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Erotici Racconti

Bikini

By 11 Marzo 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Ai tempi della scuola non ci facevo mai caso, ma adesso, che sono diplomata e da due anni lavoro, una giornata di ferie imprevista mi riempie di gioia. Sono arrivata in ufficio con i soliti dieci minuti di anticipo, davanti alla porta ho trovato il principale, che mi ha salutata come al solito, facendomi la radiografia, con gli occhi fissi sul mio toppino aderente, come se tentasse telepaticamente di farlo sparire. E’ un vecchio maiale, qualche volta con non curanza ha anche tentato di toccarmi le natiche, ma io sono sempre stata brava a fuggire, defilandomi con qualche scusa. Tutto sommato però &egrave bravo, so che &egrave molto influenzato dal mio aspetto fisico e dal fatto che non gli ho mai dato un ceffone per rimetterlo a posto, ma mi vuole bene e spesso, come questa mattina, mi fa sorprese inaspettate.
‘Buon giorno Oreste’ come mai siamo fuori?’, fingo di ignorare il suo sguardo fisso sulle mie tette.
‘Bh&egrave’ La notte scorsa abbiamo avuto i ladri’ ho chiamato la polizia e mi hanno detto di non entrare fino a quando non arrivano”, bofonchia arrabbiato, gesticolando all’indirizzo della porta scardinata.
‘E cosa possono averci rubato? Non c’&egrave nulla in ufficio’ a parte qualche registro contabile e la cancelleria!’, rispondo un po’ preoccupata ed arrabbiata.
‘A prima vista sembra che non abbiano toccato nulla, a parte qualche danno da vandali”, &egrave proprio arrabbiato, quasi urla mentre pronuncia queste parole.
‘Bh&egrave’ ci vorrà molto prima che arrivi la polizia?’, chiedo, quasi preoccupata di non poter lavorare.
‘Vai pure a casa Ilaria’ prenditi una giornata di ferie’ ci penso io a restare qui ad aspettare la polizia’ tanto oggi non avevamo comunque molto da fare!’. Ecco il regalo inaspettato, mentre pronuncia la frase lo fa con una cortesia incredibile, come se gli fosse passato tutto il nervoso che aveva qualche secondo prima.
‘E’ sicuro Oreste? Magari la aiuto a mettere a posto.’
‘No Ilaria’ vai pure’ grazie e non ti preoccupare.’
Mi rigiro sui tacchi e mi incammino verso casa, sulle prime non so se gioire dell’inaspettata vacanza, o essere incazzata per essermi alzata presto per niente, ‘E certo”, penso, ”la prossima volta i ladri ti avviseranno Ily’ almeno puoi rimanere a letto fino a tardi!’, sorrido con me stessa per l’assurdità appena pensata.
Sono le otto del mattino ed il sole di luglio &egrave già bello caldo, mi viene in mente una cosa che non ho mai fatto in vita mia, andare in spiaggia di buonissima ora, tentenno un po’, indecisa se andare direttamente in spiaggia o tornare a casa, ma alla fine propendo per la prima ipotesi e mi incammino verso lo stabilimento balneare. Sono stranamente contenta ed eccitata di fare una cosa che non avevo mai fatto prima, altre volte mi &egrave capitato di andare presto in spiaggia, ma non &egrave mai successo che arrivassi prima delle nove del mattino.
Entro nel cancello del bagno e, malgrado la consapevolezza dell’ora mattutina, un po’ mi stupisco a vedere il parcheggio deserto, c’&egrave solo la macchina del gestore del bar e la bicicletta di Enzo, il bagnino storico, non so se i tabelloni con attaccate le chiavi delle cabine siano già al loro posto, ma poi penso che ho visto la bici di Enzo, quindi sarà già tutto a posto.
Entro nel bar e saluto Alessandro, il gestore, mi faccio fare un cappuccino mentre gli spiego la mia presenza ad un ora così inusuale. Alle otto e un quarto, esco dal bar e respirando come se fossi stata in apnea, percorro la passerella sulla spiaggia per andare a prendere la chiave della mia cabina. Mi godo la vista della spiaggia deserta, ancora liscia dello spianamento della sera precedente, i miei piedini oggi lasceranno le prime orme. Continuo a respirare a pieni polmoni l’aria di mare, fresca e profumata del mattino, ecco perché consigliano questi orari per venire al mare, si sta benissimo ed &egrave bellissimo essere soli. Allungo il passo per arrivare al tabellone delle chiavi, non voglio che qualcuno mi fregi in dirittura d’arrivo, solo perché io indugio a godermi il momento, le mie devono essere le prime impronte della giornata. Senza guardare, praticamente a memoria, allungo la mano per prendere la chiave, ma le mie dita non stringono nulla, stupita alzo lo sguardo e vedo che la mia chiave non c’&egrave.
‘Cazzo!’, penso ad alta voce, ‘Chi può esserci a quest’ora?’.
Penso subito a mia mamma, ma conoscendola &egrave impossibile che venga al mare così presto, prima deve fare tutte le faccende di casa, &egrave una cosa più forte di lei, non esce mai se la casa non &egrave in ordine. Ma allora chi? Mio papà? Non &egrave possibile, a meno che non abbia marinato il lavoro. Curiosa mi incammino a ritroso verso la mia cabina, si trova dalla parte opposta dello stabile rispetto al tabellone delle chiavi, &egrave la settima partendo dall’inizio, da dove sono non vedo la porta chiusa. La cosa &egrave talmente misteriosa ed imprevista che il cuore comincia a battermi forte, il mio cervello comincia a lavorare di fantasia, penso subito ai ladri, visto che sono il motivo per cui mi trovo li, ma cosa possono rubare dentro ad una cabina? I teli mare? I costumi? Cazzo devo sorprenderli sul fatto!
Allungo il passo ed il cuore mi batte sempre più forte in petto, giro la testa a destra ed a sinistra nervosamente, cerco con lo sguardo Enzo, il bagnino, ma non riesco a vederlo, se non &egrave a portata di mano, fra poco quando griderò aiuto, chi mi verrà a salvare? Alessandro! Se non &egrave andato nel retro del bar, sicuramente mi sentirà urlare. Mi fermo di colpo con il cuore che sembra esplodermi nel petto, ho il respiro mozzato, quasi avessi un attacco di ansia, mancano tre porte ad arrivare alla mia e sento armeggiare all’interno. In punta di piedi ed a piccoli passi mi avvicino, mi appiattisco contro al muro, sembro un militare nell’atto di tendere un agguato, quando sono a dieci centimetri dallo stipite della porta aperta mi fermo, cerco di prendere aria, ho il cuore che mi sta per esplodere, conto fino a tre e poi parto, mi do una spinta usando il muro e staglio la mia piccola e poco intimorente sagoma, nel rettangolo della porta aperta.
Sgrano gli occhi e mi porto una mano alla bocca, come se volessi sopprimere un grido che però non esce, rimango sconvolta ed allibita davanti all’immagine che vedo, Enzo, il bagnino, dentro la mia cabina, con le mutandine del mio costume giallo contro il naso, mentre si sta masturbando il grosso e nodoso pene con le mutandine del mio costume fantasia. Il bagnino sgrana gli occhi a sua volta nel vedermi, il suo volto diventa immediatamente paonazzo e rimane come paralizzato, io sono ancora un po’ sconvolta, anche se, mentre il mio cuore sta tornando ad un battito normale e mi sto un po’ rilassando, la scena comincia ad apparirmi abbastanza comica. Mi sento sconvolta soprattutto per il fatto che, mai e poi mai, mi sarei aspettata una cosa simile da Enzo, cavoli ci sono nata qui, mi conosce da sempre, mi ha visto crescere, mi ha insegnato a nuotare da bambina, portava me e gli altri bambini a fare il bagno al ‘largo’, con il pattino di salvataggio. Mi sento come se stessi assistendo al crollo di un mito, ma perché io? Perché con i miei costumi? Improvvisamente mi viene voglia di non voler aver mai assistito a questa cosa. Per tutti i bambini lui &egrave zio Enzo, anche se comica la situazione mi fa male, visto che fino al giorno prima, anch’io che ho ventuno anni, lo chiamavo ancora zio Enzo.
‘I-Io’ Io”, balbetta il bagnino, sta cercando di dire qualcosa ma non ci riesce, non so cosa potrebbe dire, o come potrebbe giustificare quello che ho davanti agli occhi, ma non voglio sentire niente, allungo una mano in segno di alt e lo fermo, questa cosa va digerita piano. L’unica cosa che non capisco e che cosa possa trovarci nell’annusare le mutandine del mio costume giallo, o a masturbarsi con quelle fantasia, i due bikini li ho portati ieri sera al mare, sono nuovi, freschi di bucato e non ancora indossati, gli unici tre che avevo già portato sono a casa a lavare, probabilmente si &egrave eccitato solo all’idea, perché il mio odore su quelle mutande non c’&egrave davvero.
‘Perché io?’, &egrave l’unica domanda che mi viene in mente, so che non c’&egrave risposta, &egrave una domanda retorica, al cuore, o all’istinto, non si comanda, ma che cavolo, con tutte le ragazze che ci sono al nostro bagno, non poteva essere ad annusare qualche altro paio di mutande, magari quelle di Sara, visto che ha un costume solo e non lo lava mai, quelle sarebbero state ben ‘aromatizzate’ ed a me non sarebbe crollato un mito.
‘I-Io’ Io”, balbetta di nuovo Enzo, ma la mia mano lo stoppa di nuovo, continuo a guardarlo fisso, arrabbiata, mentre la scena, man mano che passano il tempo, comincia a diventare più comica che sconvolgente. Un uomo di cinquanta anni, alto sul metro e ottanta, forse qualcosa di più, ventre molto prominente, calvo, con la pelle ultra abbronzata ed i muscoli un po’ cadenti, si trova davanti a me, dentro la mia cabina, boxer rossi da mare calati al ginocchio, con un paio di mutandine sul viso ed un paio avvolte attorno al pene che, noto ora con occhio critico, &egrave proprio un gran bel uccello, anche se per lo spavento, sta velocemente perdendo consistenza. Non so che cosa fare, il primo istinto &egrave quello di girare i tacchi ed andarmene, ridere sonoramente di lui e magari raccontare a tutto il mondo a cosa ho assistito questa mattina, ma &egrave pur sempre lo zio Enzo, uno sputtanamento del genere lo rovinerebbe, sarebbe subito considerato un maniaco, un perverso e verrebbe allontanato dal suo lavoro, che fa con straordinaria devozione da tutta la vita. Anzi, francamente penso che nella sua vita, ci sia solo il mare ed il suo lavoro, ha cinquant’anni ed &egrave vedovo da dieci, dopo la dipartita della povera moglie, in giovane età, l’ho sempre visto solamente al mare, estate ed inverno, un po’ troppo interessato all’alcool forse, ma per lui deve essere stato un colpo incredibile.
Malgrado l’ilarità che mi cresce dentro, i miei occhi continuano a rimanere freddi, mentre elaboro il mio cervello ricorda particolari di poco conto, costumi riposti in un modo alla sera e trovati in posizione diversa il giorno dopo, ma visto che difficilmente sono io la prima ad entrare in cabina, davo sempre la colpa a chi prima di me l’aveva usata. Chissà quante volte ho indossato un costume che Enzo aveva annusato al mattino, penso, mentre un altro pensiero più terribile mi sfiora la mente, guardando il mio costume fantasia attorno al pene del bagnino, ‘Cazzo!’, esclamo forte, pensando a quante volte ho avuto l’odore del cazzo di Enzo sulla mia passera.
Guardo l’orologio e mi rendo conto che per me il tempo deve essersi fermato, non sono passati nemmeno cinque minuti da quando cercavo con la mano la chiave della cabina, non so come fare, soprattutto non so cosa fare, la situazione &egrave brutta, non ho voglia di sputtanarlo, però non voglio lasciare in giro un potenziale maniaco pervertito. Cerco di pensare qualcosa, non mi ricordo che qualche altra donna, o ragazza del bagno, si sia mai lamentata per aver trovato la roba fuoriposto, o che gli sia mai sparito qualche indumento intimo, quindi, o Enzo &egrave molto discreto nel mettere in pratica la sua perversione, o lo fa solo con i miei indumenti intimi.
‘Ti ricomponi per favore?’, gli chiedo, ma la voce irritata tradisce la natura imperativa della domanda.
Enzo, in silenzio si tira su i pantaloncini da bagno rossi, mentre appoggia le mutandine dei miei costumi sulla piccola panca in legno in fondo alla cabina.
Entro e lo sposto di lato bruscamente, mi siedo sulla panchina e prendo in mano le mutande del costume, sta per andarsene ma io lo fermo di nuovo, &egrave rosso come un peperone, l’abbronzatura non riesce a nascondere l’imbarazzo che prova, tiene lo sguardo fisso sul pavimento e la testa bassa.
‘Lo fai con tutte o solo con i miei costumi?’, non so perché ho questa curiosità, forse voglio sentirmi diversa, meglio delle altre, almeno posso sentirmi attraente, anche se non per un motivo esaltante.
‘S-Solo c-con”, la voce gli muore in gola e non riesce a concludere, ma io ho capito e la cosa stranamente mi inorgoglisce, forse mi piace davvero sentirmi meglio delle altre, anche se non credo che sia motivo di orgoglio, essere oggetto di un feticista di mutandine, o forse si?
‘Bene’ se &egrave la verità’ manterrò il segreto! Non voglio rovinarti e tu sei pur sempre lo zio Enzo!’, cerco di mantenere ancora un tono incazzato, ma la voce mi tradisce e Enzo si accorge che non sono poi così arrabbiata, le mie parole poi lo rincuorano.
‘S-Scusa’ non so cosa mi sia preso’ &egrave’ &egrave più forte di me.’, tenta finalmente di giustificarsi il bagnino.
‘Perché annusi i miei costumi? Cosa ci trovi? Questi poi sono nuovi’ non li ho ancora indossati!’, adesso che mi sta passando, un po’ sono curiosa, la mia solita curiosità di scoprire da dove nasce la perversione della gente, visto che anch’io sono una viziosa, tanto vale saperne di più.
‘Lo scorso anno ho trovato un tuo costume a fine stagione’ sai quando si svuotano le cabine e si chiudono definitivamente’ non so perché’ ma mi &egrave venuto la tentazione fortissima di annusarlo, di sentire il tuo odore’ sono sempre stato attratto da te’ tu sei sempre stata diversa’ diversa da tutte le altre!’, già, &egrave vero, la mia anima da troia, sempre con me fin dalla tenera età, sempre sbarazzina e incurante delle velate malizie degli uomini, del resto io so da sempre che cosa vogliono, perché ti sfiorano, o ti toccano, in effetti &egrave vero, io non ho mai allontanato nessuno ed ho sempre accettato le battute ed i doppi sensi, anche quando non li capivo proprio. E poi ecco dove era finito il mio bikini azzurro! Ora ricordo. Lo avevo lasciato in cabina, credevo che sarei tornata al mare, ma il brutto e repentino cambiamento di stagione non me lo aveva più permesso ed io lo avevo scordato e pensare che lo avevo cercato da tutte le parti.
‘E’ vero’ io sono lo zio Enzo e non avrei dovuto fare delle cose così brutte proprio a te’ te che sei sempre stata la mia preferita’ ma non ho saputo resistere e’ cazzo’ quel odore’ il tuo odore’ era così inebriante’ eccitante’ il costume alla fine l’ho lavato e volevo riportartelo, ma poi non ne ho avuto il coraggio e’ oltre tutto’ ho cominciato ad entrare in cabina tutte le mattine a ricercare il tuo odore!’.
‘Davvero ti piace così tanto il mio odore? Tanto da eccitarti ad annusarlo sulle mutandine portate?’, chiedo tutto d’un fiato, la cosa mi sembrava ancora alquanto strana e sconvolgente, volevo saperne di più.
‘Alla mia età cara, sono poche le cose che ti eccitano’ vedere una bella fighetta come te in bikini &egrave sempre molto allettante, ma alla fine’ dopo tanti anni’ ti abitui a tutto’ e comunque non credevo di essere così’ l’ho scoperto da poco.’
‘Vuoi dire che sei più attratto dal mio costume che da me?’, lo rimprovero con falsa indignazione.
‘Cio&egrave’ se io adesso mi togliessi le mutandine e ti mostrassi la fonte del mio inebriante odore’ vorresti annusarlo anzi dalle mutande che direttamente all’origine?’, lo provoco apposta, voglio vedere se davvero &egrave così feticista, a questo punto sono in ballo e la mia malizia viene allo scoperto, oltre tutto la cosa mi sta un po’ offendendo.
‘So benissimo di non avere speranza con te’ quindi’ se ti va di lasciarmi le tue mutandine’ ben venga!’, adesso anche Enzo sembra aver riacquistato un po’ di sicurezza, il suo tono non &egrave più costernato, adesso &egrave di nuovo il tono gioviale dello zio Enzo.
‘Ok!’, dico decidendomi definitivamente sul da farsi, mi sollevo la gonna e sfilo il perizoma, glielo tiro addosso e lui lo prende al volo, divarico le gambe al massimo e mi mostro oscenamente, accarezzandomi con sensualità l’interno coscia.
‘Bene’ adesso decidi tu’ hai le mie mutandine’ oppure la mia figa’ fai te!’, cerco di assumere l’aria sbarazzina che tanto gli piace. Enzo si porta le mie mutande al naso, inspira con forza, vedo un movimento dietro ai boxer da mare, si &egrave eccitato di nuovo.
‘Sai Ilaria’ ti ho talmente idealizzata che’ mi sembrerebbe di sporcarti mettendoti le mani addosso’ quindi non ti toccherò’ mi limiterò a godermi lo spettacolo a debita distanza’ naturalmente annuserò le tue mutande!’, Enzo mi delude, mi sento anche un po’ offesa, prendo il mio costume fantasia e lo annuso, sa di cazzo, del suo cazzo.
‘Il mio costume ha il tuo odore’ quante volte sono andata in giro con il tuo odore mischiato al mio?’
‘Molte volte Ilaria’ non immagini nemmeno, quanto mi riempisse d’orgoglio, vederti indossare costumi impregnati dal mio odore!’, sorride il bagnino, mentre io penso a quante volte potrebbe essere successo.
‘Chiudi la porta allora’ ognuno per se’ vediamo se &egrave così bello’ a me piace provare sempre cose nuove.’, dico con malizia facendogli l’occhiolino.
Il bagnino accosta la porta e si cala di nuovo i boxer, il suo bel cazzo, nodoso e duro, si mostra di nuovo alla mia vista, annusa forte il mio perizoma e si masturba, mentre io annuso il mio costume fantasia, impregnato dal suo odore e faccio altrettanto.
Tengo gli occhi fissi sulla sega che si sta facendo, mentre lui guarda fisso fra le mie cosce, dove io sto titillandomi il clitoride a tutta forza, cerchiamo di rimanere nel più assoluto silenzio, ma a me, ogni tanto, sfugge un gemito di piacere. La circostanza &egrave molto eccitante, la cabina si riempie subito di feromoni, l’odore di sesso e sudore del bagnino la permea ed &egrave molto eccitante, comincio a sentire caldo anch’io e decido di fermarmi un attimo per togliermi il top e rimanere a petto nudo, dando allo sguardo del bagnino un altro motivo di interesse. Ricomincio subito a masturbarmi, premo forte e con movimento circolare sul clitoride, ogni tanto mi penetro con due dita per raccogliere i miei abbondanti umori e lubrificare meglio, il calore sale sempre di più, &egrave estremamente eccitante masturbarmi davanti ad Enzo ed osservarlo fare altrettanto davanti a me, mi sento molto vicina a venire. La mano destra di Enzo intanto si muove a tutta birra lungo l’asta, il movimento di su e giù &egrave molto veloce, mi chiedo se non si fa male ad andare così veloce e con quel impeto, ma la sua smorfia non &egrave di dolore, &egrave di puro godimento, mi osserva e si da piacere. Il respiro gli si accorcia improvvisamente e gli esce quasi un grugno dalla bocca, mentre uno schizzo di sperma, esce veloce dal glande, come sparato fuori e mi colpisce poco sopra al ginocchio, strappandomi un gridolino di sorpresa. Il bagnino viene come una fontana, gli schizzi successivi, più lenti e densi, mi colpiscono la gamba destra, imbrattandomela con grosse gocce calde che mi rigano la pelle, scivolando lente verso il basso, in quel momento non resisto più e, ficcandomi medio ed anulare in profondità nella vagina, esplodo anch’io in un intenso e liberatorio orgasmo.
Trattengo a fatica le grida di godimento che mi vengono istintive, mi schiaccio sulla bocca le mutandine del costume che tenevo davanti al naso, vengo a fiume, la mia figa &egrave un lago di umori, mentre Enzo si spreme fino all’ultima goccia di sperma sopra la mia gamba.
Lo sfinimento finale mi costringe a rilassarmi e cercare di riprendere fiato, Enzo fa altrettanto, appoggiandosi al muro bianco della cabina, continua a stringere in mano il proprio pene e ad annusare il mio perizoma, ma ha lo sguardo ammansito, la sua eccitazione sta velocemente scemando, assieme all’erezione. Ho la gamba destra tutta imbrattata di sperma, le gocce, lente e pesanti, scivolano inesorabilmente verso i sandali che indosso, mi riprendo velocemente per togliere le scarpe, altrimenti mi si sporcherebbero, il braccialetto che indosso alla caviglia invece, &egrave già completamente intriso di sperma. La cabina adesso odora forte di sperma ed umori, Renzo mi rende il mio perizoma e, quando allungo la mano destra per prenderlo, la afferra e se la porta al naso, la annusa con enfasi, il mio odore li &egrave più forte, visto che mi ci sono appena masturbata. Tirando la mia mano verso l’alto il bagnino mi costringe ad avvicinare la faccia al proprio pube, il membro adesso &egrave quasi del tutto ammosciato, &egrave ancora abbastanza allungato, ma sicuramente lo &egrave perché tumefatto dalla propria mano, che continua a stringerlo, sporca attorno al dito indice dello sperma che si &egrave spremuto fuori alla fine. Golosa come sempre, senza nemmeno pensarci, gli lecco lo sperma sul dito, Renzo non se lo aspettava ed apre la mano, dandomi la possibilità di leccargli a piacimento tutta la verga e di dargli anche una succhiata, per ripulirlo completamente. Lui mi ricambia il favore e mi lecca e succhia la mano, ripulendola dai miei umori, quindi me la rende e mi sposta indietro, lontana dal suo pene. Mi guarda e mi sorride, questa volta mi rende davvero il perizoma e quindi si rialza i boxer da mare, io mi alzo in piedi, con molta attenzione a non toccare lo sperma che mi imbratta la gamba, mi tolgo la gonna e con altrettanta applicazione indosso le slip del costume fantasia, quelle con l’odore del cazzo di Renzo, mentre lo faccio gli faccio l’occhiolino, lui capisce e lo ricambia. Indosso anche il reggiseno e finalmente usciamo in spiaggia, prima però controllo che non ci sia sperma sul pavimento. Ho tutta la gamba striata dal seme del bagnino, ma tanto non c’&egrave nessuno, assieme lasciamo le prime impronte sulla spiaggia, guardo ancora l’orologio e mi accorgo che tutto &egrave avvenuto in meno di trenta minuti, ‘Cavoli’ pensavo fosse passato molto più tempo!’, penso mentre entro in acqua a fare un doveroso bagno, devo ripulirmi la gamba.
L’acqua &egrave freddina e mi increspa la pelle, zio Enzo &egrave seduto sul trespolo e vigila su di me, quando esco gli vado vicino e lui scende a terra, per il freddo ho i capezzoli che sembrano voler bucare la leggera stoffa del costume, il bagnino mi fa notare quanto sia trasparente, io lo sollevo e gli mostro le tette, tanto in spiaggia non c’&egrave ancora nessuno.
‘Le vuoi toccare? E’ l’ultima occasione che hai”, gli dico maliziosa, facendolo sorridere di nuovo.
‘Se volevo farlo avrei avuto occasione prima’ vai a farti la doccia e ad asciugarti’ guarda li, hai la pelle d’oca per il freddo’ quando vorrò te ne accorgerai!’, l’ultima frase mi lascia un po’ perplessa, ma mi sistemo il costume e vado a fare la doccia, mi &egrave preso davvero freddo.

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