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ELEONORA e LAPO / Parte finale

By 16 Settembre 20202 Comments

24.   Ele a casa – coscienza sempre più chiara di se stessa.

Avevo fatto tardi e sul taxi ero preoccupata: cazzo presentarsi a casa così… che gli racconto a Lapo. Poi l’aver lasciato il cellulare a casa, che idea… se mi cercava?  Ero proprio partita oggi pomeriggio…. penso.

 Entro trafelata….  non c’è nessuno… fortuna…. chiamate mancate di Lapo  verso le 4:00, poi un messaggio di un’ora prima dice “Ciao amore; arrivo verso le 9 …  spero di trovare il dolce!!”. Tre  ore per preparare il “dolce” al mio amore.  Che sollievo!!

 A casa, mi sono rilassata a lungo dentro  la vasca. L’adrenalina se ne andava  e mi aspettavo di sentirmi un po’ male… per il senso di colpa intendo. Cavolo,  io a godere con tre uomini mentre Lapo mi sa dalla psicologa a tentare di risolvere i nostri problemi.  Sto lì e aspetto la crisi, che mi arrivi il crampo allo stomaco, che le lacrime mi salgano agli occhi. Così mi ero sentita al mare. O in ufficio.

Ma non succede niente.  Eppure sono convinta di amare Lapo, sinceramente e che mai vorrei che lui stesse male.  Un po’ mi sorprendo e mi sforzo di ragionarci, di capire. Forse, la prima ipotesi, ineludibile, è che io sia fuori di testa e che sarebbe meglio che la prossima volta ci andassi di corsa dalla Patrizia.    Ci penso meglio.  Al mare, ed ancor di più dopo, non avevo resistito alla curiosità di provare qualcosa di così trasgressivo e proibito, ed era stato bello scoprire come era farlo…  ma mi ero sentita parecchio usata dai miei compagni di scopata, debole, inesperta, una coglione che si era fatta scopare da un branco di maiali malintenzionati.   Lo stesso, avevo patito una profonda angoscia di fronte alle avances di Maurizio e Vincenzo che in maniera del tutto evidente si volevano approfittare di me, della mia debolezza.  Che luridi maiali, mi avevano fatto sentire sporca!  Stavolta invece… ero io ad aver condotto il gioco,   loro mi avevano dato piacere e soldi. Il piacere, lo capivo bene, non me lo avevano dato solo con il loro corpo, ma anche e forse soprattutto per il fatto che mi avevano voluta così ardentemente, apprezzata per come sono e per cosa so fare.  Poi eran dei bei manzi… cavolo!  Questo mi faceva stare bene.   A Lapo avrei avuto tanto da dare adesso,  così felice come ero: amore, eccitazione e, perché no, bei regali.  Insomma, mi sentivo amata e libera!! Peccato che, adesso lo  capisco,   mancasse la libera scelta di Lapo….

Mi asciugo e mi ispeziono con cura il corpo.  Dei veri gentiluomini:  nessun segno su di me. Ero io ad aver fatto la gattina scatenata graffiando e mordendo (se hanno una moglie a casa… cazzi loro!!…   magari son contenti che lei li scopra, così divorziano e si scopano tutte le puttane come me che vogliono, senza rimorsi).  Da  loro invece niente, non un succhiotto troppo forte sul collo o sui capezzoli,  non una stretta ad un polso; a pensarci, neanche un capello tirato. Tutta intorpidita dentro, quello si.  Il sederino, bello rosso, fa un po’ male quando cammino. Dovrò tener Lapo alla larga da lì, per un paio di giorni, ma per il resto tutto OK.

Cena leggera sul divano; sono lì col pigiama, rannicchiata nel divano. Sono senz’altro stanca; forse, penso,  ho esagerato. Certo, è stata un’esperienza mooolto piacevole, e più passano le mezz’ore, più mi sento soddisfatta ed euforica per averla fatta (cazzo,  la vita è breve, cosa mi stavo perdendo!!). Poi, sto fatto dell’essere pagata, mi ha eccitata  a sproposito… Con i soldi, ho deciso,  farò un bel regalo a Lapo, un bell’orologio.   Tedeschi, precisi, 8 schizzi, 2.400 euro…due mesi in ufficio per prenderli… follia.. da farci un pensierino…!   Comunque, penso,  tre uomini insieme sono decisamente troppi, stancanti e, soprattutto, non puoi goderteli appieno, concentrarti sul loro piacere e, dunque, sul tuo.  D’altra parte, penso,  con uno da solo non lo vorrò mai fare: io l’amore lo faccio solo con Lapo!   Dunque….   due è il numero perfetto, quel qualcosa che il solo pensarci mi muove qualcosa dentro… quel surplus di attenzioni, di sensazioni,   insomma, quel qualcosa che mi rende più felice, senza farmi diventare una che di lavoro fa la puttana, né farmi tradire il mio amore.   [si, rannicchiata e beata nel divano, lucidamente e tranquillamente,  pensavo  proprio tutte queste cose decisamente pazze, decisamente nuove per me…].   Mi immagino anche con Lapo al posto di uno dei due…  una cosa da fare insieme….  ma il pensiero mi crea disagio,  non mi accende la lucetta dentro…. no, lo escludo subito…. Lapo è Lapo ed è la vita, con gli altri sono solo pazzie di un momento, che finiscono lì!!!

Sentivo il bisogno che quella sera fosse lui a mettermi a letto, di addormentarmi tra le sue braccia rassicuranti. Scrissi un wa: “amo dove sei? La tua gattina è stanca stasera… vuole le coccole SUBITISSIMO…. altrimenti mette il dolce in frigo…..” con faccine al seguito.

 “Finito… ho mangiato una cosa da Linda… arrivo!”

 E’ folle, me ne rendo anche conto…  ma sento una fitta… gelosia….   Ha incontrato Linda?   Cosa c’entra Linda?   Vabbé che lei è lesbica…  ma è una gran bella persona… pensarlo con lei, a condividere pensieri ed emozioni,  mi turba un po’….

Chiudo gli occhi… mi sento ancora tra quei tre uomini che mi toccano, mi baciano, mi desiderano e  mi penetrano dappertutto….   una scossa di euforia mi attraversa… mi bagno dentro… sono pronta per giocare col mio amore!

25.  Lapo   .     La verità in un telefono.

Avevo dunque trovato il telefono di Ele, dimenticato da lei in camera.  Mi ero fatto coraggio ed avevo guardato le chat.   E’ sufficiente leggere l’ultima, che fa capo ad  un certo Franz…   la vista mi si annebbia, mi gira forte la testa, cado disteso sul letto preda di un improvviso  sudore freddo; la bocca dello stomaco mi si è chiusa, stavolta pare per sempre… ce la faccio appena ad arrivare al vater e… vomito.

A fatica mi metto in macchina e guido sino al centro città; non mi curo neanche di parcheggiare… lascio l’auto davanti all’hotel di cui parlavano nella chat.  Dalla portineria vedono l’operazione ed uno mi viene incontro; lo scanso con uno spintone e mi presento al desk dove chiedo quale è la camera di 3 tedeschi.  Un po’ la domanda troppo vaga, un po’ il mio sguardo probabilmente allucinato, l’addetto mi prega di calmarmi, di abbassare la voce. Io per contro allungo la mano e lo prendo per la cravatta tirandolo verso di me; lui urla, arriva l’altro che mi prende da sotto le braccia cercando di costringermi a lasciare il collega; io non mollo la presa, quello mi tira indietro ed alla fine cado di schiena, disteso sul pavimento. Quello dietro il bancone, al quale ho strappato la camicia, viene di qua e mi salta addosso; mi sento arrivare uno schiaffo in faccia… poi, nel parapiglia, riconosco la voce di Linda che dice a tutti di fermarsi, “Polizia!”, se ne occupa lei.

Sono seduto, ansimante,  su un divanetto un po’ in disparte; i pochi curiosi che si erano accalcati adesso se ne sono andati. Linda mi tiene le mani nelle sue:

“Lapo, che ti metti a fare? Che ci facevi qui?”

 “Quello che ci facevi te, immagino: cercavo la mia ragazza!”

 “ Come sapevi che era qui?  L’hai seguita un’altra volta?”

 “No, l’ho cercata a casa, dove aveva lasciato il telefono e… ho letto l’ultima chat dove accettava un appuntamento qui”

“Sai con chi?” chiede lei sottovoce?

 La guardo e .. scoppio a piangere tra le sue braccia. Lei mi consola un po’, poi mi prende il viso tra le mani e chiede ancora:

 “Sai con chi aveva appuntamento qui?”   Senza alzare lo sguardo, le racconto:  si è scritta con un tale tedesco, probabilmente uno di quelli che erano all’hotel di Roma e si è messa d’accordo per…   per venire in questo hotel ed incontrare tre suoi colleghi che… che la pagheranno per scopare con lei… cazzo dico …. ecco cosa ho saputo, ecco come l’ho saputo…  che la mia ragazza, la donna che amo, si fa pagare per scopare con gli uomini, non uno, non due, ma tre per volta……

Sento la sua mano sulla spalla ed un sussurro all’orecchio  “Mi dispiace Lapo, mi dispiace tantissimo”. Mi abbraccia forte, poi mi dice di stare tranquillo e torna al desk, dove parlotta con gli addetti.  Pochi minuti e torna da me.

 “Ho controllato; ci sono proprio  tre tizi che corrispondono in Hotel; clienti abituali, ben reputati… non credo corra pericoli. Abbiamo mandato su una donna delle pulizie, busserà e vedrà la situazione… sai, senza reati possibili non possiamo intervenire in camera di qualcuno. Per quel che vedo, si tratta di accordi tra adulti consenzienti, non c’è reato.  Poi convocherò questo tizio, che ha preso accordi per conto di altri… e non gliene tornerà la voglia, di certo. Per il resto, aspettiamo che Ele scenda e che se ne vada a casa, giusto per esser sicuri che non le sia successo nulla”

  Proprio in quel mentre… la vediamo passare davanti al desk – bellissima nel suo abito nero con tacchi alti – ed uscire dirigendosi ai taxi parcheggiati lì davanti. Ha un’aria così sicura nel suo incedere, come se galleggiasse nell’aria. La guardo e mi sembra quasi irreale.

Faccio per alzarmi; Linda mi rimette a sedere con le braccia:

“Dove vai Lapo?”

“Vado a casa Linda, per parlare con lei” e tento di nuovo di alzarmi. Lei mi spinge ancora giù.

“No Lapo, non vai da nessuna parte adesso; altrimenti vi mettete a litigare e finisce che vi fate del male l’un l’altra”

“Lei a me ha già fatto male Linda… – le urlo in faccia –  più di così che può farmi.. spararmi?”

“Potresti essere tu a farle del male… ed io non voglio che succeda Lapo; andiamo – dice sollevandomi da sotto le ascelle – vieni con me!

Sollevo le braccia e cerco di divincolarmi dalla sua presa, ma lei è forte e ben addestrata: mi trovo faccia al muro, un braccio piegato dietro e sento lo scatto delle manette. Non ci posso credere: mi ha ammanettato!!!!  Spingendomi da dietro mi porta verso la sua macchina, prende le chiavi della mia dalla mia tasca e le tira al portiere chiedendogli di parcheggiarla meglio e tenere le chiavi sino a che non tornerò a prenderle. Poi mi infila nella sua auto e mi portavia.  Mi aspetto di veder comparire il viale nel quale affaccia il commissariato. Invece ci fermiamo in una zona residenziale, davanti a condomini affacciati su ampi giardini. Capisco che mi sta portando a casa sua.  Non apriamo bocca sino a che, seduto sul divano del suo salotto, non mi libera delle manette.  Mi versa un bicchiere di qualcosa di molto forte, che butto giù senza pensarci.  Il bruciore terribile che sento scendere nello stomaco mi da, per assurdo, un senso di momentaneo sollievo. La guardo, penso a Eleonora in quella camera di albergo, nuda, stretta tra i copri nudi di tre uomini,  e mi assale un senso di profonda disperazione. Mi pare di cadere in un pozzo senza fondo. La testa tra le mani, mi metto a singhiozzare. Mi sembra di non poter smettere più di piangere. Linda porta la mia testa sul suo petto, mi accarezza la testa mi sussurra parole dolci, come si farebbe con un bambino che si è preso uno spavento a causa di un temporale. Ma io non la smetto, anzi singhiozzo sempre più forte. Allora lei mi solleva il mente, mi chiede di guardarla negli occhi, cosa che io faccio, ma i singhiozzi continuano a squassarmi il petto e le lacrime continuano a scendere. Lei mi guarda e continua a pregarmi di smetterla… penso che stia per tirarmi uno schiaffo, come si vede nei film ed invece, invece mi bacia, mette la sua bocca sulla mia, le sue labbra si muovono contro le mie per un po’, poi si stacca un pochino e ci ci guardiamo negli occhi. Ha funzionato… non piango più.  Ci guardiamo ancora a lungo, come incerti sul da farsi, come sorpresi da noi stessi. “Ti prego – dice lei –  non piangere più Lapo, ti voglio bene, non lo sopporto, mi fa male… stai con me adesso… stiamo insieme, riscaldiamoci a vicenda..”

Comincia a sbottonarmi i bottoni della camicia, da quello in alto agli altri,. Quando il mio petto è esposto, entra con le mani, mi accarezza i pettorali, poi va a baciarli, a succhiarmi i capezzoli. Io la guardo, un po’ inebetito, di certo sorpreso. La sua bocca semiaperta è un chiaro invito che io accolgo… e ci baciamo ancora, questa volta un bacio vero, il bacio di due che stanno per fare sesso certamente, l’amore forse.  Ci spogliamo in fretta e ci troviamo nudi su quel divano, lei distesa sopra di me, i nostri corpi alla ricerca di una corrispondenza che all’inizio è tutt’altro che completa ma che, piano piano, prende forma e consistenza. Il corpo di lei è particolare, spigoloso, diverso da quello di Ele; innanzitutto è più alta, quasi quanto me, poi sento i muscoli correre sotto la pelle, guizzanti. Il suo seno è piccolo e piccoli sono i capezzoli. L’attaccatura dei suoi capelli sa di olio di oliva e di muschio… mi piace. Tra le gambe è anche lei liscia; con la mano la esploro , con un po’ di titubanza… non so se e quello che lei vuole, che le piacerebbe io facessi. Ma i corpi, si sa, parlano da soli, per fortuna, così quando sento che lei spinge il bacino verso la mia mano non indugio più, prendo possesso della sua intimità, prima con le dita, con le quali ne esploro i contorni, trovando delle grandi labbra morbide e pronunciate verso l’esterno e poi un interno caldo e umido che mi dà completamente coraggio, così che finalmente sento il mio cazzo tendersi. Lei, con le dita, mi percorre la linea delle labbra “Come le hai morbide!” sussurra. Lo prendo come un chiaro invito, scendo giù e, a lungo, mi do da fare per cercare di darle piacere.  I minuti passano, la sento a suo agio in quel gioco che, probabilmente, è a lei il più congeniale.  La sento molto bagnata e non solo dalla mia saliva. I suoi umori hanno una consistenza ed un sapore un po’ diversa da quelli ai quali oramai da 3 anni sono abituato,  più dolci quelli di Eleonora, più aspri con Linda (me ne rendo conto solo ora?   Oltre tre anni completamente soddisfatto da una sola compagna… sono io che sono strano?  Sono io che sono malato, che devo essere curato… forse..).     Lei geme e si contorce adesso e io mi sento rilassato e felice, per un momento. Mi fa capire che mi vuole su, il mio viso accanto al suo, ci guardiamo…. forse non trovando parole da dirci ci baciamo a lungo, a vicenda, sulla bocca, sul collo, le orecchie, le spalle. Con la coscia premo sulla sua passera e lei non si ritrae, anzi spinge a sua volta, strusciandola e bagnandomi con i suoi umori.  “Aspetta!” mi dice spingendomi leggero sul divano con una mano sul petto. Va nell’altra stanza e, in breve, ne ritorna con un condom che apre, se lo mette sulla punta della lingua e scende giù con la sua testa sul mio grembo a calzarlo sul mio membro eretto e pulsante.  Mi sale sopra e lo prende dentro, poi si stende su di me e, tenendomi dentro, riprende a baciarmi. E’ un modo strano di fare l’amore, particolarmente intimo e rilassato, come se ci conoscessimo da tempo, come se avessimo già esplorato le forme più ansiose di possederci l’un l’altro.   Sovrapposta a me, struscia forte il clitoride contro il mio pube, mentre la sento lavorare con impegno con i muscoli interni che contrae e rilascia attorno al mio cazzo.  Prova piacere, è evidente, e quando le arriva l’orgasmo mi sento davvero felice.   Si placa, mi guarda sorridendomi come a chiedermi “hai visto, mi piace stare con te!” e, senza tanti preamboli mi chiede a parole  “come vuoi venire Lapo?”. Sento che mi ha fatto eccitare parecchio questo mio stare con lei, non ci sono lontano. Semplicemente le faccio sollevare leggermente i fianchi, le prendo i glutei con le mani ed, agitandomi sotto lei, che non smette di baciarmi in bocca, in breve arrivo al piacere.

Vado in bagno a ripulirmi e tornando trovo che è rimasta lì ad aspettarmi, che mi vuole ancora accanto a se…  vuole che ci parliamo sempre mantenendo la maggiore intimità possibile.   Ci abbracciamo ed a lungo restiamo in silenzio, ad accarezzarci a vicenda i corpi nudi, i capelli, i contorni del volto.    Alla fine bisogna pure che si inizi a parlarne. Inizio io, sempre guardandola negli occhi scuri:

“Grazie Linda, mi sa che oggi stai facendo del tuo meglio per salvarmi la vita…”

“Si, lo penso anche io – risponde lei sorridendo –  ma la cosa è molto piacevole anche per me…”

Inutile girarci attorno, penso…

“che devo fare Linda?  Dimmelo tu…  la devo lasciare, devo allontanarmi da lei, lasciare che trovi la sua strada da sola, sperando che essa includa ancora me. Oppure le devo stare vicino, accettare il suo comportamento a due facce, amare la Eleonora che sta con me e mi ama e far finta di non vedere l’altra, quella che non può fare a meno di realizzare le fantasie sessuali con altre persone diverse da me?”

La voce mi si è rotta prima che finissi la frase… oltre non avrei potuto andare.  Lei mi guarda seria , pensosa,  mentre non smette mai di accarezzarmi il viso.

“Conoscessi e volessi bene solo a te di certo ti direi “lasciala perdere, trovatene un’altra…”, ma conosco tutti e due e, probabilmente, voglio parecchio bene a tutti e due… dunque… è difficile dirtelo ma…  sinceramente io vorrei che tu ci provassi… provarci davvero voglio dire… ad amarla in un modo particolare… un modo che le permetta di essere amata e protetta da te… ma allo stesso tempo di essere libera di provare le altre cose che desidera e di… scusami Lapo, perdonami ti prego… di goderne!”

Non rispondo, l’unica cosa che manifesta il mio sentire sono le lacrime che mi solcano il viso.

“Cosa c’è Lapo, dimmelo … pensi di non riuscirci? Pensi che non sia giusto?… dimmelo ti prego..”

Lo dico, o almeno ci provo:

<”Lo vorrei tanto fare quello che dici tu:  per me Eleonora non è una persona malata che vada necessariamente curata… è soltanto una persona che ha capito quanto è bello godere di certe esperienze e che soffrirebbe a non poterlo più fare; al contempo, lei è sinceramente innamorata di me e desidera un futuro assieme a me.  La capisco e vorrei tanto farla felice, assecondarla in questa sua doppia aspirazione.  Ma….   questo non sarà possibile.. lo so per certo e questo mi fa soffrire in maniera insanabile”

“perchè dici questo? Perchè per voi non sarebbe possibile vivere insieme in questo modo?”

“Perché forse nel 2300 tutti vivranno così, si ameranno a vicenda e si daranno la propria reciproca libertà… forse…. ma oggi, per noi, ciò non è realizzabile. Se io darò ad Ele tutto il mio amore assieme al riconoscimento della sua piena libertà, lei per un po’ mi amerà follemente…poi sarà delusa dalla mia “debolezza”,  presto comincerà a perdere la stima in me prima e l’amore poi. Il primo dei suoi “piaceri occasionali” che colpirà il suo interesse come persona e che si dimostrerà più fermo di me nel volerla solo per sé… beh.. lei se ne innamorerà! A quel punto, a me, della mia vita e del rispetto di me… resterà ben poco… mi sarò autodistrutto”

Mi pare che Linda sappia che ho ragione e che non sappia cosa replicare… restiamo a lungo in silenzio. Lei però continua ad accarezzarmi e ora anche mi dà dei baci, lievi, sul viso, sul collo, sul petto.

“Ti aiuto io!” esclama alla fine, sempre continuando a baciarmi.

“E come mi aiuteresti, scusa?”

“La ameremo insieme” dice, con semplicità <”u direttamente, io attraverso di te, almeno all’inizio. In due saremo più forti delle due Eleonora, le terremo a freno… sempre strette a noi e magari… in futuro… magari ci sarà un posticino anche per me nella vostra intimità o almeno…  lascia che io lo speri…”.

La guardo negli occhi, che adesso sono lucidi e, direi, supplichevoli, certo lontani da quelli del poliziotto muscolare che mi ha ammanettato poche ore prima. Quello che ha detto è folle, fuori dai nostri tempi, dalla nostra logica… ma rappresenta quell’appiglio, quell’arbusto secco che cercavo e che mi potesse dare la forza di resistere alla corrente che mi stava trascinando via.

 “va bene – le dico sempre guardandola – facciamolo, proviamoci!”

 Lei sgrana gli occhi, che in un attimo si riempiono di vita, di gioia  “Davvero?” esclama incredula.

 “Certo – ribadisco – proviamoci insieme!”

 Ride, urla di gioia, mi bacia dappertutto, cerca ancora la mia bocca e la mia lingua dentro di essa, mi toglie il respiro.  Poi si rilassa con la testa sul mio petto, ad ascoltare con l’orecchio poggiato il battito del mio cuore

 “Lapo – sussurra – ho capito che ti….  ti …. che vi amo….”

 

  

26.   Eleonora       L’inizio della fine…. o la fine dell’inizio?

Mi pare che il mio Lapo abbia un aspetto più stanco di quanto dovrei averlo io. Provato ed un po’ sofferente direi.   Lo bacio e lo stringo forte, con un’intensità del tutto spropositata al tempo che non ci siamo visti. Anche lui prolunga il nostro abbraccio… oramai autentiche anime gemelle, condividiamo lo stesso stato d’animo, pare. Senza farmene accorgere, mi commuovo per questa scoperta.  Lo aspetto  nuda sotto le coperte; lui doccia veloce, entra sotto, mi si fa vicino vicino. Sa di buono, ci baciamo a lungo, delicatamente. Sono proprio stanca,  mi fa un po’ male là sotto… ma desidero stare con lui, averlo vicino… farlo stare bene. Lui me lo struscia sulle cosce, già bello duro. Lo soffoco di baci e gli sussurro parole dolci.  Gli dico che non sono tanto in forma, forse un raffreddore che arriva… che poi ho la passerina un po’ indolensita…  ci abbiamo dato parecchio negli ultimi giorni!    ….   lui forse gongola, mi pare…  io mi sento troia bugiarda, mentre penso… “io ci ho dato sotto, e parecchio anche !!!!” e mi eccito a pensarlo. La sua mano si intrufola  tra le mie gambe e il mio odore ci investe entrambi.  Ho il clito indolensito… senza farmene accorgere gli tolgo la mano da lì, gli succhio le dita, poi gli sussurro sorniona che ho voglia che lui sia dolcissimo, che mi sorvoli tutta come farebbe una farfalla, con le proprie ali leggere.

Lui lo fa, per un tempo infinito mi bacia leggero su tutto il corpo, mi lecca leggero la passera ed il buchetto indolenzito, mi accarezza.    Che bello…. dopo la furia del pomeriggio la pace di adesso.. proprio quello che mi ci voleva. Lo convinco che lo voglio subito dentro che ne ho troppa voglia (in realtà non ce la farei a succhiare un altro cazzo oggi…) e che voglio lo faccia piano, piano, leggero, leggero.  Esegue, con una mestria evidentemente innata… o semplicemente con amore. A lungo  si agita piano sopra di me, leggero, carezzevole, mi farebbe male se affondasse  dentro di me a martellarmi l’utero, ma non lo fa. Sento un piacere ampio, dolce, diffuso….  è bellissimo!   So che  non ce la farò ad esplodere in chissà quale orgasmo (per oggi…); ma voglio godere del  suo piacere. Lo convinco a venire, con parole sussurate  e con le sapienti contrazioni dei miei muscoletti interni, con i quali lo mungo. Si irrigidisce e, senza mai staccare le sue labbra dalle mie, viene dentro di me.  Ed è lì che avviene ciò che non aspettavo: tutto quel liquido caldo che mi riversa dentro (e del quale solo a lui è consentito riempirmi, che è la sua prerogativa di mia anima gemella), portano a concentrarsi lì tutto il piacere prima diffuso per il mio corpo…. ancora una volta, in questa pazza giornata,  vengo!

Sono felice, beata… completa.  Crollo addormentata, piena di lui, il suo cazzo bagnato appoggiato sulla coscia.

 Mi sveglio in piena notte, tipo verso le 2 o le 3.   Mi ha svegliato il fatto che il letto è scosso da un tremolio. Allungo il piede e sento che Lapo è sul bordo della sua parte di letto. Con la mano lo vado a cercare…   lo trovo rannicchiato, il corpo che sussulta.  Appena sono sveglia del tutto capisco: Lapo sta piangendo e lo sta facendo con una profondità, una vastità che mi tolgono il respiro, come se i suoi leggeri gemiti stessero prosciugando la stanza di tutta la sua aria. Aderisco con il mio corpo al suo, con il viso vado a sfiorare il suo e lo trovo fradicio di lacrime. Il suo corpo è nudo e tremante.   Lo stringo e gli sussurro all’orecchio parole dolci. Non dice niente né smette di piangere. Mi preoccupo. Allungo la mano dalla mia parte sino a trovare l’interruttore della luce da lettura poi, nella leggera luce che adesso illumina la camere torno ad abbracciarlo.

” Che succede amore, ti prego dimmelo, dimmelo!” Ma lui continua, come incapace di fermarsi o di parlare.  Penso febbrilmente a qualunque brutta notizia possa avermi tenuta nascosta, forse è ammalato, forse lo sono io… forse è morto mio padre…, penso anche… qualunque scenario mi viene in mente. Può sembrare incredibile… ma non penso, non mi sfiora neanche  la mente che possa aver semplicemente, naturalmente scoperto che la sua ragazza, l’amore della sua vita, a sua insaputa,  gode come una matta a farsi scopare da altri uomini.    Passano i minuti, io continuo a stringerlo ed ad implorarmi di dirmi cosa sta succedendo… oramai anche io sto piangendo e le mie lacrime si mischiano alle sue.

“non ce la faccio, mi dispiace, non ce la faccio…” esce infine, confuso, soffocato, dalla sua bocca.

 “cosa, cosa? Cosa è che non ce la fai a fare!   Dimmelo, ti prego, dimmelo!” insisto io, quasi urlando.

 Passano altri istanti , minuti forse. Poi lui sembra placarsi. Quando infine torna a parlare, sempre dandomi le spalle, la sua voce è tornata ferma, calmo il tono.

 “non ce la faccio a fare quello che mi dice la testa…  non ce la faccio a lasciarti, ad alzarmi adesso da questo letto, vestirmi, uscire e non ritornare più da te!”

 vorrei parlare, dire qualcosa, ma le labbra mi tremano….sono paralizzata…

 Lui continua:

 “Oggi, senza un motivo particolare, non ero tranquillo. Ti ho chiamata in ufficio alle 3 e mezza, per dirti che ti avrei accompagnata io da Patrizia. Mi hanno detto che eri uscita già da un po’. Non capivo, avevi appuntamento alle 5….  Ti ho chiamata, ma il telefono squillava a vuoto.  Allora mi ha preso una sensazione di paura, anzi di autentica angoscia. Sono scappato dall’ufficio e… son venuto a casa a cercarti”.

Rimane in silenzio per un tempo che, a me, pare infinito. Forse ha percepito che le mia mani sono diventate di ghiaccio, che il mio respiro si è fermato. A casa, sto pensando, cosa c’era a casa che l’ha sconvolto.  Riavvolgo il nastro dei miei ricordi e cerco di ritornare al momento che sono uscita di casa per andare all’appuntamento. Armadio e cassetti della biancheria aperti?   No, non mi pare.  Le scatole del completino intimo e delle autoreggenti lasciate in giro? No, le avevo rimesse nel cassetto,  ovviamente vuote e sopra  alle altre, ma nel cassetto.  In bagno:  segni di una doccia fatta da non molto, forse. Il rasoio per la depilazione intima… al solito posto… chi può capire se usata da un’ora o da un giorno? Mio Dio…   il clisterino alla camomilla che avevo usato… l’avevo lasciato appoggiato da qualche parte? No, no, ne sono certa, l’ho gettato nel cestino.

Niente, non mi viene in mente niente di evidente, soltanto cose che uno troverebbe cercandole con intenzione.

 Poi,  come si squarciasse un velo, la vedo, la cosa più evidente del mondo che è lì a portata di mano da sempre e che tu proprio non hai visto,  ciò che da solo è più che sufficiente a spiegare tutto: il mio cellulare, dimenticato (inconsciamente lasciato di proposito forse?) sul comodino, come sempre senza password.  Mi lascerà… non può fare altro con me…..  ho rovinato tutto ed una vita intera non basterà per cancellare ciò!! Gli occhi mi si riempiono di lacrime, non vedo più… forse sono morta, forse.

27.  LAPO –      LA FINE .    Lapo ed Eleonora hanno infine conosciuto se stessi.

Ho provato a far finta di nulla, a darle stasera quel piacere che fosse diverso, peculiare rispetto a quello – tanto – che avrà di certo provato oggi con quei tre uomini che l’hanno posseduta con lussuria, con tutto il peso dei loro corpi  attraenti e turgidi  e della loro disponibilità economica con le quali hanno stimolato il suo clitoride e la sua mente, la sua autostima. Ci sono anche riuscito, a farla godere in un modo che può essere solo mio….con il mio etereo amore di cui il mio sperma che l’ha invasa è solo la manifestazione visibile….. ma poi non ce l’ho fatta a sostenerne il peso… la mia anima non è pronta per questo, non è abbastanza forte… e Linda adesso non era qui con me, a darmi forza.  Adesso, è inevitabile, devo parlarle, devo aprire a lei la mia anima… succeda quello che succeda.

“Amore – le dico –  oggi non ce la facevo a sostenere il peso di saperti con altri uomini, con i quali di certo hai realizzato fantasie molto eccitanti e con i quali di certo avrai provato tanto piacere. Cerca di capire… non sono arrabbiato con te, non sono offeso, ti amo tanto e so che anche tu mi ami tantissimo;  lo so che in questo periodo hai dei forti desideri e che realizzarli ti riempie di piacere;  io ero felice per te, perché ti amo.. se tu sei felice, io lo sono con te. Però…. io sono una persona normale… un uomo come tutti gli altri… ho bisogno di saperti mia… non ce la faccio a dividerti con gli altri”.

Lei mi guarda, gli occhi spalancati…, si capisce che sta per piangere…

“Oggi- chiede esitante- oggi con Linda…. siete stati assieme vero, avete fatto l’amore?”

“Si, siamo stati assieme. Lei ci vuole molto bene, con me ha fatto l’amore per il proprio piacere e per  tenermi in vita;   tramite di me ha fatto anche  l’amore con te… o almeno così ho capito”.

La sua voce adesso trema. “Mi vuoi…. mi vuoi lasciare? Vuoi stare con lei oppure innamorarti di altre ragazze migliori di me?”

 Io la guardo e non rispondo.   Lei scoppia a piangere, la testa sul mio petto…

 “no, non lasciarmi ti scongiuro, cambierò, non lo farò più, non ho bisogno di altro o di altri, mi basta quello che mi dai tu… ti amo, ti amo”

le prendo il viso tra le mani e la guardo dritta negli occhi

“il problema Eleonora è che io non ti voglio diversa, dimezzata, ridotta… ti voglio mia perchè lo vuoi essere, non perché lo devi essere… mi capisci?”

Lei adesso ha smesso di piangere

“si, capisco…. ma cosa devo fare allora?”

“Ti devi impegnare, devi essere aperta e sincera… concentrarti su di me e non nascondermi i tuoi turbamenti quando essi diventano irresistibili…   e…..   mi devi sposare e…. mi devi dare una figlia…. questo devi fare Eleonora!”

Per un attimo resta incredula, la bocca aperta.  I suoi occhi sono spalancati e fissi su di me, le sue labbra discoste e frementi. Sembra che il mondo abbia smesso di girare su se stesso. Poi le sue mani mi stringono il viso e, mentre mi tempesta di baci,  ritorna a piangere, stavolta per la gioia irrefrenabile che l’ha presa.

“Si, lo voglio, lo voglio…!” dice e ripete all’infinito,  con voce rotta dallo sciogliersi di qualcosa che la soffocava da tanto tempo.

  Fare ancora l’amore non se ne parla… troppo stanchi, per stanotte almeno. Da domattina… sarà bellissimo vivere i nostri goffi tentativi di essere una sola cosa e, allo stesso tempo, due esseri distinti, ognuno con le proprie voglie, i propri desideri.

 

 

 

EPILOGO

 

 

Questa è la fine di questa storia, questo è il presente, l’adesso. Chiedere di darti un figlio ad una donna che è da poco stata a letto con altri tre uomini e ne ha goduto sotto tutti i punti di vista, mentre tu per consolarti hai scopato con una lesbica innamorata più di lei che di te…. pare proprio una cosa poco sana e destinata ad esito drammatico.  Il domani come sarà?  Saremo una coppia felice del 2300 oppure una coppia triste, infelice e separata dei nostri tempi?  Chi lo può dire.  Di sicuro c’è che, tutti e due, abbiamo tanto desiderio di provarci ad amarci senza possederci e, in questo, non abbiamo meno possibilità di riuscirci di  tutti gli altri che stanno insieme facendosi promesse difficili da mantenere.  Vivendo, lo scopriremo.

adesso, dentro a questa camera che è la nostra… sono felice!

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