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Che bona la madre del mio amico! Parte 7

By 25 Agosto 2017Aprile 2nd, 2020No Comments

Il giorno dopo, mi svegliai presto perché faceva troppo caldo e decisi di farmi un’altra doccia. Visto che era mattina presto, dopo aver fatto la doccia, uscii dal bagno con l’asciugamano avvolto attorno alla vita.
Con mia grande sorpresa, in cucina trovai la madre del mio amico in costume.

“Buongiorno, caro. Sei mattiniero come me”.
“Buongiorno, signora. Mi sono appena fatto una doccia per il troppo caldo”.
“Lo vedo”, disse abbassando lo sguardo sul mio pacco che era diventato barzotto per quella visione.

Il costume che indossava la madre del mio amico metteva in risalto le sue forme, soprattutto le tette che, essendo grandi e sode, non erano del tutto coperte. La voglia di succhiarle era tanta, ma il mio amico e il marito erano ancora in casa a dormire: non volevo mica la sorprendessero a farmi palpare e succhiare quelle tettone.

“Cosa c’&egrave? Ora fai il timido?” mi disse la madre del mio amico con un sorriso malizioso.
“Signora, ieri abbiamo rischiato tanto, però lei me lo fa venire sempre duro”, le dissi cominciando a palparmi il pacco davanti a lei.
“Questo costume mi va troppo stretto. Che ne dici di aiutarmi a toglierlo?”.
“Subito”.

La aiutai a togliersi i due pezzi e cominciai a palparle le tettone da dietro, mentre con il mio cazzo, ancora dentro l’asciugamano avvolto attorno alla mia vita, facevo pressione sul suo culo. Feci scendere la mano fino alla figa bagnata e cominciai a sgrillettarla, infilandole un dito in bocca per far sì che non si sentissero i gemiti di goduria che le stavo facendo avere. Arrapato come non mai, la feci sedere sul divano a gambe aperte; io, inginocchiato in mezzo alle sue gambe, avvicinai la mia bocca alla figa bagnata e iniziai a leccarla mentre lei quasi si contorceva dal piacere.

“Sì… mmm… continua a leccarla! Non ti… mmm… fermare”.

Mentre le leccavo la figa, mi toccavo il cazzo, cosa che fece arrapare ancora di più la madre del mio amico.

“&egrave tutto duro per me? Vieni, ora me lo coccolo io”.

Mi fece alzare e mi trascinò dietro l’isolotto della cucina. Si inginocchiò, mi tolse l’asciugamano e lo prese in bocca succhiandomelo con tutta la mia presborra che colava dalla sua bocca.

“Ti piace succhiare il mio cazzo, eh, troia?”, le dissi facendomi prendere dall’eccitazione.
“Sì, tanto… questo &egrave tutto per me”.
“Oh… mmm… continua a succhiarlo. Sei bravissima con quella bocca”.

La pompa stava procedendo alla grande fin quando non vidi il mio amico entrare in cucina. Per fortuna sua madre era inginocchiata dietro l’isolotto, quindi non poteva vederla mentre succhiava il mio cazzo.

“Amico, ti sei svegliato presto stamattina”.
“Sì… mmm… come mai sei già sveglio?”.
“Sono venuto a bere, tra poco torno a dormire”.

La madre del mio amico continuava a succhiarlo nonostante il figlio stesse parlando con me. Per fortuna era ancora assonnato, così non si accorse di nulla.
Dopo aver bevuto il bicchiere d’acqua, vide il costume della madre sul pavimento e mi chiese cosa ci facesse lì.

“Non lo so, forse era appoggiato sul divano e il vento l’ha fatto volare via. Ho trovato la finestra aperta quando mi sono svegliato”.
“Ok, allora glielo porto in camera”.

A quel punto, la madre del mio amico si immobilizzò. Nonostante questo, tenne il mio cazzo in bocca. Guardandomi negli occhi, mi fece capire che non poteva entrare nella sua stanza e non vederla accanto al marito.

“Senti, lascialo qui che &egrave meglio. Così sveglierai i tuoi genitori”, gli dissi cercando di nascondere la goduria che stavo provando con il cazzo in quella bocca calda.
“Hai ragione. Vado a dormire”.

Quando il mio amico ritornò in camera sua e chiuse la stanza, lei ritornò a succhiarlo senza fermarsi fino a farmi sborrare nella sua bocca.
“Quanto ti piace succhiare il mio cazzo, troia!”, le dicevo mentre le sborravo in bocca.

Ingoiò quello che c’era da ingoiare e mi ripulì il cazzo moscio colante di sborra succhiandomelo di nuovo.
Dopo avermelo ripulito, mi scusai per il linguaggio che avevo usato.

“Non ti preoccupare, anzi! Mi hai fatta eccitare ancora di più. L’importante &egrave che non lo usi davanti a mio figlio e a mio marito”.

Detto questo, riprese il costume che suo figlio aveva appoggiato sul divano e se lo rimise.
“Ora io vado in giardino a prendere il sole, ci vediamo più tardi”.

_________________

Più tardi, io, il mio amico e suo padre la raggiungemmo in giardino.

“Amore, avresti potuto svegliarmi stamattina. Ti avrei fatto compagnia”.
“Oh, non preoccuparti. Mi sono tenuta impegnata”.

Passammo la mattinata in giardino a prendere il sole e a chiacchierare. Il mio amico decise di andare via per incontrare di nuovo la ragazza che aveva scopato la sera precedente.

“Ma’, io ora vado”.
“Mi lasci sempre da sola”, gli disse mentre io sapevo che era contenta quando glielo infilavo nella bocca e nella figa quando lui non c’era.
“Dai, c’&egrave papà e poi c’&egrave il mio amico”, le disse salutandola.
“Non fare tardi!”.

Quando il mio amico se ne andò, la madre del mio amico tornò in casa a farsi una doccia e così rimasi da solo con il padre del mio amico. Mi chiese se avessi una ragazza: io gli risposi che non ce l’avevo e che volevo soltanto divertirmi.

“Fai bene, alla tua età devi divertirti e scopare più che mai”.
“Eh, già”. Mi diverto tanto con tua moglie, pensai.

Dopo mezz’ora, il padre del mio amico si appisolò sulla sdraio e io decisi di approffittarne per passare un po’ di tempo con la madre del mio amico. Entrai in casa e la trovai stesa sul letto, in camera sua e del marito, ancora in costume.

“Signora, pensavo volesse farsi una doccia”.
“Tesoro, mi sono appisolata. Dov’&egrave mio marito?”.
“Sta dormendo in giardino”, le dissi sorridendole.
“Entra e chiudi la porta”.

Le sfilai di nuovo il costume e la feci stendere a pancia in giù sul letto, allargandole le gambe. Posizionato dietro di lei, misi il pollice nel buco del suo culo mentre due dita dell’altra mano nella sua figa, cominciando a masturbarla a dovere; lei, arrapata e insaziabile, cominciò a gemere mordendosi le labbra. Più gemeva, più avevo voglia di metterle il cazzo nella figa, ma volevo godermi la scopata.
Dopo averla masturbata, mi fece stendere sul letto e, allargando le mie gambe e mettedosi in mezzo di fronte a me, cominciò a succhiarmelo di nuovo. Questa volta era veramente eccitata, tant’&egrave che succhiava come una pazza facendo dei versi.

“Mmm, quanto mi piace questo bel cazzo giovane”.

Faceva entrare ed uscire il mio cazzo nella sua bocca, lo prendeva in mano segandolo mentre mi leccava e succhiava le palle, leccava la cappella e palpava le gambe e la pancia mentre lo teneva in bocca. Più gemevo dal piacere, più succhiava con più forza.

“Signora… mmm… cazzo… così mi fa venire…”.
“&egrave questo che voglio”, mi disse da vera porca, riprendendolo in bocca.

Sborrai mentre continuava a succhiarlo. L’orgasmo fu eccezionale, tant’&egrave che non riuscivo a smettere di ansimare.
Fece colare tutta la sborra sul mio cazzo moscio che segava lentamente.

“Signora, mi dispiace di aver sborrato…”.
“Non preoccuparti, era quello che volevo, ora rilassati”.

Mentre me lo segava, mi baciava la pancia, l’inguine e il petto. Piano piano, mi stava quasi tornando duro. Visto che conosceva la mia passione per le sue tettone, si avvicinò e me le fece palpare e succhiare mentre me lo segava. I suoi capezzoli erano turgidi. Era arrapata e voleva il mio cazzo nella sua figa.

“Vedi come sta tornando duro?”, mi disse sorridendomi.
“&egrave tutto merito suo, signora”.
“Manca ancora poco e so io come fartelo rizzare di nuovo”.

Detto questo, si mise di nuovo in mezzo alle mie gambe e, a colpi di leccate e ciucciate, lo rizzò completamente.

“Mettiti a pecorina, troia. Voglio scoparti e farti godere”. Ormai ero preso dall’eccitazione.

Senza farselo ripetere due volte, si mise a pecorina sporgendo il culo sodo e glielo infilai nella figa bagnata. La scopavo tenendola per i fianchi mentre lei era in estasi.

“Sì, oh sì, continua a sbattermelo dentro”.

Volendo vedere il suo viso in estasi, la girai a pancia in su e l’attirai a me. Lei, da vera porca, intrecciò le sue gambe dietro la mia schiena ordinandomi di continuare a sbatterglielo dentro. Mentre la scopavo, il mio sguardo era puntato sulle sue tettone che si muovevano al ritmo della scopata; allora decisi di palparle le tette mentre la scopavo.
Raggiunto il punto di non ritorno, sfilai il mio cazzo dalla sua figa e schizzai la sborra che mi era rimasta sulla sua pancia. Sborra che lei prese con le dita portandosele alla bocca.

“Mmm, &egrave così gustosa”.
“Ingoiala tutta”.
“Con piacere”.

Dopo averla ingoiata, si avvicinò a me e mi baciò la pancia, fino a raggiungere il mio cazzo moscio che prese in bocca per ripulirlo.

“Ti ringrazio per la grande scopata, tesoro”.
“Signora, io ringrazio lei. Mi sta facendo godere come un maiale”.
“Ora io vado a lavarmi, tu torna in giardino”.

Due minuti dopo, il padre del mio amico si svegliò.

“Cazzo, mi sono appisolato. Mia moglie dov’&egrave?”.
“&egrave andata a lavarsi”.
“Di nuovo?”.
“Sì, era tutta sudata. Sa, il caldo…”.

Continua…

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