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Il giorno in cui aprii il giornale e lessi l’annuncio “Azienda ingrosso e dettaglio tessuti e biancheria cerca addetto contabile con minima esperienza” non sapevo che sei mesi dopo mi sarei ritrovato con un impiego e una moglie. L’azienda infatti apparteneva a tre sorelle che erano tutte occupate nell’attività ma che, dopo la morte dei genitori, avevano bisogno di qualcuno che si occupasse degli adempimenti contabili, di qui l’annuncio e la mia assunzione. Delle tre mi colpì quasi subito la più piccola, Alessandra, di 25 anni e, a quanto pare, anche io feci colpo su di lei. Dopo due mesi eravamo fidanzati e dopo sei, come detto, sposati. Le sorelle vivevano tutte in un appartamento che si trovava sopra l’esercizio commerciale dove lavoravamo tutti e, sopra l’appartamento c’era un altro piano con altri tre appartamenti di cui Alessandra ed io ne occupammo uno. Oltre alle tre ragazze c’era anche un fratello, Enrico, il più piccolo. Era un tipo un mingherlino, taciturno, capelli tagliati a zero, quando non era a scuola stava quasi sempre chiuso nella sua stanza ad ascoltare musica, ma in generale per quei pochi contatti che avevamo avuti mi era risultato simpatico. Essendo il più piccolo era coccolato da tutte le sorelle, soprattutto dopo la morte dei genitori. Enrico aveva una particolarità: era solito gironzolare per casa seminudo, estate e inverno, indossando solo gli slip. Provai a chiedere alla sorella il motivo di questa abitudine e perché per loro sembrava una cosa normale ma ricevetti solo risposte vaghe e non approfondii. Dopo il matrimonio ed un breve viaggio di nozze, mia moglie ed io ci trasferimmo in uno degli appartamenti del secondo piano e, dopo qualche giorno, riprendemmo a lavorare nel negozio, io nello studio a tenere la contabilità e loro tre a contatto con il pubblico. La sera, almeno un paio di volte a settimana, andavamo a cenare dalle sorelle al piano di sotto e rimanevamo un po’ dopo cena a vedere la tv. Una di quelle sere, mentre noi quattro eravamo a tavola, improvvisamente Enrico uscì dalla sua stanza e si diresse verso il bagno. Indossava come al solito solo gli slip ma era evidente che aveva una erezione e si vedeva bene che aveva un grosso cazzo che quasi gli usciva dalle mutande. Lo vidi guardare intensamente mia moglie come se volesse dirle qualcosa, ma rimase muto e poi mia moglie fece un cenno alla sorella Francesca, la più grande, che si alzò da tavola e seguì il fratello in bagno. “Ma che fa?” dissi a mia moglie. “Niente, va solo a vedere se sta bene, Enrico soffre con lo stomaco e spesso vomita.” rispose. Ma, pensai, quello non mi pare sofferente di stomaco, anzi mi pare sofferente di cazzo, ce l’aveva ben duro e la sorella lo segue? Dal punto in cui ero seduto potevo vedere in lontananza quello che accadeva nel bagno anche se non potevo guardare in continuazione per non sembrare troppo interessato e rischiare di mettere in imbarazzo gli altri. Quello che vidi però mi lasciò molti interrogativi che mi ripromisi di affrontare con mia moglie una volta tornati a casa. Vidi il ragazzo in piedi di fronte al water con il grosso membro ben eretto come ste stesse facendo la pipì, la sorella era seduta sul bordo della vasca da bagno e lo guardava. Ad un certo punto mi sembrò di vederla armeggiare con il cazzo del fratello ma dovetti distogliere lo sguardo perché mia moglie mi stava guardando. Non riuscii a capire se glielo stava sgrullando o se gli stava facendo una sega, in ogni caso non mi sembrava del tutto normale. Non dissi nulla e dopo un po’ i due uscirono dal bagno e il ragazzo si rinchiuse di nuovo in camera mentre Francesca si rimetteva di nuovo a tavola con noi facendo un cenno rassicurante alle sorelle. Appena fummo ritornati a casa espressi i miei dubbi a mia moglie. “Senti, non vorrei sbagliarmi, ma mi è sembrato che tua sorella stesse toccando il coso di tuo fratello, lì in bagno. Già mi sembrava strano che Enrico girasse sempre seminudo in casa, ma addirittura che voi lo seguiate in bagno e per di più quando ce l’ha duro, non mi pare normale.“ Francesca mi guardò a lungo senza parlare, quasi come se stesse decidendo come affrontare l’argomento, poi disse “Non è semplice da spiegare, nostro fratello ha avuto gravi problemi di salute mentale da quando sono morti i nostri genitori e noi vogliamo occuparci di lui e farlo stare bene. Per ora ti basti sapere questo, poi con calma capirai.” “Ascolta, io non voglio creare problemi, anche perché ti voglio bene e ne voglio anche a tutti gli altri. Capisco che tuo fratello abbia bisogno di aiuto ma, forse, poteva permettersi di stare in casa a quel modo quando era piccolo, ora è quasi un uomo adulto e tra l’altro ha quel membro davvero notevole, sarebbe meglio che stesse più coperto.” Mia moglie mi accarezzò il volto e sorrise poi mi disse “Per caso temi il confronto? A me il tuo piace e mi soddisfa, non hai nulla di cui preoccuparti. Inoltre come hai detto giustamente, mio fratello gira così in casa da sempre e ti posso assicurare che ormai le mie sorelle ed io non ci impressioniamo più di tanto a vederlo, anche quando è in condizioni per così dire ‘particolari’.” E così dicendo chiuse l’argomento e andammo a dormire. Una mattina di buon ora, mentre eravamo ancora a letto, mia moglie ricevette un messaggio sul cellulare; subito si alzò e, con ancora addosso la camicia da notte, mi disse che andava di sotto a svegliare il fratello per farlo andare a scuola. Le chiesi perché dovesse andare lei visto che c’erano le altre due sorelle ma mi rispose che le altre due dovevano andare subito al lavoro e che se non lo svegliava qualcuno quello non sarebbe andato a scuola. Tornò dopo circa un’ora e, senza passare da me, andò subito in bagno e si infilò sotto la doccia. Mentre era in bagno io presi il suo telefono e lessi il messaggio che aveva ricevuto: era della sorella Francesca e diceva “vuole te”. Passò circa una settimana e di nuovo, di mattina presto, Alessandra ricevette un messaggio, si alzò, mi disse che doveva andare a svegliare il fratello e si avviò al piano di sotto. Decisi di seguirla per vedere cosa faceva. Attraverso la scala interna che passava dall’appartamento di sotto e poi scendeva fino al negozio, entrai dalla cucina e sentii mia moglie che era entrata nella stanza del fratello e lo chiamava per farlo svegliare. “Dai Enrico, svegliati che è già tardi”. Mi avvicinai alla stanza dove erano i due senza farmi vedere mentre mia moglie apriva le imposte per far entrare la luce e far svegliare il fratello. Quello però continuava a dormire. Alessandra si avvicinò al letto e riprese a chiamarlo. “Sveglia pigrone, devi andare a scuola”. Il ragazzo non si muoveva. Lei si chinò su di lui e cominciò a fargli delle moine e delle coccole sbaciucchiandolo sugli occhi, come si fa con i bambini. “Dai svegliati, fallo per me”. Niente, quello non si alzava. La cosa mi sembrava alquanto singolare perché non era un bambino ma un ragazzo quasi adulto, ma restai lì nascosto per vedere cosa succedeva. E per poco non mi venne un colpo. Enrico aveva allungato una mano infilandola sotto la camicia da notte della sorella! Stavo quasi per entrare nella stanza per rompergli il muso, ma mi fermai perché vidi che mia moglie non mostrava alcun segno di sorpresa o di fastidio, anzi continuava a stare lì chinata sul fratello e lo lasciava fare. Lui le toccava il culo e lei sorrideva dandogli dei baci sul viso. “Ho capito, per farti alzare vuoi il trattamento speciale, ma dobbiamo far presto perché è già tardi e rischi che non ti fanno più entrare a scuola”. Mentre diceva così aveva sollevato il lenzuolo che copriva il ragazzo e si era tolta la camicia da notte. Enrico come al solito indossava solo lo slip, solo che questa volta aveva il cazzo duro che gli fuoriusciva dalle mutande e, devo ripeterlo, era davvero grosso. Mia moglie intanto si era seduta sul letto a fianco a lui e gli aveva messo le tette in faccia mentre con la mano gli aveva tirato fuori il cazzo e cominciava a menarglielo. “No, oggi voglio che me lo prendi in bocca” disse lui. “Va bene, basta che ci sbrighiamo”. Alessandra si chinò sul cazzo del fratello succhiandolo voracemente, mentre lui con la mano le rovistava il buco del culo. Ero davvero confuso e sbalordito da quanto stavo vedendo. Mia moglie con quel cazzo enorme in bocca e con la testa che andava su e giù facendolo sparire e riapparire. Finalmente il ragazzo venne e la riempì di sborra calda che lei ingoiò avidamente. Poi gli diede un bacio sulle labbra e gli disse di sbrigarsi a prepararsi e di andare a scuola. Tornai subito di sopra e mi rimisi a letto giusto in tempo per sentire mia moglie rientrare e scappare in bagno. Ero frastornato ma decisi di non dire nulla e per il resto della giornata lavorai normalmente. Quella notte però dormii ben poco pensando a cosa avrei fatto quando Alessandra si fosse alzata per andare a “svegliare” il fratello. Quando si svegliò però non andò di sotto ma si preparò e uscì per andare in negozio. Appena lei uscì mi fiondai per la scala ed entrai nell’appartamento di sotto. C’era la sorella più grande, Francesca, che come al solito chiamava il fratello per risvegliarlo. Solita procedura: apertura delle imposte, moine più o meno prolungate, sollevamento del lenzuolo e cazzone eretto. Francesca si sfilò la camicia da notte e le mutandine e si mise a cavalcioni sul cazzo del fratello. Vedevo il culo della sorella di mia moglie andare avanti e indietro mentre le tettone, caratteristica di tutta la famiglia, ballonzolavano ritmicamente. Mentre mi chiedevo se anche mia moglie si scopasse a quel modo il fratello o se gli facesse solo dei pompini, ma già sapevo la risposta, quello venne nella figa di Francesca la quale si alzò dal cazzo ancora ritto e si apprestò ad uscire dalla stanza raccomandandogli, come al solito, di fare presto e andare a scuola. Tornai a casa di sopra chiedendomi invano cosa fare. Parlare con mia moglie dicendole quello che avevo visto e chiedendo spiegazioni, con il rischio di mandare a monte il matrimonio e anche il lavoro, o far finta di nulla e tollerare quella situazione surreale del fratello che si scopava allegramente le sorelle di cui una sposata con me? Decisi che avrei cercato di capire meglio la situazione di quella singolare famiglia parlando con Alessandra, senza ovviamente far capire che sapevo tutto quello che facevano.

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