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Capitolo 9 – La mia storia con una donna sposata

By 14 Agosto 2020Agosto 24th, 2020No Comments

La casa era perfettamente pulita e in perfetto ordine in quanto sabato, quando noi due eravamo partiti, era arrivata la colf per fare le pulizie e riassettare la casa. Notai sul volto di Cristina una smorfia di dolore e le chiesi:

“ Tesoro che cos’hai?”

“ Ho male al basso ventre …. E credo che mi stiano arrivando le mestruazioni ….”

Andammo letto, c’abbracciammo e prendemmo sonno quasi subito in quanto eravamo esausti dalla giornata intensa. Il mattino seguente, era lunedì, andai a lavorare felice e contento ma un po’ stanco e soprattutto rilassato mentalmente. Staccare dalla solita routine con un weekend in montagna era stato un toccasana per me e poi ero stato con Cristina. Mi arrivò un messaggio da Cristina che mi diceva:

“Gianluca mi è arrivato il ciclo!”

Risposi:

“Pazienza tesoro, anche se non scopiamo ogni sera ti amo lo stesso ….”

“Sei un amore di uomo; e non ti lascerò mai più ….”mi rispose.

Poi mi disse:

“Mi ha chiamato mio marito Francesco!”

Mi disse che la telefonata era stata molto fredda, veloce e sbrigativa.

“Mi ha chiesto come stavo io e se a casa andava tutto bene. Io risposi che era tutto a posto e conducevo la solita routine.”

La telefonata terminò bruscamente. Mi disse inoltre che sarebbe andata nel solito centro estetico a  farsi la manicure e pedicure e che se non mi trovava a casa al mio rientro di non preoccuparmi. Ci salutammo e io quel giorno ne approfittai per fare qualche ora di straordinario in modo da integrare  il mio stipendio. Qualche cosa in più in busta paga  mi faceva comodo. Tornai a casa e Cristina era appena arrivata.

“Come mai a quest’ora?“ mi chiese

“Ho fatto un’ora di straordinario ….”

Ci facemmo la doccia insieme e poi diedi un aiuto a preparare la cena che consumammo dopo circa un’ oretta e poi ci sedemmo in salotto e guardammo la televisione abbracciati e poi andammo a  letto. Conducemmo questo tipo di vita fino a venerdì quando arrivato a casa caricai le valige e partimmo per la montagna. La giornata non era soleggiata anzi tutt’altro e le previsioni del tempo parlavano di pioggia per tutto il weekend ma Cristina volle partire lo stesso. Mi disse:

“Voglio andare nel nostro nido d’amore ….”

La guardai con una faccia interrogativa e poi capii che la casa in montagna era diventata il nostro nido d’amore. Partimmo e verso metà strada iniziò a piovere; arrivammo a San Martino di Castrozza e scendeva acqua mista a neve. E dissi a Cristina:

“Vedrai che domattina quando ci svegliamo sarà tutto innevato il paesaggio ….”

Cenammo con una pizza acquistata in una pizzeria sulla strada e poi andammo a letto in quanto faceva molto freddo nonostante io avessi acceso la stufa. Cristina mi disse:

“ Il ciclo è terminato e ho voglia di fare l’amore!!!”

“ Va bene tesoro!” risposi

Ci spogliammo completamente e iniziammo a baciarci poi  m’adagiai sul letto e lei si stese su di me, baciandomi il collo ed accarezzandomi, mentre i suoi capezzoli turgidi sfioravano il mio petto. L’accarezzavo delicatamente con entrambe le mani, ed ogni tanto lei si lasciava scappare un piccolo gemito. Mi era venuto piuttosto duro, a quel punto, e notai che anche lei si stava bagnando. Mentre stava stesa su di me, ritrasse lo stomaco in modo da formare un arco, scese verso il basso, fino ad arrivare al mio cazzo imboccandolo sulla vagina.  Entrai in lei molto facilmente. Restammo  immobili ed in silenzio, potevo sentire il battito cardiaco che era accelerato. Ogni tanto lei stringeva i muscoli della vagina  intorno al mio cazzo, e poi li rilassava. Cominciai a muovermi delicatamente tirandolo quasi tutto fuori, e tornando dentro molto lentamente, e ogni volta che tornavo dentro lei gemeva leggermente. Riprese a stringere i muscoli della vagina ogni volta che entravo, e questo aggiunse piacere per cui cominciai a godere. Cominciò a muoversi insieme a me, ad un ritmo regolare, andando avanti e indietro. Potevo avvertire il suo respiro diventare più profondo, proprio come il mio. Chiusi gli occhi e gemetti, e ciò la fece eccitare ancora di più, e lei aumentò il ritmo  più velocemente, al che io feci altrettanto. Il ritmo non era più così lento, ed era palese che stava sopraggiungendo l’orgasmo.

“Ah sìì,  continua Gianluca dai che mi fai godere! … Mi raccomando non ti fermare! …. Dai che così mi fai venire!”

S’appoggiò con i seni al mio torace. Sapevo che ero ormai prossimo all’eiaculazione mi girai in modo da essere sopra di lei. Mossi il bacino  più velocemente che potevo e lei godeva intensamente. Potevo sentirla stringersi sempre di più su di me. Improvvisamente gridò e m’abbracciò stretta contro di se e venne.

“Ah sììì vengooo!”

 La lasciai riprendersi poi continuai col movimento e dopo poco venni anch’io tirando fuori il cazzo dalla figa e sborrai sulle gambe di Cristina. Facemmo una doccia e poi andammo a letto e abbracciati prendemmo sonno quasi subito. L’indomani ci svegliammo e guardando fuori dalla finestra vedemmo la neve che era venuta copiosa per tutta la notte. C’erano almeno 25 – 30 centimetri di neve che coprivano ogni cosa e creavano un paesaggio quasi surreale. Il freddo era decisamente pungente, facemmo colazione e uscimmo e giocammo a tirarci le palle di neve. Ci divertimmo tantissimo!

Eravamo contenti e felici e lei me lo dimostrava in ogni momento della giornata. Terminato il pranzo dopo aver dato una mano a Cristina a rassettare la cucina mi sedetti sul divano e mentre guardavo la televisione mi venne voglia di fare l’amore. Cristina era in bagno mentre si lavava i denti. Entrai di soppiatto in bagno e iniziai a toccarle il sedere sopra i pantaloni aderenti di lana. Lei non fece nulla, anzi sembrava apprezzare quanto le stessi facendo.  Tirai giù i pantaloni scoprendo il sedere che era completamente nudo in quanto indossava solo una striminzito perizoma. Iniziai quindi a toccarle la figa  sopra il perizoma; iniziò a godere buttando la testa all’indietro e iniziai a baciarle il viso. Spostai il perizoma ed entrai in figa masturbandola. Il piacere che Cristina stava provando la costrinse a tenersi sul lavandino e quando sentii la figa davvero bagnata e grondante di umori tirai giù il perizoma e tirai fuori il cazzo per scoparla. Misi la gamba di destra su uno sgabello che c’era sotto al lavandino in modo da formare un angolo di 90° e poi inserii il cazzo in figa. Tale posizione favorisce il contatto del cazzo con la parete anteriore della vagina e del punto G. A Cristina piaceva tantissimo e dopo alcuni miei colpi di bacino squirtò!?!  Si tenne sul lavandino per paura di cadere mentre io continuavo a scoparla e aumentai il ritmo fino a quando tirai fuori il cazzo e sporcai le natiche di abbondante sperma. Si riprese, si voltò e mi bacio teneramente e appassionatamente e mi disse:

“Ti amo GianLuca!!! Voglio che tu sia mio per il resto della mia vita ….”

“Anch’io voglio che tu sia mia per sempre!?!” risposi

Mi  prese il viso tra le mani e mi baciò ancora teneramente. Poi andò a farsi la doccia e dopo  entrai anch’io. Ci sedemmo sul divano e guardammo la  televisione, riscaldati dalla stufa che andava a pieno regime. Il pomeriggio volgeva al termine ed era ora di tornare a casa; preparammo le valigie,  le caricai in auto e partimmo per tornare a casa. Durante il tragitto del ritorno vidi Cristina pensierosa e malinconica e le chiesi:

“Amore ma che cos’hai ? Ti vedo triste e pensierosa!”

“Stavo pensando che la prossima settimana torna a casa mio marito Francesco e tu te ne devi andare via e chissà quando ci potremmo vedere.”

Ci fu un  silenzio tombale tra me e lei; poi mi ricordai di una frase che Cristina mi aveva detto il weekend precedente.

“ … Gianluca sto pensando seriamente di lasciare Francesco! …”

E le dissi:

“Ma Cristina, perché non incominci a pensare di lasciare tuo marito Francesco?”

Cristina non mi rispose e continuò ad essere malinconica e triste. Arrivammo a casa; Cristina non aveva voglia di preparare la cena e quindi andai prendere due pizze e le mangiammo. Poi ci sedemmo sul divano  e io ne approfittai per capire per quale motivo era così triste e pensierosa. La presi per mano e la feci sedere sulle mie gambe e le dissi:

“Allora Cristina dimmi che cos’hai,  è da metà pomeriggio che sei trista e pensierosa …”

Ci fu un attimo di silenzio e poi:

“Sono molto indecisa su cosa fare; se lasciare Francesco che rappresenta una solida sicurezza economia, oppure venire con te!!”

Deglutii la saliva cercando di mandare giù il nodo che si era formato in gola, ma nonostante tutto non scendeva.  Aspettai un po’ di tempo e poi dissi:

“Ma Cristina mi dici in ogni momento che ami; che mi vuoi come marito per tutta la vita!”

“Hai ragione e quanto ti dico corrisponde alla verità. Ma devo dirti che sarà difficile che Francesco mi lasci andare così tanto facilmente. In fin dei conti lui mi ama. Un po’ a modo suo; ma mi ama.”

“E tu lo ami?” le chiesi

“Da quanto abbiamo incominciato la nostra storia d’amore mi son venuti molti dubbi!”

Ci guardammo negli occhi poi le presi le mani e dissi:

“Vedi Cristina, so benissimo che Francesco rappresenta per te una solida sicurezza economica; ti fa fare una vita agiata e piena di sfarzi e lustrini; ma la vita non è solo fatta di vestiti, gioielli, estetista e quant’altro. La vita di coppia è fatta   di risate, lavoro insieme, qualche preoccupazione e magari dei figli.”

Calò il silenzio tra noi due. E poi disse:

“Hai ragione!”

“E Francesco non ti può dare tutto quello che ti do io adesso e potrei darti se tu fossi mia moglie!”

Abbassò la testa e si mise a piangere; poi c’alzammo, in piedi ma non capi il motivo; e io l’abbracciai. Cristina posò la testa sulla mia spalla e iniziò a piangere. Sembrava un pianto inconsolabile!!!!!!!!

Cercai di calmarla. Poi lei disse:

“Gianluca ma io non ti voglio perdere ….”

“Ma perché mi devi perdere. … Io sono qui perché ti amo Cristina … Se non provassi nessun sentimento per te non sarei qui ad abbracciarti,  ma sarei da tutt’altra parte!!”

Andammo a letto, c’abbracciammo e Cristina prese il sonno quasi subito mentre io rimasi sveglio per parecchio tempo a pensare a quanto accaduto poco prima. Avevo timore che la nostra storia d’amore fosse giunta al capolinea. E questo mi addolorava. M’addormentai con in testa questi pensieri. La mattina mi svegliai al solito orario e prima di partire andai a baciare Cristina che ancora dormiva. Durante la mattinata lavorai ma c’erano sempre quei pensieri della sera prima che mi frullavano nel cervello. Durante la pausa pranzo telefonai a Cristina:

“ Ciao amore come stai?”

“ Ho dormito molto male stanotte … Ciò che ci siamo detti ieri sera mi ha decisamente scosso ….” rispose

“Veramente quello che tu mi hai detto mi ha scosso parecchio …. Io ti ho detto che ti amo!”

“ Sì lo so … E ti chiedo scusa …. Sono stata una stupida ….” rispose

“Non esageriamo,  non sei stupida! … Eri triste e malinconica perché domani sera me ne devo andare via e non possiamo stare più insieme ….”

“Hai ragione Gianluca! Ti chiedo umilmente scusa per ieri sera ….”

“Scusata amore mio …. E adesso pensa che cosa possiamo fare stasera io e te in quanto domani sera non ci sarò più e chissà quando ci rivedremo ….”

“ Va bene …. Ci penserò …. Ciao  amore mio e buon lavoro …” rispose

La telefonata terminò in questo modo e tornai al lavoro. Il pomeriggio scivolò via senza particolari intoppi  lavorativi e me ne tornai a casa. Cristina era seduta sul divano che mi stava aspettando. Mi baciò sulla bocca e poi mi disse:

“Se vuoi stasera possiamo andare a trovare una mia amica …. Convive con un uomo da diverso tempo ed è da qualche anno che non ci vediamo ….”

 La guardai e le dissi:

“Ma certo; se ti fa piacere c’andiamo molto volentieri!” e poi aggiunsi:

“Ma Cristina, la tua amica sa della nostra relazione oppure questa sera crede di vedere tuo marito Francesco?”

Sorrise mi baciò e mi disse:

“Sciocchino,  le ho raccontato tutto per telefono!”

“Di questa tua amica non me l’avevi mai accennata!” risposi

Andai in bagno a farmi una doccia mentre Cristina preparava la cena. Diedi una mano a preparare la tavola e cenammo. Riassettammo la cucina e  ci vestimmo. Una volta indossati pantaloni e camicia e un pullover sulle spalle scesi dalla zona notte,  mi sedetti sul divano aspettando Cristina che terminava di vestirsi. Scese  dalle scale e indossava un vestito bianco che arrivava sopra il ginocchio con uno spacco posteriore che faceva intravedere le gambe; calze autoreggenti molto velate di colore nero; mentre la parte sopra del vestito aveva una scollatura che lasciava intravedere il solco intermammario. E per finire pelliccia bianca di volpe. Scarpe decolletè bicolori bianche e nere con tacco 10 e borsa abbinata. Era a dir poco stupenda! Ovviamente un po’ di trucco che metteva in risalto gli occhi e le guance. Partimmo e andammo verso una cittadina che era, in quegli anni, la capitale mondiale delle calzature per lo sport ed il tempo libero. Ci vollero circa 20 minuti e arrivammo a destinazione. La casa aveva un ampio giardino molto ben curato. A fare gli onori di casa c’era Isabella; aveva qualche anno in più di Cristina alta almeno 175 – 180 centimetri, i capelli a caschetto neri con un corpo davvero molto ben modellato da molta palestra e da tanti massaggi. Indossava un vestito di colore verde scuro molto leggero, calze nere e scarpe decolletè nere con tacco 10 centimetri. Suo marito aveva circa 10 – 15 anni più di lei ed era titolare di un’azienda che produceva calzature per la montagna. Cominciai a parlare col marito  apprezzando la sue qualità di ottimo manager ma capii  che era un periodo davvero nero per quel genere di calzature che produceva. Stava pensando di trasferire la ditta in Romania. Cristina e la sua amica s’appartarono a parlare. Verso le 23:00 salutammo la coppia e tornammo a casa. Cristina era felice d’aver rivisto la sua amica. Le chiesi di cosa avevano parlato e le mi disse:

“Ci siamo raccontate tutto quello che ci è accaduto durante il tempo in cui non ci siamo viste …. Abbiamo parlato anche di te. E mi ha detto che sei una persona davvero interessante …. E un bell’uomo ….”

“Wow! … Mi fa piacere aver fatto una buona impressione! …” dissi.

Arrivammo a casa e andammo a letto. Cristina si spogliò in camera da letto. Tirò giù la cerniera di lato del vestito che cadde per terra. Rimase in lingerie di colore nero e le calze autoreggenti. Venne a letto e mi baciò con caldi baci appassionati. Notai che Cristina aveva un comportamento diverso da tutte le altre volte; era più spigliata e meno timorosa di sperimentare nuove posizioni sessuali. Cominciai a baciarla sul collo per poi scendere verso il seno che era ancora contenuto dall’indumento che prontamente tolsi. Mentre leccavo i capezzoli Cristina mi disse:

“ Gianluca,  leccami sotto che mi piace tanto!!”

Era la prima volta che Cristina mi faceva una richiesta del genere. Immediatamente scesi verso la figa e le tolsi il perizoma. La  figa era sempre tutta depilata, profumata e iniziai a leccare il clitoride.

Il respiro di Cristina di fece più accelerato e iniziò ad ansimare.

“Sììì GianLuca dai che mi piace da morire! … Daii che così mi fai venire! … Ohhhhh sìììììììììììììì!?!

Venne con un orgasmo vigoroso e quando si riprese la misi in posizione prona. Mi chiese:

 “Ma che cosa vuoi fare? … Non nel culo amore che non mi piace e poi mi fa male!”

La baciai teneramente dicendo:

“Non preoccuparti amore non ti farò male e non intendo scoparti il culo! … Anche se mi piacerebbe tantissimo. … Ma so che a te non piace!”

Allargai le gambe e mi stesi sopra di lei e infilai il cazzo in figa. In questa posizione il cazzo è a stretto contatto con la parete anteriore della figa e del punto G che è particolarmente stimolato. Cristina iniziò a godere rumorosamente.

“Ah ah ah ah ah continua così amore! … Dai che mi fai venire subito! Sìììììììì …  amore continua … Sììììììì!?!?!?!”

Venne con un secondo orgasmo intenso; non la lasciai riprendersi e continuai a scoparla e dopo pochi colpi di bacino tirai fuori il cazzo dalla figa e sparsi il mio seme sulle chiappe di Cristina. Mi distesi sul letto e ci baciammo e coccolammo per diverso tempo. Poi mi disse:

 “La posizione di come abbiamo fatto l’amore stasera non mi è piaciuta tanto in quanto non posso vederti in faccia …”

“Va bene! Non ti preoccupare non la faremo più ….” Risposi

Andammo in doccia insieme e poi a letto; c’addormentammo abbracciati. La mattina andai a lavorare; ero alquanto triste e stizzito in quanto sapevo che la sera me ne sarei dovuto tornare a casa dai miei genitori. Lavorai senza particolare entusiasmo e tornai a casa e Cristina m’accolse dandomi un bacio sulla bocca. Vedevo che era particolarmente silenziosa e malinconica. Mi feci una doccia mentre lei preparava da mangiare. Cenammo senza proferire quasi una parola e dopo ci sedemmo sul divano e le dissi:

“Amore so che sei particolarmente triste perché io tra poco me ne devo andare via …”

M’abbracciò e qualche lacrima e scese dal  viso. Poi mi disse:

“Voglio fare l’amore con te prima che tu te ne vada via!  … Chissà quando lo potremo rifare!”

Andammo in camera da letto; Cristina si spogliò velocemente ed io feci altrettanto. Cominciai a baciarla sul collo e con le mani l’accarezzavo con estrema dolcezza. Le tirai fuori i capezzoli, dal reggiseno, che ormai erano diventati turgidi e glieli leccai. Lei cominciò ad ansimare sul mio torace e pian piano cominciò a scendere tenendo le labbra sempre attaccate al mio corpo. Quando arrivò sul cazzo si fermò l’afferrò con una mano e cominciò a far roteare la sua lingua sulla cappella, dando di tanto in tanto un piccolo succhiotto sulla punta. Diede qualche leccata lungo tutta l’asta, si fermò sulle palle. Una sensazione provata ben poche volte e sapevo che non avrei resistito a lungo ad una simile eccitazione, così con una voce quasi ansimante glielo dissi:

Se vai avanti così … vengo molto presto.”

Si rialzò e ci demmo un baciò; sentivo il sapore del mio cazzo nella sua bocca non mi dava alcun fastidio;  sganciai il reggiseno che finì sul letto; le afferrai i seni con le mani e le strizzai i capezzoli mentre con le labbra continuavo scendere lungo l’addome. Le sfilai il perizoma e passai la lingua tra gli umori della figa che grondava di piacere; lei mi mise una gamba su una spalla poi l’altra gamba sull’altra spalla. Morivo di voglia di infilarglielo in quella figa fradicia di umori; così la feci scivolare piano piano verso il basso e glielo infilai. Cominciai a scoparla, poi Cristina si mise sopra di me cavalcandomi  come una forsennata.

“Ah sìì continua amore … Ah ah sììììììì!!!!”

 Ad un certo punto s’inarcò all’indietro appoggiando le mani sulle mie gambe e cominciò ad ansimare sempre più forte fino a che diede due o tre colpi secchi di bacino e con un gemito di piacere s’accasciò su di me. Era arrivato il suo orgasmo e rimase così per circa un minuto. Io non ero ancora venuto e lei se ne era accorta visto che cercavo di muovere il cazzo ancora duro dentro di lei; mi guardò e con una voce tremolante e mi disse:

“Voglio venire ancora …”

Cominciò a muoversi lentamente per poi andare sempre più veloce; sembrava quasi avesse fretta di raggiungere nuovamente l’orgasmo.

“ Ah ah ah ah ah! … Sìììììì!!!”

E così fu che dopo poco la vidi venire per la seconda volta;  la sua figa mi stringeva il cazzo ancora più di prima. Si lasciò andare distendendosi  su di me e tenendosi ben stretto il cazzo ancora dentro. Si riprese poco dopo si risollevò  e cominciai un andirivieni prima piano piano poi accelerai il ritmo sempre di più. Sentivo sbattere il mio basso ventre sul bacino e questo mi faceva letteralmente impazzire, non vedevo l’ora di venire che arrivò ben presto.

“Sto per venire amore!”

Lei si tolse immediatamente,  mi prese il cazzo in mano e iniziò a farmi una sega e venni abbondantemente. Rimanemmo per un po’ in silenzio, poi c’alzammo e facemmo la doccia insieme come di consuetudine; mi vestii e me ne andai. Salutai Cristina baciandola e abbracciandola e le lacrime  scesero sul volto.  Poco dopo sarebbe  partita per andare a prendere suo marito all’aeroporto Marco Polo di Venezia.

CONTINUA

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