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Capitolo 13 – La mia storia con una donna sposata

By 14 Agosto 2020Agosto 24th, 2020No Comments

Il tempo volava ed eravamo già a metà settimana; la giornata non era affatto bella , anzi tutt’altro; il cielo era nuvoloso e la temperatura era scesa di qualche grado e poi c’era un’aria alquanto fastidiosa. Decidemmo quindi di rimanere a casa e ne approfittammo per andare al supermercato per fare la spesa e poi andammo in diverse agenzie immobiliari per cercare un appartamento in affitto. Cristina era felice e alquanto galvanizzata!

La mattinata volò letteralmente e arrivammo a casa verso l’ora di pranzo. Sistemammo la spesa e Cristina preparò il pranzo, che come sempre era davvero buono. Il pomeriggio lo passammo insieme abbracciati sul divano a guardare la televisione. Giovedì il  tempo era davvero brutto e pioveva a tratti; c’alzammo ed eravamo indecisi su cosa fare;  proposi di andare a vedere qualche città storica oppure andare a visitare qualche museo e qualche galleria d’arte, ma Cristina scartò le  mie idee in quanto lei aveva freddo; quindi rimanemmo a casa. Verso metà mattinata ricevetti una telefonata da un’agenzia immobiliare.

“Ho trovato un appartamento e se vuole lo possiamo andare a vedere nel tardo pomeriggio sempre  se oggi è libero da impegni ovviamente ….”

Consultai velocemente Cristina e dissi che m’andava bene nel tardo pomeriggio. Rimanemmo a casa tutto il giorno poi verso le 17:00 circa ci vestimmo per andare a vedere la casa. C’incontrammo con l’agente immobiliare; persona gentile e molto educata. Andammo con le rispettive auto arrivammo sul posto e incontrammo il padrone di casa che c’illustrò l’appartamento e ci fece vedere le varie stanze. La casa era abbastanza piccola e due persone ci stavano a malapena ma in previsione della nascita di un eventuale figlio la convivenza nell’appartamento era davvero sacrificata. Feci notare all’agente immobiliare che la casa  era per due persone e un eventuale figlio e non per un single. Ringraziammo il padrone dicendo che la casa era carina ma piccola per 2/3 persone e ce ne andammo. Visto che non eravamo usciti in quei due giorni proposi a Cristina di andare a cenare in ristorante così lei non doveva preparare la cena. Accettò di buon grado ma prima dovevamo passare per casa a cambiarci. Arrivammo a casa;  Cristina volle farsi una doccia e quindi me la feci anch’io. C’asciugammo e ci vestimmo; io mi vestii indossando giacca e cravatta mentre per Cristina ci volle un po’ più di tempo e l’aspettai in salotto. Scese dalle scale  e indossava un vestito nero; la gonna era lunga fino ginocchio e aveva diversi  pezzi di tessuto tulle trasparente che lasciavano intravedere le gambe; mentre la parte superiore  aveva le maniche a tre quarti ed ampie zone in tessuto tulle trasparente. Erano  coperti  a malapena il seno e i fianchi; sandali con tacco 10 e un giubbotto sempre di colore nero abbinato al vestito. Un trucco leggero  che esaltava occhi e labbra.  Come sempre era uno schianto!

Trovammo un ristorante molto elegante e chic in collina; era un po’ distante ma ne valeva sicuramente la pena d’andarci. Arrivammo al ristorante dopo quasi un’ oretta di viaggio in auto. Il ristorante era davvero bello e raffinato con un arredamento, caratteristico  e tipico della zona collinare – montana. Mangiammo in un tavolo accanto alla finestra a lume di candela; anche se il tempo non era dei più belli si potevano vedere le colline coltivate a viti e i campi a foraggio. Le pietanze  erano  buone, raffinate e soprattutto ricercate nei sapori,  talvolta abbinando cibi strani. Il vino era buono ma soprattutto pregiato e di gradazione alcolica non eccessiva. Aveva la giusta temperatura per cui non percepivi la gradazione alcolica e quindi io e Cristina ne bevemmo quasi due bottiglie. Terminammo la cena col dolce e poi col caffè corretto per chi voleva. Cristina volle provare a prendere il caffè aggiungendo un po’ di grappa, nonostante non fosse abituata a bere superalcolici. Le piacque molto la grappa, ma gli effetti, si fecero sentire non molto tempo più tardi complice forse anche il vino bevuto durante il pasto. Pagai il conto, salimmo in auto e tornammo verso casa. Cristina era decisamente allegra e rideva per un nonnulla! Seduta sul sedile del passeggero rideva e mi faceva il solletico. Iniziammo a giocare e a stuzzicarci. Complice il vestito alquanto provocante iniziai accarezzare le gambe e lei giocava a tirare su e giù la gonna. Andammo avanti così per un bel po’ di tempo poi non so se lo fece di proposito oppure sbadatamente tirò su la gonna fino a farmi vedere il perizoma. Era di color nero ed era particolarmente audace. Era di un tessuto trasparente, come gl’inserti della gonna, insomma si vedeva la figa in tutta la sua bellezza. Rimasi sbigottito nel vedere Cristina con addosso un tipo d’abbigliamento così sexy e trasgressivo. Lei intanto rideva e mi diceva:

“ Ti piace il perizoma amore?”

“Bellissimo e particolarmente trasgressivo … “ risposi

Con la mano risalii lungo la coscia fino all’inguine e poi sulla figa e incominciai a toccargliela sopra la stoffa del perizoma. Lei in un primo momento strinse le gambe poi le allargò più che poteva. Il respiro divenne affannoso e capii che incominciava a godere e me ne accorgevo dell’espressione del suo viso. Non eravamo ancora arrivati a casa e mancavano ancora 15 – 20 minuti d’auto. Mi ripromisi di scoparla a casa e non in auto; quindi continuai a palpare la figa avendo cura di toccare il clitoride e le piccole labbra in modo alternato sempre sopra la stoffa del perizoma. Avevo il cazzo che era dritto e duro come il marmo; Cristina non me lo toccava in quanto era intenta ad indirizzare la mia mano verso le zone più erogene della figa dove percepiva il massimo del piacere. Accelerai per arrivare a casa il più presto possibile. Arrivammo a casa e parcheggiai l’auto in garage. Scendemmo dall’auto io e Cristina quasi simultaneamente; la presi per mano e la spinsi contro la parete e ci baciammo avidamente. Una mano di Cristina si posò sul mio viso mentre l’altra armeggiava con la cerniera dei pantaloni; l’aiutai e i pantaloni scesero a livello dei piedi;  tirò fuori il cazzo e iniziò a segarmi in modo molto veloce. Le tolsi il perizoma, ma non ricordo come, e toccai ancora la figa che era inzuppata di umori. Decisi quindi di scoparla;  la presi in braccio allargando le gambe e infilai il cazzo in figa;  lei si era avvinghiata alla mia schiena con le braccia e le gambe ed io l’afferrai per i glutei. Infilai il cazzo in figa che era a dir poco fradicia e con un ritmo serrato iniziai a scoparla. Godevamo tutti e due ad un certo punto sentii stavo per venire; non so come feci ma all’ultimo momento tirai fuori il cazzo dalla figa e sborrai. Ci baciammo e c’abbracciammo a lungo e la passione e l’ardore si attenuarono molto molto lentamente.  Salimmo le scale e Cristina era assai felice e rideva; forse i fumi del vino non avevano ancora esaurito l’effetto. C’andammo a fare la doccia e c’asciugammo con degli accappatoi morbidissimi e poi andammo a letto e ci addormentammo abbracciati.

Il mattino successivo mi svegliai verso le  09:00; Cristina stava ancora dormendo; la toccai ma lei non reagì; pensai che stesse dormendo profondamente. Scesi in cucina e preparai la colazione per tutti e due. Poi misi tutto su un vassoio e mi recai in camera da letto. Iniziai a baciarla con piccoli baci per svegliarla. Lei aprì gli occhi e mi disse:

“GianLuca sto male … Ho un mal di testa tremendo! .. Ma ieri sera che cosa abbiamo combinato? … Che non ricordo più nulla?”

Iniziai a raccontare ciò che avevamo combinato la sera precedente; soprattutto il vino che lei aveva bevuto e quanto ne aveva bevuto e poi la grappa col caffè; i giochi con la gonna e con il perizoma e poi la passione tra noi due che esplode in garage, la doccia insieme e poi letto.

“ Non mi ricordo nulla amore …”

Faticosamente si mise seduta sul letto e iniziò a fare la colazione. Non aveva appetito quindi bevve solo il caffè forte che le avevo preparato appositamente. Si rimise a letto e mi disse:

“ Amore,  stamane rimango a letto ….”

La baciai sulla bocca ed effettivamente aveva l’alito decisamente pesante. Scesi e andai in cucina e  sistemai ciò che mi era servito per preparare la colazione e mi sedetti sul divano in attesa di Cristina. Ogni tanto andavo a trovarla e le chiedevo come stava e se la cefalea le stava passando. Ma lei mi diceva che era sempre costante e non accennava a diminuire. Verso le 12:00 chiesi se voleva pranzare  ma mi disse assolutamente che non voleva toccare cibo per quel giorno. Andai in gastronomia e mi presi da mangiare il pranzo e la cena.  Pranzai e poi tornai in camera da letto per vedere come stava Cristina. M’accorsi che dormiva,  la baciai e la lasciai dormire. Verso metà pomeriggio si svegliò e s’alzò dal letto; scese dalla zona notte e arrivò in salotto. Mi baciò,  si sedette vicino a me abbracciandomi; guardammo la televisione per il resto del pomeriggio. Cenammo e andammo a letto. Domenica mattina ci svegliammo,  Cristina stava molto meglio; la sbornia le era passata e ritornò la donna che conoscevo da sempre. C’alzammo e facemmo la colazione poi purtroppo andai a preparare le valigie in quanto nel pomeriggio me ne sarei dovuto tornare dai miei genitori e Cristina mi diede una mano anche se vedevo che era triste e malinconica.  Il fare i bagagli venne spesso e volentieri interrotto da numerosi baci e abbracci. Pranzammo,  poi Cristina con la scusa di darmi una mano a portare giù le valigie salì in camera e si spogliò e si distese a letto. Rimasi attonito per qualche secondo; poi mi spogliai con molta calma mi avvicinai al letto e mi distesi e la baciai. Mi misi sopra di lei, e la  penetrai, ero molto arrapato, Cristina mi toccava la  schiena e mi baciava. La  invitai ad aprire di più le gambe. Entrai tutto fino ai coglioni piano piano, poi lo estrassi quasi tutto, e poi riaffondai fino alle palle:

“Sto godendo!…

Non le dissi nulla, accelerai il ritmo.

 “Godo!… Ohhhh! Sìììì!… Sììì!…. Godoooooo!”

Gridò in preda all’orgasmo. Io  rallentai … il  mio respiro era affannoso, mi calmai, e mi  rilassai. Cristina era  contenta  e mi baciò teneramente, con cura, come si fa con una cosa preziosa. La feci alzare, si sdraiò al mio fianco, e la baciai ancora. Cristina prese in mano il  cazzo, che era marmoreo  ed iniziò a segarmelo e contemporaneamente  mi  baciava sul  petto e sulla  pancia. Il mio pene era impregnato  dei suoi umori. Si mise sopra di me impalandosi e se lo spinse fino ad arrivare ai coglioni. Rimase immobile per alcuni secondi poi iniziò un lento movimento ondulatorio ed infine portò le mani dietro le spalle in modo che il cazzo fosse a stretto contatto con la parete anteriore della vagina. Mi ricordai in tale posizione Cristina raggiungeva il massimo dl godimento. Iniziò un movimento lento poi sempre più veloce. Venne con un orgasmo portentoso e s’accasciò su di me. Con un sorriso alquanto malizioso riprese il movimento ondulatorio di bacino abbastanza velocemente finché le dissi:

 “Amore guarda che sto per venire ….”

Continuò il movimento non curante di ciò che le avevo detto poc’anzi.

Sborrai in figa  abbondantemente e dissi a Cristina:

“Amore ti son venuto ancora in figa!  … Vuoi proprio rimanere in cinta! … Insomma!”

Sorrise  e  mi disse:

“Ma no amore mio … Dovrebbero arrivarmi le mestruazioni nei prossimi giorni ….”

“Speriamo,  altrimenti sarebbe un bel casino …” risposi

Cristina non mi rispose; andammo in doccia e poi mi vestii e me andai tra le lacrime di Cristina.

CONTINUA

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