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Gli amori di Antonella (parte nona)

By 27 Dicembre 2021No Comments

Naturalmente , Antonella (mia moglie) si era confidata con Martina che, oltre che essere la sua migliore amica, era anche la mia amante, raccontandole del suo nuovo fidanzato. Ricevetti un sms sul telefonino (non c’era ancora Whatsapp) che diceva in tono perentorio: “Vieni subito qui, devo vederti, mio marito non rientra prima di stasera” …era Martina.
Ero nel mezzo di una riunione di lavoro, mi defilai appena possibile. Ero per strada quando mi arrivò un secondo sms sempre di Martina “Ma dove cazzo sei? Quando ti chiama la zoccola ti precipiti, da me vieni a comodo…mi sto incazzando”.
Volevo chiamarla, ma forse avrei perso ancora più tempo …arrivai trafelato.
La vidi scura in volto, ma io sapevo di essere innocente. Mi piaceva quando era arrabbiata, anche se a volte non si conteneva, ricordo che un paio di volte mi ha mollato anche un bel ceffone…una volta ho reagito e le ho dato uno schiaffo che le fece volare via un orecchino, anche se era stato più il gesto che il dolo. Credo che sia stata l’unica volta che ho picchiato una donna. Mi disse: “Raccoglilo stronzo!”
Mi pentii subito, le raccolsi l’orecchino e mi inginocchiai davanti a lei chiedendole perdono.
Mi guardò con disprezzo e mi disse: “Non mi hai fatto niente, però dovresti tirar fuori le palle e darne qualcuno a quella zoccola che hai sposato” Non sopportava che mia moglie mi tradisse spudoratamente. Comunque quella volta non avevo fatto proprio niente, non avevo niente da temere.
“Amore cosa succede, sai che mi piaci quando sei arrabbiata però…cosa ti ho fatto?”
Mi spinse sul divano e montò a cavalcioni sopra di me non senza un po’ di impaccio, ormai era di 8 mesi e nelle ultime settimane il pancione era lievitato. Mi prese le mani e cominciò a storcermi le dita e intanto mi diceva: “Ho saputo che la zoccola ha ricominciato ad andare in giro a farsi montare…che aspettavi a dirmelo?”
“Non credevo fosse importante e poi sapevo che te lo avrebbe detto Antonella”.
“Ah, l’uomo che amo è un gran cornuto e pure contento e non mi dovrebbe importare? Mi vergogno per te…anzi…mi vergogno di te. Quanto ci metteranno a saperlo tutti? Lei è una che non si preoccupa certo di non farlo sapere in giro…”
“Dai amore…lo sai che lei è fatta così…”
“Fatta come? Diciamo la verità…è una puttana, lo è sempre stata e sempre lo sarà…presto non le basteranno più nemmeno due cazzi. E tu la ami…è questo che mi fa imbestialire. Io ti avrei dato tutta me stessa, amato e rispettato, avrei baciato la terra sotto i tuoi piedi, avrei fatto di tutto per te, ma tu no…stai con la puttana. Non ti piaccio? Sono brutta? Sono vecchia? Hai ragione, ma perché cazzo allora mi vieni a scopare? E’ vero, non mi hai mai promesso niente, però hai detto di amarmi e io mi sono illusa e anche se mi sono messa con Massimo sai che io amo solo te. Anche se aspetto un figlio da lui se tu me lo chiedessi verrei subito via con te…sei un bastardo”
Mi stava facendo male ma soffrii in silenzio. Poi mi lasciò le dita doloranti e appoggiò la testa sul mio petto…stava piangendo.
Fu un attimo, non amava farsi vedere debole, poi alzò la testa e mi disse: “Voglio fare l’amore con te…e non è un desiderio è un ordine…e farai quello che voglio io…se non ti piace puoi andartene, ma non mi vedrai più”
Martina mi amava e anche io la ritenevo una parte importante della mia vita, ora poi che Antonella mi avrebbe sicuramente trascurato un po’ mi facevano piacere le sue attenzioni e non parlo solo di quelle sessuali. Oltre che la mia amante era anche la mia migliore amica e quando Antonella era un po’ distratta mi appoggiavo a lei. Ma nello stesso modo in cui mi amava, mi odiava perché non avevo scelto lei ostinandomi a stare con una donna che non mi meritava (secondo lei).
Mi ordinò di seguirla in camera da letto, mi fece spogliare e poi mi legò i polsi assieme, la pregai che non me li facesse mettere dietro la schiena, mi rispose che andava bene purché non allungassi le mani, altrimenti avrebbe fatto qualcosa ancora di peggio. Poi mi disse che mi avrebbe bendato, ma intanto potevo vedere qualche oggetto che avrebbe partecipato al nostro gioco. Per prima cosa prese una scatolina che era nascosta sopra l’armadio…era un vibratore.
“Guarda che porcellina sei diventata” dissi “tuo marito ti ha avviato alla perversione”.
“Zitto porco che non sai cosa dici, con mio marito è tanto se facciamo una sveltina nel modo classico, non sa usare la lingua, forse gli fa anche senso e in culo me lo avrà messo due volte, non è un pervertito lui…e questo giochino l’ho comprato per te”
“Per te vorrai dire…”
“Vedrai…vedrai e comunque ho preso lezioni da quella troia che hai sposato, caro cornuto con te si limita all’ abc, non sai cosa fa agli altri”.
Poi tirò fuori un righello di legno e mi disse: “Attento che sono una maestra anni ’50…per i bambini cattivi ci sono le punizioni corporali”
In realtà Martina era una docente universitaria, però era sempre nel ramo dell’insegnamento, ma cosa poteva insegnare a me che avevo una moglie che poteva benissimo dare lezioni a una pornostar?
“Adesso ti bendo e stai zitto…ero completamente sottomessa a te, ti avrei soddisfatto a tuo piacimento e non mi hai voluto…adesso sarai tu a fare tutto quello che voglio io”
Era sempre stata molto attiva, fantasiosa e dominante a letto, le piaceva prendere l’iniziativa, in confronto a mia moglie che invece era sempre molto sottomessa e ubbidiente. In fondo mi piaceva questa esperienza.
Si spogliò e si mise a cavalcioni su di me, era bagnatissima e il mio cazzo in tiro, se lo mise dentro e cominciò a muoversi…dato il pancione forse quella era la posizione ottimale.
Nonostante fossi bendato e avessi i polsi legati, allungai le mani verso di lei cercando il suo minuscolo seno che però negli ultimi tempi, data la gravidanza, aveva acquistato volume.
Immediatamente mi arrivò una bacchettata sulle dita…cazzo che male!
Mi urlò. “Allora vedo che non ci siamo capiti…chi ti ha dato il permesso?” Si alzò, uscì dalla camera (credo) e rientrò dopo circa un minuto, mi fece tirare su le braccia e le assicurò con una corda o forse un altro nastro di stoffa alla testata del letto.
Riprese la sua posizione e mi gridò: “Non ti azzardare a venire finché non ti do il permesso o farai i conti con me”. Più mi trattava così, più il mio cazzo sembrava esplodere.
Per placare l’eccitazione le chiesi “Perché mi fai questo?”
Perché ti odio” mi rispose “e perché siccome non posso umiliarti facendoti cornuto, ti sottometto e ti umilio in altro modo…”
Poi aggiunse: “Dai cornuto, vediamo cosa sai fare, scommetto che non sei più capace di farmi godere…”
Inarcai la schiena in modo da spingere il mio membro più a fondo possibile, ma essendo sotto di lei non potevo dettare il ritmo. Era lei che si muoveva con un ritmo cadenzato finché non avvertii che i suoi movimenti si facevano via via più veloci e la sentivo ansimare con maggiore intensità. Raggiunse presto l’orgasmo e mi sentii bagnare la pancia da qualcosa. Aveva squirtato…non mi era mai successo con lei e solo qualche volta con Antonella, ma solo poche gocce…qui era un lago. Si mise in ginocchio (penso) vicino a me, il mio pene era dritto come un palo della luce; si avvicinò con la lingua, lo leccò lungo l’asta, poi lo prese in bocca, lo succhiò un attimo poi mi fece sentire i denti sulla cappella…mi impaurii.
“No ferma che fai?…così mi mandi all’ospedale”
“Tranquillo, voglio farti male, ma non troppo…per adesso mi servi. Quando non avrò più voglia di te te lo potrò anche tagliare, tanto Antonella ha chi la soddisfa e di sicuro lo fa meglio di te”
Riprese a succhiarmelo e io stavo per esplodere in un orgasmo che stavo già pregustando… Si fermò, mi colpì il membro col suo maledetto righello e spense la mia eccitazione, poi riprese a baciarmi sulla pancia, mi fece tirare su le gambe e iniziò a leccarmi prima le palle e poi arrivò fino al buchetto…che bella sensazione…dovevo provare anche con Antonella.
Insisté molto col buchetto…poi capii perché… Mi fece girare su un fianco e mi disse di rilassarmi, mi prese ancora il cazzo in bocca e introdusse un suo ditino nell’ano…era successo che mi avesse fatto un pompino abbinato al massaggio prostatico, era stato superlativo, pregustavo ancora il piacere, ma…perché mettermi su un fianco? E perché poi legarmi anche le caviglie e fermarle alla pediera del letto?
Sentii qualcosa di duro e di artificiale che si avvicinava al mio buchetto.
“Fermo, mi gridò…se ti muovi è peggio, tanto sei legato e non ti lascio andar via…rilassati, vedrai che ti piacerà”.
Non fu particolarmente doloroso, direi più fastidioso almeno all’inizio…quando fu interamente dentro di me mi gridò: “Ti piace vero? Sei un cornuto frocio…e io che mi sono innamorata di te…vai a farti scopare da quello che si sbatte tua moglie”.
Poi cominciò a battere forte i pugni contro la mia schiena gridando: “Ti odio, ti odio, bastardo…ti odio e ti amo più della mia vita, che stupida sono”.
Riprese il controllo e cambiò espressione.
“Perdonami, adesso pareggiamo i conti, prima però leccami il culo stronzo, come ho fatto io con te”.
Recuperò il vibratore e lo pulì per bene, poi mi liberò le caviglie, le mani, mi fece sdraiare e si sedette sopra il mio cazzo , dopo essersi ulteriormente lubrificata, si fece penetrare il lato B. Io con le mani finalmente libere le afferrai i seni e poi la baciai sul collo, lei col vibratore si massaggiava il clitoride prima di penetrarsi. Mi disse: “Adesso vieni quando vuoi…”
Finalmente potevo lasciarmi andare lo feci, anticipando lei di 10, massimo 20 secondi.
Poi ci sdraiammo l’uno accanto all’altro scambiandoci baci e carezze…
Le sussurrai all’orecchio: “Che troia che sei diventata, come si fa a non amarti…”
Mi rispose: “Per farmi amare da te forse dovrei andare a battere in tangenziale…ma non ho più l’età”
“Scherzi?” le risposi, “ruberesti il lavoro a tutte”
“Meriteresti di essere picchiato…ma detto da te è un complimento”
“Comunque…è un piacere essere picchiato da te mia signora”
Ci guardammo in faccia e scoppiammo a ridere.
(Continua)

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