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Lettera aperta a…

By 5 Ottobre 2016Aprile 2nd, 2020No Comments

Sono mesi, ormai, che non scrivo un vero racconto erotico. Eppure, è per quello che diedi alla luce iprimipassi, per percorrere i sentieri dell’eros. E l’ho fatto per oltre tre anni, scrivendo di tutto e su tutto. Persino su argomenti che non avrei mai pensato di toccare, o temi che non avrei mai creduto di poter trovare intriganti. Invece non è stato così: esplorando, scavando, analizzando, ho scovato frammenti di erotismo ovunque. E mi sono divertito a scriverne, eccitato a coglierli, a viverli, a cercare di trasmetterne le sensazioni che mi infondevano.
Ora, in questi mesi di silenzio, sono cambiate un po’ di cose. Sto seguendo stimoli nuovi, trattando temi diversi, impegnandomi in progetti ben più audaci del mettere nero su bianco una storia di qualche pagina. Chi mi conosce realmente sa con quanta fatica e quanta passione stia inseguendo un sogno ormai non più tanto lontano.
In questi mesi di silenzio, però, non sono mancate domande e sproni. Non è mancato chi mi ha chiesto se stessi pensando a qualche nuovo racconto, se avessi qualche idea in merito, qualche progetto in cantiere per rinverdire le origini del mio alter ego.
E la risposta è stata sempre la stessa: ho trattato ogni argomento, dubito di avere ancora qualcosa da dire in campo erotico. Non lo escludo, ma ne dubito. Nel frattempo scrivo altro, ciò che mi passa per la mente, senza vincolarmi a un solo genere.
Una risposta semplice, chiara, diretta.
E sincera.
Almeno in parte. Almeno fino a pochi istanti orsono.
Si, perché poco fa ascoltavo la radio, e la strofa di una canzone è stata un pugno nello stomaco. Mi ha portato, in una frazione di secondo, a rivivere tutto come un film riprodotto con l’avanti veloce. A ripensare a te che ci sei stata quasi dall’inizio di questa lunga avventura, a te che per quei sentieri mi ci hai accompagnato per mano, a te che mi hai fatto scoprire ed esplorare nuovi stili, nuove idee, nuovi mondi, un nuovo modo di intendere e vivere l’erotismo. A te che hai ispirato tante delle mie parole; a volte un intero racconto, altre una frase o un’immagine, altre ancora almeno un avverbio, un simbolo che nessun altro all’infuori di noi avrebbe potuto cogliere. A te e alla nostra complicità. E alla tua assenza, che, in fondo, rappresenta il motivo ultimo e inconfessabile per il quale iprimipassi ha fatto un passo di lato. Perché senza una forza ispiratrice è difficile trovare nuovi stimoli. E tu eri la mia.
Quasi sorrido ripensando al contenuto di queste righe: mettendo nero su bianco che senza ispirarmi a te non riesco a scrivere, ho scritto ispirandomi a te. Il più classico dei circoli viziosi. E il materializzarsi di quel brano di poco fa, convinto anch’esso che

“intanto tu resti
la musa che ispira i miei testi,
i miei discorsi tradotti in versi”.

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