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Mi chiamo Francesca, ho 41 anni, sposata, con un figlio e, da qualche tempo, con l’atroce voglia di 20enni intraprendenti! Non avevo mai pensato a questa possibilità prima di qualche settimana fa, sino a quando un mio conoscente non ha iniziato a seguirmi su Instagram. Niente di trascendentale, nessun approccio particolare, ma i suoi continui like ad ogni mio post mi hanno insospettita. Allo stesso tempo mi sono accorta che, quando capitava di incontrarsi, pur nella sua timidezza, non disdegnava affatto sguardi ben mirati alle mie forme. Non è proprio il mio tipo ideale di ragazzo, è un po’ goffo, per niente esuberante, ma sentire i suoi sguardi addosso mi ha aperto un mondo. Quanto è gratificante essere guardata, ammirata e – perché no! – desiderata, da un ragazzo così giovane! A quell’età dovrebbero guardare i culi di marmo delle loro coetanee; se guardano anche il mio, forse vuol dire che mi difendo ancora bene! In effetti il culo è sempre stato il mio punto di forza, e senza falsa modestia, posso quindi affermare di avere ancora qualcosa da dire a riguardo, seppur a distanza generazionale.

E così, nell’ultimo periodo, ho provato a far sì che possa capitare qualche interessante opportunità di interazione con quella specifica fascia d’età. La soluzione più semplice è stata cambiare il bar del mattino, approfittando che, non troppo distante da dove lavoro, ci sia l’università, con ovviamente alcuni locali nei paraggi. Ho deciso quindi di passare i miei 15 minuti di libertà pre ingresso lavorativo a fare colazione in una di queste caffetterie. Ammetto che i primi giorni mi sento parecchio scema e anche un po’ un pesce fuor d’acqua, ma al tempo stesso, nonostante non stia capitando niente di particolare, sento dentro di me forti sensazioni che non provo da parecchio tempo.

Finalmente, dopo un paio di settimane di colazioni andate a vuoto per il mio obiettivo, identifico un potenziale candidato a soddisfare i miei desideri. E’ un ragazzo brillante, ho scoperto che si chiama Marco, frequenta il secondo anno di Medicina, molta ironia, scherza sempre con la barista, non disdegna neanche battute con altre ragazze che frequentano il locale. Mi piace il suo modo di fare, mai fuori luogo, sempre pronto a doppi sensi per niente volgari ma efficaci. Sa di essere un bel ragazzo: è alto, credo sopra l’1.80, fisico da nuotatore, due spalle imponenti, deve avere una bella vigoria. Non posso far altro che chiedermi se ne abbia anche a letto.

Una mattina mi capita, o meglio, mi cerco la fortuna, di sedermi al tavolino di fianco al suo, io seduta sul divanetto, lui leggermente spostato alla mia sinistra, di fronte a me, in compagnia di due suoi amici. Indosso una gonna estiva al ginocchio, abbastanza larga da farla maliziosamente salire un po’, in modo che possa gustarsi la visione delle mie cosce. Inizialmente devo dire che, con sommo rammarico, preso dai discorsi calcistici con gli amici, mi ignora bellamente. Cerco quindi una scusa per farmi notare e, approfittando che stanno finendo i fazzoletti sul mio tavolino, tolgo quei due rimasti, mettendoli nella borsa senza farmi vedere, in modo tale da poter furbescamente chiedere il favore a lui di passarmi quelli presenti al loro tavolo. Lui si presta molto cortesemente, rispondendo al mio “grazie, sei molto gentile” qualcosa del tipo “per così poco bella signora?!”. Bella. Sì, certo, poteva essere convenzionale, di circostanza, ma intanto il bella ce l’aveva messo! Rispondo con il sorriso più smagliante e sfrontato che sappia fare, unito a uno sguardo leggermente ammiccante. Da quel momento cambia lo scenario: mi rivolge sguardi sempre più frequenti, percepisco che sbircia con attenzione le mie gambe, e anche le tette; nonostante quel giorno io abbia una maglietta non troppo scollata, devono essere molto interessanti, probabilmente il fatto che sia parecchio attillata ha funzionato!

Decido quindi di giocarmi una carta a sorpresa, molto finta, ma che può essere efficace. Faccio squillare il telefono di lavoro dal personale, creo una bella telefonata inventata. In quel momento mi sento veramente una cretina pensando a quello che sto per fare, ma al tempo stesso ritengo anche che tentar non nuoce! “Guardi, le lascio il mio numero personale, mi viene più comodo”, scandendolo e ripetendolo due volte, in modo tale che lui possa sentire. Ha il telefono in mano, spero ardentemente che se lo stia segnando. Se da quel poco che ho percepito di lui è vero, non è tipo da farsi sfuggire l’occasione.

Terminata la colazione, lo saluto un’ultima volta con un sorrisino che lui ricambia prontamente. Uscita dal bar, spero di ricevere al più presto un suo segnale, che invece ahimè non arriva. La mattina seguente, un po’ delusa, decido di cambiare bar: mi vergogno un bel po’ di essermi illusa che un ragazzo così giovane possa in qualche modo avere interesse per me, e mi sento veramente sciocca e infantile.

Mentre sono persa nel mio sconforto, tutto cambia! Eccolo! “Aveva un caffè pagato questa mattina, spero sarà per la prossima volta. Perdoni l’impertinenza, ma l’occasione era troppo ghiotta”

Brividi… E ora? Basta, ora si gioca, ho fatto tanto affinché succeda, perché mi devo tirare indietro? Non ho voglia di perdere tempo, voglio andare dritta al sodo e vedere come va a finire.

“Impertinente lo sei, ma l’audacia è un pregio, talvolta. Caffè accettato, ma vieni a prenderlo in ufficio da me alle 14”

Quel giorno sono magicamente sola al lavoro, tutto sembra incastrarsi alla perfezione. Gli lascio l’indirizzo e passo la mattinata fremendo, aspettando il fatidico momento. Alle 14 in punto arriva da me, e io mi sento salire il fuoco dentro.

“Allora, ecco qui l’impertinente che origlia le mie telefonate al bar”

“Beh, le chiedo ancora scusa, ma di fronte a quel sorriso e a quelle gambe, era difficile resistere alla tentazione”

In quel momento decido di non perdere tempo: mentre inizio a sbottonarmi lentamente la camicetta, gli chiedo se è altrettanto difficile resistere anche a quel che gli sto mostrando. Lui per tutta risposta si toglie la maglietta, mi prende con decisione e, appoggiandomi contro il muro, inizia a leccarmi sul collo, mentre con una mano si insinua dentro la camicetta. “Decisamente irresistibile”. Adesso mi sento desiderata come non mai, percepisco distintamente la sua eccitazione estrema, e per un attimo mi chiedo se gli sia mai capitato di andare con una donna più grande. Di certo non è un novellino, è molto focoso, forse un po’ troppo, ma sa destreggiarsi a dovere. Completa lui stesso lo sbottonamento della camicetta, mi tira fuori le tette dal reggiseno, scendendo con la lingua a leccarmi e mordermi i capezzoli, mentre mi tira indietro la testa, prendendomi per i capelli. Mi sta facendo andare fuori di testa, sono in una situazione in cui mai avrei pensato di trovarmi fino a qualche settimana prima: in ufficio a farmi leccare tutta da un ragazzo così giovane… con tutte le ragazze che può avere uno così, ora è solo mio! D’istinto gli sbottono i pantaloni, stringendogli bene le palle… mmm sono belle gonfie! Bene, sembra anche essere decisamente ben dotato!

Lo voglio ardentemente, desidero sentire come se la cava con la lingua laggiù. Mi tolgo pantaloni e brasiliana in un attimo, lui inizia a sfiorarla, per poi affondare due dita al suo interno, prima di scendere giù a leccarmela. Mio dio, ci sa decisamente fare, inizio subito ad ansimare senza freni, sono ormai completamente abbandonata a lui e all’estremo piacere che mi fa provare. Gli tolgo la testa poco prima di raggiungere l’orgasmo, ho troppo bisogno di sentirlo dentro di me. Lui capisce il messaggio e finalmente lo tira fuori dalle mutande! Mi appoggia nuovamente contro il muro, prendendomi da un fianco e lentamente introduce il suo membro dentro di me. Dio che piacere, ora sì che posso sentire tutta la vigoria della sua giovane età. Quel corpo giovane e scolpito, un piacere per gli occhi, è appoggiato proprio sopra di me, e il suo cazzo che pulsa dentro mi fa impazzire! Non ho dubbi: è sicuramente la scopata più trasgressiva che abbia mai fatto! Mi stacco da lui un attimo, per abbandonarmi completamente per terra sul pavimento; lui per tutta risposta mi impone di girarmi, mi fa mettere carponi e mi prende in modo deciso da dietro. Da lì a breve tempo raggiungiamo entrambi l’orgasmo; d’altronde siamo tutti e due troppo eccitati per farlo durare a lungo e, seppur veloce, siamo appena stati complici di una scopata indimenticabile.

Ammetto che da quel giorno non l’ho più visto, ma non mi va di incasinarmi: alla mia età, così come alla sua, è facile perdere la testa, senza capirne nemmeno il motivo! E poi io il mio desiderio l’ho pienamente soddisfatto, in futuro chissà! Un giorno potrei sempre tornare a frequentare qualche bar universitario

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