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Erotici Racconti

Claudio e Adriana: una nuova vita

By 18 Ottobre 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Questo racconto è il ‘sequel’ della serie ‘La Collega’; pertanto, per una maggiore comprensione, Vi invito a leggerlo dopo aver ripreso i miei precedenti racconti. Ne ‘La Collega’ sapevo dove andare a parare, questo è un ‘esperimento letterario’, anche se qualche idea per il prosieguo c’è. Grazie.

Supermercato. Lunedì sera. Ore 18.30. Il momento migliore.
E’ il momento migliore per girare, ‘libero come un fringuello’ come direbbe il mio amico Marco, con il carrello della spesa, in giacca e cravatta ma con nodo di quest’ultima rigorosamente sfatto che fa tanto ‘single impenitente’. E, si badi bene, guai a mettere nel carrello solo surgelati. No, No, solo cibi freschi, genuini, salutari, macrobiotici, che danno l’immagine di una persona sana, attenta agli equilibri alimentari e biologici.
Da quando mi sono separato la mia vita è cambiata. Solo che ho in testa solo una cosa: il sesso. Mi alzo al mattino e penso al sesso, giro, mangio, lavoro e penso al sesso, mi addormento e penso al sesso. E’ un chiodo fisso. Ma non è un chiodo fisso di quelli che poi, trovato lo ‘sfogo’ e raggiunta la quiete, vengono messi da parte. Fosse così facile me ne andrei a troie. Non sono il tipo, ma cinquanta euro spesi con una bella slava magari possono contribuire a ristabilire l’equilibrio testosteronico di chiunque.
No, è un pensiero costante, permanente, martellante. Mia moglie direbbe che sono malato.
Già’.mia moglie”pensava di fottermi”
– ‘Mi accontenterò di due/terzi del tuo stipendio, brutto stronzo pervertito ! Mio figlio non crescerà con un padre così maiale !’.
Cogliona ! Il giorno dopo che è arrivata la lettera del suo avvocato, mi sono messo in malattia. ‘Grave depressione e stress psicologico’ recitava il certificato medico. Sono stato 45 giorni a casa. Quando sono rientrato in ufficio, sono stato convocato dal direttore del personale:
– ‘Bastano 25.000 euro per togliere il disturbo ?’
Me ne sono andato con 45.000 euro più la liquidazione.
Non male, direi non male. Il giorno della separazione il giudice ha sentenziato:
– ‘Vista la situazione economica delle parti, è posto a carico del Sig. Claudio De Simone un assegno di mantenimento pari a 150 ‘ al mese a favore del figlio Alessandro; la casa è assegnata alla moglie Sig.ra Francesca Luzzi, per la quale invece, contrariamente a quanto richiesto, nulla è disposto come mantenimento’.
Quanto sono i due/terzi di zero ? Penso zero, e così è stata.
Per contro, ho iniziato a fare un po’ di consulenze per alcune aziende, ma naturalmente con la partita IVA del mio ex-collega Marco, così risulto disoccupato. Mi sa che alla prossima udienza sarò io a chiedere il mantenimento a mia moglie’..
– ‘Matteo, vieni qua per favore, non te lo fare ripetere !’.
– ‘Mamma, voglio quelle merendine’.
– ‘Matteo, non insistere, le abbiamo già a casa’..’.
– ‘Voglio le merendine !’.
Solito quadretto del supermercato: mamma indaffarata con due figli al seguito. Di solito delle piccole pesti, se non peggio. Guardo la donna. Potrebbe avere indistintamente trenta come cinquanta anni. E’ sfatta. Non nel senso che sia brutta, perché non è brutta. Ma perché è distrutta dalla sua esistenza. Un marito operaio, che magari si spacca il culo in quattro per mantenere lei e i suoi figli, e che la domenica si piazza davanti alla tele dalle 12 alle 24 a guardare programmi di calcio. I conti da far quadrare tutti i giorni. La vita che scorre inesorabile e ti invecchia senza che tu te ne accorga.
– ‘Matteo ! Ascolta tua mamma, non è bello disobbedirle’.’.
Matteo, alle mie parole decise, si avvicina al carrello della mamma, mogio e senza altre storie.
– ‘Matteo, ma che figura mi fai fare ? Non mi dai retta e ascolti gli estranei ?’. Prima che io possa dire qualcosa:
– ‘La ringrazio’. sa, con i figli non è facile’..poi questi due sono così scatenati ! Ma non vorrei che lei pensasse che non sono all’altezza di’.. essere una buona madre’.
– ‘Io non penso niente, si immagini. L’ho vista un po’ in difficoltà, e mi è venuto spontaneo darle una mano. Tutto qui !’.
– ‘La ringrazio. La ringrazio ancora’.. buonasera allora’.
Ci congediamo. Così pensa lei. In realtà la seguo, senza che lei se ne accorga, tra i corridoi. I figli hanno ripreso ad inseguirsi, a spingersi, a rubarsi le cose senza che la mamma possa in alcun modo esercitare una forma di controllo.
Paghiamo alle casse ed usciamo a distanza di pochi metri l’uno dall’altra. Mi avvicino a lei nel parcheggio del supermercato. I figli danno di matto, lei fa fatica persino a mettere le buste nell’utilitaria che avrà dieci anni di vita. Mi avvicino a lei:
– ‘Aspetta, ti do una mano’. Passo al tu, spontaneamente e senza esitazioni.
– ‘Gra’.grazie, ma non deve disturbarsi. E’ già stato così gentile dentro il supermercato”.
– ‘La gentilezza dentro il supermercato è stato un gesto istintivo. L’avrei fatto per chiunque, anche per una vecchietta. Poi ho visto i tuoi occhi verdi. E sono rimasto folgorato. Mi sono detto che non dovevo lasciarti andare via. Le cose belle non devono scappare di mano a nessuno. Ti ho seguita. Non mi trovo qui per caso’.
E’ importante la sua prima reazione: se mi manda stendere, il cerchio si chiude, negativamente, lì subito. Se inizia a sorridere, a ringraziarmi per i complimenti vuol dire che sta apprezzando, che è di spirito, ma che difficilmente tradirebbe il marito per farsi chiavare da un altro. Se non sa cosa e come rispondere, allora”.
– ‘Senta” io sono una donna sposata’..ho due figli’. Guarda in basso, guarda le mie mani, cerca di capire se porto la fede, cerca di coprire la sua, si stropiccia le dita.
– ‘Che tu abbia due figli, questo l’ho capito già. E poi dammi del tu, dai ! Lo so che è strana questa situazione. Non ci conosciamo, ci incrociamo al supermercato, casualmente veniamo a contatto. Sarà il destino ? Non lo so’.però io al destino ci credo”e non ho mai detto di no alle cose che mi ha proposto”per questo io avrei piacere di rivederti in modo più, come dire, tranquillo’.
– ‘No senta’..senti ‘..io non credo sia conveniente’io’.io’.’.
– ‘Mi daresti il tuo numero di cellulare ?’ Interrompo le sue esitazioni.
– ‘No, dai’..il cellulare’.’.
– ‘Abiti in questo quartiere ? I tuoi figli immagino che vadano a scuola”perché non ci vediamo al bar di Piazza Palmanova, non so, domani alle 15.30 ? Possiamo prenderci qualcosa e ‘. conoscerci meglio’.. dirci tutto quello che adesso non possiamo dirci’..’.
Sta sudando, è imbarazzata. Un uomo la sta corteggiando. Forse non succedeva da tanto tempo. O forse non succedeva in quel modo da tanto tempo. Forse l’ultimo complimento ricevuto da un uomo risale a poche ore prima, ma proveniente da un camionista che elogiava le virtù del suo deretano. Però non mi sta respingendo. Esita. Magari pensa che se dice di si possa essere considerata “facile”. Io comunque insisto:
– ‘Mi rendo conto che forse sono fin troppo insistente. Non vorrei che mi fraintendessi. Però ti chiedo solo la possibilità di’.conoscerci e non ho cattive intenzioni, ti puoi fidare di me’.
– ‘Io’io’. non credo che tu abbia cattive intenzioni. Sei una persona distinta’.si vede’..io conosco il bar di Piazza Palmanova. E’ troppo vicino a casa mia, si rischia di incontrare persone che conosco. Vediamoci per le 11 al bar della Polisportiva Antares, in Via Melzi d’Eril. Lo conosci ?”
– ‘No’ma lo troverò sicuramente. Io mi chiamo Claudio. E tu ?’.
– ‘Io’..io’..mi chiamo Gina’..’.
Il nome è sicuramente non vero. Ma l’appuntamento non credo proprio

– ‘Bastardo, maledetto bastardo’
Le parole mi escono spontanee nello scompartimento del treno che mi sta portando a Genova, in questo freddo giorno di fine novembre.
Dio, come mi ha sfruttato Claudio, come mi ha umiliata, e per lui non valevo niente, niente di niente. Mesi a vederci, settimane ad andare in giro con mezzo aereo piantato nella figa, a prendere continuamente il suo uccello nel culo e per lui non ero altro che una facile preda da violare fisicamente. E Dio solo sa quanto mi piacesse !!! Ho provato anche a fargli saltare il matrimonio, con tutte quelle lettere anonime che mandavo a sua moglie utilizzando ritagli di giornale. Ed è finita che addirittura mi ha fatto chiavare dal suo amico Marco. Però, devo ammettere a me stessa, che sono stati mesi bellissimi. Claudio ha fatto ’emergere’ una parte di me che non conoscevo. Mi ha fatto capire che non riuscivo ad innamorarmi di nessuno, prima di lui, perché nessuno sapeva porsi rispetto a me prima come animale sessuale che come uomo che manifesta i suoi sentimenti. Perché ho capito che di un uomo devo sapere prima quanto è larga la sua cappella e lunga la sua asta. Perché non basta che sia bello (E Claudio era sì bello ! Con quel petto scolpito, quasi glabro, le spalle belle larghe. Come era bello sbottonargli i bottoni della camicia uno ad uno’..), deve anche essere sessualmente disinibito, fantasioso, intraprendente, cattivo. E se non mi fosse saltato addosso alla macchinetta del caffè, a marzo, io tutto questo non l’avrei scoperto.
Forse il fatto che aveva quasi dieci anni più di me ha inciso, non lo metto in dubbio.
E poi, è vero, mi lamento del trattamento di quel venerdi sera. Però la sera, quando sono nervosa e non riesco a prendere sonno, e l’unico rimedio è accarezzarmi il clitoride, il pensiero va a quella sera. Penso a Claudio e Marco che mi prendono contemporaneamente dietro e davanti. Penso che addirittura ho ricevuto i loro bastoni entrambi nel culo, e tra l’altro l’uccello di Marco era persino più grosso di quello di Claudio, che certo era di tutto rispetto.
E pensando a quella sera, esplodo in un orgasmo sordo, liberatorio. E solo così riesco a prendere sonno.
E’ così, devo ammetterlo. Claudio mi ha fatto capire che mi piace essere sbattuta.

Questa donna è noiosa. Terribilmente noiosa. E’ arrivata all’appuntamento con dieci minuti di ritardo. E poi non dico dovesse venire con stivalata sopra il ginocchio e minigonna inguinale, ma neanche vestita da massaia che guarda telenovelas su ReteQuattro tutto il giorno. Mi sta sommergendo da un’ora con banalità sul traffico, il tempo, i programmi televisivi, le amiche. O forse sono io che, pensando alle persone come uguali a me, credevo che saremmo finiti a scopare nel mio monolocale. Devo concentrarmi, devo pensare che questa è una donna che vuole essere ascoltata, che non è come quella ninfomane di Adriana, la mia ex-collega, che ho scopato nei cessi del mio vecchio ufficio, che ho inculato in una piazzola di sosta della tangenziale est che ancora non era buio, che ho coinvolto in un’orgia a tre con il mio amico Marco. Forse ho esagerato con lei. Oggi mi farebbe comodo una che allarga il buco del culo ogni qual volta io lo desidero”:
– ‘E poi la mia amica Giuliana mi ha detto che se ero più corretta avrei dovuto dirle le cose subito in faccia, non aspettare di venirlo a sapere da altri’..ma ”mi ascolti Claudio ? Sembra che hai la testa in mezzo alle nuvole, mi guardi in faccia ma non capisco se ci sei oppure no ‘..’.
– ‘Gina’..vedi’.è che, ti prego di credermi e di non pensare che ti sto prendendo in giro, io rimango incantato a guardarti. E’ più forte di me, ma ti trovo bellissima. E mentre tu parli, io penso solo a quanto mi dispiaccia non averti conosciuto prima’.’.
Questa volta Gina (o come diavolo si chiama) ha un imbarazzo reale, non dovuto alla timidezza comprensibile del primo incontro.
– ‘Claudio, ma io posso crederti ? Come posso credere che tu mi trovi così bella ? Come posso credere che tu possa esserti innamorato (ma io non gliel’ho detto, infatti’..) avendomi visto trenta secondi in un supermercato ? Io poi non mi trovo così bella’. Mi sento sempre così inadeguata’.. vado in giro e vedo ragazze della mia età, che lavorano, belle, perfette, con il fisico da palestra’.’.
Occorre il gesto teatrale, il colpo da film con Richard Gere e Julia Roberts. Occore ”
– ‘Non dire altro Gina’.
Le metto un dito sulle labbra, a farla tacere. Le prendo le mani con le mie. Mi avvicino lentamente, impercettibilmente. La bacio, piano, piano, incurante del fatto che siamo in mezzo ad altre venti persone la cui età media è sessantacinque anni. Ma noto che anche lei non se ne cura molto. Ho l’impressione che questa volta me lo darà il numero del suo telefonino.

Il treno arriva a Voghera in perfetto orario. Sarà che su questa linea il traffico è limitato, visto che siamo al 30 novembre, ma è in ogni caso un treno incredibilmente vuoto. Sale un ragazzo, giovane, avrà sì e no 22 anni. Forse anche meno. Si siede ad un metro e mezzo da me, praticamente in diagonale. Il treno è vuoto, potrei pensare che è stato fatto apposta. Non lo penso. Anche perché il ragazzo guarda ovunque tranne che verso di me. Mi ignora, sono trasparente per lui. Noto che è un bel ragazzo, ha dei bei riccioli biondi, è magro, molto magro. E’ veramente un bel ragazzo. Si accende una sigaretta, la fuma nervosamente, si alza, passeggia nel corridoio, si risiede, si accende un’altra sigaretta. Non potrebbe fumare su quel treno, è un interregionale e non sono ammessi viaggiatori il cui tabagismo sia ad un punto tale che tre ore si rivelano un intervallo non in grado di resistere alla tentazione. Ma sono anche io una fumatrice. E pertanto tollero. Mentre penso alla dipendenza dalla nicotina, è il ragazzo, a bruciapelo, a rivolgersi a me:
– ‘Mi scusi, le dispiace se io e lei facciamo’. conversazione’.. possiamo parlare di’.. qualunque cosa’.. scelga lei l’argomento’.. danza moderna, cinema, sport’.. ogni argomento per me va bene. Le va, per cortesia ?’.
Mi coglie di sorpresa. Il primo pensiero però va al fatto che mi ha dato del ‘lei’. Dio mio, ma sembro così vecchia ? Ho appena trentun’anni, cazzo !
– ‘A parte il fatto che puoi darmi del tu’.. perché me lo chiedi ?’.
– ‘Perché’..perché ho voglia di non pensare”
– ‘Non pensare ”. a cosa ?’
– ‘Non ho voglia di pensare’.scusa la franchezza’..ad una ragazza !’
Pene d’amore quindi ! Questo ragazzo mi mette tenerezza. E anche la curiosità di saperne di più.
– ‘Una ragazza ? Ti deve avere stregato questa ragazza …. come si chiama ?’
– ‘Dolores. Dolores è il suo nome’.
– ‘Bel nome. Non è italiana, vero ?’.
– ‘Italianissima. Con genitori pugliesi’.
– ‘Vuoi parlarmene ? Visto che vuoi parlare di qualcosa’. forse è meglio che parliamo di lei. Magari può servirti a tirar fuori il tuo malessere. Sfogandoti esorcizzi in qualche modo la sofferenza che ti provoca’..no ?’
– ‘Si’. forse, hai ragione”è che questa qui mi sta facendo impazzire, non ne posso più’.
– ‘Allora ‘..parlami di lei, cosa fa, quanti anni ha, dove abita. E qualunque cosa tu possa o voglia dirmi. Magari, da donna che ha qualche anno più di te, posso provare a darti, sempre che tu intenda accettarlo, un consiglio’.
– ‘Ha 23 anni, abita a Vigevano. Fa’. guarda, non si capisce cosa faccia. Se devo pensare a cosa fa, la prima cosa che mi viene in mente è che studia canto lirico. Insomma, vorrebbe fare il soprano, il tenore, il baritono, insomma che cazzo ne so? So che è l’unica attività professionale che sembra interessarle. Ma a me non me ne frega niente. Per quanto mi riguarda se mi dicesse che per vivere deve andare a stare otto mesi su uno scoglio del mar ligure, ebbene, io vorrei stare con lei. E per quegli otto mesi non vorrei essere disturbato da nessuno’.
– ‘E ”com’è questa’Dolores ? E’ bella ?’.
– ‘E’ bellissima, io non sono mai stato innamorato di una ragazza in questo modo. Ha una sensualità’ alta, con le curve al posto giusto, seno abbondante. Io sono innamorato di lei, capisci ? Ma lei ‘. un giorno c’è, saliamo in macchina e non faccio in tempo a mettere in moto che mi assale, mi bacia, mi dice che sono importantissimo per lei. Magari passiamo una serata bellissima insieme. Poi per due o tre giorni scompare. Poi mi ricompare, inaspettata, in compagnia. E lei fa di tutto per sembrare la mia fidanzata. Gioca insieme con me, scherza insieme con me; dovresti vedere come sono gelose le altre ragazze del gruppo quando c’è lei’..’.
E ci credo che sono gelose le altre ragazzine del gruppo ! Lo sono anch’io che non l’ho mai vista. Questo ragazzo sta parlando, a me che sono una donna !, liberamente di una ragazza bellissima, sensuale e che, a prima impressione, deve essere una sorta di Mata Hari capace di ammaliare chiunque. Istintivamente mi sta scatenando una gelosia a pelle enorme ! Ma anche una certa invidia’. non c’è che dire’..ed anche una certa voglia’. perché guardo questo ragazzo, che è veramente bello. Anzi, più lo guardo e più noto quanto sia bello.
– ‘E adesso, dove sei diretto ?’.
– ‘A Genova. Io sono di Voghera, però studio all’Università di Genova. Ho un appartamentino con altri due studenti. Ormai non frequento più corsi, mi manca solo la tesi. Però io ho bisogno di staccare, non riesco a stare dai miei. Questa storia mi sta facendo impazzire. Ho perso quattro chili, fumo un pacchetto di sigarette al giorno. Voglio chiedere un time-out mentale a Dolores’
– ‘Scusa, ma ‘..come ti chiami’.. e quanti anni hai ?’.
– ‘Antonio, ho 24 anni’.
– ‘Il mio nome è Adriana, invece. Antonio, io credo che tu abbia bisogno, come dire, di maggiore lucidità. Di distacco da questa ragazza che mi sembra, come dire, un po”.. pericolosa’.
E dicendo questo, mi alzo e chiudo lo scompartimento, legando la maniglia all’asse porta oggetti con una sciarpa che, provvidenzialmente, ho portato con me.

Ho perso un po’ di tempo con Gina, ma alla fine, dopo qualche uscita della minchia per bar, giardinetti, centri commerciali e chi più ne ha ne metta, dopo bacini e bacetti, un po’ di lingua e nulla più, l’ho convinta a venire nel mio monolocale.
Ci sediamo sul letto (non c’è altro, d’altronde), iniziamo a baciarci, ma io questa volta inizio ad allungare le mani sotto la maglia di lana. Arrivo subito a lambire le sue tette attraverso il reggiseno. Non è un Wonderbra, quindi quello che sto toccando è tutto ‘vero’. Attraverso la coppa arrivo subito a stuzzicarle un capezzolo:
-‘Ahhhh”.ahhhhh”.ahhhhh’.
La sento subito sospirare, anche se mi sembra onestamente un po’ eccessivo.
Me ne curo poco. Continuo a slinguzzarla e a palparla ovunque. Le tolgo maglia e reggiseno in una frazione di secondo. Senza che lei ponga resistenza. Vedendola però poco ‘attiva’ inizio a spogliarmi da solo. Non ho tempo da perdere, ho solo tanta voglia di scopare.
– ‘Senti, prima che andiamo avanti, ti devo dire una cosa’.
Temo già il peggio’..
– ‘Dimmi’.dimmi pure”.’.
– ‘Ecco, io, ti sembrerà strano’.ma io non faccio l’amore da un anno. E’ un anno che mio marito non mi tocca, ed è un anno che io non ho nessunissima voglia di farmi toccare da mio marito. E’ un brav’uomo, però né io desidero lui, e tanto meno lui desidera me. Io non prendo anticoncezionali, ho smesso di prendere la pillola perché erano soldi buttati. Io adesso ho voglia di far l’amore con te, però vorrei che tu fossi molto, molto delicato con me’.’.
Delicato ! E’ settimane che fantastico su come ingropparmi questa qua’. e adesso dovrei essere delicato ! Mi verrebbe voglia di farla andare via, ma qui tra un po’ vengo in mezzo alle mutande !
Faccio di necessità virtù. Finiamo di spogliarci, siamo nudi; lei mi chiede:
– ‘Possiamo stare un po’ abbracciati sotto le coperte prima di andare avanti ?’.
Pure questa cazzo !
Ma non credo di avere molte alternative, se non violentarla. Ci abbracciamo, inizio ad accarezzarle le tette. Le immaginavo più piccole, invece è una terza buona, però con una strana tendenza fisica ‘ad allargarsi’. Mi ricordano le tette che ho visto di una modella, venezuelana o cubana, credo, che fa i calendari. Oh, sia chiaro, non sono a letto con quella lì. Sono a letto con una donna di trentasette anni a cui sembra che gliel’abbiano ricostruita perché si comporta da ragazzina in attesa di essere sverginata.
Poi scendo, lentamente, nell’incavo delle sue gambe. Arrivo al pube, lo accarezzo, ha un pelo foltissimo. Altro che la mia ex-collega che l’aveva sempre depilata la passera ! Come le accarezzo lungo il pube, inizia a gemere:
– ‘Ahhhh” siiiiii”.siiiiii’.accarezzami così lentamente’.. hai un tocco meraviglioso. Cosa mi sono persa finora”’.
Finalmente una frase che, non so, sa eccitarmi. Finalmente mi viene l’uccello duro. Scendo sotto le coperte. Inizio a leccargliela. E’ pelossisima, ha un sapore ‘strano’, ma non mi sembra una figa normale. Mi sembra di leccare la figa di una contadina, non so, mi viene in mente l’immagine di una contadina che porta sopra la testa un cesto di vimini pieno di uova. Mi sto deconcentrando, devo tornare a leccare. Passo la lingua su e giù le labbra, dall’alto in basso e dal basso in alto.
– ‘Cosììììì” bravo così ”’come mi baci bene ”..vieni su però adesso, voglio baciarti di nuovo in bocca, daiiiiiii.’.
Mi tiro su, la guardo dritto negli occhi, rovescio le coperte indietro (era ora) e con un colpo di reni, inaspettato per lei, la penetro:
– ‘ Ahhhhhhh” dovevi aspettare ancora ””’ così mi fai male. Piano, ti prego’.. spingi piano”..’.
– ‘Gina, io non resistevo più’.. dovevo ”insomma , siamo qui per scopare ! E fatti scopare, cazzo !’.
Insomma, alla fine esce sempre fuori il mio modo di vivere il sesso. E chi se ne frega ! Io mi faccio questa chiavata. Poi se alla signora piacciono i modi meno bruschi, pazienza, morto un papa se ne fa un altro !
Inizio a pompare con decisione. Non dico nulla. Non parlo. Non pronuncio zozzerie. Non voglio che una parola sbagliata possa interrompere la stantuffata. Non penso neanche a lei, chiudo gli occhi, chiudo gli occhi, sento che sto venendo. Mi ricordo che mi ha detto che non usa anticoncezionali. Che non prende la pillola. Che non devo rischiare di mettere incinta qualcuna, con tutti i guai che già ho. Sto venendo. Esco. Me lo prendo in mano. Uno schizzo enorme le esplode fino in faccia, poi un secondo, ed un terzo.
– ‘Ahhhhhhh”. godoooooooo” si, si, si, godo, che bello’..che voglia che avevo. Non resistevo piùùùùùù.’.
La guardo. Le ho inondato il viso. Uno schizzo da cavallo quasi ! E’ uno spettacolo bellissimo, per carità, ma secondo me adesso mi manda a stendere. Mi guarda, forse aspettava qualcos’altro. Di più tenero. Di più dolce. Mi dice come se leggesse un notiziario radiofonico:
– ‘Va bene che non prendo la pillola, che da qualche parte bisogna metterlo’.no ? Però fammi una cortesia, la prossima volta, se devi buttarlo da qualche parte me lo dici prima. Magari mettiamo i fazzolettini di carta qui vicino’. No ? E poi adesso vorrei anch’io avere …..una sensazione…. orgasmo no …..sai, dopo un anno” se magari adesso scendi un’altra volta a baciarmi sotto ”’lo faresti eh ?’.
Scendo. Non so perché, ma mi sento un po’ un coglione.

Senza esitazioni bacio il ragazzo. Antonio. Antonio. Gli metto una mano sui capelli. Che bel ragazzo ! Lui non si aspettava certo un assalto di questo tipo. Penserà che sto facendo la nave scuola ! Ehi bello, ho solo sette anni più di te, mica settanta. Ho una voglia pazzesca. Gli slaccio la cintura. Gli abbasso i jeans. Ha dei boxer attillati, che fanno già intravedere i contorni del cazzo. E sembra anche un bel cazzo ! Abbasso le tendine del finestrino; mi eccita terribilmente questa situazione, questa prova di esibizionismo, io che l’unica volta che non avevo goduto con Claudio è stato proprio quando mi aveva rotto il culo in tangenziale. Potrebbe passare il controllore, coglierci in flagrante, magari la polizia ferroviaria. Mi sento un lago. Inizio a succhiare l’uccello del ragazzo. Claudio mi diceva sempre che spompinavo benissimo. Inizio a leccargli la cappella. Più che leccargliela gli sto passando la lingua circolarmente. Anche lui è visibilmente eccitato. Ha un cazzo durissimo. E’ un buon cazzo. Claudio l’aveva un poco più lungo, soprattutto più ‘maturo’. Però è duro, duro, veramente duro. Non dice niente Antonio. Finisco di spogliarlo di sotto e rimane solo con solo il maglione, seduto sul sedile. Mi alzo il gonnellone etnico che indosso, scosto il perizoma, e mi impalo sul suo pistolone. Meno male che non ho perso l’abitudine di portare collants autoreggenti !
– ‘Ahhhhhh’..Ohhhhhhh”.Fa….fa’..fantasticooooooo’ sono le uniche parole che riesce a pronunciare il ragazzo.
– ‘Anche tu non sei male”. è un po’ che non sentivo un cazzo piantato dentro’.. ti piace la passera della tua nuova amica Adriana ? Ti piaceeee’ dimmi che ti piaceeeeee’. dimmi che sono meglio della tua’.come si chiama già ?’
– ‘Dolores”siiiii chiiiiaaamaaaaa”. Dolores”siiiiii’..sei molto meglio tu ”..’.
Sono io che sto gestendo la scopata. Sono io che sto usando qualcuno questa volta. Si, lo so, che non è la stessa cosa. Lo so che è meglio essere sbattuta” lo so che mi sto eccitando più per la situazione e per il pensiero di Claudio che non per il ragazzo che ho sotto di me, però’.. però ‘.. non posso più farmi ditalini per addormentarmi. Però’. però’. però ‘.. però sento che sto venendo:
– ‘sto venendo’. sto venendo” sento che sto venendo’.. tu come sei messo Antonio’.dimmi, stai venendo anche tu eh’.. dimmelo’. dai ”dimmelo’.veniamo insieme dai”schizzami nella figa, dai”.’.
– ‘Si’.sto venendo anch’io”ma tu” non hai”.paura” tu’.tu’..’.
– ‘Non ti preoccupare. Con quello che prendo neanche se prendo il seme di venti negri alla volta” sborrami dentro, ti prego”. dai’.. dai”. dai’..’ .
Quelle parole danno la ‘botta finale’ ad Antonio:
– ‘Adriana” vengo ”.vengo”. ahhhhhh ”eccomi ”. eccomi ‘.. sborroooooooo !!!!!!’.
– ‘Anch’io godo’..ahhhhhhh”..che bello”..che meraviglia prendere un bel cazzooooo’. ahhhhh come ho goduto”’.grazie ragazzo mio” grazieeeee”.’.
Mi sento colare un fiume di sperma. D’altro canto se non si è prolifici a 24 anni, quando lo si è ? Ci puliamo (più che altro mi pulisco io !) con un kleenex. Antonio mi guarda. Forse vorrebbe ringraziarmi per avergli fatto dimenticare un pò la sua Dolores. Io però non contraccambio il suo sguardo. Io ho solo capito una cosa. Ho solo capito che ho voglia di rivedere Claudio.

(dovrebbe continuare)

FrankAn

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