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Capitolo 11 – La mia storia con una donna sposata

By 14 Agosto 2020Agosto 24th, 2020No Comments

Tornato a casa dei miei genitori me ne andai a letto. Ero decisamente distrutto !! Il mattino seguente mi alzai e me ne andai a lavorare. Ero  più riposato del mattino precedente e fui molto produttivo.

Chiamai Cristina durante la pausa pranzo.

“Amore come stai?”

“Molto male; appena arrivati a casa ci siamo messi a bisticciare; abbiamo continuato a farlo fino a notte inoltrata.”

“Ma su cosa avete bisticciato?” chiesi

“Ma su tutto …. sulla mia proposta delle ferie, ma anche su altre cose futili  ….”

Parlammo ancora un po’ di tempo poi terminammo la telefonata. Pensai che forse  a Cristina   lo stile di vita che conduceva basato solo sul denaro, gioielli, lustrini e paillettes non  andasse più bene e i bisticci continui fossero un segnale che mandava al marito che non sapeva cogliere. Marito che era sempre stato abituato a condurre una vita lussuosa e sfarzosa fin da quando era adolescente. Ci sentimmo brevemente verso sera in quanto il marito Francesco la chiamava in continuazione e la cercava per ogni cosa. Erano i primi di luglio e ci sentivamo regolarmente anche 3 – 4 volte al giorno. Cristina mi diceva per telefono che il marito Francesco non aveva in programma altre trasferte e io me ne rammaricai. Cristina era molto triste e malinconica  e non si curava più, non usciva più, era sempre in casa a non fare nulla  e  pensava a me. Una sera mi chiamò e mi disse  che avevano appena finito di litigare per le ferie estive. La mia proposta che lei aveva fatto a suo marito non l’aveva neanche presa in considerazione e aveva minacciato di toglierle tutti i soldi che Francesco le passava mensilmente. E lei lo aveva minacciato di chiedere il divorzio. Solo dopo accese discussioni erano arrivati a un accordo;  Cristina faceva le prime due settimane con Francesco in montagna e l’ultima settimana Cristina la faceva casa. Cristina non era assolutamente contenta e si mise a piangere. Mi disse:

“Gianluca voglio andare via da qui! Non ce la faccio più!”

Cercai di calmarla e poi dissi:

“Finite le ferie estive, come ti ho già detto, cerchiamo un appartamento e andiamo a vivere da soli …. Devi solo pazientare sessanta giorni ….”

“Me lo prometti ! …” disse

“Stanne certa ….” Risposi

“Ho voglia di vederti amore ….”

“Anch’io amore! Appena tuo marito se ne va di casa mi precipito a casa tua …. “

“Va bene …. Ciao amore ….” Disse

“Ti amo Cristina ….” risposi

La telefonata terminò,  andai a letto e guardai la televisione ma la mente stava pensando a Cristina e a tutto quello che ci eravamo detti per telefono. Cercai di dormire vista l’ora tarda ma feci molto fatica a prendere sonno. Il mattino successivo mentre andavo a lavorare mi chiamò Cristina e mi disse:

“Stanotte abbiamo dormito in camere separate,  ormai non c’è più vita di coppia e ognuno di noi due fa la propria vita ….”

“Posso dirti che il tuo matrimonio è arrivato al capolinea?” risposi

“Gianluca ci manca davvero molto poco!”

Arrivai sul posto di lavoro e salutai Cristina con la promessa che ci saremo sentiti  verso sera sempre se non litigava col marito Francesco. Dopo cena mandai un messaggio a Cristina ma non rispose. Pensai  che stavano  litigando. Era ormai notte inoltrata quando mi arrivò un messaggio da Cristina:

“Scusami amore se non ti ho chiamato ma ho bisticciato con Francesco …. Domani ti racconto!”

Non le risposi e iniziai a dormire.

Il giorno successivo mi chiamò Cristina verso l’ora di pranzo. Mi disse:

“Abbiamo bisticciato, ieri sera, per quanto riguarda le ferie …. Francesco non vuole assolutamente che io faccia con lui solo due settimane ma bensì tutte …. E io non voglio assolutamente …. M’annoio da morire con lui e poi in quell’albergo ….”

“Ma non avevate già concordato le ferie; e non avevate già deciso tutto!” risposi

“Sì ma a mio marito non sta assolutamente bene …. Quindi è ritornato a bisticciare sempre sull’ argomento ferie ….”

“Mamma mia che guerra …. Ti dico di non mollare e tieni duro ….” dissi

Terminammo la telefonata; Cristina era col morale sotto i piedi; la sentivo dal tono di voce. Mi dispiaceva da morire sentirla così. Avrei voluto aiutarla,  darle una mano, tirarla su di morale ma ahimè non potevo fare nulla. Dopo cena mi chiamò e mi disse:

“Francesco parte per la Germania domani mattina  e sta via per 5 giorni …. E’ l’ultima trasferta che fa prima delle ferie estive ….”

“Molto bene! Domani terminato il lavoro sono da te!”

“Certo, ho proprio bisogno  di te …. Ho il morale sotto i piedi!”

L’indomani dopo il lavoro partii per andare da Cristina;  il portone era aperto ed entrai nel garage e Cristina mi stava aspettando lì.  Nessuno dei due disse una sola parola;  ci baciammo dandoci un lungo bacio che mi sembrò durare un eternità. Salimmo le scale arrivando nella zona giorno e ci sedemmo sul divano e Cristina iniziò a raccontarmi tutto quello che era accaduto nei giorni precedenti. I frequenti bisticci col marito, la malinconia, la voglia di stare con me … Cenammo tutti e due insieme e poi guardammo la televisione abbracciati poi andammo a letto. Nessuno dei due aveva voglia di fare l’amore; lei era molto triste ed io ero piuttosto stanco. Il mattino seguente andai a lavorare mentre Cristina prese appuntamento per il giorno stesso dall’estetista e dalla parrucchiera.  Alla sera arrivai a casa e notai che Cristina era più bella del solito e si poteva notare il lavoro del parrucchiere. Cenammo e poi andammo a letto tutti e due in quanto avevamo voglia di fare l’amore. Ci baciammo ed  incominciammo a spogliarci. Cristina mi baciò e mi leccò il collo; Io non resistetti e feci altrettanto. Le sfilai la maglia e notai un reggiseno di pizzo nero che mi fece impazzire. Le baciai e le leccai il collo ancora, giocherellando con i lobi delle sue orecchie. La sdraiai sul letto, le sfilai i pantaloncini corti che indossava  e notai un perizoma coordinato al reggiseno. Mi sfilò i pantaloni e rimasi in boxer. Mi sdraiai sopra di lei e cominciai a  mordicchiare le labbra. Volli baciare  il suo corpo, quindi con la mia bocca iniziai dal collo e scesi sul seno, scostai il reggiseno leggermente per assaggiare e mordicchiare i suoi capezzoli. I suoi gemiti mi facevano intendere che apprezzava. Le sue mani erano appoggiate alla mia nuca e seguivano i movimenti della mia testa. Sfilai con delicatezza l’intimo poi incominciai a far scendere la mia lingua, dai suoi gemiti sembrava gradire,poi mi concentrai sulla figa, leccai le labbra, succhiai e mordicchiai il frenulo del clitoride. I suoi versi aumentarono d’intensità e volume. Poi quella frase:

“Dai Gianluca sì …. dai continua così … Ohhhhhhhh quanto mi sei mancato. … Dai amore che vengo … continua così ….”

Ebbe un orgasmo con abbondante fuoriuscita di liquido. Poi la distesi in posizione supina. A questo punto la penetrai fino ad far sbattere le mie palle al suo bacino; un colpo secco deciso. Mi fermai dentro di lei:

“Siiiiiii che bello!”

Incominciai a scoparla alternando un ritmo lento ad uno più veloce, lei ebbe due orgasmi. Dopo poco dissi:

“Amore sto venendo …”

“Vieni pure dentro amore mio ….”

Venne per l’ennesima volta  ed io quasi nello stesso istante. Rimasi ancora un po’ dentro di lei, poi mi sfilai e le raddrizzò le gambe e un rigagnolo di sperma fuoriuscii dalla sua figa. La baciai, lei ricambiò con ardente passione. E le dissi:

“Ma come mai son già due volte che eiaculo nella tua figa? … Prendi qualche contraccettivo?”

“No non prendo nulla amore …. Anche se rimanessi incinta di te sarei felicissima ….”

“Anch’io sarei felice … Ma prima di aspettare un figlio da me dovresti divorziare dal tuo attuale marito, trovarti un lavoro e una casa per noi due! Non pensi?”

Non ebbi risposta da Cristina; andammo a fare la doccia e poi a letto e c’addormentammo abbracciati.  Il giorno seguente andai a lavorare; Cristina mi aveva detto la sera del giorno precedente che non voleva andare in montagna e passare l’ultimo weekend con me.  Io, invece, volevo andare in montagna se non altro per mitigare il caldo e l’afa opprimenti. Decisi allora di fare qualcosa di diverso e di regalarle un weekend romantico ed indimenticabile prima delle ferie con suo marito. Parlai con i miei colleghi che mi diedero alcuni suggerimenti per passare il weekend. Durante la pausa pranzo pianificai il giro che volevo fare durante il fine settimana. Tornai a casa,  baciai Cristina e dissi:

“Amore lo so che non vuoi andartene in montagna ma io ti voglio regalare un fine settimana romantico e ho pianificato un giro in collina.”

Le spiegai l’itinerario che volevo fare e che cosa volevo vedere. Le dissi che era un giro molto romantico;  avremmo cenato e dormito fuori sabato sera e poi domenica sera saremmo rientrati a casa. Ci pensò un po’ di tempo poi accettò e iniziammo a preparare i due trolley tanto saremmo stati  fuori casa poco più di 36 ore. Cenammo e poi andammo a letto; non facemmo l’amore in quanto Cristina era ancora un po’ triste. Il mattino successivo ci svegliammo di buon’ora e partimmo. La prima tappa era a Susegana  al Castello di San Salvatore col suo borgo medioevale. Non aveva mai visto questa  località quindi parcheggiamo l’auto a valle e risalimmo a piedi lungo la strada che s’inerpicava fino al borgo e al castello. Camminavamo tra vigneti e alberi da frutto. Faceva caldo ma la passeggiata era davvero bella, a Cristina tornò il sorriso e la felicità e lo si vedeva  dal suo volto che era radioso e raggiante. Visitammo il castello dove il custode ci fece da guida illustrandoci la storia del borgo e del castello dalla nascita fino al declino. Ripartimmo per Nervesa della Battaglia; qui la portai a vedere i reperti bellici risalenti alla Prima Guerra Mondiale e poi l’Abbazia di Sant’Eustachio risalente ai primi del Cinquecento. Erano quasi le ore 12:00 e ci fermammo in un ristorante molto carino e non tanto grande con vista sul fiume Piave. Cristina era davvero contenta;  era entusiasta del giro che stavamo facendo. Vedeva posti che prima d’ora aveva solo sentito nominare ma mai visitato. Ci riposammo dopo il pranzo e  poi ripartimmo dopo due ore circa per la terza tappa che era a Collalto col suo castello che visitammo. Una guida c’illustrò la storia del castello dalla nascita fino alla decadenza e poi l’abbandono e l’acquisto da parte del Comune per una  cifra simbolica. Partimmo, quindi, per Follina e andammo a visitare la celebre abbazia di Santa Maria e il relativo monastero dove vivono, ancor’oggi, i monaci cistercensi. Anche qui un frate ci fece visitare l’abbazia e il monastero adiacente facendoci da guida e ci spiegò la storia e le origini dell’abbazia. Terminata la visita erano quasi le 18:00 ed eravamo un po’ stanchi quindi ci dirigemmo all’albergo con spa che era in paese. Aveva quattro stelle e camere e suite eleganti ricavate in una villa del diciottesimo secolo. A Cristina piacque tantissimo!

Prendemmo possesso della camera e poi Cristina volle andare nella spa. Aveva sempre desiderato andare in un albergo con cure termali e  centro benessere. Ritornò in camera dopo un’ora e mezza felice e rigenerata sia fisicamente che mentalmente. Ci vestimmo e per quell’occasione Cristina indossò un elegante vestito blu elettrico con sandali dello stesso colore; ed io pantaloni e giacca in lino grigio chiaro. Cenammo e poi facemmo una breve passeggiata nel piccolo paese e poi tornammo in albergo. La stanchezza si faceva sentire e quindi andammo in camera. Cristina incominciò a spogliarsi. Notai subito il completino rosso vinaccia completamente trasparente che indossava; il perizoma aveva un triangolino trasparente, di tessuto, assai striminzito che copriva a malapena la figa; dietro aveva solo un filo sottile di stoffa che s’intrufolava in mezzo alle chiappe; mentre il reggiseno era totalmente trasparente e si vedevano in modo molto nitido e distinto le areole mammarie. Alla vista di Cristina m’eccitai e iniziai a spogliarmi rimanendo solo con i boxer e andai a letto; lei mi seguii subito dopo. Avevo già il cazzo duro come il marmo e Cristina se ne accorse subito e iniziò a segarmelo sopra i boxer. La baciai romanticamente e slacciai il reggiseno, iniziai a toccare i capezzoli che presto divennero turgidi. Cristina iniziò ad avere il respiro accelerato e ad ansimare.

“Ah basta Gianluca mi fanno male i capezzoli.”

Smisi di stuzzicare i capezzoli e li baciai. Quindi scesi baciando il corpo fino ad arrivare alla figa. Tolsi il perizoma e leccai la figa. Sapevo che a Cristina piaceva da morire il cunnilingus e godeva da matti. Stavolta volli cambiare e mi misi a leccare il frenulo del clitoride con movimenti di lingua molto veloci. Cristina godeva più del solito:

“Ah … sìììì continua ….  amore !!!  Non ti fermare … proprio ora ..  Sììì dai  …. Ah ah ah ah  ah.”

Venne con orgasmo sublime; poi misi Cristina in posizione supina ed io sopra di lei. Aprì le gambe e presi il cazzo in mano e  lo inserii dolcemente nella figa che stava grondando di umori. Ci fu un’ esclamazione di piacere da parte di Cristina che, con le braccia, mi cinse le spalle. Incominciai un movimento ondulatorio piano poi le parole che mi diceva Cristina:

“Oooohh… GianLuca, godo….vengo amore…vengo…siiiiiiiiiiii…!”

Mi fecero aumentare il ritmo scopandola in modo più veloce e con spinte più vigorose. Cristina alzò le gambe e mi cinse il bacino con gli arti inferiori; la penetrazione divenne più lunga e il cazzo sbatteva sul fondo della vagina. Ebbe un secondo orgasmo e infine dopo un bel po’ di tempo venni anch’io.

“Anch’io tesoro……..vengo,…vengo …..eccccoooooo…!!

Tirai fuori il cazzo all’ultimo momento e riversando il mio seme sul ventre. Ci baciammo e c’abbracciamo per diverso tempo e poi facemmo la doccia insieme come nostra consuetudine e andammo a letto e ci addormentammo abbracciati. Domenica mattina verso le 09:00 dopo aver fatto colazione partimmo per Refrontolo,  piccolo paesino  dove si può ammirare il Molinetto della Croda risalente al diciassettesimo secolo. Qui una guida ci fece vedere l’interno del mulino e ci spiegò tutta la storia. Terminata la visita partimmo per un altro paese che era Cison di Valmarino che è forse uno dei borghi più belli  e caratteristici d’Italia. Passeggiando per le sue vie ad ogni angolo si paravano davanti agli occhi antichi edifici pieni di storia e risalenti al sedicesimo secolo. Erano passate le 12:30 e ci fermammo per pranzare. Il ristorante era davvero raffinato ed antico e mangiammo davvero molto bene. Ci riposammo per un paio d’ore e poi partimmo per Revine Lago. Qui c’è, oltre al paese, uno specchio d’acqua, d’origine morenica, piuttosto grande formatosi con l’ultima glaciazione. Il posto era davvero bello e la brezza che arrivava dalle montagne rinfrescava il caldo che c’era quel giorno; quindi Cristina volle fermarsi a prendere il sole. Si tolse il top rimanendo solo col reggiseno a balconcino nero, si tirò su la gonna e si distese al sole. La guardavo, aveva un corpo magnifico ma soprattutto notavo che era felice e questo mi rendeva contento. Vero le  18:00 il sole sparì tra i monti e l’aria divenne un po’ freddina; Cristina s’alzò e volle andare nel bagno di un bar, che era in prossimità del lago, a sistemarsi e poi partimmo per tornare a casa. Durante la strada del ritorno ci fermammo a cenare a Santa Lucia di Piave in un ristorante molto caratteristico e alquanto raffinato. Il cibo era davvero ottimo e si poteva avere un ampia scelta di piatti e di  menù. Pagammo e partimmo per casa. Arrivati a casa scaricai la valigia di Cristina e la portai direttamente in camera da letto. Scesi e notai che Cristina piangeva. Era triste perché ci dovevamo lasciare e dovevano passare ben due settimane per rivederci. Anch’io ero triste e malinconico e non volevo lasciarla. Ero stato troppo bene in questo fine settimana!

C’abbracciammo e rimanemmo così per un tempo che non saprei quantificare; poi lei mi disse:

“GianLuca vuoi fare l’amore con me?”

L’accarezzai il viso e la baciai e dissi:

“Ma certo amore che voglio fare l’amore con te …. Ti amo tantissimo ….”

Salimmo in camera da letto e ci spogliammo e  andammo a letto. Cristina indossava un completo di biancheria intima con reggiseno a balconcino e un seducente perizoma tutto ricamato. Notai che la pelle aveva un colore rosso tenue dovuto al sole del pomeriggio. Le tolsi la biancheria intima e iniziai a baciarla dalla testa ai piedi facendo una lunga sosta sulla figa, la feci girare di schiena e le diedi baci e succhiotti lunga la schiena. Misi una mano tra le gambe cercando la figa calda e trepidante, e infilai un dito, quando l’ho sentii dentro Cristina ebbe un fremito di piacere allargando le cosce. La masturbai lentamente per non interrompere il suo piacere ed intanto la baciavo mentre lei  si muoveva godendosi ciò che le stavo facendo con il mio dito. La misi supina e scesi con la bocca per baciarle la figa, tutta  depilata. Passai la lingua sulla fessura dove faceva capolino il prepuzio clitorideo, aprì  le cosce più che poteva per farsela leccare bene e mi tuffai in quel dolce ben di Dio. Mi spostava la testa per farsela leccare bene.

“Vengoo sììì … vengooo , ancoraa , ancoraa !!!!!“

 Gli  spruzzi mi colpirono il viso. Il mio cazzo era duro da parecchio tempo, m’alzai per infilarlo. Cristina  l’ho prese in mano per imboccarlo; spinsi e lei m’accolse con un:

“Ohhhh  finalmente !“

Incominciai a muovermi con un movimento ondulatorio lento poi non so perché tirai su solo una gamba; tale posizione restringe la figa e la sensibilità aumenta. Cristina mi accarezzava tutto, aveva gli occhi chiusi e godeva, girava il capo ai lati e sussurrava qualcosa d’incomprensibile, avevamo preso un ritmo perfetto, il piacere era sublime per entrambi;

 “Vengoo  …  ancoraa, …. ancoraaa !!“

Ma anch’io ero ormai arrivato al limite del piacere:

 “Vengoo Cristina vengoo!”

Tirai fuori il cazzo riversai il  mio seme sul ventre. Mi distesi supino e lei si distese sopra di me strusciandosi i seni contro il petto, poi mi baciava e m’accarezzava … mi mise una gota sul petto baciandomi ancora. Io cercavo d’essere il più dolce e romantico possibile … Si era fatto molto tardi, si sa che  quando si sta con la persona amata il tempo vola. Andammo a fare la doccia insieme e io mi rivestii per tornare a casa. Ma lei continuava a baciarmi e non voleva che andassi più via e si rimise  a piangere. La consolai dicendo che due settimane passavano presto  ma nella mia mente sapevo che  duravano un eternità. Me ne andai verso le  24:00 e me ne tornai a casa dei miei genitori triste e malinconico.

CONTINUA

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