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Capitolo 12 – La mia storia con una donna sposata

By 14 Agosto 2020Agosto 24th, 2020No Comments

Nei giorni successivi ripresi a frequentare la solita compagnia di amici, che avevo temporaneamente lasciato per stare con Cristina, si stavano organizzando per andare a passare le ferie a Jesolo. M’aggregai anch’io, anche se sapevo che non sarei stato così gioviale e simpatico come tutte la altre volte. Cristina partì i primi di agosto e dopo qualche giorno partii anch’io per il mare. I miei amici che mi conoscevano molto bene s’accorsero che non ero il solito Gianluca ma ero piuttosto silenzioso e malinconico. Prendevo il sole in disparte e non partecipavo ai giochi che i miei amici facevano sulla spiaggia. Ogni tanto davo qualche sbirciatina al cellulare tanto per vedere se m’arrivava qualche messaggio da Cristina. Ma purtroppo nulla. Alla sera uscivamo per andare a fare baldoria a Jesolo, oppure andavamo in discoteca con l’intento di rimorchiare qualche bella ragazza ma io ero sempre trascinato dai miei amici. Non c’era una volta che io prendessi l’iniziativa per passare la giornata o la serata un po’ diversa dal solito. Non era da me questo comportamento. I giorni passavano in modo molto lento e noioso. Non vedevo l’ora che le due settimane terminassero ed invece era passato solo qualche giorno. Un giorno mi arrivò un messaggio da Cristina:

“Mi manchi Gianluca … Ti amo tanto …”

“Anche tu mi manchi …. Le mie giornate sono vuote senza di te!” risposi

 Non ebbi risposta ma ero felice che Cristina avesse trovato il tempo d’inviarmi un messaggio.  La felicità di quel messaggio fu ben visibile ai miei amici che non capivano nulla di quanto mi stesse succedendo. Era passata la prima settimana e stavo facevo il conto alla rovescia. Sapevo che la domenica successiva Cristina sarebbe tornata a casa e anch’io avrei fatto la stessa cosa. A Ferragosto i miei amici vollero fare una grande festa; avevano organizzato la cena in spiaggia con un falò e avremmo mangiato braciole e costine cotte alla griglia il tutto accompagnato da molte birre. Andammo a letto quando il sole iniziava a sorgere stanchi, stufi e alticci; ci svegliammo dopo mezzogiorno. Arrivò finalmente domenica,  feci i bagagli e partii per casa. Nella mia testa sapevo che anche Cristina aveva fatto la stessa cosa e questo m’eccitava particolarmente, avevo voglia di vederla, abbracciarla, baciarla,  di stare insieme a lei. Il viaggio di ritorno fu decisamente lungo;  appena uscito dal centro abitato di  Jesolo trovai una coda di macchine che facevano ritorno a casa e ci vollero diverse ore per ritornate a casa dei miei genitori. Ero decisamente abbronzato; i giorni d’esposizione al sole avevano donato alla mia pelle un colore piuttosto ambrato e molte persone mi dicevano che ero un bel figo.  Cenai con i miei genitori e poi andai in camera mia a guardare la televisione. Ero decisamente su di giri in quanto l’indomani sarei andato a casa di Cristina. Dormii pochissimo per non dire nulla. Il mattino successivo m’alzai , mi feci una doccia,  mi vestii in modo elegante e  partii per andare da Cristina ma prima le inviai un messaggio:

“Amore sto arrivando!”

Non ebbi una risposta e partii lo stesso. Arrivato a casa di Cristina notai che era tutto chiuso e mi preoccupai e non poco. Iniziai a pensare che suo marito Francesco non le aveva permesso di tornarsene a casa, oppure Francesco era ritornato a casa con lei.  Stavo per andarmene via quando mi chiamò Cristina:

“Ciao amore … Mi sono appena svegliata!”

Parcheggiai l’auto ed entrai in casa. Ci baciammo e c’abbracciammo. Notò subito il bel colore ambrato della mia pelle e mi disse:

“Wow, sei proprio bello quando sei abbronzato!”

La baciai e poi dissi:

“Anche tu per me sei sempre bella!”

Ci baciammo ancora. Lei indossava un babydoll alquanto trasparente  che faceva vedere il suo magnifico corpo. Non indossava il reggiseno e sotto aveva uno striminzito perizoma che copriva a mala pena la figa depilata. Avevamo tutti e due un gran voglia di fare l’amore e quindi finimmo in camera da letto. Mi spogliai e mi distesi sul letto e lei si tolse quei pochi indumenti che indossava. Cominciai col leccare i seni, i suoi capezzoli s’inturgidirono immediatamente, erano un piacere da succhiare e mordicchiare, ci baciammo a lungo; ma ben presto lei mi prese la testa con le mani spingendomela verso la figa. Tolsi il perizoma e iniziai a leccarla. Dopo le prime leccate disse:

“Oh ma da quanto tempo che non provavo un piacere così. … Continua GianLuca dai … sììììì.  Dai che sto  per venire …. !”

Ebbe  un orgasmo; mi tolse da in mezzo alle gambe e si mise in posizione fetale su un fianco e così rimase per qualche secondo. Si riprese quasi subito e  mi fece mettere in posizione supina, mi fece allargare bene le gambe e la braccia; prese dei collant da un cassetto e iniziò a  legarmi mani e piedi. Ero bloccato e non potevo fare nulla,  solo subire quanto mi veniva fatto da Cristina. Mi prese il cazzo e iniziò a farmi una  sega. Quando lo sentì abbastanza duro s’infilò il cazzo fino ai coglioni molto lentamente. Rimase immobile per qualche secondo poi iniziò un andirivieni piuttosto lento. Decise, poi, di portare le braccia all’indietro  facendo oscillare il bacino su e giù. Tale posizione stimola la parete anteriore della vagina e anche il punto G.  A Cristina piaceva oltremodo in quanto la stimolazione era massima e dopo poche oscillazioni di bacino ebbe  un secondo orgasmo. Si accasciò; si riprese e ricominciò i movimenti oscillatori del bacino. Anche a me piaceva tantissimo; la stimolazione era principalmente sul glande; era una cosa a dir poco sublime. Dopo poco dissi:

“Amore sto per venire. Togliti !….”

Lei non si tolse in quanto arrivò il terzo orgasmo e contemporaneamente venni anch’io nella figa. Si accasciò su di me dicendomi:

“Scusami amore se non mi sono  tolta ma questa posizione mi fa raggiungere il massimo del piacere e ho perso il controllo. … E poi avevo una voglia da matti di fare l’amore con te!! …..”

C’alzammo dal letto e ci facemmo la solita doccia insieme, quindi scendemmo in cucina perché Cristina doveva fare la colazione; e mentre mangiava mi raccontò di come erano andate le due settimane di ferie con suo marito Francesco. Mi raccontò che siccome Francesco l’aveva obbligata a fare le ferie con lui e minacciata di toglierle il denaro, che aveva a disposizione mensilmente, più volte durante i bisticci nei mesi precedenti  si era vendicata. Aveva portato con se per i quattordici giorni di vacanza col marito vestiti e tutta biancheria intima alquanto sexy e molto succinta che aveva indossato in sua presenza; inoltre spesso e volentieri girava completamente nuda per la stanza d’albergo in sua presenza.  Col disturbo che aveva Francesco significava sborrare nei pantaloni e nelle mutande ogni volta che vedeva sua moglie che indossava biancheria sexy oppure era nuda. Mi raccontò che  una sera indossò un completo intimo particolarmente provocante che giocava molto sulle trasparenze e una gonna abbastanza corta. Scendemmo nel salone dell’albergo per consumare la cena e senza che nessun altro ci notasse presi la mano di Francesco aprì le gambe  mi toccai la figa con la sua mano. Francesco venne nei pantaloni e dovette salire in camera, velocemente, a lavarsi e cambiarsi in quanto si vedeva la macchia di sperma sui pantaloni. Ridemmo tutti e due!

Io raccontai di come e di cosa avevo fatto durante le ferie a Jesolo; mare, sole, pizza la sera e passeggiate sul lungomare. Così la mattinata passò molto velocemente senza che nessuno dei due se ne accorgesse. Verso le 12:00 Cristina si mise a preparare il pranzo e dopo un  oretta circa pranzammo, terminato l’aiutai a rassettare la cucina e proposi a Cristina di  fare una gita al mare visto che era una bella giornata di sole e faceva caldo.  Le suggerii, quindi, di andare a Caorle. Oltre che località turistica balneare ha  anche un centro storico risalente all’epoca romana. A Cristina piaceva molto il mare ma  a suo marito invece no; quindi erano diversi anni che nessuno la portava in una località balneare. Fu felicissima di fare questa gita. Andammo a vestirci; io feci molto presto mentre lei si attardò di qualche minuto. Scese dalle scale indossando un top bianco di lino e una gonna di colore lilla, sempre di lino che arrivava a metà coscia e sandali con tacco 10 bianchi. Il tessuto era alquanto trasparente lasciava intravedere il sedere e il seno dando netta impressione che Cristina non indossasse la biancheria intima. Era un mix di eleganza e sensualità. Partimmo in auto e dopo un’ oretta di viaggio arrivammo a Caorle. Faceva molto caldo e per mitigare l’afa e la calura  passeggiammo sul lungomare. Cristina era felice e contenta della gita tanto che le proposi di andare a farne l’indomani in un’altra località. Piacque l’idea a Cristina. Sottobraccio visitammo il centro storico di Caorle e poi volle vedere il tramonto sulla spiaggia e infine cenammo, in un rinomato ristorante, a base di pesce  e tornammo a casa.  Arrivati a casa andammo in doccia; io aprii la doccia  e ci bagnammo tutti e due, poi mi guardò e disse:

 “Ti posso lavare io! … Non l’ho mai fatto a un uomo …”;

 “Ma certo …. Fai pure …” risposi

Prese un spugna, la riempi di sapone ed iniziò ad insaponarmi il torace, guardandomi e sorridendomi. Mi insaponò tutto, scese sino al cazzo, che era duro, lo prese e lo lavò, mi insaponò le palle, mi fece il segno di girarmi, passò alla schiena, le natiche e le gambe.

“Ho finito!  Adesso lavami tu  …”

Mi passò la spugna, era un chiaro invito a lavarla. Iniziai dalla gola, scesi fino ai seni, mi chinai e presi un capezzolo tra le labbra, lei si mise a ridere, mi prese il cazzo e inizio a segarmi, nel frattempo ci baciavamo con frenesia. Misi la mano tra le cosce, le misi un dito in figa e iniziai a masturbarla, interruppi la masturbazione, presi la coscia la sollevai, m’avvicinai guidando il cazzo fino ad entrare nella figa. Questa volta, nonostante l’eccitazione, la scopata fu molto lunga non saprei quantificare il tempo ma durò parecchio, la scopavo con veemenza, senza sosta, ad un certo punto tirai fuori il cazzo e 5 – 6 fiotti si sperma si posarono sul ventre di Cristina. Ci rilavammo e poi uscimmo dalla doccia c’asciugammo per bene con due morbidi accappatoi e andammo a letto, lei era sorridente e visibilmente soddisfatta e c’addormentammo abbracciati. Il mattino seguente Cristina mi svegliò presto in quanto voleva andare a fare un’altra gita in una località marittima. Facemmo colazione insieme, poi proposi a Cristina due località; Grado – Aquileia oppure Portorose In Jugoslavia. Cristina scelse Portorose,  rinomata località turistica che si trova nell’odierna Slovenia molto chic e assai rinomata.  Ci vestimmo e come al solito  mi vestii molto velocemente mentre Cristina si attardò un po’ più. Scese dalle scale e indossava un top giallo in lino e un paio di pantaloncini di lino bianchi molto corti e alquanto attillati che facevano risaltare il culo. Sandali gialli tacco 10. Partimmo e dopo due ore arrivammo a Portorose; la giornata era molto calda e la brezza che arrivava dal mare mitigava il caldo e l’afa opprimente di quel giorno. Passeggiammo sul lungomare e poi lungo le vie di Portorose poi volle fare alcuni acquisti per noi da portare nella casa che avevamo intenzione di prendere in affitto terminate le vacanze. Poi girando per negozi le venne in mano un depliant che parlava di spiagge per nudisti e un depliant per alberghi con terme. Mi chiamò e mi disse che era decisamente incuriosita dal contenuto dei due depliant e li volle portare a casa. Terminata la visita a Portorose tornammo verso casa. Lungo la strada del ritorno Cristina volle fermarsi a Capodistria, altra località turistica assai rinomata. Facemmo un giro per il centro visitando la parte della città vecchia che risale all’epoca della colonizzazione greco – romana. Era ormai tardo pomeriggio e Cristina volle andare a vedere il tramonto in riva al mare. Abbracciati guardammo il sole che tramontava. Cenammo in un ristorante vicino al mare in un posto romanticissimo reso tale anche dalla luna piena che si specchiava sull’acqua e dallo sciabordio del mare. Partimmo per tornare a casa Cristina durante il tragitto prese sonno in auto; aveva la pelle rossa del viso e delle gambe  bruciata dal sole preso durante la giornata. Arrivammo a casa e io la svegliai con tanti piccoli bacetti sulla bocca. Facemmo la doccia insieme e poi andammo a letto; Cristina era distrutta ma io avevo voglia di fare l’amore con lei. Rimandai al mattino appena svegliato. Il mattino seguente mi svegliai verso le  09:30 e Cristina non era a letto. Peccato,  avevo voglia di fare l’amore con lei. Scesi e andai in cucina,  Cristina stava preparando la colazione per me. La baciai calorosamente e le chiesi:

“Amore, oggi che cosa vuoi fare ?”

“Tesoro, ho tutta la pelle delle gambe e del viso bruciata dal sole; non ti dispiace se oggi non andiamo al mare e facciamo qualcos’altro?”

“Non c’è problema amore; dove vuoi andare allora? … Si potrebbe andare a vedere Venezia e le isole della laguna, oppure Verona o Vicenza;  … scegli tu amore!”

“Sì, andiamo a vedere Venezia e le isole principali!” mi disse.

Quindi ci preparammo per andare a Venezia; come sempre Cristina era stupenda nonostante indossasse delle semplici scarpe da ginnastica e un vestitino bianco di lino alquanto semplice. Partimmo,  andammo a prendere il treno per arrivare a Venezia. Camminammo per le calli veneziane e poi prendemmo il traghetto per andare a vedere Murano; poi Burano ed infine Torcello. Tornammo a casa verso il tardo pomeriggio e ci riposammo stanchi della gita.  Ci sedemmo  sul divano; Cristina era felicissima d’aver fatto la gita a Venezia,  era quando era adolescente che non la visitava. Andammo a fare la doccia insieme;  cenammo e una volta rassettata la cucina ci sedemmo fuori sotto il portico. Cristina  m’abbracciò e mi baciò e poi mi disse:

“Ma Gianluca,  mi ami veramente?”

Ci guardammo negli occhi senza dire una parola.

“Ma come ti vengono certe cose amore … Ma certo che ti amo tantissimo Cristina ….”

“ Sei la donna dei miei sogni!?!…  Non ho nessuna intenzione di perderti per niente al mondo!”

“E tu Cristina?”

“Certo che ti amo Gianluca!”

Ci fu un silenzio tombale tra me e lei e Cristina m’abbracciò e mi disse:

“Amore, rientriamo e andiamo a letto!”

Capii   che Cristina voleva fare l’amore; salimmo le scale e andammo nella nostra solita camera da letto e ci spogliammo. Ci baciammo in modo molto tenero e amorevole tolsi il perizoma e mi misi quasi ai piedi del letto in ginocchio e  le allargai le cosce. Il suo odore, era buonissimo e inebriante, la vista della sua figa aperta calda e rosea mi faceva eccitare oltremodo!

Cristina era supina, abbassai  la testa iniziando a leccare i suoi umori che fuoriuscivano, tra il solco intergluteo  dove erano colati, all’esterno dalle grandi labbra, così iniziai a leccargliela davvero con veemenza, ma specialmente sul clitoride.  M’allargò le labbra della  figa in modo tale che il frenulo clitorideo fosse in primo piano e la mia lingua c’arrivasse più facilmente. Uscirono tanti umori che io leccai e  bevvi tutti. Dopo un po’ di tempo sentii il frenulo clitorideo indurirsi sempre di più.

“Dai amore …. continua così .. .. Dai che sto per venire ….”

Inarcò la schiena e  gli occhi si voltarono all’indietro.  Alzai i miei occhi e vidi i suoi capezzoli che si inturgidirono  e mi disse:

“Vengo … Ah ah ah ah …”

La lasciai rilassare qualche minuto e intanto massaggiavo delicatamente l’interno cosce. Ricominciammo a  baciarci con passione, avevo talmente il cazzo duro che non ce la facevo più; così le alzai le gambe dalle caviglie e glielo inserii dentro la sua figa  con facilità. Iniziai a scoparla davvero forte ma la mia voglia è talmente tanta che nemmeno dopo due minuti mi uscii il cazzo dalla sua figa a causa dei suoi eccessivi umori. Lei con la mano prese il mio cazzo per rinfilarselo e ricominciai a scoparla con passione ma non troppo velocemente, in quanto volevo godermi la scopata il più a lungo possibile, lei come sempre godeva tantissimo. A Cristina piaceva talmente tanto che venne con un secondo orgasmo:

“Ah Sììììììììì!”

Continuai a scoparla ancora per un po’ di tempo poi venni anch’io, tirai fuori il cazzo iniziai a segarmelo e tanta crema calda finì  sul ventre. Ci baciammo e ci coccolammo per un po’ di tempo. Cristina mi disse:

“Amore mio … ti voglio per sempre!”

La baciai e amoreggiammo poi andammo a farci la doccia. C’asciugammo e andammo a letto e ci addormentammo abbracciati.

CONTINUA

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