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Erotici Racconti

Adulteri e Detective

By 29 Luglio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

La mia è una vita semplice, pochi soldi, poche donne, pochi piaceri.
Faccio il mestiere più vecchio del mondo. Come dite? La puttana? No, ma quasi.
Sono uno sbirro, o meglio, ero uno sbirro, prima che mi buttassero fuori dal distretto a calci in culo, ma questa è un’ altra storia che magari un giorno vi racconterò. Oro sono un semplice detective privato.
Fuori dalla porta del mio ufficio c’ è una targhetta con su scritto : “Mike Douvall & C.”
La C. stà per la mia socia: Angela Gennaro, un’ italo americana. La conosco da una vita, fin da quando, da bambina, ha mandato all’ ospedale suo zio con due costole rotte perchè voleva farsela.
Starete pensando al solito connubbio, donna, detective, pistola… chissà che bomba sexy dev’ essere….!
Non potreste sbagliarvi di più. E’ piccola, lineamenti mediterranei, leggermente tondeggiante, con due tette che da sola riempirebbero il crak della Parmalat.
La leggenda narra che non riesca a tenersi un uomo, perchè questi dopo pochi appuntamenti scappano spaventati dalla sua carica sessuale. D’ altronde non a tutti gli uomini va di chiavarsi una che sotto il cuscino tiene una 45 magnum carica, anche se non tutte le donne chiavano alla stessa maniera, e lei deve essere proprio una gran vacca da materasso.
Quel giorno eravamo in ufficio cercando di far quadrare conti che come sempre non quadravano, cercando di trovare l’ ennesimo stratagemma per pagare l’ affitto e resistere ancora un mese nella nostra topaia, quando si presenta un signore distinto per proporci un lavoro.
Era un tipo sui 50, puzzava di soldi lontano un miglio. Doppiopetto grigio, scarpe nere laccatissime, perfettamente sbarbato, gli mancava solo ombrello e bombetta per essere un lord inglese, ma giurerei che li avessi nascosti in macchina.
Il lavoro che ci proponeva era sempre il solito. Il 90% dei clienti si rivolge a noi per questioni di corna. Mariti che sospettano delle loro mogli. Mogli che sospettano dei loro amanti, sempre le solite cazzate. Vista una, viste tutte.
Almeno, così pensavo fino a quel giorno.
“Mi faccia capire Mr.Landis” disse Angela,
“Lei sospetta che sua moglie si scopi un’ altro, giusto?”
“Si” rispose Mr. Landis, un po’ scioccato dal linguaggio sboccato di Angela.
“Ok, è il caso che fa per noi. Ci pensiamo noi a tenere sott’ occhio la sua zoccola.”
Sguardo stupito di Landis verso di me.
“Non si preoccupi mister, la mia socia è svelta di lingua e di pistola, ma sa il fatto suo.”
“Ciccio, sono svelta anche con altre cose, se proprio vuoi saperlo!” mi rispose ironica Angela, accendendosi l’ ennesima sigaretta, mentre si alzava la gonna per far vedere al nostro (unico) cliente che aveva indosso un reggicalze blu tutto consunto, mentre con una mano si sfiorava il suo top che a fatica conteneva la sua sesta abbondante.
Iniziammo così a pedinare la moglie del nostro cliente, di giorno Angela, la sera io.
Il lavoro più monotono del mondo. Lei era una bella donna sui quaranta, alta, rossa, capelli e corpo ben curati, sempre molto elegante e signorile, bel seno sodo e bel culetto tondo. Di mattina palestra ed estetista, di pomeriggio restava nella sua villa ottocentesca a fare il bagno da sola, nuda, in piscina e tre volte alla settimana andava a trovare delle amiche per una partita a bridge. Un vero sballo. Non capivo come suo marito potesse sospettare l’ adulterio.
“Questa ha una vita sessuale attiva come quella di una suora” mi fece Angela al cambio del turno. “E’ più eccitante masturbarsi davanti a un film di Stanlio e Olio, che seguire la nostra donna. io vado a casa a farmene una.” Sempre fine la mia Angela.
Mi si prospettava l’ ennesima serata davanti alla casa delle sue amiche mentre loro quattro smazzavano per il consueto bridge.
Ok, decido per un cambio di programma, salto la recinzione e mi avvicino furtivo alla casa. Infrazione di domicilio, cazzo, dovrei arrestare chi commette i crimini, non farli io!
Mi avvicino alla casa, bene, niente cani. Io odio i cani! Sono di fianco alle grandi porte finestre della sala. Do una sbiriciata dentro. Mi si ferma il respiro. In un colpo ho svelato il mistero. Le quattro donne sono impegnate in un orgia saffica! Altro che bridge! Sono tutte nude prese da un trenino lesbo. La signora Landis guida il gruppo. E’ messa a cane, o a pecorina, se preferite. Con le mani si tiene aggrappata al tavolo, mentre viene penetrata da un grosso cazzo nero, legato in vita con una cinghia dalla sua compagna di carte. Questa, chiamiamola la signora dal cazzo nero, si afferra per i capezzoli della signora Landis, mentre spinge il suo cazzo nella figa rotta della sua amica. Da dietro le spunta il piu grosso cazzo finto che io abbia mai visto, ma le esce dal culo, non dalla figa! La terza donna, una brunetta niente male, quella con il cazzone, mentre penetra la donna numero due nel culo, ne approfitta con la mano per masturbarla in figa con tre dita. Chiude il trenino una bionda che con un doppio vibro sta scopando contemporaneamente la brunetta sia in figa che in culo, e con la mano prima se la mette nella sua figa e poi se la fa leccare dalla sua amica.
Immaginate la mia reazione alla vista di tutto questo spettacolo, meglio del cinema!
Il mio cazzo reclamava attenzione, si stava gonfiando prepotentemente dentro i jeans.
Prima il dovere però. Con la macchina fotografica documentai per bene le allegre serate di queste quattro dame di città vogliose di sesso. Feci in rapida sequenza una decina di scatti. La signora Landis scopata dalla sua amica, le quattro troie che si scopavano a vicenda e qualche primo piano del viso della signora devastato dal piacere e dalla furia sessuale. Poi non ne potei più, abbandonai la macchina fotografica. Il mio cazzo stava scoppiando. Mi slaccia la patta dei jeans e lo tirai fuori. Non ricordavo di essere mai stato così eccitato. Era durissimo, tutto eretto, voglioso. Lo afferai con la mano e diedi un paio di colpi mentre pensavo e guardavo quelle quattro troie che ora se la stavano leccando. Tutto questo bastò a farmi venire. un orgasmo violento, poderoso. Tre getti di sperma colpirono il muro di quella deliziosa villa ottocentesca e ancora il mio cazzo non si fermava. Continuava a gettare sborra tutto attorno, mentre il piacere mi inebriava il cervello. Dopo una trentina di secondi, senza preoccuparmi di ripulire il muro dai miei resti organici recuperai la macchina fotografica e volai via verso la mia tana-ufficio.
Non resistendo alla tentazione con il portatile chiamai Angela.
“Pronto?” voce assonnata.
“Angela, sono Mike, stavi dormendo?”
“No, mi stavo chiavando un senegalese!”
Appena sveglia non ha un gran senso dell’ umorismo.
“L’ abbiamo beccata con le mutande calate!”
“La Landis? Con un uomo?” fece Angela subito interessata.
“Non proprio, diciamo che con le amiche più che giocare a bridge giocavano a scopa, ma con dei cazzi finti!”
“Uhm…. si, che bel pensierino, mi fa venir voglia di toccarmi la fighetta”
“Domani vieni presto in ufficio che sviluppiamo le foto e le portiamo al cliente, ora ti lascio al tuo ditalino.”
Il giorno dopo in ufficio abbiamo sviluppato le foto, che sono venute proprio bene, sono decisamente meglio come fotografo che come pistolero.
Angela indossava una mini francobollo e una camicetta aderente che sotto la sua sesta faceva uno strano effetto.
“Angela, dobbiamo andare da un tipo altolocato e tu ti vesti sempre come una troia!”
“Io mi vesto così perchè sono così!”
Discorso finito, inutile proseguire.
L’ ufficio di Mr.Landis si trovava in centro al trentaduesimo piano di un mega palazzo.
Solo a vederlo mi venivano le vertigini.
Saliamo in ascensore, con le nostre foto peccaminose in una cartelletta.
Troviamo un primo ufficio, suppongo della segretaria, vuoto, ma con il pc acceso.
La stanza dava su un’ altra porta accostata, ma non chiusa.
Dopo pochi minuti di attesa Angela si stufa di aspettare e dice:
“Mi sono rotta i coglioni di aspettare la segretaria del cornuto, entriamo direttamente nel suo ufficio e vaffanculo!”
Come spingiamo leggermente la porta una scena inattesa si mostra davanti a noi.
Mr. Landis è seduto al centro della stanza, sulla sua poltrona presidenziale in uno studio laccato come le sue scarpe, inginocchiata davanti a lui, c’ è una ragazza di massimo vent’ anni intenta a succhiargli avidamente il cazzo. Dai pantaloni sbottonati di Landis esce il suo cazzo, non molto grosso a dire il vero, ma sicuramente bello duro e pronto per l’ orgasmo, il quale viene come inghiottito sempre più velocemente dalla giovane biondina. La segretaria arrapata è inginocchita davanti al suo datore di lavoro e, momentaneamente, datore di cazzo, con la gonna alzata e le mutande calate mentre le tre dita della sua mano destra entrano ed escono dalla sua figa così velocemente che sembra che si voglia dar fuoco alla figa. Mr. Landis tiene in mano un righello che ogni tanto fa frustare sul sedere tutto arrossato della nostra segreatria vacca, la quale ad ogni colpo inflitto grugnisce come un maiale e succhia ancora più velocemente.
Questo, cambia ogni cosa! Certo, io ho il dovere professionale di comunicare al mio cliente il risultato delle indagini, ma lui ha il coraggio di pretendere una moglie fedele, mentre se la fa con la segretaria? Almeno sua moglie va con persone della sua età e del suo stesso sesso, non con ragazzine semi schiavizzate!
Questi pensieri mi giravano per la testa, mentre mi voltavo per parlarne con Angela, se non fosse che lei era già partita per il suo luogo preferito: troialand.
Si era tirata sul la mini e con due dita si stava masturbando fuoriosamente la figa.
“Angela, che cazzo fai?”
“Uhm, dai, è una scena così bella…. Non dirmi che non ti piace?” rispose la mia socia, andando con lo sguardo sul rigonfiamento improvviso dei miei pantaloni.
“Dai” proseguì “Vuoi che anche io ti faccia lo stesso servizietto?”
“Ne abbiamo già parlato Angela, non sarebbe professionale. Ogni cosa a suo tempo.”
“Vaffanculo alla professionalità!” Così dicendo tirò fuori dalla figa bagnata le sue due dita grondandi di piacere e me le mise sotto il naso.
“Succhiami le dita bagnate, dai che ti piace.”
Non so voi, ma per me il profumo più buono che c’ è è quello di figa bagnata.
Come si poteva resistere? Le misi in bocca e succhiai avido il suo nettare.
Questo fece aumentare a dismisura la mia erezione, e portò all’ orgasmo la mia socia.
Dopo esserci ricomposti decidemmo di lasciare i due lavoratori del succhia e ingoia alle loro pratiche e uscimmo senza farci sentire.
In macchina decidemmo di prenderci qualche ora per meglio riflettere sulla situazione e sulle nostre prossime mosse.
Lasciai Angela in centro per delle commissioni e mi recai nello sgabuzzino che ostinatamente chiamavo ufficio.
Ero seduto in scrivania, intento a passare in rassegna le varie bollette da pagare, quando sentii suonare il campanello d’ ingresso. Le provabilità che fosse un altro cliente erano particamente nulle.
Infatti quando aprii la porta e mi trovai di fronte alla Signora Landis le mie gambe ebbero un piccolo cedimento.
Lei era come sempre bellissima. Capelli ricci rossi che liberi ricadevano sulle sue spalle ben tornite. un vestitino rosso fuoco metteva in risalto le sue curve perfette.
L’ aderenza del tessuto sulla sua pelle faceva chiaramente capire che non indossava biancheria intima. Due sandaletti intrecciati lasciavano scoperte unghi curate e laccate anch’ esse di un rosso passionale.
“Ciao Mike, Io sono Michelle Landis, ma credo che tu già mi conosca. Pensi di farmi entrare o vogliamo parlare dei nostri affari sul pianerottolo?”
“Prego, si accomodi.” Mentre ci sedevamo più che sorpreso ero come stordito dalla sua presenza e dal forte magnetismo erotico che emanava ogni suo singolo movimento.
“Vorrai sapere come sono arrivata a te, giusto?” disse mentre si accendeva una sigaretta sottile come un foglio e lunga come la Torre Eiffel. Poi, senza attendere una mia risposta:
“La casa della mia amica, dove tu ti sei premurato di entrare a spiarci è dotata di telecamere a circuito chiuso, interne ed esterne. Dalla targa della tua macchina sono risalita a te ed al fatto che lavori per mio marito.”
Bello sbirro che ero! fottuto dalla tecnologia moderna!
La Landis non mi lasciava parlare, continuò con lo stesso tono ironico e divertito.
“Non sta bene violare il domicilio altrui, si finisce in galera e tu lo sai bene visto il mestiere che fai. Inoltre hai lasciato un ricordino sul muro. Io e le mie amiche lo abbiamo gradito molto, era davvero abbondante e squisito. Ritengo che ti sia proprio piaciuto quello che abbiamo fatto. Ma penso anche che se quel filmato fosse reso pubblico avresti difficoltà a trovare altrei clienti, o sbaglio?” Così dicendo spense la sigaretta sul pavimento, incurante del mio posacenere a forma di cesso.
Il suo lungo monologo era finito, ora toccava a me replicare.
“Ha perfettamente ragione Signora Landis, lei però forse ignora che io sono in possesso di foto che, se arrivassero in certi salotti bene della nostra città le renderebbero molto difficile la vita. O sbaglio?”
Era evidente, l’ avevo colta di sorpresa. La sua sicurezza iniziava a vacillare.
Intanto il mio pene dava rapidi segnali di risveglio, pretendeva attenzioni, soprattutto dopo che gli erano state negate nell’ ufficio del mio cliente.
“Ok, quanto vuoi per avere foto e negativi e per comprare il tuo silenzio?”
Proprio la situazione che volevo io.
“Vede signora, qui non si tratta solo di soldi, ma di correttezza verso il mio cliente.”
Così dicendo mi alzai a chiudere a chiave il mio ufficio e girandomi verso la signora seduta, misi in bella mostra la mia erezione.
“Un accordo si trova sempre” rispose con voce lasciva lei, socchiudendo le gambe e facendomi intravedere un folto boschetto rosso scuro.
Così dicendo iniziò ad accarezzarmi il cazzo da sopra i jeans.
“Non così, troia. Alzati, togliti il vestito, che voglio vedreti nuda, inginocchiati davanti a me e con la bocca prendi il mio cazzo.”
La sgualdrina era eccitata anche lei alla vista della mia erezione. Si tolse il vestito facendomi vedere un corpo perfetto. I suoi capezzoli erano duri ed eretti e la sua figa non depilata mostrava segni inequivocabili di desiderio.
In un attivo fu in ginocchio davanti a me. Io mi calai i calzoni e saltò fuori un cazzo duro, che voleva essere succhiato.
“Ora prendilo tutto in bocca. Fammi vedere se sei veramente una troia”
Non aspettava altro. Il mio cazzo sparì completamente nella bocca della signora, e vi assicuro che ce l’ ho bello grosso.
La donna succhiava come se quella fosse l’ ultima scopata della sua vita. In pochi minuti mi portò vicino all orgasmo che da tanto trattenevo.
Lei intando si dava soddisfazione con due dita nella passera.
“Aspetta” dissi io, che prima di venire volevo chiavarla. “Alzati e mettiti a novanta con le mani sulla scrivania che voglio scoparti in figa.”
Ubbidiente la donna eseguì i miei ordini. Il mio cazzo entrava in quella figa bagnata molto velocemente. La stavo chiavando alla grande. Lei continuava a mugolare come una vacca e veniva sempre più soventemente. Era tutta bagnata fradicia.
“Si, dai, scopami ancora la figa. Dai spingimelo fino in fondo. Aprimi tutta. Che bel cazzo che hai.”
A queste parole, io, come colto da un raptus, tirai fuori il cazzo dalla sua figa, riversando un mare di suoi liquidi sul pavimento, e con un movimento rapido, le appoggiai il cazzo nel culo e con un colpo secco la penetrai dietro!
“ah! Si! Scopami anche il culo detective! Spaccami il culo!”
Intanto, mentre il ritmo del mio cazzo aumentava di velocità dentro al suo culo rotto, con due pennarelli infilati nella figa la stavo facendo venire di nuovo.
Dopo un po di spacca culo dissi:
“Cara la mia puttanella, adesso è venuto il momento di cogliere e bere il frutto del nostro incontro.”
“Si! non aspettavo altro!”
“Dai, mettiti giù che voglio sborrarti in bocca e voglio vederti ingoiare la mia sborra”
Si inginocchiò davanti a me e prese con la mano a farmi la sega piu veloce della mia vita, mentre la sua bocca aperta sulla mia cappella si preparava a ricevere il mio dono.
Non avrei mai creduto che il mio cazzo potesse essere masturbato così velocemente. in pochi secondi venni. Fu la sborrata più colossale della mia vita. La inondai letteralmente di sperma. La sua bocca non poteva contenerla tutta, e anche se la ingoiava velocemente il mio cazzo continuava a gettargliene di nuovo in faccia, sul seno, tra i capelli. Lei godeva, ingoiava e mugugnava.
Dopo aver pulito tutto con la bocca ed essersi risistemata mi staccò un bell’ assegno con la promessa di dire al mio cliente che aveva una mogliettina tutta casa e chiesa.
Praticamente doppio guadagno senza fatica e con molto piacere!
Mesi di affitto assicurati!
Questa è solo una dei miei tanti casi che mi sono successi, se vi piace e ne volete altri non mancate di farmelo sapere!
Alla prossima, tenete botta, cordialmente vostro, Mike Douvall.

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