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High Utility

Episodio 7

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Luca si trovava a fissare un punto della sala, dove il muro faceva angolo con il soffitto, sopra un quadro, nemmeno stesse assistendo ad un’apparizione divina. Nei brevi, dolorosi istanti in cui la sua mente non era accecata da lampi di piacere che scuotevano e infiammavano il suo giovane corpo, comprendeva che ciò era una sciocchezza perché una dea dai capelli rossi e dal corpo perfetto era accosciata davanti a lui, intenta a giocare con il suo cazzo.
Era confuso, incapace di scegliere se fosse meglio lasciare che Samantha facesse tutto il lavoro da sola, o provare a smettere di essere passivo e reagire, mostrare in qualche modo di apprezzare e, magari, aumentare in qualche modo l’intensità del piacere che stava provando a discapito del capace lavoro della donna. La sensazione della rugosità del muro a ridosso della nuca e delle chiappe, contro cui l’aveva spinto la sua amante poco dopo aver cominciato quel fantastico pompino, gli fece comprendere che, almeno quella volta, nella speranza che poi ce ne sarebbero stati altri tra di loro, avrebbe fatto meglio a lasciare che fosse Sam a gestire completamente la cosa.
Si rilassò, espirando e lasciando diminuire la tensione nelle spalle, cercando di concentrare ogni sua attenzione nelle sensazioni che provenivano dal suo basso ventre.
Non che fosse difficile, considerando la maestria e la tecnica che la donna stava dispiegando per lui.
Samanta dimostrava di essere una spanna o due più capace e con una fantasia ben maggiore di quanto si aspettasse il ragazzo, tenendo come standard gli sciatti pompini che vedeva nei porno su Internet, su cui si segava sognando una partner che facesse qualcosa di simile. In quel momento, tra un colpo di lingua della donna e un gemito sussultante, si rendeva conto di quanto fosse stato stupido e con standard pietosi.
Dopo un fugace, meraviglioso assaggio della sua cappella, e avergli donato quello che a Luca era sembrata una scossa di puro piacere tanto intenso da trovarlo impreparato, Sam aveva continuato a tenere con una mano il cazzo ma indirizzato la sua attenzione oltre. Aveva fatto retrocedere il ragazzo contro il muro del salotto, forse per maggiore comodità, o forse, e l’idea stuzzicava Luca più di quanto avesse voluto, per fargli comprendere che adesso era sotto il suo completo controllo.
Il pollice aveva cominciato a massaggiare dolcemente il glande, distribuendo la goccia di liquido trasparente che era uscita dal meato quando la donna si era presentata davanti a lui praticamente nuda, accarezzandone la mucosa vellutata delicatamente, mentre le labbra iniziavano a baciare il ventre e la pancia del ragazzo. L’altra mano lasciava fremiti al suo passaggio mentre scivolava tra le cosce di Luca, accarezzando le gambe e, di sicuro non involontariamente, sfiorandogli le palle gonfie. Si era sentito ardere in quei baci, in quella dimostrazione di… di qualsiasi cosa avesse voluto dimostrargli la donna.
– Hai un gran bel cazzo – gli confidò Sam, sospendendo un attimo il suo lavoro di labbra sull’addome. Non sembrava esserci nemmeno una traccia di derisione nella sua voce.
– Da… davvero? – domandò Luca, insicuro del cazzo che aveva sempre paragonato a quello degli attori pornografici. Sapeva che non erano loro quelli normali, ma la cosa non gli permetteva di apprezzare cosa avesse lui in mezzo alle gambe, chiedendosi quale sarebbe stata l’opinione di una donna una volta che se lo fosse trovato nudo davanti, magari proprio una che di esperienza ne aveva avuta parecchia con diversi uomini…
Prima di rispondere, la donna spostò un po’ l’asta a sinistra e la percorse con la punta della lingua sul lato destro e le labbra dischiuse, continuando a mantenere il contatto visivo con il ragazzo, fino a raggiungere il prepuzio e poi la cappella, disegnando un piccolo cerchio attorno al buco, lasciando una sensazione di piacevole prurito dove era stata bagnata con la saliva. – Lungo e bello grosso, – spiegò, quindi diede un bacio sul filetto. Poi precisò, forse credendo che il ragazzo pensava lo stesse prendendo in giro, non avendolo di certo delle dimensioni di quelli che compaiono nei filmati porno. – Più lungo e grosso della norma, ma non tanto da renderlo ingestibile per una ragazza. Un buon boccone, ma che non rischia di andare di traverso.
Luca sottolineò l’apprezzamento con un sorriso.
Sam continuò a tenere i suoi occhi azzurri in quelli del medesimo colore del ragazzo mentre apriva le labbra, protendendo leggermente la lingua e, finalmente, facendo scivolare nella sua bocca la cappella, sostenuta da un sospiro di piacere di Luca. Cominciò a succhiarla lentamente, muovendo la lingua attorno al bordo del glande, stuzzicandolo, mentre indice e medio di entrambe le mani si appoggiavano pochi centimetri oltre il prepuzio e cominciavano a muovere con dolcezza la pelle, unendo un pompino ad una sega, entrambi lenti e delicati.
Luca stava impazzendo di piacere, di un piacere che non aveva mai sperimentato in precedenza e nemmeno si sarebbe mai sognato potesse esistere: non era quella sensazione violenta da orgasmo, quell’esplosione di goduria di qualche istante, che lo lasciava spossato e quasi deluso dopo un attimo, ma qualcosa di meno intenso e prorompente, ma al tempo stesso molto più desiderabile. Non uno tsunami orgasmico devastante, ma una pioggerella rinfrescante, rinvigorente. Il suo povero cazzo, che aveva sempre schiavizzato e brutalizzato immaginandosi di fottere qualche troia, magari con violenza, trattandolo male, impugnandolo senza rispetto, adesso dimostrava di avere delle doti ben più apprezzabili sotto l’azione esperta e divina di Sam, donandogli un piacere soave, silenzioso, come se lo stesse sfidando a sopportare quella tortura che richiedeva una determinazione ed un autocontrollo che il ragazzo non era sicuro di possedere ma che, era certo, avrebbe portato ad un piacere che non poteva permettersi di perdere.
Staccò una mano dal muro e l’appoggiò sui capelli di fuoco della dea davanti a lui, smarrendo le sue dita tra le ciocche al pari della sua coscienza che si stava smarrendo tra le dolci stilettate di piacere che correvano lungo il suo cazzo, salivano lungo la sua spina dorsale e si disperdevano nella sua anima, come se la lingua di Sam stesse pizzicando le corde della sua mente, facendo ballare il suo cuore e riempiendo la sua vita di una sinfonia di piacere, con un movimento di chiusura epico e indimenticabile, ormai prossimo a giungere.
La donna, che, sentendo le voci a riguardo, doveva possedere molta esperienza, come tra l’altro stava dimostrando, doveva aver compreso l’approssimatasi dell’orgasmo del suo amante, abbandonando la cappella. Luca pensò fosse per il fatto di non ritrovarsi in bocca il suo seme, e invece Sam sollevò il cazzo bagnato di saliva e attaccò prima a baci, poi a leccate, i coglioni, gonfi e pesanti, ne mise uno in bocca e cominciò a succhiarlo. La mano che sorreggeva l’asta la afferrò con delicatezza e cominciò a segarla lentamente: il ragazzo all’inizio rimase confuso e deluso per il fatto che la donna gli aveva impedito di raggiungere l’agognato piacere, con il desiderio prorompente che cominciava a scemare, ma dopo qualche istante si rese conto che quello non stava calando completamente, ma che, anzi, l’azione di Sam lo stava tenendo ad un livello che non era troppo basso da deluderlo ma nemmeno troppo elevato da impedirgli di apprezzare quanto stava accadendo ai suoi testicoli.
Sam applicò alle palle la stessa passione che aveva riservato alla cappella, dando a qualcosa che il ragazzo non aveva mai considerato troppo la medesima dignità che aveva sempre dato, o creduto di dare, considerando quanto aveva fatto la rossa negli ultimi minuti, al suo cazzo. Sentiva la pelle dello scroto bagnata e accarezzata dalla lingua della donna, i noccioli all’interno massaggiati dalle labbra e dal vuoto che si formava nella bocca della rossa.
Dopo un attimo di quella splendida tortura, il cazzo tornò ad essere l’interesse principale di Sam, questa volta facendo scivolare nelle sue fauci quasi tutta la lunghezza, muovendo la testa avanti e indietro, scappellandolo con la pressione della lingua e tenendo in una mano le palle, che manipolava con il movimento del palmo, mentre la punta di un paio di dita premeva con forza nel perineo. L’eccitazione che aveva perduto nei minuti precedenti, Luca la sentì di nuovo accrescersi, sebbene non così velocemente. Non riusciva più a pensare a nulla se non al proprio cazzo sotto l’azione capace di Sam, come se la sua coscienza si fosse ridotta a quanto avveniva nel suo inguine e poco oltre, mentre un fastidio alla base del pene iniziava a formarsi, qualcosa di simile ad un prurito che avrebbe potuto essere estinto solo grazie ad una forte pisciata. O una massiccia sborrata.
Il fiato iniziò a farsi più profondo, il nome di Sam continuare a sibilare tra un ansito e l’altro, uno stordimento scacciare ogni pensiero rimasto nella mente di Luca. Questa volta la donna non si fermò, e fece raggiungere al suo amante la bramata conclusione.
Il ragazzo si scoprì a tremare, incapace di pensare a qualsiasi cosa che non fosse ciò che succedeva in mezzo alle sue gambe, mentre la sensazione della sborra che si riversava dalle palle, percorrere il cazzo in un fulgido calore e spruzzare nella bocca di Samantha fu intensa al punto tale che, se la mente di Luca non fosse stata completamente invasa dal piacere doloroso che stava vivendo, l’avrebbe spaventato. Gli sembrò che stesse riversando litri di seme caldo e colloso, per una durata che gli pareva impossibile: non era nulla che aveva mai provato segandosi su qualche puttanella dei porno, pensando alla stessa Sam o a sua figlia…
Quando finì… non seppe quando finì. La sensazione di bollente piacere scivolò lentamente in uno stato di gratificante tepore e, dopo anni, in una confusa soddisfazione che sembrò avrebbe avuto fine solo con la morte dell’universo. Niente sensi di colpa, nessun piombare dal piacere dell’orgasmo alla merda della realtà. Chiuse gli occhi e la bocca, sentendo il bisogno di ringraziare con dolcezza la sua amante, possederla con vigore e addormentarsi allo stesso tempo.
Il senso di torpore venne allontanato dalla lingua della donna che aveva cominciato a nettare la cappella, ancora più sensibile del normale, dalle gocce di sborra che vi erano rimaste.
– Grazie Samantha – disse, rendendosi conto in quel momento di quanto fosse ancora stordito, chiedendosi perché usasse un nome per indicare l’unica donna che fosse mai esistita.
Lei si alzò in piedi e lo baciò sulla bocca con passione. Le loro labbra si toccarono con una scarica di piacere che fu potente quasi quanto l’orgasmo che aveva appena goduto; in qualsiasi altra situazione, l’idea di avere la propria sborra sulle labbra l’avrebbe fatto rabbrividire, ma in quel momento, a quella donna avrebbe permesso di tutto.
Dopo qualche istante i loro volti si separarono. – Ti è piaciuto, Luca? – domandò lei, sebbene fosse comprensibile nella voce che non c’era una sola briciola di ansia da prestazione quanto piuttosto un bisogno egoistico di avere la conferma di essere stata la migliore. Il ragazzo si chiese se fosse mai esistita una donna capace di far godere tanto un uomo con la bocca al suo stesso livello.
Luca non credeva esistessero parole per descrivere quanto aveva sperimentato, e ancora meno cosa provava il suo cuore nei confronti di lei. Rimase un istante con la bocca semiaperta, sicuro di avere l’aria di un imbecille stordito, ma incapace ugualmente di fare qualsiasi altra cosa.
Sam parve comprendere comunque cosa succedesse nell’anima del ragazzo, sorridendo felice. – Grazie – rispose, soddisfatta. Lo prese per una mano, lo sguardo che acquistava un paio di sfumature di lussuria che fece diventare leggermente più grave la voce: – Ma non pensare che fosse gratis. Adesso tocca a te restituirmi il piacere.
La donna si voltò trascinandolo quasi letteralmente verso la porta oltre la quale si intravedeva un letto matrimoniale, non notando così l’imbarazzo di Luca che si era ritrovato a camminare come un carcerato dei vecchi film con i pantaloni al posto delle catene alle caviglie, con una punta di disagio all’idea che avrebbe dovuto far godere quella dea, quando, in quel momento, non avrebbe saputo dove mettere le mani nemmeno se qualcuno glielo avesse suggerito con un’infografica dietro la testiera del letto.

Continua…

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