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Incontri a tutto campo – 2a parte

By 20 Dicembre 2021No Comments

Qualche minuto e glie lo ripresento, da far tornare bello duro per poterla fottere per bene ed alla fine lo sento duro il giusto: decido che ho voglia di piantarglielo dentro, ormai: «Smettere di fare quello e mettere a pecorina!» ingiungo e… ed entrambi smettono di leccare e succhiare e si mettono alla pecorina!
Mi intriga l’idea, di farmi lei e lui di una coppia!
Sondo con due dita i loro sfinteri ed entrambi devono avere il culo ben allenato; però l’idea era di scoparmi la piccola, vogliosa Cinzia e così glie lo faccio scivolare in fica, con un unico, lento movimento, fino a spingerle la cervice con la mia cappella.
Claudio resta lì, a fare nulla ed ho un’idea: «Tu! Fare sessantanove con ma’ham!» e lui, ubbidiente, si tira su e poi si fa scivolare sotto alla ragazza e comincia a leccarle il clito e le mie palle e l’asta quando sono più lontano…
Dal movimento della testa, capisco che Claudia sta restituendo la cortesia, spompinando il tipo e la somma delle varie stimolazioni, la fa rapidamente venire in modo copioso.
Approfittando di quanto sia lubrificata la mia nerchia, lo sfilo, le allargo le chiappine con le mani e poi, dopo due o tre tentativi infruttuosi, riesco finalmente ad appoggiarglielo nel culo.
La sento irrigidirsi, ma decido di procedere lo stesso con piccole, successive spinte sempre più profonde; lei si rilassa ed in poche spinte sento la cappella che le supera lo sfintere, anche se lei ha un piccolo guizzo di contorsione e si fa scappare un piccolo gemito.
Sono tutto dentro il suo culo e resto fermo, in attesa che riesca a rilassarsi.
Grazie anche alla lingua di Claudio che continua a leccarle il bottoncino ed -adesso- le esplora anche la vulva che ho lasciato libera, lei ci mette pochissimo per rilassarsi e potersi far inculare da me, che mi muovo nel suo culo sempre più veloce.
Affondo dentro di lei sempre più rapido, afferrandola per i fianchi snelli e lei mugola, si agita, si torce, prova piacere sempre più forte.
Alla fine emette un «Ohhhhhhhhhhhhh!» sommesso e si scuote tutta, da sembrare attaccata alla corrente e poi sembra quasi afflosciarsi. Mi sono fermato dentro di lei, ma si sposta in avanti e me lo fa uscire; lo guardo e lo vedo luccicante di secrezioni e, forse, con particelle solide: mi infastidisce non averlo in condizioni igieniche. «Tu! Succhiare uccello, ripulire subito!»
E Claudio, buono buono comincia a leccarlo, pur arricciando un po’ il naso schifato, ma glie lo pianto bene in gola e lui, da bravo, me lo succhia alla perfezione.
La cagnetta si sta riprendendo, a giudicare dal sorriso languido che inalbera.
Sento un fruscio, leggero, alla mia destra e guardando, vedo un’ombra tra i cespugli… anzi, due!
Guardo meglio ed uno dei guardoni si distrae dalla visione del pompino ed incrocia il mio sguardo, con aria interrogativa.
Rifletto rapidamente e ho idea che la coppietta sembri avere ampi e robusti appetiti: annuisco con un sorrisetto.
Il tipo si avvicina, segandosi ed avvicinandosi a Cinzia, con la cappella congestionata a pochi centimetri dalla bocca.
Lei è interdetta e decido di “darle un aiutino”: «Io molto eccitato se vedere te succhiare altro cazzo» in tono fermo, definitivo.
E lei che avanza la testa e schiude le labbra e poi lecca e succhia la cappella sconosciuta.
Un altro si avvicina, mi guarda come a chiede3re il permesso ed io annuisco brevemente; allora si sposta dietro alla giovane e praticamente, spostandola con le mani, la fa mettere alla pecorina; poi mi guarda ancora, io faccio il lampo di un sorriso e lui, con un sorrisone da stregatto, la afferra per i fianchi e poi glie lo spinge dentro… forse nel culo, non so.
Mi viene un’idea e faccio spostare Claudio-la-bocchinara in modo che sia anche lui alla pecorina, fianco a fianco con la sua bella. Poi allungo le braccia e gli allargo ben bene le natiche.
Sento altri fruscii e percepisco altri movimenti ed altri tre singoli, tra cui un vecchio con un cazzo incredibilmente grosso, sbucano dalla macchia e si avvicinano.
Decido che ho voglia di incularmi il compagno di Cinzia e quindi lo lascio alla pecorina, coi gomiti puntati sulla sabbia e lo aggiro per incularlo
Uno, giovane e magro, punta subito verso la bocca di Claudio e, dopo avergli strtto il naso con due dita, per fargli aprire la bocca, glie lo spinge tutto fino in gola.
Il culo che sto visitando è ben avvezzo a calibri impegnativi, come il mio e sento che il suo sfintere si stringe ritmicamente per avere e dare maggior piacere dalla mia penetrazione ed anche la piccola Cinzia non resta abbandonata troppo a lungo: ma mia liberalità nel condividerli, hanno fatto in modo che i vari singoli si siano accostati e sfruttando a turno i quattro buchi che ho lasciato liberi, si facciano la loro bella sborrata, chi addosso ai due e chi dentro: spero che la piccola porca prenda la pillola anche se, comunque, la questione non rientra assolutamente tra i miei problemi.

E’ passata oltre un’ora ed il sole sta per scomparire dietro l’orizzonte, ormai; la coppia ha fatto sborrare, oltre a me, una decina di singoli apparsi via via tra i cespugli.
Finalmente decidono di andare a turno fino al mare a sciacquarsi e poi tornare e cominciare a far su le proprie cose per andarsene; mentre Claudio è a mollo, Cinzia con gli occhioni sognanti mi guarda e mi fa, ridacchiando: «Tu essere africano porcello, no come altri tuoi paesani…»
Decido di stare ancora al gioco e divertirmi: «Bakari venire da piccolo territorio dove moglie di uno è moglie di tutti e festa di matrimonio è fare festa anche a sposo, non solo sposa; tutti uomini di villaggio scopa sposi!» La vedo persa, con lo sguardo sognante e la incalzo con faccia seria, anche se dentro di me mi sto sbellicando dalle risate: «Tu volere venire a sposare con tuo uomo in mio villaggio?» e la punta della lingua le guizza golosa tra le labbra, per un istante.
Ho tirato su la borsa e me la sono appoggiata alla cosci, quando avverto la vibrazione: avevo silenziato la suoneria, ma adesso che ho percepito, non posso continuare a far finta di nulla; vedo di chi è il numero chiamante e rispondo, professionale e con la mia solita maniera di parlare ed il leggero accento della parte d’Italia dove vivo da sempre: «Sì, buonasera avvocato… sì, l’ingegner Bakari Mahoubo sono io, piacere… si mi dica… No, per domani non posso, mi spiace: ho una riunione domattina con un altro committente nel livornese… Sì, dopodomani potrei esserci benissimo… sì sì, posso andare fino a Pisa e da lì prendere un volo per Vienna… sì, sarebbe gentile se mi mandasse un’auto ad accogliermi all’aeroporto Schwechat… si esatto: se l’autista mi portasse già gli incartamenti, potrei intanto valutarli mentre mi porta alla vostra sede, in maniera da poter avere già un parere quando arrivo… Ah, sarebbe davvero gentile, grazie: io sono in giro… Sì, sì, attendo… Sì, mi dica che segno… Volo Lufthansa… 15,50, bene… biglietto al banco, bene… con arrivo… mmmhhh, bene… Ah, no, nessun problema: sono in grado di affrontare l’argomento sia in inglese che in tedesco… Benissimo, a domani allora, la saluto!»
Mi giro verso Cinzia, raggiunta da Claudio ed entrambi hanno ascoltato la mia telefonata e mi guardano, basiti.
Decido di prenderli per il culo fino in fondo e, riadottando tono supplichevole e lessico da poveroafricano: «Voi adesso scusare me: mio caporale chiamato perché domattina Bakari deve andare a raccogliere pomodori e io dovere dormire presto»

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