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Un mondo nuovo, a due passi da casa

By 17 Ottobre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

La serata al pub con gli amici era stata piacevole e Roberto, con la mente ancora annebbiata dall’alcol, non desiderava altro che concluderla con po’ di relax.

Casa dei suoi genitori, in cui Roberto abitava ancora, era a cinque minuti di macchina da un piazzale noto per la presenza di ‘lucciole’. Ci era capitato qualche volta, in passato, dopotutto quel posto era di strada per rincasare. La notte era un via vai continuo di macchine che accostavano, parlavano e a volte caricavano o scaricavano una di quelle prosperose e poco vestite ragazze che aspettavano ai bordi della strada.
Roberto, un ventiquattrenne di bell’aspetto, non aveva mai avuto bisogno di pagare per rimediare un po’ di sesso, ma era sempre stato incuriosito da quel posto. Ne conosceva altri nella sua città, ma in nessun altro di questi le ragazze sembravano così ammiccanti e generose nel mostrarsi.

Quella sera, con gli amici, si era parlato di esperienze sessuali e l’argomento aveva accesso la scintilla nella testa di Roberto. Durante il rientro verso casa, il ragazzo si era convinto a modificare leggermente il percorso per passare dal piazzale che tanto lo incuriosiva.
Nella sua testa si proponeva solo un ‘giro di perlustrazione’. Avrebbe visto qualche scollatura, al massimo scambiato due chiacchiere e sarebbe andato a casa a sfogarsi nella sua cameretta.
Arrivato sul posto trovò il solito traffico scorrevole. Si mise in fila lasciano qualche metro dalla macchina che lo precedeva in modo tale da avere più tempo per vedere le ragazze che gli sfilavano di fianco. Una dietro l’altra le vedeva scorrere dal finestrino ma una mora catturò la sua attenzione. Era molto alta, circa 1,70m, le labbra carnose la rendevano già molto provocante ma, come se questo non bastasse, la ragazza indossava un corpetto strettissimo che le strizzava l’enorme seno facendo intravedere l’areola dei capezzoli. Una minigonna e degli stivali con tacco vertiginoso concludevano il sexy abbigliamento.

Roberto, complice anche l’annebbiamento dei riflessi dovuto all’alcol e l’agitazione che la situazione creava in lui, non colse l’occasione e tirò dritto. Smise di guardare le altre ragazze e, rimuginando non poco nella sua testa, si convinse a fare il giro per fermarsi a parlare con la ragazza. Così fece: invertì la macchina, tornò indietro ed iniziò a rallentare quando fu nei paraggi. Il cuore gli arrivo in gola mentre abbassava il finestrino e la ragazza si avvicinava.

‘Ciao Amore’, fece lei con un accento sudamericano.
‘Ciao’, farfugliò lui. La voce quasi non gli uscì dalla gola. Non sapendo cosa dire e in imbarazzo per la situazione tagliò corto: ‘Quanto vuoi?’.
‘Trenta euro, tesoro’.
Roberto si stupì. Pensava che il sesso a pagamento fosse meno economico ma cercò di scacciare dalla sua mente l’idea di accettare. Aveva sentito parlare del rischio di malattie e poi non aveva mai sentito nessuno vantarsi per essere andato con una prostituta.
Provò ad allungare un po’ il discorso per guardare ancora un po’ in mezzo alla scollatura: ‘E solo con la bocca?’
‘Per un bel ragazzo come te facciamo dieci”.
Roberto rimase di stucco. Dieci euro per un bel servizietto da quella ragazzona gli sembrava un’idea più che allettante ma non ebbe il coraggio di dire sì. Almeno per il momento.
La ragazza, vedendolo titubare, lo esortò: ‘Allora amore, che facciamo, andiamo?’.
‘Ok, sali’. Fu quello che senza nemmeno rendersi conto disse lui.

In macchina fu la ragazza a rompere il ghiaccio. ‘Come ti chiami?’.
‘Paolo’, inventò.
‘E tu?’
‘Carla’

Lei continuò a dare indicazioni per raggiungere un parcheggio buio ed appartato. Quando arrivarono Roberto gli diede i soldi e lei gli disse di tirare giù il sedile e di mettersi comodo mentre infilava la banconota nella borsetta prima di estrarne un preservativo.
Roberto tirò giù lo schienale e si abbasso pantaloni e slip, mostrando la sua già avanzata erezione.
‘Mhh quanto &egrave grosso’.
Roberto non seppe cosa rispondere.
Carla scartò il preservativo, lo poggiò sulla punta della cappella di Roberto e lo srotolò con la bocca. Il ragazzo inarcò la schiena e gemette per un momento, non si aspettava un approccio così diretto. Finalmente iniziava a rilassarsi.

La ragazza ci sapeva davvero fare. Roberto non era un super dotato, eppure nessuna era mai riuscita a farglielo sparire nella bocca fino a quel momento. Sentiva il naso di Carla posarsi sul suo ventre durante gli affondi. Il contatto della sua cappella con la gola faceva fare dei versi alla ragazza che lo eccitavano ancora di più, facendo crescere ancora il suo membro.

Iniziava a sentirsi a suo agio e decise di darsi da fare anche lui. Con una mano afferrò la nuca di Carla cercando di trattenerla con il cazzo piantato in gola, con l’altra le iniziò a palpare i seni prosperosi.
Non erano frutto di madre natura e al contatto si sentiva. Un po’ deluso da questo, il ragazzo, decise di scendere ancora con la mano per arrivare al sesso della ragazza.
Si infilò sotto la minigonna e sentì Carla che allargava le gambe per favorirlo, senza smettere di pomparlo. Quando arrivò all’interno coscia prese il perizoma, lo alzò e si insinuò dentro. Un brivido gli percorse la schiena e d’istinto mollò la presa sulla testa di Carla quando, nella mano, si ritrovò un paio di palle lisce e gonfie. D’istinto tirò indietro anche l’altra mano dallo slip.
Carla smise di succhiare e, tenendo ancora con una mano il cazzo di Roberto, alzò la testa per guardarlo.

‘Cosa c’&egrave tesoro?’
Roberto non sapeva cosa dire.
‘Pensavi che avessi la fica’
‘Veramente sì, pensavo fossi una ragazza. Scusami’
Carla fece una risata mentre Roberto avrebbe voluto scomparire. Pensava solo a come tirarsi via da quella situazione imbarazzante per poi provare a dimenticare tutto il più in fretta possibile.
‘Amore, non serve la fica per succhiartelo’
Roberto, immobile, era ancora senza parole.
‘A me sembra che a lui non dispiaccia’ disse Carla guardando il membro ancora eretto del ragazzo.

Senza dare possibilità di replica, Carla chinò di nuovo la testa e riprese con l’ottimo pompino che aveva interrotto poco prima.
Roberto rimase inerme finche, dopo qualche minuto, sopraggiunse un orgasmo copiosissimo, come mai gli era capitato prima. Strinse i pugni e chiuse gli occhi mentre la sua sborra riempiva il preservativo.
Carla sentì pulsare il cazzo nella sua bocca e rallentò leggermente il ritmo degli affondi, fino a fermarsi quando sentì che l’asta di Roberto non era più in tiro.

Sorridendo si alzò e baciò in fronte il ragazzo, ancora visibilmente scosso. ‘io so cosa ti piace’, disse.
Lo aiutò a pulirsi con delle salviettine umide e continuò a sorridere fino a che Roberto non l’ebbe riaccompagnata al piazzale.
All’arrivo lo salutò con un bacio sul collo e, mettendogli una mano tra le cosce, disse al ragazzo: ‘Se vuoi scoprire cose nuove, io sono qui tutte le notti’. Roberto era sicuro che non sarebbe mai tornato ma il suo cazzo, ancora una volta, non era d’accordo con lui. Quando Carla si allontanò, infatti, il ragazzo scoprì che il tocco della ragazza aveva causato un’altra erezione, cosa che non gli capitava praticamente mai a così breve distanza da un orgasmo. Roberto non fece parola con nessuno della sua esperienza con Carla. Non lo disse al suo più caro amico e neppure alla sua fidanzata con la quale, ultimamente, il sesso non era più lo stesso.
Roberto sentiva che nei loro rapporti mancava ormai qualcosa, la voglia di sperimentare lo assillava.

Fu per questo che, appena una settimana dopo il primo incontro, Roberto si ritrovò a tarda sera a fare di nuovo il giro del piazzale, alla ricerca di Carla. Al solito posto non c’era.
Il ragazzo fece qualche altro giro ma non la vide. Certo, non era l’unica trans in quel posto, ma lui aveva bisogno di qualcuno che sapesse che non era un abitué, qualcuno che prendesse l’iniziativa. Voleva solo lei.

Si era quasi scoraggiato quando una macchina, dall’altra parte della strada, si fermò per far scendere qualcuno: era proprio Carla, vestita in maniera ancora più provocante di quando l’aveva conosciuta. Il tanga nero era in bella vista sotto ad un vestitino a rete con maglie larghe. I seni, enormi e completamente in vista fecero trasalire il ragazzo.
Roberto non perse tempo, fece di nuovo il giro ed accostò.

Carla lo riconobbe subito.
‘Sei tornato alla fine”
Roberto, questa volta completamente sobrio, poté guardare meglio Carla. Il grosso tatuaggio su suo braccio destro gli era sfuggito la volta precedente, il seno enorme, invece, se lo ricordava benissimo. Il viso era molto femminile e solo qualche piccolo dettaglio poteva far pensare al suo passato maschile. Il ragazzo scacciò subito quel pensiero della sua mente e riprese a considerarla una ragazza a tutti gli effetti, anche se speciale.
‘Sì, e cercavo proprio te. Vuoi salire?’
Carla non perse tempo e montò in macchina con Roberto.

Nel tragitto verso il parcheggio in cui si erano appartati anche la volta scorsa, il ragazzo non poté fare a meno di buttare un occhio tra le gambe di Carla. Il ventre era totalmente piatto, e sotto al tanga non si vedeva nessuna protuberanza. Che avesse immaginato tutto la scorsa volta? Forse era stato l’alcol a favorire la sua immaginazione. No, impossibile.

Per rompere il ghiaccio fece qualche domanda a Carla.
‘Vengono molti clienti da te?’
‘La sera c’&egrave un bel traffico al piazzale’
‘Anche ragazzi giovani?’
‘Tantissimi amore, ma non tutti carini come te’
Roberto si sentì lusingato, anche se immaginava che Carla facesse complimenti a tutti i suoi clienti.
‘E quello con cui eri prima che arrivassi?’
‘Quello &egrave un uomo sposato, viene perché io faccio una cosa che la moglie non fa’e a lui fa impazzire’
Roberto immaginava che ci fossero cose che Carla potesse fare e che una donna no, in fondo aveva toccato con mano la sua diversità appena una settimana prima. Quando la ragazza aggiunse ‘Se vuoi posso farlo provare anche a te’ Roberto non seppe cosa rispondere. Non voleva rifiutare quella proposta, in fondo era lì per provare qualcosa di nuovo, ma allo stesso tempo aveva paura di cosa sarebbe potuto essere. Nonostante le recenti esperienze si sentiva un uomo, e non voleva perdere la sua virilità.

Arrivarono al parcheggio senza che Roberto ebbe dato una risposta. Si rese conto di non aver parlato di compenso con Carla, così domandò: ‘Quanto ti devo oggi?’.
‘Vediamo dopo, amore’, rispose lei.
Appena Roberto si fu abbassato i pantaloni, Carla si mise nella stessa posizione della volta precedente, a pecora sul sedile del passeggero, e prese a pompare il ragazzo, questa volta senza preservativo.
Roberto rimase interdetto ma aveva deciso che si sarebbe lasciato guidare senza obiettare, dopotutto non era andata così male la volta scorsa.

Mentre Carla si infilava il suo cazzo avidamente fin dentro la gola, facendo cadere la sua saliva fino ai testicoli, che nel frattempo massaggiava con una mano, Roberto decise che si sarebbe spinto oltre a dove si era fermato la volta precedente.
Mentre con la cappella, senza preservativo, riusciva a sentire distintamente le tonsille di Carla, iniziò a toccarle il culo tondo e sodo, finendo per infilare da dietro una mano nel suo tanga. Si ritrovò tra le mani le sue palle lisce, non le aveva sognate, ma questa volta non ritrasse la mano, anzi, iniziò a palparle. Carla capì le intenzioni del ragazzo e decise di agevolarlo. Smise per un momento di succhiargli il cazzo, si tirò su e si fece calare lo slip fino alle ginocchia. Roberto poté finalmente vedere cosa aveva di tanto speciale la sua nuova amica. Un cazzo scuro e ciondolante gli apparve davanti. Non era più grosso del suo, ma la differenza era che quello di Carla non era ancora in erezione. Non aveva un pelo e, come attratto da una forza superiore, Roberto volle sentire se anche il suo cazzo era liscio come le sue palle.

Mentre il pompino riprendeva, Roberto inizio a segare lentamente Carla. La sensazione di un cazzo che non fosse il suo tra le mani lo sorprese. Non era per niente male. Ne poteva sentire la consistenza, e il movimento che faceva provocava, in qualche modo, piacere anche a lui. A questo pensava mentre venne sorpreso dalla mano di Carla che, lasciando i suoi testicoli, scese più in basso. Un dito arrivò fino al suo buchetto e lo iniziò a massaggiare. Roberto non sapeva cosa fare ma decise di non obiettare.
Obbedì anche quando Carla gli chiese di voltarsi e di mettersi a pecora.

Lasciò il cazzo della ragazza ancora moscio ed immaginò cosa stesse per succedere. Aveva una paura fottuta.
Aveva quasi perso l’erezione per l’angoscia quanto sentì qualcosa poggiarsi sul buchetto del suo culo. Chiuse gli occhi ma, con sua sorpresa, sentì che non era così duro come immaginava. Ci mise qualche secondo per capire che non si trattava del cazzo di Carla, ma della sua lingua. La ragazza gli stava leccando il buco del culo mentre lo segava. La lingua gli passava tutto intorno e a volte gli scivolava dentro. Roberto non aveva mai provato una sensazione simile, il piacere era incontenibile. La sua erezione riprese vigorosa come non mai. Carla si interruppe solo per dire: ‘&egrave questo che le mogli non fanno’ poi infilò ancora di più il suo muso nel culo del ragazzo mentre non smetteva di mungerlo.
Roberto era in estasi. In quella posizione, con una mano sul sedile ed una poggiata sul finestrino, non si sentiva più così uomo come avrebbe voluto, ma non gli importava, il piacere che stava provando era indescrivibile. Non ci volle molto perché iniziasse a venire copiosamente. Il cazzo pulsava tra le mani di Carla come se dovesse esplodere da un momento all’altro, e lei non lo mollò finché Roberto non spruzzò tutto il suo seme sul sedile. Con un ultima passata di lingua allontano anche la sua bocca dal culo del ragazzo.

Le gambe gli tremavano, Roberto non aveva mai provato un piacere così intenso. Carla lo aiutò a pulire via lo sperma dal sedile, con delle salviettine umide. Roberto continuava a guardarla come si guarda un alieno.
‘Sei stata fantastica stasera’, le disse sulla via del ritorno.
‘Questo non &egrave niente’, rispose lei.
‘Quanto ti devo?’
‘Promettimi solo che tornerai’
‘Tornerò’
Cristina era una ragazza minuta, alta poco meno di un metro e sessanta ma molto formosa. I capelli lunghi castani facevano pendant con i suoi grandi occhi con i quali, ora, fissava il suo ragazzo, seduto di fronte a lei. I grossi seni naturali ballonzolavano liberi e Roberto poteva vedere il suo culo pieno riflesso nello specchio davanti a lui mentre la ragazza, in ginocchio, gli succhiava il cazzo.

Erano fidanzati da diversi anni e la loro vita sessuale era stata da sempre molto vivace. Cristina era molto disponibile ed aperta alle richieste di Roberto, per questo, negli ultimi tempi, non riusciva a capire il calo di desiderio di lui. Anche ora, mentre si impegnava al massimo per il piacere del suo partner, desiderosa di ricevere il suo seme in bocca, sentì il cazzo di Roberto che mano a mano perdeva di consistenza, fino a non reagire più ai suoi stimoli.
A quel punto, la situazione per Cristina, era diventata insostenibile e sbottò: ‘Mi vuoi dire cosa sta succedendo? Io sono qui, nuda, che ti ciuccio il cazzo e a te si ammoscia?’
Roberto non sapeva cosa rispondere, ma sapeva anche che la sua storia con Cristina non poteva andare avanti in quel modo. Decise che era arrivato il momento di confessarle, almeno in parte, quello che stava capitando.
“Ti ho tradita”, disse secco.
“Lo sapevo, non poteva essere altrimenti. Con chi?”
La domanda prese di sorpresa Roberto che provò a mantenere il sangue freddo.
“Non la conosci”
“Allora voglio conoscerla”
Roberto entrò nel panico. Non sapeva cosa rispondere. Già confidare a Cristina il suo tradimento era stato complicato, anche se inevitabile. Come avrebbe fatto ora a spiegarle anche che si trattava di un transessuale?
“Ora mi vesto, usciamo e mi porti da lei. Voglio conoscerla!”
Il ragazzo divenne paonazzo. “Ma…come…”
Non riuscì nemmeno a completare una frase di senso compiuto che Cristina, in fretta e furia, si era rivestita ed era sulla porta, pronta ad incontrare la sua antagonista.
Roberto capì che era inutile provare ad opporsi, in fondo il suo desiderio era di rimanere insieme a Cristina, seppure la loro vita sessuale stesse vivendo un momento no, ed accontentare le sue richieste era l’unica possibilità che aveva.
In auto le chiese: “Sei sicura di voler sapere la verità?”
“Assolutamente”, rispose lei.
“Ok, ma non ti piacerà”

In pochi minuti arrivarono al piazzale e Roberto iniziò il suo solito giro. Cristina sembrava confusa ma provò a mantenere la sua aria decisa e determinata.
Il ragazzo vide Carla da lontano ed inizio a rallentare. Questa volta il suo abbigliamento lasciava ben poco all’immaginazione: tanga nero e reggiseno erano le uniche cose che aveva indosso.

Quando si fermò e tirò giù il finestrino lei iniziò ad avvicinarsi alla macchina.
“Non mi dire che…”
“Te l’avevo detto che non ti sarebbe piaciuto scoprire la verità”
“Tu l’hai pagata?”
Roberto non era sicuro che Cristina avesse capito bene che quella che si stava avvicinando non era una ragazza come lei, ma decise che l’avrebbe scoperto da sola, oppure no.
“Sì, l’ho pagata”, ammise abbassando lo sguardo.
“Ciao tesoro, sei venuto in compagnia oggi?”, li interruppe Carla.
Roberto rimase in silenzio mentre Cristina non smetteva di fissarla. Forse la vicinanza o il tono della voce le fecero avanzare qualche sospetto.
‘Hai scopato con il mio ragazzo?’, non perse tempo.
‘No cara, gli ho solo succhiato un po’ quel bel cazzone che ha’
Roberto avrebbe voluto sparire. Non poteva capire lo stato d’animo di Cristina perché era girata a fissare Carla ma, stranamente, dal tono di voce, non sembrava aver perso il controllo.
‘Cos’altro avete fatto? Tu non sei una donna, vero?’
‘Certo che sono una donna, tesoro. Però io ho anche questo e lui ci ha giocato un po”
Carla scostò il tanga, e scoprì il cazzo che aveva celato in mezzo alle cosce. Lo segò per un paio di secondi per farlo rinvigorire e lo poggiò sul bordo del finestrino abbassato.
Roberto pensò: ‘&egrave finita’.

Cristina si voltò verso di lui. Il suo sguardo non era sdegnato, come invece il ragazzo si sarebbe aspettato, piuttosto sembrava guardarlo con aria interrogativa, cercava di capire cosa l’avesse spinto ad andare con Carla.
In quel momento successe qualcosa che cambiò per sempre il rapporto della coppia. Cristina si voltò nuovamente verso Carla, la guardò negli occhi ed afferrò il suo cazzo con la mano destra. Carla cercò di agevolarla, spostando in avanti il bacino così da avvicinare il suo membro, mentre Cristina iniziava a segarla.
Roberto era frastornato e non riuscì a dire niente, nemmeno quando vide la sua fidanzata che prendeva in bocca il grosso cazzo di Carla. La ragazza iniziò a succhiare con gusto mentre Carla le reggeva la testa con apparente delicatezza. Lo spettacolo che aveva di fronte fece venire un cazzo durissimo a Roberto che, seppur in confusione, decise di approfittare della situazione tirandoselo fuori ed iniziando a segarsi continuando a gustarsi la scena.
Fu sorpreso nuovamente da Cristina quando lei allungo la mano sinistra, sostituendosi a lui nella sega. La ragazza interruppe un momento il pompino per dire: ‘Finalmente ti &egrave tornato duro’, ma terminò a stento la frase perché Carla la rispinse violentemente contro il suo cazzo.
Cristina continuava a pompare Carla che con gli occhi chiusi sembrava apprezzare, mentre, con l’altra mano, sentiva crescere di dimensioni il cazzo del suo ragazzo.
Le uniche volte che si toglieva di bocca il membro di Carla era per sputarci sopra prima di riprendere. Non si voltò nemmeno un secondo verso il suo fidanzato.
Roberto, eccitatissimo, non riuscì a provare nemmeno un briciolo di gelosia. In fondo considerava Carla una donna. Non durò molto. Venne sulla mano della fidanzata che continuò a segare lentamente il cazzo moscio di lui mentre si concentrava sul cazzo di Carla. Dopo qualche istante, mentre Roberto cercava di pulirsi, venne interrotta.
‘Amore, se ti sborro in bocca non lavoro più stasera’
Cristina smise di succhiare e si asciugò la bocca con la mano.
‘Se volete, una sera, potete venire a casa mia e facciamo tutto con calma’, concluse Carla rimettendosi il cazzo, ancora barzotto, tra le cosce.
Quando Roberto e Cristina furono ripartiti il ragazzo domandò: ‘Tutto sistemato ora?’
‘Non ancora”
Non avevano più parlato di quella sera al piazzale, eppure era tangibile l’imbarazzo che Roberto provava a portare avanti la sua relazione con Cristina provando a comportarsi come se nulla fosse accaduto.
Il sesso era tornato ai ritmi di un tempo e, tutto sommato, a Roberto poteva anche andar bene così. Fu Cristina però, a rompere di nuovo gli equilibri.

Una sera, dopo aver cenato con la famiglia di lui, i due ragazzi si trovavano in camera di Roberto. Avevano iniziato a baciarsi e non servì molto perché Cristina si ritrovasse con il cazzo duro del fidanzato tra le mani. Iniziò a segarlo delicatamente, mentre lui le palpava il culo da dentro la tuta. Il rischio di venire scoperti dai genitori di Roberto non faceva altro che aumentare l’eccitazione dei ragazzi.
Cristina, dopo aver baciato per qualche secondo il collo del suo ragazzo, si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò: ‘Ho voglia di essere scopata’
‘Amore, ci sono i miei di la’
‘Ma io non voglio essere scopata da te’
L’affermazione colse di sorpresa Roberto che non seppe cosa rispondere. Fu Cristina ad aggiungere ‘Usciamo, andiamo a fare un giro’.

Quando furono in macchina Cristina spiegò le sue intenzioni a Roberto.
‘Non ho dimenticato quello che hai fatto: tu mi hai tradita, ed ora, se mi ami davvero, dovrai sopportare quello che ho sopportato io’
‘Pensavo che questa storia l’avessimo chiarita’ disse Roberto ‘Non permetterò che tu ti faccia scopare da un altro’
Invece sì, se vuoi continuare a stare con me. E guarderai anche.
Roberto era su tutte le furie ma, chissà perché, continuava a seguire le indicazioni che Cristina gli impartiva per raggiungere il posto che aveva in mente. Quando furono arrivati lei indicò un portone. Roberto decise che avrebbe seguito la sua ragazza fin dentro casa del suo amante e che lì avrebbe fatto una bella scenata ricorrendo, se necessario, anche alle mani.
Era dietro di lei quando, dopo aver citofonato, il portone si aprì. La seguì sulle scale fino al secondo piano. Cristina suonò alla porta e questa si aprì subito, li stava aspettando proprio lì dietro. A questo punto Roberto superò la sua fidanzata ed entro per primo dentro l’appartamento.

‘Ciao amore, vi stavo aspettando’ disse Carla.
Roberto rimase senza parole, non solo perché d’un tratto gli furono chiare le intenzioni di Cristina, ma anche perché Carla era vestita solo di un paio di stivali di pelle neri con tacchi a spillo. L’unica cosa che distolse lo sguardo del ragazzo dall’abbondante seno di Carla fu il suo cazzo barzotto che pendeva tra le sue gambe.
Roberto si girò verso la sua ragazza che, guardandolo negli occhi, gli disse: ‘Oggi dovrai meritarti il perdono, farai quello che ti dirò io e saremo di nuovo pari’

Il ragazzo guardò Cristina e Carla che si salutavano con un focoso bacio alla francese prima che gli venisse ordinato di seguirle in camera da letto.
‘Siediti lì’ ordinò Cristina indicando una poltrona nell’angolo della stanza. Carla aveva un ghigno soddisfatto.
Quando Roberto si sedette vide che la sua ragazza si stava iniziando a spogliare, aiutata dall’altra.
Mentre lei si toglieva la maglietta, che portava senza reggiseno, Carla, inginocchiandosi, le abbassava la tuta e le mutandine. Non perse tempo ed iniziò a leccarle la fica mentre Cristina mise un piede sul bordo del letto per favorirle il compito. Alla ragazza piaceva il servizietto che stava ricevendo e non faceva nulla per nasconderlo.
Roberto era eccitatissimo e fece per tirarsi fuori il cazzo dai pantaloni. Voleva segarsi davanti a quella scena fantastica ma venne bruscamente richiamato da Cristina ‘Non ti ho detto che puoi farlo. Tu oggi farai solo quello che ti dico io!’
Il ragazzo non si oppose, era troppo decisa, ma continuò comunque a gustarsi le due ragazze che si davano da fare.

Dopo qualche minuto Cristina decise che era arrivato il momento di ricambiare a Carla il favore. La fece sdraiare sul letto e lei si mise in ginocchio lì davanti. Afferrò il cazzo di Carla dalla base, iniziando a leccargli la cappella. Inizialmente non era in tiro ma ci mise poco a crescere di dimensioni. Roberto rimase stupito, dopo qualche leccata il cazzo di Carla era diventato enorme, ad occhio superava tranquillamente i 20cm ed era molto più largo del suo.
Carla iniziava quindi ad eccitarsi e decise di giocare un ruolo più attivo nel rapporto. ‘Vuoi vedere come scopo la bocca della tua ragazza?’ disse rivolgendosi al ragazzo.
Senza neppure dargli il tempo di replicare inarcò la schiena per far entrare ancora di più il suo uccello nella bocca di Cristina mentre le reggeva ferma la testa con due mani. La ragazza tossì ma Carla non se ne curò affatto. Inizio a muovere velocemente il bacino su e giù facendo uscire ed entrare ripetutamente il suo cazzo nella bocca di Cristina che iniziava a lacrimare dagli occhi, facendo colare il trucco sulle sue guance, e a perdere saliva dai lati della bocca. Anche se il cazzo non le entrava completamente in bocca, la cappella raggiungeva la gola causandole qualche colpo di tosse. Roberto si stupì, lui non aveva mai osato piantarglielo così a fondo.
Quando Carla lasciò la testa di Cristina questa si tirò indietro e prese una boccata d’aria, era rossa come un peperone. Si rivolse a Roberto dicendogli ‘Ora guarda come mi fa godere’.

Quando Cristina si mise a pecora sul letto con lo sguardo rivolto verso di lui e con Carla alle sue spalle che glielo appuntava sulla fica, Roberto aveva il cazzo che stava esplodendo. Avrebbe voluto segarsi ma non gli era concesso.
Carla montava la sua fidanzata con colpi lenti ma decisi, piantandogli il cazzo tutto dentro alla fica e reggendole con una mano il seno destro. Roberto poté distinguere le smorfie di Cristina mentre, ansimando ed urlando, si lasciava andare ad un orgasmo intensissimo. Cadde addirittura a pancia in giù sul letto quando il piacere si esaurì, lasciando Carla in ginocchio dietro di lei con il cazzo in erezione completa che puntava verso Roberto. ‘Adesso ci divertiamo con te’ disse Cristina facendo un sorriso complice a Carla.

Mentre Carla si segava sul letto per non perdere l’erezione, Cristina aveva già spogliato Roberto e, come se non ne avesse ancora abbastanza, gli si era seduta sopra, dandogli le spalle, ed iniziando a farsi scopare anche da lui.
‘Il tuo &egrave più piccolino ma proverò a farmelo bastare’ gli disse prima di fare un cenno a Carla per farla avvicinare. Roberto non riusciva proprio a sentirsi in competizione con lei.
Quando fu davanti a Cristina, Carla inizio a farle succhiarle il cazzo, mentre lei continuava a muoversi con il cazzo del suo ragazzo nella fica. Solo quando Cristina smise e si tirò indietro poggiandogli la nuca sulla spalla, Roberto si accorse di quanto era vicino a lui quell’enorme cazzone.
‘Ora tocca a te’ disse Cristina.

Roberto non credeva alle proprie orecchie. La sua ragazza gli stava chiedendo, anzi ordinando, di succhiare un cazzo. Ma non ebbe molto tempo per ragionare, perché dopo un istante la cappella di Carla gli poggiava già sulle labbra. Istintivamente Roberto aprì la bocca e si fece penetrare. Con lui Carla fu più delicata. I movimenti erano ridotti e più lenti, lasciò a lui il compito di ciucciare il cazzo come meglio credeva.
Roberto era sopraffatto dalle emozioni. Cristina non si era fermata e stava continuando a fare su e giù con la fica sul suo cazzo mentre si reggeva le tette con le mani. Lui stava succhiando il cazzo di una donna con due tette enormi e tutto questo l’aveva portato ad un’eccitazione incontenibile.
Cristina si sfilò un secondo prima del suo orgasmo.

‘Voglio che tu mi faccia venire un’altra volta, ma con la lingua’ disse al suo fidanzato facendogli segno di sdraiarsi sul letto.
Quando lui obbedì, lei gli monto sopra iniziando un 69. La ragazza, come al solito, apprezzava molto la lingua sulla sua fica ma le sue attenzioni per il cazzo di Roberto terminarono quasi subito. Carla, infatti, si era posizionata tra le gambe del ragazzo ed aveva sostituito il suo cazzo nella bocca di Cristina.
Roberto, da quella posizione, non poté vedere la sua ragazza negli occhi mentre gli diceva ‘Ora sarai tu ad essere scopato’.

Aveva provato troppe sensazioni nuove e tutte incredibilmente piacevoli per opporsi proprio a quest’ultimo ordine, per cui il ragazzo assecondò Carla quando gli tirò su le gambe e mentre Cristina, prendendolo in mano, gli puntò la cappella dell’altra sul buco del culo.
Cristina aveva ancora la fica sulla sua faccia e si stava baciando con Carla mentre questa, tra le gambe di Roberto, iniziava a spingergli il cazzo dentro al culo.
Quell’attrezzo era enorme ed il dolore fu fortissimo. Per i primi minuti Roberto si pentì di aver obbedito a Cristina ma non ci mise molto a ricredersi. Il dolore pian piano iniziava ad attenuarsi lasciando posto ad una piacevole sensazione, amplificata dalla mano di Carla che aveva iniziato a segarlo mentre Cristina le leccava i capezzoli.
Roberto raggiunse l’apice quando la sua ragazza sposto l’attenzione dal seno di Carla verso il suo cazzo, ormai pronto ad esplodere. Lo stavano scopando e pompando allo stesso momento. Non ci volle molto perché iniziasse a riempire di sborra la bocca della sua fidanzata e, mentre lei continuava a tenere in bocca il suo cazzo ed il suo seme caldo, sentì Carla che iniziava ad assestare colpi più decisi, quasi sfondandolo, emettendo dei versi animaleschi. Appena dopo sentì quel grosso cazzo pulsante uscirgli dal culo e fece appena in tempo a scostarsi per godersi la scena di Carla che iniziava a schizzare incontrollata. Qualche schizzo andò in faccia a Cristina che teneva ancora l’uccello del suo fidanzato in bocca, anche se aveva ingoiato il suo seme, qualche altro colò sulle palle di Roberto, scivolandogli fino al buco del culo ancora aperto.

I ragazzi erano esausti e senza parole. ‘Siete proprio una bella coppia’ disse Carla mentre sgrullava in faccia a Cristina le ultime gocce che gli uscivano dalla cappella. ‘Potete tornare a trovarmi se volete’
‘Sicuramente’ risposero in coro.
Roberto lavorava come venditore in un autosalone. Era quasi l’una e non vedeva di l’ora di rilassarsi un po’ durante la pausa pranzo. La mattinata era stata fiacca, con pochi clienti, ed il ragazzo aveva trascorso la maggior parte del tempo nel suo piccolo ufficio, seduto dietro l’elegante tavolo trasparente, svagandosi un po’ su internet.

La vista di Carla sull’uscio della porta lo fece sobbalzare. Chi le aveva detto dove trovarlo? Cosa voleva lì nel suo ufficio?
In imbarazzo e visibilmente agitato cercò comunque di mantenere un atteggiamento disinvolto. Si rivolse a Carla come ad un cliente: ‘Prego, si accomodi, in cosa posso esserle utile?’
Roberto scrutò la sua ‘amica speciale’ mentre si sedeva di fronte a lui. Come al solito era di una bellezza sconvolgente. La camicetta bianca strettissima e sbottonata mostrava generosamente la scollatura ed i capezzoli erano visibilissimi dato che Carla, come al solito, non indossava il reggiseno. La minigonna era cortissima e si alzò ancora di più quando la ragazza si sedette di fronte a lui.

‘Ciao Amore, visto che bella sopresa?’
‘Tu hai sempre qualche bella sorpresa per me’ rispose Roberto che iniziava a rilassarsi
‘A cosa devo il piacere della tua visita’ le chiese
‘Sono venuta a ridarti quello che mi sono presa’
Roberto non capiva ma smise comunque di ragionare quando Carla aprì le gambe e la gonna si alzo ancora di quel poco che bastò per far uscire da sotto la punta della sua cappella.

La punta del suo cazzone moscio poggiava sulla sedia e Roberto poteva vederla attraverso il vetro del tavolo. Visto che Carla dava le spalle alla porta d’ingresso dell’ufficio nessun altro poteva vedere il suo enorme ‘segreto’.
Carla abbasso una mano sotto al tavolo e con la punta delle dita iniziò a segarsi delicatamente sotto gli occhi attoniti del ragazzo. Il suo cazzo iniziava a pulsare e a crescere di dimensioni, uscendo ancora di più da sotto la gonna e puntando dritto verso Roberto.

Smise di muovere la mano solo quando sentì una presenza alle sue spalle. Era un collega di Roberto.
‘Noi andiamo a pranzo, ti aspettiamo lì’
‘Andate pure’ rispose il ragazzo guardando oltre la figura di Carla che sorrideva eccitata ‘vi raggiungo appena concludo con questa cliente’

Mentre la porta dell’autosalone si chiudeva Carla disse a Roberto ‘Ormai ci frequentiamo da un pochino. Io ti ho già scopato, ora &egrave il momento che tu scopi me’.
Roberto, che già era eccitato da quando aveva visto la cappella della sua amica, sentendo quelle parole fu colto da un istinto animalesco, come se volesse rivalersi di quello che aveva subito, seppur con piacere, durante il loro ultimo incontro.

Si alzò di scatto, fece il giro della scrivania e prese Carla per i capelli.
‘Sei venuta per essere scopata? Ti accontento subito!’
Tirandola per i capelli neri la fece alzare e la girò, spingendole la faccia contro il muro. Con la mano libera si abbassò i pantaloni, le tirò giù la gonna che scivolò fino alle caviglie. Subito dopo le piantò il cazzo già in erezione nel culo.
Entrò come niente fosse. Carla era sfondata come sospettava.
Spingendola contro il muro cominciò a darle dei colpi sempre più vigorosi. Quando il cazzo penetrava totalmente le sue palle sbattevano contro quelle della ragazza.
Mentre continuava ad incularla, tra i gemiti di tutti e due, Roberto prese in mano l’enorme cazzo di Carla iniziando a segarla.
‘&egrave questo che volevi?’
‘Sì, voglio che ti sfoghi su di me. Dentro di me’

Le parole di Carla fecero salire ancora di più l’eccitazione del ragazzo che per poco non le riempì il culo di sborra.
Si allontanò di colpo facendo due passi indietro e poggiandosi con il sedere su un lato della scrivania.
Carla si girò verso di lui e spingendolo con una mano sul petto lo fece sdraiare completamente.
A quel punto anche lei salì sul piano della scrivania, diede le spalle a Roberto ed iniziò ad abbassarsi finché il cazzo del ragazzo non le punto sul buco del culo. Reggendolo con una mano poté sentirlo pulsare mentre le entrava dentro. Si sporse all’indietro reggendosi in equilibrio con le mani ed inizio ad impalarsi con il cazzo del ragazzo, sempre più velocemente, finché la sua cappella non iniziò a sbattere sulle palle di Roberto ad ogni affondo.

Il ragazzo la reggeva per i fianchi mentre la sentì urlare di piacere. Il culo di Carla iniziò a contrarsi intorno al cazzo di Roberto. La ragazza, senza neanche toccarselo, stava sborrando mentre lo prendeva al culo con il cazzo che le sballonzolava su e giù. La sborra schizzò ovunque finché Carla non rallentò i suoi affondi per sdraiarsi con la schiena sopra a Roberto.
‘Hai proprio un bel cazzo tesoro’ gli disse
‘Mai come il tuo’ rispose lui.

Sorridendo Carla si alzò per mettersi in piedi tra le gambe di Roberto quasi esausto. Il pompino che ne seguì fu maestoso. La ragazza riusciva a prenderlo tutto in bocca, fino alla gola, e quando lo faceva tirava fuori la lingua per leccare anche le palle. Ma fu solo quando con un dito iniziò a stuzzicare il buco del culo di Roberto che lui rilasciò tutto il seme che aveva nella bocca di Carla che poi lo ingoiò avidamente.

Rivestendosi Carla disse ‘Come aperitivo ti può bastare, ora vai a pranzo con i tuoi colleghi’
‘Mi &egrave passata la fame, magari mi prendo mezza giornata libera e vengo da te”

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