì
Alle 16.00 mi presento allo studio dell’avvocato Umberto Milani.
‘Buongiorno, posso aiutarla?’ Mi chiede la sua giovane segretaria.
‘Cercavo l’avvocato.’
‘Ha un appuntamento?’
‘Veramente no, ma dica all’avvocato che c’&egrave la signora Barbara, ci siamo conosciuti mercoledì sera al palazzetto dello sport. Sicuramente un momento per me lo trova sicuramente.’
‘Al palazzetto? Strano, non sapevo che l’avvocato fosse appassionato di sport. Comunque vedo se può riceverla.’
La segretaria entra nell’ufficio del suo titolare e dopo qualche minuto esce accompagnata dall’avvocato. Un uomo distinto che avrà poco più di 50 anni.
‘Signora Barbara, che piacere rivederla,’ tendendomi la mano che prontamente gli stringo, ‘Venga si accomodi nel mio ufficio. Valeria non ci sono per nessuno. A proposito, puoi anticipare adesso la comissione che dovevi fare domani mattina? Mi servirebbero quei documenti domani mattina presto. Poi vai pure a casa, tanto ora che torni saranno già le cinque e mezza.’ rivolto alla sua segretaria.
‘Va bene avvocato, cinque minuti che finisco un lavoro e poi vado.’
‘Bene, grazie.’
Seguo l’avvocato nel suo ufficio mentre la segretaria torna alla sua scrivania.
‘Allora, mi dica, a cosa devo l’onore della sua visita?’ Nel tono più affabile possibile che per niente ricorda il tono con cui mi parlava l’ultima volta che ci siamo visti.
‘Sono venuta a riportarle i 100 euro.’ Così dicendo tiro fuori la banconota dalla mia borsetta e la poso sulla sua scrivania.
Mi fa un sorrisetto.
‘Mi sono sentita offesa. Le prostitute si pagano, io non sono una prostituta!’
‘Lo so, i 100 euro erano solo una scusa per farla venire da me. Ero quasi convinto che sarebbe venuta, altrimenti erano 100 euro spesi bene… Ma mi dica, &egrave solo per questo che si &egrave disturbata a venire da me?’
Una porta si chiude fuori dall’ufficio, la segretaria se ne &egrave andata. Aveva veramente urgenza per quei documenti o era solo una scusa per rimanere soli?
‘Ad essere sincera, l’altra sera mi ha promesso un maggiore divertimento se ci fossimo rivisti…e mi ha incuriosito.’
‘Allora le &egrave piacuto essere trattata come l’ho trattata l’altra sera?’
‘Si,’ gli dico guardandolo dritto negli occhi.
‘L’ha eccitata essere chiamata con epiteti volgari?’
‘Si.’
‘E vuole che lo faccia ancora?’
‘Si.’ sorreggendo ancora il suo sguardo quasi in tono di sfida.
‘Bene, si può fare. Ad un’unica condizione: lei dovrà accettare qualsiasi cosa le proponga senza rifiutarsi.’
‘In che senso?’ Chiedo.
‘Che accetterà e farà tutto quello che vorrò da lei. Stia tranquilla, non sono un sadico, nessun dolore fisico, nessuna umiliazione, se non verbale, solo del sesso un po’ rude. Se in ogni momento pensa che la sua persona possa essere in pericolo possiamo fermarci e lei può andarsene. Le può andar bene?’
‘Si, mi può andar bene.’
‘Allora si alzi in piedi e si tolga il vestito.’
Si inizia già? Obbedisco, mi alzo e mi sfilo il vestitino elegante che avevo indossato per andare nel suo studio, non mi potevo certo presentare in jeans e t-shirt. Resto solo con il mio completino intimo viola.
‘Il viola le dona, le sta d’incanto quell’intimo. Ma la preferisco completamente nuda. Tolga anche le scarpe, preferisco i piedi nudi.’
Sfilo prima le scarpe, poi il reggiseno e infine gli slip, restando completamente nuda di fronte a lui.
‘Stupenda. Venga qui.’ Mi fa segno di fare il giro della scrivania.
Un po’ intimorita faccio il giro della scrivania, mi avvicino e mi fermo di fronte a lui.
Lui allunga una mano e me la posa sul seno premendo un po’.
Poi lascia scivolare la mano lungo il mio ventre e verso il mio interno cosce. Le sue dite accarezzano il mio clitoride e si fanno strada tra le mie grandi labbra.
‘Sento che la cosa la eccita.’ Mi dice constatando che sono leggermente bagnata.
‘Si pieghi sopra la scrivania.’
Mi piego a novanta gradi appoggiando i gomiti sopra la scrivania.
Mi arriva una schiaffo sul sedere.
‘Ahi.’ Dico istintivamente, anche se il dolore &egrave stato minimo.
‘Le garantisco che questo &egrave l’unico dolore fisico che mi permetterò di farle. Qualche schiafetto sul sedere tanto per farla scaldare un po’.’
Detto questo me ne da altri quattro o cinque, un po’ su una natica e un po’ sull’altra.
Mi infila di nuovo le dita tra le grandi labbra. ‘Vedo che ha funzionato, sei già più bagnata di prima.’ In effetti sentivo la figa in fiamme dall’eccitazione.
‘Resta ferma così.’ Si allunga verso un cassetto della scrivania chiuso a chiave e ne tira fuori una scatola di metallo anche essa chiusa a chiave. Apre anche questa e ne tira fuori un oggetto di metallo, lungo non più di dieci centimetri, fatto più o meno a goccia con un gambo e una parte terminale piatta, ho scoperto poi che il termine tecnico &egrave plug anale. Ci mette sopra qualche goccia di lubrificante che era dentro la scatola. Lo appoggia al mio ano e lo spinge dentro delicatamente. Appena la parte a forma di goccia entra, il mio sfintere si chiude attorno al gambo. L’attrezzo resta lì, bloccato dalla parte terminale.
‘Mi scriva qui il suo numero di cellulare.’ Mi dice porgendomi una penna e un post-it.
‘Bene,’ dice una volta che ho appuntato il mio numero, ‘Per il momento &egrave tutto, continueremo il nostro giochino stasera a casa mia, le mando indirizzo e istruzioni via sms. Ah, questo qui,’ battendo con il dito sul plug anale, ‘lo posso togliere solo io. Adesso, signora Barbara, può rivestirsi e tornare a casa.’ E finendo la frase mi molla un altro schiaffo sul culo.
‘E direi che d’ora in poi ci possiamo anche dare del tu.’ Aggiunge.
‘Certamente.’ Gli rispondo
Senza dire nulla mi rivesto, lo saluto e esco dal suo ufficio.
E’ strano camminare con quel coso nel mio culo, allo stesso tempo fastidioso ma anche piacevole, uno strano contrapporsi di sensazioni che mi eccita ad ogni passo. Quando salgo in auto e mi siedo sul sedile lo sento penetrare leggermente stimolandomi il piacere ancora di più.
Finalmente arrivo a casa, entro, mi sdraio sul divano e mi tocco finch&egrave non raggiungo l’agognato orgasmo, non ce la facevo più a resistere.
Dopo circa mezz’ora arriva il suo sms: ‘Ti aspetto alle nove in via degli Aceri n.47. Parcheggia dentro, il cancello sarà aperto. Percorri il vialetto fino alla porta d’entrata completamente nuda e a quattro zampe. Non ti preoccupare, &egrave una villetta appartata, nessuno ti vedrà. Ho un paio di cani ma sono inoffensivi.’
Bene, chissà cosa avrà in mente.
Mancano più di due ore. Ho tutto il tempo di rilassarmi, farmi una bella doccia e prepararmi la cena.

Trovo subito la sua abitazione, una bella villetta in fondo a via degli Aceri, il cancello &egrave aperto, porto dentro l’auto, il cancello si richiude alle mie spalle.
Scendo dall’auto e mi sfilo il leggero vestitino che ho indossato, ovviamente sotto non ho niente.
Mi metto a quattro zampe e mi dirigo verso la casa, saranno poco meno di venti metri. Devo essere impazzita, sta camminando nuda a quattro zampe nel giardino di una persona semisconosciuta. Impazzita si, ma anche straeccitata.
Quando mancano un paio di metri alla porta d’entrata vedo arrivare due cani, mi girano intorno, sembra vogliano farmi la festa, uno inizio ad annusare le mie parti intime che, nella posizione in cui sono, sono ben esposte al loro sguardo, seguito subito dopo dall’altro che dopo l’ennesima annusata da una slinguazzata alla mia figa. Sono atterrita.
‘Ehi tu, che fai?’ Finalmente il padrone di casa si &egrave palesato sulla porta d’entrata. ‘Questa cagna non &egrave come voi. Questa cagna &egrave qui per il vostro padrone.’
Cazzo! Solo a sentirmi chiamare cagna mi sto eccitando.
‘Entra Cagna!’ Mi dice allontanando i due cani. ‘Sono due femmine, quando sentono un’altra cagna in calore vogliono sempre controllare che non sia una rivale. Perch&egrave sei o non sei la mia cagna?’
Ecco, comincia il suo gioco e io devo assecondarlo.
‘Si, sono la tua cagna.’ Rispondo.
‘Bene, vedo che capisci in fretta. Gira su te stessa.’
Sempre a quattro zampe faccio un giro su me stessa.
‘Bene vedo che il mio regalino &egrave ancora al suo posto.’ Riferendosi all’anal plug che come richiesto non avevo rimosso. ‘Per il momento lo lasciamo li. Entra.’ Mi dice aprendomi la porta d’ingresso, non avendo idea di chi o cosa avrei trovato oltre quella porta.

.

Miei cari lettori, a questo punto la mia fantasia ha dato i numeri, non sapevo proprio come continuare la storia, o per essere più precisi, non sapevo quale scegliere tra quattro scenari diversi che hanno stuzzicato la mia fantasia:

1) Al di là della porta c’&egrave solo l’avvocato;
2) C’&egrave l’avvocato e sua moglie, anche lei con manie di dominazione;
3) Oltre all’avvocato c’&egrave anche la sua segretaria, pure lei sottomessa ai giochi del suo titolare;
4) L’avvocato ha invitato tre amici per una partita a poker dove Barbara farà da tavolo da gioco e non solo.

Lascio a voi la scelta di come continuare l’avventura di Barbara.

Scrivetemi a jaxxa@tiscali.it

(P.S.: non &egrave detto che gli altri scenari non si ripresentino più avanti…). Una volta dentro casa mi dice di seguirlo.
Come una brava cagnetta lo seguo fino al divano dove si siede dopo essersi tolto i pantaloni.
‘Succhiami il cazzo, cagna.’
Prendo in bocca il suo cazzo e inizio a succhiarglielo, allungo una mano per aiutarmi nelll’impresa ma lui subito mi bloccca.
‘Le cagne non hanno le mani, devi usare solo la bocca.’
Rimetto le mani sul pavimento e continuo a succhiarlo come una brava cagna.
‘Bravissima la mia cagnetta. Chiedimi di scoparti la bocca.’
‘Scopami la bocca.’
‘No, non sei convincente.’
‘Scopa la mia bocca da troia.’
‘E le buone maniere?’
‘Scopa la mia bocca da troia, per piacere.’
‘Adesso si che sei convincente.’
Mi afferra la testa e mi infila il suo cazzo in bocca, la mia testa &egrave ferma e lui sta letteralmente scopando la mia bocca. Sempre più a fondo. Un fiume di saliva esce dalla mia bocca. Penso voglia venire nella mia bocca invece dopo un po’ si ferma e con il suo cazzo ricoperto della mia saliva si porta dietro di me, si mette in posizione.
E si ferma.
‘Cosa aspetti?’ Gli chiedo, poi subito intuisco. ‘Scopa la mia figa da puttana, per piacere.’
Inizia a scoparmi, sento il suo membro che sbatte contro il plug che ho ancora nell’ano, gode da morire nello spingere il suo membro più a fondo possibile. Pensavo che già col pompino di prima fosse al limite della sua resistenza, invece l’avvocato va avanti scopandomi un’altra decina di minuti, mi sta facendo impazzire, devo allungare una mano fino ad accarezzarmi il clitoride per facilitare l’orgasmo che altrimenti fatica ad arrivare, dopo un po’ raggiungo il mio scopo con lui che mi grida ‘Godi troia, godi.’ Dopo qualche secondo lo sento venire dentro di me. Quando esce il suo cazzo &egrave ancora perfettamente eretto.
‘Mi sono fatto dare un aiutino dalla chimica…’ mi dice notando la mia sorpresa ‘con una serata così a disposizione non potevo certo farla durare solo qualche manciata di minuti. Allora cagna, ho visto che ti sei fatta venire, sei proprio una gran troia!’
‘Si, sono proprio una gran troia.’
‘E cosa vuoi adesso troia?’
‘Lo voglio nel mio culo.’
‘Brava! Appoggia il viso al pavimento e con le mani allargati bene il culo.’
Appoggio il viso al pavimento e con le mani mi afferro le natiche e le allargo il più possibile.
‘Spettacolo stupendo!’
Poi afferra il plug e con un colpo secco lo estrae dal mio ano, operazione, devo dire, non proprio delicata e leggermente dolorosa.
L’avvocato si sputa su due dita e poi le infila nel mio buchino, dilatandomelo un po’, appena vede che &egrave pronto si mette in posizione e infila il suo cazzo. Oramai avezzo a questa pratica, il mio ano non fa nessuna resistenza e il suo membro scivola tranquillamente fino in fondo. L’avvocato si diverte a farlo scorrere dentro di me dalla punta fino a quando il suo pube si appoggia alle mie mani che stanno ancora tenendo divaricate le mie natiche, a momenti lentamente, quasi si stia fermando, a momenti velocemente.
L’avvocato deve essere uno sportivo, perch&egrave dopo più di dieci minuti non da segni di cedimento, mentre io continuo a gemere ad ogni suo affondo.
‘Toccati troia, fatti venire.’ Mi incita.
Lascio una natica e con la mano libera raggiungo il clitoride, lo friziono energicamente e dopo qualche secondo raggiungo il mio secondo orgasmo, seguito dal suo.
Anche stavolta quando lo tira fuori &egrave ancora in completa erezione.
Lo guardo nuovamente sorpresa.
‘Di solito prima di un paio d’ore l’effetto non passa… quindi mia cara cagna, ti dovrò scopare il culo e la figa almeno tre o quattro volte ancora. Un po’ di champagne?’
‘Si, grazie.’ Rispondo atterrita.

Mentre stappa la bottiglia e prepara due calici mi guardo attorno, in questa casa c’&egrave un tocco femminile. Non mi pare di aver visto la fede al dito dell’avvocato.
‘Sei sposato?’ Chiedo.
‘Si.’
Lo guardo con aria interrogativa.
‘Non ti preoccupare,’ mi dice lui intuendo la mia domanda non espressa, ‘mia moglie sta trascorrendo qualche giorno al mare con sua madre. E poi siamo una coppia aperta, non immagini quanto. Come vedi io non porto la fede e neanche lei. Alcuni appena vedono la fede pensano che tu sia off-limits, così invece non facciamo scappare nessuno.’
‘Il ragionamento non fa una piega.’ Ammetto mentre giocherello con la mia fede ancora infilata al suo posto.

Dopo la pausa, come promesso, l’avvocato mi ha scopato ancora e ancora e ancora.
Cambiando ogni volta posizione.
Prima lui sopra di me scopandomi quasi alla missionaria, poi io a cavalcioni sopra di lui con il suo cazzo a colpi nella figa e colpi nel culo, poi distesa sul divano e lui che mi inculava inginocchiato sul tappeto tenendomi le gambe sollevate.
Poi ancora io accovacciata che mi infilavo il suo cazzo nel culo in quella che possiamo definire una smorzacandela. Poi appoggiata a novanta gradi alla poltrona dove lui si diveritiva a sfilarlo continuamente da un buco e infilarlo di brutto nell’altro.
Poi mi sono ritrovata con la nuca appoggiata al tappeto e il fondoschiena al divano e lui che dall’alto mi penetrava il culo.
Penso di aver provato tutte quelle posizioni che si vedono solo nei film porno ed ho scoperto di avere ancora delle buoni doti da contorsionista nonostante la mia età non più giovanissima.
Nenache la mia bocca &egrave stata risparmiata, come non gli bastassero i miei due buchi in basso, ogni volta che cambiavamo posizione il suo membro finiva direttamente in fondo alla mia gola dove ci restava qualche decina di secondi prima di passare alla scopata successica.
Passate ben più delle due ore previste, il suo membro e i nostri fisici hanno cominciato a dare segni di cedimento.
‘Bene troia, per stasera penso di aver scopato a sufficienza i tuoi buchi. Puoi andartene.’
Mi rialzo per andarmene ma mi dice: ‘Sei venuto come una cagna, devi andartene come una cagna.’
Mi rimetto a quattro zampe e mi dirigo verso la porta d’entrata che lui gentilmente mi apre.
‘E non rialzarti finch&egrave non sei alla tua auto, ti controllo dalla finestra.’
Obbedisco e mi dirigo gattonando verso la mia auto. A metà del vialetto ecco che arrivano le due cagne, mi annusano le parti intime, ora sicuramente più odorose di quando sono arrivata, completamente ricoperte dai miei umori e dallo sperma del loro padrone che ancora cola dai miei buchini, almeno quello che non si &egrave già rappreso lungo le mie cosce.
La stessa di prima, la meno timorosa, mi da una slinguazzata sul perineo attirata dagli effluvi che emana, un brivido mi corre lungo la schiena, imperterrita continuo a camminare, oramai mancano solo pochi metri all’auto.
La cagna mi assesta altre quattro cinque leccate, raggiungendo le mie grandi labbri e dandomi delle scosse di piacere ad ogni colpo.
Finalmete raggiungo l’auto, salgo, mi infilo una mano in mezzo alle gambe e porto a termine il lavoro iniziato dalla bestia, esplodendo in un bestiale orgasmo. Dopo qualche secondo ritorno in me, mi infilo il vestito e mi dirigo verso casa.

Strada facendo mi arriva un sms dall’avvocato: ‘Grazie per la bella serata. Questa &egrave stata solo una serata di prova, non vedo l’ora di passare alle cose serie. Buonanotte.’
Ma pensa te, mi ha chiamata cagna, troia e puttana tutta la sera e adesso mi ringrazia come il più gentile dei gentiluomini. Ma vallo a capire questo…
Solo ‘una serata di prova’??? E quando non sarà di prova cosa mi farà???
E cosa intenderà poi con ‘passare alle cose serie’?
Quest’aurea di mistero non fa altro che accrescere la mia curiosità e la mia eccitazione, non vedo l’ora ci sia la prossima volta.

Giovedì
‘Allora, come &egrave andata con l’avvocato Milani?’ Mi chiede Luca.
‘Bene, dopo la visita nel suo ufficio mi ha invitato a casa sua per un dopocena molto particolare. E’ stata una serata un po’… diversa. Quando sono andata a casa riuscivo a malapena a reggermi sulle gambe.’
‘Ma quanti erano?’
‘C’era solo lui, ma il bastardo si era preso una pillola di Viagra o di qualcos’altro e mi ha scopata fino a che il suo attrezzo non si &egrave sgonfiato.’
‘Ah, però l’avvocato…’
‘Già!’
‘Lo rivedrai?’
‘Penso proprio di si. E’ stata una serata interessante ma mi ha detto che era solo una serata di prova. Sono curiosa di sapere cos’ha in mente per la prossima volta.’
‘Bene, ti lascio in pace per il resto della settimana. Ci sentiamo la prossima. Ciao.’
‘Ciao.’
.
. 6a settimana
Lunedì

‘Ciao.’
‘Ciao.’
‘Pronta per la mia nuova fantasia?’
‘Spara!’
‘Più che mia, &egrave la fantasia di un mio amico. Ha un’autofficina e la sua fantasia &egrave sempre stata quella di farsi una cliente, li nel suo laboratorio.’
‘Voi uomini guardate troppi film porno…’ Gli dico scherzosamente.
‘Già, probabilmente hai ragione.’
‘Dov’&egrave quest’officina?’
‘E’ l’officina Auto2000 a Xzzzyyyy. La conosci?’
‘No, mai sentita.’
‘Ti mando le indicazioni via sms.’
‘Non mi pare di aver accettato…’
‘Non ti va?’
‘Scherzavo, certo che voglio andarci, mandami le indicazioni. Quando devo andarci?’
‘Uno dei prossimi giorni, decidi tu.’
‘Ok. Ma il tuo amico si aspetta la mia visita?’
‘Si, ma non gli ho detto quando. Vai da lui con una scusa e poi scatena la tua fantasia…’
‘Agli ordini capo!’ Rispondo in tono scherzoso.
‘Poi mi racconterai.’
‘Ok. Ciao.’
‘Ciao.’
Oggi pomeriggio ho già un impegno, ci andrò sicuramente domani.

Martedì
Decido di andare all’autofficina dell’amico di Luca verso sera, mi presento 5 minuti prima dell’ora di chiusura. Ero indecisa se indossare tacchi alti e vestitino nero o infradito, gonna aderente leggera e canottierina… alla fine ho optato per il secondo, &egrave sicuramente meno sexy ma voglio fare un po’ di scena e farmi passare per una cliente qualsiasi che &egrave rimasta in panne con l’auto e necessita di un aiuto di un bravo meccanico. Niente intimo, ne slip, ne reggiseno, il mio seno riempie perfettamente la canottierina e per fortuna la forza di gravità non ha ancora fatto vedere i suoi effetti negativi
Parcheggio l’auto nel piazzale ed entro nell’autofficina, l’eccitazione per quello che sto per fare ha indurito i miei capezzoli che orgogliosi svettano sotto il tessuto della mia canottierina.
‘Buonasera.’ Dico per attirare l’attenzione di qualcuno.
‘Buonasera,’ mi risponde un uomo sbucando con la testa da dietro il cofano di un auto, ‘arrivo subito.’
Aspetto un paio di minuti finch&egrave l’uomo arriva da me.
Un uomo circa della mia età, forse un paio d’anni di più, anche se indossa la tuta da lavoro posso vedere che ha un bel fisico, &egrave un po’ accaldato, dopotutto siamo in piena estate e dentro al locale non c’&egrave l’aria condizionata.
‘Eccomi qua. Di cosa aveva bisogno?’ Mi dice pulendoli le mani con uno strofinaccio e asciugandosi la fronte con una manica della tuta. Noto subito che il suo sguardo cade sui miei capezzoli che non possono non passare inosservati.
‘Oggi pomeriggio ero in giro ed ho iniziato a sentire uno strano rumore provenire dal motore della mia auto. Passando di qua ho visto la vostra insegna e mi sono ricordata che un’amica mi aveva parlato bene di voi.’
‘Devo ringraziare questa sua amica per l’ottima pubblicità allora.’
‘Può dare un’occhiata all’auto?’
‘Uhm…’ dice pensieroso, ‘siamo quasi all’ora di chiusura, ho uno dei miei ragazzi in ferie e devo ancora finire due auto… non me la può portare domani mattina?’
‘Una cosa veloce, così mi dice se &egrave una cosa grave o meno.’ Cerco di insistere.
‘Va bene, altrimenti la sua amica si dovrà rimangiare le buone parole spese per noi. La porti dentro vediamo di capire qual &egrave il problema.’
Torno alla mia auto e la conduco dentro all’officina.
‘Mi apra il cofano.’
Tiro la levetta sotto il volante in modo che il meccanico possa sollevare il cofano.
‘Provi ad accelerare.’
Premo leggermente l’acceleratore.
‘Non sento niente di strano.’ Mi dice mentre &egrave intento a guardare dentro al cofano della mia auto. ‘E’ sicura che veniva dal motore?’
‘Mi pare di si.’
‘Provi a spingere d nuovo.’
Azione nuovamente l’acceleratore.
‘No, non mi pare di sentire niente di strano.’ Mi dice avvicinandosi al finestrino abbassato dell’auto.
Nel frattempo ho fatto scivolare la gonna verso l’alto in modo che dalla sua posizione si potesse vedere bene che non indossavo le mutandine.
‘E’ proprio sicuro che non ci sia niente da sistemare?’ Chiedo con espressione ingenua.
Lo vedo deglutire e fissarmi in mezzo alle gambe.
‘Io non ho sentito niente, se vuole scendere e provare lei se sente qualcosa…’
Scendo dall’auto lasciandola in moto, con la gonna praticamente all’altezza dell’inguine, seguo il meccanico davanti all’auto.
‘Signora io non sento nessun rumore strano.’
‘Strano,’ gli dico ‘Ero sicura provenisse da qualche parte qui dentro.’
Non convinta mi piego a novanta gradi sopra il vano motore dell’auto facendo finta di cercare da che parte proveniva il finto rumore che mi sono inventata. Ovviamente facendo così la gonna &egrave risalita di altri dieci centimetri lasciando in bella vista metà del mio culo e non solo. Con la coda dell’occhio vedo che il meccanico ha fatto un paio di passi indietro per gustarsi meglio il panorama.
‘Massimo, Fabio, venite anche voi a vedere se trovate da dove viene il rumore che la signora dice di sentire.’ Dice il capo chiamando i suoi due dipendenti.
Arrivano i due ragazzi che, anziché darmi una mano a trovare il fantomatico guasto, si mettono anche loro dietro di me e contemplano lo spettacolo che gli sto offrendo.
‘Probabilmente me lo sarò sognato…’
Mi tiro su e con disinvoltura mi sistemo la gonna.
‘La macchina posso anche spegnerla allora.’
Anzich&egrave aprire la portiera, mi infilo per il finestrino aperto cercando di raggiungere la chiave, mi ritrovo quindi nuovamente a novanta gradi con la gonna che stavolta e salita completamente al di sopra delle mie natiche, traffico un po’ più del previsto in quella posizione, per lasciare ai tre uomini il tempo di ammirarmi a lungo.
Esco dal finestrino e mi ricompongo nuovamente.
‘Mi dispiace avervi fatto perdere tempo. Se c’&egrave qualche modo per ripagarvi il disturbo…’ Mi avvicino a Michele, il capo, e gli metto una mano sul pacco e sento che ce l’ha in piena erezione. Lo spettacolo ha avuto il suo effetto.
Apro la cerniera della sua tuta da lavoro fino in fodo e scopro un torace nudo, abbronzato e sudato, passo una mano sui suoi capezzoli, scendo lungo gli addominali e la infilo nelle sue mutande. Tiro fuori un cazzo palpitante di eccitazione, mi accovaccio e lo prendo in bocca.
‘Massimo, &egrave ora di chiusura, chiudi il portone, che dobbiamo fare un check-up completo alla signora.’ Dice Michele ad uno dei due ragazzi mentre lo guardo con aria da porca.
Il ragazzo esegue l’ordine e dopo pochi secondi e di fianco al suo titolare anche lui con il cazzo fuori, imitato dall’altro collega.
Non posso non accettare l’invito e prendo in bocca prima il cazzo di Massimo e per ultimo quello di Fabio.
Continuo a passare da un cazzo all’altro finch&egrave sento che Michele non mi fa alzare e mi mette a novanta gradi con la testa dentro il cofano della mia auto, si mette dietro di me e me lo infila nella figa e inizia a scoparmi.
Dopo un paio di minuti sto gocciolando di sudore, alla calura presente nel locale si aggiunge il calore che sale dal motore della mia auto. Ho la canottierina, totalmente impregnata di sudore, tutta appicicata al mio corpo.
Il sudore mi cola lungo la schiena, giù per le natiche mescolandosi con quello che scendo lungo il corpo di Michele. Sc-iaff, Sc-iaff, Sc-iaff il rumore che i nostri due corpi producono incotrandosi ogni volta che lui spinge il suo membro dentro di me.
‘E’ questo il rumore che sentiva prima?’ Mi chiede Michele.
‘Si, mi sa che &egrave proprio questo il rumore che sentivo…’ Gli rispondo ansimando.
Appena Michele si toglie per lasciare il posto ai due colleghi, ne approfitto per togliermi i vestiti bagnati, restando così completamente nuda.
Mi rimetto in posizione e lascio che anche gli altri due mi prendano allo stesso modo.
Dopo un po’ Massimo massimo mi solleva e mi porta verso un pick-up, Fabio abbassa la sportello posteriore e Massimo mi appoggia sopra, con la schiena sul fondo del cassone, mi alza le gambe e infila il cazzo nel mio culo.

Adoro farmi scopare da uomini che lavorano, come quella volta nel cantiere edile.
Hanno fisici robusti, sono muscolosi, chi più chi meno, e anche se sono sudati per me hanno sempre un buon odore, odore di gente che si guadagna da vivere onestamente.
Poi io, con il mio fisico abbastanza minuto, sono come una bambolina nelle loro mani, mi alzano, mi girano, mi sollevano senza la minima fatica.
E’ bello sentirsi in balia di questo genere di uomini.

Mentre disquisisco su queste cose, il mio culo &egrave passato nelle mani, si fa per dire, di Michele.
Nel frattempo Massimo &egrave salito sul pick-up per offrire il suo cazzo alla mia bocca che lo accoglie desiderosa.
Dopo qualche secondo si stende di fianco a me, mi prende i fianchi con le mani, mi solleva e mi fa montare con il culo sopra il suo cazzo, anche Fabio sale sul pick-up e mi infila il suo davanti.
Per ultimo sale sul pick-up anche Michele per mettermi il cazzo in bocca.
Dopo un po’ Michele e Fabio si scambiano le posizioni, mentre Massimo continua a stare sotto di me scopandomi il culo.
Quando Fabio &egrave stanco della mia bocca, si stende di fianco a me, Michele si toglie da sopra e Massimo mi fa sfilare dal suo cazzo, mi giro e lascio scivolare quello di Fabio dentro la mia figa mentre Michele prende posto nel mio culo e Massimo nella mia bocca.
Dopo una decina di minuti e un altro paio di cambi di posizione finalmente decidono di venire, si mettono tutti e tre in piedi sopra il cassone del pick-up e io in ginocchio in mezzo a loro, a turno raccolgo il seme di tutti e tre nella mia bocca e ogni volta lo mando giù.

‘Allora, com’&egrave andato il check-up?’ Chiedo scherzando. ‘Avete infilato le vostre sonde in tutte le aperture possibili, qualche risultato dovreste averlo ottenuto…’
‘Mmmmmm…’ mi fa Michele, ‘i dati non sono attendibili, bisogna fare un’altra serie di controlli quanto prima, le consiglio di ripassare se sente ancora quel rumore.’
‘Farò come mi dice allora. E’ stato un piacere usufruire delle vostre competenza tecniche.’
‘Siamo sempre disponibili con le clienti disponibili.’

Recupero i miei vestiti, me le infilo ancora umidi, saluto i miei nuovi meccanici, risalgo in auto e mi dirigo verso casa.

Quando sono quasi a casa mi arriva un sms da Luca: “Michele mi ha fatto i complimenti per l’amica che gli ho mandato. Ha detto che il prossimo tagliando &egrave offerto dalla ditta.”
La mia risposta: “Il tagliando lo fa all’auto o a me?”
“Probabilmente a tutte e due… un bacio, ciao.”
. Giovedì
A metà mattina mi arriva un sms dall’avvocato: ‘Ti aspetto stasera alle nove a casa mia. Sai già come devi entrare!’
Voglio fargli capire che questo gioco piace tanto a me quanto a lui e gli rispondo: ‘Sarò puntuale padrone. Firmato: la sua cagna in calore.’

Alle nove meno cinque sono sul vialetto di casa dell’avvocato, come ordinato scendo dall’auto, mi tolgo il vestito, mi metto a quattro zampe e mi incammino verso la porta di ingresso. Per fortuna questa volte le sue cagne (quelle vere) non vengono ad accogliermi, o sono state rinchiuse o non mi reputano più una minaccia.
Arrivo alla porta dove c’&egrave l’avvocato ad attendermi.
‘Brava la mia cagnetta. Prima di entrare devo farti indossare questo.’ Mostrandomi un collare da cane con una medaglietta a forma di osso con inciso il mio nome. ‘Adesso sei perfetta, seguimi.’
Lo seguo fino al salotto dove trovo Valeria, la sua segretaria, anche lei completamente nuda e a quattro zampe con la testa in mezzo alle cosce di un’altra donna indaffarata a leccarle la figa.
‘Tesoro,’ dice rivolto all’altra donna, ‘questa &egrave la nuova cagna di cui ti parlavo.’
‘Barbara questa &egrave mia moglie Giovanna, la tua nuova padrona, mentre Valeria la conosci già.’ Mi dice indicando la sua segretaria.
‘Ma mi pareva di aver capito che non mischi il lavoro con questo.’ Chiedo all’avvocato indicando con la testa la scena che avevo davanti, riferendomi alla sua segretaria.
‘Infatti.’ Mi dice lui. ‘Valeria in ufficio &egrave la mia segretaria, nel mio studio il nostro rapporto &egrave esclusivamente professionale. Ma quando &egrave nostra ospite lei diventa la nostra cagna. Questo vale anche per te, al di fuori di questa casa tu sei la signora Barbara, una conoscente come tante altre, ma una volta passata quella porta,’ indicando la porta d’ingresso, ‘anche tu diventi la nostra cagna. Chiaro?’
‘Chiarissimo.’ Rispondo, quasi sollevata che questa cosa resti confinata all’interno di queste quattro mura.

La moglie dell’avvocato &egrave una bella donna che avrà circa la mia età, bionda, fisico molto curato e abbronzato, anche lei &egrave completamente nuda e si sta gustando a pieno le attenzioni di Valeria.
‘Ma caro, quella cagna non &egrave giovane come questa che già abbiamo.’ Dice paragonando me a Valeria.
‘Non ti preoccupare. Anche se non &egrave una ragazzina, promette molto bene. Sono sicuro che ci darà molte soddisfazioni.’
‘Vieni qui, fammi sentire come lecchi la figa.’
Mi avvicino alla mia nuova padrona, Valeria si scosta per lasciarmi il posto, inizio ad accarezzarle il clitoride con la lingua.
‘Tu Valeria, continua quello che stavi facendo con Barbara.’
Valeria si porta dietro di me, con le mani mi apre le natiche e affonda la sua lingua dentro alla mia figa.
A quella stupenda sensazione non posso che reagire affondando a mia volta la lingua nelle grandi labbra di Giovanna, ogni volta che Valeria va più a fondo dentro di me, io ogni volta vado più a fondo dentro la figa di Giovanna.
Dopo un po’ vengo sotto i ripetuti colpi della lingua di Valeria e anch’io riesco a far godere Giovanna con la mia.
Valeria non si accontenta solo della mia figa ed inizia a leccarmi anche il culo, sento la sua lingua infilarsi nel mio buchino, sensazione che mi fa venire i brividi.
‘Vedo che ti piace che Valeria ti lecchi il buchino… Vediamo se sei brava anche tu.’ Mi dice Giovanna mentre si gira sul divano offrendomi il suo culo.
Afferro le sue natiche, le allargo e inizio a leccarle il buchino, dopo qualche leccata la mia saliva inizia a scenderle lungo il perineo, colandole sulle grandi labbra, recupero la mia saliva con delle poderose leccate che partono dalla figa e arrivano fino all’ano, ad ogni mia leccata sento il corpo di Giovanna tremare, visto che le piace insisto con questa tecnica.
‘Ooohhhhh, si Caro, avevi proprio ragione, questa cagna ci sa proprio fare…. ooohhhh siiiiiiiii….’ Ed esplode in un nuovo orgasmo.

‘Brave le mie due cagne che hanno fatto godere la loro padrona. Adesso fate godere anche il vostro padrone.’ Ci dice l’avvocato offrendoci il suo membro.
Io e Valeria gattoniamo fino all’avvocato e cominciamo a leccargli il cazzo una da una parte e una dall’altra, con le nostre lingue che continuano a sfiorarsi. Continuiamo su e giù per la sua asta, poi mentre io inizio a succhiarglielo, Valeria si concentra sulle sue palle, con questo trattamento doppio l’avvocato non resiste molto. Quando sta per venire ci fa mettere di fronte a lui e ci schizza in faccia a tutte e due.
‘Brave le mie cagnette. Ripulitevi a vicenda. Ma non mandate giù.’ Ci ordina.
Valeria lecca via lo sperma dalla mia faccia e altrettanto faccio io con lei. Una volta finito tutte e due abbiamo il suo sperma in bocca.
‘Bene, adesso baciatevi. E non smettetela finch&egrave non lo dico io.’
Valeria prende l’iniziativa, si vede che &egrave abituata ad eseguire gli ordini dei suoi padroni senza esitazioni, infila la sua lingua nella mia bocca e inizia a mulinarla con grande maestria. Nelle nostre bocche, che ora sono una sola cosa, si mescolano le nostre lingue, la nostra saliva, gli umori del sesso mio e di Giovanna e lo sperma del nostro padrone.
‘Bene adesso potete mandare giù.’
Valeria si stacca da me e manda giù, lo stesso faccio anch’io.

‘Brave cagnette ubbidienti.’ Ci apostrofa Giovanna. ‘Culo in alto! Voglio vedere mio marito che vi sfonda quei due buchi da troia che vi trovate.’
Ubbidienti, appoggiamo entrambe una guancia al tappeto in modo da guardarci in faccia.
Umberto si porta dietro di noi, prima lo infila nel culo a Valeria e dopo cinque o sei affondi passa al mio culo, anche a me non da più di sei sette spinta, per poi riportarsi su Valeria. Continua a spostarsi tra il culo di una e dell’altra.
Mentre l’avvocato sta scopando Valeria, sento qualcosa che si infila nella mia figa, &egrave Giovanna che sta armeggiando con un vibratore, la forma &egrave particolare, perch&egrave una volta che lo lascia non scivola fuori dal mio corpo ma resta ‘incastrato’ nella mia vagina. Fa la stessa cosa anche con Valeria e poi li accende entrambi.
Abbiamo tutte e due la figa che sta vibrando e un cazzo che si diverte ad entrare ed uscire continuamente da noi.
Ovviamente non resistiamo a lungo a questa doppia sollecitazione e dopo un po’ con la mia mano sinistra afferro e stringo la mano destra di Valeria ed praticamente assieme esplodiamo in un orgasmo quasi simultaneo.
Solo il primo di tre… Giovanna lascia accesi i vibratori finch&egrave anche suo marito non viene. Lo fa venire sul suo seno che poi ordina a noi due di ripulire, io il seno destro e Valeria il sinistro, mentre le lecchiamo le tette, Valeria e io continuiamo a scambiarci delle occhiate molto porche, sia perch&egrave non siamo ancora sazie ma anche perch&egrave tutte e due vogliamo compiacere il più possibile i nostri padroni, quasi che tra di noi sia scattata una gara per vedere chi &egrave la più troia e la preferita dai padroni.
Quasi telepaticamente ci portiamo una verso l’altra e ci baciamo appassionatamente.
‘Ma guarde le nostre cagne come hanno fatto amicizia.’ Dice Giovanna.
‘Già, Valeria l’abbiamo istruita bene ma Barbara &egrave un talento nato. Ti avevo detto che ci avrebbe dato delle soddisfazioni. Con Valeria ci sono voluti mesi prima di farle raggiungere la sua piena consapevolezza di cagna, vero?’ Dice rivolta a Valeria.
‘Si Padrone.’ Gli risponde.
‘Tutto qui?’
‘Si Padrone, sono la vostra cagna, potete fare di me quello che volete. Tutti i miei buchi sono di vostra proprietà.’
‘Bene. Mentre Barbara &egrave bastata calarla in questa nuova realtà per farla diventare una cagna obbediente, vero?’ Questa volta rivolta a me.
‘Si Padrone, sono una cagna in calore pronta a a farsi scopare dai miei padroni.’ Gli rispondo.
‘Tutto qui?’ Mi dice lei.
Mi sembrava già abbastanza ma si vede che vogliono la mia completa sottomissione.
‘La mia bocca da puttana, la mia figa da vacca e il mio culo da troia esistono solo per esaudire ogni vostro desiderio.’
‘Ottimo, così devi rispondere, voi non esistete più, quando siete in casa nostra, voi siete solo dei buchi da riempire.’
‘Si padrone!.’ Rispondiamo assieme.
‘Bene rimettetevi giù e venite qui, voglio di sentire nuovamente le vostre bocche sul mio cazzo, mentre lascio alla vostra padrona il piacere di scoparvi.’
Infatti Giovanna stava indossando un fallo allacciabile di notevoli dimensioni, ad occhio e croce più lungo del cazzo di Amir ma per fortuna non così grosso.
Si porta dietro di noi, toglie i due vibratori che ancora avevamo nella figa e ce li mette nel culo e li accende. Punta il fallo finto alla mia figa e con un colpo secco lo spinge dentro, quasi non lo sento ancora bagnata e dilatata come sono stimolata dal vibratore che avevo dentro. Anche Giovanna, come suo marito, non si sofferma molto in una di noi e continua a scoparci un po’ una e un po’ l’altra. Mentre entrambe subiamo questo dolce supplizio, culo che vibra e fallo mostruoso che ci riempie tutte, continuiamo a leccare l’asta di Umberto, cosa non facile da fare percorse dai brividi che la moglie ci fa provare, mentre lui &egrave in estasi nell’osservare la scena che si sta svolgendo davanti a lui: la sua bella moglie che si sta scopando due troie che gli stanno leccando il cazzo.
Finalmente riusciamo a far venire l’avvocato, Valeria riceve tutto il suo succo mentre io continuo a leccargli le palle.
Con l’orgasmo del marito anche Giovanna sembra soddisfatta, smette di scoparci ma lascia accesi i vibratori nei nostri culi.
Si toglie il fallo e si distende sul divano.
‘Tu,’ rivolta a Valeria, ‘Leccami la figa e fammi venire. Mentre tu,’ rivolta a me, ‘succhiami i capezzoli.’
Entrambe eseguiamo gli ordini.
Valeria infila la lingua nella sua figa bagnata e io mi dedico alle sue tette.
‘Vieni qui, baciami.’ Mi dice dopo un po’.
Alzo la testa dal suo seno e inizio a baciarla, una sua mano scivola sul mio clitoride, già eccitato dalla vibrazione che viene dal mio ano, e inizia a massaggiarlo.
Nel frattempo anche il marito ha messo una mano in mezzo alle gambe di Valeria e la sta masturbando con vigore.
Valeria sollecitata al massimo, trasferisce il suo piacere aumentando l’enfasi con cui lecca la figa a Giovanna, anche Giovanna sta per godere perch&egrave sento la sua bocca cercare sempre con più passione la mia e la sua mano muoversi con più ardore sulla mia figa. In un paio di minuti tutte e tre raggiungiamo l’orgasmo nel giro di pochi secondi una dall’altra.

La serata si conclude così.
I padroni di casa ci offrono qualcosa da bere prima di andare, Umberto mi chiede se gentilmente posso riaccompagnare a casa Valeria, visto che prima &egrave andato a prenderla lui, mi offro senza problemi.
Ci fanno uscire di casa nude e a quattro zampe, io ho scarpe e vestito in macchina, mentre quello di Valeria finisce nella mia bocca, mentre con la sua tiene le scarpe e al borsetta. Ci rivestiamo una volta in auto.
Strada facendo ho l’occasione di scambiare due chiacchiere con Valeria, le chiedo come &egrave finita in questa situazione, mi dice che sono oramai più di tre anni che lavora per l’avvocato, più o meno un anno e mezzo fa lei si &egrave invaghita dell’avvocato (per via del fascino dell’uomo di potere) e ci ha provato, lui sembrava starci, lei era l’amante e la moglie sembrava non sapere nulla. Invece lui aveva già architettato tutto fin dall’inizio, piano piano l’ha manipolata. Alla fine ha coinvolto anche la moglie, che già era d’accordo, e hanno cominciato a fare delle cose a tre. Poi nei mesi il suo rapporto &egrave divenuto sempre più di sottomissione ma la cosa non le dispiaceva, non le avevano mai fatto del male e gli orgasmi non mancavano, anzi erano orgasmi come prima non aveva mai avuto. In effetti gli orgasmi che anch’io ho provato questa sera sono stati intensi e stupendi.
Era contenta di avere una nuova amica per i giochi con i padroni, aveva paura che prima o poi si stanchessero di lei, invece con la mia presenza ho portato una ventata di novità, si sono aperte nuove possibilità nelle loro fantasie.
Finalmente giungiamo a casa di Valeria, mi saluta con un bacio sulla bocca e mi augura buonanotte.
Riprendo la strada fino a casa mia.
‘Ciao Amore.’ Mio marito.
‘Ciao Tesoro, come va?’
‘Bene. Volevo solo avvisarti di una cosa, senza che tu ti arrabbi.’
‘Dimmi pure.’
‘Sabato sera esco a cena con gli amici, lo so che noi due ci vediamo solo il fine settimana ma sono mesi che non ci troviamo, &egrave l’ultima sera disponibile prima delle ferie estive e ci saremo tutti, altrimenti dobbiamo rimandare a fine settembre e sicuramente mancherà qualcuno.’
‘Mi lasci a casa sola soletta???’ Dico scherzando, ‘Sicuramente anche Davide e Silvia (i nostri figli) staranno fuori tutto sabato. E tu lasci la tua mogliettina abbandonata solo a casa?’ Sempre in tono canzonatorio.
‘Dai non fare così…’ Mi dice lui.
‘Sto scherzando, vai pure a cena con i tuoi amici, magari sento le mogli dei tuoi amici se vogliono fare un’uscita senza i rompicoglioni…’
‘Ahahaha, sei proprio simpatica. Ma se ti stanno quasi tutte antipatiche le moglie dei miei amici…’
‘Si, lo so, infatti pensavo di chiamarne solo un paio, le altre mica sono scema a chiamarle.’
‘Ok, esci pure con chi ti pare, ci vediamo venerdì sera. Ciao.’
‘Ciao.’

Il giorno seguente mi chiama Luca.
‘Ciao.’
‘Ciao.’
‘Ho saputo che sabato sera sei libera.’
‘E tu come fai a saperlo?’
‘Amici di amici di amici… più che altro sono amico di tuo marito su facebook ed ho visto che con i suoi amici stavano organizzando il ‘grande raduno’…’
‘Sei amico di mio marito???’ Gli chiedo preoccupata.
‘Solo su Facebbok. Era tra i contatti di un conoscente, gli ho chiesto l’amicizia e lui me l’ha data. Ma non ci conosciamo di persona, se &egrave questo che ti preoccupa.’
‘Un pochino.’
‘Comunque tornando a noi, avevo organizzato una partita a poker con tre amici sabato sera, e visto che eri libera anche tu volevo chiederti se ti volevi unire a noi per vivacizzare un po’ la serata, sai quattro uomini tutta la sera intorno ad un tavolo… sai che palle!!!’
‘E quindi vorresti che fossi io a svuotarvi quelle palle?’
‘L’idea era quella.’
‘Visto che l’alternativa era di chiamare le mogli degli amici di mio marito ed uscire con loro… sai che palle!!! Dimmi a che ora e dove?’
‘Ok, ti aspetto a casa mia alle nove, questo &egrave l’indirizzo ‘, i miei ospiti arriveranno alle nove e mezza, voglio farti trovare pronta.’
‘Bene, ci vediamo sabato.’

Ancora prima delle nove sono a casa di Luca.
‘Ciao, vedo che non vedi l’ora di cominciare…’ Mi dice lui.
‘Come al solito mi hai incuriosita… voglio capire cosa hai in mente.’
‘Bene, intanto ti offro un goccio di vino, ti va?’
‘Certo, così allento un po’ la tensione.’
Dopo un bicchiera di vino e due chiacchiere del caso, Luca mi fa spogliare completamente e mi fa indossare una parrucca bionda e una benda che mi copre gli occhi con sopra una maschera tipo carnevale di Venezia che mi lascia scoperta solo la bocca.
‘Ti concio così per tre motivi: primo così nessuno ti può riconoscere, secondo un paio degli amici che verrano sono delle personalità illustri e non voglio che tu li possa riconoscere, terzo essendo bendata per te sarà ancora più eccitante. Se non ti va basta che tu me lo dica, ti tolgo tutto, ti puoi rivestire ed andartene.’
‘No, nessun problema.’ Dico oramai fiduciosa che Luca non mi metterà in nessun caso in pericolo.
‘Bene allora. Vieni qui, mettiti a quattro zampe, testa bassa, ferma così… perfetta. Adesso ti appoggio il mazzo di carte sulla schiena… sarai il nostro tavolino da poker per questa sera… tavolino e premio finale… Quindi come ogni tavolino devi stare immobile e in silenzio… Chiaro?’
‘Si, immobile ed in silenzio… chiarissimo!’
‘Bene, ti potrai muovere solo quando io o i miei amici te lo ordineremo, ma ricordati di non parlare mai.’
‘Sarò muta come un… tavolino.’
‘Bravissima. Ormai dovrebbero essere qui, sono sempre molto puntuali.’
Infatti dopo un paio di minuti suono il campanello.
‘Salite pure.’ Risponde Luca al citofono.

Sento Luca aprire la porta ai suoi ospiti.
‘Buonasera Architetto.’ I primi due all’unisono rivolti a Luca.
‘Buonasera Dottore, Buonasera Onorevole.’ Ricambiando i suoi ospiti. ‘L’ingegnere dov’&egrave?’
‘Ci sono, eccomi qua. Buonasera Architetto.’ Gli risponde l’ultimo ospite, evidentemente entrato in casa con qualche secondo di ritardo.
‘Buonasera Ingegnere.’ Ricambia Luca.
‘Allora Architetto, ci hai detto che non sarà la solita classica partita a poker… cosa avevi in mente?’
‘Se volete accomodarvi in salotto lo vedrete con i vostri occhi.’
Sento dei passi avvicinarsi.
‘Ah però…. hai preso un nuovo tavolino da poker vedo…’
‘Si Onorevole, questo modello &egrave molto più alla moda… &egrave di vera pelle.’ Risponde Luca ridendo.
‘E lei Ingegnere, cosa ne pensa del nuovo arredamento del nostro Signor Architetto?’ Chiede quello che dovrebbe essere stato il Dottore.
‘Dico che quella di questa sera non sarà la solita noiosa partita a poker.’
Questa voce la conosco… &egrave quella… &egrave quella… di mio marito. E’ l’ingegnere Giacomo Conforti, mio marito. Lo stronzo di Luca, non posso definirlo altrimenti, mi ha teso una bella trappola, sono certa che lui sa che l’ingegnere &egrave mio marito, adesso &egrave chiaro il perch&egrave del mio mascheramento, vuole divertirsi alle spalle mie e di mio marito. Devo stare al suo gioco e non farmi scoprire da mio marito.
‘Come ogni bravo tavolino, anche questo non parla, quindi non chiedetegli niente.’ Chiarisce Luca.
‘Bene, allora possiamo accomodarci sui divani.’
Sento Luca e i suoi ospiti prendere posto attorno a me.
‘Mentre faccio le carte, potete toccare e constatare di persona l’eccelsa qualità del nuovo tavolino.’
Dopo un attimo, sento sei mani che mi sfiorano, mi toccano la schiena, le natiche, scendono giù per le cosce, altre mi afferrano un seno e mi strizzano un capezzolo, un’altra fa lo stesso con l’altro seno ma con meno pressione, sento un paio di schiaffetti sul mio culo.
‘Hai proprio ragione, &egrave di un qualità notevole…’ Risponde uno degli ospiti.
‘Delle migliori direi…’ Aggiunge mio marito.
Sento le carte fatte da Luca appoggiarsi sulla mia schiena, le mani degli ospiti prendere ognuna delle due carti che Luca ha estratto dal mazzo per loro.
‘Ah, non vi ho detto che vince stasera si porta a casa il tavolino. Il primo eliminato si dovrà accontentare di un pompino, il secondo della sua splendida figa, il terzo del suo eccezionale culo, ma chi vince se la porterà a casa e l’avrà per tutta la notte.’
Ma che cazzo… devo fare buon viso a cattivo gioco, non posso farmi scoprire da mio marito proprio adesso, speriamo almeno che non mi vinca lui.
Le mani di poker si susseguono.
Il primo ad essere eliminato &egrave il padrone di casa e come stabilito mi ritrovo il suo cazzo in bocca, me lo lavoro finch&egrave non viene.
La partita continua. Il prossimo ad essere eliminato &egrave il dottore.
‘Vieni qui cara.’
Mi sento tirare per un braccio e posizionare a cavalcioni sopra l’uomo, sento il suo pene entrare dentro di me.
‘Su, dai, cavalcami!’
Inizio a muovermi su e giù, mentre lui mi accarezza e mordicchia i seni. Vado avanti più di dieci minuti, oramai non mi sento più le gambe ma finalmente lo sento venire dentro di me, dei potenti fiotti di sperma mi riempiono il ventre.
‘Bene,’ dice Luca, ‘possiamo riprendere la partita.’
Senza ripulirmi mi rimetto in posizione mentre lo sperma, fuoriuscendo, mi cola lungo le gambe.

Restano in gara mio marito e l’onorevole, per fortuna quest’ultimo sembra in notevole vantaggio rispetto a mio marito.
Invece qualche mano dopo la sorte sembra aver abbandonato l’onorevole che in poche mani dilapida quanto vinto finora e permette a mio marito di vincere la partita.
‘E’ meglio che riscuota il mio premio di consolazione prima che il vincitore si porti a casa il montepremi.’ Dice l’onorevole.
Non mi devo neanche muovere, l’onorevole si porta dietro di me e mi penetra senza indugi. Mi scopa il culo con foga e per fortuna dopo solo un paio di minuti lo sento scaricarsi dentro di me.

‘Bene signori, &egrave stata proprio una bella serata.’ Dice Luca, ‘non so se riusciremo a farla di nuovo ma ne &egrave comunque valsa la pena.’
‘Puoi dirlo forte.’ Risponde l’onorevole.
‘E onore al vincitore, che si porta a casa un premio meritatissimo.’ Aggiunge il dottore.
Non so cosa fare. Come posso uscire da questa situazione paradossale?
Sento Luca che mi fa alzare, mi copre con un soprabito e mi sussura all’orecchio: ‘Sei stata fantastica!’
‘Ecco il suo premio ingegnere,’ dice rivolto a mio marito girandomi verso di lui.
‘Bene, allora possiamo andare, ma la maschera?’ Chiede a Luca.
‘Una volta in auto puoi anche toglierla oppure puoi tenerla così tutto il tempo.’
‘Mah, vedremo… Vieni cara, ti guido io giù per le scale.’
Sento mio marito prendermi un braccio e farmi strada verso la porta d’ingresso e poi giù per le scale. Usciamo in strada, ormai &egrave mezzanotte passata e nessuno nota la strana scena a cui diamo vita.
Mi fa salire in auto e poi si mette alla guida.
Dopo qualche minuto si ferma.
Mi toglie la parrucca e la maschera e mi sfila la benda dagli occhi.
Vedo mio marito che mi guarda per niente sorpreso di trovarsi me davanti.
‘Allora Amore, ti piace quello che sei diventata?’ Mi chiede.
‘Ma… allora sapevi tutto?’ Chiedo quantomai stupita.
‘Si, fin dall’inizio’
‘Ed hai permesso a Luca di farmi fare tutto questo?’
‘Non mi pare ti abbia mai obbligata…’
In effetti ho sempre deciso io se volevo farlo o meno.
‘Ma come…?’ L’unica domanda che mi &egrave uscita di bocca delle mille che mi passavano per la testa.
‘Luca ti aveva notata da tempo. Un giorno parlando mi ha detto che secondo lui avevi un gran potenziale, bastava solo tirarlo fuori. Gli ho chiesto cosa intendesse e così mi ha detto che lavorandoti un poco alla volta saresti diventata una zoccola di prima categoria. L’idea mi ha intrigato, anche perch&egrave ultimamente la nostra vita sessuale era un po’ piatta. Gli ho detto che poteva provare ma di tenermi sempre informato. Mi avvisava prima dei suoi piani per avere la mia approvazione e mi ha dato l’accesso a quel sito dove pubblicava i tuoi progressi. Hai presente la serata al palazzetto sportivo?’
‘Si…..’ cercando di capire dove stesse andando a parare.
‘Ti ho scopata anch’io. Nel culo. Era un bel po’ che non mi facevo il tuo fantastico culo. Come mai? Comunque non importa. L’importante &egrave che qualche mese fa ho lasciato a casa una moglie sull’orlo della depressione, dopo che hai perso il lavoro, mentre adesso ho davanti a me una donna sicura di se e soprattutto una troia affamata di cazzo. Non &egrave così?’
Non potendo negare l’evidenza, potevo solo confermare quanto detto: ‘Hai ragione, ho scoperto una parte di me che pensavo di non conoscere. Sai, la famiglia, i figli, il lavoro… avevo messo da parte il sesso, a parte quello canonico con te. Invece ho scoperto che il sesso &egrave un ottimo antidepressivo, anzi &egrave una droga che più ne prendi e più ne vorresti prendere… Non so se hai notato il velato doppiosenso…’
‘Si, l’ho colto. Ti amo Amore!’
‘Ti amo anch’io! Grazie per avermi aiutato a riscoprire me stessa. E adesso?’
‘Intanto entriamo in casa, ho tutta l’intenzione di gustarmi il premio vinto stasera.’
‘E se non vincevi?’
‘Non ti preoccupare, ero già d’accordo con Luca. Mi ha fatto vincere. Per fortuna che gli altri due non si sono accorti dell’inganno. Ma penso che in ogni caso siano rimasti soddisfatti dei premi di consolazione.’
‘Sto ancora gocciolando…’
‘Andiamo a farci una bella doccia…’

Erano anni che io e mio marito non facevamo sesso sotto la doccia!

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