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Racconti sull'Autoerotismo

Amore solitario

By 11 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Chissà dove sei, amore, cosa fai oggi.

Domani ti rivedrò, dopo tanti giorni.

Il primo pensiero non va alla dolcezza e ai baci che finalmente mi darai, non stavolta. Va subito al sesso che faremo, perché &egrave troppo tempo che non posso assaporare un poco di intimità con te.

Mi sdraio sul letto e decido di pensarti cinque minuti, prima di mettermi al computer a scaricare la posta. Comincio a sfiorarmi l’interno delle cosce… perché no? Penso di meritare un piccolo anticipo di quello che mi darai!

Dopo, cacchio, mi verrà un po’ di mal di testa, lo so. Il tuo pisello non ha di queste controindicazioni, &egrave anzi terapeutico, fa passare ogni male. L’amore solitario non &egrave la stessa cosa, non &egrave completo come con te, non lascia la stessa soddisfazione.

Però…

Tolgo i pantaloni e mi sfioro le mutandine… certo non &egrave come lo fai tu, da sola mi faccio quasi il solletico, ma per oggi può andare.

Penso a dita, labbra, lingua, denti che giocano con i miei capezzoli… E’ una cosa che mi piace molto, già inizio a provare piacere quando me li stringi, &egrave un dolore bellissimo: non mi piace solo essere sfiorata, voglio proprio la forza

(mi tolgo le pinzette che avevo messo in testa per dare la piega ai capelli ribelli. Le metto a strizzare i capezzoli, e già sento delle scossette. Mi fanno ancora male da domenica scorsa, quando ti sei dedicato molto a quel punto. Giro le pinzette e la pelle tira e, per chissà quale misterioso collegamento nel mio corpo, subito mi bagno.)

Penso alla tua mano che si avvicina al clitoride, e poi alla tua lingua che gioca e lecca e succhia. Non mi &egrave mai piaciuto quando me lo facevano altri, non so perché provavo fastidio, ma tu sei fatto apposta per me e qualunque cosa mi fai &egrave solo fonte di piacere. Ricordo ancora lo stupore di questa scoperta, la prima volta con te, quando ero quasi preparata a sentire il fastidio. E invece un languore, una sensazione di rilassatezza mai provata prima!

(la mano si infila sotto le mutandine e gioca su quel punto bagnato, e si muove e poi preme forte, e l’altra mano continua a stringere le pinzette)

Penso al tuo arnese, grosso come non mai, largo tanto che anche qui ricordo lo stupore della prima volta che me lo hai infilato dentro. Non pensavo ne esistessero di così larghi, &egrave fatto su misura per me, riempie un vuoto che mai nessuno prima aveva riempito come si deve

(mi guardo intorno e cerco qualcosa… non trovo di meglio che le bacchette della batteria, proviamo un po’! Ne infilo una, poi un’altra, e le muovo in modo alternato, cerco nel frattempo di continuare ad accarezzare il clitoride e con un braccio a muovere le mollette che mi stringono i capezzoli. Impossibile! Come vorrei non uno, ma due o tre uomini intorno a me! Mugolo piano, mi piace lasciarmi andare ai suoni che mi escono, mi eccita anche la mia stessa voce, mi evoca scene erotiche molto eccitanti)

Penso al tuo calore e al tuo viso su di me, ai tuoi occhi che riescono a essere ad un tempo innamorati e passionali, penso a come mi guardi, io che a volte mi lamento che non mi guardi mai mentre so bene che lo fai senza fartene accorgere… Ma quando facciamo l’amore non mi sfuggi, mi guardi dritto negli occhi e mi sento travolta da sentimenti contrastanti, l’amore e il sesso, il tenero e l’animalesco si mischiano, non so proprio come fai a trasmettermi tutto questo

(il piacere arriva subito, non c’&egrave tempo di trattenerlo, forse ero più pronta di quanto credessi, sento dolci scariche un po’ dappertutto’ poi pian piano cominciano a scemare lasciandomi un bel torpore e un po’ di fiatone)

Sei stato bravo, amore. Mi sei piaciuto.

Preparati, perché domani voglio molto di più.

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