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CAPITOLO I

Ho avuto lo stesso regalo ai miei diciotto anni.

Siamo nella sala principale, tutte le sedie sono rivolte al maxischermo dove si vede un video della mia vita, decisamente imbarazzante. Il video lo ha fatto mio zio, che per mestiere lavora in informatica e web design, è un bellissimo video, raccoglie tutti gli eventi significativi della mia nuova vita da moglie. Tantissimi ricordi dei viaggi fatti con mio fidanzato, amici, famiglia.. C’erano anche interviste agli invitati fatti il giorno stesso, fino a pochi minuti fa addirittura. Mio zio è un genio!

In realtà è il fratellastro di mio padre, nato da una relazione di mio nonno e poi adottato da mia nonna dopo la morte della madre. Ma lo abbiamo sempre chiamato zio.

Le immagini scorrono a rallentatore, tutti commentano, si girano ridendo per vedere la mia reazione, sorrido, mi avvicino le mani alla bocca in contemplazione, mi salgono le lacrime agli occhi. Il cazzo di mio zio mi sta uccidendo.

Sono seduta sulle sue gambe con il suo cazzo in figa. Tutti mi guardano, mio marito è andato da sua madre a consolarla, purtroppo mio suocero non è riuscito a vivere fino a questo momento.

Mio zio è un genio! Ha fatto lo stesso per i miei diciotto anni, una sala buia, tutti che guardano il video e me, le mie reazioni, io che sono così convincente… Sono decisamente migliorata. Stanno ridendo tutti, non so perché, approfitto e rido anche io di gusto, salto sulle sue gambe nel farlo, il cazzo ancora dentro di me che mi impala.

Il vestito è perfetto, molto semplice. é un body di pizzo con una gonna di tulle che si attacca sulla vita e si allaccia sul davanti, ma dieci minuti fa ho invertito la gonna in questo modo si apre sul dietro. Nessuno può vedere niente. Restiamo fermi così, il suo cazzo dentro di me e io che ogni tanto mi muovo ridendo, o mi chiudo le labbra mentre gemo di piacere, fingendo commozione.

Il video mostra tante foto che mi ha fatto lui, di nascosto, c’è una foto in particolare che ricordo bene, si vede solo il mio viso che ride. Quello che la foto non mostra è il mio corpo nudo mentre sfrego la mia figa contro quella di una troia, mentre mio zio ci guarda e mi fotografa, quanto tempo è passato… 

Ci sono molte foto fatte da mio zio, che mostrano solo la gioia nei miei occhi, ne rivedo addirittura una fatta pochi giorni fa, con mio marito, mentre stappa una bottiglia di spumante alla cena di famiglia. Ho il vestito sporco della sborra di zio, avevo appena finito di succhiare il suo cazzo, quando ci chiamano per la bottiglia.

Sento il respiro di zio sul mio collo, sta incalzando eppure siamo fermi, chissà a cosa sta pensando. Il respiro si fa più veloce, tutti guardano noi, poi il video e ancora e ancora. Lo sento, il cazzo sta per esplodere, lo sento contrarsi leggermente, sento tutto proprio perché siamo fermi, lui dentro di me e duecento persone che ci guardano.

Il respiro aumenta, ci stringiamo le mani. Ora ho capito il perchè di quelle ultime fotografie, il ricordo di tutto quello che abbiamo fatto. Lo stringo più forte, lo sento, sta facendo versi bruti, nessuno ci sente, nel video le nostre cugine americane urlano tutta la loro gioia. E inizio ad urlare anche io, fingendo sorpresa nel vederle.

Mi piego in avanti, stringendomi la bocca con le mani entusiasta, mentre la sborra calda mi riempie.

Non ci credo, ha calcolato tutto alla perfezione. Il video è durato un altro paio di minuti, il tempo di ammosciarsi dentro di me, chissà quanto ha macchinato per avere questo risultato. Alla fine del video cala il buio totale, dura pochi secondi, nessuno ha capito; mi solleva uscendo da me, il suo cazzo pieno di lui e di me, si pulisce velocemente e si abbottona i pantaloni. Richiude la mia gonna aperta dietro.

Nel frattempo le luci si accendono, tutti si alzano e si scambiano occhiate e sorrisi sereni. Guardo tutti con sguardo commosso, mi giro verso mio zio per abbracciarlo “corri a leccare la sborra, troia” mi sussurra sorridendo. Gli do un bacio sulla guancia e mi avvicino a mio marito che è venuto a ringraziare zio per il bel regalo.

CAPITOLO II

Parte la musica, una musica da sala per ballare in maniera spontanea, niente di elaborato. Abbracciata a Davide ci muoviamo piano, commentiamo il video, lui sapeva della sorpresa, anche lui aveva chiesto di mettere delle mie foto segrete. Scattate da lui nei momenti più eccitanti della nostra vita di coppia. Probabilmente mi sono innamorata di lui per lo stesso hobby che condivideva con zio. In realtà avevo notato le foto, erano state messe all’inizio del video.

“Ti sono piaciute le foto?” mi ha chiesto, mentre parliamo sorridiamo, fingendo di parlare d’altro. “Mi sono dovuto allontanare dalla sedia di mamma, mi è diventato duro solo a guardarti, lo senti?” Si che lo sentivo, anche a distanza dei centimetri di tulle che ci separavano, ormai conosco perfettamente il suo corpo, mi accorgo sempre quanto si eccita.

“mmmm” sussurro, “ti sei eccitato mentre pensavi a me o a Federica? Io ricordo solo quanto abbiamo scopato dopo, di lei non mi ricordo quasi”. “Lo so”, mi risponde. Effettivamente era vero, nonostante sono sempre stata affascinata da entrambi i sessi, in quella specifica occasione ricordo solo lui, è stata la prima volta che ho squirtato. Lo ricorda bene anche lui. “Sapessi quanto sono bagnata ora” gli dico. Ci separiamo per parlare con le varie persone che si sono accalcate accanto a noi. 

Pochi minuti e vado in bagno, mi accompagnano tutte le mie amiche e commentiamo ancora il video, tutti i ricordi legati alle foto, una vita intera di risate e divertimento. Sono veramente fortunata, so che può sembrare strano, ma sono veramente felice.

Mi sbottono la gonna a la lascio a Marta che la appende alla stampella per sistemarla meglio. Chiudo la porta del bagno, continuiamo a parlare mentre raccolgo con cura tutta la sborra colata e lentamente mi lecco le mani, un dito per volta, annuso e succhio i nostri sapori. Ci metto almeno cinque minuti, volevo quasi iniziare a masturbarmi ma voglio essere carica per Davide, voglio squirtare anche oggi.

Intanto le ragazze sono tornate ai tavoli, chiedo a Marta se può prendere la mia borsetta al tavolo, la sento uscire, la porta di chiude e dopo pochi secondi si apre, entra zio che la richiude e la ferma con il suo corpo, mi avvicino e mi stringe a sé, leccando dalla mia bocca il suo stesso sapore. Non ci baciamo, lecchiamo i nostri stessi sapori, inizia a toccarmi, medio e anulare in figa, la fede e l’anello che tiene al medio sono freddi al contatto con le mie labbra, sfrega il palmo contro il mio clitoride, inizio a gemere, so che nessuno può sentire, gemo almeno quanto avrei voluto mentre tutti mi guardavano, in sala; mentre zio mi impalava davanti a tutti.

Aveva sistemato una cassa appena fuori dal bagno esterno, ma per fortuna tra una canzone e l’altra sento Marta e Lucia tornare, spingo zio verso il bagno,mentre chiude a chiave la porta del cubicolo mi guarda ridendo, si lecca le dita.

Sistemo bene le calze e il body, e mi aiutano ad infilare la gonna, stavolta aperta come dovrebbe sul davanti.

CAPITOLO III

La serata procede nel migliore dei modi, è meglio dei miei desideri più remoti. Di solito alle mie feste non mi sono mai divertita, sempre a cercare di soddisfare tutti, ora c’erano ben due persone a voler soddisfare solo me.

Alla festa dei miei diciotto anni in realtà mi sono divertita:

Erano mesi che guardavo zio con occhi diversi, in verità avevo preso per sbaglio un album di fotografie. Ero passata per casa sua, con degli amici, e stavamo cercando insieme foto di quando ero piccola proprio per il video da proiettare. Pendo questo album per sbaglio, fortunatamente ero solo io a guardarlo, lo sfoglio attentamente prima che lui se ne accorga, ricordo ancora lo sguardo sul suo volto. Erano fotografie oscene, o così pensavo all’epoca, ora riconosco l’erotico. Erano foto di mia zia, nelle pose più eclatanti, alcune erano stampate per casa, ovviamente come per me, erano ritagli di volti felici e sorridenti, ma vedere le foto intere era tutt’altra cosa. 

Tornando alla festa, ho avuto la stessa sorpresa, il video, io sulle sue ginocchia, il buio intorno a noi e le risate generali per le foto più imbarazzanti, quella volta però non mi impalò con il suo uccello. Non ero vergine, si intenda, avevo già le mie esperienze alle spalle. Niente cazzo, ma mi fece un ditalino spaventoso, era la prima volta che venivo come si deve, quella volta c’era il tavolo a coprire la sua mano e il mio vestito corto tirato su e le mie cosce aperte in maniera sconcia.

Stasera ho ripensato spesso a quel compleanno.

La serata procedeva, il buffet era veramente buono, il mio era particolarmente buono.

Io e Davide avevamo deciso da tempo che ci saremmo fatti tanti regali, gli avevo promesso pompini nascosti e seghe in pubblico, o quasi, e lui altrettanto, avevamo pensato a lungo a cosa farci. L’altra sera ci siamo masturbati guardandoci e raccontandoci cosa avremmo fatto.

Avevo fatto la stessa promessa a zio, mia madre mi aveva rivelato del video e immediatamente la mia mente è andata al primo video che zio mi aveva fatto.

Già sapevo come ripagare, avevo promesso di succhiare entrambi per bene nel corso della serata. Il giardino dei miei suoceri dove stavamo festeggiando era già stato teatro di sborrate e orgasmi nel corso degli anni. Avevo espressamente chiesto a Davide di nascondere meglio i nostri posti per poter scopare con calma e indisturbati, e non poteva fare di meglio. 

La festa, fortunatamente, era dinamica, ci spostavamo tranquillamente in tutto il giardino, che era molto grande, c’erano varie attività per gli ospiti, cabina per le foto, open bar, la piscina dall’altra parte della casa, bambini che giocavano con gli animatori.

Bastava che uno di noi spostasse il tovagliolo sullo schienale della sedia e nel giro di pochi minuti ero in ginocchio a succhiare il suo cazzo, o nascosta dietro il frigorifero mentre mi leccava la figa. Era tutto prestabilito, era un codice che avevamo inventato per il matrimonio di Marta, così che noi ragazze potevamo distrarre gli invitati. 

In ginocchio, mentre succhiavo, succhiavo e succhiavo, lo sentivo coprirmi di insulti “succhia troia, succhia bene”, mugolavo di piacere e continuava, leccavo tutto, le palle.. una per una, poi insieme, e ancora il cazzo, dritto in gola, fino al conato di vomito. Sapevo ben giustificare le lacrime.

Stava per venire, lo sentivo, mi prende la testa e con foga animale mi scopa la bocca, caccio la lingua e aspetto con piacere la sborra. Ma all’improvviso si ferma, mi fa girare di schiena e mi inclina il collo all’indietro, si piega su di me, mi ficca il cazzo tra le tette, strette dal corpetto. Urlo di piacere e godo “ti prego Davide, oddio si, vieni. Sborra nel corpetto, scopami le tette Davide, ti prego”… Basta così poco… Lo sento mugolare, gli ficco le dita in bocca, le morde, lo so che vorrebbe urlare. sento tutto il calore della sborra che mi scende tra le tette, cola e riscalda pian piano che scende. Restiamo così per pochi secondi che sembrano minuti interi. Dopo poco mi prende sotto le braccia e mi solleva, ho la testa tra le nuvole, sono in trans. è stato stupendo, sento ancora la sborra che scende. “ti piace eh? che puttana che sei!” mi dice ridendo, mi ha dovuto sollevare da sotto le braccia, ero completamente in estasi, avevo anche il fiatone. Ci baciamo, lecco la sborra che esce dal corpetto per non macchiarlo, la raccolgo con un dito e lo succhio piano. Dopo poco torniamo alla festa.

Continuiamo così, lo facciamo parecchie volte, è diventata la cosa più eccitante a cui potevo pensare, non ne avevo mai abbastanza. Avevo talmente voglia che Davide non bastava, amore mio.

Anche con zio avevo un codice, anche se era molto più privato. Con lui mi vedevo in bagno così non dovevo essere così attenta. Avevo la stessa routine, tranne che con lui non venivo, gli ho chiesto io di non farmi venire. In bagno mi potevo sedere comodamente sul suo cazzo, sempre pronto per me. Mi leccava anche la figa, ma lo fermavo prima, intanto sbrodolavo su tutte le mie gambe e sul suo cazzo. Anche con lui succhiavo e leccavo. Il suo cazzo era più piccolo di quello di Davide, e la differenza la sentivo, però forse lui era più bravo, e sapeva sicuramente come fare a sopperire la differenza.

Dopo che Davide mi era venuto tra le tette avevo fatto fare lo stesso anche a zio. Ho avuto un totale di quattro sborrate quasi tutte di Davide ammetto, ero arrivata al punto che non potevo abbracciare nessuno, ho dovuto passare l’asciugacapelli a fine serata o avrei passato sborra fredda su tutti gli invitati. Sentivo la sborra secca, appiccicosa quando mi aggiustavo il corpetto e le tette. Ho dovuto spruzzare anche un po’ di profumo. 

Prima di tornare alla festa però, mentre mi stava leccando la figa e lo imploravo di non farmi venire, si ferma. “Piegati troia” mi dice, “piegati bene come la cagna che sei”. Mi spinge la testa nel cesso, sento il mio respiro che rimbomba sulla ceramica. Mugolo di piacere “zio ti prego, ti prego continua”, mi tiene per i capelli, la testa nel cesso. Sento che stringe le labbra e crea la saliva in bocca. Finalmente si è deciso, penso.

Mi alzo dal cesso, lo vedo mentre la saliva gli cola dalla bocca, sul mio sedere, nel mio sedere. Mi rigiro, mi rilasso come so fare bene, calmando il mio respiro. Intinge il cazzo nella mia figa, lo copre di umori il più possibile e poi sento nel culo. Pian piano scende, come sempre, e poi inizia a muoversi. Continua così ma in poco tempo aumenta il ritmo, urliamo insieme e ci insultiamo a vicenda. è tutto fantastico, arrivo al punto in cui mi abbandono completamente al piacere. Vengo, e vengo anche copiosamente.

Mi ritrovo appoggiata sulle braccia incrociate sul cesso e il fiatone. Sento la zip di zio che sale, apre la porta ed esce dal bagno, chiude a chiave e mi lancia la chiave dentro, dalla finestrella laterale. Mi lascia così, il culo aperto e la figa fradicia, con la testa nel cesso mentre mi riprendevo dall’orgasmo.

Ci metto almeno cinque minuti ad alzarmi, mi guardo allo specchio, sono devastata, tutta rossa. Fortunatamente il trucco leggero ha resistito come doveva e la pettinatura semplice non mi dà problemi. Tutto calcolato.

Stavolta mi faccio un meritato bidet, aspetto il tempo che ci metto per cacciare sempre quel po’ di liquido dopo un orgasmo. Uscendo dal bagno mi ferma mia madre, non l’ho proprio vista oggi. Mi prende sottobraccio e torniamo alla festa.

CAPITOLO IV

Dopo il taglio della torta, aspettando che tutti avessero la loro fetta, ci fanno salire sulla piattaforma dove molti hanno fatto karaoke durante la sera.

Ci fanno sedere su sgabelli alti da bar, l’uno accanto all’altra, mentre a turno, passando il microfono raccontavano aneddoti e ricordi di vita.

Quando ognuno ha la sua torta, prima che iniziamo a mangiarla, Davide si rovescia la fetta addosso, tutti ridiamo, ne esce completamente macchiato. Continua a ridere e si allontana per cambiarsi, scende il gradino del palco, ma poi torna indietro, si avvicina al mio orecchio “non ti muovere, e stai attenta alla botola” mi sussurra, mi stampa un bacio e corre a cambiarsi.

Passano un paio di minuti, tutti continuiamo a mangiare i dolci e proseguiamo tranquilli aspettando Davide per il brindisi, intanto gli invitati salgono sul palco per scambiare due chiacchiere nell’attesa.

Passano cinque minuti da quando Davide è scappato via, sento la botola muoversi sotto di me e prima di scostare la gonna per vedere cosa stesse succedendo, Davide dal basso sussurra. “sono io”. Immediatamente stringo la gonna sul davanti, che era quasi completamente aperta. é stato assurdo. Ero sul palco, tutti potevano vedermi e tutti lo stavano facendo. Stavano salendo adesso i miei cugini di Torino per parlare, per fortuna Andrea, ora mio cognato, li trattiene. Mi piego per appoggiare la torta per terra, “ma sei impazzito?” sussurro, ma non mi risponde, sento solo i suoi polsi che mi separano le caviglie. Inizia a baciarmi tutte le gambe, sale alle cosce, con i denti allarga la giarrettiera e la rilascia, in uno schiocco. Sono sconvolta, cerco in tutti i modi di chiudere meglio la gonna e so di essere arrossita.

Arriva alla figa, mi stringe le cosce e mi spinge più giù con il sedere. Pizzico le sue mani da sopra la gonna e lui pizzica le mie cosce da sotto. Inizia a leccare come solo lui sa fare, ha un modo molto particolare, non so neanche descriverlo. So solo che ogni volta squirto. Lo sa fare bene, ed era da qualche settimana che non si dedicava tanto.

Stavo per chiudere gli occhi, e abbandonare tutto, suona il telefono di Davide, lo ha lasciato sulla sedia, ritorno alla realtà e lo prendo per silenziarlo, ma leggo il mio nome, così rispondo ma sento solo i rumori della mia figa da sotto la gonna, mio marito è un genio! Non diciamo niente, io almeno non parlo, sento solo lui che mi insulta e i rumori della sua bocca sulla mia figa. Vedo i nonni che lentamente si avvicinano e di colpo mi alzo per fermarli, con un braccio alzato. Indico il telefono, faccio segno di aspettare e che tra poco sarei venuta io. Ed ero assolutamente certa che sarei venuta.

Provo a sedermi ma Davide mi blocca, resto in piedi, gambe aperte e lui sotto e dentro di me. Bastano pochi secondi che torno a godere, e sono al limite in ancora meno.

Sale, sale

Lo sento tutto, sta arrivando.

Mi accascio al pavimento urlando, tutti si girano a fissarmi ma non mi interessa minimamente, ho un orgasmo così travolgente che non mi interessa più niente, vorrei urlare. Intravedo molti che si avvicinano ma zio è il primo ad arrivare. Sono ancora in pieno orgasmo, il tutto dura secondi, stringo il braccio di zio mentre continuo a venire. Squirto tutto in faccia a Davide, intermittente, che ancora lecca e succhia.

Zio si avvicina al mio orecchio, da un colpo al pavimento ed entrambi, chi in un orecchio e chi in un altro, tramite telefono, mi sussurrano:

“Auguri troia”.

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