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Il cantante e la vicina di casa – La prima notte di fuoco

By 23 Settembre 2021No Comments

Dopo essere stato gratificato da quel trattamento, volevo che anche Simona avesse la sua parte.

La feci distendere sul divano, liberandola dai pantaloni e dai collant. Presi a baciarle le gambe, dalle caviglie salendo sino alle cosce ed al loro interno dove sostituì le labbra con la lingua, arrivando all’inguine. Più salivo e più percepivo il profumo della sua femminilità che stava raggiungendo picchi estremi. Prova ne era il suo tanga visibilmente bagnato ed il suo respiro che si faceva sempre più affannoso.

Devo ammettere che mi stavo divertendo a farle i dispetti, facendole credere che mi stavo apprestando a raggiungere la sua più profonda intimità, per poi allontanarmene. Forse, inconsciamente, stavo vendicandomi per come mi aveva trattato all’inizio. Un comportamento, il mio, che però non brillava per intelligenza: se da una parte infatti, le facevo dispetto, dall’altra lo facevo anche a me, privandomi di qualcosa che desideravo con tutte le mie forze.

Fu lei ad interrompere il gioco, scostandosi il bordo del tanga con le dita, afferrandomi con decisione per i capelli ma senza farmi alcun male e mettendo la mia bocca sull’ingresso del suo scrigno magico. La leccai senza tralasciare nulla di quella parte del suo corpo ed i suoi mugolii, accompagnati dagli umori che fuoriuscivano dalla sua intimità, dimostravano quanto le stesse piacendo. Stimolandole poi il clitoride, reagiva come se fosse stata colpita da una scarica elettrica, tremando per brevissimi istanti.

Il suo coinvolgimento era inebriante: sarei potuto andare avanti per interminabili minuti a leccarla, morderla dolcemente, baciarla e ricevendo in bocca tutto il suo nettare.

“Ti voglio!”, mi disse. Credo che in quel momento non avrebbe potuto usare parole migliori. Mi sdraiai su di lei, facendole sentire la mia erezione sulle labbra della sua prelibatezza che percorrevo con il glande dal basso all’alto e viceversa. Un gioco che la stava facendo impazzire. “Sei cattivissimo, però…” ed aggiunse: “Ho detto che ti voglio!”. Su quelle parole afferrò il mio membro e senza alcuna esitazione lo fece sparire all’interno del suo scrigno. Cominciai a muovermi dentro lei con studiata lentezza. Volevo che godesse di ogni singolo istante e lo volevo anch’io. La posizione ci dava possibilità di guardarci negli occhi e baciarci con travolgente passione, rivolgendoci vicendevolmente le frasi che gli amanti si dicono in quei momenti. Le mie mani stringevano le sue quando non si dedicavano al suo prorompente seno.

Quanto tempo trascorse non saprei dirlo: i parametri spazio-temporali erano saltati per me come per lei. Non c’era luogo, non c’era tempo: c’eravamo solo io e lei, travolti dai nostri sensi e tanto ci bastava.

Raggiungemmo l’orgasmo contemporaneamente, miscelando i nostri fluidi corporei come i distillati di un cocktail uscito dalle mani del Dio Eros.

Restammo abbracciati a lungo, l’uno sull’altra. Nessuno di noi due voleva spezzare quell’incantesimo.

La mia erezione aveva ormai perso il suo vigore; mi misi a sedere per terra lasciandole il divano a piena disposizione. Lei mi accarezzava i capelli mentre io, ad occhi chiusi, assaporavo la dolcezza di quei gesti. In quel momento pensavo: “Chi l’avrebbe mai detto…”.

Le mie riflessioni furono interrotte dal suono melodioso della sua voce: “Ma a letto non sarebbe meglio?”, disse. Mi alzai e sorridendole la sollevai dal divano, prendendola tra le mie braccia e conducendola nella mia camera. L’adagiai sul letto con delicatezza e mi sdraiai accanto a lei, tornando a baciarla come nei momenti che avevano preceduto il nostro primo amplesso.

“Ti voglio ancora”, disse con decisione. Mi montò sopra come un’amazzone monta sul suo destriero. I baci che ci eravamo scambiati e l’intesa che si era creata tra noi, avevano restituito vitalità al mio membro che era tornato ad essere pronto per un nuovo amplesso. Simona lo cercò con le mani e con decisione lo introdusse dentro di sé. Prese a muoversi, prima con movimenti circolari del bacino e poi, dando vita ad un lento su e giù che diventò sempre più veloce. Io seguivo il suo ritmo in perfetta sincronia. Andammo avanti così per alcuni minuti, lei su di me e le mie mani perse sul suo seno, facendo crescere costantemente la passione scandita dai suoi mugolii che divennero vere e proprie urla di piacere ad anticipare un nuovo orgasmo che, ancora una volta, raggiungemmo insieme.

In vita mia non avevo mai trovato un’intesa così perfetta con nessuna delle mie compagne di avventura.

I suoi fluidi inondarono il mio basso ventre, colando anche sul lenzuolo. Stremata mi si sdraiò completamente addosso. Le mie labbra andarono a posarsi sul suo collo che presi a baciare dolcemente. “Resterei così per sempre”, mi disse con voce flebile. “Sarebbe bellissimo”, risposi io, sorprendendomi di quelle parole che mai mi sarei sognato di pronunciare come risposta alle sue.

Si addormentò in quella posizione, rilassata dalle carezze che le facevo tra i capelli ed i baci che davo al suo collo ed al suo viso.

La donna grintosa e combattiva che mi aveva aggredito alcune ore prima, non c’era più. Al suo posto, una cucciola indifesa che aveva trovato sicurezza tra le mie braccia.

Continua…

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