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Il parcheggio era buio ed isolato. Chiara sedeva nella sua vecchia Panda. Per potersi specchiare nel retrovisore interno dovette utilizzare il flash del cellulare. Il trucco era a posto. Abbassò lo sguardo sul décolleté abbondante e poco coperto. La profonda scollatura a barca lasciava poco alla fantasia. I seni grossi e tondi erano sorretti a fatica dalle coppe merlettate di un reggiseno blu elettrico per taglie forti. La gonna di jeans stringeva le cosce abbondanti. I bottoni sul davanti sembravano non aspettare altro che essere sbottonati.
Con le mani tirò l’orlo della gonna più su, così da mettere in mostra la fascia autoreggente delle calze scure. Mentre valutava se tirare su ancora un po’, la sua attenzione venne attirata dai fari di un’auto appena entrata nel parcheggio.
L’auto rallentò per un attimo prima di proseguire per accostarsi alla Panda. Dall’auto scese un uomo sui trentacinque anni, dall’aspetto ben curato. Alto, magro, ben vestito. Si fermò fuori dalla macchina osservando Chiara al suo interno. La donna poté vedere che lo sguardo dell’uomo scrutava il seno, facilitato dalla luce del telefonino ancora accesa.
Lo lasciò guardare. Lo sguardo passò poi alle cosce tonde a abbondanti.
«Contento?» Chiese la prosperosa donna passandosi una mano tra i capelli neri, dopo aver abbassato di qualche centimetro il finestrino.
«Direi proprio di sì» rispose con un tono di voce piatto l’uomo.
Chiara lanciò uno sguardo al cavallo dei pantaloni dell’uomo. In effetti sembrava contento.
Cinque banconote da venti euro passarono attraverso l’apertura. La donna le contò velocemente, per poi riporli nel portaoggetti. Solo a questo punto fece scattare la sicura della portiera. Nel girarsi per portare le gambe fuori dalla macchina, la gonna si alzò ancora, mettendo in mostra l’interno coscia, ed un triangolo di cotone blu.
***
Le mani di Chiara andarono ai pantaloni dell’uomo. Senza perdere tempo li sbottonò ed estrasse il membro gonfio di un’erezione non ancora completa. Iniziò a sfregarlo con entrambe le mani. Il membro reagì subito raggiungendo un’erezione completa.
La cappella era del tutto esposta quando Chiara iniziò a passare la lingua sulla punta di questa. Con una mano strinse l’asta di carne iniziando a masturbare con decisione l’uomo. Con la bocca massaggiava e succhiava la cappella turgida.
L’uomo lasciava fare la donna, restando passivo. Quando le attenzioni di Chiara iniziarono a farlo godere, si appoggiò con una mano al tettuccio della vecchia Panda. Un gemito sordo accompagnava i mugolii della donna.
Gli occhi dell’uomo erano fissi sull’ampia scollatura di Chiara che metteva in risalto il seno abbondante. Dal momento che la donna era abbassata, per raggiungere con la bocca il membro dell’uomo, la profonda scollatura concedeva ampia soddisfazione allo sguardo.
Il membro era sempre più bagnato dalla saliva di Chiara. Adesso la donna lo prendeva quasi per tutta la sua lunghezza in bocca. Lo tratteneva tra le labbra, succhiava e poi riprendendo fiato lo tirava fuori.
«Che taglia porti?»
Chiara stava per rimettere il membro in bocca, ma si fermò quando l’uomo gli rivolse la domanda.
«Che taglia? Di cosa?» La voce di Chiara era affrettata. Era eccitata e voleva riprendere a succhiare.
«Di reggiseno.»
La donna strinse il membro forte masturbandolo, prima di rispondere: «Quinta, coppa G!»
Il tono era civettuolo ed orgoglioso. Chiara sapeva bene quanto il suo seno prosperoso eccitasse gli uomini, nonostante non potesse certo definirsi una bellezza classica.
«La mia lettera preferita» scherzò l’uomo con voce calda, quando sentì la lingua di Chiara riprendere a carezzare il suo glande.
La grossa e robusta mano dell’uomo si allungò, in una posizione non proprio comoda, all’interno della scollatura. Prima strinse uno dei seni attraverso la coppa del reggiseno, poi andò a stringere l’altro, spingendo le dita oltre l’orlo del reggiseno.
Nella sua mente pensò che la donna di certo non aveva mentito sulla misura delle sue grazie. La mammella che stava stringendo era tanto grossa che nonostante avesse delle mani grandi, riusciva a stringerla solo perché la coppa della biancheria teneva l’abbondanza di Chiara raccolta e compatta.
Il seno era morbido e soffice. L’uomo lo immaginò privo di reggiseno. Lo immaginò adagiarsi sul torace della donna. La visione lo fece eccitare ancora di più. Adorava le donne abbondanti, voluttuose e morbide.
Tolse la mano dal tettuccio della macchina, per portarla dietro la testa della donna, la accarezzò per poi, con un gesto deciso, spingere la testa verso il suo ventre. Il membro penetrò per intero tra le labbra di Chiara.
L’uomo iniziò a stantuffare con il membro nella bocca di Chiara. La donna ansimava e si doveva sforzare per respirare. La saliva iniziò a colarle giù per il mento. Il glande sbatteva ora su una guancia ora si insinuava verso la gola.
Gli occhi dell’uomo si alzarono verso il cielo notturno. I gemiti si fecero ancora più profondi. Tirò fuori il membro stringendolo con una mano per trattenere l’eiaculazione. Abbassò il glande verso il seno. Lo infilò nel solco tra i seni. Da una delle coppe era saltato fuori un capezzolo grande e turgido, contornato da un’ampia aureola bruna.
Chiara si asciugò con il dorso della mano la saliva dal mento, per poi riprendere subito in mano il membro. Lo strinse e riprese a masturbarlo con movimenti rapidi. Pochi secondi e lo sperma caldo iniziò a colare tra i seni. Schizzi abbondanti eruppero accompagnati da un rantolo prolungato dell’uomo. Chiara continuò a masturbarlo con rapidità spremendo fuori ogni goccia di eccitazione.
***
Con un gesto della mano fece allontanare l’uomo di un passo. Questi aveva ancora l’orgasmo ben visibile sul volto ed in parte anche sul membro, che perdeva l’erezione molto lentamente.
Chiara riportò le gambe all’interno dell’auto. Cercò di sistemarsi la gonna che si era alzata tanto da sembrare una culotta. Poi si guardò il seno, con le mani infilò una delle tette all’interno della coppa. Nel fare ciò sentì lo sperma appiccicaticcio sul torace.
«Duecento euro per il tuo culo. Ci stai?»
L’uomo parlò con voce secca, mentre con una mano si massaggiava il membro ancora fuori dai pantaloni, che aveva perso quasi del tutto l’erezione.
Chiara ci pensò per un attimo. Poi decise che era meglio di no. Meglio rispettare gli accordi e non improvvisare.
«No. Almeno non ora. Sai come contattarmi. Magari ci accordiamo per la prossima volta.»
Gli occhi dell’uomo la scrutavano ancora eccitato e bramoso.
Con un gesto rapido chiuse la portiera abbassando la sicura. Mise in moto e andò via.
L’uomo fissò l’auto allontanarsi. Solo a questo punto si rese conto di avere ancora il membro fuori dai pantaloni e lo rimise dentro prima di tornare alla sua auto.
Il tempo di mettere in moto, ed il cellulare squillò. Sul display campeggiava la foto della moglie, una bella donna alta e magra con indosso un tubino nero che ne esaltava la figura elegante.
«Tesoro tutto bene?»
«Certo cara. Sto tornando. Ho fatto tardi.»
«Me ne sono accorta. Tutto a posto? Perché non mi hai avvisata? Ero in pensiero.»
«Scusami amore. Ma allo studio è arrivato un cliente senza appuntamento e mi ha fatto perdere un casino di tempo.»
«Fa niente dai. Ora dove sei?»
«Mi sono appena messo in auto. Dieci minuti e sono a casa.»
«Ok. Ti scaldo la cena.»
«Grazie. Sei un tesoro!»

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