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Assistente dermatologo

By 1 Dicembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Da una storia vera.
Finalmente ho trovato lavoro, per un mese ma sempre di lavoro si tratta. In sostanza un’amica di famiglia specializzata da circa due anni in dermatologia. Non svolgeva nessun tipo di attività presso strutture pubbliche, ma aveva deciso di svolgere la sua attività esclusivamente nel settore privato.
Dopo le iniziali difficoltà che si affrontano quando si inizia un’attività, Irene aveva ormai uno studio dermatologico bene avviato con una media di circa venti visite giornaliere.
L’enorme soddisfazione per il lavoro d’altro canto aveva come contrappasso la difficoltà di gestire la contabilità dello studio, e trovandosi una sera a cena a casa mia, invitata dai miei genitori, aveva espresso la necessità di trovare un contabile.
Da parte mia mi ero diplomato in ragioneria circa tre anni prima e ad oggi lavoravo nello studio di un commercialista nel mio paese. Lavoravo, però, &egrave una parola grossa, in quanto più che altro svolgevo attività di volontariato per questo commercialista, che mi retribuiva con una miseria che lui chiamava ‘rimborso spese’.
Naturalmente non mi feci scappare l’occasione e colsi la palla al balzo:
– Irene davvero ti serve un contabile?
– Certo che mi serve. Perché ne conosci uno?
– Si!!! Ce l’hai di fronte!
– Ah già! Ma tu non sei già assunto dal dott. Francesi?
– Ma che! Mi da qualche spicciolo a titolo di rimborso spese’
– Quindi verresti a lavorare per me? Saresti in grado?
– Penso di si. Dovrei saper portare i conti di uno studio medico. Puoi sempre mettermi alla prova.
– Mmm’ Possiamo provare. Ti assumo per un mese. Che ne dici? Poi si vede!
– Certo mi va benissimo.
– Allora devi trasferirti a Pescara, non puoi impiegarci un’ora e mezzo per venire a lavoro. E poi i miei orari sono molto flessibili. Può darsi che inizio a far visite alle 7 di mattina quando me lo chiedono o lavorare solo di pomeriggio anche fino alle 10.
– Va tutto bene. Sai dove posso trovare un alloggio? Conosci qualcuno?
– Sai che vivo sola. Avevo intenzione di affittare una stanza a qualche studentessa, ma dato posso tranquillamente affittarla a te. 250 euro al mese spese comprese. Ti consiglio di accettare &egrave un affarone e non devi pagarmi anticipatamente te le detrarrò dallo stipendio.
Irene vedendo la mia faccia stranita aggiunge:
– Tranquillo, non ti pagherò una miseria che tolto l’affitto non ti resterà niente e poi, non posso dirti ti ospito io. Non sono le 250 euro che fanno la differenza ma devi abituarti a cavartela da solo. La camera l’avrei affittata a qualche studente solo per avere qualcuno con cui scambiare qualche parola.
– Ok. Chiaro tutto. Quando devo salire?
– Vai a fare la valigia. Oggi &egrave domenica da domani cominci.
Mi &egrave sempre piaciuto il suo carattere una donna decisa. Una trentacinquenne intraprendente, che si &egrave ha saputo sempre vedersi i fatti propri. Il viso da classica secchiona, bassetta, con gli occhiali, capelli neri mossi, non una grande bellezza, ma dal carattere esuberante.
Da parte mia sarebbe stata la prima esperienza fuori casa. 21 anni compiuti da poco, anche io non ero un fotomodello e a differenza sua di carattere molto riservato ad ogni modo, valigia pronta! Si parte.
Saluto i miei genitori e salgo in macchina con Irene.
– Ascolta, una cosa sola ti chiedo. Privacy su quello che vedi nello studio &egrave un obbligo che abbiamo noi medici e chi ruota intorno a noi e privacy con i tuoi sulla mia vita privata come l’avrò io per la tua. Niente altro.
– D’accordissimo.
– Ah! Un’altra cosa. I pazienti non devono sapere che viviamo insieme e che sei solo un ragioniere. Quindi indosserai il camice come me e mi darai del lei.
– Va bene.
Arriviamo a casa di Irene la conoscevo bene e prima di partire avevo capito quale sarebbe stata casa mia. E’ mezzanotte, mi dice che domattina dobbiamo essere in studio alle 7.
– A che ora la sveglia?
– Quanto tempo ti serve per essere pronto?
– 20 minuti. Il tempo di una doccia e di vestirmi.
– Allora sveglia alle 06.40. Lo studio &egrave l’appartamento sottostante. Mi alzerò prima io ed andrò in studio ad accendere i termosifoni faremo una settimana ciascuno in modo tale che dentro casa non ci incroceremo nel bagno.
Mi dice sorridendo. Sorrido anche io e non aggiungo altro. Del resto la soluzione trovata a tutela della privacy di entrambi e sapendo della mia timidezza era perfetta.
Mi sveglio. Lei &egrave già scesa. Mi lavo e scendo anche io.
Mi fa vedere lo studio. Non c’ero mai entrato. Era come tutti gli studi medici. Una sala d’attesa, una stanza archivio ‘ dove avrei lavorato io ‘ e lo studio medico vero e proprio.
– Allora, la contabilità del 2009 &egrave ok. Ci ho pensato io. Quella del 2010 non ci ho messo mano. Trovi tutto dentro i faldoni. Vabb&egrave non devo spiegarti il tuo lavoro. Ti spiego quello di diverso che devi fare. Prendere gli appuntamenti. Accogliere i pazienti. Assistermi durante qualche visita che ti indicherò la sera prima.
– Va bene. Buon lavoro allora!
– Grazie.
E se ne va nel suo studio. Inizio a sistemare la contabilità, ricevo le telefonate, fisso gli appuntamenti, ricevo i clienti. La giornata passa tranquilla. E le fatture sospese sono tutte registrate. Tutto &egrave contabilizzato. Tutto &egrave a posto.
– Cavolo complimenti. Potrei licenziarti già da oggi! Hai messo tutto in ordine alla perfezione. Sinceramente pensavo ci volesse di più.
– Quindi mi licenzi?
Dico sorridendo.
– Ma che ti licenzio. Vorrà dire che potrò approfittare meglio di te per farmi dare una mano a lavoro. Domani viene il sig. Maresi 30 anni, lo manda da me un urologo mio amico di studi. Insomma, ha un’infezione ai genitali che di urologico non ha niente, quindi l’ha dirottato da me. Dovrò fare qualche biopsia, mi sarai di aiuto.
– Va bene.
Cavolo, non avevo pensato a questo tipo di visite da parte di un dermatologo. Raramente si pensa che il nostro corpo &egrave tutto coperto dalla pelle. Anche le parti dove meno batte il sole.
Torniamo a casa. Ceniamo, scherziamo un po’, mi chiede le mie impressioni sulla giornata che sono più che positive.
La mattina seguente mi organizzo il lavoro contabile. L’appuntamento del sig. Marisi &egrave l’ultimo della mattina a mezzogiorno.
– Prego sig. Marisi si accomodi.
– Buongiorno.
Accompagno il sig. Marisi da Irene e chiudo la porta dietro di me.
– Buongiorno sig. Marisi.
– Buongiorno dottoressa. Le ha già spiegato il mio urologo il problema?
– Si mi ha spiegato tutto. Direi che possiamo procedere direttamente alla visita. Può accomodarsi dietro il paravento e si spogli slip compresi dalla cinta in giù.
Irene era fredda e professionale. La sua esuberanza nel lavoro viene messa completamente da parte.
Ecco tornare il sig. Marisi. Nudo dalla cinta in giù così come aveva chiesto Irene. Indossa i guanti. Prende tra le mani il pene di Marisi ed osserva con attenzione la zona pubica. Mi guarda.
– Carlo, prendi la tosatrice. Devo togliere questi peli per vedere con attenzione la pelle del pube. E lei sig. Marisi si sdrai.
Prendo la tosatrice, la collego alla rete elettrica e la stendo ad Irene.
– Dammi la tosatrice. Metti i guanti e mantieni dritto il pene del sig. Marisi. Mentre procedo alla depilazione.
Divento rosso. Non mi va di tenere in mano il pene di uno sconosciuto. Ma senza scompormi eseguo.
Irene depila, controlla. E’ un irritazione. Una pomata cortisonica e in 5-6 giorni passerà tutto. Se ci sono problemi Irene consiglia di tornare a visita.
Torniamo a casa &egrave di nuovo sera.
– Mamma mia quanto eri imbarazzato.
Mi dice.
– Bh&egrave, certo. Del resto era la prima volta.
– Tranquillo vedrai ti passerà l’imbarazzo. Domani verrà una ragazza di 18 anni che si &egrave presa un bell’herpes genitale. Ormai &egrave quasi guarita. Ti farò assistere alla visita. Oggi sei stato bravo e professionale.
– Grazie.

Ho infiniti capitoli da postare su questa storia. Mi aspetti caldi commenti e chiacchere su messenger. erosword@live.it sia per mail che per messenger.

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