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027 – Suor Maria e la sua famiglia

By 3 Febbraio 2013Febbraio 9th, 2020No Comments

Suor Maria, dopo dieci anni in Guinea come missionaria, era stata richiamata dalle autorità ecclesiastiche. Lasciava con rammarico il convento di Suor Giovanna, colei che aveva creato un gruppo di Sorelle brave e soprattutto pazienti e generose pronte per donare alla popolazione assistenza umana, cattolica cristiana, assistenziale e medica. Ora sull’aereo che la riportava a casa dai suoi genitori, era combattuta tra la gioia immensa di incontrare la sua famiglia e la sofferenza che questo allontanamento dalla sua vita consueta, in quella che era la sua comunità, dove aveva consolidato grandi amicizie e meravigliosi rapporti umani in questo povero Paese che era la Nuova Guinea.
All’aeroporto, confusa e smarrita per il rientro nella realtà di una grande città europea, lei ormai trentacinquenne, cambiata fisicamente, si attendeva di trovare i genitori o un parente ad accoglierla ed invece””.
Invece, la sua famiglia c’era tutta, proprio tutta, con un grosso cartello in mano suo padre, era lì ad attenderla, a fianco la mamma e le sue due sorelle e i tre fratelli.
Furono abbracci commossi, e lei, emozionata, con la sua tonaca e il velo bianco in testa, assorbiva tutto questo grande amore come una spugna, come una carta assorbente a lungo senza inchiostro.
Giunsero dopo un breve viaggio in auto, davanti al cancello della nuova casa, quella vecchia, dove lei era nata e vissuta per tanto tempo era ormai un ricordo. Superarono il cancello e percorsero il vialetto che portava all’ingresso della villa. Una volta giunti all’interno, Maria fu condotta nella sua camera, quella che i genitori avevano riservato per lei nel caso che fosse tornata.
La camera era provvista di un bagno personale con doccia e vasca idromassaggio. In confronto alla sua cella in Guinea e una sola doccia fatiscente per tutte le consorelle, a Maria pareva di essere arrivata in Paradiso. Si tolse la tunica, il grande reggiseno un po’ consunto e le enormi mutande tipo quelle della nonna. Si infilò sotto la doccia tecnologica e si lavò godendosi con calma i getti che provenivano un po’ da tutte le parti e che le massaggiavano il corpo ovunque. Poi estremamente rilassata e soddisfatta ne uscì e dopo essersi asciugata si lasciò cadere nuda sul letto. Aveva un bel corpo Maria, del quale, le uniche parti abbronzate, erano, il viso, le mani, le braccia fino al gomito, le caviglie e i piedi. Tutto il resto del corpo magro, ma con le curve al loro posto, era bianco latte, persino le aureole erano appena, appena più scure e dello stesso colore i capezzoli. Il ventre liscio aveva il suo vertice basso, ricoperto da un folto bosco di pelo scuro che si infilava tra le cosce spargendosi anche lievemente sulla parte interna delle cosce stesse. Aveva un sedere bello alto, perfettamente rotondo con le natiche lievemente muscolose,sicuramente allenate a camminare e correre parecchio. Le gambe ben tornite con i polpacci parecchio muscolosi. Il viso di Maria aveva i tratti mediterranei, con i lunghi capelli scuri, quasi corvini, leggermente mossi al fondo, essi incorniciavano l’ovale perfetto con un nasino alla francese e gli occhi neri, grandi, profondi.
Dopo pochi minuti di relax Suor Maria si alzò dal letto e cercò nel comò qualcosa per cambiarsi almeno la biancheria intima. Aprì un cassetto e trovò la sua biancheria che aveva quando era ancora adolescente, prima di entrare in seminario e in seguito, dopo aver preso i voti, in convento. Provò ad indossare delle mutandine e si accorse che nonostante fossero di foggia diversa da quelle che indossava abitualmente, le entravano ancora. Si guardò allo specchio e arrossì. Il pelo nero le usciva dappertutto e fra le gambe il sottile lembo di stoffa le penetrava fra le labbra della figa. Il reggiseno invece era veramente troppo piccolo e dovette desistere riponendolo nel cassetto del comò.
Prese una maglia pulita e dei pantaloni di colore grigio scuro, ampi, asessuati, indossò il tutto e si presentò in cucina, accolta da una piccola ovazione di apprezzamento.
Disse la mamma”

‘Ehi che suora sexy che abbiamo!!’

Maria, arrossì dalla testa ai piedi e con lo sguardo basso sorrise’.

‘Forse sono più bella con la tonaca da suora’

Si sedettero tutti a tavola e mamma Luisa servì alcuni antipasti, poi””’

‘Beh cara Maria, io ti ho fatta bella, poi tu hai avuto la vocazione, se no chissà quanti spasimanti avresti avuto!’

‘L’unico spasimante per me, è Dio.’

Suo fratello Ercole””.

‘Ma scusa Maria, posso farti una domanda un po’ indiscreta?’

‘Dimmi fratello mio, ora sono a casa con la mia famiglia e posso risponderti’

‘Ma una suora, giovane e bella come te, non ha mai” non so se mi spiego, cioè, ecco’. il sesso no, come faccio a dirtelo, tu no, ad esempio, non hai mai voglia?’

‘Io ho votato la mia vita a Dio, e quando il corpo mi tradisce cerco sempre rifugio nella preghiera.’

Anche suo fratello Massimo volle dire la sua”.

‘Si va beh dai Maria, con noi puoi essere aperta, siamo la tua famiglia, Dio va bene, ma il desiderio del sesso, lo abbiamo tutti. Insomma tu nella tua vita da monaca non ti sei mai masturbata?’

Arrossì nuovamente la giovane monaca”’.

‘A volte è vero, si cede alla tentazione, ma poi si subiscono le giuste punizioni!’

La sorella di Maria, Lorenza,””’

‘Le punizioni????’

‘Se la superiora se ne accorge ti punisce con un ramo di salice, sulla schiena, o su altre parti del corpo, da trenta a 200 colpi, secondo il peccato commesso”

Ancora Lorenza”.

‘Ma tu’.. insomma hai subito delle punizioni?’

‘Si, qualcuna si’

‘Ma solo sulla schiena o anche da altre parti?’

‘La schiena è per i peccati che non hanno niente a vedere con il sesso, cioè se tu mentre mangi, prendi un pezzo di pane di un’altra consorella, vieni punita con trenta colpi sulla schiena, ma se la superiora entra nella tua cella e ti trova a toccarti, la relativa punizione sono cento frustate sulla parte che ti stavi toccando’

‘Ma tu hai avuto anche punizioni per peccati sessuali?’

‘Si, la carne è debole e tutte le mie consorelle hanno subito gli stessi castighi, come li ho avuti io’ Intervenne papà Pietro””

‘Quindi tu hai i segni sul corpo di queste punizioni?’

‘Si , sai papà, se sono pochi colpi magari con il tempo ti vanno via ma quando sono cento o duecento, restano le cicatrici delle frustate.’

Mamma Luisa intervenne”.

‘Beh dai adesso mangiamo, poi se tu vorrai magari quando siamo sole, mi fai poi vedere quello che ti hanno fatto, bambina mia!!’

‘Si d’accordo, ma qui sono in famiglia e non mi vergognerei a far vedere a tutti le mie ferite’

‘Si va bene, figliola, adesso buon appetito!’

Mangiarono tutti con grande fame e informarono Maria di tutte le situazioni della famiglia’.. Quella si è sposata” Questo invece è ancora scapolo”. La zia Giovanna si è separata”
Poi, parlarono anche di loro stessi, delle loro situazioni sentimentali, del lavoro, di chi invece studiava ancora”. A fine pranzo Maria aveva memorizzato tutta la condizione globale dell’intera famiglia.

La mamma, si premurò di dire alla ‘pecorella smarrita””’

‘Maria, ora se vuoi, vai a riposarti, ho rifatto il letto e la tua cameretta è come l’avevi lasciata’

‘No non sono stanca, ora mi sono rifocillata e credo che resisterò fin dopo cena’

‘Va bene, fai come vuoi, te la senti di farci vedere i segni che hai delle punizioni?’

‘Va bene mamma, ma chiudiamo le persiane, ho paura che quelli della casa di fronte mi possano vedere’

Silvia, la sorella più vecchia, che fino ad allora non aveva ancora parlato”.

‘Io mi svesto sempre anche davanti alla finestra, è eccitante sai?’

‘Non dimenticare che io sono una suora ,Silvia!!’

Il fratellino più giovane, Luca, si affrettò a chiudere le persiane, qualcuno accese la luce e furono finalmente soli.
Maria, si sfilò la maglietta, rimanendo a seno nudo””.

‘Sorella mia, disse Lorenza, hai il più bel seno che io abbia mai visto!!!’

‘Sei veramente uno splendore, confermò Ercole, se non fosse per quella piccola cicatrice sul seno destro’..’

‘Questa cicatrice è il ricordo dei primi giorni di convento in Guinea’

Luca curioso””.

‘Beh raccontaci, cosa è successo?’

‘Come vi dicevo prima, la carne è debole e io ancora giovanissima, avevo le tentazioni e durante la doccia comune, mentre mi lavavo mi sono soffermata un po’ di più di quanto era consentito a sfiorare con le dita il seno e così la madre superiora che controllava se ne è accorta e mi ha punita con trenta colpi di nerbo di salice.’

E papà Pietro””.

‘Ma solo perché ti sei toccata il seno????’

‘Si è considerato peccato veniale, per questo me la sono cavata con soli trenta colpi’

Massimo, il fratello, stava seduto dietro il tavolo, e con la mano si massaggiava il cazzo duro da sopra i pantaloni. Luca era seduto invece a capo tavola e non si vedevano le mani cosa stessero facendo.

Mamma Luisa””’.

‘Ma, amore di mamma, anche da altre parti sei stata’.. punita?’

‘Si, anche da altre parti’

Così dicendo, si girò e fece vedere la schiena nuda, essa era percorsa da lunghe striature rossastre oblique e trasversali.

‘Ma come hai potuto subire simili torture figlia mia!!!???’

‘Sai la fede è la fede ed è giusto che quando si pecca, si venga puniti anche severamente!’

Suo padre allora”..

‘Ma scusa Maria, tu condividi questi soprusi?’

‘La nostra fede, punisce e vieta la masturbazione in quanto non è conforme al progetto di Dio, ovvero alla moltiplicazione del genere umano.’

Il padre rispose””

‘Si va bene, ma anche altri atti, sono vietati, il sesso anale, quello orale, l’uso di contraccettivi. Eppure, tutto il genere umano ne fa uso con la massima tranquillità. Io non credo che sia una verità dettata da Dio, ma penso che sia una legge proclamata e promulgata dagli uomini.’

Ercole si inserì nel discorso””

‘Anche io sono d’accordo con quello che dice papà”

‘Ercole, io sono una suora! Non sono una persona normale, ho dei doveri verso Dio, e non posso trasgredire!!’

Massimo voleva soddisfare a fondo la propria curiosità””..

‘Non hai altri segni vero?’

‘Si purtroppo si, mi sono fatta cogliere dalla sorella maggiore, che l’ha riferito alla Superiora e così”’

Maria, si abbassò i pantaloni e poi le mutandine e fece vedere i segni sul sedere e poi ancora, aprì le gambe e spostando i peli mostrò la parte alta della vagina. Si vedeva sorprendentemente un piccolo cappuccio di metallo, stretto alla base, che imprigionava il clitoride.

Lorenza era sconvolta da simile barbarie””.

‘Maria ma cos’è sta cosa che hai sulla vagina????’

‘E’ stata la volta che ero fuori a raccogliere erbe per le tisane e dentro ad un bosco, io e una mia consorella, ci siamo messe a fare la pipì, e insomma, la tentazione è stata forte e ci siamo messe dietro ad un albero, masturbandoci a vicenda. Credevamo di essere sole e purtroppo una consorella molto anziana ci vide e ci denunciò. Cosi siamo state condannate ad utilizzare per tre anni questo cappuccio che non ci permette di toccarci il clitoride.’

Massimo si avvicinò a sua sorella e inginocchiandosi di fronte a lei, con le dita si avvicinò al cappuccio e provò a tirarlo via, ma non riusciva a toglierlo. Si bagnò la punta delle dita con la saliva e le fece scorrere dove il cappuccio imprigionava il clitoride, Fin quando lo sentì muoversi e udì Maria lamentarsi per l’acuto dolore. Lui tirò con più energia fin quando il cappuccio metallico si sfilò dal clitoride liberandolo. Sembrava un piccolo cazzo, con la cappella rossa fuoco, lungo almeno quattro centimetri, gonfio quasi tumefatto. Lui lo prese fra le dita e lei rispose con”.

‘Ohhhh, Max ti prego fermati, il buon Dio mi punirà per questo. Fermati per favore!!’

Ma suo fratello, invece di smettere la abbracciò sui fianchi e l’attirò a se, poi infilò la lingua iniziando a leccargli il grosso clitoride.

‘Nooo, fratello mio, non possiamo, tu sei mio fratello, è peccato mortale!!! E’ incesto, fermatiiii’

Massimo si sollevò abbracciò sua sorella e la fece sedere sulla comoda poltrona, poi gli allargò le cosce e ricominciò a leccarla, ora lei non protestava più, teneva entrambe le mani appoggiate al capo del fratello e con gli occhi chiusi, godeva ansimando rumorosamente.
Ora, Pietro si era spostato in modo da godere appieno della vista di quella fantastica scena e si accarezzava il membro rigido dentro i pantaloni.
Luca, stava seduto sulla poltrona dietro papà Pietro e aveva estratto il cazzo dai pantaloni e se lo masturbava lentamente, massaggiando con l’altra mano il culo di suo padre. La mamma intanto si era sollevata la gonna e abbassata le mutandine sfilandosele completamente, poi si era avvicinata a Maria e con molta agilità si era messa a cavalcioni di lei appoggiando la figa sulla bocca di ‘Suor Maria’.
Ercole, in piedi, si abbracciava con le sorelle Silvia e Lorenza, scambiandosi baci con le lingue protese, mentre le mani del trio si muovevano toccando e accarezzando tutto ciò che capitava a tiro.

Suor Maria godeva e mugolava leccando la figa di sua madre, che a sua volta si toccava e stringeva le grosse tette………….

‘Brava suorina di mamma, leccami la figaaa…….. uuuummmmm mi fai impazzire. Chissà quante ne hai leccate in convento eh? ‘

Massimo ora, aveva smesso di leccare la vagina di sua sorella e rimanendo inginocchiato aveva avvicinato la dura cappella del cazzo alla figa di Maria e la penetrava con vigore……..

‘Uuuummmhhhhh, aaaahhhhhhhhh…..’

‘Ti piace il mio cazzone eh, che suora troia, sei votata a Dio eh??? Mi sa che sei votata al cazzo tu!!! Toh, prendilo tutto, senti come ti entra bene!! Sei bagnata come una cagna in calore!!!’

A un paio di metri di distanza, Luca spompinava suo padre ingoiandogli tutto il cazzo fino alle palle , ritornava poi indietro lentamente risucchiandolo come a voler aspirare tutta la sborra dai pesanti coglioni paterni. Dietro al padre, Ercole che aveva lasciato le sorelle da sole a lesbicare, stava dietro suo padre e gli faceva scorrere il cazzo fra le cosce, e con le dita insalivate lo penetrava allargandogli per bene il buco del culo. Poi appoggiandogli una mano sulla schiena lo fece piegare leggermente in avanti e con movimento deciso lo introdusse nell’ano a suo padre. Ad ogni colpo il cazzo entrava a fondo e il bacino del genitore subiva un movimento in avanti scopando suo figlio Luca in gola.
L’orgia incestuosa proseguiva instancabilmente e i gemiti di passione, gli incitamenti, si mescolavano fra di loro in un folle e incontrollato crescendo………………

‘Bravo Luca succhiami il cazzooooo!!’

‘Ti piace il mio cazzone nel culo è papi? Godi quando te lo sbatto tutto dentro vero???’

‘Siiiii, inculamiiii, e tu troia di un figlio ricchione succhiami il cazzo che ti riempio di sborra!!’

‘Godoooo, siiii daiiii, Mariaaaa, lecca, leccami la figaaaaa. Vengooooo, vengoooo, che troiaaaa che sei figlia miaaaaaaaaaa!!!’

‘Dai togliti mamma, togliti che glielo sbatto in bocca alla suora del cazzoooo!!!’

‘Bravooo, figliolo, non sborrargli in figa, ficcaglielo nel culo alla troiaaaa!!!’

‘Siiii, nel culooo, gli spacco il culo a Suor Vacconaaaaa!!!’

‘Leccami la figa, sorellina, dai facciamo un bel sessantanove, leccamiiiiii’

‘Ti sborro in culo papiiiiiii!!!

‘Siiii, sborrami in culo che io affogo tuo fratello ricchione!!!!’

Si udivano solo più versi di godimento sempre più a voce alta, godevano tutti, dai tre maschi, alle due femmine alla coppia fratello e sorella suora. Tutti arrivarono alle sborrate e agli orgasmi, con grande intensità e passione.

Maria, esausta era sdraiata con la schiena sulla poltrona e stava con gli occhi chiusi tenendosi una mano fra le cosce e massaggiandosi il buco del culo dolorante e tutta la famiglia era abbandonata chi sul tappeto chi su altre poltrone. Quando si alzarono tutti e si abbracciarono affettuosamente, tenendo Suor Maria in mezzo a loro, come ad accogliere la pecorella smarrita nel loro gregge incestuoso.

Questa fu la prima giornata di Suor Maria a casa propria, di sicuro lei una esperienza del genere non se la sarebbe mai aspettata, ma in fondo, dopo le innumerevoli esperienze lesbiche e onanistiche effettuate al convento in Guinea, forse un po’ di cazzo ci stava benissimo!!!

La sera, a cena inizialmente nessuno parlava, fin quando Maria, ruppe il ghiaccio………

‘Vi volevo ringraziare per la bella esperienza di oggi, certo che le cose che i sentimenti che ho provato sono stati contrastanti. Dentro di me non volevo, ma poi non ho saputo resistere, anche se sono una suora, la carne è debole e voi siete stati grandi. Ma voi è molto tempo che fate sesso tra di voi?’

Il padre fu il primo a prendere la parola per rispondere a Maria……………..

‘Si abbiamo cominciato una sera, al compleanno dei sedici anni di Luca, due anni fa e da allora non abbiamo più smesso. Tante volte ci siamo ripromessi di non farlo più, ma poi………’

Ridendo Maria…………………

Beh, non vorrete smettere proprio adesso no???……’

Tutti risero e promisero alla sorella Suora che le avrebbero fatto provare ancora delle belle e coinvolgenti esperienze……

‘Bene, allora mi sa che resterò in famiglia ancora pe run po’ prima di tornare in Guinea, sempre se ci torno……..’

La mamma rispose………….

‘Basta che butti la veste monacale alle ortiche e diventi una normale donna, o no???’

‘Non è così semplice, ma vi prometto che ci penserò.’

Ercole che l’aveva inculata poche ore prima…………..

‘La prossima volta ti inculo ma con la tonaca da Suora, sai come sarà eccitante!!!!’

E Maria………

‘Lascia stare che mi fa ancora male il culo, ma mi ci abituerò. Ho sopportato le punizioni della Superiora credo che sopporterò con piacere il tuo bel cazzone nel culo, magari pure vestita da suora!!!!’

Ancora una volta tutti furono sopraffatti dall’ilarità e i loro sguardi di intesa diedero a vedere, che la storia non sarebbe finita lì…………………….

Buon sesso a tutti e buon 2013 – Ombrachecammina

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