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Il membro di Armando era duro come la roccia, sguainato, pronto per essere soddisfatto dalla ragazza che sedeva al suo fianco. Anna chinò il capo prendendolo fra le labbra senza fiatare, deliziando il suo lui con un altro suo pompino degno di nota. Quel pomeriggio la ragazza era affamata di cazzo e tutto il resto si fece distante mentre lo succhiava eccitandosi senza eguali. Tra le cosce si sentì fremere e le mutandine che indossava diventarono in un lampo umide e appiccicose mentre Armando esprimeva brevi rantoli e mugoli di piacere, invogliando la sua giovane amante a continuare nei suoi lussuriosi movimenti.

<<Si… Continua…>> le sussurò mentre Anna passava in rassegna la sua cappella arrossata spremendolo fino a fargli uscire le prime gocce di seme.

Era tremendamente eccitante per lei sentire il suo succo sulla lingua. Le piaceva molto il suo sapore aspro e dolce, intenso come nessun altro. Armando non era di certo il primo ragazzo che si scopava ma da quando gli aveva donato il primo pompino aveva fin da subito amato il suo sapore diventandone presto dipendente. Dopo averlo assaggiato riprese a succhiare la sua verga con ancora più foga. Nel frattempo che la suzione continuava, lui le accarezzava i capelli con dolcezza, facendole capire quanto fosse importante. In realtà Armando stava fingendo, non la amava così quanto provava lei, ma per continuare a scoparsela sapeva di dover agire in quel modo.

Anna si ridestò all’improvviso dal con il cuore in gola e un sorriso malizioso stampato sulle labbra. Le sue pupille brillavano e una goccia di saliva le colò da un lato della bocca, finendo sulla maglietta. Si espresse in un gemito liberatorio, di puro godimento prima di baciarlo sulle labbra. Un gesto di pausa il suo, tant’è che poco dopo lo riprese di nuovo in bocca, stavolta stringendo la base tra la mano per mantenerlo saldo.

Non appena il pompino riprese, Armando era ormai prossimo alla venuta; voleva innaffiarla di sperma come piaceva a lei e così accadde. Il suo seme le riempì il palato con potenti schizzi mentre lui le teneva fermo il capo sul suo membro, forzandola a prenderlo fino all’ultima goccia.

Anna era in estasi. Le piaceva quel gesto di costrizione e quando lui la liberò gli fece vedere quanto era stata brava. Aprì la bocca mentre lui con uno sguardo lussurioso osservò la quantità di seme che le riempiva la cavità orale. Subito dopo la ragazza lo inghiottì tutto d’un fiato, quasi strozzandosi, prima di baciarlo nuovamente.

<<Ti amo…>> Le disse tra i baci ma lui non si pronunciò.

Si sciolsero dopo un paio di minuti tornando alla realtà. Erano in macchina, fermi davanti al cancelletto della villetta dove Anna abitava con la sua famiglia. Si scambiarono uno sguardo complice prima che lei si affannò per prendere la sua borsetta da terra portandosela sulle gambe e rovistando all’interno finì per estrarre il portafoglio. Anna gli diede il corrispettivo che gli spettava per il tragitto e Armando le prese i soldi e li mise nel portabevande in mezzo ai sedili mentre lei si diede un’ultima controllata.

<<Tutto a posto?>> le chiese lui.

Anna rispose con un vigoroso cenno del capo. Si spostò una ciocca dei suoi lunghi capelli dietro un orecchio prima di udire la nuova domanda del suo amante.

<<Posso entrare?>>

<<Meglio di no. Ci sentiamo stasera…>>

Anna non se la sentiva di rischiare. Sapeva che i suoi non sarebbero ritornati prima di cena, ma aveva voglia di masturbarsi in completa solitudine. Così aprì la portiera e scese dall’auto, poi si voltò e si chinò per fargli un ultimo saluto, mandandogli un bacio. Lui le sorrise di rimando e quando la portiera si chiuse, Anna tirò fuori le chiavi dalla tasca e aprì il cancelletto mentre nel frattempo Armando fece inversione, tornando come di consueto a casa.

Tiziana guardò l’orologio del computer e si ridestò dal verbale che stava scrivendo. Erano appena le cinque quando si alzò dalla scrivania e lasciò il suo ufficio per andare in bagno in compagnia del suo smartphone. Una volta alla toilette si chiuse dentro a chiave, sedendosi sul coperchio della tazza del cesso. Sapeva che a quell’ora sua figlia era ormai rientrata e con un paio di tap aprì l’app delle videocamere che aveva installato il giorno dopo averla spiata con Armando. Ne aveva installata una per ogni stanza con lo scopo di controllare cosa facesse la figlia e sopratutto per spiare eventuali suoi momenti sessuali assieme ad Armando. Le aveva posizionate personalmente all’oscuro di tutti in famiglia, tutte in grado di restituire una visione angolata e area delle rispettive stanze, senza destare negli osservati alcun sospetto.

L’app si avviò in automatico sulla telecamera del salotto e lei appoggiò il terminale in posizione orizzontale sul grande porta rotolo di carta igienica. L’equilibrio era un pò precario e sarebbe bastato solo un leggero colpetto per farlo cadere, ma a lei poco importava. Le immagini erano chiare e nitide, l’audio era buono e ciò la fece sentire soddisfatta del suo acquisto.

Anna era seduta sul divano del salotto, in intimo, mentre dai rumori che provenivano dalla TV, sua madre intuì che si stava godendo un porno piuttosto affiatato. La vide coccolarsi le cosce mentre si mordeva un labbro vogliosa. Per un attimo sua figlia fu in grado di strapparle un tenero sorriso dato che le ricordava il suo modo di masturbarsi da giovane. Poco dopo la sua piccola creatura aprì le cosce e mise una mano in mezzo alle gambe mentre i suoni del porno alla televisione si fecero più intensi. Tiziana li udiva a bassissimo volume dal cellulare ma erano tali da far eccitare anche lei. Non appena vide sua figlia portarsi una mano sotto agli slip fu colta da un brivido. La osservò con grande curiosità mentre si rovistava la sua intimità con passione, eccitandosi. Tiziana non avrebbe mai creduto di arrivare a tanto ma si alzò in piedi, si sbottonò i pantaloni e si calò assieme a loro le mutande fino alle ginocchia. Allargò le gambe per quello che gli indumenti le consentirono e si toccò la sua figa matura, schiudendola in un battibaleno. Era leggermente umida quando iniziò ad accarezzarla allo stesso ritmo della figlia.

Anna era letteralmente in calore. La sua giovane pesca era fortemente lubrificata quando si tolse le sue mutandine. Ignara di essere osservata continuò a masturbarsi mentre osservava distrattamente le scene del porno cogliendo solo le grida. La eccitavano moltissimo i suoni che uscivano dalle labbra degli attori mentre copulavano, ancora di più delle scene stesse. Per lei era inconcepibile guardare un film hard muto. Passò a masturbarsi il clitoride mentre quel maschio fotteva come un animale quella giovane donna, facendola godere come una cagna. Anna cominciò a gemere eccitata e chiuse gli occhi alzando lo sguardo al soffito.

Tiziana si mise una mano in bocca per reprimere i gemiti. Stava godendo come una gran porca mentre si toccava il suo bottoncino alla stessa velocità e intensità di sua figlia. Le stava piacendo copiare la sua masturbazione tanto che ben presto si sentì sull’orlo dell’orgasmo. Anche Anna stava provando lo stesso; sollevò di poco i piedi da terra e inarcò leggermente la schiena. Dalla sua bocca uscirono brevi urletti che si mischiarono a quelli del porno e di lì a poco Tiziana scoppiò. L’orgasmo fu forte e perverso ma non come quello di sua figlia. Anna provò un piacere intenso che la portò a espellere brevi schizzi di fluidi. Era la prima volta che le succedeva una cosa del genere e al termine della venuta si sentì tremendamente appagata.Tiziana subito dopo l’orgasmo riprese in mano il cellulare e chiuse al volo l’applicazione. Si rese conto di essersi chiusa in bagno per troppo tempo e si ripulì velocemente, dandosi una rapida sistemata prima di uscire dalla toilette. Chiuse la porta del bagno stanca, ma non del tutto soddisfatta. In quel momento avvertì la voglia di spiare ogni momento della vita sessuale di sua figlia, godendo segretamente ogni istante insieme a lei.

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