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Mi chiamo Battista, Titta per tutti, ho 55 anni e mia moglie Mara 48. E’ una bella donna, capelli fluenti biondo cenere aiutati dai colpi di sole a coprire i pochi bianchi, 1,68 di altezza ed una terza abbondante di seno. Mara veste sempre molto sportivo riservando look più sexy con gonne corte (ma mai cortissime) o pantaloni attillati solo per la vita privata. In ufficio va sempre con capi comodi o formali, mai che possano far venire idee strane ai colleghi.
Anche con me non è che dispensi tenute da maiala, capita di tanto in tanto ma più per far contento me che per suo desiderio. Mi piace infatti quando gli uomini la guardano due volte pensando fra loro che è una bella donna e che se la scoperebbero volentieri.
Dicevo che ogni tanto e per farmi contento indossa calze e reggicalze, di solito restano nel privato perché quando me ne accorgo finisco per saltarle addosso prima che si possa uscire poi, mancandole un po’ l’istinto esibizionista, una volta raggiunto lo scopo si cambia ed usciamo con lei in jeans e sneakers.
Mancava un mese abbondante al mio compleanno, data in cui in genere, conoscendo i miei gusti, oltre al regalo materiale indossa qualcosa di stimolante per uscire, di solito a cena o per un aperitivo facendosi un po’ desiderare e tirandomi scemo con accavallamenti o scollatura dentro cui fa muovere il seno in modo molto sexy.
Mara mi chiamò, era al computer e stava facendo acquisti su Temu.
“Titta guarda qui” disse indicandomi una pagina. La pagina era tutta di biancheria intima. In particolare aveva aperto il dettaglio di un collant velato che in mezzo lasciava una apertura al cavallo rendendo accessibili figa e culo.
“Ti piace?” mi chiese
“Che domanda retorica, lo sai che vorrei sempre uscire con te che indossi questo tipo di capi e la minigonna”.
“Tanto anche se me li metto poi mi salti addosso subito e finisce che non usciamo. Ho deciso di prenderne due o tre tanto costano un decimo di quello che costano nei negozi così se vorrai essere un po’ ruvido non dovrai stare attento, anche se lo strappi o lo smagli poi lo buttiamo”.
“Grazie” le risposi. L’idea di sculacciarla o di prenderla in modo un po’ ruvido piace ad entrambi e le rare volte che lo facciamo la scopata piace molto ad entrambi.
“Voglio arricchire il look, guarda queste catenine da vita” disse aprendo un’altra pagina sul sito. Ne aveva trovata un tris, una argentata una dorata ed una con dei “brillantini” ad inframezzare le maglie della catenina.
Messe nel carrello entrambe le cose fece l’ordine che sarebbe arrivato ad un punto di ritiro non distante da casa nostra.
Mi dimenticai della cosa ed arrivò il giorno del mio compleanno. Tornato dal lavoro trovai Mara che indossava uno dei collant presi su Temu, sopra aveva un maglione di lana che di solito mette con i jeans, le attiva 4 dita sotto l’attacco del sedere. In vita aveva la catenina dorata che cascava morbida, la aveva allacciata in modo che ne avanzasse un pezzetto che pendeva davanti ad indicare la patata.
“Uau” dissi vedendola.
“Mani a posto, non mi sono messa le mutandine, ormai è buio ho deciso di tirarti un po’ scemo prima di dartela. Mi dici sempre che vorresti vedermi indossare scarpe da mignotta con tacco 12, ecco oggi lo faremo, andremo da Scarpe e scarpe, sceglierai due o tre paia di quelle che ti piacciono di più e farai il commesso che mi aiuta a provarle sbirciando in mezzo alle mie gambe”.
Non aveva finito la frase che il cazzo mi era diventato duro e si vedeva.
“Mi sembra che l’idea ti piaccia, sei proprio un maiale esibizionista ma oggi è il tuo compleanno ed ho deciso di darti soddisfazione”.
Ero al settimo cielo ma non avrei mai immaginato cosa sarebbe successo. Di tanto n tanto quando scopiamo con Mara abbiamo immaginato che lei si facesse scopare da altri uomini e la cosa eccitava entrambi. Non avevamo mai cercato annunci o provato a portare qualcuno nel nostro letto e la cosa così solo nel mondo della fantasia funzionava benissimo ogni volta che portavamo questa idea a letto con noi.
Mara indossò uno spolverino che le scendeva oltre le ginocchia così che uscendo di casa, anche incontrando dei vicini, nessuno si facesse idee strane. Indossò un paio di dr Martens. Prendemmo l’ascensore ed andammo al piano interrato dei garage. Tirai fuori l’auto e Mara salì senza che incontrassimo nessuno e ci avviammo. Il negozio dove volevamo andare era fuori città presso un centro commerciale dove ci sono tanti marchi diversi. In particolare il negozio era attiguo ad un altro che vendeva abbigliamento, poi c’era uno spazio vuoto ed un altro enorme capannone che ospitava un grande centro di materiale elettronico. Questo negozio però aveva chiuso il mese precedente per cui c’erano auto parcheggiate solo davanti i primi due negozi. Il piazzale davanti al magazzino vuoto era completamente deserto.
Nonostante il piazzale davanti al negozio di scarpe fosse quasi vuoto Marta mi disse: “Parcheggia là in fondo, voglio sentire un po’ di fresco alla passera ma soprattutto tirarti un po’ matto”.
In auto Marta aveva aperto lo spolverino e tirato su il vestito lasciando scoperto il collant con la sua apertura facendomi vedere la passera. Avevo provato ad allungare la mano ma avevo ricevuto uno schiaffetto a fermarla.
“Dopo, per ora pensa come sono vestita e tieni il cazzo bello duro per dopo”.
CI mettemmo un paio di minuti per raggiungere ed entrare nel negozio. Marta aveva ragione, la passeggiata, se possibile, mi aveva eccitato ancora di più. Tenni allacciato il giaccone per mascherare la potente erezione. Marta invece, appena entrati e con il clima un po’ più caldo, aprì completamente lo spolverino mostrando, almeno davanti le belle gambe tornite che sputavano dal maglione. Ci aggirammo un po’ per il negozio trovando il reparto dove c’erano le scarpe con il tacco alto. Ne scegliemmo tre paia, presi le scatole con il numero di Mara. Erano tutte belle ma “portabili” nessuna soddisfava il mio desiderio di vederla galleggiare sui trampoli ed un tacco a stiletto. I tacchi erano alti ma nessuno sottilissimo da vera vamp o porcona.
Marta si sedette ed io estrassi la scarpa destra dalla scatola, lei intanto si era tolta entrambi gli stivaletti. La aiutai a calzare la scarpa destra carezzandole il piede e guardandomi in giro per vedere se potevo osare ad andare oltre il ginocchio con la mano. Notai che c’era un bel ragazzo sui 25 anni con l’uniforme del negozio che ci guardava. Mi limitai allora, sbirciando e godendo del panorama della figa di Marta che aveva strategicamente fatto risalire il vestito. La passera non era esposta come in auto ma ancora 5 centimetri e chiunque passasse avrebbe potuto vederla. Il ragazzo intanto si era avvicinato. Marta si alzò in piedi, con le scarpe col tacco alto risultava slanciata, il vestito, pur sceso di qualche centimetro rispetto alla posizione seduta, era comunque terribilmente sexy lasciando scoperte completamente le gambe. Marta fece due passi ruotando su sé stessa.
“Cosa ne pensi Titta?”
“Belle anche se non sono quelle che avrei voluto vederti indossate”
“lo so tu vorresti scarpe importabili, da letto, ma quelle le trovi solo online o nei sexy shop, un negozio fisico non le vende, le donne un po’ si vergognano a provarle e comprale” mi rispose.
Marta si sedette di nuovo. Mi accovacciai pure io per aiutarla a togliersi le scarpe per provare il secondo paio.
Sentii una mano sulla spalla. Era il ragazzo del negozio che mi disse: “non è necessario, mi lasci fare il mio lavoro aiuto io la signora”.
Guardai negli occhi Marta, era lì con la passera di fuori e non avrebbe sicuramente gradito di mostrarla ad uno sconosciuto.
Ed invece Marta sorrise e guardandomi negli occhi con sguardo complice disse: “ha ragione il commesso, Titta spostati e lasciagli fare il suo lavoro”.
Non potei fare altro che rialzarmi e spostarmi guardando il ragazzo che si inginocchiava davanti a Marta che nel frattempo si era tolta il primo paio di scarpe. Il ragazzo disse “quale vuole provare ora signora?”
“Quelle bicolore nere e rosse” gli rispose mia moglie.
“Me le passa per favore” mi disse il ragazzo che aveva già dato un paio di sbirciate in mezzo alle cosce di mia moglie.
Presi la scatola e la porsi all’uomo il quale estrasse la destra ed un calzascarpe che aveva nel taschino quindi con fare molto professionale guidò il piede di Mara dentro la scarpa aiutandola col calzascarpe ed al contempo carezzandole il polpaccio il tutto senza perdere per un attimo di vista la passera di mia moglie che nel frattempo aveva anche allargato le gambe permettendo una visione prefetta al ragazzo .
Marta sorrideva e non sembrava per nulla infastidita.
L’uomo che sul cartellino aveva scritto Mario, aiutò Marta ad indossare anche la seconda scarpa. Stavolta la manovra per aiutarla ad indossarla partì da mezza coscia. Mi sarei aspettato che Marta facesse casino ed invece mi guardò strizzandomi l’occhio. Evidentemente le andava bene così. Io ero ancora più eccitato. Vedere un giovane uomo che palpeggiava le cosce di mia moglie non mi dava fastidio, anzi mi eccitava.
Marta si alzò e come prima fece due o tre giravolte guardandosi nello specchio in basso.
“Non male, proviamo anche il terzo paio”.
Marta si sedette e si ripeté quanto avvenuto prima, ogni volta che Mario la aiutava la sua mano saliva di più, ad un certo punto pensai, mentre la aiutava a metter la seconda scarpa del terzo paio, che fosse arrivato a toccarle anche la passera. Ovviamente non potevo saperlo e Marta non fece segno né di piacere né di fastidio, come se fosse normale che un uomo che non conosceva le carezzasse le cosce dalla caviglia fino alla figa.
Ancora una volta Marta si alzò e fece i canonici due giri quindi disse: “non sono brutte ma cerco qualcosa di più estremo. L’altezza potrebbe anche andare bene ma mi piacerebbero con un tacco a stiletto”.
Non avrei potuto esprimere meglio il concetto anche se, già con le scarpe che aveva provato, me la sarei scopata lì in mezzo al negozio.
Mario rimise a posto le scarpe e mentre stavamo per andarcene ci fermò.
“Forse posso aiutarvi. È arrivata la nuova collezione primavera estate, sono scarpe aperte e mi sembra di aver visto un paio di modelli che hanno il tacco molto alto e come me lo avete descritto però devono essere ancora disimballate ed inserite nel computer. Saranno disponibili dalla prossima settimana ma vorrei farvele vedere comunque. Prese il tablet del lavoro, scartabellò un poco e quindi ci mostrò una pagina dove c’era una scarpa che non avrebbe sfigurato in un sexy shop. Tacco di 14cm con plateau di 3cm rosso lucida con cinturino alla caviglia e due stringhe intrecciate davanti. Il piede era quasi nudo con quelle scarpe, erano estive e ci stava.
“Belle, torneremo a vederle quando le esporrete” disse Mara.
“Mi dispiace farvi andare via a mani vuote” disse sornione Mario. “Credo di potervele far vedere e provare in anteprima. Però non le posso far uscire dal magazzino e voi non potete entrare tutti e due. Se vi va, disse guardandoci entrambi, la signora può entrare con me nel magazzino, lei resta fuori dalla porta ad aspettare, non ci metteremo molto”.
Guardai Mara, mi sarei aspettata che dicesse che non era necessario, era già andata oltre ogni nostro limite precedente e si era accorta che ero eccitatissimo. Invece mi sorprese.
“Perché no, Titta tu hai qualcosa in contrario?” Non potevo ovviamente tagliarle la faccia.
Ci avviammo verso il magazzino la cui porta era doppia con una finestrella trasparente ad altezza occhi.
Mario e Mara entrarono e si addentrarono per una decina di metri. C’era uno sgabello su cui Mara si sedette mentre Mario andava a prendere le scarpe. Mara si voltò verso di me, mi fece nuovamente l’occhiolino mentre si alzava in piedi e si toglieva lo spolverino quindi si sedette di nuovo facendo risalire il maglione fino a livello della figa. Data la distanza non vedevo bene ma cominciai a temere. Quando fosse tornato Mario con le scarpe, quello sarebbe stato il via libera. Mara si era già fatta palpeggiare e guardare la figa da vicino, il prossimo passo sarebbe stato che si facesse scopare. Ancora una volta invece di arrabbiarmi fui eccitato. Avevo la possibilità di vederla scopare in una situazione molto particolare, poi mi avrebbe raccontato e per moltissime scopate insieme sarebbe stato carburante per il sesso fra di noi. Sarebbe stata una scopata estemporanea, Mara non avrebbe più rivisto Mario, potevo passare sopra alla cosa considerando i benefici futuri.
Quando Mario tornò portava due scatole di scarpe, aprì la prima e mostrò a Mara il sandaletto rosso, poi aprì la seconda e le mostrò la variante in argento. Mara scelse di provare la variante rossa.
Il teatrino della prova delle scarpe riprese. Stavolta però la figa di Mara era a pochi centimetri dal volto di Mario che ripartendo dall’ultima prova stavolta mise, senza ritegno, entrambe le mani in mezzo alle cosce di mia moglie sgrillettandola non preoccupandosi minimamente di farle indossare le scarpe.
Mara fece di più, attirò verso la figa la testa di Mario che capì al volo e cominciò a leccarla strappandole dei mugolii. Non potevo sentirli ma conoscendo Mara e vedendo il suo volto era come se fossi li.
Dopo un paio di minuti di trattamento vidi Mara che diceva qualcosa, Mario si staccò e lei si accovacciò davanti a lui che si stava slacciando i pantaloni e dai boxer estrasse un cazzo di tutto rispetto, certamente più lungo e largo del mio. Mara lo prese in mano e mentre lo segava cominciò a leccarlo. Andò a vanti per circa 5 minuti non tralasciando alcuna parte dalle palle completamente depilate fino a al glande la sua lingua passò più volte in rassegna ogni particolare di Mario. Si staccò da lui e si mise appoggiata allo sgabello alla pecorina. Mario si mise dietro di lei ed appoggiò la cappella sulla figa di mia moglie ed entrò in un attimo. Credevo che essendo il cazzo di Mario ben più grosso del mio ci avrebbe messo un pochino invece scivolò dentro senza trovare ostacoli e l’uomo cominciò a stantuffarla aggrappato alle tette di Mara che erano ancora dentro il vestito. Le dava dei colpi potenti, Mara si voltò con il viso verso di me e mi guardò negli occhi passandosi la lingua sulle labbra. Vedevo in lei una libidine che non avevo mai visto in tanti anni di scopate insieme. Non sapevo se era dovuta alla situazione o alle dimensioni del cazzo che stava prendendo.
Mara mi aveva parlato degli uomini che aveva avuto prima di me ma senza andare nei dettagli anatomici per cui non sapevo se per lei un cazzo così grosso fosse una novità. Avrei potuto venire toccandomi poco ma ero comunque in un negozio per cui evitai e non mi accorsi che di fianco a me era arrivato un collega di Mario, dalla targhetta vidi poi che si chiamava Alberto.
“E’ sua moglie quella?” mi disse l’uomo che guardava un po’ distratto dall’altra finestrella.
“Si riposi balbettando”.
“E’ la terza che si scopa questa settimana e siamo a venerdì”, Mario è terribile non so come faccia, certo, mi perdoni, che le vacche le nasa subito”.
Restai un po’ male ma al tempo stesso ebbi la conferma che l’avventura non avrebbe avuto un seguito.
Mario uscì da Mara e si sedette sulla sedia facendo calare di schiena Mara sopra di lui. Ora potevo vederli entrambi, il cazzo che entrava ed usciva dalla figa di mia moglie. Alberto se ne era andato e capii quando Mara ebbe un orgasmo dalla smorfia di piacere che le comparì in volto.
Poco dopo fu la volta di Mario che la attirò a sé mentre le rovesciava in figa diversi fiotti di sborra.
Dopo un attimo si ricomposero. Mario gentilmente porse a mia moglie un fazzoletto che lei usò per tapparsi la figa in modo da evitare che la sborra le colasse lungo le cosce.
Si rassettarono n attimo, Mara tirò giù il vestito e Mario prese la scatola delle scarpe rosse, le infilò e si diresse verso la porta con la finestrella seguito da mia mogie.
Quando furono usciti dal magazzino Marta mi sussurrò nell’orecchio “spero che lo spettacolo sia stato di tuo gradimento, se si e se vuoi lo potremo replicare, a me il cazzone di Mario è piaciuto parecchio”.
Mario intanto si dirigeva verso la cassa e disse: “mi ha detto sua moglie che oggi è il suo compleanno, per questo motivo avrà uno sconto del 10% sulle scarpe”
In cassa Mario confabulò con la ragazza che fece una serie di manovre col registratore di cassa quindi mi porse lo scontrino. La scopata di mia moglie mi era costata 45€ sconto compreso.
Ci avviammo verso l’auto con il sacchetto delle scarpe che mai Mara avrebbe messo se non da sdraiata.
Salimmo, e Mara mi disse di non accendere l’auto, era buio e l’auto più vicina era a 100 metri. Mara si piegò su di me, estrasse il mio cazzo dai pantaloni e se lo prese in bocca non prima di avermi detto “povero amore chissà che voglia che hai, questo è solo un antipasto, dopo a casa ti do il resto, culo compreso”.
Non ci mise molto a farmi venire, sovraeccitato da quanto era successo sborrai un quantitativo di sborra come mai avevo fatto. Era stato meglio di un film porno, mi ero scoperto poco geloso e cornuto contento. Dalla teoria Mara aveva avuto il coraggio di passare alla pratica e lo aveva fatto il giorno del mio compleanno.
Tornammo a casa silenziosi entrambi per tutto il viaggio. Mara mi prese la mano e se la portò alla figa, scostando il fazzoletto prese con le mie dita un po’ di sborra di Mario e se la portò alla bocca mischiandola alla mia. Il cazzo mi tornò duro e Mara se ne accorse.
Eravamo quasi arrivati ai garage quando mi disse: “mi piacerebbe replicare ma con te partecipe”.
La baciai sulla bocca senza pensare che era sporca dei residui della sborra mia e di Mario.
Salimmo in casa in tutta fretta, avevo il cazzo dritto tanto che mentre Mara voleva andare in bagno a pulirsi le dissi “ti voglio scopare così” lei si tolse il maglione che le aveva fatto da vestito, il reggiseno e si mise le scarpe rosse e mettendosi alla pecorina mi rispose: “dimmi cosa sono”.
“Sei un grande troione e la cosa mi piace, credo che da oggi comincerà una fase che rinvigorirà la nostra intesa sessuale”
Quindi sprofondai in lei. Mario la aveva allargata, la sua sborra facilitò la penetrazione. Cambiammo posizione più volte e sempre il mio cazzo quando usciva dalla sua figa ripassava dalla sua bocca che lo ripuliva da un po’ di sperma. Il pompino fatto in macchina con svuotamento delle palle mi permise di resistere per un bel po’ alle sollecitazioni. Mara ebbe un orgasmo mentre si impalava sopra di me dettando il tempo poi si mise sul bordo del letto allargandosi le chiappe, tirò fuori ancora un po’ di sperma dalla figa strofinandola sul buchetto posteriore rendendolo bello viscido. Appoggiai la cappella grande come poche altre volte per l’eccitazione, la infilai senza fatica. Il suo culo non era vergine ma non lo facevamo così spesso. Nonostante la sessione prolungata di sesso eravamo ancora molto eccitati. La scopai in culo masturbandole il clitoride, venimmo insieme, io feci tre spruzzetti di sborra nel suo culo ed entrambi urlammo il nostro piacere. Crollammo sul letto esausti, era passata ora di cena d avremmo voluto andare al ristorante invece decidemmo di restare in casa a farci le coccole, ordinammo una pizza a domicilio che sarebbe arrivata da lì a mezz’ora. Ci infilammo in doccia insieme e ci lavammo reciprocamente

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