Abbiamo passato la notte di pesca in spiaggia, risultati zero o quasi. Mi propongono di spostarci a Villasimius, spiagge bellissime ma piene di gente come a Fregene per ferragosto.
L’idea mi balena in testa e la metto in pratica vincendo le resistenze degli altri. Gia conoscevo il posto e quando arriviamo è meglio di come lo ricordavo. Dalla stradetta poche centinaia di metri e arriviamo nell’Eden. Il ruscello che scorre nella gola è ancora gonfio d’acqua, piccole cascatelle si alternano a laghetti incantevoli, le rocce di granito levigate dai millenni formano sculture surreali e dalle mille forme, la vegetazione è lussureggiante, il verde abbaglia con milioni di sfumature e le ombre creano pozze di frescura disfacendo a macchie la calura del sole, gia troppo prepotente per questa stagione.
I miei amici si tuffano e guazzano nelle pozze per più di un’ora, mi invitano ed entrare ma rifiuto. L’acqua deve essere assai fredda. Mi rilasso totalmente.
Escono, vogliono andare via. Io voglio restare. Loro vanno via davvero e resto solo in quel paradiso, immerso nella natura e nel silenzio. Soltanto il gorgoglio delle cascatelle è disturbato dal canto di uccelli dalle mille voci. Mi ricordo. In macchina ho le canne’ no, non è mia intenzione mettermi a pescare in quel torrente, il fatto è che un amico mi ha regalato un pezzetto di hashish quello buono. Lo prendo e ritorno sulla minuscola spiaggetta, è un fumo potente che mi stende per parecchio tempo, la musica di fondo che mi circonda pian piano sposta i miei pensieri su una mia fantasia sessuale. Sento l’attrezzo che comincia a gonfiarsi’ non so perché ma cerco di resistere, cerco di spostare quel pensiero ma non ci riesco e rimango con l’uccello mezzo duro. La solitudine è davvero totale’ impressionante, sembra di essere in un mondo magico e irreale’ finalmente un pensiero che mi distoglie dal ricordo di quella ragazza’ ma la solitudine adesso mi sembra erotica, mi eccita più di prima, mi spoglio completamente e resto a crogiolarmi al sole come una lucertola in calore, il membro riceve i raggi del sole e comincia a gonfiarsi nuovamente, entro nell’acqua, è fresca ma non impossibile, mi immergo e il freddo contribuisce al ritiro totale del mio pisello, provo quasi un senso di sollievo. Mi siedo con le gambe larghe su una pietra rotonda e comoda immerso fino alla pancia, proprio sotto una cascatella che si insinua scrosciando fra due rocce. Mi volto e poggio i gomiti su quel balconcino naturale, la vista è stupenda, il piccolo lago mi si allarga davanti come un miraggio’ nel far ciò il getto della cascata si infila turbinando fra le gambe, è una sorta di risucchio che mi fa rizzare i capelli in capo’ è come se una delicata e robusta mano liquida mi afferri l’uccello e lo trascini verso il centro del vortice. Mi scosto quasi intimorito da quella sensazione, ma è una sensazione anche piacevolissima e quindi mi riposiziono meglio’ l’effetto si ripete: un risucchio incredibile mi avvolge l’uccellino’ (è talmente rattrappito dal freddo che non potrei definirlo diversamente) e lo arrotola vorticosamente’ l’effetto dello spinello amplifica certamente le sensazioni, ma il vigore dell’acqua di per se è uno sballo per i miei attributi’ li rinvigorisce a tal punto che sento montare un principio d’erezione. Mi sistemo ancora meglio’ il getto d’acqua si concentra in un punto prima di scrosciare sopra il masso dove sono seduto a gambe larghe. Rimango a lungo a godere l’estasi della vista che mi circonda, ad assorbire i profumi della menta e dei fiori degli oleandri, a riempirmi occhi e anima del verde dei tigli e dei sambuchi, guardo le acacie e i salici, un grandioso tasso e più in la i ginepri rubano spazi all’erica e ai cespugli di mirto e lentischio, agli olivastri. Sopra di me strapiombi di granito sembrano voler franare spigolosi, e ascolto il lentissimo crescere del mio sesso accarezzato dal fiume, succhiato dal ruscello, avvolto da una cascatella ancora bambina’ o forse di nuovo bambina. Spingo in avanti il bacino e affondo con forza un liquido puro freddo denso guizzante, l’acqua oppone resistenza e il sesso diventa pene. Chiudo gli occhi e per un attimo vedo colei che s’è rapita il mio midollo. La vedo sorridermi, invitarmi, ha occhi da cerbiatta, un corpo da silfide, un sorriso da Monnalisa, mi guarda sorride e dischiude le gambe e li per un attimo vedo oltre le mutandine ma ciò m’atterrisce e apro di scatto gli occhi. E tutto torna normale’ si fa ovviamente per dire.
L’erezione e quasi completa, il pene quasi è bastone e lo spingo dentro la natura che non è di donna ma, della natura stessa l’essenza femmina dell’esistenza. Della vita.
Io sento di essere la natura e con essa mi sto accoppiando’ dolcemente’ senza fretta’ nessuno ci disturberà fino a sera, e spingo il bastone dentro quella vagina che gorgoglia godimento per me e da me. Affondo con foga sempre crescente il getto di vita che mi masturba impalpabile, le sensazioni diventano così reali che diventano vere, manca poco per raggiungere il massimo mio possibile per soddisfare i piaceri di qualsiasi femmina, sento che potrei regalare un orgasmo al solo chiedermelo. Ma ancora manca qualcosa, da sola la cascata non riesce a completare la trasformazione e l’ho accarezzato di persona’ il contatto con la mia mano provoca un piccolo guizzo in avanti, e penso.
Penso nuovamente a Lei, allarga le gambe mentre mi guarda negli occhi, mi mostra le mutandine e penso di vedere dietro e scopro che se arriverò a vedere dietro, a dissetarmi da quella fonte scoprirò l’essenza della Vita, capirò d’incanto i misteri del cosmo, risolverò il problema dei Problemi e m’atterrisco di nuovo ma’ il bastone è diventato Cazzo e il momento della fecondazione è vicino.
Consumiamo questo accoppiamento assurdo in un tempo infinito. Spingo violentemente il cazzo nella cascata ma l’attrito è inesistente anche se la pressione e incredibilmente forte, comincio a menare violentemente il sesso aumento la velocità fino a quasi perdere il respiro.
Sono spossato quando comincio ad eiaculare, mi fermo e lascio che finisca l’acqua per me. Ho espulso tutto il mio seme nell’acqua che disseterà la terra, ho fecondato la terra, ho scopato con la Dea, ho ridato il seme a chi mi ha dato la vita, ho intrapreso un incestuoso rapporto carnale con chi m’ha generato, con mia madre.
Quando riprendo conoscenza quello che vedo è l’ultima cosa che avrei solo immaginato di vedere’.
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Bhe...è difficile che si ricevi un commento, Questo sito non è tantissimo frequentato da gente attiva :)
Una serie di racconti sempre più eccitanti, alla fine Gianni ha raggiunto il suo scopo
Mi sa che alla prossima Gianni raggiunge l'obbiettivo