Skip to main content
Erotici Racconti

Come si cambia

By 15 Febbraio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Sarà che sto invecchiando. Può darsi. Certo è che se avessi avuto vent’anni di meno questa storia, probabilmente, sarebbe finita in altra maniera. Di certo, questo, è uno di quegli episodi che fanno riflettere. Ti metti a confronto con te stesso su come eri, su cosa avresti fatto o non fatto. E ti scopri sempre diverso.

Da poco più di un anno una giovane coppietta è venuta ad abitare accanto a noi. Bravi ragazzi. Silenziosi, ordinati, gentili. Sono sempre i primi a salutare e sempre disponibili a fare un piacere. I condomini ne parlano tutti bene.

Abitiamo al piano terra ed abbiamo il giardino confinante. Sono tante le occasioni per una battuta, un saluto o due chiacchiere. Lei è una ragazza sulla trentina (direi…ma forse anche qualcosa meno), una bellezza anonima, sempre vestita con larghi vestiti casual che impediscono di apprezzare le forme del suo corpo. L’unica cosa che non è sfuggita al mio occhio clinico è che Sara ha due meloni davvero esagerati sempre mimetizzati da felpe o magliette molto larghe. Forse soffre del complesso delle tette grosse, forse è timida…Carlo, il suo compagno, è un ragazzone sempre occupato a far cose…semplice….amichevole….alla mano.

Un sabato ero stato obbligato dalla consorte a far giardinaggio. La bella stagione si avvicinava e il giardino era uno schifo. Lei, intanto, sarebbe andata a fare shopping in città con una sua amica (povera carta di credito!!!). Il pomeriggio sarei rimasto solo…io, gli attrezzi da giardino e i duecento metri quadri di fogliame e piante da rimettere a posto.

Che palle !!!

Iniziai di buon ora. La stagione era piacevole e dopo un po’ di tempo che stavo lavorando il caldo cominciava a farmi sudare. Mi tolsi la felpa e, dopo poco, anche la maglietta era intrisa di sudore….mi tolsi anche quella. Rimasi a torso nudo godendomi il lavoro ‘virile’ e il primo caldo sole. In fondo stavo cominciando a godere di quella giornata di attività. Quando…..

Alzando lo sguardo i miei occhi scorsero la figura di Sara che girava per casa in accappatoio. Non era la prima volta che la vedevo in accappatoio. Dal mio giardino ho la visione completa del loro appartamento anche se, per la privacy reciproca, abbiamo piantato una siepe rampicante che limita parzialmente la visione. Mi soffermai ad osservarla fino a quando, di colpo, lasciò cadere a terra l’accappatoio rimanendo completamente nuda.

Il mio occhio clinico non si era sbagliato. La ragazza aveva due meloni grossi e sodi…due belle pere… e come sfidavano la gravità (ah…beata gioventù!!!). Rimasi interdetto se distogliere lo sguardo…o nascondermi e godermi la scena…di certo ero ipnotizzato da quella sana giumenta nuda !!!….

Nella penombra di casa, Sara si muoveva di stanza in stanza, tette e pelo al vento, con l’asciugamano messo a turbante sulla testa, fino a quando, sollevata una gamba sul letto, si mise a cospargersi di crema il corpo. Ora ero davvero imbarazzato. Mi stavo eccitando e non sarei dovuto rimanere un secondo di più a rubare quell’immagine intima della mia vicina. Che figura avrei fatto se se ne fosse accorta??? E proprio mentre stavo pensando a quest’evenienza Sara si voltò e, vedendomi, alzò istintivamente una mano in segno di saluto….come se niente fosse. Oh cazzo !!!….mi aveva visto…non sapevo se rispondere al saluto con un cenno…se rimettermi a lavorare facendo finta di niente….ero bloccato e imbarazzato. Mi detti una scossa e, chinandomi col rastrello, continuai turbato a raccogliere foglie….non risposi al saluto.

Per fortuna le squillò il telefono. Alzando lo sguardo la vidi, nuda con le tette ballonzolanti, zampettare di stanza in stanza alla ricerca del cellulare. Che spettacolo !!!

Mi dedicai al mio lavoro cercando di evitare di guardare in direzione delle finestre dell’appartamento della coppia. Pur non distinguendo le parole, sentivo la sua voce squillante. Cercai di calmarmi. La visione di quel corpo mi aveva scaldato il sangue. E non riuscivo ad evitare, di tanto in tanto di allungare lo sguardo dentro il loro appartamento.

Parlava con un’amica…rideva. Sentivo la sua voce squillante parlare al telefono. Di nuovo allungai lo sguardo fugacemente. Era seduta sul bordo del letto…sempre nuda. I nostri occhi si incrociarono nuovamente per un istante. Credo di essere diventato paonazzo come un bambino colto mentre ruba la marmellata. Stavo quasi per voltarmi quando lei, più veloce di me, si lasciò andare all’indietro sul letto. Le gambe larghe penzolavano dal bordo. La fica pelosa in primo piano. A quel punto lei di certo non poteva vedermi…ma sapeva benissimo che ero lì ad ammirarla. E lo sapeva di certo visto che, con la mano libera, di tanto in tanto, si carezzava distrattamente il pube.

I jeans da lavoro che indossavo costringevano l’erezione in una dolorosa morsa. Non potevo restare lì. Se si fosse alzata di scatto avrebbe sicuramente notato lo stato in cui mi trovavo. Mi feci violenza e mi allontanai. Continuava a parlare…parlare…ridere…e la sua voce, ad un tratto, apparve più forte…le parole distinte. Continuai il mio lavoro sperando che la ragazza si fosse rivestita. Invece, dopo alcuni minuti, passando nuovamente di fronte alle sue finestre, la scorsi impettita al davanzale. Una mano ad abbracciarsi l’addome, come a sostenere quel ben di Dio….un sorriso illuminò il suo giovane volto e il gesto di saluto ripetuto.

Questa volta non potevo di certo far finta di niente. La salutai con un cenno distratto proseguendo imbarazzato a sistemare le piante. E poi fu il silenzio. La telefonata era finita. Allungai lo sguardo. Era scomparsa all’interno della casa. OK….tutto finito. Con l’animo agitato tirai un sospiro di sollievo.

‘Ciao…bella giornata per il giardinaggio …vero?….’ – esordì allegra Sara
‘Oh…ciao…si…finalmente un po’ di sole….sembra estate….’ – risposi imbarazzato

Era in mutande. Una corta maglietta bianca, che a stento le conteneva le tettone e che le lasciava scoperta la pancia. All’ombelico un piercing luccicava malandrino. Vestita (per modo di dire….) in quella maniera si diresse verso la lavatrice. Non erano mutande….era un perizoma!!!…e le sue chiappe generose mi apparvero come nude.

Da quando erano venuti a vivere lì accanto non l’avevo mai vista così disinvolta. E adesso non esitava a chinarsi di fronte ai miei occhi col culo all’aria!!! Tirava fuori i vestiti bagnati e li metteva ordinatamente sullo stendino. Ogni volta che si chinava le tette pendule apparivano generosamente dalla larga e corta maglietta. E non perdeva occasione per guardare verso di me come a verificare che la stessi guardando. Era un sottile gioco erotico, o forse una mia semplice aberrazione mentale…. Fatto sta che l’operazione di svuotamento della lavatrice e stenditura panni durò un bel po’ in un alternarsi di sguardi incrociati nel silenzio del caldo pomeriggio.

E come se le fossi lì accanto….

‘Oh…adesso che ho finito mi godo un po’ di solicino….’
‘Eh?…che hai detto?…dicevi a me?…’ – le risposi ipocritamente come a farle notare che non la seguivo
‘Dicevo che con questo bel sole….mi metto un po’ in panciolle….ah….relax !!!….’
‘Ah…beata te…io sto facendo una sudata invece!!!….’

Si lasciò andare su di una sdraio. La cosa strana fu che non si orientò in direzione del sole ma, ruotando leggermente la sdraio, si mise perfettamente in asse verso di me. Occhiali da sole….cuffiette per mp3….sigaretta. Le gambe rilassate non nascondevano affatto il rigo della sua passerina. La maglietta, sollevata dal volume delle tette, faceva intravedere il solco del paradiso. Mi feci forza e proseguii a lavorare sforzandomi di non guardare nella sua direzione.

Passai a pulire il sotto della siepe. Dovevo zappettare, pulire, concimare. Piegato a carponi ogni tanto i miei occhi si dirigevano verso Sara che, sollevati i piedi, batteva il ritmo della musica sulla sdraio, offrendomi lo spettacolo del della sua passerina malcelata dal bianco e stretto perizoma. Ciuffetti di pelo ribelle fuoriuscivano ai lati.

‘Fatti cazzi tuoi. Lavora. Non guardare. Non guardare….’ – mi ripetevo dentro di me come un mantra tibetano

Per cercare di distrarmi al massimo da quella situazione che poteva rivelarsi pericolosa, anche io misi le cuffiette agli orecchi e la musica a tutto volume.

Zappetta, pulisci, raccatta, concima, taglia…stavo facendo un buon lavoro…e la siepe stava davvero tornando allo splendore originario…quando…per l’ennesima volta…..

Mentre stavo chinato….due piedini apparvero a pochi centimetri da me…al di là della rete. Alzai lo sguardo. Non mi ero accorto del suo avvicinamento. Le labbra di Sara stavano dicendo qualcosa. Mi alzai sulle ginocchia…la sua fica a meno di un metro dai miei occhi…e quelle super tette….viste da sotto…urlavano mangiami mangiami….

Mi tolsi le cuffiette.

‘Dicevi?…avevo la musica….’
‘Ah…scusa..non ti volevo disturbare…stavo dicendo che hai fatto un ottimo lavoro…bel giardino….complimenti….’ – disse lanciando lo sguardo sul giardino e alzandosi sulla punta dei piedi come a cercare di esaltare la sua fisicità
‘Ah…grazie…è un lavoraccio…però…’ – risposi burbero rimettendomi a lavorare
‘Beh…sarà contenta tua moglie….non è in casa?….’ – chiese distrattamente
‘No…giornata di shopping….’
‘Ah…invece Carlo lavora anche oggi !!!….’ – lasciando il discorso in sospeso

La guardai dal basso verso l’alto. I suoi occhi puntati nei miei.
Con un dito giocherellava col piercing….un sorriso da Gioconda….silenzio….

‘Via via…’ – dissi per levarmi da quella situazione – ‘…è l’ora di concimare!!!’
‘Ah…si…scusa…non ti voglio disturbare….torno al mio relax !!!…’

E giratasi su se stessa mi offrì la visione di quel culo nudo per l’ennesima volta. Sculettando come non le avevo mai visto fare si diresse nuovamente verso la sdraio.

Cominciai nervosamente a spargere concime puzzolente come a mettere una barriera tra me e quella ragazza. La visione del suo corpo burroso contrastava con l’aria fetida.

‘Sai che ore sono?….’ – mi disse ad alta voce dalla sdraio

Guardai l’orologio. Le cinque e mezzo del pomeriggio. Mia moglie sarebbe tornata di lì a poco e quel supplizio di Tantalo, che durava ormai da troppo tempo, sarebbe finito.

‘Le cinque e mezzo…..’ – le risposi
‘Cazzo cazzo…cazzarola….’ – come punta da un’ape saltò su dalla sdraio e si precipitò in casa.

La vidi infilarsi i pantaloni e la felpa regolamentare a velocità folle. Nello stesso istante sentii la voce di Carlo che, entrando in casa, salutava il suo ‘amore’ con dolce entusiasmo…..il gioco era finito.

Un gioco di cui non avevo capito le regole.
Ero io che guardavo o lei che si voleva far vedere?

Sotto la doccia, dopo il giardinaggio, mi domandavo il perché di quello strano gioco di Sara. Riflettevo sui miei cambiamenti…un tempo…forse…avrei saltato la siepe. Non mi sarei posto scrupoli. Non mi sarebbe interessato tradire mia moglie né, tantomeno, cornificare il buon Carlo. Me la sarei scopata allegramente…..invece….

Un tempo avrei saltato la siepe. Oggi, invece, ho solo sparso diligentemente il concime.

Come si cambia….

Leave a Reply