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Racconti sull'Autoerotismo

Camera con vista

By 9 Agosto 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi affaccio alla finestra per fare la mia conoscenza con la vista che la signorina della hall ha deciso di riservarmi. &egrave ormai tarda sera.
Quando nel pomeriggio avevo preso possesso della camera, avevo trovato solo il tempo di farmi una doccia, preparare i documenti necessari e uscire per cercare di concludere quell’affare.
La giornata sta finendo, sono rientrato e voglio godermi la camera, vista compresa.
Quel mare buio, così vicino, cela una calma inquietante e allo stesso tempo rilassante. Non c’&egrave nessuno in spiaggia ma farei comunque fatica a scorgere qualcuno visto che ci sono pochissime luci ad illuminare quel bellissimo scorcio di città.
Forse proprio per questo vengo distratto da alcune luci alla mia destra, in corrispondenza di una delle pareti esterne dello stesso hotel in cui sono io.
Una di queste luci in particolare arresta per un istante il mio battito cardiaco. &egrave di una camera posta un piano sotto al mio per cui riesco a vedere chiaramente quasi tutta la stanza. Hanno già iniziato e non si sono minimamente accorti che c’&egrave uno spettatore in più ad assistere al loro 69.
Mi affretto a spegnere le luci della stanza, scoprendo con piacere che le poche luci esterne mi lasciano in una piacevolissima penombra.
Senza pensarci mi sono già tolto pantaloni e boxer e l’ho preso in mano. Lo sento gonfiarsi sulla mia mano con un’eccitazione crescente e una meravigliosa sensazione di calore che mi arriva fino al centro del cervello.
Da dove sono vedo lui, sdraiato nel più classico dei 69, che le lecca la figa con un ritmo che mi fa pensare ad un cane assetato. Lei la vedo di schiena, mi dà il culo, e con movimenti molto più simili alle onde che il mare stasera non ha, si diletta in un pompino al cui pensiero comincio a segarmi con lo stesso ritmo con cui lei sta spompinando lui.
Ci sta mettendo davvero poco il mio arnese a diventare duro; il cuore che qualche minuto fa sembrava volesse fermarsi ora &egrave l’unica cosa che sento con quel battito così forte. Spero di poter godere di quello spettacolo fino alla fine ed evidentemente questo mi ha messo un po’ di ansia che il mio cuore ha colto al volo.
Tornando allo spettacolo… lei si sta eccitando sempre di più, me lo fa capire dal modo in cui inarca la schiena sotto i colpi di quel cane. Ad un certo punto interrompe il pompino e si volta quasi a voler dire: “Vacci piano o ti vengo in faccia!”. Lui sembra non essersene nemmeno accorto, concentrato com’&egrave a leccare ogni millimetro di quella figa.
Mi sto bagnando e questo rende molto più piacevole la mia sega… se durerà ancora molto quel liquido si asciugherà ma troverò sicuramente il modo per sentirmi la cappella bagnata e scivolosa.
Ad un tratto lei si alza, si volta e si risistema ancora su di lui. Ancora una volta il cuore si arresta per un secondo per la paura di essere scoperto. Ma lei si sdraia su di lui per baciarlo e per scambiarsi i sapori di cui le loro lingue erano ormai piene. Mentre si voltava sono riuscito a vedere il cazzo di lui, dritto e fortunato.
Lei allunga una mano e capisco che sta afferrando quel cazzo per cominciare la cavalcata.
Io prendo a segarmi con un ritmo molto più veloce. Con l’altra mano mi tocco le palle e un brivido caldo mi coglie di sorpresa.
Lo sento nodoso, durissimo… mi sento forte, potente. Nel momento in cui lei lo prende dentro mi sembra quasi di poter sentire il calore di quella figa bagnata ed eccitata avvolgermi l’uccello.
Lei si alza un po’ su ma continua a guardare la faccia di lui come se volesse constatare, dai suoi sguardi, quanto sia capace di eccitarlo.
Ha un seno notevole, si avvicina sicuramente ad una quarta ma &egrave tremendamente sodo. Nonostante la cavalcata ha dei movimenti minimi. Sì, vero, lei &egrave una professionista perché si muove molto con quel culo e quasi tiene fermo il busto però la sensazione che mi arriva &egrave che con quelle tette deve essere davvero arrapante giocarci un po’.
Mi porto un dito alla bocca, ho troppa voglia di leccare quei capezzoli e intanto continuo a menarmelo senza pietà.
Ogni tanto mi sembra di dover venire e mi rendo conto che adoro arrivare a quel limite per poi calmarmi di colpo per riprendere poi poco dopo.
Mi sputo sulla mano e spalmo la mia saliva sulla cappella ormai asciutta, metto un altro po’ di saliva lungo tutta l’asta.
E riprendo la mia sega.
Loro nel frattempo cambiano posizione più di una volta e io continuo a godere del loro godimento.
Mi piace stringermi il cazzo con forza, più &egrave duro e meno mi dà fastidio.
Mi piace durante la sega accentuare la pressione della pelle sulla base della cappella.
Mi piace sentire la mano piena di me.
Anche la saliva che avevo messo &egrave ormai asciutta allora corro in bagno e mi metto un po’ di bagnoschiuma in mano e poi inizio a spalmarlo su tutto il cazzo.
Riprendo a segarmi e sento di nuovo quel brivido caldo.
Ben presto il bagnoschiuma comincia a trasformarsi in schiuma densa. Ma non importa, non sta comunque perdendo la sua fluidità.
Non ce la faccio più ma evidentemente nemmeno lui visto che quasi di scatto esce da lei e con la stessa velocità lei si gira, si inginocchia davanti a lui e inizia a segarlo puntandosi ripetutamente la cappella verso le tette.
So che ci siamo quasi, mi avvicino al davanzale pronto al momento clou.
Non appena vedo il suo primo schizzo di sborra che sta per finire su quelle tette meravigliose, sento dentro di me di non poter più frenare il mio orgasmo e comincio a sborrare sul davanzale. Gli impulsi di piacere sono tanti e ad ogni impulso schizzo via ancora sborra calda fino a che il mio orgasmo non si placa e rimango con il cazzo ancora duro in mano a ripensare a tutto quello di cui ho appena goduto.

Al mattino dopo scendo per fare colazione e passando davanti alla reception riconosco lui, con i bagagli al seguito che sta lasciando l’hotel. Lei sarà già sul taxi, penso.
Entro nella sala ristorante per la colazione e dopo aver poggiato le chiavi della stanza sul primo tavolo libero che ho trovato mi dirigo direttamente a prendere un croissant alla crema. Proprio nel momento in cui sto stringendo le pinze per prendere il croissant sento una voce da dietro: “Ciao!”. Non conosco quella voce, mi giro e dopo aver appena avuto il tempo di riconoscerla lei continua con un sorridente e malizioso “Piaciuto il film ieri sera?”.

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