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44 ore
Mi chiamo Luca ho 45 anni e non sono mai stato uno che con le ragazze andava in carrozza, qualche fidanzata e poi quella che ho sposato, Marta, conosciuta all’università e da allora la sola donna con cui sono andato.
Una sola eccezione ma è una storia incredibilmente assurda, la conto come una ma forse sarebbe da contare diversamente.
Vivo in una cittadina a circa 1 ora di treno da Milano dove lavoro e tutte le mattine mi alzo parecchio prima delle 6 per andare a lavorare.
Quel giorno verso le 5 sento mia moglie inquieta, si muove nel letto e mi infila una mano nei pantaloni del pigiama, sebbene sonnolento la lascio fare, non è mai stata una che prende l’iniziativa, quando si scalda poi è molto piacevole ma di solito sono io a cercarla. Insomma per farla breva me lo fa diventare duro e poi ci sale sopra, mi cavalca facendo tutto lei con il ritmo che le piace, viene una prima volta dopo un paio di minuti ma continua fino a che vengo pure io insieme alla sua seconda volta. Va in bagno e si lava quindi ci vado io, mi ringrazia dicendomi che oggi nel suo reparto in ospedale (è pediatra) un bambino di tre anni sarà finalmente operato ed è tesissima, aveva bisogno di scaricarsi. Di fatto sono stato usato come un oggetto, non è così male. E’ giunta nel frattempo che io mi alzi per andare a lavorare, oggi poi è un giorno particolare, la mia azienda ha fatto una acquisizione in Germania l’anno precedente e da un anno a questa parte una volta al mese vado a Monaco per lavorare con i colleghi tedeschi. La mia controparte è una signora della mia età (un anno in più per essere sinceri), mora secca occhi scuri, non sembra nemmeno tedesca dai tratti somatici. E’ una donna normale non una strafiga ma piacevole, come tutti i maschi ogni volta che si ha una donna davanti qualche pensiero lo si fa ma tutto finito lì, qualche complimento e qualche battuta dopo che era un po’ che lavoravamo insieme. Devo dire che ha sempre ricambiato ed è stata allo scherzo, è piacevole lavorare con lei, molto capace, sveglia e simpatica. Oggi sarà a Milano per una serie di riunioni a cui parteciperemo insieme e domani dovremo essere entrambi a Monaco per delle presentazioni al management tedesco. Stasera alle 19 avremo il volo per Monaco e domattina in ufficio, insomma la giornata mi si presenta molto impegnativa.
Prendo la mia valigia con le cose per stare fuori un giorno e prendo il treno, fortunatamente ci sono scomparti dove si mette gente che vuole pisolare ed anche io mi metto lì e mi abbiocco, arrivo a Milano bello riposato, ho dormito come un bambino per l’ora scarsa di viaggio.
Arrivo in ufficio alle 8 e comincio a prepararmi per la giornata, la collega tedesca, Pauline, è previsto arrivi alle 10,30. Alle 8,30 in ufficio arriva la collega giovane, Luna 30 anni occhi verdi 3 di seno dura come il marmo 1,65 e minigonne mai eccessive ma sempre molto piacevoli. Di solito non eccede oggi sotto la mini porta un collant velatissimo e molto sexy, vedo che ha gli occhi pesti. Lavora per me da ormai 3 anni e siamo in confidenza, anche lei sveglia non ha bisogno di molte spiegazioni, spesso mangiamo insieme e si confida con me domandandomi consigli di vita. Le chiedo se vuole un caffè e la porto alla macchinetta e le chiedo cosa c’è che non va. Si schermisce “niente” ma si vede che non è vero e che ha bisogno di sfogarsi.
“Non voglio insistere ma se hai bisogno di parlare ci sono. Oggi arriva Pauline e sarò tutto il giorno con lei ma per pranzo mi posso liberare se hai bisogno” le dico.
“Grazie ne ho bisogno” risponde lei mentre il suo telefono inizia a squillare. La giornata è iniziata, facciamo progettazione ed assistenza di prodotti informatici per cui spesso capita che clienti interni ci chiamino per avere chiarimenti. Le faccio segno che ci vediamo a pranzo e mi butto a riveder le presentazioni in inglese per oggi e per domani.
Alle 11 precisa come da copione arriva Pauline, le offro il canonico caffè ed abbiamo appena il tempo di buttare un occhio alla presentazione per la prima riunione. Alle 11:30 e fino alle 13:00 siamo li a spiegare le nostre idee che sembrano essere gradite, raccogliamo suggerimenti e richieste che proporremo il giorno dopo in Germania per avere anche l’avvallo da parte della filiale tedesca.
Chiedo a Pauline se è un problema per lei se pranzo con la mia collega perché dobbiamo parlare di lavoro ma di una parte che non la riguarda, Pauline ovviamente non ha problemi, approfitta per pranzare con dei colleghi che sono venuti con lei ma che sono di altri uffici.
Do uno squillo a Luna e ci vediamo in mensa, Luna ha ancora gli occhi gonfi, segno che ha pianto anche mentre era in ufficio.
“E’ un porco!” sono le sue prime parole, “ho scoperto che mi mette le corna con la vicina. Siamo sposati da 3 anni e lui già mi tradisce. Dice che è stato solo un paio di volte e che è stato solo sesso. In effetti la nuova vicina ha un’aria da maiala pazzesca”.
“Presentamela così te la tengo impegnata io!” le dico ridendo. Le riesco a strappare un sorriso. “Certo che con un bocconcino come te andare a cercarsi pappa in giro è un vero delitto” le dico epr farle un complimento. Le faccio spesso complimenti e se capita anche allusioni, ci facciamo grasse risate sull’argomento.
“E’ una cosa seria Luca, poco da ridere. Stamattina abbiamo fatto una litigata furiosa e sono uscita dicendo che oggi mi sarei scopata il primo che capitava”.
“Sono il primo?” le dico
“Non fare il cretino, sono cose che si dicono ma poi non si fanno”
“Peccato, che non sia il primo e tu lo voglia fare” insisto sorridendo.
“Forse ho proprio bisogno di una bella scopata, mi sono messa in tiro apposta per farlo schiattare, pensa che anziché il collant oggi mi sono messa le autoreggenti che lui ama tanto, giusto per fargli rabbia”.
“Non ci credo” la provoco
Lei si guarda in giro e solleva sul bordo dalla mia parte la gonna mostrandomi la balza in silicone. Il cazzo mi si rizza all’istante, dovrei essere gentile ma ora sta comandando lui e spinge il mio cervello a provarci.
“Luna non scherzo, se devi farti una scopata secca senza complicazioni io sono quello che fa per te, sono sposato e non ti verrò a rompere le scatole, abbiamo un buon rapporto e non ti devi preoccupare, ho anche un preservativo nella borsa in ufficio”.
“E vada, ci vediamo nella tromba delle scale davanti al nostro ufficio al 3 piano”
L’edificio dove lavoriamo è enorme 13 piani 20 ascensori e 4 trombe cieche con le scale di emergenza, ognuna con un suo ascensore praticamente mai usato. La ha pensata giusta mi viene da dire, non è una cosa che ti inventi in due secondi. Mentre lei si avvia dove mi ha detto passo in ufficio prendo il preservativo, ho mezzora di tempo prima di dovermi rivedere con Pauline alla prossima riunione.
“Lo voglio fare in ascensore con lo specchio davanti” mi dice Luna.
Chiamiamo l’ascensore ed appena dentro lo blocchiamo fra due piani, le metto la mano sotto la gonna e scopro che non ha gli slip. Lei intanto mi sta slacciando i pantaloni, ci baciamo profondamente e lei che mi ha liberato il cazzo comincia a menarmelo mentre io sto esplorando il clitoride e le grandi labbra.
Si accovaccia e mi dà un paio di ciucciate al cazzo, “leccami mi dice” si appoggia al corrimano nell’ascensore mi inginocchio e la lecco per un paio di minuti quindi mi metto il preservativo e mi avvicino a lei per prenderla. Lei guida il mio cazzo che entra scivolando facilmente. È anni che non scopo una donna che non sia mia moglie e lascio guidare lei. Cinque minuti di scopata e lei si ritrae, si mette a pecorina mettendo le mani sul corrimano sotto lo specchio, vuole vedersi mentre la pompo, mi metto dietro e comincio a scoparla con foga, lei prende il telefonino e si fotografa prendendo la faccia stravolta dalla scopata e la mia figura ma la mia faccia spero non si veda. La sento che sta per venire, contrae i muscoli della vagina ed è troppo per me. Attaccato alle sue tette meravigliose le strizzo e vengo anche io.
Ci ricomponiamo, sblocchiamo l’ascensore ed arriviamo in ufficio. Andiamo in bagno, ognuno in quello del proprio genere. Butto il preservativo nel cestino avvolto nella carta igienica, mi ripulisco e sono appena in tempo per andare alla riunione, passo in ufficio e prendo il pc mentre esco la incrocio che va alla sua scrivania, mi strizza l’occhio e mi dice grazie.
Il pomeriggio scorre veloce, le due riunioni portano tante cose da sistemare ma abbiamo anche da prendere un volo, taxi alle 16:30, siamo a Malpensa per le 17:15 check-in ed iniziamo a lavorare alle modifiche in attesa di imbarcarci. Sul volo siamo seduti di fianco, Pauline ha una camicetta sbottonata e si intravvede il reggiseno e mi casca l’occhio, lei se ne accorge e mi prende in giro ”che fai guardi?”. “Si, le cose belle vanno apprezzate” ride per il complimento e ricominciamo a lavorare. Arriviamo in perfetto orario, lei mi dice che mi può portare all’hotel e che non è necessario prenda un taxi. Andiamo al parcheggio dell’aeroporto e scopro che Pauline ha una BMW Z4. “Bella macchina! Si vede che vi pagano bene”. Lei mi risponde che non avendo figli e famiglia i soldi li spende giocando a golf, divertendosi facendo viaggi con una bella auto. Arrivati all’albergo lei ha una idea, se sono d’accordo mangeremo al ristorante dell’hotel e poi completeremo il lavoro in una delle stanze riunioni che l’albergo mette a disposizione. Per me è ok e così dopo cena ci chiudiamo in una delle stanze e finiamo tutto che è mezzanotte passata. Le chiedo se vuole bere qualcosa per chiudere la serata ma il bar dell’albergo è chiuso le offro di salire in stanza ed attingere al frigo bar. Accetta ed appena entrati nella stanza mi spinge sul letto e comincia a spogliarsi. “Non lo desideravi? Ho bisogno di rilassarmi dopo tutto quel lavoro che abbiamo fatto, non lo vuoi anche tu?”. Come rifiutare un invito del genere e per la terza volta in 18 ore una donna mi usa, ci sto prendendo gusto, non è così male la vita di chi ha successo con le donne. “Spogliati” mi dice, una volta tutti e due nudi mi fa sdraiare sul letto e si mette sopra di me a 69, l’uccello è già dritto e Pauline lo succhia molto bene, la sua figa è profumata, non so come sia possibile dopo una giornata così intensa. Dopo 5 minuti si stacca, va alla borsetta ed estrae un profilattico, me lo infila lei usando la bocca, una vera artista. Poi, dopo che si è assicurata che il goldone è ben calzato, mi monta sopra ed inizia la sarabanda. Io, dopo le scopate della giornata, faccio una gran figura non venendo i 4 e 4 8. Lei viene dopo 5 minuti, a questo punto prendo l’iniziativa e la faccio mettere a pecorina e la monto da dietro con colpi lunghi e le schiaffeggio il culo che è la sua parte migliore, “ya, ya, ya, ed una serie di parole in tedesco che non riesco a comprendere, mi succhio un dito e lo infilo nel culo, poi un secondo ed un terzo visto che non mi ferma anzi si inarca e contrae i muscoli godendo una seconda volta ma io non sono ancora pronto. Estraggo il cazzo e lo punto sul forellino posteriore che è già dilatato dalle tre dita. La cappella scivola dentro n un attimo e poi per il resto non c’è resistenza, comincio a pomparla facendo sbattere le palle sul suo culo, il rumore particolare mi eccita ancora di più, vengo gridandole che è una troia rotta in culo, lei capisce un po’ di italiano e comprende più o meno cosa ho detto ma non si arrabbia, mi abbatto esausto sul letto. Lei come niente fosse va un momento in bagno con i vestiti e quando ne esce è perfettamente a posto, unico segno della sarabanda il mascara che è leggermente colato su uno degli occhi, le segnalo la cosa, estrae dalla borsa uno specchietto ed un discetto di cotone si sistema ed esce dicendomi “ domani alle 8:30sarò qui a prenderti, cerca di essere puntuale”.
Metto la sveglia, telefono a mia moglie e le chiedo come è andata l’operazione, è contenta il bambino sta bene ed ora avrà un futuro abbastanza sicuro. Il giorno dopo sono puntuale, Pauline arriva con la sua Z4 andiamo in ufficio ed alcuni colleghi italiani che erano nello stesso albergo dove alloggiavo io arrivano allo stesso momento in TAXI e mi guardano un po’ invidiosi sia per la macchina che per la compagnia. Entriamo nell’edificio e Pauline mi scorta al suo ufficio, “puoi lasciare qui la tua borsa, andiamo alla sala riunioni che prima dobbiamo passare a prendere il proiettore”. La giornata si svolge come previsto, le modifiche sono apprezzate e ci vengono suggerite ulteriori piccole variazioni. In mensa siamo soli, io non parlo di quanto è successo e lei fa lo stesso, solo un piccolo accenno quando mi dice “io ho dormito benissimo, ero molto rilassata e tu?” le rispondo che il letto era molto confortevole e lui fa la faccia indignata ma ride.
Sono le 16 le riunioni sono finite ho il volo alle 18 e Pauline si offre di portarmi in aeroporto mentre i colleghi che avevamo visto al mattino sono già partita con il taxi da almeno 10 minuti, li sorpassiamo durante il tragitto, faccio il check –in quindi mi metto al bar a godermi una birra con una feta di quel wurstel particolare che è tipico di Monaco. Il volo fortunatamente è puntuale ma a Malpensa Pauline non c’è, mancano pochi minuti e dato che devo prendere poi il treno dalla centrale rifiuto l’offerta dei colleghi di dividere il taxi e prendo il Malpensa express.
Il mio treno dalla centrale parte alle 21, non è diretto e dovrò cambiare, non è un problema, mia moglie mi telefona e mi dice se ho piacere se mi viene a prender alla stazione dove dovrei cambiare, le rispondo di si e che è molto gentile.
Sul treno, quasi deserto, solo qualche pendolare mi siedo e dopo pochi minuti arriva Paola una compagna di viaggio che fa dei turni strani di lavoro. E’ una tipa strana 40 anni un fidanzato da 20 di cui non le frega nulla e con il quale si cornificano a vicenda. Si siede di fronte a me. Comincia il discorso con “ti piaccio?”. Ha una camicetta bianca strizzata sulla 4 abbondante di seno ed una gonna al ginocchio con uno spacco assassino, accavalla le gambe e mostra che indossa calze a rete autoreggenti. “Sono in ritardo perché ho aspettato Ubaldo in albergo per due ore e lo stronzo non è venuto, mi ero messa tutta carina, nemmeno una telefonata. Lo ho chiamato 10 volte e quando finalmente mi ha risposto mi ha detto che si era scordato, che era andato a giocare a calcetto con gli amici e che adesso era stanco, di andare pure a casa”. Mentre lo dice vedo che è incazzata come una iena. Intanto il treno parte, abbiamo 40 minuti prima di raggiungere la stazione dove scenderemo, lei sarà arrivata ed io troverò mia moglie.
L’occhio mi cade più volte sullo spacco e sulle calze che mostra, lei mi guarda e mi dice “allora non sono da buttare?”, “Certo che no” le rispondo. Mi prende per mano e va verso il bagno. Cosa sta succedendo mi è chiaro, la giornata di riposo scopereccio mi ha fatto ricaricare le batterie, le sue tette le avrei voluto palpeggiare da tempo e decido che farò filotto. Entrati in bagno mi mette le mani sul pacco che si è già sollevato, lo spazio è poco, lei si siede sulla tazza e si sbottona la camicetta liberando dal reggiseno le poppe. “Lo so che ti piacciono, quante volte ti ho visto sbirciarle”. Prende il mio cazzo e se lo infila in mezzo alle tette e mi fa una spagnola con leccata di cazzo. “hai un preservativo” mi dice. L’unico che avevo lo ho usato il giorno prima. “No non mi aspettavo di trovarti così” è la mia risposta. “Vabbè inculami non sto prendendo la pillola in questo momento. Si mette appoggiata al lavandino siamo strettissimi la il suo culone (è una taglia 48) è burroso ed accogliente, il mio cazzo insalivato dalle leccate precedenti, scivola dentro senza problemi, si vede che è abituata a prenderlo li. La pompo con foga strizzandole tette e capezzoli, le devo mettere una mano sulla bocca perché ha cominciato a mugolare come una cagna in calore. Smetto di strizzarle le tette e comincio a masturbarle il clitoride, lei aumenta il volume dei decibel, fortunatamente la carrozza è vuota. Dieci minuti ed abbiamo finito, io le vengo nel culo, lei tira fuori un fazzolettino dalla borsa e se lo mette a mo’ di tappo per non far colare la sborrata poi mi ripulisce per bene il cazzo con la bocca. Non mi era mai successo nelle poche esperienze precedenti da ragazzo che una che avevo inculata si ciucciasse il cazzo dopo.
“Sei una bella maiala” le dico le uniche presenze sulla carrozza sono delle nigeriane che vanno a battere e non sono scandalizzate da noi che usciamo insieme dal bagno. Ci accomodiamo ai nostri posti, mancano 10 minuti ad arrivare. Le chiedo di non uscire insieme dalla stazione perché c’è mia moglie che mi aspetta e non vorrei che si facesse idee strane.
“Che ipocrita che sei, dalle un bonus copata, sono certa che ci sarà qualche suo collega che le piace e da cui vorrebbe farsi trombare”. Mi sorprendo mentre le rispondo che non lo so ma che la fedeltà fisica per me non è così importante. Paola si mette a ridere, “anche per me, io ed Ubaldo trombiamo con chi ci piace senza problemi ma ormai non siamo nemmeno più fidanzati, usciamo qualche volta insieme a cena, ci facciamo qualche sparuta scopata, dovrei dare un taglio a sta storia poi hai sentito che stronzo, mi sono messa tutta carina e sexy e lo ho aspettato in albergo”. “Non so che consigliarti, non ho esperienza in materia.
Siamo arrivati, la saluto sul treno da cui scendono poche persone, lei mi lascia andare avanti e quando vede che sono salito in auto esce e si dirige al parcheggio. Mia moglie mi aspetta seduta sul sedile del passeggero, metto la borsa nel bagagliaio e salgo alla guida. Lei mi dice, vorrei festeggiare che l’operazione del bambino è andata bene, è un po’ tardi ma ti va di andare fuori a cena. “Come vuoi, mi rendo conto che ti sto un po’ trascurando da quando ho questo lavoro con la Germaia e mi sembra giusto e sono contento di dedicarti un po’ di tempo quando c’è”. Sulla strada fra la stazione in cui sono arrivato a casa c’è un ristorante molto carino dove sono specializzati in carne e, se in stagione, funghi. Ci fermiamo li, ci conoscono e mentre mettiamo dentro la testa chiediamo se facciamo ancora in tempo a mangiare. Sono le 22:30 ma la brace è ancora accesa, c’è una tavolata, qualche gruppo che sta facendo bisboccia. Ci dividiamo una fiorentina, dei funghi ed una bottiglia di Chianti. Quando usciamo è quasi mezzanotte, non siamo ubriachi ma allegri si.
Mi metto alla guida e Marta mi dice di svoltare per un viottolo di campagna. “Ti ricordi quando eravamo giovani e non avevamo casa che andavamo a scopare in campagna con la macchina dei miei? Ho un po’ di nostalgia della cosa, te la senti?”. Certo le rispondo e così svolto e mi infratto in una piazzola non visibile dalla strada. Marta ha già cominciato a mettermi le mani nei pantaloni. Il mio cazzo è barzotto. “Sei stanco?” mi chiede. “Non preoccuparti che questo vermicello te lo faccio resuscitare” e, dopo averlo estratto, comincia a spompinarmi. “Ha un sapore strano, hai sudato oggi?” mi chiede Marta. Le rispondo di sì, ci spostiamo dalla sua parte, non prima che lei si sia tolta gli slip. Il cazzo ormai è duro e lei ci monta sopra. Si è anche sbottonata la camicetta e tolta il reggiseno, mi prende le mani e se le mette sui seni e comincia a cavalcarmi. Sono passate 44 ore circa da quando, l’altro ieri mattina (ormai mezzanotte è passata), avevamo scopato, due giorni scarsi che ricorderò per tutta la vita.

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