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Racconti CuckoldTrio

Dall’andrologo

By 4 Aprile 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi ero fatto convincere dal ginecologo di mia moglie ad andare dall’andrologo!

Lui, che era anche un nostro amico, si diceva preoccupato per noi che dopo 2 anni di matrimonio non fossero arrivati figli, io dico invece che era solo preoccupato per se stesso e per i suoi guadagni.

A me sembrava funzionare tutto alla perfezione: il lunedì partivo per lavoro e rientravo il venerdì, consumavo con mia moglie i normali rapporti di coniuge e durante la settimana di lavoro fuori casa ne combinavo di tutti i colori!

“Dicono sia bravissimo!” mi diceva il dottore “ti ho prenotato la visita alle 19:00 così non hai scuse per il lavoro, portagli tutte le analisi che ti ho prescritto, il resto lo farai li da lui”

“Sarà necessario? se ne accorgerà? mi dirà di smetterla?” ripetevo con paura e vergogna tra me mentre in macchina mi recavo dall’andrologo!

Avevo un segreto con me mai condiviso con nessuno nascosto a tutti per tutti questi anni che sarebbe stato di sicuro svelato da un insignificante dottore specialista in testicoli,  peni e prostate!

Quando mi ritrovai di fronte a lui seduto alla scrivania, mentre guardava le analisi che gli avevo presentato e scorrevano le domande di rito, cercavo di scorgere nel suo sguardo i segni di una intimità che da li a poco avrebbero potuto mettermi in un imbarazzo totale.

“Bene! ora si abbassi i pantaloni e si stenda sul lettino!”

…ecco ci siamo pensai tra me.

Obbedii, ma al momento di sdraiarmi sul lettino mentre infilava i guanti in lattice, precisò: “si stenda supino”

Cavolo! Mi aspettavo una posizione diversa, pensai tra me, allora non è necessario, forse il mio segreto resterà tale!

Iniziò a tastare i testicoli e ripetendo in ogni posizione la distratta domanda: “fa male qui ..e qui?”

Ero più rilassato e lo ero sempre di più ad ogni mio: “No, non fa male”

Bussarono alla porta e l’angelo biondo che era fuori alla reception entrò senza indugio alcuno ed incurante della situazione e del mio evidente imbarazzo sottopose al dottore alcune domande a raffica le cui risposte venivano velocemente trascritte su un notes senza alcun commento o variazione di espressione della giovane assistente.

Uscì come era entrata.

Era davvero bella … ma cazzo un minimo di educazione e di rispetto ,no?

Il dottore intanto aveva preso dall’armadietto un tubetto di quello simile al dentifricio ed aveva pronunciato la fatidica frase: “ora si rilassi” 

Cazzo non puoi farmi questo! pensi tra me. E’ proprio a tradimento!

Senza nemmeno avvertirmi con la sinistra afferrò le mie gambe, le sollevò e me le ripiegò all’indietro fino a trovarmi con il culo scoperto e ben in posizione, e con la destra affondò il dito dentro il mio ano!

Contrassi i muscoli sfinterici al massimo per rendere la penetrazione più difficoltosa possibile! Per fortuna ho fatto il clistere, pensai tra me! Non sentii nulla!

Il dottore indugiò alcuni secondi con il dito che rovistava il mio culo, poi lo estrasse e sfilando i guanti si diresse verso la scrivania. Finalmente potei rilassare i muscoli e riprendere un colorito decente sul mio viso che per lo sforzo era diventato paonazzo.

Prese qualche appunto e poi si sedette e sembrava pensieroso.

Ecco, dissi tra me, ora me lo dice: In tanti anni di carriera non ho mai visto un culo più rotto del suo! ma come ha fatto a ridurlo così?

La vergogna di li a poco avrebbe fatto sprofondare nelle viscere della terra me con tutto il lettino sul quale giacevo, mentre ripensavo a come avevo fatto a ridurlo così:

La carriera del mio ano inizia  sin da giovane quando durante un gioco adolescenziale perse la sua verginità …

(no, no la stai prendendo troppo da lontano! Sintetizza! cavolo non puoi raccontare al dottore tutta la tua vita!…)

Dottore da molti anni pratico dell’autoerotismo penetrandomi con una bottiglia di plastica di grandi dimensioni; ho iniziato da giovanissimo ad inserire nel mio ano tutto quello che trovavo per casa, ad iniziare dagli ortaggi, dalle carote alle banane e ai cetrioli, per non parlare delle melanzane e dei cetrioli giganti, per passare alle bottigline di plastica  fino a quella grande di 1 lt  che – piena di acqua calda – il mio ano elastico e aperto riesce ad inghiottire tutta senza creare alcun problema…

(…sei ancora prolisso cazzo! Devi sintetizzare non puoi raccontare al dottore di tutte le cose che ti sei infilato nel culo e delle misure sempre più grosse degli oggetti che ti hanno allargato così tanto!)

Dottore!,  a me piace prenderlo in culo!

(…ah così va molto meglio!)

Il mio culo è così rotto perché ho sempre goduto da matti a infilarci dentro tutto quello che trovavo fino a riuscire a penetrami con una bottiglia di plastica enorme. Le assicuro che vengo copiosamente quando vado su e giù su quella bottiglia calda, sentirla tutta dentro è una vera goduria, infatti vede come sussulta il mio pene solo al pensiero. Tengo però a precisare che non sono omosessuale, non ho mai preso un cazzo vero nel culo e che le mie pulsioni sono rivolte esclusivamente al mondo femminile…

(…stai di nuovo esagerando!… ma che gli può fregare al dottore se sei o meno omosessuale …e poi non è vero che non hai mai preso un cazzo vero nel culo.)

La voce del dottore mi fece ripiombare sul lettino dello studio, supino con le brache abbassate e con l’uccello che fregandosene della mia vergogna  aveva anche preso un po’ di vigore

“Bene! Ora occorre fare una serie di ecografie “

Disse il dottore con aria professionale.

“la vescica è abbastanza piena?”

Domandò subito

“credo di si Dottore, come mi aveva detto ho bevuto quasi un litro d’acqua”

Risposi

“ne dovrà bere ancora”

Aggiunse e contemporaneamente spinse il pulsante che aveva sulla destra della scrivania.

Dopo pochi secondi ricomparve l’assistente e con lei il mio imbarazzo

“prepari il paziente per ecografia peniena, testicolare e prostatica, sia addominale che  teansrettale”

L’assistente segnò tutto sul fido notes che aveva con se e mi invitò a seguirla.

Guardai il dottore il quale leggendo nel mio sguardo tutto l’imbarazzo del mondo mi disse pronto:

“non si preoccupi  sono esami di routine e la dottoressa è davvero  in gamba, vedrà che non sentirà nulla”

Scesi dal lettino tirai su i pantaloni e seguii l’assistente.

Entrai in un’altra stanza che sembrava una vera sala operatoria con un lettino e tanti macchinari e il mio imbarazzo cambiò in timore.

“Si spogli completamente e indossi questo – disse l’assistente indicandomi un camice incellofanato che giaceva sul lettino – io torno subito”

Seguii con lo sguardo quell’angelo biondo uscire, dimenticai per qualche secondo il mio timore: era davvero uno schianto! Prima di rivederla comparire l’avevo sentita confabulare con il dottore, non capii cosa dicevano ma il tono non era di sicuro quello professionale che i due avevano tenuto in mia presenza. Era chiaro!: se la intendevano!

L’assistente ritornò con una bottiglia d’acqua ed un bicchiere, mi sollecitò a spogliarmi e mi invitò a bere.

Per ogni capo d’abbigliamento che toglievo l’angelo biondo mi premiava con un bicchiere d’acqua che io bevevo senza resistenza nel timore di quanto mi si stesse preparando e nell’imbarazzo di sapere che di li a poco probabilmente avrebbe scoperto anche lei il mio segreto.

Ero con il camice indosso in piedi e attendevo istruzioni bevendo l’ultimo bicchiere d’acqua.

L’angelo biondo aveva indossato i guanti e stava preparando una specie di siringa. Quando ebbe finito mi chiese di stendermi e di rilassarmi.

“vedrai che non sentirai nulla”

Il tono confidenziale e il passaggio al “tu” non impedirono al timore di crescere in me.

Non riuscivo a guardare, sentivo solo le sue mani sul mio pene e solo dopo che lei si allontanò esclamando con calma il fatidico “fatto” ebbi il coraggio di chiedere:

“ma cosa mi hai fatto?”

L’assistente sorridendo mi spiegò:

“ti ho fatto una iniezione farmacologica per indurre l’erezione per poter poi fare l’ecografia al pene, …visto che non ti ho fatto sentire nulla!”

Si vero non ho sentito proprio nulla ma sarebbero bastati altri due minuti tra le tue mani per avere una splendida erezione, pensai tra me.

Intanto che aspettiamo ti preparo anche per la teansrettale – proseguì  lei con tono suadente – vedrai che sarò ancora più brava!

Come sentii …rettale ebbi un sussulto! Ecco lo sapevo, ora mi sgama anche lei!

Mi ritrovai alla pecorina sul lettino con lei che mi lubrificava l’ano!

In quella posizione non poteva non accorgersi in che stato era!

Non diceva nulla, sentivo il suo respiro tranquillo e le sue dita che spalavano il freddo gel sul mio culo e nonostante l’imbarazzo la cosa iniziò a piacermi.

Poi lei prese un clistere a pompetta che inserì senza alcuna difficoltà nel mio culo e sentii il liquido caldo invadermi le viscere.

Non era un grande clistere, ero abituato a farne di più capienti ma in quel momento pensai di non riuscire a trattenerne nemmeno una goccia e spaventato dalle conseguenze la pregai di indicarmi il bagno.

Fu una vera liberazione quando arrivai a sedermi sul water e solo dopo qualche istante che ero li seduto mi ricordai dell’ordine perentorio che l’angelo biondo mi aveva rivolto indicandomi il bagno:

“non urinare! Mi raccomando!”

Riuscii a trattenere la pipì che premeva con forza lì all’uscita, solo poche gocce colarono dalla boccuccia del mio glande che intanto stava diventando sempre più grande e lucido.

Quando mi sollevai dal bidet il mio pene svettava in una erezione spaventosa, degna della più forte eccitazione, una eccitazione che proprio non sentivo con tutto l’imbarazzo che stavo vivendo al quale avrei dovuto aggiungere anche quello di rientrare dell’assistente in quello stato.

Mi feci coraggio e mi presentai con aria disinvolta al mio angelo biondo. Il camice sebbene portasse l’apertura sul di dietro non poteva nascondere nulla e l’erezione era fin troppo evidente.

Lei non mostrò alcuna meraviglia, anzi mi fece sdraiare di nuovo sul lettino e scoprendomi il camice esaminò con attenzione il mio pene e come una casalinga che controlla la cottura della sua torta esclamò :

“non è ancora pronto, ci vuole ancora qualche minuto”

Non è ancora pronto? Per cosa? Per scoppiare? Mi fa anche un po’ male tanto che è duro! Pensai io.

“ora facciamo l’addominale e la testicolare – proseguì lei – così ti faccio fare la pipì e liberi la vescica”

Bene pensai, perché tra un po’ scoppia anche quella!

Per eseguire l’operazione l’assistente reggeva con una mano il mio pene duro dritto e con l’altra mano spingeva quella pistola dell’ecografo sul mio basso ventre con lo sguardo sempre concentrato sul monitor.

Il gel freddo sulla pancia non fu un bell’effetto ma lo spingere con quella specie di pistola fu davvero devastante per la mia vescica.

Ad ogni affondo sentivo la mia vescica scoppiare, ero però tranquillo di non riuscire ad urinare, mai mi era capitato in uno stato di erezione anche leggermente accennata di riuscirci figuriamoci ora con quel pene talmente duro da poter distinguere tutte le vene e i capillari.

Seguì l’ecografia ai testicoli, e questa volta il gel freddo fu una vera benedizione.

Quando ebbe finito prese della carta per asciugare il gel e nel fare questa operazione aveva ripreso in mano il mio pene per tenerlo dritto e pulire anche sotto.

Mi ero rilassato e contro ogni mia aspettativa iniziai ad urinare. Dal mio uccello tenuto dritto dalla ragazza sgorgò una fontana di pipì, il getto era talmente alto che quasi raggiungeva il soffitto, Nel massimo dell’imbarazzo provai a fermare quel getto ma non ci riuscivo.

L’imbarazzo sparì di colpo quando lei senza lasciare il mio pene diresse il getto della pipì verso la sua bocca.

Ne bevve un po’ e poi mi disse con aria felice:

“buona! Però ora fermati che allaghiamo tutto”

Riuscii a chiudere la fontana e ancora non ripresomi dallo stupore ne aggiunsi altro quando lei prendendomi per il pene duro mi invitò a seguirla nel bagno.

ora la puoi fare qui nella doccia” mi disse

Riaprii la fontana che ancora gocciolava e lei subito si inginocchiò al mio fianco e senza mollare il cazzo diresse il getto potente di urina nella sua bocca.

Incredibile! Riuscivo a pisciare con il cazzo così duro! Incredibile! E stavo pisciando in bocca ad una ficona pazzesca!

 Lo stato di eccitazione ora lo sentivo e lo sentivo davvero crescere al galoppo. Dal mio pene duro come una roccia fuoriusciva un getto di urina talmente potente che la bocca della ragazza non poteva contenerla tutta. Ad occhi chiusi presa da un godimento per me incomprensibile, la ragazza ingoiava quello che poteva lasciando colare il resto sul suo camice bianco.

Mollò per un attimo la presa del mio uccello e si sbottonò il camice, sotto aveva solo il reggiseno, liberò il seno prosperoso e diresse proprio li il getto di urina, mentre con l’altra mano prese a toccarsi tra le gambe.

Quando aveva preso un po’ di fiato ritornava a innaffiare la bocca e l’altra mano passava a stropicciarsi i seni e poi di nuovo tra le gambe.

Era in estasi!

Io ero incredulo! Non sapevo cosa fare e nell’incertezza smisi di urinare.

La ragazza mi guardò stranita ma prese subito a farmi un pompino magistrale.

Dopo un po’ mettendosi alla pecorina e mostrandomi il suo bellissimo fondoschiena mi disse:

“ora mettilo qui dentro!”

Ordinò lei infilandosi un dito nel’ano!

Mi avvicinai a suo culo proteso verso di me, non resistetti alla tentazione di accarezzarlo e di affondare la mia bocca tra quelle splendide natiche.

Lei sembrò gradire molto, lubrificai bene il suo ano con la mia lingua e dopo iniziai a spingere la cappella turgida del mio cazzo dentro il suo culo.

Entrò tutto di un fiato e senza intoppi! Lei lo accolse con un forte gemito ed inarcò la schiena per prenderlo tutto fino in fondo. Non era certo aperto come il mio ma era comunque un bel culo rotto anche il suo!

 

 

Iniziai a stantuffare nel suo culo con vigore, ma dopo poco lei con voce ansimante disse:

“pisciami dentro, ti prego!”

Obbedii, ma capii che era lo stato di eccitazione a non l’erezione a non farmi urinare.

Mi morsi le labbra e chiusi gli occhi per non vedere quel culo fantastico che inguainava il mio uccello fino alla radice.

Piano, piano riuscì a sentire di aver ripreso il controllo della mia vescica e iniziai a urinare.

“siiii bravo, continua così, pisciami dentro

Gridò lei subito.

Non so quanto ne riuscii a fare perché l’eccitazione tornò ancora maggiore e ripresi a stantuffare dentro quel culo con grande forza.

Sentivo il cazzo galleggiare li dentro, la mia urina calda le aveva allargato il retto favorendo il movimento più libero.

La ragazza ansimava e poggiando le spalle e il viso per terra portava il culo in posizione più alta e mi invitava a spingere sempre più forte. Ad ogni affondo il mio cazzo spingeva il liquido nel suo culo e sentivo il suo stomaco brontolare.

Si strapazzava il clitoride con grande forza e sempre più velocemente.

Rialzò le spalle e puntando le mani contro la parete vicina e inarcando la schiena spingeva il culo contro il mio bacino per riuscire a prendere dentro anche l’ultimo millimetro del mio cazzo.

Più lei spingeva il suo culo più io aumentavo gli affondi; il movimento di entrambi si era sincronizzato alla perfezione!

Le sue gambe iniziarono a tremare e il suo respiro affannato si fermò in un apnea piena di aspettative.

Riconobbi quell’orgasmo, era capitato anche a me quando impalato sulla la mia fida bottiglia la facevo scorrere nel mio culo con un movimento di sali-scendi sempre più rapido e profondo, in quella posizione di smorza candela  all’apice del piacere mi prendeva un tremore alle gambe che non riuscivo a controllare, il tremore saliva fino alle natiche e al ventre, perdevo il controllo del mio corpo, la schiena si inarcava e la testa andava indietro, le gambe aperte si richiudevano e riaprivano sempre più velocemente fino a stringersi in una morsa che era impossibile contrastare, i muscoli rettali si contraevano allo spasmo provando inutilmente ad espellere quel corpo estraneo trattenuto dentro dal peso del mio corpo, bisognava a quel punto assecondare il tremore, puntare bene le mani sulla base dove era posata la bottiglia, stendere le braccia che avevo dietro la schiena e con un movimento di bacino tirare su il culo, solo così  la bottiglia scivolava via dal mio culo e con lei finalmente anche gli spruzzi di sperma uscivano potenti e copiosi dal mio pene turgido.

 

Mi venne quindi automatico assecondare la spinta che il suo culo dava al mio cazzo nel tentativo di espellermi,  lo sfilai lentamente e quando fu fuori fui inondato dal clistere di urina che le avevo praticato, in contemporanea anche la sua fica iniziò a spruzzare un liquido che avrei giurato fosse urina, il tremore la portarono a movimenti incontrollati di tutto il copro fino a quando si ritrovò su un fianco in posizione fetale con le gambe serrate e con il respiro impazzito.

 

Il mio cazzo sembrava anestetizzato, sebbene quell’amplesso non fosse durato molto, in altre occasioni sarei venuto dopo pochi minuti, invece restavo li incredulo con una erezione pazzesca in ginocchio davanti una bellissima ragazza che mi stava facendo vivere un esperienza da film.

Guardando quel corpo bellissimo steso per terra ancora scosso da leggeri fremiti, mi venne di nuovo voglia di urinare, mi alzai in piedi e ripresi a pisciare, il getto era ancora molto potente, la raggiunsi subito sul viso, lei sorrise e io continuai ad inondarla dirigendo il getto di pipì su tutto il suo copro, mi sembravo un pompiere che con il suo idrante spegneva il fuoco che quel copro aveva dentro.

Lei lentamente di avvicinò e dirigendo la bocca verso quella fontana riprese a bere, mi sembrava impossibile poter avere ancora tanta urina.

Quando finì lei aprì la doccia e si infilò sotto invitandomi a seguirla.

La doccia fu rapida, mentre ci asciugavamo si preoccupò di tenermi il cazzo ancora in tiro, un po’ con la bocca e un po’ con le sue mani: “deve restare duro per l’ecografia “ mi ripeteva.

Uscì nuda dal bagno e quando ritornò aveva un camice pulito e i capelli bagnati raccolti.

Aveva con se anche una bustina di plastica con dentro qualcosa che non riuscii a capire cosa fosse. Aprì la bustina e tirò fuori l’oggetto, era di gomma di color rosa, formato da due anelli, infilò l’anello più piccolo sul mio cazzo fino alla base, poi quello più grande allargandolo ci infilò i miei testicoli. Era un costrittore, di quelli usati nel sado-maso. Quando lo ebbe sistemato bene, attivò anche la vibrazione e dopo pochi secondi credevo che il cazzo stesse per scoppiare, il glande era diventato paonazzo e ad ogni vibrazione pulsava come una bestia inferocita.

Lei lo guardò soddisfatta e mi invitò a seguirla per l’ecografia.

 

…continua

 

(graditi commenti e critiche serto_manco@yahoo.it)

 

L’ ecografia peniena durò pochi minuti.

“ora facciamo la rettale”

Disse lei, e scorgendo nei miei occhi il totale imbarazzo aggiunse subito:

“non ti devi vergognare, ho visto che sei abituato, il tuo culo è molto largo ma ti assicuro che non sei l’unico, ci sono  tanti  uomini e anche  tante donne che amano dilatarsi l’ano ed è per questo che ti abbiamo scelto, vedrai ti piacerà molto”

Fu chiara e diretta e la cosa provocò in me una sorte di eccitazione sconvolgente che mi fece tralasciare completamente la parte finale del suo discorso: “…per questo ti abbiamo scelto”

Non feci proprio caso a questa frase preso dall’entusiasmo di poter condividere con qualcuno questo mio segreto e che questo poi avvenisse con una donna rendeva tutto molto più eccitante e coronava un sogno che avevo nascosto dentro di me insieme al mio segreto.

“mettiti su un fianco in posizione fetale” e mostrandomi la sonda proseguì: “vedi che è molto piccola non te ne accorgerai nemmeno”

Dopo aver lubrificato l’ano, affondò senza alcuna difficoltà la sonda nel mio retto.

Restò qualche minuto facendo piccoli movimenti con la sonda.

Effettivamente la sonda era molto piccola ma il movimento che lei le faceva fare dentro il mio culo iniziò a piacermi molto, le vibrazioni che arrivavano dagli anelli che stringevano il mio cazzo e i miei testicoli contribuirono ad aumentare la mia eccitazione.

Quando sfilò la sonda mi dispiacque molto, stavo quasi per venire.

la prostata è a posto!”

Sentenziò lei con soddisfazione.

Prese dell’altro gel e continuò con le dita dentro il mio culo, infilò il suo dito medio e prese a muoverlo dentro.

“intanto che ti massaggio la prostata raccontami, cosa riesci ad infilarci?”

Rimasi qualche secondo titubante, inoltre il massaggio che ricevevo mi mandava in estasi rendendo più difficile rispondere.

“dai” mi incoraggiò lei

“una bottiglia” risposi io con un filo di voce

“una bottiglia?”

“si una bottiglia di plastica” proseguii

“quanto grande?”

“come quella” risposi, indicando il flacone di gel che era li sul tavolo

Mentre continuava il massaggio si allungò e prese con la mano libera il flacone.

“è una bella circonferenza” esclamòsarà difficile farla entrare, come ci riesci”

“mi ci siedo sopra” risposi

“a smorza candela?” domandò lei, ma aggiunse subito “la poggi su.. una sedia e ti ci cali sopra?”

 “esatto” risposi io mentre mi meravigliavo di me stesso per la facilità di come esprimevo questi argomenti, mi piaceva molto e mi eccitava ancora di più.

Il massaggio diventava sempre più deciso, mi invitò a mettermi alla pecorina e senza lasciare il mio culo prese un contenitore di quelli sterili per le analisi dei campioni di urina.

La pressione sulla prostata ad un certo punto fece colare dal mio uccello duro un liquido che avrei giurato fosse sperma e che lei raccolse prontamente nel contenitore sterile, .

“questo è il cuore dello sperma” disse lei annusandolo “questo però serve per le analisi” proseguì “ora ne faccio uscire ancora un po’ per me”

Dicendo questo aggiunse l’indice a fare compagnia al dito medio dentro il mio ano e subito dopo lo seguì l’anulare e il mignolo, le 4 dita erano dentro di me fino alle nocche, lei spingeva e ruotava la mano per allargare il culo. Quando sentii che anche il pollice si era aggiunto alla compagnia capii che voleva infilarci tutta la mano!

Era una sensazione incredibile! Sentivo la sua mano come un cuneo spingere per forzare l’ano e fare passare la parte più larga delle nocche. Ci volle poco, bastò una piccola spinta dei miei muscoli rettali e la mano di lei fu inghiottita tutta nel mio culo.

Il mio sospiro di godimento si unì al suo di esultanza!

La sua mano si muoveva dentro di me con sapienza, era di sicuro una esperta del fisting.

Il piacere di sentirla dentro si confondeva con l’eccitazione di trovarmi a fare quell’esperienza, di trovarmi alla pecorina con il mio culo ben esposto allo sguardo di una donna con la quale avevo condiviso il mio segreto e che con la sua mano stava esaudendo un desiderio che nemmeno io sapevo di avere.

Dal mio uccello duro iniziò a colare una quantità mai vista di secrezioni che lei raccoglieva da sotto con la mano sinistra ed avidamente portava alla bocca.

Quando fu sazia continuò a spingere dentro la sua mano che era ferma li fino al polso.

Il pugno si faceva lentamente strada dentro il mio culo, andava un po’ avanti e poi tornava indietro e poi tornava ad affondare nel mio retto guadagnando centimetro dopo centimetro. Ci sapeva fare!

In poco tempo avevo quasi tutto il suo avambraccio nel mio culo.

Avevo abbassato le spalle ed il mio petto poggiava sul lettino, il mio sedere ben in alto accoglieva la sua mano senza opporre resistenza.

La ragazza sembrava molto presa nella sua azione, con molta cura si dedicava a massaggiare le mie natiche mentre l’altra mano mi stantuffava il retto, il movimento era lento ma sempre più deciso e profondo e la mano scorreva dentro di me dall’ano fino alle viscere e poi tornava indietro.

Mi sentivo completamente in balia di quel movimento sempre più rapido e profondo.

Fu in quel momento che il dottore entrò nella sala.

Lo guardai attraversare la sala e nel vedere il suo cazzo spuntare turgido dalla patta dei pantaloni mi furono chiare le parole della ragazza quando mi aveva detto: “…per questo sei stato scelto”

Tutto ora sembrava avere un filo logico: il dottore aveva capito subito che il mio culo era di quelli larghi e capienti e che tutte quelle analisi erano solo un preludio a ciò che sarebbe successo da quel momento in poi.

Mi fu anche chiaro il motivo del culo rotto della ragazza, il dottore aveva un uccello davvero enorme, il confronto con il mio era davvero imbarazzante!

La ragazza affondò decisa la sua mano dentro di me, tutto l’avambraccio fino quasi al gomito sprofondò nelle mie viscere e scostandosi leggermente dal mio sedere mostrò con soddisfazione al dottore la scena.

“il paziente è ben aperto dottore” disse lei con una ridicola aria professionale.

 “si, vedo” disse il dottore avvicinandosi “ma credo si possa fare anche meglio” aggiunse con tono di rimprovero.

“forse cambiando posizione, magari cercando una penetrazione dall’alto verso il basso potremmo ottenere una maggiore spinta?” chiese lei

“esatto” rispose il dottore

La ragazza non ebbe esitazioni, e con un leggero schiaffo sulla mia natica mi invitò a scendere dal lettino.

Obbedii subito quasi con devozione e riconoscenza per tutto il piacere che mi stava dando e avrei fatto di tutto per non deluderla.

Scesi dal lettino molto lentamente perché la sua mano restava ancora ben piantata nel mio culo e non sembrava volesse abbandonarmi, lei seguiva con attenzione i mie movimenti, quando fui in piedi lei fu costretta a piegarsi leggermente per non perdere la presa, mi poggiò la mano sinistra sulla spalla e spinse dentro la destra che inevitabilmente in quella posizione tendeva ad uscire.

Provai a contrarre l’ano per impedire alla mano di uscire, lei sentendosi stretta in quella morsa apprezzò molto la mia collaborazione facendomi un occhiolino di intesa.

Mi sentivo impalato!

La ragazza mi invitò a raggiungere un’altra sala.

Camminare in quelle condizioni non fu facile ma la sensazione fu incredibile: il movimento delle gambe e delle natiche che strofinavano il suo avambraccio piantato nel mio culo mi davano una eccitazione mai provata e mi faceva sentire in suo completo dominio.

Lungo tutto il tragitto disseminai rivoli di secrezioni che fuoriuscivano dal mio uccello eretto e turgido.

Sebbene le gambe iniziassero a tremare avrei girato all’infinito in quelle condizioni.

Raggiungemmo la nuova posizione!

Era un piccolo divano sul quale presi posto lentamente alla pecorina.

Rilassai i muscoli anali e lascia che la mano della ragazza affondasse di nuovo dentro di me fino al gomito.

Il dottore ci aveva seguito portando con se la sua maestosa erezione e un tubetto di lubrificante.

La ragazza lo raccolse dalle sue mani e ne spruzzò un bel po’ sul mio ano e intorno alla parte del suo avambraccio che fuoriusciva dal mio culo.

Poi  -facilitata dalla posizione dall’alto verso il basso e dall’abbondante lubrificazione – prese a stantuffarmi con maggior vigore, sempre più velocemente facendo uscire quasi del tutto la mano dal mio culo per respingerla subito dentro.

Sentivo il culo sempre più aperto. La sua mano chiusa a pugno usciva completamente dal mio ano e rientrava dentro senza sforzo alcuno provocando nel mio retto quella turbolenza di aria che mista alle secrezioni rettali e all’abbondante lubrificante faceva brontolare il mio stomaco dandomi un piacere indescrivibile. Ad ogni affondo il mio uccello duro sussultava tra le mie gambe, si impennava e dispensava nuove secrezioni.

Quando estrasse la mano per l’ultima volta mi allargò le natiche e mostrando il mio culo aperto al dottore disse:

dottore potrebbe bastare così?”

Il dottore che si era messo in disparte annuì.

La ragazza prese allora dell’altro lubrificante e lo spalmò su entrambe le mani senza dimenticare di aggiungerne ancora sul mio orifizio aperto e pulsante.

Mi invitò a tirare su il culo spingendomi le spalle in basso e poi riprese la posizione alle mie spalle.

Sentii di nuovo la sua splendida mano entrare rapidamente nel mio culo ed uscire ancora più rapidamente per risentirla pochi istanti dopo rientrare dentro. Il movimento però questa volta avveniva con entrambe le mani: prima affondava la destra poi la ritraeva e affondava la sinistra.

Di tanto in tanto le due mani si univano e provavano a spingere insieme per allargare il mio ano ancora di più. Questa azione provocava in me quel piacere che rincorrevo da sempre ogni volta che sfidavo il mio culo ad accogliere dentro di se qualcosa di più grande, era quella sensazione di sottile dolore, quella serie di brividi interminabili di godimento che provavo ogni volta che il mio culo veniva forzato e che sentivo avrebbe ceduto aprendosi al nuovo intruso e al solito piacere.

Iniziai a desiderare così tanto che quella penetrazione avvenisse che provai a spingere i miei muscoli addominali alzando leggermente le spalle e inarcando la schiena.

Lei capì che ero pronto e prese a spingere con maggiore forza.

Sentii il culo allargarsi all’inverosimile, il cuneo formato dalle mani unite della ragazza stava guadagnando spazio ed era entrato fino alle nocche, il punto più largo, quello più difficile da far passare. La ragazza sapientemente fece scorrere leggermente prima la mano destra che entrò fino al dorso, poi lentamente fece seguire la sinistra. Quando anche questa scavallò le nocche e si ricongiunse alla destra  il fiato mi mancò per qualche secondo e i brividi iniziarono a scorrere lungo la schiena e giungere al cervello. Eravamo al punto cruciale, quello di non ritorno, il punto in cui la penetrazione anale non deve mai essere interrotta, il punto in cui ritrarsi vorrebbe dire solo dolore.

Questo è infatti il punto in cui la bocca dell’ano dilatata accoglie la penetrazione e le sue labbra sono tese verso l’interno del retto, occorre quindi continuare a spingere affinché le labbra dell’ano possano digerire l’intruso, rilassarsi e ritornare fuori ad avvolgere ora il gentile ospite.

La ragazza da vera esperta fece come da manuale: aspettò qualche istante affinché il mio culo si potesse assestare e poi con un piccolo ulteriore sforzo spinse le mani unite dentro di me.

Entrambi emettemmo un sospiro, il suo di soddisfazione il mio di dolore misto a piacere!

La ragazza rimase qualche istante ferma in quella posizione ad ammirare l’opera appena compiuta.

Le sue mani unite erano dentro il mio culo fino al polso ed io mi sentivo totalmente riempito.

Mi godevo quella penetrazione come l’ennesima perdita di verginità restando immobile con il viso schiacciato sul divano e con il culo ben in alto nel quale la ragazza aveva sprofondato le sue mani.

Aspettavo e intanto riprendevo il controllo dei muscoli rettali cercando di accogliere meglio quel dono. La ragazza come sentì questo rilassamento incrociò le dita delle mani a formare un solo pugno e prese a spingere facendolo avanzare qualche centimetro nel mio retto.

Il suo fiato era leggermente affannato un po’ per lo sforzo che stava compiendo ma ne sono certo anche perché le piaceva.

Ad ogni piccolo e studiato affondo sentivo il retto allargarsi quanto mai avessi potuto con la mia bottiglia; quel sottile dolore mi faceva mancare il fiato ma il desiderio che quella penetrazione continuasse non veniva mai meno.

Avevo le mani della ragazza dentro fino al polso e non credevo potessero entrare più di tanto.

Lei spingeva e ruotava il doppio pugno dentro di me, divaricava le mani aumentando la dilatazione e spingeva per affondare più in profondità.

All’improvviso la ragazza estrasse di colpo le mani dal mio culo!

Il fiato mi mancò come se avessi partorito, l’ano restò qualche secondo aperto e dolorante pulsando impazzito.

La ragazza scambiò uno sguardo di intesa con il dottore.

Mi fece girare stendere sul divano e mi invitò ad alzare le gambe.

Mi ritrovai così con le mani che reggevano le mie gambe ben aperte con le ginocchia sul mio petto e con il culo totalmente in balia del suo volere.

Lei si piazzò per terra in ginocchio davanti a me e in pochi secondi fece sparire di nuovo le sue mani unite dentro il mio culo.

Quando fu dentro riprese a muoversi lentamente.

Intanto il dottore si era avvicinato, aveva sollevato il camice della ragazza scoprendo il suo bellissimo culo che in quella posizione alla pecorina dava il meglio di se.

Si posizionò alle sue spalle e con quel siluro enorme la penetrò in un sol colpo.

La ragazza sobbalzò ed emise un grido di piacere quasi animale.

Poi prese a stantuffarla con un certo vigore afferrandola per i fianchi.

La ragazza con le mani imprigionate nel mio culo, imprimeva lo stesso movimento dentro me: le spinte che il dottore le dava facevano affondare il suo cazzo dentro di lei e le sue mani dentro di me.

Il movimento diventava sempre più rapido e profondo. Le mani della ragazza mi stantuffano il culo allo stesso ritmo, sempre più velocemente e sempre più in profondità.

Dalla mia prospettiva non potevo vedere la ragazza dove era stata penetrata,  ma sentivo i colpi che riceveva dal dottore infrangersi contro quelle splendide chiappe e che dettavano il tempo agli affondi che lei riservava al mio culo.

Incrociai i suoi occhi pieni di godimento e di sfida e non resistetti più, afferrai il mio cazzo e dirigendolo verso il suo viso venni spruzzando tutto il mio orgasmo.

Lei, da vera esperta liberò immediatamente il mio culo dalle sue mani, avvicinò la sua bocca ed ingoiò fino il mio pene che ancora eiaculava sperma, gli altri due colpi che il dottore le assestò furono sufficienti a farla venire con un grido soffocato dal mio uccello che la sua bocca non mollava.

Il dottore si avvicinò, lei allora diresse le sue attenzioni verso quel bastone enorme, la sua bocca aveva già accolto la sua cappella e il dottore prendendola per i capelli glielo cacciò tutto dentro!

La ragazza con gli occhi di fuori ebbe un leggero conato che trattenne facilmente e accolse tutto il bastone fino alla radice altrettanto facilmente.

Il dottore prese a scoparla nella bocca con la stessa veemenza con cui l’aveva scopata fino a quel momento e poco dopo le riempì la gola gridando tutto il suo piacere.

La parcella fu molto cara ma l’esperienza fu davvero unica e indimenticabile, il mio segreto era stato svelato e il mio culo era stato violato, una sconosciuta bellissima donna, di cui non conoscevo nemmeno il nome, aveva cambiato totalmente la mia vita, il mio rapporto con il sesso e con il mio corpo.

Ancora oggi sogno i suoi occhi e le sue mani dentro di me.

 

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