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La mia prima esperienza con una donna

By 21 Maggio 2020No Comments

Ciao a tutti, ho deciso di raccontare il mio primo approccio alla sessualità che mi è successo in età adolescenziale; immagino che siano le esperienze che tutti ragazzi, più o meno, abbiano vissuto approcciandosi a una ragazza. I fatti risalgono a quando frequentavo la terza superiore quando nei weekend mi divertivo in discoteca insieme ai miei amici. Conobbi il proprietario della discoteca e dopo aver compiuto il sedicesimo anno di età m’assunse come addetto alle luci. Ero la persona più felice di questa terra!!! Di mattina andavo a scuola e di pomeriggio studiavo mentre nei weekend lavoravo in discoteca, mi divertivo, prendendo un piccolo stipendio che mi serviva per non essere totalmente dipendente dai miei genitori. Tale lavoro mi permise di venire a contatto con una miriade di ragazzi alquanto invidiosi di ciò che stavo facendo e  una moltitudine di ragazze che mi vedevano come un oggetto del desiderio. Ne approfittai, quindi, per incrementare le mie entrate salariali vendendo, ad insaputa del proprietario, delle cassette con nastro magnetico con la musica che veniva suonata nella discoteca. La mia postazione era affiancata a quella del disc jockey ed era ad un’altezza tale da aver una buona visuale della pista da ballo. Molto spesso le ragazze venivano sotto la mia postazione per tentare un approccio chiedendomi. Quanti anni ha? … Oppure sei fidanzato? … Oppure mi metti questo o quel brano e così via?

Fra tutte le ragazze che s’approcciavano ce n’era una che mi solleticava particolarmente i miei sensi e i miei istinti; aveva un viso angelico, con i capelli biondi lunghi e un fisico con curve ben pronunciate alta 165 – 170 centimetri e vestiva sempre con abiti molto attillati che facevano risaltare molto bene il sedere e il seno. Faceva parte di una compagnia di ragazzi e ragazze che regolarmente venivano in discoteca tutti i weekend e tutte le festività. I primi approcci furono decisamente freddi e distaccati poi lei s’addolcì ed entrammo in confidenza. Mi disse che si chiamava Eleonora e aveva due anni più di me; abitava nella mia città in centro, e faceva parte di una compagnia di ragazzi e ragazze che volevano passare qualche ora in discoteca divertendosi; e tornare a casa, non tanto tardi, in quanto la maggior parte dei ragazzi  lavorava e non studiava come me. Io, invece, le raccontai che ero iscritto a una famosa scuola che c’è in centro città per conseguire il diploma di perito chimico industriale ed ero al terzo anno. Il mio nome già lo conosceva in quanto spesso e volentieri veniva a ridosso  della mia postazione chiedendomi di esaudire le più svariate richieste. Quando terminavo il mio turno in discoteca lei spesso e volentieri m’aspettava e stavamo soli a parlare al bar della discoteca in quanto il volume della musica era ad un livello accettabile. Poi una domenica sera mi fece la proposta:

“Se vuoi ci vediamo fuori da questa discoteca se hai voglia?

Rimasi entusiasta della proposta e senza pensarci minimamente dissi:

“Ma certo !?! … Per venerdì pomeriggio – sera in quanto gli altri giorni studio ….”

“Va bene …” Rispose

La settimana la passai andando a scuola e studiando poi arrivò venerdì pomeriggio. Presi la corriera nel tardo pomeriggio e dopo 20 minuti arrivai al capolinea. Lei mi stava aspettando; la vidi e ci salutammo e lei mi venne incontro; ci baciammo sulle guancie e mi pose le braccia al collo. Notai però che Eleonora aveva una comportamento alquanto strano; cercava assolutamente il contatto fisico. A me non dispiaceva affatto ed iniziammo a camminare e lei mi chiese:

“Come hai passato la settimana?”

Raccontai che cosa avevo fatto durante la settimana tra compiti a casa, elaborati in classe, interrogazioni e quant’altro.

Lei invece mi disse:

“… Lavoro presso una lavasecco nella prima periferia della città …”

Mi spiegò che il contatto con la clientela non le piaceva tanto e quindi lavorava nel retrobottega e si occupava di  suddividere i vari capi di vestiario per tipologia di tessuto e poi la lavasecco industriale veniva a ritirarli a giorni alterni. Entrammo in un bar e ci sedemmo a un tavolino uno di fronte all’altro. Diedi un’occhiata sotto il tavolino e vidi le gambe di Eleonora sotto alla  mia sedia. Ordinammo qualcosa da bere e mentre io bevevo una birra piccola e lei un succo di frutta sentii un massaggio alla gamba che lei mi faceva col suo piede. Ero del tutto inesperto e rimasi sorpreso. Non riuscivo a capire che cosa voleva e non  comprendevo il significato dello strusciamento del piede di Eleonora sulla mia gamba. Lasciai perdere! C’alzammo e iniziammo a passeggiare sotto i portici della città. Lei prima m’abbracciò in quanto era un po’ infreddolita poi mi prese a braccetto iniziammo a camminare. Pensai che ad Eleonora dovevo piacerle e non poco! Camminammo per diverso tempo passando nei caratteristici quartieri della città; poi stufi ci sedemmo su una panchina. Eleonora mi guardava con uno sguardo decisamente seducente e si stringeva a me in quanto aveva un po’ freddo.

Poi alzò lo sguardo e mi disse:

“Hai voglia di mangiare la pizza a casa mia?  … Ci sono i miei genitori e i miei soliti amici …”  

“Ma certo!”

C’alzammo dalla panchina e dopo 10 minuti di cammino arrivammo a casa. Abitava in un condominio in centro città dall’aspetto esteriore decisamente ingrigito dallo smog ma una volta entrati nell’androne si notava subito  che era signorile ed arioso. Salimmo le scale fino al secondo piano Eleonora estrasse dalla borsetta le chiavi di casa ed entrammo in casa. Entrammo in salotto e trovai  oltre che i suoi genitori e a suo fratello più piccolo, alcuni degli amici che frequentavano la discoteca dove io lavoravo. Salutai tutti e ci sedemmo sui divani ed Eleonora ordinò le pizze solo dopo aver chiesto ad ognuno di noi il tipo di pizza che volevamo mangiare. Poi Eleonora se ne andò in camera e ritornò con indosso un pigiama in flanella di colore rosa. Suo padre andò a prendere le pizze che arrivarono abbastanza presto e ci mettemmo seduti al tavolo e le consumammo con abbondante birra. Terminate le pizze  propose, di vedere un film, preso a noleggio, e disordinatamente ognuno, dei suoi amici, si sedette sui due divani che c’erano in salotto mentre i genitori e suo fratello più piccolo se ne andarono a letto. Ahimè io ed Eleonora non trovammo posto e quindi prendemmo due sedie e ci mettemmo seduti dietro allo schienale di uno dei due divani. Le luci si spensero e la penombra avvolse ogni cosa. Il film iniziò e il silenzio calò sul salotto; qualcuno degli amici si stava già appisolando ed io mi stavo pregustando la visione del film quando un movimento al quanto strano di Eleonora mi fece ripiombare alla realtà. Sentì la sua mano accarezzare la mia, mi guardò, ridendo maliziosamente, poi prese due cuscini dal divano e li mise uno sulle mie gambe, e l’altro sulle sue sorridendomi. Pensai a che cosa stava architettando? Divertito ed incuriosito pensai su come sarebbe andata a finire. Passò qualche minuto quando sentii la mano di Eleonora accarezzarmi una gamba, provai a cercarla con lo sguardo ma lei era intenta a guardare il film. O almeno quella era l’impressione che mi dava. Le accarezzai la mano. Non so quello che intuì Eleonora ma da quel momento la mano salì paurosamente sul mio cazzo che era moscio. Me lo prese in mano e poi cominciò una lenta sega sopra i pantaloni e ben presto divenne dritto e turgescente. Cominciai ad agitarmi e ad arrossire. Lei mi guardò con uno sguardo ammaliante e mi mandò un bacio con la mano. Decisi allora di toccare le gambe di Eleonora; furtivamente allungai la mano e la posai sulla gamba poi la feci salire sempre di più verso la zona inguinale. Toccai la figa di Eleonora sopra i pantaloni del pigiama e mi sorprese il fatto di non sentire al tatto gli slip. Eleonora mi lanciò un’occhiata d’approvazione poi con l’altra mano abbassò i pantaloni del pigiama in modo tale che io potessi infilarci la mano e toccarle la figa. Al tatto sentii subito il folto pelo pubico. Eleonora allargò le gambe più che poteva spostandole verso di me e finalmente arrivai alla figa che percepì subito già bagnata. Eleonora mi prese un mio dito della mia mano e se lo infilò in vagina masturbandosi. Capii che cosa dovevo fare per darle piacere e ben presto lei tolse la mano e si dedicò al mio cazzo abbassando i boxer me lo prese in mano  segandomi. Ci masturbammo per diverso tempo nella speranza che nessuno notasse quello che noi stavamo combinando. Poi sentii che la voglia di eiaculare stava crescendo rapidamente e feci un cenno ad Eleonora che comprese il mio gesto e aumentò il ritmo della masturbazione. Venni ed eruttai con 5 – 6 fiotti di sperma che finirono sul cuscino che c’era sopra di me. Io invece aumentai il ritmo della masturbazione fino a quando m’accorsi che la mia mano s’inzuppò di liquido che era fuoriuscito dalla figa. Eleonora mi fermò la mano e solo allora capii che era venuta. Riprendemmo a guardare il film mano nella mano. Quando terminò tutti i suoi amici se ne andarono via e rimanemmo solo io ed Eleonora. Si rivestì e m’accompagnò a casa con l’auto visto che aveva conseguito la patente dell’auto da qualche mese. In macchina parlammo di quanto era accaduto tra noi due durante il film e decidemmo di vederci in tutta tranquillità, senza genitori ed amici. L’occasione capitò l’ultimo giorno di carnevale; Eleonora era a casa in quanto il proprietario del negozio aveva deciso di chiudere l’attività ed io uscivo  da scuola molto presto in quanto avevo lectio brevis. Alle ore 10:00 terminai le lezioni e andai a casa di Eleonora poco dopo arrivai sotto il portone e suonai il campanello che s’aprì quasi subito. Entrai in casa ed Eleonora m’accolse baciandomi sulla bocca. Mi disse che si era da poco svegliata ed era ancora in pigiama. Con le braccia al collo mi disse:

“Cucino io e tu sei invitato a pranzo! … Quale tipo di sugo vuoi sulla pasta?”

Non sapevo proprio che cosa rispondere e dissi:

“Beh se c’è al ragù ….”

Eleonora non di mi diede nessuna risposta e si mise a cucinare. Mentre preparava il pranzo io mi divertivo a palpare il sedere e le tette e lei mi baciava in modo passionale. Dopo due orette mi sedetti a tavola; avevo davanti un buon piatto di spaghetti al ragù. Mangiai veramente di gusto. Poi bevemmo il caffè e sparecchiammo la tavola e mettemmo il tutto in lavastoviglie. Ci sedemmo sul divano e iniziammo a  baciarci in modo sensuale. La voglia  di fare l’amore cominciava a risvegliarsi e a salire pericolosamente. Eleonora mi disse:

“Mi sei sempre piaciuto fin dal primo momento che ti ho visto in discoteca. Ma la mia timidezza mi ha sempre un po’ frenato …. Ti avrei voluto conoscere tanto tempo prima ….”

“Anche tu mi sei sempre piaciuta fin dalla prima volta che ho notato sulla pista da ballo  in discoteca …. Ma tu eri così introversa e scontrosa ….”dissi.

Cominciai ad accarezzare Eleonora prima sul viso poi il  seno sopra al pigiama e sentii che era decisamente sodo e tonico; scesi sempre di più lungo i fianchi fino ad arrivare al fondoschiena che tastai in modo energico. Devo dire che era alquanto compatto e consistente. Infilai una mano dentro ai pantaloni del pigiama e rimasi sorpreso in quanto percepì che indossava un perizoma. A quei tempi non era un indumento di uso comune tra le donne e chi usava questo capo di vestiario era considerata una precorritrice di moda.

La baciai sul collo e con le mie mani risalii lungo i fianchi fino ad arrivare al seno che presi in mano. Lei si tolse la maglia del pigiama; indossava un reggiseno bianco in cotone che sosteneva il  seno conferendole una forma a coppa di champagne. La voglia di fare l’amore saliva sempre di più in entrambi ed Eleonora si levò anche i pantaloni del pigiama.  Mi spogliai togliendomi maglione e camicia. Lei prese a stuzzicarmi i capezzoli ed io feci altrettanto prima sopra il reggiseno e poi abbassando l’indumento intimo e facendo vorticare molto velocemente le dita sopra i capezzoli. Eleonora iniziò ad ansimare ed avere un respiro alquanto accelerato  e questo mi fece capire che ciò che le stavo facendo le dava molto piacere. Pensai bene di sostituire le dita con la lingua ed il piacere di Eleonora aumento notevolmente. M’abbassò la cerniera dei pantaloni e me li tirò giù  fino a livello delle ginocchia. Mi pose una mano sul cazzo che era ormai duro da diverso tempo e iniziò a massaggiarmelo con molto mio gradimento. Tolsi le mani dal seno e le portai sulla figa massaggiandola sopra il tessuto. Mi disse:

“GianLuca ti voglio ora!”

Eleonora  si tolse il perizoma ed io potei toccare la figa col folto pelo che la ricopriva; m’accorsi che era alquanto bagnata; gli umori avevano permeato il folto pelo scuro. Appoggiai le dita in mezzo alle due grandi labbra e scesi verso il basso accorgendomi di quanto era fradicia. Capii solo allora quanta voglia che aveva Eleonora. Infilai il dito medio nella figa e d’istinto lei aprì le gambe e iniziai a masturbarla prima lentamente poi sempre più velocemente. Con le sue mani Eleonora mi abbassò i boxer e mi prese in mano il cazzo e iniziò a segarmelo.

“Mamma mia ma quanto ce l’hai duro GianLuca!”

Ed io risposi:

“E tu sei bagnatissima!”

 Ahimè non avevo una grande esperienza in fatto al sesso e non mi era mai successo di scopare una donna; il massimo che mi era potuto succedere era stata una masturbazione da parte di una donna oppure un pompino nell’auto di una ragazza. Eleonora era il primo approccio con una vera donna e col sesso. Ed io ero alquanto imbranato! Il godimento d’Eleonora era a livello talmente elevato  che mi disse:

“Gianluca toccami di più!”

Mi prese la mano e me la portò a livello del clitoride; con la sua mano sopra alla mia iniziò a masturbarsi e a godere ancora di più. Io guardavo e godevo anch’io ma soprattutto imparavo cose che mi potevano essere utili in un futuro. Poi mi chiese con una voce alquanto flebile ed interrotta da diversi sospiri, ma non compresi il motivo:

“Ti piace GianLuca?”

“Meraviglioso!” dissi.

In quel determinato momento mi venne in mente solo quella frase. Poi Eleonora mi scappellò completamente il cazzo  forse perché voleva farmi un pompino ma non ci riuscì in quanto venne con un orgasmo; sentii la mia mano bagnarsi da una notevole quantità di umori che uscirono prepotentemente dalla figa. Si accasciò su di me; si riprese poco dopo chiedendomi:

“Hai un preservativo?”

Risposi

“No !!!”

Normalmente quando andavo a scuola non portavo i preservativi e quindi la sua richiesta mi colse alla sprovvista.

“Porca vacca!?!?!?!?!?!” disse

Eleonora si strusciava i peli pubici sul mio cazzo. La mia cappella si era decisamente ingrandita e aveva assunto un colore violaceo. La voglia di Eleonora aveva raggiunto un tale limite che mi prese il cazzo  lo imboccò sulla figa e leggermente se lo spinse dentro. Con dei piccoli movimenti di bacino faceva uscire ed  entrare solo il glande. Per me già così era un godimento ed Eleonora andò avanti con questo giochino erotico per un bel po’ di tempo. Poi improvvisamente mi disse:

“GianLuca ho troppa voglia di scopare con te ma stai attento …. Se qualcosa va storto la combiniamo davvero grossa ….”

Mi fece distendere sul divano in posizione supina mi prese il cazzo e me lo scappellò completamente  poi salì sopra di me, con una mano allargò le grandi labbra, e si sedette sul mio cazzo. Molto lentamente il cazzo venne inghiottito dalla figa di Eleonora ma non completamente in quanto, a suo dire, era decisamente lungo. Si fermò per qualche istante per abituare i muscoli della figa al mio cazzo poi molto lentamente iniziò un movimento oscillatorio. Stavo scopando una ragazza meravigliosa ma non me ne rendevo bene conto! Eleonora iniziò godere ma poi improvvisamente suonò il campanello. Scattò in piedi e si rivestì infilandosi i pantaloni del pigiama e la maglia e andò a rispondere. Era il postino che doveva consegnare una raccomandata per suo padre. Scese fino all’androne del palazzo per ritirarla e poi risalì; gettò la busta sulla tavola della cucina si sedette sul divano dove ero seduto io e mi stavo rivestendo in modo approssimativo, speranzoso di continuare ciò che avevamo bruscamente interrotto ed Eleonora mi guardò in faccia mi disse:

“GianLuca è da sciocchi continuare a scopare senza preservativo!”

Rimasi molto deluso anche se capii che aveva ragione.  Mi pose le mani sul viso e iniziò a baciarmi con molta dolcezza e in modo molto romantico. Mi disse che ero un ragazzo più maturo degli anni che avevo e questo dovevo considerarla una qualità; anche se dentro nella mia testa mi stavo dando del coglione all’ennesima potenza. Mi fece distendere sul divano e lei si mise sopra di me e iniziò a baciarmi il viso poi il collo, poi il decolletè, poi scese sui capezzoli leccandoli e mordicchiandoli; qui ci rimase un po’ di tempo mentre con le mani mi tirava giù la cerniera dei pantaloni e me li  abbassava. Scese ancora più giù fino ad arrivare al cazzo che era sempre marmoreo, pronto all’uso e nascosto nei boxer. Iniziò a leccare la stoffa dei boxer e la voglia salii paurosamente. Alzò lo sguardo mi guardò negli occhi e mi disse:

“Tu mi hai fatto venire e adesso devo farti venire io …”

Abbassò i boxer prese in mano il cazzo scappellandomelo e si mise a leccare  il glande; notai che era veramente brava in quanto con  particolare maestria si soffermava con la lingua, sulla corona, sul prepuzio e poi sul collo del cazzo facendomi provare sensazioni mai provate fino ad ora. Dopo aver preso confidenza mise una mano alla base del cazzo masturbandomi e con l’altra  mi toccava le palle. Andò avanti così per un bel po’ di tempo poi sentii la voglia di venire salire prepotentemente:

 “Guarda che sto per venire!” dissi

Lei non si scompose assolutamente anzi aumentò il ritmo della masturbazione e mise la bocca sul glande. Quattro – cinque fiotti di sperma finirono nella bocca di Eleonora che ingoiò tutto. Mi venne vicino e mi baciò sulla bocca percepivo il sapore del mio sperma ma sinceramente non mi dava nessun fastidio.  Esausti ci sedemmo sul divano eravamo tutti e due parzialmente svestiti e iniziammo a coccolarci e ad amoreggiare. Eleonora guardò l’ora ed iniziava ad essere un po’ tardi in quanto secondo le sue ipotesi non mancava molto che rincasasse sua madre. Mi rivestii e me ne andai. Sull’uscio di casa Eleonora mi volle ancora baciare e accarezzare e ci demmo appuntamento per sabato sera in discoteca.  Sabato sera la ritrovai in discoteca mi venne incontro e la portai sulla postazione dove io lavoravo; ci baciammo non so quante volte e la gestione delle luci quella sera non fu proprio molto professionale ma il disc jockey comprese subito in fin dei conti anche lui era un ragazzo con 6 – 7 anni più di me. Terminato il turno io ed Eleonora andammo al bar e le offrii una bevanda analcolica. Ci spostammo in un posto della discoteca un po’ appartato dove la musica non era così assordante e  un po’ in penombra. Ci sedemmo sui divanetti e iniziammo a baciarci prima romanticamente poi sempre più appassionatamente. Allungai una mano e  iniziai a toccarle le gambe approfittando della minigonna e delle calze autoreggenti, nere, che indossava quella sera. Salii con la mano fino al perizoma e iniziai a giocarci, lei gradiva quanto le stavo facendo e con la mano iniziò a toccarmi il cazzo facendolo diventare ancora più duro. Non resistetti, con la mano spostai il perizoma  lei aprì poco le gambe e si lasciò masturbare, sussurrandomi in un orecchio.

 “Sì …. Dai continua che mi piace!”

La masturbai lentamente poi m’accorsi che davanti a noi si era seduta una coppia di ragazzi che stavano amoreggiando; tolsi la mani e notai che i polpastrelli delle mie dita erano lessati come quando si sta in acqua per diverso tempo. Eleonora ripulì i miei polpastrelli leccandoli; giungemmo alla conclusione che dovevamo trovare il modo di scopare altrimenti uno dei due sarebbe scoppiato.

Un sabato mattina decisi di marinare la scuola e pensai di andare a trovare Eleonora in quanto quel giorno non era voluta andare a lavorare. Ahimè in quel periodo non esistevano ancora i cellulari e quindi mi presentai sotto casa verso le ore 08:00. Citofonai e m’apri la mamma che era a casa quel giorno; entrai nell’appartamento e vidi suo padre e suo fratello più piccolo che avevo già conosciuto la prima sera che salutai. Eleonora si svegliò quando entrai a casa. S’alzò e mi venne incontro baciandomi sulla bocca e mi portò in cucina in quanto lei doveva fare colazione. Terminata mi prese per mano e mi portò in camera sua e chiuse la porta della stanza ci riprendemmo  a baciarci stavolta con molta più passione. Poi con un modo particolarmente ammiccante e sensuale mi disse:

“Lo sai che cosa indosso sotto il pigiama?”

Io  ingenuamente  dissi:

“Ma la biancheria intima Eleonora!”

Ci guardammo negli occhi poi mi prese la mano e con molta dolcezza la mise dentro ai pantaloni del pigiama. Ben presto notai che non indossava nulla. Mi prese per mano e mi sedette sul letto e cominciò a toccarmi il cazzo sui pantaloni ed io intrufolai la mano  ancora dentro ai pantaloni del pigiama. Scesi sempre più giù fino ad arrivare alla figa che era già di buon mattino tutta bagnata. La masturbai lentamente mentre lei mi sbottonò i pantaloni tirandomi fuori il cazzo e mi fece una lenta sega. Continuammo così per un bel po’ di tempo poi feci un cenno ad Eleonora che stavo per venire; lei aumentò il ritmo della sega e mise l’altra mano a protezione per non sporcare le lenzuola. Sborrai sulle mani di Eleonora abbondante sperma. Io continuai a  masturbarla fino a quando mi sentii la mano tanto bagnata e capii che era venuta anche lei. Ci baciammo amorevolmente. Verso metà mattinata i suoi genitori andarono a fare la spesa portandosi vai anche il fratello e rimanemmo soli a casa. Eleonora non vedeva l’ora! Andò in bagno a farsi la doccia ed io entrai in per poter ammirare il corpo statuario di Eleonora. Poi  vidi sulla mensola del lavandino il rasoio, di suo padre,  mi girai e vidi Eleonora che si lavava i folto pelo pubico biondo scuro. Non so per quale motivo associai le due cose e proposi:

“Perché non ti riduci quei folti peli che hai sul pube?”  

Mi guardò con un espressione stralunata e mi disse:

“Ma come?”

Feci un cenno indicando il rasoio ma lei mi disse:

“No! Fa troppo male!”

“Peccato! Mi sarebbe piaciuto vederla senza un po’ di pelo ….”

Non volle commentare l’ultima affermazione. Uscì dalla doccia e s’asciugò con l’accappatoio; indossò  il perizoma nero e il reggiseno sempre dello stesso colore e poi si rimise il pigiama e ci sedemmo sul divano. Di li a poco arrivarono i genitori con la spesa ed io me ne tornai a casa.  Ci demmo appuntamento per la sera in discoteca. Ci ritrovammo la sera in discoteca e terminato il turno di lavoro passammo il resto della serata insieme.

 Continua

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