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Racconti 69Racconti Cuckold

Il disvelamento

By 29 Giugno 2009Febbraio 9th, 2020No Comments

Entrammo in camera, io e Marco, la luce era fioca, la luna era oscurata dalle nuvole, e Carla si alzò per accendere una lampada. Era nuda, indossava solo le scarpe, e bellissima, le parti intime erano lucide dei suoi umori per il massaggio di Marco in auto e le leccate di Catrina sul letto.
Si diresse verso Marco e gli tolse la camicia, poi iniziò a leccargli i capezzoli mentre abbassava i calzoni. Ne emerse un cazzo lungo almeno cinque centimetri più del mio e di diametro quasi doppio. Si inginocchiò di fronte lui e iniziò a leccarlo non riuscendo a farlo entrare in bocca completamente.
Io ero ipnotizzato quando Catrina mi si avvicinò porgendomi un seno da leccare e dicendomi:’Dai maritino, non sarai uno di quelli a cui piace solo guardare vero?!’
Aveva dei capezzoli rosa, molto grossi.
Intanto Carla si era messa a carponi sul letto, di fronte a me, e mi guardava. Marco era dietro di lei, la vedevo mugolare, i seni ballavano per le spinte dell’uomo e lei ululava di piacere, guardava me e gridava:’Dai scopami, fammi provare un vero cazzo. Un cazzo grosso, duro, che duri a lungo. Riempimi tutta. Coprimi di sborra. Fottimi fino all’alba’ ‘ ed altre frasi d’incitamento.
A quella vista la mia erezione crebbe e feci sdraiare Catrina sul letto penetrandola. Lei, a sua volta, mi incitava. Mi sembrava una gara a chi scopava meglio, ed era un settore dove mi sentivo condannato a perdere.
Catrina si muoveva sotto i miei colpi, potenti e rapidi. Mi trovai vicino la bocca di Carla e ci baciammo con passione.
‘Guarda gli sposini’ ci derise Catrina.
‘Attenta che lui tra due colpi viene’ disse Carla parlando con la russa ‘E’ come fottere con un coniglio’ continuava con perfida cattiveria.
Marco intanto fece girare Carla, estrasse il suo pene, lucido degli umori di mia moglie, e glielo porse. Lei riuscì ad avvolgerlo tutto con le labbra e lo leccava con la lingua. Poi si stese, aprì le gambe oscenamente e Marco, con lentezza la penetrò. Io ero a pochi centimetri, vedevo il suo volto sfigurato dal piacere e sentivo le sue esclamazioni:
‘Voglio il cazzo, ancora, fino in fondo’sfondami’.riempimi’ e tante altre che non ricordo. Non riuscii a trattenermi e venni dentro Catrina che non ne fu soddisfatta ed esclamò:’Cazzo Carla, hai proprio ragione &egrave già venuto. Sembra proprio un coniglietto, piccolo e veloce’ e rideva.
Intanto Marco continuava a pompare con calma e in profondità, vedevo quel cazzo enorme entrare in fondo a Carla, toccarle l’utero e ogni colpo la faceva godere. Lei con la mano accarezzava il palo che la riempiva e incitava ‘il suo stallone’.
Catrina cercava di rianimare la mia asta con la sua abile lingua ma lui non dava segno di reazione, ero umiliato, mi sentivo non adeguato, non all’altezza.
Marco vide la situazione e disse ironico: ‘ Scommettiamo che ora lo faccio rialzare io l’uccello di Paolo?’
Sussurrò qualcosa a Carla che sorrise, estatica.
Lui si sfilò, lei si mise carponi di fronte a me e, guardandomi negli occhi mi disse:
‘Guarda come mi faccio inculare, amore mio’ e così dicendo guidò il palo di Marco dentro il suo ano. Io ero sconvolto vedendo quel fallo entrare comodamente nel sedere di mia moglie, sedere che io avevo violato al massimo con due dita.
A quella vista ebbi un’erezione, era eccitante, sembrava un film porno.
‘Brava, abbiamo resuscitato un morto.’ Esclamò Marco entrandole dentro fino alle palle.
‘Ora ci penso’ io gridò Catrina e prese una scatola di plastica da cui estrasse alcuni anelli di materiale plastico, ne trovò uno della mia misura e me lo infilò fino alla base dell’uccello. Subito la cappella si ingrandì e il cazzo sembrò più rigido, paonazzo.
‘Adesso sì che ci siamo come misure e vedrai che durata’
Mi rovesciò sul letto e si impalò sopra di me. Catrina mi stava cavalcando mentre Carla,anche lei sul letto, a carponi, mi baciava magnificando il cazzo che la continuava a inculare.
Io non riuscivo a venire, l’anello era troppo stretto, provavo dolore ma ero contento di riuscire a soddisfare la donna, riuscendo a non godere troppo in fretta.
Dopo alcuni lunghi minuti Catrina venne, e nello stesso momento anche Carla urlò il suo godimente mentre Marco le riempiva il culo di sperma.
Carla a quel punto, si sfilò da sotto Marco e visto che non ero ancora venuto, fece spostare Catrina e si infilò l’uccello dentro di lei (davanti o dietro non lo capii tanto ero sconvolto ed eccitato), nel mentre mi baciava e mi carezzava i testicoli con la mano. Venni provando sensazioni belle e terribili insieme, un bruciore fortissimo all’uccello, un piacere che sembrava non finire, un senso di dolore alla testa tanto che persi i sensi.
Mi risvegliai non so quanto dopo, ero su una poltrona ancora nella camera da letto della casa di Marco, dalla finestra entrava la luce dell’alba e il rumore della risacca.
Mi tolsi l’anello che comprimeva l’uccello che finalmente da paonazzo ritornò ad un colore normale. Marco era steso sul letto tra Catrina e Carla, erano tutti nudi, sicuramente avevano continuato la festa mentre io ero svenuto.
Mi avvicinai a Carla, i capelli erano appiccicosi e pieni di sborra, il suo buco posteriore, era arrossato e sporco di sperma rappreso. Dalla vagina sporgeva un cordino bianco.
La svegliai con una carezza, era bellissima, lei si alzò in silenzio e mi guidò in bagno raccogliendo i vestiti. Lì mi prese la mano e la guidò sul cordino, tirandolo uscirono quattro palline vibranti dalla sua vagina, provocandole brividi di piacere. La sua figa si inumidì e lei mi fissò negli occhi baciandomi appassionatamente, senza una parola.
Ci vestimmo e andammo a casa nostra, non ci lavammo per non disturbare i nostri amici in camera da letto (fu un pensiero di Carla). Lei era piena di sperma in tutti i suoi buchi ed era nuda sotto la camicia e la gonna, tutte stazzonate. Sembrava uscire da un’orgia’ed era vero.
Arrivati a casa crollammo sul letto e ci addormentammo abbracciati.

Ci risvegliò il suono di un telefono dopo un sonno che ci sembrò essere stato di pochi minuti. Era mezzogiorno passato e la nonna voleva sapere se stavamo bene non avendoci sentito rientrare.
Carla si alzò e si rimirò allo specchio, la vagina era arrossata così come l’ano che pareva ancora dilatato, i seni erano arrossati e pieni di succhiotti, il collo era stato morsicato e il pendente mi sembrava un osceno cazzo di argento. Ma provavo un forte amore per lei, era stata una nottata pazza, oscena ed irripetibile, pensavo.
La abbracciai e lei mi disse:’Amore, da ora torneremo ad essere solo io e te. Nessuno ci dividerà. E’ stata una bella avventura ma continuarla potrebbe compromettere la nostra famiglia ed io non voglio perdervi’
Ero felice di queste parole e d’impeto le risposi:’Si, hai ragione &egrave stato un momento di follia, bello ma destinato a finire, a restare un ricordo. Ti amo e anche tu mi ami.’
La baciai ero l’uomo più felice del mondo.
Lei andò a lavarsi dopodiché indossò il suo costume bordeaux ed un copricostume corto e trasparente. Avevamo una fame incredibile dopo tutti gli stravizi della nottata.
Salutammo la nonna in spiaggia e ci accomodammo al chioschetto per mangiare, avevamo appena ordinato che arrivò Marco.
‘Volevo invitarvi a casa mia. Ma vedo che siete già impegnati’
‘Si, come vedi stiamo mangiando’ dissi deciso a mostrarmi saldo nelle nostre decisioni di poco prima.
Marco allungò una mano a sfiorare il braccio di Carla e la guardò negli occhi, cercando la sua opinione. Si avvicinò al suo orecchio e le disse qualcosa che non capii, la vidi abbassare gli occhi e sussurrare un ‘no’.
Carla stava tremando ed aveva la pelle d’oca, era impallidita.
‘Io non ho fame molta fame, potrei venire a fare un giro a casa tua. Anche subito’ esclamò tutto d’un fiato.
‘Ma ..’cercai di oppormi ma Marco mi posò la mano pesantemente su un braccio, facendomi sentire la sua forza ed il suo peso e le parlò ancora all’orecchio.
Carla mi disse:’Scusami un attimo’ e si diresse verso i servizi.
Marco si rivolse a me e mi disse, con una voce profonda, sicura :’Le ho detto di andare in bagno e togliersi il costume, voglio saperla nuda mentre &egrave con me in motorino. I pedoni avranno un bello spettacolo’. I vicini di tavolo smisero di mangiare, lui aveva usato apposta un tono di voce che fosse percepibile anche da loro, e osservavano l’evolversi della vicenda.
Io mi sentivo impotente, lui era molto più forte di me e Carla non mi sosteneva, anzi, sembrava succube o forse preferiva lui a me.
Lei arrivò ancheggiando, si vedeva il seno oscillare libero sotto il vestito e si intuiva tutto il resto del suo corpo. Il cameriere la seguiva con lo sguardo e tutti gli uomini la ammiravano, il tavolo dei vicini si godeva lo spettacolo della mia umiliazione pubblica.
Ebbi un’erezione improvvisa, ero vinto e, ciò nonostante, eccitato.
Abbracciò Marco, che piluccava la mia insalata, lo baciò sulla guancia e mi disse:
‘Raggiungici appena hai mangiato, ma non abbuffarti troppo in fretta che poi non digerisci e diventi debole di stomaco’ mi irrideva per le mie debolezze, aveva fatto la sua scelta.
‘E poi vomiti nei momenti meno indicati. Ti aspettiamo per cominciare a giocare’ sghignazzò lui, che evidentemente era al corrente delle mie debacle.
Lei salì sul motorino dietro a Marco mostrando le sue intimità a due anziani pedoni.
Io cercai di darmi un contegno ma mi sembrava che tutti mi guardassero e mi compatissero. Finii di mangiare quel poco che riuscivo, pagai e mi avviai a piedi verso casa di Marco, erano circa due chilometri.
Arrivai in venti minuti, suonai ed attesi. Nessuna risposta, quindi dopo alcuni minuti risuonai. Ancora niente, che non fossero in casa? Eppure il motorino era lì, parcheggiato di fronte alla casa. In quel momento uscì un condomino ed io ne approfittai per schizzare verso l’ascensore. Bloccato, fuori servizio.
Salii al quinto piano e suonai alla porta con il fiatone.
Dopo almeno cinque minuti venne ad aprirmi Carla, nuda. ‘Stavo prendendo il sole’ mi disse ridendo.
La vagina era umida, aperta, eccitata con il clitoride in rilievo. Altro che sole.
Lei mi baciò e mi disse: ‘Speravo avessi ancora un po’ di amor proprio e non venissi fino qui ma, visto che vuoi bere il calice fino in fondo o fai buon viso a cattivo gioco oppure vattene. Scusami ma non riesco a tornare alla misera vita di prima.’ Capii che si riferiva alla vita sessuale.
‘Ora ha provato cosa vuol dire godere’ intervenne Marco che era sulla porta della camera da letto, nudo, per evidenziare il significato delle parole di mia moglie ed umiliarmi ulteriormente.
‘E non riesce a tornare al ruolo di brava mogliettina. Vedrai quanto &egrave diventata porca,e poi, in fondo, a te piace vederla in azione, ho visto come ti sei eccitato ieri sera’
‘Si, ora vedrai’.maritino mio’ intervenne Carla baciandomi e carezzandomi da sopra i pantaloncini. Il mio uccello era già a mezzabandiera. Intanto Marco si mise dietro di lei, la fece mettere carponi ed iniziò a leccarle le intimità, da dietro. Lei mi estrasse l’uccello e lo prese in bocca e più lui leccava lei più lei leccava me. Carla mi infilò un dito nel culo e mi massaggiò i testicoli facendomi venire in due minuti.
‘Ora mettiti comodo, coniglietto mio, e guarda una porca cosa sa fare con un vero cazzo a disposizione’ mi disse facendomi sedere sulla poltrona di fronte al letto, la stessa dove mi ero svegliato stamattina.
Fece sdraiare Marco, gli massaggiò l’uccello ed iniziò e leccarlo, a succhiarlo, a baciarlo avendo cura che io vedessi bene ciò che faceva e guardandomi negli occhi come a dirmi ‘Guarda come mi piace, come lo faccio bene, volentieri e con piacere’.
Quando fu turgido vi si calò sopra dando la schiena a lui e guardando in viso me.
‘Che bello, come mi piace scopare. Se tu mi avessi scopato così la nostra vita sarebbe stata diversa. Ma ora mi rifaccio. Se intanto tu vuoi farti un seghino fai pure amore mio. Guarda come &egrave grosso questo cazzo. ‘ e così dicendo si alzò, lo impugnò, lo sventolò e lo indirizzò verso il suo culetto.
‘Vieni a vedere come mi entra bene anche dietro. In tanti anni tu non mi hai mai fatto provare questo piacere’ mi invitò. Io non mi muovevo e allora lei si sporse, mi prese la mano e mi tirò verso il letto dicendo:’Guarda bene, coniglietto mio, non perdere nessun particolare. Magari impari qualcosa. Magari impari a farmi godere’ e si impalò sull’asta dell’uomo facendola entrare fino alla radice.
‘Mi hai detto che &egrave bravo con la lingua’ intervenne Marco tanto per mostrarmi quanto lei gli avesse confidato sulla nostra intimità.
‘Cazzo, mi hai dato una bella idea’ disse Carla. Si sottrasse al cazzo di Marco e quindi si mise sul letto, sdraiata a gambe divaricate, penzolanti dal bordo del letto.
‘Vieni a leccarmi amore’ mi disse.
Io mi inginocchiai ai piedi del letto ed inizia a leccarle il clitoride mentre Marco si era allontanato e ci guardava.
‘Girati, mettiti per un sessantanove’ mi disse lei. Ubbidii prontamente, salendo sul letto, eccitato all’idea di un suo pompino. Mentre continuavo a leccarla, a succhiare il clitoride lei dapprima mi massaggio l’uccello attraverso i calzoncini di stoffa e poi lo estrasse per prenderlo tra le labbra.
L’eccitazione, per me, era al massimo. Pensavo ‘In fondo preferisce ancora me al suo amante’. Povero illuso.
Dopo alcuni minuti sollevò le gambe, io pensai per consentirmi di leccarle anche il culo che infatti presi a slinguare introducendo anche la punta della lingua dentro di lei, ma invece vidi con terrore Marco avvicinare il suo cazzo, durissimo e grosso, al suo sfintere. Cercai di sollevare la testa, di scappare da quella posizione umiliante, ambigua, ma la mano di Marco mi bloccava la testa e la bocca e le braccia di Carla mi bloccavano il resto del corpo. Mi arresi, mi resi conto di essere impotente, in balia degli eventi e della volontà dei due.
Ad un millimetro dal mio naso vidi quella cappella violacea introdursi nel culo di mia moglie. Quel culo che fino ad un mese prima era vergine.
Lo sfintere cedette agevolmente, lubrificato dalla mia saliva, e Marco iniziò ad estrarre il cazzo per alcuni millimetri e poi reintrodurlo, ogni volta lo introduceva più in profondità, fino a quando non arrivò con i peli pubici a contatto delle cosce di Carla.
Lei continuava a manifestare il suo godimento con urla e sospiri, aveva smesso di succhiarmi ma mi segava con una mano e sentivo che avvicinava l’altra la mio culo, introducendovi prima un dito e poi due.
Ero terrorizzato all’idea di toccare l’uccello dell’uomo con il viso, la lingua o le labbra, anche solo l’idea di sfiorarlo mi provocava spavento.
Ma Carla mi disse, ansimando per il piacere:’Non smettere di leccarmi. Fammi godere anche di clito, forza coglione non ti fermare’ la mano di Marco tornò a posarsi sulla mia testa, con forza facendomi affondare il naso nelle intimità di Carla.
A quel ripresi a leccare il clito, le grandi labbra e la figa di Carla, cercando in tutti i modi di evitare l’uccello di Marco. Ero traumatizzato, il mio cazzo si ammosciò, riducendosi a dimensioni ridicole.
Carla iniziò a tremare, a godere e gridava:’Godo, magnifico, ancora. Guarda amore come gli si &egrave rimpicciolito giacomino’ indicando la mia virilità vinta, terrorizzata al suo amante.
‘No, questo &egrave troppo anche per me. Sei troppo vacca’ Iniziò a dire Marco.
‘Il tuo maritino che ti lecca mentre io t’inculo. Eccezionale, non riesco a trattenermi sborro. Ti riempo l’intestino’ vidi Marco godere a distanza ravvicinata, alcuni millimetri.
Sembrava una fontana, l’uccello si gonfiava e tremava, lo estrasse dal retto di Carla e la inondò di sperma sulla vagina e sulla pancia spruzzando anche me sul volto, volutamente, per umiliarmi ulteriormente.
Io mi avviai verso il bagno, per lavarmi il viso e anche da lì sentivo le grida, di derisione verso di me e di incitamento per l’amante, di Carla ‘ Lo hai inondato. Magnifico, sei un vero montone, ora riempimi anche l’utero, continua, scopami ancora..’.
Dopo pochi istanti ripresero i ruggiti di Marco, di nuovo eccitato, ed io ne approfittai per uscire, insalutato ospite.

Per molti anni sono stato in terapia da un analista, ora riesco a raccontare la mia storia, ad affrontare il mondo ed anche ad uscire con una donna ogni tanto, senza essere colto da un senso di panico. Per il sesso lo pratico con l’unica persona che non mi tradirà mai: me stesso. Sono un seguace di Onan.
Per fortuna Giulia &egrave una bimba splendida e a lei dedico tutto il mio tempo e tutte le mie energie.
Mia moglie l’ho vista l’ultima volta in un DVD artigianale con la sua dedica, alcuni mesi fa. Lei era evidentemente incinta di 7 ‘ 8 mesi e scopava prima con due arabi, poi con due negri(in un’altra camera,sempre arredata con grande lusso) e infine si faceva leccare da un cane, in un salone di una festa, mentre uomini e donne facevano il tifo. Sembrava divertirsi molto.
La dedica diceva ‘Alla persona a cui devo se ho scoperto la mia natura più vera. Fatti una
sega in mio onore’. Ovviamente ho ubbidito anche questa volta. E ripetutamente.

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