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Mi risvegliai in camera mia, dalla poca luce filtrante dalla finestra riuscivo a capire che era giorno pieno, ma quando presi il mio cellulare in mano capii che qualcosa non quadrava: troppi messaggi non risposti e anche delle chiamate da mia madre, troppe, a meno che non fosse successo qualcosa. La chiamai subito allarmato

“Pronto Ma” dissi

“Pronto!!! Finalmente ti funziona nuovamente il telefono. Mi ha detto Giuliana che avevi problemi con il microfono e ogni volta che ho chiamato lei tu non eri presente. Stai bene? Come procede la vacanza”

L’innocente domanda di mia madre mi fece tornare in mente tutto quello successo: come facevo a spiegargli che avevo scoperto che i nostri vicini di casa vivevano in un film porno in cui le donne erano dotate di forza sovraumana e gli uomini avevano dei cazzi da tori? E che adesso ero entrato a far parte pure io di quella famiglia? Era meglio tenere tutto per me, sarebbe stato il mio segreto di d’ora in poi.

“Tutto bene, a parte questo telefono che ha preso un po’ di sabbia e si è rotto, per il resto le solite cose” andammo avanti a parlare per un po’, salutai mia madre e poi iniziai a guardare i messaggi dei miei amici. Se avessi potuto scrivergli cosa mi era successo mi avrebbero sicuramente dato del cazzaro, motivo in più per tenere per me il mio segreto. 

Trovai anche un messaggio di Anna, che mi diceva di cercarla appena mi fossi ripreso che voleva ringraziarmi. Prima di cercare Anna però avevo bisogno di fare uno spuntino, avevo una fame micidiale.

Mi diressi in cucina e iniziai a mangiare, mi sembrava di non mettere niente sotto i denti da giorni. Mentre addentavo l’ennesimo spuntino entrò Anna dalla porta finestra che dava sul giardino, con addosso solo un micro costume a triangolini rosa, oltre a farmi ad andare di traverso un boccone per quanto bella fosse, il pensiero che avevano scambiato la vita per un film porno tornò molto forte nella mia testa.

Appena mi vide Anna mi saltò addosso e iniziò ad abbracciarmi e baciarmi, sembrava che non mi vedesse da mesi.

“Ti sei svegliato finalmente” mi disse mentre mi abbracciava tenendo sospeso da terra “hai fatto proprio una bella dormita, mi sei mancato”

“Non ti sembra di esagerare, quanto posso aver dormito” 

“Per essere precisi hai dormito due giorni e mezzo” disse Anna “ti sei ripreso prima di altri, mamma dice che papà quando entrò in famiglia ci mise 4 giorni a riprendersi, anche se lui nega.” 

Ora capivo il perché di tutte le chiamate di mia madre e tutti quei messaggi, mi avevano davvero sfinito.

“Quindi è ufficiale? Ho passato il test?”

“Ohhh si, tutti i requisiti ampiamente soddisfatti e ti sei difeso molto bene anche successivamente sai” 

“Non ricordo nulla per adesso, l’ultimo mio ricordo risale a quando Chiara mi ha steso a fianco a te” 

“Sarà meglio che ti faccia un veloce riassunto” e Anna iniziò a raccontare. Quando ebbe finito il fatto di aver dormito per due giorni e mezzo mi sembrò normale, avevamo continuato a scopare fino alle cinque del mattino e io ero pure stato fatto oggetto di particolari attenzioni.

“Mi avessero detto che questa vacanza avrebbe preso una piega simile avrei mandato a quel paese chi me l’avesse detto” le dissi

“E non è finita qui, d’ora in poi inizia il vero divertimento. Adesso che siamo libere di vestirci come ci pare vedrai come cambieranno le cose” rispose lei

“In che senso?” 

“Quando viviamo a casa nostra e nella quotidianità cerchiamo di vestirci in modo non troppo appariscente, normalmente in vacanza ci sbizzarriamo ma con te non ancora facente parte della famiglia non potevamo. Ora che ne fai parte non dobbiamo più trattenerci” il mio pensiero andò subito ad alcune volte che vidi Giuliana in giro con abiti iperaderenti che non lasciavano nulla all’immaginazione o a qualche microabito con cui avevo visto andare in giro Chiara, cosa avrebbero combinato adesso? E la piccola Anna, che aveva cambiato completamente fisico dall’inizio della vacanza cosa avrebbe indossato?

“Se stai fantasticando su cosa potrei mettere ti anticipo che aspetto da una vita di non essere più una nanetta, e non vedo l’ora di mettere in mostra le mie gambe chilometriche. Inoltre non pensavo fossi così attratto dalle mie tette, credo che dovrò coprirle ben poco.” disse facendomi l’occhiolino.

“Iniziamo da adesso?” dissi spostando il minuscolo triangolino che copriva un suo seno e iniziando a leccare un suo capezzolo.

“Ti sei fatto addirittura intraprendente, adesso? Sicuro di esserti ripreso abbastanza?” Chiese lei premurosa.

“Basta non fare un’altra maratona di otto ore, credo che fare una volta l’amore con te non mi ucciderà.” 

Invece stava per uccidermi: Anna a sentire quelle parole mi abbracciò fortissimo, senza rendersi conto che mi sta stava stritolando, troppo presa dall’emozione.

“Anna mi stai stritolandoooo” dissi con il poco fiato che avevo in corpo

“Scusa scusa, è che a sentire le tue parole mi sono emozionata. Nessuno mi ha mai proposto di fare l’amore, hanno sempre voluto tutti scoparmi in vita mia.” Mi rispose allentando la presa.

“Che ne dici di provare questo cambiamento, allora?” le chiesi

“Volentieri, lo facciamo qui in cucina?”

“Che ne dici se facessi le cose in modo banale, per una volta?” 

Mi feci posare per terra, la presi per la mano e m’incamminai verso camera mia. Arrivati lì ci spogliammo, ci baciammo e la feci stendere sul letto, iniziando a fare l’amore in modo molto tradizionale, senza posizioni strane, uno sopra l’altro, cambiando posizione quando ci andava e baciandoci spessissimo. Quando arrivò l’orgasmo per entrambi fu bellissimo finire abbracciati stretti uno nelle braccia dell’altro.

“Allora, fare l’amore come le persone normali com’è?” le chiesi

“Posso risponderti quando finisco di trattenere le lacrime dalla gioia?” mi disse lei con gli occhi che si erano gonfiati “non hai idea di quanto io sia felice.”

“Oh non farti strane idee però” le risposi “se m’annoio con te è un attimo che mi rivolgo alle altre” dissi come battuta

“E io credi che ti farò annoiare? Stai attento te piuttosto che è un attimo che non m’interessi più” rispose in modo finto piccato lei.

Finimmo a ridere abbracciati, felici di stare insieme.

“Senti, ma se andassimo a mangiare qualcosa? Io ho dei grossi arretrati e lo stomaco mi brontola nuovamente” le chiesi

“Ok, ma devo andare a prepararmi, se conosco quelle due stasera si presenteranno vestite da gara”

“Ma dai, non starai esagerando? Mica dobbiamo andare da qualche parte, no?”

“È proprio perché non ci sarà nessuno a guardarci che daranno il loro peggio, ma vedrai se mi sbaglio”

Anna andò in camera sua a prepararsi per la cena e decisi di darmi una ripulita pure io, doccia, shampoo e barba, una camicia leggera addosso, pantaloncini corti e infradito e via verso la cucina. Visto che non c’era ancora nessuno mi misi a prepararmi un mojito con cui accompagnare qualche patatina ed uscii per andare a rilassarmi a bordo piscina. Lì trovai Chiara, che aveva avuto la mia stessa idea, solo che lei stava bevendo una birra.

Anna aveva ragione, Chiara si era messa giù da gara, aveva un vestito rosso cortissimo e scollatissimo, avrebbe potuto tranquillamente andare a una serata vestita così. Completavano in quadro due sandali neri con tacco a spillo vertiginoso che si legavano alla caviglia, era una figa spaziale.

“E infine il secondo giorno resuscitò” mi apostrofo lei vedendomi avvicinare

“Già, ho fatto il nuovo record. Dovrei mettere i manifesti e creare una religione tutta mia” le risposi

“Ma le cause della tua dipartita sono state meno nobili”

“Effettivamente dire che sono mancato a causa di tre ninfomani non è un bel biglietto da visita” dopo questa ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere.

“Bentornato tra noi” disse baciandomi sulla bocca “a sentire mia madre avresti dovuto metterci di più, con tutto quello che abbiamo fatto”

“I miei ricordi arrivano solo a un certo punto della serata, quindi non so nemmeno cosa sia successo”

“Davvero?”

“Assolutamente, Anna mi ha fatto un riassunto ma per me è il vuoto completo da quando mi hai sdraiato di fianco a lei”

“Vuoi un veloce ripasso di quanto io sia brava a farti godere?” disse guardandomi con uno sguardo pedratorio

“Davvero vorresti..”

“Scoparti qui, subito, senza pensarci un attimo, certo” e mi sollevò da terra e m’infilo la lingua in gola. Quando ci staccammo avevo già una poderosa erezione

“Una sola condizione, niente preliminari” le dissi

“Volentieri” disse lei sdraiandosi su una sdraio a bordo piscina

“Muoviti a spogliarti che altrimenti ti strappo i pantaloni di dosso”

“Se non mi sbrigo li strappa prima il mio uccello, ho più fretta di te” 

Appena mi liberai dei pantaloni mi buttai su di lei, lei non provò nemmeno a sfilarsi l’intimo, lo strappò direttamente e il vestito era talmente minimo che non era d’intralcio. Iniziammo a fare sesso come animali, tra me e Chiara c’era questo feeling molto primitivo tanto che il primo orgasmo arrivò velocissimo per entrambi.

“E Anna che dice che sei diverso dagli altri e che non vuoi solo godere” mi disse lei ripresasi dal piacere

“Anna è Anna e ha un trattamento particolare, te e tua madre volete solo una grossa quantità di cazzo ed è giusto quello che ho intenzione di darvi.” le risposi riprendendo a stantuffarle la fica.

“Ma guarda che animale, non sei diventato nemmeno un po’ mollo. Scopami porco, scopami”

“Come desideri troia, preparati che ti riempio per bene”

Andammo avanti fin quando non sentimmo Carlo chiamarci dalla cucina

“Sarà il caso che ci muoviamo” disse Chiara iniziando a usare i suoi muscoli vaginali per stringermi il cazzo e farmi godere di più.

“Vediamo se questa di basta, godoooo” e le venni per la seconda volta dentro.

Nonostante l’enorme sborrata non si scompose minimamente e l’accolse tutta dentro di sè.

“Ahhhh si, che sborrata, sono proprio piena” 

“Felice di averti soddisfatta” dissi respirando affannosamente.

Dopo esserci ricomposti ci dirigemmo verso la cucina, solo allora mi accorsi che Chiara era tornata alta come prima. Quando glielo chiesi mi rispose piccata, si vede che le dispiaceva

“Perché la cosa ha effetto limitato. Adoravo torreggiare su di voi, mi faceva sentire così sexy, solo il pensiero mi fa bagnare di nuovo”

“Calma Chiara, che stiamo andando a mangiare, non vorrai fare un lago in cucina”

“Credo che stasera qualcuno salterà la cena” disse allungando il passo verso la portafinestra. Entrata dentro senza dire una parola si diresse verso Enzo e lo iniziò a baciare, poi lo sollevò e sparì verso la camera da letto. I presenti si misero tutti a ridere, io domandai cosa ci fosse di così divertente

“È un classico di Chiara, quando le prendono le voglio il povero Enzo ne fa le spese. E ci aveva appena detto che aveva una fame da lupi” disse Carlo

“Sarà il caso di mettergli da parte qualcosa, sperando che Chiara si contenga” disse Giuliana “però prima mangiamo noi, a tavola”

Ci sedemmo, io e Carlo da un lato, Giuliana e Anna dall’altro, Giuliana di fronte a me e Anna di fronte al padre.

La cena andò avanti tranquillamente, fino a quando non vidi Carlo parlare sempre meno, come se fosse in estasi.

Provai a domandargli cosa avesse, ma venni bloccato dalle due donne

“Non abbiamo avuto ancora tempo di spiegarti per bene, ma sappi che tra tutti gli uomini di casa Carlo è quello che più di tutti apprezza le prove di forza, per quanto semplici, per noi, siano” disse Giuliana “ad esempio dall’inizio della cena Anna lo sta sostenendo con la sua gamba, in modo che non possa toccare per terra.”

“Ma sarà mezz’ora!!!” dissi stupito

“Per quanto è leggero lo potrei tenere così per un giorno intero senza problemi” disse Anna con noncuranza.

“Chissà se anche te apprezzi queste prove di forza” disse Giuliana alzandosi e portandosi dietro di me “sfortunatamente non saprei come fare per impressionarti” e nel frattempo sentii sollevarmi da terra insieme alla sedia. Quando fui all’altezza desiderata mise una mano a lato della sedia. La sedia aveva i piedi i metallo, che allargò con la mano libera come se fossero fatti di plastilina, una volta contenta di quanto le aveva piegate iniziò ad abbassarla contro i suoi seni. Io riuscivo a vedere tutto perché Giuliana si era messa di fronte alla porta finestra, che mi faceva da specchio. 

I piedi della sedia invece di spingere i suoi seni venivano spinte sempre più verso l’esterno, come se incontrassero un ostacolo a cui non potevano opporre resistenza. Una volta che fui arrivato con la seduta sui seni di Giuliana prese i due pezzi di metallo e li girò intorno ai suoi seni per bloccare lì la sedia. Per completare l’opera girò anche i piedi d’avanti, per essere sicura di bloccarla definitivamente. Ero a bocca aperta, non riuscivo a parlare dallo stupore, oltre ad avere un’erezione gigantesca.

“Piaciuto lo spettacolino?” mi chiese Giuliana

“Oh mio Dio Giuliana, si, sei fantastica, fenomenale”

“Grazie caro. Ma preferirei una dimostrazione di apprezzamento più tangibile. Che ne diresti di girarti verso di me? Dal riflesso mi sto perdendo qualche dettaglio”

Mi girai immediatamente, con la mia erezione che mi disturbava nei movimenti, quando mi trovai lo schienale tra me e Giuliana.

“Oh, non mi ero accorta dello schienale, ce ne liberiamo immediatamente” e lo strappò via, le saldature che venivano lacerate dalla sua forza disumana.

“Allora, come vorresti dimostrare il tuo apprezzamento?”

Non ero ancora addentro al modo di fare della famiglia e la cosa che mi venne più naturale fu quella di baciarla in bocca. Quando mi staccai Giuliana e Carlo erano di sasso mentre Anna aveva sul volto un sorriso beffardo, di chi aveva sempre avuto ragione

“Cosa vi continuavo a dire? Lui è diverso, non è come gli altri. Chi altro avrebbe fatto una cosa del genere tra quelli che mi avete proposto?”

Io, ovviamente, non capivo. Ma nemmeno il tempo di guardarmi un’altra volta intorno che Giuliana mi mise la mano dietro il collo spingendomi verso di lei e infilandomi la lingua in gola. Quando mi permise di staccarmi mi fulminò con gli occhi e disse

“Allora è vero che sei diverso dagli altri. Mi sa che stanotte mi divertirò parecchio, se Anna accetterà lo scambio. Adesso però voglio il ringraziamento che avevo in testa.” E detto questo mi strappò i pantaloni di dosso e mi fece un pompino stratosferico, ci mise tutta la sua abilità e impegno, avevo anche le palle dentro la sua bocca.

“Guarda bene Anna, quello è la massima espressione del pompino nella nostra famiglia, non vedrai molte altre volte tua madre impegnarsi così tanto per far godere un uomo. Anche se sarà un’esperienza molto breve”

E Carlo aveva ragione perché le venni in gola dopo pochissimo, Giuliana era stata formidabile

“Oh mio Dio, sei fantastica, non pensavo che potessi venire così con un pompino.”

“E questo è solo l’inizio della serata. Anna puoi raggiungerci?”

Anna ci raggiunse portando Carlo seduto su una mano, incuriosita da quello che voleva chiederle la madre.

“Anna che ne diresti se cambiassimo un po’ i piani della serata?” chiese Giuliana

“Cosa vorresti fare?” le rispose

“Dopo aver finito qui in cucina pensavo che potrei passare la notte con Luca, e ridartelo domani mattina”

“Potrebbe anche andarmi bene, ma in cambio voglio le scarpe che non mi hai fatto prendere quando siamo andate a fare shopping”

“Ok, non c’è problema” rispose senza pensarci un momento Giuliana

“Ma ma ma, scusate” era Carlo che parlava, balbettante per timore delle due donne. Si girarono verso di lui molto lentamente, infastidite per essere state interrotte

“Cosa c’è piccino?” lo canzonò Giuliana

“Anche io voglio…” iniziò tentennante Carlo

“Voglio cosa?” chiese Anna dolcemente cercando d’invogliare il padre a parlare

“Voglio anche io la mia prova di forza” disse in modo bambinesco Carlo.

Lo sguardo di Anna si allargò in un sorriso beffardo, iniziavo a preoccuparmi per lui.

“E perché vorresti vedere una mia prova di forza? Non credi che io lo sia?” continuò Anna iniziando ad alzare un po’ la voce

“No, no, assolutamente, ci mancherebbe. Conosco benissimo la tua enorme forza. È che a vederlo mi…” rispose Carlo

“Mi cosa? Dai piccino, fatti coraggio”

“Mi eccito” urlò Carlo “è da quando abbiamo fatto il rituale che fantastico su questo momento, ti prego Anna”

Il viso di Anna s’illuminò, la tensione era sparita ed era sinceramente divertita

“E va bene, la tua Annina ti farà vedere di cosa è capace. Però abbiamo lo stesso problema che ha avuto mamma.” e iniziò a guardarsi intorno “Allora, cosa possiamo fare??? Forse potremmo, ma si, trovato. Giuliana potresti darmi Luca per un attimo?”

“Certo, te lo metto da qualche parte di preciso?”

“Mettilo sulla lavatrice, grazie”

Giuliana posizionò me sulla lavatrice e poi fu il turno di Carlo.

“Bene, adesso direi che possiamo iniziare” e così dicendo si chinò per mettere la mano sotto l’elettrodomestico. 

Nonostante indossasse dei tacchi a spillo vertiginosi, si era preparata anche lei come se dovesse andare a una serata, lentamente ma inesorabilmente sollevò noi due e la lavatrice insieme, portandoci ad altezza del suo viso, tenendo il braccio flesso a novanta gradi.

“Allora paparino, ti piace quanto sia diventata forte la tua piccolina?”

“Si Anna, grazie per questa tua dimostrazione” disse Carlo eccitatissimo

“Ma non ho mica finito” e così dicendo continuò ad alzarci, portandoci sopra la sua testa fino a quando non ebbe disteso completamente il braccio.

“Come si sta lì? Bella la vista” ci domandò 

“È parecchio alto” feci io un po’ intimorito per paura di cadere.

“Dici? E se vi facessi un po’ scendere? E poi salire?” disse iniziando a piegare e stendere il braccio come se nulla fosse. Carlo era al limite, non riusciva più a contenersi, liberando l’uccello dai pantaloni e iniziando a segarsi.Anche Anna si accorse della cosa e ci riportò in modo da averci di fronte a lei

“Allora, piaciuto lo spettacolino? Che ne dici di ricompensarmi” disse lei. Nemmeno il tempo di finire la frase e Carlo venne, fortunatamente riuscendo ad indirizzare il getto verso la bocca di Anna. Quando Carlo terminò Giuliana si avvicinò ad Anna e iniziarono a baciarsi, sempre mentre la più giovane ci teneva sollevati con il solo braccio sinistro e con il destro palpava pesantemente la madre, ricambiata. A un certo punto vedemmo metterle una mano sotto la corta gonna e vedemmo Giuliana venire sollevata, fino a quando il suo inguine si trovò all’altezza della bocca di Anna, che iniziò a leccarle la fica. In un primo momento Giuliana provò a resistere al piacere ma dovette cedere ben presto, tanto che le vedemmo mettere le mani dietro la testa di Anna per stare più attaccata alle sue labbra.

Dopo un po’ di tempo, con noi sempre sollevati da terra, Giuliana arrivò al limite

“Si, bravissima, si, ancora poco, siiiii” e anche Giuliana venne grazie alla bocca di Anna, che la abbassò e la baciò nuovamente. Dopo un altro lunghissimo bacio finalmente le due donne si staccarono, tornando a occuparsi di noi.

“Allora” disse Anna “contenti della mia dimostrazione? Vi basta?” 

“Sei fantastica” urlò immediatamente Carlo

“Sono d’accordo con tuo padre, sei meravigliosa. Però, vedi cara, credo che tu sia dimenticata di qualcuno. Non vorrai che proprio Luca sia l’unico a non godere della tua bocca in questo frangente.”

“Oh cavolo, mi ero completamente dimenticata. Perdonami Luca” e così dicendo fece ruotare sulla sua mano sinistra la lavatrice in modo da portarmi di fronte a lei.

“Per farmi perdonare potrai scoparmi la gola a tuo piacimento una volta sceso, ti va bene?”

“Io vorrei provare un’altra cosa” dissi con un filo di voce

“Cosa? Dimmi pure, sono io in difetto” disse Anna sorridendomi.

“Vorrei che mi facessi un pompino mandandomi avanti e indietro mentre io sono seduto qui sopra.”

Anna fece finta di pensarci su, poi mi rispose

“Si potrebbe fare, però preparati”

Deglutii intimorito.

“Allora mettiti bene sul bordo e allarga le gambe il più possibile. Perfetto, e adesso ti faccio vedere io chi fa i migliori pompini della famiglia” e in un colpo solo s’infilò tutto il mio cazzo in gola, quaranta centimetri ingoiati come se niente fosse.

Passò a leccarlo di lato, leccarmi le palle, giocare con la cappella, come se io fossi seduto su un letto e lei inginocchiata tra le mie gambe, invece la situazione era ben diversa: non solo ci teneva sollevati, ma neanche muoveva il collo, spostava me, la lavatrice e Carlo per muovermi a suo piacimento.

“Mi sono divertita abbastanza, adesso inizio a fare sul serio. Carlo vai da Giuliana, non vorrei che volassi via” disse in modo perentorio.

Carlo si alzò in piedi sulla lavatrice e si portò verso la moglie lo prese e lo abbracciò, sistemandolo tra i suoi seni.

Senza più il timore di far male al padre Anna riprese a spompinarmi, infilandosi tutta l’asta in gola e tirandola quasi del tutto fuori sempre più velocemente, succhiandomelo con maggiore vigore fino a quando non le venni copiosamente nella gola: senza accorgermene mi ritrovavo praticamente orizzontale, visto che lei aveva raddrizzato la testa per poterlo succhiare meglio.

Nonostante fossi appena venuto ero talmente eccitato da tutta la situazione che il cazzo mi tornò immediatamente di marmo e lo rinfilai fino alla palle nella bocca della mia partner. 

“Anna perdonami ma sei troppo eccitante, devo venire un’altra volta, ti prego fammi continuare” e dicendo così le scopai la gola mettendole le mani dietro la testa e appoggiando le gambe dove meglio potevo, non pensavo a null’altro che a venirle nuovamente in bocca. Non so per quanto andai avanti in quel modo, quello che so è che l’orgasmo più intenso avuto quel giorno lo ebbi in quel momento, con una quantità immane di liquido, tanto che Anna non riuscì a inghiottirlo tutto.

Quando ritornai padrone dei miei pensieri pensai immediatamente che l’avevo fatta grossa e lasciai la presa con le mani, finendo per cadere. Ero già pronto a ritrovarmi con il culo per terra, quando invece atterrai sulla lavatrice che Anna aveva prontamente spostato sotto di me.

“Mettimi le mani intorno al collo” mi disse lei. Eseguii senza dire nulla, per ritrovarmi la sua lingua in gola. Quando mi staccai allontanò la lavatrice in modo che perdessi la seduta e finissi in mezzo ai suoi seni, con cui iniziò a sostenermi, stringendomeli intorno al petto.

“Se non fosse che te l’avevo proposto io prima mi sarei arrabbiata parecchio, devi capire che ci sono libertà che puoi prenderti e altre no. Per questa volta ti perdono perché mi è piaciuto ma, prendilo come avvertimento, devi stare attento perché anche da una situazione piacevole come questa, potresti finire in una situazione poco simpatica” e dicendo così strinse con più forza i suoi seni contro le mie costole, rendendomi difficoltoso respirare.

“Non voglio dover usare la mia forza in questo modo, sempre che tu non me lo chieda, quindi non fare più cose così avventate” e continuò ad aumentare la stretta, rendendomi più difficile respirare.

Rimasi così qualche secondo poi mollò la presa e torno la sensazione di sostegno, senza nessun dolore.

“Hai capito?” disse dolcemente Anna

“Direi di si”, risposi riprendendo fiato “ma possiamo metterci d’accordo per qualche sgarro alle regole”

“Se te lo meriterei, ma ne parleremo da soli”

“Ehm ehm” tossichio Giuliana, sempre seduta sulla mano di Anna “se volete fare i piccioncini mi faresti scendere?”

“Oh scusa mamma, mi sono lasciata prendere dal momento” e così dicendo fece posare alla madre i piedi per terra.

“Con quest’ultimo sfoggio di forza hai fatto impazzire tuo padre, è fuori di testa. Adesso lo calmo” disse rivolta a noi.

“Piccolino, la nostra dolce Anna ti sta facendo impazzire eh?! Pensa che d’ora in poi saremo in tre con una forza sovrumana in casa, pensa ai nostri muscoli, a come potremmo controllarti e tu non potrai fare niente per opporti, sei di nostra proprietà” disse Giuliana andandosi a sedere sul divano

“Si, si, sono vostro, fai di me quello che volete”

“Oh, piccolino, ti accontenterò. Anna, Luca mettetevi comodi così potrete vedere quanto è maialino il mio Carlo. Adesso voglio che tu cerchi di resistermi, se non t’impegnerai mi arrabbierò, sappilo” e dicendo così mise il corpo di Carlo in mezzo alle sue tettone, con la spalla sinistra che appoggiava contro lo sterno di Giuliana.

Carlo iniziò immediatamente a spingere con le braccia per cercare di allargarle, ma per quanti sforzi facesse non solo non riusciva a muoverle, ma si continuavano a stringere sul suo corpo. Giuliana lo continuava a guardare con amorevole accondiscendenza, come si guarda un bambino che cerchi di fare un compito troppo difficile per le sue capacità, ma non smetteva di esercitare pressione. Dopo qualche minuto Giuliana decise che Carlo si era impegnato abbastanza e di farla finita, con una ulteriore stretta chiuse i suoi seni sul suo corpo, le braccia cedettero di schianto di fronte alla nuova pressione.

“Piccolo mio ti sei comportato bene perciò di ricompenserò. Ti permetto di venire mentre farò ingrandire i miei seni, preparati” e così dicendo iniziai a vedere che i seni di Giuliana cominciavano a ingrandirsi

“Mamma, non esagerare, che poi finiamo un’altra volta all’ospedale” disse Anna

“Cercherò di controllarmi, ma lo sai quanto piace a tuo padre questo trattamento” rispose continuando ad aumentare il volume, mentre Carlo era in estasi, immerso completamente nei suoi seni.

“Piccolo mio, addirittura resisti fino al mio ordine per venire, stai superando ogni mia aspettativa”

“No, padrona, non è per quello” disse Carlo con il poco fiato che aveva in gola “state stringendo così forte che non riesco a venire”

“E pensare che ho appena iniziato a ingrandirle” disse Giuliana rammaricata. Allentò la pressione sul povero Carlo, lo capimmo perché iniziò a urlare preso da un orgasmo violentissimo

“Ovviamente avrebbe potuto ridurlo a una sottiletta, vero?” chiesi io a Anna mentre, lei seduta sul divano e io seduto sulle sue gambe, continuavamo a baciarci.

“Non ne hai idea. Una volta mamma esagerò con questo giochetto, ma assolutamente nulla per lei, e abbiamo dovuto chiamare un’ambulanza, papà è finito in codice giallo per svariate vertebre incrinate. Ed è andata già bene così”.

“Per fortuna che si è fermata. Ma davvero potrebbe aumentare le sue tette? Sono già gigantesche”

Anna ci pensò un attimo e poi alzò il braccio sinistro in orizzontale davanti al mio viso.

“Non dico che sia proprio lo stesso effetto” disse guardandomi in faccia “ma più o meno succede una cosa del genere” e così dicendo iniziò a tirare su l’avambraccio contraendo il muscolo. Lentamente il suo bicipite iniziò a gonfiarsi, ben presto superò le dimensioni di una palla da tennis e continuava a crescere, senza che Anna facesse nessuno sforzo per farlo gonfiare. Flesse il braccio altre poche volte, fin quando non ritenne di essere soddisfatta di quello che mi stava mostrando: il suo braccio si era gonfiato di parecchio, ma quello che più mi lasciava stupito era quando fosse alto il picco del muscolo.

“Toccalo pure, non morde, lui” disse ridendo Anna.

Lo provai a stringere, ovviamente senza nessun risultato, allora lo passai ad accarezzarlo e baciarlo, ipnotizzato.

“Vedo che ti piacciono i miei muscoli” disse lei felice

“Mai avrei pensato che mi sarebbero piaciuti tanto su una donna” risposi con lo sguardo rapito verso il suo braccio “mi sa che ho vinto alla lotteria a stare con te”

Venimmo interrotti da Giuliana che si avvicinava con Carlo in braccio, entrambi ansiosi di parlarci.

“Sentite, se non vi dispiace noi due andremmo in camera nostra, il nostro accordo è sempre valido Anna, domani andiamo a prendere quelle scarpe”

“Va be…”

“Eh no” urlai per coprire la voce di Anna, poi mi girai verso di lei e le feci un occhiolino

“Non credo sia giusto cambiare così spesso idea. Bisogna aggiungere qualcosa per la rottura del accordo, sia per Anna che per quanto riguarda me e Carlo, che veniamo colpiti da questo cambio di programma”

“E cosa vorresti?” disse Giuliana divertita

“Credo che Anna potrebbe acconsentire al nuovo cambio con l’aggiunta di un vestito da abbinare alle scarpe” dissi cercando la sua approvazione

“Un’ottima idea” disse in risposta Anna “c’era giusto anche un vestito che non mi hai voluto prendere”

“Va bene, nessun problema” disse Giuliana quasi infastidita da una richiesta cosi materiale “mentre per voi due cosa volete”

“Questo è il mio pensiero, Carlo non né sa nulla quindi potrebbe essere completamente contrario. Io proporrei questo: che ne dici se domani mattina ti metti il costume più minuscolo che hai, gonfi le tue tettone e passi la giornata a fare la nostra bagnina troia sotto steroidi? Ovviamente anche Enzo potrà sfruttare la situazione” aggiunsi ricordandomi dell’altro uomo di casa

“Quindi per un cambio saltato tu mi vorresti usare un giorno intero come una coniglietta di playboy?” disse lei divertita guardandomi dritta negli occhi

“Non la metterei in questo modo, anche perché tu hai sempre il piccolissimo vantaggio di poterci fare quello che vuoi”

Giuliana ci pensò un po’ su, lanciò un velocissimo sguardo ad Anna e solo dopo, sorridendo rispose:

“Ci sto, spero solo che non abbiate di che pentirvene. Adesso scusate ma abbiamo da fare, a domani” e così si allontanò verso la camera, noi non aspettammo nemmeno che finissero di girare l’angolo che iniziammo a spogliarci.

“Tu sei completamente pazzo” disse Anna sfilandosi il vestito

“Perché? Ho voluto provare a trattare ed è andata bene”

“Ti è andata bene solo perché io ho fatto cenno che ero d’accordo, se non mi fossi schierata al tuo fianco Giuliana ti avrebbe dato una bella lezione e giustamente. Ed è la seconda libertà che ti prendi in pochi minuti, senza pagarne le conseguenze”

disse salendomi sopra e iniziando a cavalcarmi

“Vorrà dire che dovrò sdebitarmi per la tua protezione e farmi perdonare per prima” dissi mentre accarezzavo il suo culo e i suoi fianchi

“Vedremo se sarai capace di tanto” e detto questo mi baciò.

Dopo aver fatto l’amore una volta in cucina scappammo in camera per avere più intimità e continuammo a fare l’amore fin quando Anna non fu completamente soddisfatta e io sfatto.

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