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Il pranzo di natale é sempre un’occasione speciale. É il giorno in cui ci ritroviamo tutti a casa della nonna, cugini, zii e nipoti.
Ormai noi nipoti siamo tutti cresciuti e ognuno di noi ha la propria famiglia. E questo Natale, quello del 2021, era un po’ più particolare degli altri, perché finalmente ci si ritrovava tutti insieme dopo l’interruzione forzata di natale 2020.
Durante il pranzo di natale rivedo alcuni miei cugini che di solito non frequento durante l’anno, é quindi quella una delle uniche occasioni per vedersi. Ed é proprio il caso di mio cugino Alessandro, con il quale ci vediamo solo in occasione del Natale.
La tradizione vuole che a mezzogiorno in punti si faccia il brindisi con aperitivo di benvenuto. E così é stato. Alle 11.55 abbiamo iniziato a riempire i nostri calici con un ottimo prosecco, e allo scoccare delle 12 abbiamo brindato scambiandoci gli auguri di buon Natale.
Come tutti gli anni, anche quest’anno mio cugino Alessandro ha rimproverato sua moglie Elisabetta (la chiamiamo Betta) per aver bevuto troppo prosecco.
Cosa non vera, perché lei ha bevuto un bicchiere come tutti noi, ma i modi di mio cugino non li ho mai condivisi, motivo per cui non lo frequento durante l’anno. Persona invece che ha tutto il mio rispetto é sua moglie Betta, che sopporta spesso le angherie del marito annuendo in silenzio. Betta é una donna molto elegante, con classe, e ogni anno durante il pranzo di natale indossa sempre un vestito rosso di velluto, lungo fino al ginocchio, che esalta tutta la sua bellezza; ha degli occhi azzurri e uno sguardo penetrante. Devo ammettere che mi viene una sensazione di rabbia quando mio cugino la rimprovera, e capita spesso.
Il pranzo scorre senza problemi, finché dopo aver mangiato il secondo, ci accorgiamo che il vino in tavola era finito. Avevamo in tavola 3 bottiglie di Barbera, ma tra io, mia moglie e i miei cugini, lo avevamo finito.
Mia nonna disse che il vino era in cantina, e bisognava scendere per prenderlo. Siccome io avevo già finito di mangiare, mi alzai e mi proposi per andare a prenderlo. All’improvviso si alzò anche Betta, e mi disse che sarebbe venuta ad aiutarmi. La cosa non mi sorprese affatto, perché come ho già detto, al contrario di mio cugino, lei é una persona molto gentile e disponibile.
Scendemmo in cantina, durante le scale feci qualche battuta sul fatto che in cantina era buio e sul fatto che avessimo già bevuto 3 bottiglie di vino. Lei iniziò a sorridere, era il primo sorriso da quando avevamo iniziato il pranzo.
Arrivati in cantina, accesi la luce e presi le bottiglie di vino. Poi Betta mi chiese di restare ancora qualche minuto li, perché si voleva un po’ riprendere dal pranzo, mi disse che finalmente si sentiva tranquilla, mentre durante il pranzo si sentiva un po’ sotto pressione dalle battute fuori luogo del marito.
Io annuì, mi accesi una sigaretta e gliene offrii una. Lei mi rispose che non fumava, ma l’idea di fumare una sigaretta di nascosto in cantina, le avrebbe creato un’emozione, e almeno avrebbe avuto un bel ricordo di quell’ennesimo noioso pranzo di natale.
Iniziai a fare qualche battuta su cosa stessero pensando degli ospiti circa la nostra assenza prolungata.
“Chissà se qualcuno pensa che stiamo scopando di nascosto”, dissi io.
Lei scoppio a ridere e poi arrossì moltissimo in viso, ma poi per qualche secondo non disse una parola. Io anche restai in silenzio, finendo la mia sigaretta.
“Ok torniamo su” dissi io.
Lei uscì dalla cantina, e dietro di sé chiuse la porta di separazione tra la cantina e il corridoio che portava alla scala. Poi spense tutte le luci. Io rimasi al buio dentro la cantina.
“Che fai? Mi vuoi fare spaventare? Guarda che non ho paura del buio”, dissi io ridendo, pensando che avesse inavvertitamente spento la luce.
“Dai apri la porta disse lei”, con un tono di voce allegro.
Io aprii ma era tutto buio, non vedevo davvero nulla.
“Sono qui, non mi vedi?” Rispose Betta.
Allora io allungai le braccia per sentire dove fosse e la toccai.
Pensai di averle toccato un braccio, perché al tatto avevo sentito la pelle.
Poi anche quando con la seconda mano la toccai, continuai a sentire la pelle al tatto. Allora spostati di poco le mani, e mi accorsi che non indossava più l’abito rosso. Spostando molto timidamente le mani, sentivo sulla sua schiena un tessuto che sembrava pizzo.
A questo punto lei ruppe il silenzio: “Io amo tuo cugino, anche se é un grande stronzo e mi fa sentire sempre a disagio davanti agli altri.
Però oltre a trattarmi male, non riesce nemmeno a scoparmi come si deve, e io sono ormai tanti anni che non ho un orgasmo vero. Siano qui al buio, tu non devi pensare che io sia Betta, immagino che io sia una puttana e immagina che tu sia in astinenza da 6 mesi. Ecco, scopami come se non vedessi una donna da 6 mesi.”
Io rimasi muto. Pensai che in quei 30 secondi Betta si era giocata tutto: la sua reputazione, la credibilità e la fiducia che riponevo in lei.
Quindi pensai che non potevo deluderla, anzi provai un forte sentimento per lei.
Mi avvicinai, e la abbracciai di schiena. Iniziai a fare scorrere le mie mani sul suo corpo accarezzandola. Era totalmente buio, ma con il tatto capii che indossava un body in pizzo, probabilmente semi trasparente sia sul seno che sulla parte bassa. Mentre dietro terminava con un bel perizoma. Con molta calma e delicatezza la spinsi dentro la cantina e chiusi la porta. La girai e la baciai in bocca. Lei allungò in fuori la lingua per venire incontro alla mia. Con le mie braccia la sollevai e la misi seduta sul tavolo della cantina. Mi slacciai la cintura, poi aprii i pantaloni e li lasciai cadere a terra. Abbassai anche gli slip, il mio cazzo era duro e stava già ben dritto. Era sempre buio, ma pian piano la nostra vista si stava abituando e iniziavamo a intravedere le nostre ombre.
La sdraiai sul tavolo, poi presi le sue gambe e le misi sulle mie spalle.
Infilai una mia mano sotto l’elastico del suo sexy body, feci scorrere la mia mano fin sul suo pube. Sentii una leggera striscia di pelo al centro,.mentre tutto intorno era bella liscia, pulita e profumata.
Con uno movimento lento ma deciso, raccolsi la parte bassa del suo body nella mia mano e con forza lo tirai di lato, fin quasi a strapparlo.
Mi avvicinai e appoggiai la punta della mia cappella alla sua figa. La sentivo calda, umida e già aperta, come se stesse desiderando quel cazzo da tanto tempo. Feci appena in tempo ad afferrarla dai fianchi, che lei, spingendo sulle gambe che erano appoggiate alle mie spalle, si spinse verso di me e fece entrare tutto il cazzo dentro.
“Ahhhhh….. Scopami forte….” Disse a bassa voce.
Io la afferrai per i fianchi e iniziai a penetrarla sempre più profondamente. Ogni colpo usavo sempre più forza, tanto che il tavolo iniziava a battere contro il muro. Anche il ritmo dei miei colpo si faceva via via più intenso.
Poi decisi che dovevo liberarmi dai pregiudizi, e dovevo liberare il mio istinto animalesco, perché era quello che mi aveva chiesto Betta. Allora, sempre sul tavolo, la girai un po’ di lato, misi la sua gamba destra appoggiata al tavolo, e la sua gamba sinistra sulla mia spalla.
Io, in piedi, iniziai a penetrarla violentemente, in quella posizione riuscivo a fare sbattere le mie palle sul suo culo, la afferrai per i capezzoli duri e continuai a spingerle il cazzo nella figa con tutta la forza che avevo.
Poi mi fermai, e iniziai a sbattere la mia cappella forte sul suo clitoride, come se la mia cappella fosse un martello, e il suo clitoride fosse un chiodo da piantare.
Quindi la girai, la misi a pecorina, la afferrai per i capelli e iniziai a scoparla forte, la facevo sbattere sul tavolo con forza. Per dare ancora più vigore alla mia penetrazione, appoggiai il mio ginocchio destro sul tavolo e usai tutto il mio peso per spingerle il cazzo nella figa.
Lei era tutta bagnata ma ancora non ero sicuro avesse raggiunto l’apice del piacere.
Il mio cazzo stava per esplodere e non sapevo se sborrarle dentro oppure no. Io iniziai a godere e a fare versi a voce anche abbastanza alta.
Betta iniziò a respirare velocemente e ad ansimare.
Allora io mi leccai bene il pollice della mano sinistra, poi, mentre continuavo a penetrarla, con le mie mani la afferrai per le chiappe e gliele aprii più che potevo, infilando il mio pollice umido nel suo buco del culo.
Istantaneamente dalla sua figa uscì un getto di liquido e lei fece un urlo lancinante a voce alta. Io tirai fuori il cazzo, lo appoggiai al suo buco del culo dilatato dal mio dito e, con un urlo, feci un getto di sborra che non solo le inondò il culo ma le bagnò anche tutta la schiena fin quasi ai capelli.
Presi un fazzoletto di carta e cercai di asciugarla. Poi ci rivestimmo e tornammo su in casa, al nostro pranzo di natale.
Nessuno sospettò nulla, per fortuna alla fine, mi ricordai di portare su in casa le bottiglie di vino dalla cantina, motivo per il quale eravamo scesi.
Durante tutta la giornata io e Betta evitammo di incrociare i nostri sguardi, come se avessimo vergogna.
La sera stessa però , appena arrivati a casa le scriverti su whats app, dicendole che era una donna fantastica.
Da quel giorno, io e Betta diventammo amanti. Iniziammo a incontrarci 2-3 volte al mese, dando libero sfogo alle nostre fantasie sessuali più nascoste. Ma questa é un altra storia, che forse vi racconterò un altra volta.

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