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Nonostante le buone intenzioni quella sera stessa ritornai sull’argomento Enrico e cominciai a chiedere a mia moglie di parlarmi dei genitori e di come e di quando erano morti e di quando il fratello aveva cominciato a stare male.
“Enrico ha avuto dei problemi sin da quando era bambino, era molto attaccato a nostra madre e voleva stare sempre abbracciato con lei. Inoltre appena rientrava in casa da scuola o da qualche passeggiata, si spogliava nudo e rimaneva così per il resto della giornata e anche la notte. Quando è morto improvvisamente mio padre tre anni fa Enrico è caduto in un profondo stato depressivo con regressione allo stato infantile. Stava tutto il giorno nudo in camera sua steso sul letto. Lo facemmo visitare da uno specialista che gli diede una cura ma, soprattutto ci raccomandò di stargli molto vicino e di cercare di assecondare questo suo stato, trattandolo come un bambino più piccolo, e che sicuramente in breve tempo sarebbe migliorato. E così nostra madre ci chiese di occuparci dell’attività di famiglia mentre lei si sarebbe curata di nostro fratello. Ci chiese di non farle domande su qualsiasi cosa avesse fatto perché l’unico scopo era di far star bene il ragazzo. Cominciò a tenerlo in braccio proprio come un bambino poi, come aveva fatto tante volte quando era piccolo, tirò fuori il seno e glielo mise in bocca. Il trattamento, unito alle medicine prescritte ebbe effetto e nostro fratello si riprese abbastanza in fretta. Dopo qualche settimana accettò di vestirsi e di ritornare a scuola. Noi sorelle decidemmo di mutuo accordo che avremmo aiutato nostra madre nell’assistenza a nostro fratello e così, quando lui tornava da scuola e si spogliava, una di noi lo teneva un po’ abbracciato offrendogli, se lo voleva, il seno da succhiare o da toccare. Un giorno, era sabato pomeriggio, eravamo tutte a casa quando Enrico tornò da scuola molto nervoso, andò in camera sua, si denudò e si mise sul letto a piangere. Nostra madre subito accorse e prese ad abbracciarlo e ad accarezzarlo chiedendogli cosa fosse successo. Fortunatamente era solo arrabbiato per un brutto voto ad un’ interrogazione, ma la delusione lo aveva prostrato. Gli dicemmo tutte di non preoccuparsi e che sicuramente avrebbe rimediato ma lui non riusciva a calmarsi. Poi successe un fatto nuovo. Mentre nostra madre lo accarezzava e lui teneva una mammella in bocca tenendo l’altra in mano, vedemmo che il suo membro si faceva duro. Non era mai successo prima, fino ad ora si era sempre comportato come un bambino mentre adesso aveva quel coso, che era anche di dimensioni notevoli, diritto e duro. Nostra madre ci guardava con aria interrogativa quasi ci chiedesse cosa fare, come comportarsi. Lui continuava a piagnucolare e sembrava sempre più agitato forse per il nuovo turbamento provocato dall’erezione. Nostra madre ci guardo di nuovo e con lo sguardo ci disse “Non giudicatemi!” Poi si fece coraggio e gli mise una mano sul membro duro dicendogli parole rassicuranti. Cominciò pian piano a muovere la mano su e giù massaggiandoglielo. Enrico si stringeva sempre più forte a lei. Aumentò il ritmo e continuò finché mio fratello le venne nella mano. Immediatamente si calmò e si addormentò profondamente. Nostra madre, forse già sapendo quello che sarebbe successo poi, ci fece giurare che non lo avremmo mai abbandonato e che gli avremmo donato tutte noi stesse per farlo stare bene, anche quando lei non ci sarebbe stata più.
Come se avesse profetizzato il futuro, dopo circa due mesi si ammalò gravemente e venne a mancare. Enrico ripiombò nella depressione più profonda, restava tutto il giorno in camera sua, nudo, sul letto, in posizione fetale. A nulla valevano i nostri sforzi di richiamarlo alla realtà, anzi un paio di volte si fece anche la pipì addosso e fummo costrette a ripulire lui e il letto. A turno una di noi rimaneva a vegliare su di lui mentre le altre due si occupavano dell’attività. Tutte e tre ci prodigavamo per non fargli mancare affetto e assistenza e passavamo tanto tempo tenendolo abbracciato e gli facevamo toccare e succhiare il nostro seno proprio come faceva la mamma. Nonostante ciò non sembrava dare segni di ripresa, finché un giorno mentre stavamo in bagno dove lo avevo accompagnato per fargli fare la pipì, mentre ero ancora a seno nudo, lo abbracciai da dietro mentre lui era in piedi davanti al water. Sentii come un lamento e mi accorsi che aveva avuto un’erezione. Vedevo il suo grosso membro proteso verso l’alto ben oltre l’ombelico. Indugiai un attimo poi allungai la mano e lo impugnai. Gli dissi di non preoccuparsi, che ero lì e che sarebbe stato subito bene. Cominciai a masturbarlo come aveva fatto mia madre; mi venne in mano e sembrò davvero stare meglio. Il miglioramento fu però di breve durata, nostro fratello rimaneva abulico, indifferente a quanto succedeva intorno a lui. Gli capitava di tanto in tanto di avere un’erezione mentre una di noi lo abbracciava e gli faceva toccare il seno, ma anche il momentaneo sollievo che gli davamo con le nostre mani non lo smuoveva più di tanto. Ci voleva qualcosa di più, ma cosa? Una sera mi spogliai nuda e mi stesi di fianco a lui sul suo letto, lo abbracciai e gli feci mettere la testa tra le mie mammelle. Rimanemmo così per un po’, quindi mi girai e lui mi abbracciò da dietro. Era un buon segnale, almeno prendeva una iniziativa e non rimaneva inerte, indifferente. Sentii che Enrico aveva cominciato ad accarezzarmi e lo lasciai fare contenta. Contemporaneamente sentivo il suo membro duro contro il mio sedere. Mi girai e vidi che il cazzo gli usciva per metà dalle mutande. Gliele sfilai completamente e glielo presi in mano cominciando a menarglielo per farlo venire e farlo calmare. Poi mi venne un pensiero folle: dovevo fare un gesto estremo per tentare di scuoterlo definitivamente. Feci stendere Enrico sopra di me. Sentivo il suo cazzo duro sopra la mia pancia e lui che si strusciava su di me. Dovevo andare oltre. Aprii le gambe e lo invitai a mettermelo dentro. Non sapeva come fare per cui gli presi il cazzo con la mano e misi la punta contro la mia figa. Spinse un po’ e lo mise tutto dentro. Cominciò a muoversi lentamente dentro di me mentre io gli davo dei baci sul viso e gli dicevo di continuare e che poi sarebbe stato meglio. Dopo un po’ sentii il suo fiotto caldo che mi inondava. Rimanemmo sul letto abbracciati e ci addormentammo profondamente.

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