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Esibizionismo…e non solo…su una spiaggia deserta

By 2 Gennaio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Anche l’estate del 2011 sono tornato sulle spiagge che mi hanno visto crescere.
Per molti anni infatti, pur non avendo origini calabresi, i miei genitori mi hanno portato a trascorrere le vacanze estive in provincia di Catanzaro, nelle vicinanze di un paese che si chiama S. Caterina dello Jonio.
Luogo meraviglioso e, soprattutto, incontaminato.
Ciò che negli anni ho iniziato ad apprezzare in modo crescente sono le spiagge che, a dispetto di quelle romagnole solo per citarne alcune, in quella zona trasmettono una tranquillità ed una pace assoluta.
In alcuni periodi sono pressoché deserte aiutate anche dal fatto di essere lunghissime e non organizzate con ombrelloni, sdraio ecc ecc’
Spiaggia libera insomma.
Una giornata calda quel giorno che vado a raccontare, non c’&egrave che dire.
D’altronde, mi si potrebbe obiettare, alla fine di luglio e per di più in Calabria non potrebbe essere altrimenti.
Come d’abitudine esco presto per andare a correre sul bagnasciuga e tenermi in forma durante la non frequentazione della palestra.
Anche oggi, partendo dal paese, ho preferito indossare un pantaloncino corto ed una maglietta sopra il costume a slip.
Odio i segni dell’abbronzatura e, se non mi &egrave possibile prendere il sole completamente nudo, cerco di ridurli al minimo.
In questo senso quindi il costume a slip mi aiuta e mi lascia libero nei movimenti della corsa.
In ogni caso, già dopo un paio di chilometri, sono immerso nella solitudine più assoluta.
L’unico rumore che accompagna il mio respiro &egrave quello della risacca che, alle sette del mattino, &egrave comunque molto limitata.
Il mare infatti, placido alla mia sinistra, &egrave praticamente una tavola che i raggi del sole fanno sembrare una colata di argento luccicante.
Il sole &egrave già caldo, si preannuncia un’altra giornata torrida.
Vista la solitudine, come ogni mattina, mi fermo giusto il tempo di togliere maglietta e pantaloncini in un punto dove la vegetazione, tra cui degli splendidi gigli della sabbia, si sviluppa piuttosto fitta e rigogliosa alla mia destra.
Approfitto di questo punto perché, preferendo correre a mani libere, appoggio i miei indumenti sotto un piccolo arbusto in modo da raccoglierli al mio ritorno.
Riparto di corsa ‘vestito’ solo del mio costume, calze molto corte e scarpe da ginnastica.
Sensazione meravigliosa correre così.
Davanti a me la spiaggia compie una larghissima curva verso sinistra formando un golfo.
Solo alcuni e rari pescatori le uniche presenza umane oltre a me in questo paradiso.
Proprio un pescatore, nei giorni scorsi, mi ha dato l’impressione di seguirmi insistentemente con lo sguardo mentre gli passavo accanto correndo.
Sono proprio gli sguardi interessati come il suo a far scattare, generalmente, una molla dentro me.
Come sai dai miei racconti precedenti, mio caro lettore, dentro me esiste un lato esibizionista che talvolta stento a frenare.
Anzi, per la verità, alcune volte non faccio proprio nulla per frenarlo’e quella mattina &egrave stata proprio una di quelle volte.
Continuo la mia corsa cercando con lo sguardo di scorgere in lontananza altre presenze umane.
Mi ricordo dove di solito quel pescatore si posiziona e ci sono quasi.
Il mio corpo, già abbronzato per il sole preso nelle due settimane precedenti, &egrave lucido del mio sudore.
Mi piace l’effetto che fa il mio corpo così bagnato; il tronco completamente depilato &egrave messo in risalto così come i muscoli delle gambe che durante la corsa guizzano in bella mostra.
Lo vedo.
Eccolo laggiù.
Proseguo per poco e, nel momento in cui anche lui mi vede girando il suo viso nella mia direzione, mi fermo per riprendere fiato.
Siamo a circa una cinquantina di metri di distanza l’uno dall’altro’nessun’altro oltre a noi nel raggio di almeno quattro/cinque chilometri.
Mi sorride ed io ricambio anche con un gesto della mano mentre faccio dei respiri profondi.
Non c’&egrave che dire, quest’uomo sulla sessantina, anche questa mattina sembra aver accantonato la concentrazione rivolta alla pesca per spostarla sul mio corpo.
Bene, questo mi piace e stamattina gli darò modo di perdere del tutto quella concentrazione’
Ripreso un po’ di fiato mi siedo sulla sabbia godendo del suo calore sulla mia pelle.
Voglio fare un bagno, il mare &egrave troppo invitante.
Mi slaccio le scarpe, mi tolgo le calze e sono di nuovo in piedi fingendo di non guardare il mio spettatore.
Con la coda dell’occhio però mi rendo perfettamente conto che mi segue mentre lentamente mi avvicino al bagnasciuga.
L’acqua avvolge il mio corpo mano a mano che avanzo fino a che decido di tuffarmi per riemergere qualche metro più avanti.
Senza voltarmi nuoto per qualche decina di metri verso il mare aperto per poi girarmi sulla schiena ed abbandonarmi al relax che le piccole onde mi danno cullandomi.
L’acqua salata del mar Jonio mi avvolge in un abbraccio meraviglioso.
Guardo nel frattempo il pescatore e noto che sta sistemando una sorta di cavalletto sul quale poi fissa la canna in modo da non tenerla in mano.
Si dovrà occupare di altro penso.
Tornato a riva, esco dall’acqua godendo della piacevole sensazione di tonicità che, una nuotata mattutina sa regalare.
Rimango pur sempre ad una distanza di qualche decina di metri dal pescatore che mi sta seguendo con lo sguardo.
Mi siedo sulla morbida sabbia poggiandovi poi i miei gomiti passando quindi ad una posizione semi sdraiata.
Distando le gambe infilando i piedi sotto la sabbia fino alle caviglie e lascio che il sole scaldi il mio corpo.
Dall’abbraccio dell’acqua salata sono passato alla carezza del sole sulla pelle, che meraviglia.
Sposto indietro la testa e sento i miei capelli, che porto di lunghezza media, dondolare liberi e bagnati sulle mie spalle.
Gli occhi chiusi non mi consentono di verificare cosa stia facendo il mio spettatore ma, certi sguardi, si sentono sulla pelle esattamente come fossero delle languide carezze appena sfiorate.
Lo so, mi sta guardando e decido quindi di osare’.
Rimanendo appoggiato su un gomito, porto una mano all’elastico del mio costume e, con fare disinvolto ma con studiata lentezza, slaccio il cordino che sostiene l’indumento.
Infilato il pollice sotto lo slip lo spingo verso le gambe facendolo scendere rivelando in tal modo la mia abbronzatura presente anche nelle parti fin lì coperte.
Eh già, la terrazza dell’appartamento in cui alloggio mi permette di prendere il sole nudo.
Mentre il mio slip arriva ormai alle caviglie continuando a scendere il mio sguardo va al pescatore che, basito ma visibilmente compiaciuto, segue la scena con mal celato interesse.
Tolto il costume lo appoggio accanto a me e torno a distendermi.
Ora completamente.
Porto le braccia sopra la testa e, distesa la gamba destra, quella sul lato del mio spettatore, piego leggermente la sinistra lasciando il piede sprofondato nella calda sabbia.
‘Una bellezza il mare stamattina vero?’ mi dice mentre si avvicina con fare amichevole.
Io sollevo la testa e appoggiandomi sui gomiti sorrido annuendo.
Con malizia gli chiedo se per caso lo infastidisca il mio essere nudo ma lui risponde che, la spiaggia &egrave libera e deserta, siamo gli unici ad occuparla e che quindi non mi devo preoccupare.
Lo osservo meglio e noto che sotto il gilet da pesca, con le classiche mille tasche, &egrave a petto nudo.
Un petto che, al contrario del mio, &egrave piuttosto villoso.
Le braccia e le mani, a dispetto della sua età, trasmettono forza, virilità e questa prima impressione viene confermata dalla sua stretta di mano sicura quando si presenta.
‘Piacere Antonio’ mi dice.
‘Il piacere &egrave mio’ rispondo, ‘mi chiamo Marco’.
Mi chiede di dove sono mentre lui, aggiunge, &egrave originario della Puglia ma vive ormai da diversi anni in quella zona.
Iniziamo così a conversare in una situazione piuttosto particolare.
Lui, che nel frattempo si &egrave seduto accanto a me, uomo di un fascino rude, maschio, mi parla di quanto sia bello pescare il mattino presto nel silenzio più assoluto; io, semidisteso completamente nudo al suo fianco, giovane uomo che fissa il suo viso notando la pelle abbronzata segnata da una leggera barba brizzolata che genera un piacevole contrasto.
Mi fa notare che il sole mi ha già asciugato la pelle dopo il bagno e che il sale sta lasciando delle striature biancastre.
Penso che, pur essendo vera tale affermazione, ciò gli stia dando la scusa per far scorrere lo sguardo lungo tutto il mio corpo.
Scorre eccome quello sguardo.
Lui, piacevolmente spavaldo, non fa nulla per fingere di non soffermarsi ad osservare il mio pube depilato ed il mio sesso.
Io, di contro, non faccio nulla per mascherare che, proprio il mio sesso, non &egrave affatto indifferente ai suoi occhi e che, appoggiato sulla mia pancia, sta arrivando ad una semierezione.
Antonio se ne accorge e, confortato dalla solitudine che ci circonda e dalla mia tranquillità, decide di osare.
Dice di avermi notato nei giorni precedenti perché un bel giovane con un corpo così curato non si vede molto spesso; si scusa subito dopo se ciò che dice mi dovesse infastidire.
Sono vanitoso pertanto, orgoglioso del suo complimento, lo ringrazio e rispondo, con un mezzo sorriso che mi tende le labbra, che mi sono accorto dei suoi sguardi e che’no’non mi sta dando affatto fastidio.
Sono io, in quel momento, che decido di osare di più mentre il mio sesso, stimolato dai suoi sguardi, acquista ulteriore vigore e inizia a pulsare.
Aggiungo infatti che i complimenti fanno sempre piacere e, se poi giungono da un uomo maturo ed affascinante, sono ancora più graditi.
Scopro così le mie carte.
Gli faccio capire e conoscere la mia bisessualità.
Mentre alcuni gabbiani che volano liberi e bellissimi passano sfiorando il mare davanti a noi, Antonio porta la sua mano vicino al mio ombelico e con le dita inizia delicatamente a togliere del sale che &egrave lì dal bagno precedente.
Non faccio nulla se non guardare la sua mano e le sue dita.
Rincuorato dal mio essere passivamente rilassato, Antonio fa scorrere le sue dita sulla mia pelle salendo fino al petto per poi passare, inaspettatamente, al mio viso.
Le sue dita accarezzano una mia guancia con una delicatezza sorprendente data la sensazione di forza che le sue mani mi avevano trasmesso poc’anzi.
Il suo indice, mentre lo guardo negli occhi, mi sfiora le labbra quasi a disegnare il contorno della mia bocca.
Il mio sesso &egrave ora in completa erezione, lo sento pulsare, lo sento svettare a dimostrazione della mia eccitazione.
Voglio che Antonio lo sappia, voglio che lui sappia quanto, in quella situazione, io sia disponibile ad abbandonarmi alle sue mani.
Gli faccio notare l’effetto delle sue carezze abbassando il mio sguardo verso il mio sesso.
Sorride e si dice compiaciuto mentre la sua mano si sposta dal mio viso e torna a scendere lungo il mio corpo.
Il calore del sole si fa sentire e, unitamente al mio stato di eccitazione, fa sì che la pelle ora sia imperlata di sudore.
La sua mano scende ancora e un dito raggiunge l’ombelico nel quale si &egrave raccolto un po’ del mio sudore.
Ci gioca accarezzandolo ed io lo lascio fare.
D’un tratto, dandomi la consapevolezza che in effetti bramavo quel suo gesto, sposta la mano raggiungendo il mio sesso turgido e lo impugna.
Istintivamente porto indietro la testa e sospiro.
Questa reazione deve eccitarlo molto perché avvicina la bocca al mio collo e bacia la mia pelle.
Sentendo il suo respiro sollevo la testa e, mentre la sua mano mi sta masturbando lentamente, le nostre bocche arrivano ad essere pericolosamente vicine..con una conseguenza inevitabile.
Mentre mi dice che gli piace sentire il sapore del sale sulla mia pelle calda, sento le sue labbra che, mentre mi parla, sfiorano le mie tanto sono vicine.
Con la punta della lingua accarezzo piano la sua bocca e ciò fa sì che Antonio dia definitivamente sfogo al suo desiderio.
Infila la sua lingua nella mia bocca ed io l’accolgo assaporandola con la mia.
Le nostre salive si mescolano mentre le lingue guizzano bagnando le labbra di entrambi.
La sua mano mi sta ora masturbando ed io mugolo il mio piacere dentro la sua bocca fino a che, staccatomi bruscamente da quel bacio appassionato, gli dico che sto per venire.
Rapidamente abbassa il viso infilandosi il mio sesso dentro la bocca.
Quel gesto mi fa perdere il controllo e vengo schizzando il mio seme nella sua bocca che lo raccoglie fino all’ultima goccia.
Mi tiene nella sua bocca fino a che sente il mio respiro tornare regolare e poi mi bacia.
Sensazione meravigliosa.
Il mio seme &egrave ancora nella sua bocca ed il suo sapore &egrave ora sulle nostre lingue che giocano ancora in una danza di sensuali carezze.
Il piacere ed il coinvolgimento &egrave stato tale che entrambi non ci siamo curati di controllare che nessuno passasse sulla spiaggia ma, a conferma di ciò che ho scritto in apertura di questo racconto caro lettore, quella lunghissima spiaggia deserta &egrave rimasta tale per tutto il tempo e, ti dirò di più, &egrave rimasta così anche il giorno successivo quando”..ma no, non voglio svelarti nulla ora’.ciò che &egrave successo il giorno seguente te lo racconterò sul prossimo racconto’.vuoi?

Dimmelo e commenta liberamente alla mia mail 1b9s7x7@libero.it come sai mi piace ricevere riscontri

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