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Racconti sull'Autoerotismo

Perversione e sfogo

By 31 Ottobre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Sessione invernale. Due parole che racchiudono giornate buie e fredde di studio matto e disperatissimo.

Io ne condividevo buona parte con alcuni compagni di corso e di Studio. In particolare Michele e Francesca.

Quel pomeriggio in particolare Michele era ammalato e non aveva alcuna voglia di studiare con noi, per cui io mi diressi da solo a casa di Francesca, cosa normale nel periodo esami, dove a vicenda ci recavamo a casa dei nostri compagni di esami.

Quel pomeriggio era stato alquanto poco fruttuoso. La noia la faceva da padrona e ben presto decidemmo di cazzeggiare guardando un film online. Ma presi dai sensi di colpa, decidemmo di studiare individualmente per avere meno distrazioni e ci mettemmo ai lati opposti del tavolo.

Io studiavo sul pc vari schemi e regole matematiche assurde, mentre Francesca alternava schemi scritti sul quaderno a presentazioni sul pc. Ad un certo punto disse: “basta, non ce la faccio più,vado a preparare il terzo caffè della giornata”. Ridemmo.

Francesca è una ragazza acqua e sapone carina ma non bellissima, che personalmente trovo poco sensuale. E’ molto simpatica, schietta e alla mano, motivo per cui siamo ottimi amici. Abbita in un paese di campagna in una villetta a schiera. Noi studiavamo sempre nel seminterrato, dove ha una specie di salotto adibito a sala studio con TV, una cucina, una stanza-ripostiglio con lavatrice e cesti biancheria con anche un bagno di servizio da cui si accede da questo stanzino.

 

Mentre Francesca preparava la moka, io cominciai a divagare e cazzeggiare online e casualmente aprii in una pagina web un noto sito di webcam erotiche. Cercai tra le varie categorie le mie preferite: teen, couple, blowjob…poi trovai una coppia di ragazzi giovani, con la Lei molto molto carina, bionda, lunghi capelli castani che si stava trastullando con un vibratore indossando alti tacchi a spillo blu scamosciati.

Ebbene si, avevo e ho tutt’ora un debole, anzi una perversione per i tacchi, soprattutto per i tacchi a spillo: trovo che su una ragazza, magari con autoreggenti e/o con lingerie dedicata, siano il non plus ultra in fatto di erotismo e sensualità. Adoro scopare la mia ragazza con i tacchi, in particolare metterla a pecorina.

Comunque, comincai a gustarmi la diretta online e il cazzo iniziò a gonfiarsi nelle mutande.

Intanto il caffè fu pronto e Francesca lo portò in tavola, giusto pochi istanti prima avevo ridotto a icona la pagina web incriminante. Beviamo il caffè e ricominciammo a studiare.

Riaprii il browser e, mentre la mia compagna di studi era mmersa nello studio, tornai ad osservare la ragazza online che ora stava leccando lussuriosa l’asta del compagno, mentre si masturbava avidamente con un vibratore rosa che, a quanto pare, vibrava in base a quanti token le venivano donati dagli spettatori paganti.

Era una visione oltremodo eccitante: una bellissima ragazza, con indosso un sensualissimo paio di tacchi blu che spompinava il suo ragazzo mentre si masturbava a pecorina con un vibratore…chi resisterebbe…e infatti allungai la mano e comincai a massaggiarmi il membro.

Prima da sopra i pantaloni poi, lo feci fuoriuscire silenziosamente dalle mutande, senza che Francesca si accorgesse di niente.

Avviai una lenta e discreta masturbazione, controllando con la coda dell’occhio i movimenti di Francesca che però non ha mai dato il minimo segnale di accorgersi di nulla.

Godevo silenziosamente, ma sempre prestando la massima attenzione a non farmi scorpire dalla mia amica…sarebbe stato difficile da spiegare…

La ragazza della chat poi prese in mano le sue mutandine di pizzo, blu come le scarpe, e comincia ad annusarle e a strusciarsele sul viso, con il ragazzo che in questo momento si stava masturbando mentre le leccava un seno.

C’era un che di decisamente eccitante nel masturbarsi guardando una chat erotica di fronte alla propria amica intenta a studiare.

 

Poi all’improvviso l’idea.

Un’idea malsana e perversa mi si accese nella testa.

Qualche ora prima, mentre andavo al bagno, ero passato nella stanza-ripotiglio ed ero sicuro di aver notato nel cesto della biacheria, insieme ai reggiseni ed alle magliette, anche qualche mutanda.

Cercai di trattenere questo perverso impulso, ma l’erezione ebbe la meglio.

Ricomposi il membro nelle mutande e mi alzai con la scusa di andare al bagno. Sgattaiolai con la massima nonchalanche possibile verso il bagno.

Aprii la porta dello stanzino e subito gettai lo sguardo sul cesto della biancheria sporca.

Eccole. In mezzo ai reggiseni di Francesca (erano sicuramente suoi, la madre era più corpulenta, mentre la sorella di qualche anno più grande aveva un seno discretamente più prosperoso), ecco un paio di mutande azzurro chiaro con il bordo in pizzo ed il retro abbastanza sottile ed un altro paio di colore giallo chiaro molto meno sensuali.

Mossi ancora qualche capo d’abbigliamento cercando di non lasciare in disordine il tutto ed ecco che comparve un tanga nero, con il triangolo davanti semitrasparente e ornato di pizzo. Le prendo e le rigiro nelle mie mani.

Mi girai deciso ad avviarmi verso il bagno, quando vidi, di fianco alla lavatrice, una scarpiera semiaperta.

“non penso ci sia niente di interessante” pensai. Comunque spinto dalla mia incontenibile eccitazione e curiosità, la aprii…ed ecco spuntare un paio di decolletè spuntate tacco 12, in lucida pelle nera con la suola chiara (non ho mai saputo se fossero sue o della sorella queste). Le presi, controllando bene  dove fossero disposte sulla mensola e mi chiusi subito in bagno.

La mia perversione ebbe il sopravvento e cominciai a strusciarmi le mutandine, di cui si intravedevano appena le tracce degli umori vaginali al suo interno, sul viso, assaporandone il leggero odore di donna di cui erano pervasi.

Ero eccitatissimo. Leccai quelle mutandine e le usai per masturbarmi.

Poi passai alle scarpe. Ci strusciai il cazzo ovunque, contro il tacco e all’interno e mi ci segai a lungo.

Quando fui sul punto di venire indirizzai il membro all’interno delle scarpe e venni copiosamente dentro.

L’interno della scarpa era completmente ripieno di sperma che colava nel lavandino dalla punta forata.

Finii di godere quella visione e le ripulii come meglio potei utilizzando chili di carta igienica. Uscii dal bagno ricomponendomi al meglio e controllando che non ci fosse nessuno nello stanziono e rimisi le scarpe al loro posto. Poi tornai in casa, con Francesca che ancora stava studiando e pareva non aver notato la mia assenza.

Che noia i pomeriggi della sessione invernale….

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