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Erotici Racconti

Debolmente allarmata

By 19 Gennaio 2021Gennaio 30th, 2023No Comments

Il treno attualmente rallenta, eccomi arrivata, non sono né fiacca né stanca, scendo e mi guardo intorno curiosa, però abbastanza discreta e misurata. Ormai conosco la stazione, però quest’umanità viaggiante sovente m’incanta sorprendendomi di frequente. Guardandomi attorno attualmente non vedo la sua presenza, in tal modo m’incammino verso l’uscita e a un tratto lo intravedo in fondo al binario, lui agita una mano e sorride, io ricambio il sorriso e controllo il passo. In questa giornata mi sono vestita con cura per arrivare a quest’incontro, in quanto fresche e lievi ondate di profumo m’arrivano alle narici, poiché ne ho messo sui polsi e nell’incavo tra i seni. Lui non si è mosso, visto che mi guarda avanzare piano, mi sorride e vedo che il suo sguardo approva tutto, in seguito mabbraccia, aspira il mio profumo e mi sussurra che sono bellissima, io lo bacio, mi chiede del viaggio mentre ci avviamo all’autovettura. Entrambi non ci vediamo da un po’ di tempo, io mi sento come leggermente intimidita, perché ho voglia di baciarlo e di toccarlo, così saliamo sull’automobile, lui si gira passandomi una mano dietro la testa e mi bacia sulla bocca, un bacio leggero, poi in modo amabile mi soffia in un orecchio:

“Ho tanta voglia di te” – io in quel preciso istante sento le gambe cedermi, per fortuna sono seduta, giacché vedo l’eccitazione nei suoi occhi, appresso avvia l’auto e c’immettiamo nel traffico.

Durante il tragitto conversiamo di piccole cose, ciononostante vogliamo dire, esprimere e manifestare realmente tutt’altro, perché la voglia che abbiamo di noi si rivela dai movimenti e dagli sguardi, per il fatto che la sua mano accarezza piano il mio ginocchio inserendosi ogni tanto un po’ più su verso le cosce, dato che osservo attentamente il suo sguardo stupito quando s’accorge che ho le calze e il reggicalze, io rido bonariamente della sua sorpresa, mentre la sua mano avanza ancora fino a toccare la pelle nuda:

“Questo non te l’aspettavi, vero?”.

Come risposta lui m’agguanta intelligentemente la mano e la posa sulla patta dei jeans: lui è già acceso, enormemente invogliato quanto me, il nostro gioco continua, adesso sono io che accarezzo il suo ginocchio con prudenza salendo fino alla fine della coscia, quando mi spingo oltre fino a tastare la protuberanza del cazzo già piuttosto compatto, giacché un gemito gli esce entusiasta dalle labbra. Siamo arrivati, lui m’afferra per mano e andiamo verso la porta, attualmente ci troviamo nel vano delle scale e in attesa dell’ascensore mi bacia; quello che ricevo è un bacio lungo con la lingua che mi guizza in bocca, con le mani infilate nella camicia lui m’accarezza il seno, mi sposta il reggipetto, acciuffa un capezzolo in bocca e lo morde deliziosamente, lo succhia, lo tormenta con i denti e con la lingua, dal momento che io avverto captando il calore che mi sale dal basso e m’arrossa manifestamente il viso. Il panico e la paura che qualcuno ci veda è talmente perseverante, per il fatto che non so se respingerlo o lasciarlo fare indisturbato, eppure è troppo bello ciò che provo e così mabbandono del tutto. In seguito entriamo dentro l’ascensore, lui mi spinge contro la parete e riprende a baciarmi con foga sul collo, la sua lingua mi fruga in bocca, io la sento dura sui denti e morbida sulle labbra, non resisto, perché la voglio dappertutto. In breve usciamo in fretta dall’ascensore, lui apre la porta di casa ed entriamo, nel tempo in cui appoggio la valigia nell’ingresso malza la gonna e s’inginocchia davanti a me.

Io capisco afferrando al volo che cosa vuol fare, perché l’eccitazione mi stringe la gola, dato che non riesco a parlare. La sua lingua adesso è sulle mie cosce che disegna cerchi umidi sulla pelle nuda sopra il bordo delle calze, allora mi sfiora il pube, indugia un po’ poi si sposta, io gli afferro la testa tra le mani, eppure lui si divincola perché vuole condurre il gioco, siccome non vuole farmi godere subito, in tal modo m’afferra per mano, mi trascina in soggiorno con la gonna alzata all’altezza della vita e con la camicia sbottonata mi fa sdraiare sul divano, poi s’inginocchia davanti a me, inizia a baciarmi e ad accarezzarmi le gambe, io sono così eccitata che lo slip è bagnato, lui ci affonda il viso e sento il suo alito focoso, poi mi morde piano tirando la stoffa sottile con i denti.

Io voglio godere, in quella circostanza alzo il bacino per farmi sfilare gli slip e lui ne approfitta per affondare il viso fra le mie gambe, introducendo la lingua nella mia pelosissima bionda fica bagnata leccandone i fluidi. In quell’istante chiudo gli occhi e m’abbandono arrendendomi a quelle sensazioni che la sua bocca mi sta regalando, allargo le gambe mentre la sua lingua m’esplora frugandomi e torturandomi dolcemente. Le sue mani si muovono su di me, sui fianchi e sulle cosce, mi penetra con due dita mentre continua a leccarmi sempre più velocemente. Adesso siamo entrambi invasi dai mugolii frenetici del piacere, il mio, il suo piacere, mentre gli spingo la testa verso il mio sesso sento i suoi denti affondare nella carne, la sua bocca spalancata, la sua lingua che si muove frenetica con le sue dita dentro di me. L’orgasmo arriva come un’onda irrefrenabile e travolgente, è davvero indicibile e inenarrabile quello che provo, perché sono pure sensazioni viscose che s’espandono dal basso ventre giungendo fino allo stomaco, dal cervello alla sua bocca squassandomi il corpo, poi tutto si placa. Attualmente siamo sudati, i nostri battiti sono accelerati, il respiro è affannoso, però non sazi del tutto di godere né d’usufruire dei nostri corpi. Lui si spoglia, mi bacia sotto l’orecchio e mi sussurra ridendo:

“Adesso tocca a te”.

Nel momento che sono seduta sul canapè lui m’accarezza il seno giocando con i capezzoli, poi si prende tra le mani il cazzo compatto e me lo passa sul seno, sul collo e sulle labbra, io apro la bocca e lui me lo strofina nel modo adatto sulla lingua, è bagnato, io gli passo le mani dietro i fianchi e lo tiro verso di me. Lui s’avvicina di più , io lo faccio sparire nella mia bocca affondando il viso spingendomi fino ad arrivare all’inguine, per il fatto che lo sento in bocca che pulsa, perché adesso la cappella è quasi in gola. Muovendo la testa su e giù io inizio a leccarlo attorno al glande lucido e gonfio, indugiando sulla punta del frenulo con la lingua, poi scendo lungo l’asta sempre leccando. Lui al presente mi guarda sorridendo con gli occhi velati dal piacere, io avverto le sue dita tra i capelli, m’accarezza la testa, le orecchie e il collo. La mia lingua si muove su e giù, liscia e piatta con leccate lunghe o a punta dura con delle leccatine corte, io le eseguo veloci senza dargli tregua, poiché lo sento ansimare e mugolare all’inverosimile. Immediatamente lui accelera i movimenti, accompagnando la mia testa con le mani, imprimendo un ritmo al quale io m’adeguo ben presto continuando a muovere la lingua, gli stringo tra le mani le natiche, lui si muove sempre più velocemente nella mia bocca, su e giù, sempre più veloce. In conclusione lo sento irrigidirsi, poi un urlo di piacere gli fuoriesce dalla gola e sento il suo orgasmo scoppiare e inondarmi la bocca. Un fiotto caldo abbondante scivola nella gola, le sue dita m’artigliano i capelli, le gambe gli cedono, io lo accolgo tra le mie braccia e crolliamo sfiniti sul canapè baciandoci.

Dopo aver assaporato, aver fatto festa e gioito nel ritrovarci, al momento ci aspettano dieci giorni per riprendere ad approfondire le nostre nascoste fantasie e le nostre dissimulate genialità, cercando frattanto d’esplorare pienamente i nostri corpi, per cercare, per conoscere e per scoprire in ultimo appropriatamente inediti modi d’amarci, di godere e di stare insieme.

{Idraulico anno 1999} 

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