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Eleonora e Lapo

By 26 Febbraio 2019Aprile 2nd, 2020No Comments

 

Lapo. (prologo)

 

Sta cominciando a fare giorno, o meglio la luce vorrebbe cominciare a farsi strada per uscire da questa notte di inverno.

La ragazza che è accanto a me alita leggera sul mio petto. E’ totalmente rilassata ed abbandonata adesso. Sembra serena. Ieri non è stata per nulla una giornata normale. Mi pare chiaro, siamo andati tutti quanti ben oltre. Forse è proprio per la consapevolezza di aver superato un limite, di un aver visto in faccia aspetti inattesi della vita, di averli sostenuti, cavalcati, in qualche maniera assimilati se non proprio superati, forse proprio questa sensazione la ha avvolta, facendola addormentare, quieta ed appagata, stretta a me.

Io invece non riesco a dormire. Troppe cose complicate da capire e dure da accettare sono capitate in questi ultimi sei mesi. Lo ammetto, mi sento sollevato e pieno di affetto, trasporto, desiderio per la persona che mi sta accanto. Pieno di amore… non c’è altro modo di definire quello che provo per lei, oramai da tre anni, ed adesso in modo più maturo e consapevole, più grande.

Ma a dormire non ci riesco…. e temo mi ci vorrà qualche tempo per riuscirci. Sarà necessario che questo picco di sensazioni ed emozioni contrastanti passi, lasciando il posto ad uno stato emotivo ed affettivo più stabile. Prima o poi succederà, lo so, è naturale che sia così.

Intanto me ne sto qui e, con la mente stranamente lucida, ripercorro quello che è successo in questi mesi. Le cose che mi sono successe sono, tutte sommato, naturali conseguenze del fatto che mi sono innamorato di una ragazza bellissima e che, per mia convinzione, cultura e carattere, non concepisco proprio che si possa considerare la persona che si ama come una propria proprietà; al contrario, io capisco ed accetto che la persona che amo abbia i propri pensieri, i propri desideri e che , in questa nostra esistenza così breve ed effimera, possa coltivare i propri piaceri senza che io sia di ostacolo ad essi. Questo pensa la mia mente e forse anche il mio cuore… ma poi… poi succede che tutto il peso di millenni di cultura contraria ai piaceri del sesso ti gravi sulle spalle e ti faccia stare da cani, ti faccia sentire il peggiore degli innamorati e degli uomini… mentre saresti il migliore di tutti. Non lo so… forse il mondo sta cambiando, forse sono nato troppo presto. Di certo, lo so… io per amare soffrirò!

 

Mi chiamo Lapo, ho ventotto anni, laurea in Lettere. Da tre anni lavoro in una casa editrice e, quasi dallo stesso tempo, sto assieme ad Eleonora. Più piccola di me di 4 anni, al tempo era da poco che lavorava per una rivista specializzata in musica per giovani. Io più concentrato sull’aspetto creativo della materia, lei più impegnata sul lato commerciale. D’altra parte, la bellezza è l’anina del commercio e lei non ne difettava di certo; almeno così parve a me la prima volta che la incontrai ad una serata rock-letteraria, di quelle che si organizzano talvolta nei locali alla moda. Bella, vitale, sensuale, simpatica. Aveva il suo migliore look sportivo quella sera: maglia nera aderente, con le maniche lunghe ma le spalle scoperte, collo alto, abbastanza corta da scoprirle a tratti la pancia piattissima ed un delizioso ombelico, fuseaux anch’essi neri, ma glitterati, dunque pieni di luccichii. Scarpe bianche tipo tennis. Con il suo metro e settanta era giusta giusta per i miei 178 cm. Sotto la maglia a collo alto si intuivano delle belle tette, sembrava una seconda/quasi terza misura (ma vai a sapere finché non tocchi con mano… e quando poi dopo due uscite toccai…. cavolo che meraviglia… sostenute, arrotondate sotto, capezzoli piccoli e rosa che diventano chiodi appena si eccita… gliene avrei poi regalati di reggiseni, sempre 3 misura, coppa b,cioè base non larghissima ma belli sporgenti, a cornetto). In sostanza un corpo atletico e femminile, esaltato da quei tessuti elasticizzati. Dapprima la vidi di spalle…. beh… con quei fuseax ed i capelli lisci, neri lunghi fin quasi a lambire, a carezzare due belle chiappette rotonde… da prendere a morsi,insomma. Ma di bei culi in mostra , si sa, le palestre sono piene. Fu quando si voltò ed i nostri sguardi si incrociarono per un istante che rimasi di sasso: il volto disegnava un ovale leggero e morbido, gli zigomi rotondi e rosati, labbra naturalmente sporgenti e carnose, un grazioso neo su un lato della bocca e…. due occhi… due occhi giganteschi, con pupille di un azzurro molto intenso, profondo. Ne fui preso in un istante.

 

Non che io brilli in intraprendenza di solito. Tuttavia quella sera uscì il meglio di me: fui misuratamente spiritoso quando serviva, serio e competente per le questioni che attenevano al lavoro e, cosa più importante, talmente concentrato su di lei ed attento ad ogni sua parola e gesto, da riuscire così a cogliere tanto quello che diceva che quello che stava dietro, nascosto, appena affiorante. Riuscì così in maniera del tutto naturale in un’impresa del tutto inaspettata: staccarla dal gruppo, parlare con lei, farla parlare di se stessa in maniera aperta e rilassata. Ci trovammo a passeggiare per il centro città, per strade sempre più strette e deserte, sino ad arrivare sul lungofiume, la brezza della notte che la faceva fremere, il riflesso tremulo dei lampioni sull’acqua che ci rendevano, entrambi, inclini alla languidezza. Ero oramai guidato da un invisibile pilota automatico quando con un’impercettibile pressione delle dita sotto il suo mento, rivolsi le sue labbra verso le mie e la baciai leggermente. Lei per un istante, che vissi con il cuore fermo, rimase con gli occhi bassi; quando finalmente li sollevò ed incrociarono i miei, mi parve chiaro che essi dicevano “tutto qui?” Il ponte levatoio era calato, il portone abbattuto. Pomiciammo per un tempo che,ancora adesso, mi pare infinito. Le sue labbra erano morbide e dolci; la sua lingua saettava attorno alla mia, riempendomi la bocca di un irresistibile sapore di vaniglia. La mia erezione fuori controllo a causa dei boxer non aderenti premeva contro il suo corpo, esprimendo tutto il mio entusiasmo. Avessi avuto l’ardire di frugarle dentro i leggings certamente avrei potuto toccare con mano il suo… di certo l’avrei trovata bagnata, almeno a giudicare da come ansimava mentre ci mangiavamo l’un l’altro la lingua. Non lo feci, e fu giusto così: stavo limonando la donna della mia vita, non avevo fretta e non volevo sbagliare nulla. Comunque, due uscite dopo potei accedere a tutto quel paradiso. Delle tette ho detto. Sotto le mutandine trovai una peluria corta, ben curata, disegnata in una striscia di un 3 cm. Il suo clito è così appetitoso… si gonfia facilmente… e appena ti fai largo tra le sue labbra intime… trovi un lago caldo e viscoso e un’odore pazzesco (muschio, vaniglia, salsedine…) ti arriva sino alle narici, anche se la stai solo frugando con le dita mentre la stai baciando in bocca o sui capezzoli. E’ una cosa incredibile questa, che con le altre mie esperienze non mi era mai capitata…. sta cosa mi eccitava – e mi eccita ancora – da matti. Se poi sei lì sotto a baciarla…. beh allora ….

Insomma, Eleonora mi ha subito eccitato con la sua voce – squillante di solito, ma che facilmente diventa più calda, un po’ roca appena la conversazione diventa privata, personale – e con il suo corpo ovviamente. Ma quello che mi ha sempre steso, disarmato ed eccitato a seconda dei casi… è il suo sguardo: quei grandi occhi, che nel mistero della notte sono di un blu/verde come acqua profonda, di fronte ai tramonti si riempiono di sfumature di miele, mentre la mattina te li trovi dell’azzurro di un mare d’estate. Cavolo, quando li spalanca e ti guarda fisso rimani senza parole – che sia quando fa una smorfia che ti dice “cosa guardi quella… ma mi hai visto bene a me?”, o quando…. a letto… è seduta sopra di te, il suo ventre si contrae, le labbra sensuali aperte e quei fanali spalancati ti puntano e pare dicano “cazzo… arriva, arriva, è bello, è insostenibile, morirò…”

Già, nel primo periodo insieme ci davamo sotto ovviamente, con lei che arrivava all’orgasmo solo standomi sopra – quello squassante, non quello leggero, diluito, sistemico che manifestava durante i preliminari e mentre la scopavo piano standole sopra, oppure sbattendola forte da dietro. Non che fosse un problema.. anzi… lasciare che controllasse lei il momento cruciale era molto bello. All’inizio c’era sempre il preservativo fra di noi… aveva interrotto la pillola , dopo che si era lasciata da un mesetto ed era tornata dai suoi. Certo, che sofferenza le prime settimane quando lei ogni tanto doveva per forza chiarire ancora con lui… che poverino non aveva accettato… soffriva tanto… Quelle volte scopavano… ne ero certo. Ovviamente lei non me lo diceva… ma lo capivo da tante cose, una volta un segno di denti sul collo, una volta il sapore del lattice dentro di lei, per non parlare delle occhiaie quella volta che non tornò a dormire dai suoi… dalla sua amica disse… Ma soprattutto me lo faceva capire il suo sguardo colpevole, quando arrivava da me, sguardo lanciato un po’ di traverso, casualmente, a verificare la mia reazione, o l’esitazione con la quale mentre si vestiva la mattina (si fermava per la notte da me quasi tutte le sere) esordiva…”senti Lapo… oggi pomeriggio avrei fissato con Marco…. giusto un aperitivo dopo il lavoro… ha problemi con una tipa e vuol chiedere a me un consiglio… sai è un po’ depresso dopo che l’ho lasciato…”. La vedevo indossare quel suo intimo di pizzo pazzesco… e dentro mi sentivo chiudere lo stomaco… ma non gli dicevo “e no pallina, te con quello non ci esci più…” cazzo!!! Non mi sembrava giusto e forse ne avevo la forza… temevo di perderla forzandola e preferivo portarla piano a piano a scegliere da sola di stare solo con me.

Comunque non ci eravamo ancora promessi reciproca fedeltà, ci stavamo studiando, rodando. Adesso lo so: lei voleva capire che tipo ero (se ragionevole oppure no) e quanto io la volevo, la misura di quello che provavo per lei … dunque mi provocava, mi metteva allo prova.

Ma che crampo allo stomaco quando arrivava per cena e mentre io scolavo la pasta mi raccontava la sua giornata in ufficio, la telefonata con la sorella che si era lasciata col ragazzo e poi, alla fine, di sfuggita …. “poi uscendo ho visto marco, abbiam bevuto una cosa lì nel Corso“ poi siccome la guardavo perplesso (sguardo che diceva: 2 ore per bere una cosa… posso capire ed accettare, ma non mi prendere in giro eleonora…), con aria più imbarazzata “sai, da lui ho molti dischi che vorrei prendere, così siamo saliti un momento e ne ho scelti un po’…. e…. e uno di questi giorni, magari domani….passo con una scatola a prenderli” e finendo la frase con appena un filo di voce mi guardava di sottecchi ….. ed io impazzivo e appena ti alzavi per appoggiare il piatto all’acquaio ti ero già incollato dietro, a toccarti, a baciarti,a stringerti, e mi trovavi eccitato al parossismo, desideroso di ribadire che eri mia, che ti volevo solo per me. L’idea che mi feci, era che te ne accorgevi eccome dell’effetto che mi faceva la situazione… e che non ti dispiaceva per nulla: divertirsi con l’ex e trovare il nuovo ancora più voglioso di te!

Poi, passato un mesetto dal nostro primo incontro, te lo dissi chiaramente che ti volevo, ti pretendevo tutta per me. In verità te lo dissi non in una sola volta e non solo con le parole, ma in giorni e giorni e con tutto me stesso. Ma te lo dissi con fermezza. Dentro di te ne fosti entusiasta, questo lo ricordo bene. Di questo marco non se ne sentì più parlare, né ebbi più indizi che tu stessi facendo sesso con altri. Ah, riprendesti con la pillola e… wow… fu il paradiso!

 

Eleonora (prologo)

Oramai si è fatto giorno. Sono sveglia da un po’. Me ne sto ferma ferma perché qui sto bene, adesso. Al caldo, protetta, mi sembra di stare dentro un guscio… forse non vorrei uscirne più! Che periodo ho passato, e che giornata pazza. Forse ho fatto del male a delle persone…. no!!!! se penso a questo sto male…. devo pensare ad altro!!!!! ma come faccio? È successo… l’ho fatto… lo sapevo e l’ho fatto…. Il mio uomo…. cazzo cazzo…. lo sento, sta male, ha pianto un sacco!!!!! Cosa cavolo mi è passato per la testa? Come ho potuto buttarmi, realizzare in quel modo ed in quel momento quella che, alla fine, poteva e doveva restare solo una fantasia, una di quelle che in una coppia aleggiano nell’aria, sono con te e lui sotto le lenzuola, vi eccitano, vi fanno godere come matti… senza far alcun male… finché restano fantasie, appunto. Come mi è successo? Sono sempre stata così? Sono sbagliata dentro? Oppure è sbagliato tutto il modo nel quale siamo stati educati, condizionati direi a pensare ed a sentire che la persona che ti ama ti debba possedere in esclusiva, a costo di toglierci a vicenda le sensazioni più belle che questa esistenza ci può offrire? Sono tante le cose che non capisco e non so… di una però sono sicura: la persona di cui sono innamorata e che, pur soffrendo, mi ha dimostrato di rispettarmi nella mia libertà di provare piacere, è la migliore che potrò mai trovare. Da quando lo ho scoperto (a 17 anni) il sesso mi è piaciuto, certo. Eccitare i ragazzi, toccarli e sentirli indurirsi, farsi toccare e sentirsi bagnare… fantastico! Però che senso di colpa passare da uno all’altro…. da far venir meno la voglia. Dunque un ragazzino alla volta… un fidanzatino, come si aspettavano i genitori. Prima Luca, il compagno di scuola super imbranato, poi Matteo, che era già all’Università, il primo con il quale l’ho fatto…. prima della maturità. Marco piagnucolava, matteo mi metteva le corna… arrivata all’università ho fatto un po’ di “confusione”…. son passati 5, 6 nomi (o erano un po’ di più), qualcuno da ricordare, qualcuno da dimenticare… qualcuno a giorni alterni. Flirtare mi piaceva un sacco, come mi piaceva l’andare oltre, le sensazioni e l’emozione di quando scopri un corpo nuovo, un nuovo odore… un nuovo sapore.. era eccitante…. ma non mi sentivo bene… insomma mi mancava qualcosa, ero sempre inquieta, come se mancasse un tassello in mancanza del quale anche nel sesso le cose “normali” mi stufavano presto, mentre quelle più “trasgressive” mi facevamo sentire un po’ male… un po’ sporca forse. Ovviamente, quello che mancava era un potente innamoramento. Quando è arrivato Lapo tutti i tasselli sono andati a posto. Non che tutti gli altri abbiano smesso di guardarmi il culo e le tette, di offrirmi 10 caffè e 15 aperitivi al giorno. Nè io ho smesso di mangiarmi con gli occhi il culo di un bel figo che incontro al supermercato, o di eccitarmi in palestra quando l’istruttore bono che ti tampina da sempre ti mostra l’esercizio, maneggia il tuo corpo per farti “sentire” il movimento… e quel qualcos’altro che ti sbatte davanti al viso o ti appoggia sulle chiappe. Oppure quando in discoteca, nella calca, i due ragazzi più fighi del gruppetto appena incontrato con le tue amiche (sei tu, con i tuoi gesti e le tue parole che li hai attirati) si fanno intraprendenti, ti ballano sempre più vicini, si strusciano, le loro mani sui tuoi fianchi, il loro fiato caldo dietro il tuo orecchio e sul tuo collo mentre ti bisbigliano all’orecchio cose banali, inutili che tu non capisci neanche, tanto lo sai che significano solo “ti vorrei spogliare e mangiare a morsi!”. Li lasci fare un po’, ti ecciti come una matta, poi li molli lì, te ne torni a casa con le mutandine bagnate ed appiccicose e trovi il tuo lui, l’unico dal quale vuoi farti prendere, e lì ti lasci andare e provi tutto il tuo piacere. Lapo… appena l’ho visto ad una festa, mi ha attratto subito…. chissà perché poi. Non era il più carino, non era il più fico, ma era dolce e mi voleva “tutta”, si capiva subito, con le labbra spesse che si indovinavano morbide, delle mani belle e curate. I capelli castani, con la riga da una parte, il ciuffo un po’ lungo che buttava di qua e di là. Con la coda dell’occhio ho controllato che mi guardasse per bene il culo (in genere è lì che faccio colpo…), ma poi, quasi subito, mi sono accorta che lui smaniava di guardarmi negli occhi, che mi mangiava le labbra con lo sguardo… ed è questo, se ci penso adesso, che mi ha subito illanguidito, fatto smaniare che mi cercasse, che venisse a flirtare con me, e poi che avesse il coraggio di stringermi, di baciarmi. Non fu difficile ottenere che lo facesse… e mi piacque tantissimo… una vera scarica elettrica, un passaggio di onde elettromagnetiche….forse è vera questa storia dei feromoni e cose simili. Non cercò di portarmi a casa sua la prima sera… a baciarlo me ne era venuta una voglia… ci sarei andata e di corsa… ma fu meglio così, come se lui avesse voluto sottolineare “tu non sei una qualunque… tu sei quella giusta e voglio prendermi il tempo che ci vuole…”. E quella era proprio una mossa giusta… per farmi innamorare di lui! Le settimane successive stare con Lapo diventò sempre più coinvolgente ed appagante… insomma, mi innamoravo sempre di più. Per un po’ me la spassai anche: il mio ultimo ex mi girava ancora intorno… e a me faceva piacere che lo facesse! Forse avevo solo un po’ paura di quello che cominciavo a sentire per lapo… dell’amore con la A maiuscola, che ti richiede serietà ed impegno e che provavo seriamente per la prima volta in vita mia.. Con Marco, stati insieme per soli 6 mesi, perché alla fine faceva il magazziniere e ragionava anche da tale… ad un certo punto con lui mi era mancato qualcosa… e l’avevo messo in stand-by… e a lui era andata bene, così lui poteva scopare senza patemi quelle che aveva adocchiato in quei sei mesi…. Però, cavolo, lui era proprio un gran fusto, a scopare insieme ci si era sempre trovati parecchio bene e del sesso con lui me ne era rimasta la voglia… dunque per un mesetto scopai con tutti e due. La prima volta che lo reincontrai per caso fuori dalla palestra, volli chiarire subito che mi stavo innamorando di un altro; lui ci scherzò su: “ cazzo Ele… sono solo 20 giorni che non scopiamo e già sei innamorata…. sei proprio una troia!” ci ridemmo sopra insieme, bevemmo una cosa e poi si offrì di darmi un passaggio fino a casa di Lapo. Mi sentì molto eccitata dal trovarmelo lì accanto, liberi dalle tensioni di una coppia con dei doveri reciproci… [ma in realtà era la mia paura che… inconsciamente tentava di inquinare l’amore per Lapo che cresceva]. Mi lanciò qualche occhiata allo stesso tempo maliziosa ed interrogativa mentre guidava, poi deviò dalla strada principale e, sempre tenendo d’occhio la mia espressione che io cercavo di lasciare indifferente (come se distrattamente non mi fossi accorta di nulla) fermò la macchina in una piazzola appartata e buia… ovviamente scopammo! Il cretino non aveva preservativi, così me lo godetti quanto mi serviva, a cavalcioni su di lui, il suo cazzo nudo dentro di me…. poi, dopo che ero venuta, lui mi volle venire in bocca, lo stronzo, che mentre sputavo fuori dallo sportello socchiuso mi apostrofava . Quell’approccio rozzo…. me ne resi subito conto, era proprio quello che in quel momento mi aveva eccitato. Salendo poi su da Lapo mi sentii parecchio a disagio…che cazzo avevo fatto?…. pensavo entrando da lui… tanto più che prima di chiudermi in bagno a docciarmi, con colpevole distrazione lasciai che mi baciasse con la lingua……. cazzo…. venti minuti prima avevo la bocca piena dello sperma di un altro!! Ma il mio disagio durò poco: uscita dal bagno, bella fresca e fasciata nel telo di spugna, lo trovai nudo dentro al letto, con il lenzuolo a capanna, sotto al quale entrai a razzo anche io, come un pesce nell’acqua. Lì, avvolta in una appagante coltre di dolcezza e passione… e con il pensiero del cazzo di marco che mi schizzava lo sperma in bocca… venni ancora più forte del normale. Il mio tesoro avrà sentito un sapore strano nel mio bacio? … mah, io ebbi l’impressione di si… e la cosa, come negarlo, mi eccitò parecchio! Nei giorni successivi, quando avevo voglia di vedere Marco (di scoparci, cioè) lo chiamavo ed a Lapo glielo dicevo che dovevo incontrarlo. Certo, sempre con una scusa (un libro da riprendere, un ultimo chiarimento) ma secondo me lui lo sapeva benissimo che ci scopavo… fosse altro per un succhiotto che l’altro mi lasciava sul collo, o per il sapore del preservativo che non poteva non sentire quando facevamo l’amore che io ero appena tornata (senza doccia) “dall’ennesimo chiarimento con Marco”. E… a Lapo la cosa provocava eccitazione, si capiva… cioè, non è che gli piacesse razionalmente, questo di sicuro no, … ma di certo quello stato di tensione che gli creava il sapermi a scopare e a godere con un altro uomo, di certo si, lo faceva soffrire un sacco… ma il cazzo glielo faceva venire duro… durissimo…. e a me questa cosa per un po’ piacque ed eccitò da matti! Insomma, facevo un po’ la stronza con questo ragazzo fantastico ed innamoratissimo di me, e me la spassavo proprio, sino a che cominciai a sentire che era talmente bello stare con Lapo, ricevere e ricambiare il suo amore, che mi diminuì la voglia di vedere l’altro. Così alla fine un pomeriggio, a casa di Marco, mentre mi scopava sempre in modalità “scopata con una troia”, lui provò ad incularmi. Di certo quando stavamo insieme non l’avrebbe fatto, non così almeno. Penso che semplicemente, non stando più insieme, si fosse accorto che di cosa sentivo io mentre scopavamo non gliene fotteva più nulla. Non mi ero mai fatta inculare prima, né da lui né da altri. Successe dunque che mentre mi stava pompando a pecorina, con semplicità, lo tirò fuori dalla fica fradicia, mi allargò le chiappe con le mani e lo appoggiò al buchetto. Io ero troppo in modalità “son qui per farmi scopare e basta!” per ribellarmi, e, mentre un misto di paura ed eccitazione mi creava una specie di palla alla bocca dello stomaco, lo lasciai fare. Lui spingeva contro il buchetto, in maniera un po’ scomposta, la cappella gonfia all’inverosimile; sentivo un male cane, delle fitte, punture di spillo che si irradiavano fin dentro la pancia; ma lo lasciai ancora fare: sentirmi così maltrattata mi aveva fatto eccitare troppo e dunque quel dolore sembrava piacere… e viceversa… insomma ero parecchio confusa ed attratta da quella cosa così trasgressiva (almeno per me)! Continuò per un po’ a spingere, eccitato anche lui al massimo dall’idea di potermi finalmente fare tutto quello che voleva, fregandosene di me (troia innamorata di un altro, ti rompo il culo, ti faccio male come tu lo hai fatto a me lasciandomi…); mi strizzava le tette, mi tirava i capelli e, alla fine, mi morse una spalla, come farebbe un cane per tener ferma la femmina sotto di lui. Al che ritornai in me e mi incazzai, almeno un pochino: <“Cazzo fai, mi lasci il segno cretino!> e lui, ansimante, mi rivolta sulla schiena, mi infilza di nuovo la passera e, infoiato da matti, prende a sbattermi forte: “Sei proprio una troia Ele… godi con il mio cazzo e ti preoccupi del fidanzatino…meno male che mi hai lasciato, chissà che corna mi avresti messo!”. Mi sarei dovuta offendere… ma era la verità in fondo… ed ero a bocca aperta, la testa rivolta all’indietro riversa oltre il bordo esterno del letto, impegnata a mettere a tempo le mie contrazioni interne con i suoi colpi… per venire….così non ci avrei fatto caso più di tanto, senonché lui, tirandosi su con il busto sulle braccia tese per sbattermi più forte e sborrare, disse una frase di troppo….. “Cazzo Ele… ti sborro dentro… alla faccia di quel cornuto felice del tuo ragazzo!”. Sentire quelle offese per Lapo – sentirle dentro intendo – fu come aver preso una coltellata. Cominciai ad urlare che mi si togliesse di dosso, mentre lo colpivo con le mani; lui, colto di sorpresa, si ritrasse ed estrasse dal mio corpo il cazzo che, sul punto di eiaculare, tendeva allo spasimo il preservativo, così che io sgattaiolai da sotto di lui e , piangendo, raccolsi i vestiti, me li misi alla meglio e scappai fuori dall’appartamento. Non risposi più ai messaggi che mi mandò per qualche giorno… poi non lo sentì più, né tanto meno sentì più il bisogno di rivederlo. Da allora, ci fu solo lapo per me. Quasi tre anni, molto belli: non sono mai stata innamorata come mi è successo con Lapo né mai più lo sarò, se finirà… questo lo so bene. Lui è l’uomo della mia vita!

 

La storia raccontata da lapo

 

 

 

1. Lapo. la vacanza al mare – un’atmosfera particolare.

 

Passati 3 anni assieme, belli belli. Dopo due mesi lei era venuta ad abitare da me e la nostra vita era diventata quella di una normale coppia di innamorati: il giorno il lavoro, la sera spesso da soli a casa a fare l’amore o semplicemente a coccolarci, un paio di volte a settimana uscita insieme, una o due volte io fuori con gli amici della palestra, lei con l’amica Martina, al cinema o a ballare. A letto eravamo diventati certamente più bravi: con l’aumentata intimità mi riuscivano delle belle prestazioni, lunghe e soddisfacenti, ed avevo imparato a far arrivare Ele all’orgasmo nelle posizioni più disparate, o forse sarebbe meglio dire che lei lo aveva imparato… mah… sta di fatto che ci piaceva parecchio fare l’amore e che ci davamo a vicenda parecchio piacere. Eleonora era molto corteggiata, ovviamente, ma mai in tutto quel tempo colsi suoi atteggiamenti non rispettosi di me quando uscivamo insieme, né mai ebbi la sensazione che si interessasse ad altri che a me. In breve, sono stato felice con Eleonora, e questo non lo potrà mai cancellare nessuno.

 

 

 

Poi è arrivata quella strana vacanza dello scorso giugno… che ci ritrovò cambiati al ritorno. Tu sbocciata come un fiore, io tormentato dalla morsa della gelosia, da fantasie – ma lo erano davvero – nelle quali sempre scopavi all’infinito con quel pezzo di merda francese. L’effetto principale: scopavamo insieme molto più di prima… e meglio di prima. Cosa successe in concreto? Lì per lì non ci capì granché. Una specie di villaggio nel sud della francia (io ed Ele parliamo bene francese ed inglese, io anche il tedesco), una comitiva di giovani locali molto più “vispetti” di noi (soprattutto le ragazze), diverse coppie e dei singoli, tette al vento in spiaggia, piselli in mostra la sera quando c”era sempre da spengere i falò “annaffiandoli”, giochi di società un po’ al limite, ma eccitanti, della serie penitenze hot. In generale andava tutto bene, infatti io e lei eravamo belli vogliosi la sera in camera nostra “oggi sbavavi per le tette di quelle due svedesi amore,parevi un cagnolino in calore! E io, che la faccio ridere con il solletico, ”…. e tu allora, che facevi finta di dormire e invece guardavi quei due dell’ombrellone accanto, con quella che glielo ha ciucciato bene bene al suo ragazzo… qual palo che lui aveva tra le gambe !…… ahhh ….. smetti cretino che sveglio tutti… poi non è vero…. non ce l’aveva così grosso… ce ne erano di più grossi e belli in spiaggia!!” e giù a scopare come matti….

 

 

 

 

 

Un po’ di “vispezza” non ci faceva di certo male. Una sera delle ultime la cosa va un po’ oltre. Due maschietti (Thierry, il compagno dell’Ape Regina Claire, e Ludwig, uno studente tedesco single) vengono quasi alle mani: hanno tesi diverse sulla domanda di un gioco e la questione diventa una di quelle sulle quali pare si giochi la virilità. Siccome non c’è modo di chiarire chi abbia ragione ed i due si sono alterati, Claire propone di risolvere la cosa in altro modo: lo tiran fuori e vediamo chi ce l’ha più grosso. Detto fatto. Ma son mencetti… non si può giudicare. Soluzione: nuova domanda e la squadra che perde fornirà una ragazza per aiutare. Io sono molto a disagio e forse lo anche Ele, che comunque diventa agitata e rossa rossa, lo noto. Comunque non c’è modo di sottrarsi senza fare la figura dei pirla. Ele è preparata e dà personalmente la risposta giusta, con mio immenso sollievo. L’incombenza tocca a Magalie, una biondina di vent’anni che, sorridente e per nulla scioccata, dà un’occhiata al suo ragazzo come dire “beh… è andata così” … lui ride fragorosamente (francesi e disinibiti… beati loro, penso). La ragazza si inginocchia fra i due tipi che si son denudati le gambe ed hanno messo le sedie una di fronte all’altra. Si lecca i palmi delle mani, scappella i due uccelli e comincia a trastullarmi… Therry si distingue per reattività e la biondina si ritrova l’asta dura per le mani in poche decine di secondi; l’altro attrezzo non è altrettanto efficiente. Grandi risate di tutti, un preservativo vola in grembo alla ragazza che, senza fare un plissé, lo apre, se lo mette sul dito medio e, udite udite, lo caccia nel culo del tedeschino, mentre con l’altra mano continua a smanettarlo. Questi caccia una smorfia di fastidio ma, in men che non si dica, mostra una bella erezione. Capito la biondina? Compare un bel righello da 30 cm, che la fanciulla utilizza sapientemente: vince il tedeschino 19 a 18! I due se la ridono e fanno per ricomporsi, ma la platea si è scaldata parecchio e, con una sola voce, pretende che il vincitore sia premiato. Il ragazzo della biondina se la ride più degli altri – evidentemente non vuol fare la figura di quello che gliene frega di lei – e gli fa cenno che se lei vuole per lui non è un problema. Lei sgrana gli occhi chiari e fa la faccia falsamente stupita; forse per ripicca, o forse perchè gli è salita la voglia (basterà vedere come ha duri e dritti i capezzoli) si accomoda più stretta tra le gambe aperte e nude del ragazzo (che, lui si, ha la faccia di uno che veramente non crede ai propri occhi) e si sfila la maglietta. Una bella seconda abbondante, larghetta di base, non sostenutissima ma con belle aureole rosa ed in mezzo… due chiodi. Mettendogli le mani dietro al sedere tira a se il bacino del ragazzo, che scivola a sedere sul bordo della sedia, con l’ uccello adesso duro e drittissimo che va a sbattere su quelle due belle e morbide rotondità. Lei se le preme dai lati e ci stringe in mezzo il membro. Dalla bocca fa scivolare un bel po’ di saliva e comincia la sua bella spagnola. Non ho mai assistito ad uno spettacolo live, tantomeno da 2 mt di distanza. La situazione mi eccita parecchio, anche in considerazione del ragazzo della tipa che adesso, alla prova di fatti, è evidentemente a disagio e forse non così indifferente alla cosa; lo vedo bene perché è dal lato diametrale al mio, si è fatto serio da quando nella stanza è calato il silenzio e si sentono bene i gemiti del ragazzo, che con la testa riversa all’insù si gode il massaggio, e l’ansimare della ragazza che si sta dando un gran daffare su quell’attrezzo che adesso deve proprio essere duro. A tratti lo vedo bene quel pezzo di carne rossa, scorrere tra quelle belle bocce morbide che la ragazza tiene strizzate con forza. Anche lui,muovendo il bacino, partecipa all’”amplesso”, tanto che la sua cappella sbatte ripetutamente sotto il mento di lei, ed anche sulle labbra qualche volta. L’impressione è che, se fossero soli, lei non gli negherebbe quella bocca, né altro.

 

 

 

Eleonora è accanto a me. Inconsapevolmente, penso, la sua mano che è appoggiata alla mia coscia si è stretta in una morsa. La guardo: le labbra dischiuse e vermiglie, lo sguardo lucente di quando facciamo l’amore.

 

 

 

Il di lei ragazzo si alza e fa per allontanarsi, arriva alla porta, si ferma, ritorna indietro… pare un leone in gabbia. Tutti sono in silenzio, il ragazzo geme più forte adesso ed agita il bacino sulla sedia, lei lo incita a venire, con la voce affannata. Lui infine contrae forte gli addominali scoperti, le mette le mani sulle spalle come a dirle “fermati” e grugnisce come un cinghiale. Non posso vedere il busto della ragazza perché sono coperto, mentre immagino eleonora abbia piena visuale… la guardo e la vedo spalancare la bocca e metterci davanti una mano, i grandi occhi azzurri sgranati. Qualche istante,il ragazzo si placa e lascia le spalle della biondina che si tira su, raccoglie la maglietta e mi passa davanti mentre corre in bagno. Che spettacolo: ha preso schizzi di sborra giallastra sulla fronte, sulla guancia, sul mento ed ha l’incavo delle tette tutto lucido. Il di lei ragazzo si scansa per farla passare, poi prende le sigarette se ne esce anche lui, stavolta sbattendo la porta. Domina un diffuso silenzio… chiaro a tutti che si è andati troppo oltre…ci si aspettava tutti una seghetta con mano dentro le mutande del ragazzo, non qualcosa di così sensuale ed intimo.

 

 

 

 

 

La serata si è sgonfiata adesso, propongo il rientro in camera ed ele non se lo fa ridire…. abbiamo tutti e due una gran voglia di scopare! Sotto le lenzuola, già bello duro, la aspetto. Lei entra sotto con addosso solo una maglietta. Che odore…. l’odore di ele eccitata è fantastico, le esce dalla fessura appena ci appoggio le dita, cosa che faccio praticamente subito. Lei diffonde il suo odore, io divento ancora più duro… le vado subito sopra a strusciarglielo tra le gambe…. scoperemo a bomba!

 

 

 

Si apre la porta… cazzo! Claire mette dentro la quella sua faccia da gatta morta e sussurra “ragazzi, ci hanno buttato fuori di camera… veniamo da voi, tanto ho visto avete due letti”. Lei e Thierry entrano e, senza aspettare risposta, si infilano nel letto da una piazza o poco più che sta addossato al muro, quasi attaccato al nostro. Smonto dalla mia giumenta in calore, seccato a palla, non meno di lei. La stanza non è al buio, poiché sopra la porta c’è una vetrata e nel corridoio c’è sempre la luce accesa; si vede dunque abbastanza da capire senza ombra di dubbio che i due si denudano prima di entrare sotto il lenzuolo. D’altra parte anche noi lo siamo. Io sto di spalle ad Ele, e tengo sempre il cazzo duro tra le sue chiappe, strusciandolo piano piano; lei si appiccica al mio corpo, come una cozza… ne ha una gran voglia. Gli altri due ridacchiano con Claire che bisbiglia “stai fermo dai …. no così non vale… mmmm”. Si gira verso Ele, bisbiglia e ride, perché lui evidentemente sta armeggiando dietro di lei “senti Eleonora – dice – noi ci abbiamo voglia… questo qui non mi fa dormire… vi scoccia se ci diamo un po’ da fare?” Eleonora (con mia sorpresa) non mostra imbarazzo e risponde senza esitazione, casomai con eccitazione che traspare dal tono concitato: “certo cavolo… stavamo pensando lo stesso anche noi”. L’altra allunga la mano aperta, così che Ele gli batte il cinque….. ridono di gusto.

 

 

 

Claire non perde altro tempo e monta a cavalcioni del suo compagno. La imita subito Ele, che in maniera fin troppo evidente adesso ha accettato Claire come “maestra di emancipazione sessuale”. Giusto un secondo, trovo la strada aperta e sdrucciolevole e, in verità con immenso sollievo, sono dentro di lei. Restiamo sotto le lenzuola ma appena stacchiamo un attimo le bocche e ci giriamo, all’unisono verso gli altri due, capiamo che Claire ha gettato chissà dove il lenzuolo e adesso sta cavalcando a mille il suo manzo, tenendogli le mani sul petto. Sono belli, le mani di lui la tengono per i fianchi, le grosse tette che danzano… sono eccitanti. Ele mi sta spiaccicata sopra, le sue labbra sfiorano le mie… aspetta qualcosa da me. “Tranquilla Ele – le sussurro – come ti senti… fai tutto quello che ti senti di fare… non ci sono problemi… mi piace e ti amo”. Sento che è già sul punto di venire… ancora un po’ di strusciamento del suo clito conto il mio pube e godrebbe… ma stasera è attratta dal provare qualcosa in più! Tira su il busto e si accovaccia sul mio ventre; con le mani si scosta di sotto il lenzuolo e lo manda in fondo al letto. Intreccia le sue mani con le mie e, così sostenendosi, comincia a cavalcarmi. I due ci guardano con estremo interesse “wow!!!” esclama Claire, giusto prima che Thierry le sollevi le chiappe con le mani e cominci a pistonarla da sotto come un forsennato. Fanno un fracasso del diavolo, quei due, lei che caccia urletti, lui che grugnisce, la testata del letto che sbatte. La situazione è davvero nuova ed eccitante per noi. Ci mettiamo poco a venire, di fatto insieme…. e ci piace parecchio ad entrambi, è ovvio. Ele ha portato il proprio petto sul mio, cuori che rimbombano a contatto, quando anche gli altri due arrivano al punto, schiamazzano, poi si mettono buoni. Claire scende dal letto, prende la mano di Ele e vanno a chiudersi in bagno, ridendo come scolarette.

 

 

 

“Molto bella e sensuale la tua ragazza …. sei un ragazzo fortunato!” Sentenzia Thierry con l’ultima voce che ha, poi si gira e si addormenta a bomba.

 

 

 

Ele rientra nel letto, solo maglietta, mi si accoccola stretta e mi sussurra “scusa se sono stata un po’ troppo porca stasera…!”, gli rispondo “ma che dici, mi è piaciuto un sacco!” “comunque questa Claire è proprio una giusta!” conclude lei….. ed io, per nulla tranquillo, fatico ad addormentarmi.

 

 

2. Lapo. La vacanza al mare . Cosa sta succedendo ad Elonora?

 

 

 

Il giorno dopo Ele lo passa in gran parte con questa Claire. Mattinata nuvolosa. Vanno a fare spese in paese. Io, nella maniera più stupida, giocando a beach in spiaggia, rimetto male la caviglia già infortunata in inverno. Un male cane ed un po’ di gonfiore. Niente di che, basterà non sforzarla troppo per qualche giorno, penso…. ma non posso sapere quanto mi condizionerà questa piccola ed insignificante cosa!

 

 

 

Al loro ritorno, mentre io do mano a preparare il pranzo, ragazze chiuse a lungo in camera/bagno. Durante il pranzo ridacchiano di continuo. E’ ovvio che Ele qualcosa sta combinando… a tavola cerco il suo sguardo e, quando lo incrocio, lei mi guarda sorniona e maliziosa. Mentre sistemiamo la cucina le passo dietro e mi appoggio a lei, facendole sentire quanto la sto desiderando. Lei si volta e, con l’aria di una bambinetta birichina che ha combinato un guaio e non sta nella pelle, vuole fartelo sapere, mi sussura all’orecchio < vieni in camera tra 5 minuti... e chiudi la porta a chiave!!> Passo i miei 5 minuti con il cazzo che tira dentro i boxer. Entro nella camera appena rischiarata dalla luce che penetra tra le persiane chiuse, chiudo la porta. Ele è sotto le lenzuola, tirate sotto il mento. dice. Eseguo ed entro sotto il lenzuolo. Lei si scosta e piega il lenzuolo sotto il fianco, così che non possa arrivare al suo corpo con le mani. Mi prende il viso con entrambe le mani e mi bacia… tante labbra… tanta lingua. Mi prende la mano e se la porta sulle tette; io le pastrugno, strizzo i capezzoli, la faccio gemere mentre continuiamo a baciarci. Poi me la spinge più giù, sulla pancia piatta e liscia ed ancora giù su qualcosa di infinitamente morbido, liscio, umido…. CAZZO!!!!… la sua passerina perfettamente depilata. La guardo, lei che ride maliziosa mordendosi il labbro, la scopro tutta, scendo a contemplarla, ad assaggiarla. Ora, non è che non l’avessi mai leccata là sotto, al contrario. Ma lì ero atterrato su un altro pianeta, infinitamente più eccitante di quello sinora conosciuto. La leccai di gusto per un tempo infinito, poi senza mollarle il clito, usai le dita, fino a sentirla gemere e dibattersi. Rallento fino a fermarmi, dandole modo di rilassarsi un po’. La mie due dita sono piene di crema bianca. Mentre la guardo da sotto, ci passo la lingua e ne succhio una. protesta lei, in maniera non tanto convinta. gli rispondo ridendo. Lei mi tira su per i capelli e mi dice Ci baciamo, anzi, più che altro ci frughiamo l’un l’altra dentro la bocca. Porto le mie dita tra le nostre bocche. Lei mi guarda con curiosità… poi me le lecca con la sua linguetta saettante e, siccome gliele appoggio sulle labbra, spingendo lieve lieve dentro la sua bocca, lei chiude occhi e labbra… e le risucchia entrambe dentro. Io mugolo compiaciuto e spingo il cazzo durissimo contro il suo corpo. Apre gli occhi, che adesso sorridono maliziosi. Scende con la bocca sul mio corpo, baciandolo tutto… e me lo prende in bocca. Lecca e succhia di impegno, la mia mano appoggiata sui suoi capelli setosi ed arruffati. Ci metto poco a venire… ed è bellissimo. Lei lo prende tutto, poi resta lì ancora un po’ e capisco che sta ingoiando. La tiro su, verso di me e la guardo con uno sguardo misto di sorpresa, gratitudine e… domande. < E' perché ti amo , perché sono completamente tua Lapo>. Ci baciamo… siamo un unico sapore, una sola cosa. Forse….

 

 

 

Giusto due ore dopo quel momento fantastico… mi si apre la porta sbagliata e comincio a scendere… verso l’inferno.

 

 

 

Ci rilassiamo in giardino prima della serata (si parla di andare direttamente in una discoteca). Ele, manco a dirlo, è con Claire e parlano fitto mentre la francese smanetta sul telefono. Dietro di loro una palizzata alta… sono troppo curioso… o forse troppo insicuro…..non resisto alla tentazione di girarci dietro e, non visto, cercare di sentire cosa dicono.

 

C

 

E. < ma no Claire, non c'ho voglia, cosa c'entra, che gli devo dire a questo?>

 

C < che hai da dirgli bella? Ma l'hai visto per bene il suo Istagram? Dammi retta, è il più bel fico che abbia mai conosciuto! Ci son file di strafighe che pagherebbero per star con lui e farsi una foto da postare! E poi se te lo dico io che l'ho provato “completamente”.. beh... non c'è proprio paragone!> e se la ridono di gusto.

 

E.

 

C. < ma dai.. mi sembri mia nonna Ele!! smetti di ascoltare troppo la testa, o finirete tutti e due per essere infelici un domani. Mica siete sposati, e poi non c'è niente di meglio che un po' di gelosia per tener accesa la fiamma. Che cosa intendi fare della tua vita? Non parlerai o ballerai più con nessuno? No guarderai più un altro uomo? Non asseconderai più un tuo desiderio trasgressivo? Cazzo, se farai così diventerai presto una persona grigia.. ed anche il tuo lapo se ne andrà a cercarne altre...>

 

Ele rimane in silenzio, forse colpita dalle parole dell’altra, forse alla ricerca di una scusa per cedere alla sua insistenza.

 

C.

 

ridono…

 

C. < facciamo così... ci parli, lo conosci, stasera ci balli un po' (che di ballerini latini più bravi non ne conosco)... domani ci facciamo un bel bagno al mare e poi vedi te... basta così se credi... non è che puoi farti tante seghe mentali, altrimenti finisci all'ospizio a trent'anni!!>

 

un telefono che sta cercando la linea, in vivavoce

 

lui risponde; convenevoli entusiasti di Claire all’amico che vanno avanti per un po’… poi lui dice:

 

P. < ma quella tua amica della quale mi hai mandato le foto... ma è bellissima! E' nuova? Dove l'hai trovata?>

 

C.

 

se la ridono alla grande, con ele che protesta con l’amica per la battutaccia

 

P < mi piacerebbe tantissimo conoscerla. Mollo queste due stronze che ci sono qui e sono da voi in serata, così ci scateniamo in disco>

 

C.

 

P.

 

E. < ciao patrick, sto bene qui con Claire, ci divertiamo e ridiamo un sacco>

 

P.

 

tutti ridono dell’ennesima battutaccia… e sento ridere anche Ele, giusto un po’ imbarazzata nel tono.

 

P.

 

E. < beh, si, mi sembri abbastanza simpatico>

 

P. < abbastanza da ballare con me stasera?>

 

E. < Si, direi abbastanza da ballare un po' con te!>

 

L’altro emette un ululato, tipicamente francese… nuovamente risate generali.

 

P.

 

Ele, stralusingata, lo ringrazia per la sua gentilezza e gli dice .

 

 

 

La telefonata è finita. Le due si mettono starnazzare, non vedendo non capisco cosa succede.

 

C. ridendo

 

E. affannata e ridendo a sua volta (come se stesse difendendo la preda con l’altra che gli fa il solletico)

 

C. < va bene, va bene, ma non mi scassare il cellulare... te le faccio vedere io! Ecco, questa te la ho fatta a tavola... guarda che primi piani so fare... guarda che occhi ti son venuti!!!!>

 

E.

 

C.

 

E. < dici che era distratto dalle altre due più sopra?> e se la ridono di gusto…..

 

C. < qui prendevi il sole sulla sabbia e... quel costume che entra là a stretto... beh... è da oscar!”

 

E.

 

ma l’altra non la fa continuare

 

C.

 

ele stavolta non gradisce…..

 

E. < Claire! Ma che cazzo di foto mi hai fatto? Ma ti sei bevuta il cervello? Ma che cazzo ti è venuto in mente di farmela e di mandarla in giro? Sei una stronza, cazzo!!

 

C.

 

sento ele che la manda ancora a quel paese e si allontana, l’altra la continua a chiamare.

 

 

 

Son proprio confuso, arrabbiato.. insomma non mi sento per nulla a posto. Capisco che devo far qualcosa, devo togliere ele da questo giro… ma non so bene come fare. Mica gli posso dire “sai, ti spiavo… che è sta storia che flirti con un altro? E che foto ti avrebbe fatto quella?”. Non potendo dir questo, non c’è ancora un motivo evidente per far casino più di tanto… farei solo la figura del rompicoglioni geloso.

 

La trovo in camere, sul letto, piegata sul telefono. Mi siedo dall’altro lato e le dico

 

 

mi dice lei senza alzare lo sguardo dallo schermo.

 

 

Alza lo sguardo e mi dice:

 

ed abbozza un sorriso. Continua: <è solo marti che qualche volta mi fa incazzare con le sue lamentele che non ci vediamo eccetera eccetera>.

 

Va bene, dico io, mentre lei continua a scrivere (mi pare che adesso abbia sorriso leggendo una qualche risposta).

 

La vedo brutta, comunque sparo le mie cartucce:

 

< Senti amore, ti volevo fare una proposta>.

 

si limita a dire lei, mentre scrive.

 

Deglutisco e ci provo:

 

 

appoggia mani e telefono in grembo e mi guarda, sorridendo:

 

< Che caro sei amore! E' una bellissima idea – un attimo questo che mi si scalda il cuore – ma stasera abbiam già organizzato la disco, già pagato la notte qui, ed anche organizzate le moto d’acqua per domattina… insomma se scappiamo così li offendiamo e basta… e poi son cose che mi piace fare… per l’alberghetto benissimo per domani sera, fissalo pure, così finiamo la vacanza in bellezza! …sei un amore>.

 

Sta già leggendo l’ultimo messaggio arrivato e sorride adesso, di quello. Con me il discorso lo ha già chiuso.

 

Ho due strade: insistere ed incazzarmi dicendo il vero motivo, cioè che son geloso e che la voglio solo per me, oggi e per sempre. Oppure lasciar perdere e limitarmi a tenerla d’occhio per un giorno.

 

Sono molto tentato dalla prima strada, ma non è nelle mie corde… non ci riesco a forzarla, a dimostrarle il mio amore tirando la catena.

 

Si alza dal letto . Mi schiocca un bacio in bocca e si chiude dentro il bagno.

 

 

 

Rimango seduto sul letto, nero come il carbone. Il cellulare di Ele lì ad un passo…. non resisto.

 

Messaggio di Claire:

 

 

la risposta di Ele è una linguaccia… come a dire che l’ha già scusata….

 

Cazzo cazzo!!!!! …. chat con sto Patrick:

 

 

E.

 

P.

 

E.

 

P. < e le mie foto, ti piacciono quelle>

 

E. > Scemo…. si, mi piacciono molto>

 

P. > cosa ti piace in particolare?

 

E. > beh… hai un bel corpo slanciato ed atletico, da ballerino, hai mani molto curate…. ed hai un bel sorriso… da canaglia!

 

P. Wow, detto da una bellissima ragazza italiana, mi sento molto lusingato… grazieeee! E… non vuoi sapere cosa mi piace di te?

 

E. per carità… preferisco restare con il dubbio… (faccina con mani sulla bocca)!

 

P. ma no, dai, non sono così materiale… i tuoi occhi Ele… sono unici… una meraviglia! Per quanto poi, anche il resto… tutto il resto…… uuuuuaaaaauuuuuhhhhhhhhhh!

 

E. Ecco, lo sapevo……

 

P. > ma dai sciocchina, SCHERZO!!!! allora affare fatto: stasera balliamo insieme!!! (ballerini che volteggiano)

 

E. > Non penso proprio… il mio ragazzo è geloso e non mi fa ballare con gli scemi ( linguaccia)

 

P > beh, del ragazzo ce ne occuperemo dopo… siamo nel 2000, mica nel medioevo! E comunque a divertirsi un po’ non c’è niente di male… mica ti mangio…>

 

E. Vedremo… non ti prometto nulla…

 

P: Io son già in macchina che guido… stasera o mi farai soffrire.. o mi farai un uomo felice… il mio destino è nelle tue mani

 

E. nelle tue per ora… guida piano! (manina che saluta)

 

P: faccina bacio e cuori….

 

 

 

Metto a posto il telefono, con l’animo in tumulto. E io che la volevo convincere alla fuga romantica con me mentre era impegnata in quella chat….. che pirla!!!!

 

Non bastasse: perché avevo il cazzo così duro nei pantaloni?????

 

 

 

 

3. Lapo. La vacanza al mare . La discoteca

 

Ele si prepara per uscire ed è al settimo cielo. Certo, lo è sempre quando si va a ballare, le piace moltissimo. Purtroppo, io so anche che c’è dell’altro. Ma forse, penso, si sta solo divertendo a flirtare… magari lo fa anche altre volte, solo che io stavolta sono molto allarmato e me ne sono accorto. Forse non farà nulla di male.

 

” Come sto?”

 

beh, che vuoi dire: capelli sciolti sulle spalle, abitino nero con lurex argento, tessuto increspato, a tubino, fascia per contenere e modellare il seno; corto corto….due bellissime gambe scoperte… sandalo tacco 10….

 

“wowww.”.. dico solo

 

“il reggi non lo ho messo, si vedeva.. poi stanno su bene, che dici?”

 

“magnificamente ele, come sempre. Ma ….. hai su un perizoma?? ” chiedo esitante.

 

” ma no, sei matto, se questa mi si solleva mi riman tutto all’aria!”

 

Tira su il vestito ancheggiando un po’ e mostra una più morigerata culotte (si fa per dire morigerata… di pizzo nero).

 

Non posso che riempirla di complimenti, un bacio leggero per non sciupare il rossetto, e fuori verso il pulmino che ci porterà alla discoteca.

 

 

 

Che la serata sarà complicata si conferma di fronte al pulmino. L’autista è irremovibile: ci porta tutti e 10 gratis (è nel giro di amicizia di Thierry) ma a condizione che le ragazze si tolgano le mutandine!! Tutti se la ridono della grossa e, prima che io ed Ele si possa dire una parola, ecco che le altre ragazze si appoggiano chi al ragazzo chi al pulmino e si sfilano le mutandine, che consegnano a Claire. Io guardo Ele e le dico piano “dai, andiamo a cercare un taxi!”. Lei mi prende per un braccio “Dai amore… ma dove andiamo? Non ci sono taxi… non ci arriviamo più in discoteca.. che figura facciamo? Tanto sto vicina a te… e le tengo strette strette” mi guarda e sorride. Acconsento… né altro potrei fare.

 

 

 

Il tragitto è, inutile negarlo, per me estremamente eccitante. Ho spinto ele verso un finestrino, dall’altro fianco ho Kathy, l’olandese carina, anche lei in abito corto, svolazzante nel suo caso. Ele sta con le gambe unite, piegate verso il finestrino, l’altra invece, più disinvolta, le tiene un po’ discoste. Di fronte a noi il suo ragazzo e, accanto, Thierry. Ad un certo punto la ragazza spinge contra la mia gamba con la sua, allargando dunque le cosce. Il suo ragazzo è voltato in avanti a parlare con l’autista… Thierry invece guarda giù dritto fra le sue gambe e ride. La mano della ragazza distrattamente tocca la mia, sento che con il mignolo cerca di agganciare il mio. Eleonora si accorge subito del maneggio, mi prende le mani con le sue e se le mette sulle cosce nude, a coprire meglio il suo “giardino” rasato così di fresco. Mi guarda, mi dà un bacetto a fior di labbra e con aria soddisfatta dice “queste mani sono solo mie!” Mi sento eccitato e felice allo stesso tempo.

 

Arrivati alla disco Claire schizza dentro il locale. Mi preoccupo che Ele possa recuperare gli slip… “non preoccuparti, li vado subito a prendere” dice lei, seguendola. Una gran figa come lei passa a dritto.. io devo fare la coda alla cassa, ci metto una vita. Finalmente entro e subito cerco Eleonora. Il locale è grande, con più sale e musiche diverse. E’ anche affollato. Alla fine chiedo se ha visto ele alla ragazzina olandese che prima cerca di portarmi a ballare, poi, quando vede che non mi va, mi dice che l’ha vista nella sala accanto, musica house.

 

 

 

Finalmente la individuo: sta ballando, già completamente presa dalla musica e… mi pare, anche dalla compagnia del ballerino che le sta dappresso: ruotano l’uno accanto all’altra, si strusciano sulle schiene, con lei che spesso alza il mento per ascoltare quello che lui le dice all’orecchio, sfiorando con il suo volto il collo di lei. Insomma, quello che è normale per due che ballano e si parlano assieme… ma che ti fa incazzare a morte quando lo vedi fare alla tua ragazza. E’ evidente che il tizio sia quello della telefonata, che lei stessa probabilmente è corsa dentro il locale a cercare. Sto male, e non solo per la caviglia che mi duole: anche se potessi ballare… resta il fatto che Ele è con lui che vorrebbe ballare stasera. Decido di starmene un po’ da parte.. in fondo ogni tanto Ele ci va in discoteca con le amiche, e cosa vuoi che faccia in quei casi? Balla con altri, ci flirta, si diverte e si eccita, … fa parte del gioco. Poi, se tutto va bene, alla fine se li stacca di dosso e viene a casa da me, a farsi scopare. E’ che essere qui e vederla… rende la cosa intollerabile. Posso solo sperare che Ele si sappia controllare. Smettono di ballare e vanno, assieme, al bancone del bar a chiedere da bere. Li guardo per un po’… parlano fitto, lei ride di sovente. Vado a prendermi da bere, dal lato opposto del bancone. Eccoti la bionda olandese “Mi offri da bere italiano?” Certo, rispondo io ( è così che succede quando ti incazzi!)   “Andiamo a sedere?” dice lei, indicando un divanetto in un angolo? Gli rispondo che preferisco stare un po’ lì…. (da lì vedo Eleonora). Lei ha capito e mi dice “Ok,ok…. comunque secondo me ti stressi troppo tu!” “Come dici?” le urlo io nell’orecchio per superare il frastuono della musica. Ora è lei che mi parla all’orecchio, e di fatto mi sbaciucchia i lobi : “Dico che se stai qui a pensare a cosa fa la tua ragazza con quel tipo finisce solo che ti rovini la serata. Lasciala in pace… mica te la mangia!” Gli chiedo allora se invece nel divanetto sarei più felice. Lei fa segno di si con la testa, mentre succhia la sua bevanda con la cannuccia. Mi avvicino ancora al suo orecchio e, invece di infilarci dentro la lingua (cosa che sarebbe probabilmente stata quella giusta da fare) le dico che penso abbia ragione lei, ma che non riesco a fare così, perché sono un italiano cretino. Lei ride di gusto e mi fa ciao con la manina mentre mi allontano.

 

 

 

Arrivo dietro ad eleonora e la chiamo. Lei un po’ trasale, imbarazzata, poi mi dice all’orecchio “ma dove eri finito?” Gli rispondo che ero lì accanto e che ho visto che si stava divertendo e non ho voluto interrompere. Lei sorride, forse anche rincuorata, e mi presenta il tipo, Patrick appunto, un animatore di locali, dice. Lo saluto e gli chiedo se è lì per lavoro. Lui risponde che no, è venuto apposta da Nizza per stare con una ragazza speciale. Con la coda dell’occhio non posso non vedere che ad Ele esce una risata che le fa andare di traverso la bibita.. tossisce, tutti e due ridono come cretini… alle mie spalle! Le accarezzo i fianchi e lo sento…. cazzo… non le ha rimesse!!!! Sono sempre più incazzato, chiedo ad Ele di raggiungermi al divanetto che voglio stare un po’ con lei. Lei, che ha capito cosa cercavo accarezzandola, dice “certo, finisco la bibita che Patrick mi ha offerto e vengo subito, non preoccuparti” Gli indico il divanetto e lei mi dice ok.

 

 

 

Passano cinque minuti e non li vedo più. Momento di panico, poi eccoli di nuovo in pista, Ele sempre più scatenata e… sensuale. Non è una che beve molto, di solito, sente subito l’alcool. Una canzone, un’altra, sempre ballate in coppia, toccandosi le mani, i fianchi e parlando. Cazzo… con la fica nuda 5 cm sopra il bordo della gonna che ballando è risalita… e le mani del tipo che sempre più spesso intravedo scendere sulle chiappe e sulla prima pelle delle gambe. Lui di certo l’ha capito che si sta strusciando con una ragazza totalmente nuda sotto uno straccetto di tessuto. Di certo lo avrà duro come il marmo e glielo starà facendo sentire, spingendolo contro il suo ventre ed i suoi glutei – che lei, lo vedo bene adesso, dandogli le spalle a sua volta spinge verso il corpo di lui. Mi pare poco probabiile che non approfitti per salire un po’ con la mano e di certo… cazzo… ele si starà bagnando un sacco, lì senza mutandine!!!!! Parlo pochi minuti con una coppia di Padova, che mi chiedono delle spiagge del posto. Non li vedo più in pista! Eccoli dall’altro lato della sala, a fatica li individuo, sprofondati in un divanetto. Lei è di fianco, una gamba ripiegata sotto il corpo, un braccio piegato sulla spalliera, un bicchiere nell’altro. La gamba che ha fuori dal divano la tiene appoggiata su quella del tipo, con il ginocchio a penzoloni. Lui, messo un po’ di lato, tiene appoggiata una mano sul fianco di lei, mentre con il gomito dell’altro braccio si appoggia al divano ed usa la mano libera per fare dei riccioli con i capelli di ele, accanto al suo viso. Insomma… manca solo lingua in bocca e la mano tra le cosce… ed è chiaro che è solo questione di momenti, dato che la speranza che Ele si sappia controllare mi pare stia svanendo. Decido che è abbastanza e cerco di farmi posto tra la folla per raggiungerli, per dire ad ele che io me ne vado e che se vuol tornare in Italia con me bisogna che faccia le valige subito. Non vedo coperto da una tipa, adesso vedo di nuovo: lui le ha preso il viso con le mani e la sta baciando… non vedo di nuovo, mentre mi faccio strada a spintoni…. ele lo allontana con le braccia e si alza, gli fa segno di no con la mano e si scappa nella direzione dei bagni. Lui si alza per andarle dietro, ma mi vede arrivare e si rimette seduto dandomi le spalle.

 

 

 

Ele è in fila davanti al bagno delle donne. Le tocco una spalla, lei trasale vedendo me (si aspettava qualcun altro?). Mi butta le braccia al collo, la sua guancia bollente contro la mia, che invece scopro avere gelida “Amore, dove eri?” Ci guardiamo e sto per dirle… cazzo dici ele, ad aspettarti dove mi avevi detto tu, mentre tu facevi la troia… ma lei mette la sua bocca sulla mia, cerca la mia lingua. Una delle mie mani, di propria iniziativa, va a carezzare l’interno delle sue cosce. Lei le discosta un po’… la mia mano sale e trova… che l’interno cosce sotto la corta gonna è umido, anzi proprio bagnato. L’esterno del mio indice sfrega sul suo sesso, e lo trova bollente e viscoso, come ne fuoriuscisse metallo fuso nel quale, per un istante, si immerge. Mi porto la mano davanti al viso e la guardiamo entrambi, una scia di lumaca sull’esterno dell’indice, sino all’incavo con il pollice. Istintivamente ne aspiro l’odore, forse per fugare la paura ancestrale che si tratti del seme di un’altro uomo… no… è proprio la mia eleonora questa, che si sta sciogliendo di voglia. Lei sorride maliziosa, mentre mi mette la mano sull’uccello, che ho durissimo dentro i pantaloni. Sento il suo alito bollente sul mio orecchio “Dai amore, portami a vedere la spiaggia..!!”

 

 

 

Detto fatto… siamo in spiaggia, dietro ad una cabina dove ho aperto alla meglio una sdraio… lei si è sfilata il vestitino, dunque le mia mani possono percorrere tutto il suo corpo nudo, io ho i pantaloni calati e la camicia sbottonata. Sono disteso sulla schiena, talmente duro che quasi ne soffro, non fosse che il suo cavalcarmi frenetico mi sta facendo partire definitivamente. “Piano Ele, piano…” provo a dirle, a mezzo tra una raccomandazione ed una implorazione “mi fai venire così…!” Non mi ascolta, forse non è in grado di farlo stasera… forse nel retro delle proprie palpebre abbassate ha un altro sotto e dentro di sé. Vengo, gemo, mi dibatto, la riempio di tutto me stesso. Lei continua a cavalcarmi imperterrita e, solo quando mi tiro un po’ su col busto (troppo forte- quasi dolore- quello che sento passato l’orgasmo, lei apre gli occhi, mi vede, mi sorride affannata, con il petto che si alza ed abbassa. “Mi spiace ele, te lo dicevo…” “Ma che dici amore… ansima lei… , sono tutta un fremito, è bellissimo!!!!! Ora è sdraiata sopra di me, i nostri cuori che rimbombano l’uno contro l’altro. Non le dico nulla, solo la faccio scivolare sulla schiena contro la sdraio e vado con la bocca sulla sua fica fradicia. “Nooo… ma che fai amore?” bacio, lecco, succhio, aspiro, con le dita la penetro dappertutto… la faccio alla fine venire. Felici ed estasiati dalle sorprese che pare riservarci la vita, ci baciamo.

 

 

 

Prendiamo un taxi…. nel tragitto lei pisola, abbandonata sulla mia spalla. La luna che vedo correre fuori dal finestrino mi sembra bellissima e terribile allo stesso tempo.

 

Entra nel letto e si accoccola tra le mie braccia. “Ele – le sussurro – stasera mi hai fatto stare troppo male”. Nella semi oscurità percepisco il suo sguardo sul mio… non dice nulla. “Hai esagerato con quel tipo – continuo – io voglio che tu sia felice, che tu ti goda la vita … ma se fai così mi uccidi!”

 

“Mi dispiace amore – risponde alla fine lei, alternando frasi e lunghe pause, come se solo adesso stesse pensando alla cosa – si, hai ragione, ho un po’ esagerato …. lo ammetto, quel tipo mi piace parecchio… ma è stato solo un gioco, che non significa niente…. mi sono divertita parecchio a farlo eccitare, ad eccitarmi… ma poi, hai visto, l’ho mandato a quel paese quando ha provato a baciarmi – sorride… poi continua seria – e poi, poi tutto il mio desiderio, tutta la mia eccitazione, li ho portati da te…. ed anche te, lo devi riconoscere, come eri eccitato…. a casa davanti alla tele non saresti stato così eccitato -sento che sorride, tenera, sognante -… e come è stato bello fare l’amore con te sulla spiaggia…. me lo sento ancora dentro quel piacere gigante!…..”

 

“Si Ele, è vero, è stato bellissimo…… però ho paura che per noi due sia un gioco troppo pericoloso questo… io ho troppa paura di perderti… e se io non ero là? Se al bagno ti avesse seguita lui…cosa sarebbe successo?”

 

Un po’ di silenzio, poi lei risponde:

 

“non sarebbe successo nulla amore…. nulla di importante almeno… io è con te che voglio stare, sei tu l’uomo della mia vita…”

 

Si volta di spalle, lasciando che la abbracci stretta.

 

“Comunque Ele poi dovremo parlarne poi di tutto questo, a casa”

 

“Certo amore- dice lei – dormi bene adesso”.

 

Lei si addormenta quasi subito; io, come al solito, ci metto un po’ di più.

 

 

 

 

4. lapo. La vacanza al mare. Una giornata da incubo.

 

 

 

Mi sveglio da solo nel letto. Sento Ele che parla con Claire, nell’altra stanza. Ele entra in camera con un sacchetto della farmacia portatole evidentemente dall’altra, lo appoggia sul letto e vedendomi interrogativo mi dice che è di Claire che, siccome noi andremo via, dormirà in questa camera stanotte; prende una fialetta da una delle scatole, passa a darmi in bacio e corre in bagno. Mi alzo e curioso nel sacchetto: microclisteri alla camomilla, gel lubrificante “per il tuo sesso completo senza dolore” (c’è scritto proprio così, in francese), scatola di preservativi da 12. Trattandosi di Claire vabbé… ma che cavolo! “Tutto bene Ele? Problemi al pancino?” chiedo avvicinandomi alla porta. “Ehh….. lunga esitazione mentre la sento gemere… solo troppa pizza in questi giorni… nulla di che, non preoccuparti”.

 

 

 

Tutti sul pulman, in mezz’ora arriviamo alla spiaggia dove hanno prenotato le moto d’acqua. Io non ci son mai salito, ma Ele è da un po’ che me lo chiede, farò uno sforzo per accontentarla. Ele sta seduta con Claire, più avanti, mentre a me tocca il ragazzo dell’olandese… sai che culo!

 

Arriviamo e cazzo… chi c’è attorno alle moto, già bello bardato con il giubbino? Si, proprio il fusto di Nizza. Senza alcun imbarazzo Ele lo saluta allegra, con due bacini – ma sì, mi hai infilato la lingua in bocca ed io ti ho mandato a cagare … ma si faceva per scherzare!

 

 

 

Arriva il noleggiatore e mi dice che gli hanno detto che io ho una caviglia fuori posto: non mi può far andare sulla moto, è pesante, mi farei male e gliela scasserei! Alla domanda “chi cazzo te l’ha detto” non risponde… diciamo che gliene frega il giusto… basta non gli rompano le moto. Lo vado a dire ad Ele che mi guarda con sguardo tra il triste e l’incapricciato. Vado ad aprire l’ombrellone ed a sistemare i vestiti miei e di Ele (indossa un bel due pezzi azzurro, sopra alto con tre fili che uniscono le coppe girando attorno al torace, slip alla brasiliana, anch’esso con i tre fili che girano ed uniscono i due pezzi (pezzetti) di tessuto davanti e dietro. Molto sexy, insomma. D’altra parte le altre femmine non sono da meno… ed è insieme a me.

 

 

 

Ecco che ti arriva ele, con il giubbino già infilato. La guardo stralunato, e mi dice che insomma io lo so quanto ci teneva a fare un giretto a tutta velocità, è un desiderio che ha sempre avuto e, cavolo, siamo qui ad un passo… che faccio non ci vado? E allora, gli chiedo io? “faccio un giretto veloce con Claire e Thierry, andiamo sino a quella bella spiaggia che abbiamo visto dal pulman (indica la spiaggia prima del promontorio di destra), due scavallate avanti e indietro e torniamo. Si, dico io,ho capito…. ma a te chi ti porta? “Si è offerto Patrick” cinguetta lei, forse giusto un pelino esitante. “Ma cazzo Ele – sbotto io – no, non mi piace questa storia!”. Ma già Claire l’ha presa per la mano e la trascina verso una delle moto. Li seguo chiamando ele, che ha messo il caschetto e forse neanche mi sente… o non mi vuole sentire. Inforca a sedere dietro al fusto e gli si avvinghia al petto, le tette schiacciate contro la sua schiena. Le sono accanto, le gambe in acqua, metto la mano sulla sua spalla; lei si volta e mi guarda sorridendo “Ele per favore, no, non farlo, scendi, ti prego, ti scongiuro”. Lei mi guarda, uno sguardo strano, tra il mortificato, il capriccioso, il sognante e, mentre l’altro dà gas e fa partire la moto, mi dice solamente “Non preoccuparti amore, solo 5 minuti, è solo un gioco, solo un gioco…….. ti amo!”

 

Prendono il largo verso destra, fanno una virata e sfrecciano davanti a noi nella direzione opposta. La vedo bene, stretta a lui, con il proprio corpo perfettamente aderente a quello del guidatore, che strilla eccitata tra gli schizzi di schiuma che la investono. Le due scie bianche si allontanano in direzione della spiaggia indicata; ancora un minuto circa e gli sono davanti…. tirano dritto e, in breve, spariscono dietro il promontorio. Cazzo!!!!!!!!

 

 

 

Ritorno sotto l’ombrellone. Le mani sudate mi tremano, come le labbra… sono piuttosto fuori di me. Non ci posso credere… cosa cavolo sta succedendo? E perché? Tutta colpa di questo cavolo di vacanza, di questi ragazzi disinibiti così apparentemente diversi da noi? O c’è qualcosa di più? Qualcosa che rovinerà per sempre quanto costruito in anni?

 

 

 

Eccoti arrivare l’immancabile olandesina. “Ciao italiano” mi dice. “Che viso serio che hai stamattina”. Già, gli rispondo io, è proprio una mattina di merda questa. “Si ho visto … ti hanno mollato qui da solo… anche a me uguale comunque… lui è andato a guardare il fondale laggiù con l’istruttrice -indica vagamente in direzione della costa – ma sono già spariti… magari a fare il bagno in qualche caletta… o che so io… l’ho capito appena si son visti che si eran piaciuti quei due…”.

 

La guardo in faccia; con la luce del sole ha proprio dei begli occhi verde scuro, contornati da un sacco di lentiggini che la rendono proprio stile “teen sexy”… insomma proprio un bocconcino. “E per te non è un problema? le chiedo guardandola fissa.

 

“Che posso fare.. tagliarglielo forse? Poi con cosa mi diverto io? “ sorride. Lo faccio anche io.

 

“Il punto è – spiega – che io è con lui che voglio stare… che mi importa degli altri e delle altre?…. sai, da un mese viviamo insieme e mi piacerebbe durasse tanto con lui… vorremmo tanto avere un bambino, magari il prossimo anno lo faremo…. sarebbe bello…”. Adesso il suo sguardo è un po’ sognante, forse anche un po’ malinconico. “E ora che facciamo… chiedo io… aspettiamo che facciano il loro comodo e che ritornino, come nulla fosse?” Lei piega la testa adesso e mi guarda un po’ di traverso “Facciamo che tu mi porti dentro la pineta e per un po’ non ci pensiamo… insomma, l’avrai capito che mi piaci un sacco!” Nel mentre con il dorso della mano mi sfiora il cazzo duro bello visibile sotto il costume e si struscia il pube contro il mio ginocchio. Insomma, lei ne ha una gran voglia… ed anche io a quanto pare.

 

Non gli sto a spiegare che il cazzo ce l’ho duro perché penso ad ele che geme con la mano dello stronzo dentro lo slip. Gli dico che si, l’ho capito che le piaccio e che anche lei piace a me, ma che adesso soffro di una malattia che lei non potrebbe curare. “Italiano poeta e sciocco” dice lei, mentre mi arruffa i capelli con entrambe le mani; ci scambiamo un bacetto a fiori di labbra. Le dico di chiamarmi quando verrai a ****, lei dice “lo farò”, mi alzo, raccolgo le ns cose e mi precipito all’office.

 

 

 

Sono andati via già da 20 minuti, forse fermati in una spiaggia….. no, non devo pensare. Mi arriva un messaggio da Claire (ele ha lasciato qui il telefono); è Ele che mi scrive:

 

“ciao amore, è successo un problema, una delle moto è scassata e non ce la faremmo a rientrare; siccome siam vicini al campeggio, andiamo sino a lì e le lasciamo lì. Ti aspetto in camera. Divertiti pure con gli altri, poi prendi il pulman. Stai tranquillo, ti amo.”

 

 

 

Mi precipito a chiedere l’orario: il primo pulman è tra un’ora e mezza…. più mezz’ora di strada (si sale una piccola montagna, è vicino via mare, lontano via strada)…. cazzo… due ore di incubo mi aspettano. Vedo però che ne parte uno dal campeggio tra 10 minuti. Richiamo per dirle “Ele, prendilo, vieni da me…” Telefono irrangiungibile. Chiamo il campeggio… non risponde nessuno. Sono fottuto!

 

Chiedo di un taxi. Mi danno un numero. Un tipo mi dice “ok, 50 euro, tra un’ora ora sono lì” gli rispondo “no, 100 euro ma vieni subito!” “mi spiace, sono a nizza, facciamo 40 minuti”. Cazzo no, è tardi.

 

Mi precipito sulla strada e mi avvio, sperando passi qualcuno. Fa un caldo bestia sotto il sole… non passa un cane. Per di più zoppico a causa della caviglia dolorante. Saranno in camera … con il fusto arrapato e venuto apposta (quasi recrutato appositamente da Claire direi) – per scopare con Ele, per farsela, per godersela. Mio Dio. L’immagine di quella busta di carta della farmacia, preservativi in abbondanza, gel lubrificanti, ele che si lava “dentro” il sederino. Ma cosa cazzo sto pensando????? Ma quello che mi dà veramente vertigine, nausea quasi, è il pensiero di Ele, la mia Ele, eccitata tra le sue braccia, la fica bagnata, i gemiti di piacere che le escono dalla bocca socchiusa mentre lui la scopa… ele che gode a cavalcioni sopra di lui e che, sopraffatta dal piacere che prova, lo graffia, lo morde.

 

 

 

Impazzirò se continuo così. In più l’uccello sempre duro sotto il costume…. vergogna, umiliazione. Per iniziare, vomito. Piegato sulla fossetta, mi libero della colazione . Me ne sto un po’ steso, poi riprendo a camminare, come in tranches. Non passerà nessuno… un’ora dopo l’autobus mi troverà steso ad una delle fermate successive ed arriverò infine al campeggio, troppo tardi, lo so!

 

 

 

Distrutto, con il piede dolorante, sudato fradicio, lo stomaco sottosopra, entro in una camera che mi sembra molto in disordine, le lenzuole tolte dal letto sono per terra. Ele esce dal bagno, avvolta in un asciugamano di spugna bianca, i capelli a turbante. Cazzo… due ore per far una doccia?? Mi viene incontro, mi dà un bacio e mi dice “ti sei divertito con gli amici?” poi mi guarda meglio “che brutta cera che hai! Tutto bene amore?”.

 

 

 

Non rispondo… sto osservando le sue spalle ed il suo collo. “Si direbbe che qualcuno ti abbia fatto dei succhiotti ele… e graffiato sul collo e sulle spalle!” ed indico i segni che ha , evidenti. Tra il sorpreso e l’offeso replica “ma che dici amore? Scherzi?” va a guardarsi allo specchio “Ah, in moto andavo di continuo a strusciare contro il giubbetto di Patrick! Mi son graffiata tutta” Certo, penso, anche verosimile come spiegazione e penso anche che sino a pochi giorni prima per me sarebbe stata anche vera. “Ti sei divertita?” le chiedo con un tono che, lo sento da solo, non è amichevole. “Certo – risponde lei evasiva, poi per un attimo smette di strofinarsi i capelli e guardandosi nello specchio aggiunge:

 

 

 

“è stato anche meglio di come mi immaginavo, fantastico, da urlo!!!”.

 

 

 

Sono io che sono allucinato e traviso tutto, oppure è proprio ovvio che Ele non sta parlando della moto d’acqua? Non ce la faccio più, stramazzo disteso sul letto. Lei dal bagno mi guarda distratta e chiede se ho bisogno di qualcosa. Mi tirò su a sedere… dentro sono livido di rabbia, fosse altro per il fatto che il cazzo continua a starmi duro dentro il costume e vorrei solo buttare Ele a gambe aperte sul letto e lì sbatterla sino a venirle dentro…. e poi andarmene, lasciarla lì e tornarmene a casa da solo….. ma io non sono così… lo so.

 

“Per favore ele, siediti qui accanto a me”. Lei docile obbedisce, si siede e mi guarda con sguardo da cerbiatta impaurita.

 

Le riassumo le mie ultime due ore, la sofferenza che ho provato nell’immaginarla a letto con l’altro, il vomito, il male al piede. Lei vorrebbe parlare, ma non glielo consento. Le spiego che per oggi non voglio impazzire, che non voglio più pensare a nulla di quella cosa, che adesso me ne vado in doccia, poi preparo le mie cose e tra mezz’ora me ne vado a casa e che se lei vuole stare con me che si prepari, altrimenti che resti a divertirsi con i suoi amici, cosa che forse sarebbe quella migliore date le circostanze, aggiungo.

 

Io ho finito e mi alzo; lei non riesce a dir nulla perché i suoi occhi si riempiono di lacrime. Quando mi chiudo in bagno sta piangendo a dirotto, con il volto sul materasso. Non la guardo più, non le parlo più. La vedo imbambolata sul letto mentre faccio la mia valigia. La sistemo in auto e vado all’office per pagare le ultime cose.

 

Torno alla macchina e ci trovo una delle ragazze dell’animazione che mi dice “guarda, la tua ragazza ti prega di aspettarla, sta facendo la valigia e tra due minuti arriva”. Faccio per entrare bruscamente in auto e lei mi mette una mano sul braccio “dai… non fare stronzate… si vede da un chilometro che vi amate un sacco… succede di litigare…non penserai davvero di lasciarla qui, con questi stronzi??”. Mi pare sincera. Ok, gli dico, mi siedo ed aspetto che la mia ragazza mi raggiunga.

 

 

 

Ele mi chiede se ce la faccio a guidare, si offre di farlo lei. Non le rispondo e parto. Cinque ore di viaggio in silenzio; ele prima piange a lungo, poi si addormenta. A tratti mi giro a guardarla: lì, tranquilla e rilassata, con la pelle luminosa e distesa… è così bella… sono innamorato da morire di questa donna… sono in grossi guai! Lo so….

 

 

 

 

5. Lapo. la Vacanza al mare . Il ritorno a casa.

 

Per tre lunghi giorni non sono mai stato in casa, né sono stato capace di rivolgerle la parola. Poi, dopo il primo giorno che eravamo andati al lavoro, rientro alle 20 e la trovo a casa che mi aspetta. Tutto in ordine, mi ha preparato la cena sul balcone, con tanto di candele accese. Si è preparata e vestita con cura, lo capisco dall’aroma che aleggia in bagno ed in camera. Un misto dei profumi che usa e degli odori che naturalmente esalano dalla sua pelle, per me inconfondibili e, infallibilmente, inebrianti. E’ così chiaro: lei desidera fare pace ed il suo giovane corpo desidera il piacere. So di avere solo due possibilità in quel momento.

 

Posso decidere di lasciarla, di non sopportare più il pungolo feroce del saperla capace di prendersi il piacere con altri, pur amando sinceramente me… se, come penso, lo ha fatto una volta, probabilmente lo farà anche altre volte. Nel qual caso, tanto vale farsi una bella scopata di addio, godersi senza ansia questo corpo, ancora una volta… l’ultima!

 

Oppure decido di continuare ad amarla, costi quel che costi, succeda quel che succeda. Allora, anche in questo caso, è il momento di darle adesso quel piacere che lei chiede… prima che domani accetti un aperitivo da qualcuno… determinato a darglielo.

 

Sono al lavandino a torso nudo, assorto nei miei pensieri quando, da dietro, mi stringe le braccia al petto, le sue tette sotto l’abitino pigiate contro la mia schiena, le sue gambe aderenti alle mie. Appoggia la guancia dietro il mio collo. Sento che mi sta bagnando l’incavo del collo. Sta piangendo. Singhiozzando dice

“mi dispiace, mi dispiace amore… sono stata una stronza insensibile… ti ho trattato male… ho fatto un casino per nulla… scusami,scusami!.

Posso solo voltarmi. Lei subito mi abbraccia forte, aderisce al mio corpo con tutta se stessa, si rannicchia quasi a voler scomparire dentro di me.

“Non è successo niente di importante, mi devi credere…. io voglio stare con te, solo con te… non me ne frega niente degli altri, anche se sono bellissimi, anche se sono sexy e seducenti… io voglio solo te… non mi lasciare… non mi lasciare”.

Il mio cazzo duro che spinge contro la sua pancia parla al mio posto. La prendo in braccio, la butto sul letto e la scopo di brutto. All’inizio lo faccio un po’ con rabbia, la sbatto forte da dietro senza tanti riguardi e le vengo dentro in men che non si dica… e me ne frego che lei arrivi all’orgasmo. Sento che altre lacrime le solcano il viso…

“tu non sei così Lapo, lo so… è tutta colpa mia… perdonami, ti prego…”

Restiamo abbracciati, io che la stringo forte da dietro con una guancia attaccata alla sua; presto i baci prendono il sopravvento. A lungo ci mangiamo letteralmente, come a volerci reimpossessare l’uno dell’altra, e d’incanto ce l’ho di nuovo duro…. facciamo l’amore con dolcezza e trasporto, per un tempo indefinibile. Restiamo sul letto, abbracciati, lei appagata e sollevata, io stravolto dallo sforzo e dalle emozioni. Capisco che qualcosa bisogna pur dire, comunque.

 

“Mi hai fatto stare da cani, lo sai?”

“Lo so amore, perdonami. Non so cosa mi aveva preso… mi sembrava di non poter fare a meno di flirtare, di giocare con l’eccitazione che c’era nell’aria… mi sembrava di non fare nulla di male…mi sembrava che quel gioco fosse solo divertente ed eccitante, per te come per me…. ma non era così, lo so… ti ho offeso, sono stata una stronza! Ma te lo prometto… non succederà più… solo il pensiero che tu possa lasciarmi mi impedirà di farlo di nuovo!”

E’ il momento: chiederle “ci sei stata a letto?” oppure lasciare la cosa indefinita. Se glielo chiedo e lei di ce di si… cazzo… io forse non mi ammazzo, ma qui non ci torno. Forse è meglio lasciarle il dubbio, che forse non ho capito, o che forse ho capito e che voglio aver ancora fiducia in lei.

“Lo vedrai ancora quel tipo? Ne hai o te ne verrà il desiderio?”

“Ma no amo, che dici, perché dovrei? Proprio quello come persona non mi rappresenta nulla, solo un bel ragazzo con il quale, in quella situazione particolare che si era creata, era eccitante flirtare, giocare alla seduzione. Adesso son a casa, al sicuro tra le tue braccia, non me ne frega niente di lui”

 

Punta i suoi occhi azzurri diretti suoi miei: “Devo sapere una cosa amore, una cosa senza la quale io sono disperata: hai ancora fiducia in me? Mi credi se ti dico che ho capito di aver sbagliato a fare un gioco così scemo e che di certo non sbaglierò di nuovo, che è te che voglio? Ti prego, rispondimi”.

Le rispondo:

 

“ Amore, sai cosa sento per te, sai che anche volendo adesso non ce la farei a lasciarti. Se mi giuri che non è successo niente di importante va bene, ti credo. Per il resto, per il fidarmi di te, piano piano ci riuscirò di nuovo, se tu farai in modo che possa farlo”.

 

Non mi aveva mai baciato ed abbracciato con tanta gioia e felicità.

 

 

6. Lapo. I fantasmi ritornano- Patrick

 

 

Agosto, Settembre e ottobre… che mesi felici, faticosi e… pienamente soddisfacenti, non so se mi spiego! Eravamo sempre appiccicati, non vedevo l’ora di stare con lei, che sembrava condividere lo stesso desiderio. Quasi tutte le sere ci rotolavamo sul letto, in maniera sempre più rumorosa, a dire il vero. Era come se stessimo entrambi imparando a non soffocare quello che sentivamo durante l’amore. Come spesso capita in questi casi, la più “rumorosa” era lei, che con i suoi gemere, ansimare, mordere, graffiare otteneva l’effetto di mandarmi in estasi e di farmi schizzare sempre più forte, che fosse sul suo corpo sudato, sulla sua bocca o nell’intimo del suo corpo, nel profondo di quella fessura sempre generosa di umori e di bianca crema. Oramai riuscivo a portarla all’orgasmo – quello con la O maiuscola – un po’ in tutte le posizioni e situazioni. Lei era sempre calda come una vaporiera in corsa, io sempre pronto ad andare in tiro.

 

Certo, me ne accorgevo eccome che l’immagine di lei che godeva a cavalcioni del fusto francese era sempre davanti ai miei occhi, fonte inesauribile della mia continua eccitazione, delle mie pronte e ripetute erezioni e prestazioni sessuali. Ma l’avevo accettato come quel gioco di cui, alla fine, aveva sempre parlato Ele. Probabilmente era successo, forse no… ed a dirla tutta se proprio era successo e se Ele ne aveva tratto parecchio piacere e passione beh… allora sentivo che dovevo esserne contento per lei e che comunque se il mio immaginarla a scopare con l’altro mi creava sempre quella stretta allo stomaco e.. il cazzo duro… non era poi una cosa così brutta. Almeno questo pensava la mia mente.

 

Fu proprio verso la fine di ottobre che Ele passò dei giorni più cupi. Era nervosa, un po’ assente. Per me era l’occasione di ricaricare le pile, per lei poteva essere quella sindrome mestruale che si sa interessa un po’ anche le ragazze che prendono la pillola. Insomma, non me ne preoccupai più di tanto. Poi un pomeriggio – era passata una settimana dalla nostra ultima serata con fuochi di artificio, forse mi si accese un allarme… o forse semplicemente pensai che fosse arrivato il momento di riaccendere le voglie della mia bella. Alle 15:00 le scrissi un messaggio:

 

” Amore, mi manchi in questi giorni. Non ho voglia di palestra stasera…..ne ho abbastanza di quelle troiette che sculettano ….. Ti passo a prendere quando esci, rosticceria, poi a letto per discussione filosofica ….” Terminavo con uno smile, di quelli che fanno l’occhiolino. Ora, lo so bene che se una donna non ne ha voglia non ne ha voglia, punto e basta. Ed Eleonora non è mai stata una che si fa dettare i tempi più di tanto. Però, a volte, se gli fai sentire che tu la desideri da matti, questo accende anche lei. Attesi, con un filo di ansia, quell’ansia che purtroppo mi affiorava oramai abbastanza spesso. Trenta minuti prima che visualizzasse il messaggio…. altri 20 prima che mi rispondesse. Cazzo….. cosa stava facendo?? Presi profondi respiri; Calmati! Mi dissi… sta lavorando, ecco cosa sta facendo… non è che può sempre stare a pensare a scopare con me! Infatti la risposta era “Scusa amore, sono stata un sacco al telefono, non avevo visto il messaggio; va bene alle 19:00 al solito posto, devo portare dei docu qui vicino? Bacio”

 

Vabbé…. non è che si può morire di ansia, coraggio; e via… inquietudine, crampo allo stomaco, lavoro, caffé…. alle 18:30 arrivo all’appuntamento. Lei è già lì, sul lato della strada, che mi chiama con la mano. Che calore al volto ed a tutto il corpo vederla già lì che mi aspetta, i fantasmi sono in fuga, sono già felice. Lei entra in auto e mi bacia; sento subito che è di un umore migliore; pare tornata quella di sempre, anzi, forse è in una serata di grande forma. E’ deliziosamente profumata, le sue labbra e la sua lingua sanno leggermente di alcol,con un retrogusto di liquirizia e tabacco. Nota che mi sto assaporando le labbra, cercando di interpretarne il gusto. ” Dal commercia facevano le paste per un compleanno; mi hanno offerto l’aperitivo, una cosa strana alla liquirizia; me l’hanno data e ridacchiavano, quegli scemi: era fortissima ed io l’ho appena assaggiata; la biondina troietta invece era già bella brilla e rideva come una matta” e ride anche lei mentre mi guarda di sottecchi ” mi sa tanto che il commercia a quest’ora se la sta scopando in qualche saletta riunioni!” ridiamo insieme; è tornata la mia Ele, sono felice. Non c’è traffico e siamo già vicini a casa; sposto la mano dal cambio e gliela appoggio sulla gamba, subito sopra il ginocchio. Lei oggi ha messo una camicetta (sotto si indovina il reggi di pizzo) e gonnellina a fiori, sotto il ginocchio; è un po’ risalita e la coscia è scoperta sino a metà; non potevo resistere. Lei guarda la mano e si morde le labbra, mi sorride; prende la mia mano con la sua e la guida a risalire su, sotto il tessuto, tra il caldo delle sue cosce strette, che piano piano allarga, e la mia mano si fa strada, e le dita avanzano centimetro dopo centimetro e……. trovano l’umido bollente delle sue grandi labbra! Fortuna non vado a sbattere…. la guardo e lei sorride maliziosa, il labbro inferiore sotto i propri denti “cazzo Ele, non hai le mutandine!!” la mia non è un’esclamazione, è una domanda di quelle esplosive, alle quali bisogna dare una risposta convincente, ed Ele lo sa, è pur sempre una femmina, una femmina sempre più consapevole a dire il vero. “E’ colpa tua – dice- è tutto il giorno che ti penso e ne ho voglia. Mentre eravamo in riunione mi son sentita talmente bagnata che sono corsa in bagno… le avevo fradicie… me le son dovute togliere” Con la mano libera armeggia nella borsa, prende le mutandine arrotolate e me le porta davanti alla bocca….. sono zuppe ed il suo odore di femmina vogliosa mi penetra nel cervello, mi manda in tilt. “Che dici – rincara la dose – se ne darà accorto qualcuno?” Per fortuna siamo in un vialone ed ho accostato, mentre lei spinge ancora la mia mano, cosi che le mie dita le entrano dentro. E’ fradicia, viscosa, bollente. Ci baciamo come matti, per un attimo penso che scoperemo lì, senza preoccuparci della gente che passa. Ci stacchiamo un momento, ci guardiamo, ” dai, portami a casa” implora lei.

 

 

Non ricordo la strada percorsa, né dove metto l’auto – sulle strisce pedonali forse – entrati in casa ci siamo buttati sul divano del salotto, nudi in attimo. Cambiamo spesso posizione per evitare che io venga prima del dovuto, io seduto sotto di lei che mi cavalca, lei sotto di me a gambe spalancate, le nostre bocche che si mangiano, le lingue aggrovigliate. Ora le sono dietro e le sto dentro mentre lei guida il mio dito medio sul suo buchetto. Me lo spinge dentro, geme forte. Capisco che ci siamo, posso farla godere di lì a poco e preparami a venire assieme a lei. Ma sento anche che Lei adesso vuole forse qualcosa di più, me lo chiede con tutto il suo corpo. Ne sono certo. Mi fermo, esco da lei, che si gira mi guarda con sorpresa. Siamo di fianco sul divano, io dietro di lei, scendo sul suo corpo fremente baciandola dappertutto, da dietro le faccio scostare appena le cosce, con la lingua risalgo le sue grandi labbra, saporite, generosamente aperte, le prendo in bocca il clit, lo succhio, lo tormento. Faccio fatica a tenerle le gambe discoste, tanta è la forza con la quale lei tenta inconsciamente di stringerle. Ma io tengo duro – in tutti i sensi – sono concentrato, lucido. Adesso la mia lingua è sul suo buchetto, lo penetra, lo fradicia. Il sapore è acre, selvatico…. il cazzo mi si indurisce spropositatamente, per un momento temo di schizzarle sulla schiena e per questo scosto la mano con la quale lei tenta di impossessarsene. Adesso le ho bloccato le mani con le mie, risalgo su, la bacio in bocca. Anche su di lei il sapore che le riverso dentro ha un effetto forte, chiaro. Geme più forte, spinge il culo verso il mio corpo, verso quel palo di carne del quale mi pare di aver perso il controllo, che non sia neanche il mio. Mi metto in ginocchio dietro di lei, le faccio sollevare il bacino mentre con una mano appoggiata sulla schiena la tengo con le tette sulla seduta del divano. Con una mano le allargo una chiappa, con l’altra appoggio la cappella sul suo buchetto. Le sue mani arrivano ad aiutarmi: si apre le chiappe più che può. Comincio a spingere… sento che anche lei sta facendo lo stesso con tutti i suoi muscoletti interni…. esce anche dell’aria – forse – ma la cosa non ci interessa in quel momento. Entro dentro, con naturalezza, come se non avessimo mai fatto altro.

E’ stretto, è caldo, è bello… cazzo! Vedo il buco dilatarsi, i bordi che tirano come se dovessero strapparsi da un momento all’altro; sento lei che caccia un urletto acuto – che i vicini avranno certo sentito – “cazzo amore… mi fai male” Ritorno in me, mi fermo, penso che è meglio che esca subito, prima di farla sanguinare, di farle troppo male. Lei lo capisce e, con il volto schiacciato sul cuscino mi implora ” no, no, non uscire…. è troppo bello!” Per un po’ restiamo attaccati, con il cazzo che pulsa dentro di lei, il corpo le vibra che vibra come una corda tesa. Poi lei, piano piano, comincia a muovere i fianchi… avanti, dietro. Ed il mio cazzo entra sempre più a fondo nel suo culo, sempre più rilassato, sempre più aperto. Oramai il mio pube arriva a sbattere sulle meravigliose chiappe della mia donna. Sento che la sto possedendo completamente. Mi sento Zeus in persona. Adesso la sto scopando forte; lei con una mano si sta tormentando il clitoride e si sditalina. Viene scossa da un orgasmo che mi pare il più forte abbia mai avuto – con me almeno: geme, schiamazza, urla, si contorce. Io riesco a tenerla saldamente per i fianchi, anche mentre grugnisco come una creatura dei boschi, anche mentre il mio basso ventre si contrae e le schizzo tutto me stesso dentro il culo.

Le sono caduto sopra, i nostri cuori che rimbombano all’unisono, la nostra pelle sudata che ci appiccica l’uno all’altra. Le tengo la testa girata verso di me, ci baciamo, ci frughiamo con le lingue, con calma, dolcemente adesso. ” Cavolo, che bello amore” dice lei, ansimante. “ti amo da impazzire Ele” le dico semplicemente io. Sono ancora dentro di lei, semiduro. Mi guarda con dolcezza interrogativa adesso, con un sorrisetto birichino “non è che sono stata un po’ troppo genere porca stasera? Mi amerai anche così?” La guardo negli occhi e sorrido (penso di sapere cosa vuol sentirsi dire) ” se hai anche questa versione nel tuo repertorio ti amo ancora di più Ele…. a patto…. a patto – la guardo serio, la pausa per sottolineare l’importanza di cosa sto per dire – che sia una mia completa esclusiva…. non credo di essere un tipo che potrebbe sopportare il condividere quello che ama, credo che ne morirei!” Il suo sguardo dice che ho colto nel segno, è felice, rilassata, appagata; si stringe forte al mio corpo “ti amo, ti amo, ti amo…. sei l’uomo della mia vita”.

 

Restammo ancora un bel po’ stretti. Poi, ridendone, constatammo l’evidenza del fatto che avevo bisogno di una ripulitina; me ne andai dunque sotto la doccia, dissi ad Ele che la preferivo bella saporita, come dessert, lei mi fece una linguaccia, si mise una mia maglietta, che le copriva appena il sedere, ed andò a mettere qualcosa a tavola.

Me ne uscì dal bagno dopo poco, con l’asciugamano fasciato in vita. In cucina era apparecchiato, il microonde squillava annunciando la fine del suo lavoro. La porta del terrazzo era socchiusa, Ele doveva essere là.. magari al telefono… Non potei trattenermi da uscire nelle scale così come ero ed accostarmi alla finestrella. Si, la finestrella in vetta al vano scale, che sta in alto dietro alla poltroncina del terrazzo. Qualche volta la ascoltavo mentre parlava al telefono con amiche e colleghi… ed ogni volta placavo la mia anzia di gelosia… sino a quella volta.

 

Si, era lì e parlava al telefono, ovviamente con la sua amica Martina (quella stupidetta del cavolo), capì subito.

Si sentiva che era allegra, euforica, un po’ in quello stato che ti lascia l’intimità quando è fatta e vissuta completamente ed alla grande.

” si, è vero, pensavo di averne vissute di strane, ma la giornata di oggi… cavolo che giornata…”

M ….

E” hai ragione, ad averne tante… sono proprio felice adesso, tante emozioni, ma cavolo, fare l’amore così è proprio bello!”

M ….

E ride…. “ma no stronza, non sono una troia ” protesta giocosa ” anche se…. chissà cosa pensi se ti dico che son qui seduta solo con la maglietta… senza mutandine… e sto macchiando tutta la sedia…. proprio sotto sotto…” e ride ancora.

L’altra urla proprio… quasi la sento da dove sono

M …..

” eh si cara… stasera l’abbiamo fatto “speciale”!”

ridacchia ancora mentre l’altra continua a starnazzare dall’altro lato

” si senza preservativo, si si, è stata la prima volta con lapo ed è stato…. wow!…. pazzesco. Era da un po’ che ne avevo voglia… poi sai come è, un po’ la paura di sentir male, un po’ la paura che lui pensi male di te…. insomma cavolo, non è facile dire al ragazzo che ti ama e che ti venera “dai mettimelo nel culo!”; però, poi, oggi è venuto tutto in maniera naturale, si vede che tutti e due lo desideravamo parecchio e…. ci è piaciuto da matti”

…….

“no, non ci penso proprio a farmelo rompere tutte le sere…. ma quando capita… è bello, credimi”

….

” dammi retta, ne trovi quanti vuoi di bei fichi, devi solo smettere di star dietro agli unici due stronzi che non ti filano. Oh cavolo, qui sto facendo un casino, aspetta, metto in viva voce mentre rimedio un po'”

M. “ma tu non me la hai mai raccontata giusta questa storia del mare. Me lo vuoi dire cosa successe di preciso? Te lo sei scopato questo patrick? O ti sei scopata l’intera comitiva? Non ho mica capito….”

 

un attimo fa volavo sulle nuvole…. adesso il sangue mi si è ghiacciato dentro le vene… mi pare di non respirare… non mi sento più vita….. posso solo stare lì ed ascoltare, come un tetraplegico….

 

E ” No dai, te ho detto più volte… non mi va di parlarne, né tantomeno di raccontare……. certo, sono state situazioni molto eccitanti, mi sono divertita…. forse mi hanno anche cambiata, dato una carica in più…. ma tornati a casa è passata, relegata nel passato e non voglio che ritorni….. – Ele parla lentamente, ma con risolutezza – adesso sto vivendo l’amore più forte che mi sia mai capitato… questo è l’uomo della mia vita cazzo…. non lo voglio certo perdere per le cazzate”

M. ” capisco e son felicissima per te… di certo hai ragione… ma mi spieghi allora perché oggi sei stata un’ora al telefono con questo Patrick e perché poi hai accettato di incontrarlo “per un caffè”… cavolo, si sa come vanno a finire certi caffè!!”

 

gelosia acuta… crampi allo stomaco… giramento di testa….. ho messo le radici lì accanto a quella finestra, come una palma del cazzo

 

A. “Cavolo Marti, era da una settimana che mi messaggiava… et j’ai envie de toi… et j’ai besoin de te revoir” …. “est ce que tu te souviens pas?” “e je veux encore gouter ta paux lisse, la saveur de tes levres”…cazzo!! stava diventando la sceneggiatura di un pornaccio mediocre. Fortuna ha voluto che sia riuscita sempre a visualizzare e cancellare subito sti cazzi di messaggi… lo sai che non mi piace tenere una password sul telefono e non mi piace che la tenga lui….che sono gelosa…. se lapo li vedeva mi ammazzavo! Poi oggi sto coglione non mi chiama? E cosa mi dice? Sono qui in città, apposta per te… dai vieni… prendiamo un caffè… parliamo un po’ – si cazzo, ti immagini parlare con uno che è come avere di fronte un cornetto alla crema appena ti alzi dal letto la mattina. E io giù a dirgli di no, che non mi interessava, che non volevo, prima con le buone, poi con le cattive, che non mi rompesse i coglioni insomma. Ma niente, non c’era verso di toglierselo di torno… te lo immagini… uno che ha tutte le fighe del mondo che aspettano di farsi scopare… e che perde un’ora ad implorarmi…. insomma, alla fine gli ho detto “va bene, prendiamoci sto caffe e non ne parliamo più” e lui splendido mi dà il nome dell’albergo ed il numero della camera… e io gli dico”no pallino, ci si vede un momento al bar qua sotto, ci chiariamo e ciao”.

 

” Beh, non è che mi hai convinto del tutto Ele. Cavolo, lo incontravi alle 5 e mezza ed hai detto a Lapo di prenderti alle 7….. che cavolo….. e scommetto che prima di uscire hai fatto un bel passaggio in bagno, profumo abbondante sul collo, sui capezzoli ed anche lì, in fondo alla pancia, dove ti appoggiano il naso quando ti ciucciano il bottone….. dai … ho ragione o no?”

 

Ele rimane un po’ zitta…. poi riprende con tono un po’ imbarazzato: “Sei la solita stronza marti… ma lo so che mi conosci da tanto tempo e tante volte mi hai fatto vedere cose che non vedevo. Hai ragione, è come dici tu, nella mia testa – o altrove – ho concesso a questo stronzo più dei 10 minuti necessari per un caffè, sono stata a lungo in bagno, mi sono profumata… proprio come e dove dici te stronza!!- e adesso mi strapperei i capelli per averne sentita l’esigenza – ti dirò di più, mi sono anche messa le autoreggenti che mi regalasti il mese scorso, quelle chiare che mi fanno così figa…. me le ero portate in borsa perché me lo aveva scritto ieri sera che veniva a ….. , cazzo, ora te lo ho detto…. e stamani sono stata un’ora in bagno, mi son depilata fino a farmela liscia come una rosa… e mi son messa l’intimo di pizzo… con la gonna larga…. dove si entra meglio con le mani.. e poi, cazzo, cazzo, mentre andavo da lui mi sentivo fradicia fra le gambe… ecco, era questo che volevi dire….”

le ultime parole le ha dette trafelata, tutte di un getto, quasi piangendo… deve aver tolto il viva voce… sento appena la voce dell’amica che dall’altra parte la sta probabilmente consolando

” no, no, non preoccuparti, è che hai ragione quando dici le cose.” si è calmata adesso

 

…..

“beh, cosa è successo poi…. ci siam trovati al bar, lui era più bello di quanto mi ricordassi, se possibile. E gentile, e galante, e simpatico. Mi ha ordinato una cosa alla liquirizia che avrà avuto mille gradi. Proprio scema non sono…. l’ho appena toccata, anche se lui insisteva. Si parlava e si rideva e non ti dico che effetto fa stare accanto ad un uomo così che è venuto apposta dalla Francia per saltarti addosso in un letto. Però ad un certo momento mi son sentita proprio a disagio. Insomma, ero lì tutta agghindata apposta per lui, c’ero andata pronta per lui, nella mente e ancora di più nel corpo. Ma di colpo mi era come passata ogni fantasia. Insomma, basta con le cazzate, il mio uomo mi aspettava, che ci stavo a fare lì? Lui si deve essere accorto che gli stavo sfuggendo, che al mio respingerlo da ragazza che va corteggiata allo sfinimento, si stava aggiungendo qualcos’altro. Ha pagato, mi ha pregato di accompagnarlo fino alla macchina… ci potevamo salutare lì, ha detto. Ho tentennato, ma il suo braccio sotto il mio mi portava con una forza lieve ma irresistibile. La sua macchina era vicino alla spalletta del fiume, fammi compagnia mentre fumo l’ultima sigaretta, dai,dice lui…. Mi sono appoggiata al parapetto, a guardare l’acqua che scorre, neanche me ne sono accorta e lui era dietro di me, mi carezzava le spalle, il suo fiato caldo dietro al mio orecchio. Poi ho sentito l’umido delle sue labbra sul mio collo, sotto l’orecchio, e ….. la pressione del suo cazzo duro contro il mio corpo. Ora marti, quando hai sentito una volta un cazzo come quello stai certa che non lo dimentichi facilmente.

 

[cazzo!!!!!!!!!!! ma di cosa cazzo sta parlando questa!!!!!! l’ha già sentito??!! – vorrei spostarmi da dove sono, andare in cucina, rovesciare il tavolo da pranzo fin che lei correrebbe da me a tentare di calmarmi, ma io non smetterei, mi strapperei i cappelli, l’anima …… ma non riesco proprio a muovermi!]

 

“Lui si doveva essere piegato un po’ sulle ginocchia, dal momento che me lo strusciava contro il solco del sedere. Io non ci ho capito più niente, penso addirittura, di aver spinto il bacino contro il suo pacco, non son sicura, … mi tremavano le gambe, era lui a sostenermi. In un attimo mi son trovata con la testa un po’ girata verso di lui, la sua lingua che mi ravanava in bocca e la sua mano sull’interno cosce, dove finiscono le autoreggenti, e poi sulle mutandine. “ Sei fradicia” – ha detto – andiamo in albergo da me dai… ci divertiamo… non pensare a nulla… prenditi questa vacanza… te la meriti… non c’è niente di male… ti desidero da matti….”

 

ora, momentacci me ne son capitati nella vita…. ma una cosa come questa no cazzo! Son caduto seduto a terra, senza forze. L’avevo immaginata più volte quella scena,è vero… Ele a cavalcioni di quello stronzo, che se lo cavalcava e godeva come una matta…ed ero stato male e mi ero eccitato anche a pensarlo, perché alla fine si trattava più che altro di un modo di esorcizzare una paura che avevo, la paura di aver capito fin troppo bene cosa poteva essere successo quel giorno al mare. Ma adesso… adesso… la vedevo chiara lì davanti a me, ed era vera, era certa (pensieri veloci, lucidi, come sogni che paiono durare ore, ma sono solo istanti): di certo erano andati in macchina, lei – la conosoco bene – era troppo arrapata per aspettare, si era sfilata subito le mutandine e le aveva cacciate in borsa, glielo aveva tirato fuori e gli era salita a cavalcioni, neanche il tempo di mettergli su un improbabile preservativo….. e se lo era goduto tutto, a nudo, quel pezzo di carne, quella bocca, quei muscoli allenati, sinché lui non le era venuto dentro… non la aveva riempita con la sua cazzo di sborra …. la mia ragazza!!!!!!!!!! Di certo non erano andati da lui….quel coglione del fidanzato mi aspetta avrà detto lei……. alle 6:30 già mi aspettava….. e lei, fresca come una rosa, mi aveva stuzzicato da subito, tanta voglia le era rimasta. Cazzo…… l’aveva voluto nel culo perché non trovassi un lago di sborra dentro la sua passera…. Cazzo…. cazzo… cazzo….

non c’erano scuse, attenuanti che potessero venirmi in mente né in quel momento , né mai. 5 minuti prima ero felice, adesso la mia vita era nella tazza del cesso… non mi restava che tirare lo scarico. La donna della mia vita svaporava. Come avrei potuto vivere un minuto di più con una che si comporta così, che in mezz’ora passa da un cazzo all’altro, che gode di te mentre le cola da dentro il seme di un altro… nella maniera più insincera che possa esistere. Volevo alzarmi, andare in camera, vestirmi, riempire una borsa alla meglio ed andarmene. Dovevo farlo. Ma i miei arti rimasero inerti, senza forza. Per fortuna… per fortuna… per fortuna….

 

Martina ha parlato a lungo, ora riprende a parlare Eleonora ” si marti, fosse stata un’altra volta l’avrei fatto, lo sai che prima non le perdevo le occasioni – cavolo, la vita è breve -, e per un attimo me lo son proprio visto il film che stava per succedere: io che salgo in macchina, me le tolgo subito senza neanche aspettare che lo faccia lui, glielo tiro fuori, gli monto sopra e me lo scopo sino a godere come una matta…. poi lui mi porta in camera e lì perdo la nozione del tempo mentre quel fico esagerato mi fa tutto l’immaginabile, facciamo una doccia… forse due…. poi rientro verso casa ad un’ora assurda e mentre penso cosa inventare a sto poro figliolo che ho qui in pena…. capisco che sono una troia, che ragiono con la fica e non col cervello, tanto meno col cuore, che glielo devo dire subito, che mi devo far lasciare e………. mentre pensavo a tutto questo il mio corpo l’ha allontanato, ho tirato indietro la testa, l’ho spinto con le braccia e con un ginocchio… ricordo. Devo aver anche urlato qualcosa, perchè un gruppetto di ragazzi che era là vicino hanno smesso di parlare si sono girati a guardarci. Lui ha fatto una faccia tra il sorpreso e l’incazzato, ha provato con tutta un’altra serie di moine che non ricordo bene, mentre cercava di tenermi contro la spalletta con le braccia e con il bacino… gentilmente certo…. ma impedendomi di allontanarlo da me. Ha tirato in ballo anche Thierry e Claire, che ci sarebbero rimasti male anche loro …. ma che cazzo c’entravano poi? …. e io continuavo a tentare di spostarlo, di spostarmi di lì, sempre più angosciata. Poi… e questa la frase me la ricordo bene perché è stato come se tenendomi per i capelli mi avesse immerso nell’acqua ghiacciata del fiume… “dai, non fare la scema, ti piacerà e poi ti faccio un bel regalo, più di quanto prendi in 3 mesi di lavoro….”. Ho capito cosa avevo fatto dal suono secco dello schiaffo con il quale l’avevo colpito nel viso. Lui ha indietreggiato di un mezzo metro, ma si è subito ripreso ed ho visto la sua espressione dura mentre mi tornava addosso. Ma, grazie al cielo, i ragazzi del gruppetto lì accanto erano già dietro di lui,l’hanno spinto indietro con le mani, c’è stato un po’ di parapiglia, io ho farfugliato che non era niente, che era colpa mia…. e me ne sono scappata via.

 

Intuisco dall’altra parte che Martina sta parlando con agitazione, a voce alta – il sangue sta rifluendo verso le articolazioni, mi sento un bel calore al viso…. il senso di nausea adesso mi è diminuito, sto meglio. Con sorpresa – da quanto ero così? – mi accorgo che, sotto l’asciugamano che me lo lascia libero, ho una potente erezione.

 

E. ” a chi lo dici guarda. Lì per lì ero talmente incazzata, forse anche un po’ scioccata… mi son ritrovata davanti al bar senza neanche sapere da dove ero passata. Per fortuna era presto (forse le 6, 6 e 10), ho preso un bicchiere d’acqua e….. mi son sentita bene, rinata, come se mi fossi tolta un peso enorme dallo stomaco. Così, di colpo. Per un po’ sono stata beata, poi mi è venuto forse un po’ da piangere, tanto che il ragazzo del bar dal bancone mi ha chiamata e mi ha chiesto se andava tutto bene. “Piango perché sono contenta” gli ho risposto con un bel sorriso. Poi sono andata in bagno. Seduta sulla tazza ho pensato che ero proprio stata brava a resistere a quello stronzo, cavolo. Certo, lo sapevo dalla prima volta che lo ho visto che era solo uno stronzetto e che le fantasie che ci avevo fatto dopo le vacanze non erano niente che avesse a che fare con un desiderio di lui come persona. Però insomma, mi era rimasto in testa, eccome. Ora me ne ero proprio liberata ed era, mi era chiaro, come quando ti passa il mal di testa: ti senti beato. Ora pensavo solo che mi aspettava una serata con Lapo, e che lo amo, e che era di lui che avevo tanta voglia. Ma lo capisci: uno che mi legge dentro, che è concentrato su di me… l’aveva capito che avevo qualcosa stamattina… è corso a prendermi… io non lo so come andava a finire se lui era andato tranquillo in palestra… se ne tornava a casa e non mi trovava, ecco cosa sarebbe successo … lo perdevo per sempre, ecco…

Comunque, mi sono risistemata perbenino, volevo essere fresca come una rosa per lui. Le mutandine – e ride – quelle le ho dovute togliere… erano un tale disastro – ancora risate, probabilmente provenienti anche dall’amica…-.

 

Deve aver rimesso il vivavoce, probabilmente si sta ancora detergendo là sotto…

” M. cavolo che giornata Ele. Certo, se proprio tieni a Lapo hai fatto proprio la cosa giusta –

lo so, non gli sono mai andato a genio, forse è gelosa di me…

certo…. le occasioni non si ripetono ed una bella scopata persa è persa per sempre…. però quel bel manzo si è proprio comportato da stronzo… trattarti come una puttana, gran pezzo di merda!

” E. non ci voglio pensare più a quello e a quei suoi amici del mare…. che cazzo c’entravano poi loro? Mah, lasciamo stare. Comunque poi finalmente è arrivato Lapo… ero così contenta che me lo sono subito sbaciucchiato…. e mentre lo facevo ho pensato “cazzo… mi ha appena limonato uno che stava fumando!”

” M. Dai! E lui se ne è accorto! E se si accorgeva che non ce le avevi addosso??

” E. – che ride e adesso parla con concitatazione – aspetta marti, una cosa per volta. Per fortuna l’alcol alla liquirizia aveva lasciato una bell’impronta, così lui ha sentito quella. In un milionesimo di secondo mi è venuta in mente la situazione di ieri (quando sono passata dal Commercia), che era credibile, oltre che vera (compresa la biondina troia che lui ha ben presente, perché quando la vediamo al bar gli guarda le tette senza ritegno e io lo cazzio). Poi, un po’ per stordirlo e un po’ perché mi eccitava un sacco farlo, gli ho portato una mano sulla mia passera scoperta e gli ho sventolato le mutandine davanti al naso, dicendogli che mi ero ridotta così pensando a lui…

” M. cazzo ele, ma sei una super troia!

” E. ma no marti, sono solo una normale donna: non è difficile rigirarsi un ragazzo…. basta fargli sentire l’odore delle mutandine bagnate e ti passano qualunque cosa!!!

Ridono ancora alla grande…

” E. comunque adesso fammi andare dentro: ho da accudire il mio uomo… e poi mi sa tanto che prima di dormire me lo rimetto sotto…….

 

 

Sono rientrato in casa, mi ero un po’ ripreso ed oramai di cose ne avevo sentite anche troppe. Mi sono seduto sul bordo del letto. La mia mente girava a mille… forse un po’ ero in una specie di stato di shock. Sentivo Ele che trafficava in soggiorno… mi pare che canticchiasse. Sentivo di aver bisogno di tempo per rimettere a posto le idee, ed i sentimenti. Sapevo di aver rischiato di finire lì la mia storia d’amore più importante, la mia storia con lei. Se avessi ascoltato solo la prima parte della sua telefonata, come avrei più potuto crederle anche se lei poi, messa alle strette, mi avesse detto il resto? Non le avrei creduto. Ma cazzo….. ele al mare mi ha tradito, ha scopato con quel tizio… e…. puttana dell’Eva… “nel culo….. la prima volta che lo facevo con lapo…..”…… mi gira la testa a pensarci…. se l’è fatto mettere nel culo da quel bastardo…. oggi siamo andati lisci come l’olio, non perché sono stato bravo io…. era lei ad essere brava, era lei l’esperta!!!! Ho le mani nei capelli adesso, la rabbia mi fa tremare tutto. Faccio uno sforzo per calmarmi… dai forza… è successo una volta… si è pentita… oggi l’ha mandato a cagare…. potrebbe succedere anche anche a me un domani… una gran figa si fissa di scoparmi ed io cedo…. può succedere… è passato… lei mi ama e stiamo da favola insieme….

 

Lei si è affacciata in camera e mi ha visto seduto sul letto,la testa tra le mani. Probabilmente mi ha chiamato e io non l’ho sentita… preso come sono dietro i miei tormentati stati d’animo. Si avvicina, mi si inginocchia davanti, mi prende le mani e le scosta dal mio volto.

 

“Amore cosa hai?” il suo tono di voce è basso, forse tremolante, lascia trasparire un po’ di preoccupazione. Alzo lo sguardo e lei vede i miei occhi lucidi, forse rossi, come quelli di chi ha pianto. Io invece vedo i suoi, spalancati, interrogativi, adesso languidi, liquidi, con quell’azzurro intenso e… mi sento sciogliere, scaldare dentro, la pelle d’oca…. e l’uccello duro come il ferro!

Ho già deciso mentre ci pensavo… non c’è niente che possa dirle, niente che possa chiederle… sarebbe assurdo perderla quando forse non ce ne è motivo e comunque non ho scelta: sono innamorato perso e pensarla scopata da un altro… mi eccita troppo!

 

Parlo, con un filo di voce mi pare, come uno che si è appena svegliato:

“ Niente amore…. sono solo molto felice… di stare con te… e voglio che duri per sempre!”

Gli occhi di lei si fanno ancora più liquidi, mi guarda per un po’ con un sorriso che si apre piano piano, poi mi sale a cavalcioni sulle ginocchia, mi prende la faccia con le mani e mi bacia. Che bacio, lungo, caldo, come a volersi mangiare, come a dire diventiamo una sola cosa, annnulliamo il resto del mondo e tutte le pulsioni che ci allontanano. Con le mani attaccate al mio volto sposta il bacino sopra il mio e…. lo sente… cavolo se lo sente, duro come il ferro. Si stacca un po’ dal mio volto e mi guarda, con sguardo di piacevole sorpresa, pieno di malizia. Ancora una volta si tormenta con i denti il labbro inferiore, mentre si struscia la fica scoperta sul sottile strato di spugna che la separa dal mio desiderio.

E – amore… l’abbiamo fatto sarà neanche mezz’ora….. mmmmm

chiude gli occhi, rovescia la testa e mugola. Ci baciamo ancora.

Gli faccio alzare le braccia e gli sfilo a maglietta.

E. ” C’è la cena in tavola! – protesta debolmente lei, mentre struscia sempre più forte il bacino contro il mio.

” Voglio subito il dolce! Gli sussurro io, vado dietro con la schiena,a distendermi sul letto, mentre con le mani la prendo per i fianchi e la faccio venire avanti sopra il mio corpo, avanti, avanti, sino a che il suo ventre è davanti alla mia bocca.

E. ” ma anche io ho fame! Protesta ancora lei, ma già sta mugolando perchè, là sotto, sto leccando, baciando, succhiando.

 

Mi tiene la testa sollevata con le mani, spingendola verso il suo centro pulsante. Poi, ruota un po’ il busto e, con una mano, mi apre l’asciugamano. Lui svetta prepotente, finalmente libero dalla costrizione. Lo vedo mentre lavoro tra le sue gambe, lei che lo prende in mano,lo trastulla, lo scappella. Io intanto mi concentro sul suo buchetto, così saporito e gustoso che me lo fa diventare ancora più duro. Lei lo sente… come sente il mio dito medio che le entra dietro. Sobbalza, un po’ lo stringe… probabilmente le fa un po’ male…. Mi scruta con gli occhi, mi vuol fare felice e cerca di capire cosa voglio. IO, che l’ho già deciso in effetti, le spingo piano i fianchi in avanti così mi sfilo da sotto di lei che rimane carponi sul materasso, le ginocchia distanti e le mani sulla testata del letto.

Le sono già dietro, le pastrugno le tette, la tiro su verso di me, le faccio girare la testa, ci baciamo, il mio cazzo duro che struscia nel solco del suo sedere. Con una mano adesso la spingo lieve sulla schiena, così che il suo viso piegato di lato finisce sul cuscino. Con l’altra mano me lo prendo e lo guido, strusciando la cappella sulla sua fica fradicia (della mia saliva e dei suoi umori). Lo infilo anche dentro, appena appena…. lo voglio solo bagnare per bene. Lei ha capito benissimo e non si tira indietro, anzi si porta le mani sulle chiappe e le allarga generosamente. Il buchetto è più aperto di prima adesso, rosso rosso ai bordi. Lo appoggio, spingo….. in un attimo le sono dentro. Lei all’inizio è tesissima, evidentemente dolorante. Ma io non mi fermo, ne ho voglia, lo desidero, voglio che lei sia ancora del tutto mia, senza riserve. Quella pena che lei sta provando se la merita.. lo so io.. lo sa anche lei che lo accetta e , piano piano, prende a goderne in un inarrestabile crescendo che, dopo un tempo che non saprei quantificare con esattezza, ci lascia totalmente esausti, appagati…. innamorati.

 

 

7. lapo. La situazione precipita ed i nodi…vengono al pettine.

 

Ancora una settimana tranquilla, con la speranza che tutto possa essere dimenticato. Ma il giovedi rientro a casa e trovo Eleonora, seduta sul letto, che piange. E’ vestita di tutto punto, come se dovesse uscire per andare a ballare. Il trucco è completamente sfatto dalle lacrime. Preoccupato, la abbraccio e la interrogo. Lei mi si butta al collo e dice “Amore, amore, abbiamo un problema, un problema grosso, mi dispiace”. Spiegami, le chiedo, troveremo una soluzione (ma dentro di me so che prima o poi doveva succedere… la verità sarebbe uscita e io l’avrei dovuta affrontare… e quella che sentivo era paura, mista ad agitazione… forse eccitazione???)

 

“No, – dice lei – non c’è una soluzione, ti ho detto una bugia, mi odierai, non mi vorrai più bene!” Con le braccia al mio collo continua a singhiozzare. Adesso sono preoccupato veramente ed insisto che mi spieghi. Alla fine, senza guardarmi in faccia, lo dice: “In vacanza… accidenti, accidenti, mi strapperei i capelli dalla testa se servisse a tornare indietro, a non averlo fatto…non lo so perché l’ho fatto, perdonami ti prego… insomma…sono stata a letto con quel francese, con Patrick!”

 

Ora… io dentro di me lo avevo sempre saputo e, forse la avevo già perdonata… era stata una situazione particolare… magari un domani poteva succedere a me di tradirla… ma cazzo, sentirselo dire, così, quando neanche ci pensavo più…. rimango di sasso, le mani in grembo, la testa bassa. Non ho proprio la forza di fare nulla, neanche di urlare, di spingerla via, di darle quello schiaffo che lei si aspetterebbe, che forse vorrebbe… Lei continua a stringersi al mio collo, a piangere, a chiedere perdono. Mi stacco da lei e mi chiudo in bagno. Mi risciacquo la faccia. Seduto sul water, la sento che continua a disperarsi. Non riesco a pensare nulla che abbia un senso, solo la vedo, appena chiudo gli occhi, lì davanti a me… lei che sta a cavalcioni su quel corpo senza volto, la bocca aperta, un piacere incontenibile che le trasfigura il viso. Il dolore che provo, me ne rendo conto con disgusto per me stesso, è come se mi si stesse concentrando nel basso ventre e, per quanto il mio uccello sia appena appena ingrossato (cioè non proprio duro), realizzo con orrore che se non distolgo subito la mia mente da quelle immagini mi verrò nelle mutande, tale e l’emozione orgasmica che sto cominciando a percepire.

 

Esco dal bagno,mi siedo accanto a lei e, avendo cura che non si accorga che ho il cazzo duro dentro i pantaloni, le prende il viso tra le mani e le dico che me lo ero sempre immaginato che fosse successo qualcosa, ma che volevo credere non fosse vero… che sono molto deluso da lei, che soffrirò molto per questa cosa. Poi, dopo un momento di reciproco silenzio, le chiedo perché me lo dica solo adesso. Lei, singhiozzando, mi spiega che la mattina si sono fatti vivi Thierry e Claire, prima per telefono chiedendole di raggiungerli in un albergo per “divertirsi un po insieme”, poi, siccome lei non li voleva incontrare, si son presentati all’uscita dal lavoro. Si rimette a singhiozzare e nasconde la faccia contro il mio petto, prima di continuare. Gli hanno mostrato sul cellulare un pezzetto di un filmato di lei a letto con Patrick… gli hanno detto che lo mettevano sui social se non andava da loro. Se stava con loro un’oretta, cancellavano tutto. Lei aveva avuto paura e aveva pensato di andarci, si era preparata, ma poi aveva capito che era una cazzata, che me lo doveva dire… così mi aveva aspettato. Io le accarezzo i capelli per consolarla e semplicemente gli dico che aveva fatto bene, che non si può certo accettare un ricatto, altrimenti poi ti filmati gliene avrebbero fatti due.

 

Poi, di colpo, nella mia testa è scattato come un click: mi sono sentito lucido, come se non fossi io quello al quale stavano confessando un tradimento. In questo modo, un po’ assurdo, sono stato in grado di prendere decisioni ed agire. Gli ho detto che adesso lei era in grossi guai e che io, che la amo, l’avrei per prima cosa aiutata ad uscirne. Poi, avrei deciso se stare ancora con lei. Mi son fatto dire dove la aspettavano e gli ho intimato di non uscire di casa sino al mio ritorno. Mentre uscivo lei, sempre piangendo, mi ha chiamato e mi ha detto “lì, a letto, con noi c’erano anche Claire e Thierry!” – Ah! – ho detto io, e sono uscito mentre lei continuava a chiedere perdono. Cazzo… Eleonora si è fatta una bella orgia, ho pensato sentendomi sorpreso… ma forse, dentro di me, sapevo anche questo.

 

Li faccio chiamare dal portiere. Arriva Claire e dice “guarda chi c’è, il cornutello. Dove è la tua fidanzatina?” Thierry le intima bruscamente di stare zitta e mi dice “Ciao Lapo, aspettavamo Eleonora per sistemare una faccenda. Chiamala, dille di venire, altrimenti finisce male; invece, se non fate storie, c’è da guadagnarci per tutti!” Mi trattengo a stento dal mettergli le mani addosso. Gli dico che vado alla polizia e che parleranno con loro; Eleonora li denuncerà per violenza sessuale.. e si vedrà chi è nei guai. Capiscono che non è aria, che abbiamo mangiato la foglia e che non sarà semplice ottenere quello che vogliono. Thierry mi ammolla uno spintone e mi fa cadere su un divano, poi se ne va imprecando; Claire, più malefica (e stupida) mi mette in mano un bigliettino e mi dice “guarda un po’ quanto sei cornuto, e fatti un po’ di seghe, stronzo. Guarda come gode con noi: lei è con noi che deve stare, non con uno sfigato cazzo moscio come te… prima lo capisci, meglio è per tutti: noi scopiamo, tu ti fai le seghe e se fai il bravo te lo facciamo anche sentire nel culo… ti piacerà di certo!!!”

 

Si tratta di un link di un sito web e di un codice di 6 cifre. Mi fermo all’ufficio che è di strada e che a quell’ora è vuoto. Febbrilmente digito l’indirizzo. Si tratta di un sito di camgirl, piuttosto piccolo e curato, pare. Come indicato da Claire vado nella sezione “filmati hot selling”. Ci sono delle finestrelle con una chiavetta sopra, sotto c’è scritto, cliccabile, il titolo di ogni filmato. Mi si annebbiano gli occhi: il titolo di uno è “Prima volta nel culo e prima doppia di Eleonora” …

meccanicamente, clicco su “contenuto”.

 

8. Lapo – Vedere con i propri occhi. La presentazione di Claire

 

Di certo il video di introduzione durava 6 minuti…. come si vedeva dalla barra di scorrimento. Di certo, si capiva subito, era fatto per vendere il filmato principale… a 1.000 crediti (?).

Claire era seduta su un divano rosso, di quelli abbastanza rigidi e sostenuti. Vestiva un abitino con spalline , corto. Le gambe abbronzate incrociate, le mani in grembo. L’abito la fasciava e si capiva che non aveva reggiseno. Ai piedi sandali con tacco alto.

“Ciao Tesori e porcellini” esordiva. La sua voce un po’ rauca esaltava, nella registrazione, la sua sensualità, non c’era dubbio.

“Oggi vi racconto il magnifico finale delle nostre vacanze al mare. Mi avete già vista scopare con Thierry nella spiaggia nudisti. Non so voi, ma io con tutte quelle coppie arrapate che ci guardavano, me la son proprio goduta..” e sorride ammiccante. Poi mi avete vista alle prese con la ragazza di Tony, quella volta che lui era dovuto andare a portare la mamma in ospedale. Povera mammina….” ride lei e lascia correre la lingua sulle labbra “ ma come era buona quella passerina, mmmmmmm “ accavalla appena le gambe, abbastanza da metterci dentro la mano e strusciarsela sulla fica. Poi riprende la posizione di prima….. “lei era un po’ imbranata in fatto di farmi godere, era la prima volta che assaggiava il miele di un’altra……ma così dolce quando godeva, la troietta! … il povero Thierry ci ha ripreso e lo ha avuto duro per tutto il tempo, poveretto… ma poi quando glielo abbiamo ciucciato insieme, non la finiva più di schizzarci. Ci ha ricoperte !!!!!!!” e si succhia le dita mentre entrano ed escono dalle sue labbra. “Comunque l’avete visto anche voi questo, e spero vi sia piaciuto, ma direi proprio di si… almeno ai 98 che l’anno scaricato… porcelloni!!!!.

 

La fidanzata di Tony…. si, me la ricordavo, l’olandesina che mi ha fatto il filo…. l’avrei mangiata a morsi…. ma adesso, che pena mi faceva il saperla guardata da un mare di porci (o forse no… non mi stava forse venendo duro nei pantaloni?).

 

“ Ma mi dovete credere se ve lo dico (lo sapete che porcellina buongustaia sono….) con queste esperienze che abbiamo condiviso con voi avremmo potuto dire di aver passato una vacanza caruccia si, ma niente di speciale in fondo. Poi, la sorpresa che finale che è stata inaspettata, sudata e sconvolgente per la prestazione della nostra amichetta protagonista.

Vi dirò, l’avevo adocchiata subito questa Eleonora (CAZZO!!! mi si ferma il cuore per un momento…. addirittura il suo vero nome…), bella, solare, con la pelle di pesca, l’alito di fiori di arancio” ridacchia…. “e con quello che interessa a voi amici porcellini: una terza strepitosa, di quelle con i capezzoli rosa che guardano verso l’alto… mmmmmm” e si lecca ancora le labbra. Vita sottile, fianchi un po’ più larghi e belle gambe affusolate ed abbronzate…. come le mie” e si accarezza una coscia, mentre distende la gamba. “Che culetto ragazzi…. con gli shorts che aveva quando la ho conosciuta…. era irresistibile” e qui appare una foto (CAZZO, CAZZO!!) che evidentemente gli hanno scattato appena arrivati. Inquadrata di spalle, i capelli sciolti sulle spalle, con in primo piano il suo culo fasciato dagli shorts che, dopo ore in macchina le erano entrati su, fin dentro l’anima. “Vi piace porcellini, vero? E la sapete la cosa più bella? Quel culetto era vergine vergine… si, l’ho immaginato quasi subito appena ho capito che la tipa che lo portava in giro era una ragazza di quelle brave (porta su le manie le agita come dire “mammamia” ), educate, intelligenti, feeeedeli e….. “ sorride perfidamente e riprende, con voce più bassa, “ tanto tanto porcelline sotto”. Altra foto (SUPERCAZZO) un primo piano di Eleonora e Claire, mezzo busto, che sorridono e fanno una mezza linguetta fuori, tra i denti (me la ricordo quella foto, fatta durante la prima cena).

“Beh, non importa stia ad anticiparvi che razza di passerina possa avere una ragazza come questa : perfetta (io stessa ho avuto cura di farvela trovare perfettamente depilata), con due labbra appena sporgenti, tutte da mordicchiare, e dentro quel rosa chiaro che,lo so, vi farà impazzire a tutti”. Ma la vedrete, non preoccupatevi.

 

Non potete immaginare quanto ho faticato per portarvela… tanto innamorata del ragazzo e tanto ingenua… Prima l’abbiamo fatta scaldare un po’ con i giochetti di società la sera (avreste dovuto vedere come si è arrapata quando ha visto fare una spagnola ad un bel cazzo, lì ad un metro dal suo nasino…), ma poi correva sempre a farsi scopare dal fidanzatino.. Allora io e Thierry, con la scusa del sovraffollamento, ci siamo infilati in camera loro e ci siam messi a scopare. La ragazzina ha accolto la sfida e, visto che io mi stavo cavalcando il mio cazzo, ha inforcato il proprio ragazzo. Mmmm, ci hanno fatto proprio arrapare i due, bella coppietta, non c’è che dire… ma lei… lei era una spanna sopra di lui! Allora, mentre godevo, mi è venuta l’idea geniale: cazzo… qui ci vuole Patrick! Mi son detta… sai che scopata si fanno questi due… da restarci secchi a guardarli!! e magari gli diamo anche una mano… gli facciamo fare un po’ di cosette nuove alla bambina!

 

La mattina dopo gli ho pelato bene bene la micetta (e come si è bagnata mentre gliela mantrugiavo tutta con la scusa di togliere tutti i peletti!!), gli ho fatto qualche bella foto e le ho mandate a Patrick. Tempo 10 minuti… eccolo che mi chiama. Beh… voi che dite… gli saranno piaciute le foto?

Prima foto: primo piano di ele, le sue labbra carnose, i suoi occhi azzurri

Seconda foto: ele fa un bagher a pallavolo… le tette ben in vista che quasi escono dalle coppe del reggiseno.

Terza foto: primo piano del culo di Ele, distesa sull’asciugamano… la mutandina a brasiliana gli entra tra le chiappe… da infarto.

“Ma il capolavoro è l’ultima cari”…. mentre la pelavo ben bene gli dicevo “scosta le labbra cara, vediamo se c’è qualche pelo nascosto…”

Quarta foto: ele è a pecorina, nuda, sul letto, testa appoggiata sul cuscino, con una mano da sotto sulla fica, si scosta le grandi labbra con le dita, il rosa della sua passerina in bella mostra…..

[ma CAZZO!!!! ele ha ballato tutta la sera, senza mutandine per di più, con uno che aveva visto questa sua foto!!! cazzo!! che troia!!!! che troia!!!!!!]

 

Beh… cosa pensate che avrà detto Patrick?? “prepara tutto che salgo in macchina, ha detto… ce la facciamo subito stasera dopo due salti in disco!” Frena, frena, gli ho detto. Gli ho spiegato che era con il ragazzo e che stasera se la poteva lavorare, magari un pompino o una sveltina nel parcheggio della disco… ma il piatto forte era per l’indomani, quando avremmo sistemato il fidanzatino e ce la saremmo fatta come si deve… bocca, fica e …. culo!!

Detto fatto, a Patrick non si resiste, lo sapete… la sera stessa gli ha frugato tra le gambe (cazzo, mentre ballavano….) e gli ha messo la lingua in bocca… insomma, l’ha cotta a puntino per il giorno dopo.

 

La mattina li portiamo lontano e con la scusa di farle provare le moto d’acqua, molliamo l’apprendista cornuto sotto l’ombrellone e ce ne torniamo al villaggio. Gli amici avevano preparato tutte le attrezzature per voi…. Era tutto organizzato ed anche lei era arrapata come una matta… ma quando siamo arrivati… “e mi sono pentita…. e non gli posso fare questo al mio ragazzo…. ne sono innamorata …e lo voglio chiamare… e che palle figliolina gli ho detto !!!!!!…sei giovane… hai qui un fusto incredibile che ti si vuole fare… hai la fichetta fradicia che si vede la macchia sul costume (giuro che era cosi’ ragazzi!!!)… ma goditi la vita cazzo…!!!! Insomma, l’ho convinta a messaggiare il fidanzato per tranquillizzarlo – e tenercelo lontano il tempo necessario -, a cambiarsi ed a venire in camera, che si beveva una cosa tutti assieme…. senza impegno. E’ entrata nel bagno della camera per farsi la doccia, noi in camera gia belli docciati ad aspettarla. Su cosa mettersi su non aveva molta scelta… le avevo lasciato io appoggiati bagno: perizoma e reggiseno di pizzo con ferretti ed un babydoll semplice, a coprire un 5 cm sotto il culo, di raso nero, fascia di pizzo sopra e fascia di pizzo sotto. Lei da dentro mi chiama “Claire, mi passi i jeans, li ho nel primo cassetto, la maglietta quella bianca nel secondo cassetto…”. E io gli rispondo “Eleonora non rompere… metti quello che trovi lì che è un mio regalo per te e voglio vedere come ti sta, cazzo, con quello che ho speso…. e poi vai a prenderti quello che ti pare”. Dopo un po dice “va bene, ti faccio vedere, ma poi mi cambio ed andiamo in piscina”. Ok, gli dico io, esci pure da là dentro, ci sono solo io… e giàThierry e Patrick si massaggiavano i cazzi  già mezzi duri sotto l’asciugamano. Alla fine Eleonora esce fuori… tutta impacchettata e pronta per voi…. e si va in scena!!!

Allora porcellini miei, che ne dite… volete godere anche voi con questa bella fica italiana?

Dissolvenza.

 

Sono lì come un idiota… lo sguardo sullo spazio lampeggiante dove inserire il codice di accesso… una nausea che se non avessi già vomitato lo farei ed, ovviamente, il cazzo duro nei pantaloni. Come in tranches inserisco il codice che mi permette di accedere alla visione del filmato nel quale vedrò la persona che amo fare sesso con altri e, di certo, goderne parecchio…. Penso “non posso farlo, non posso umiliarmi a questo punto… devo andare alla polizia, consegnare il materiale, salvare Ele, e che ci pensino loro… poi andarmene lontano, magari dal mio cugino che abita a Roma… magari in un bordello in Svizzera, insomma ovunque ma non qui davanti a quest’inferno!!!”. Lo so che è quello che dovrei fare, per salvarmi la vita, per riprenderne il controllo. Ma premo invio, e l’incubo di mesi e mesi di pensieri, angosce, gelosie, paure.. desideri… si materializza davanti a me!

 

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